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Ondata di maltempo in Piemonte e Valle d’Aosta, esondazioni e frane

Ondata di maltempo in Piemonte e Valle d’Aosta, esondazioni e franeRoma, 30 giu. (askanews) – Esondazioni, allagamenti e frane in Piemonte, a causa dell’ondata di maltempo che ha colpito la regione. Da ieri sera sono al lavoro gli uomini della Protezione civile del Piemonte guidati dal responsabile del settore Franco De Giglio per seguire l’andamento della perturbazione e coordinare gli interventi della Protezione civile in stretto raccordo con le prefetture di Torino e del Verbano-Cusio-Ossola, come riferisce la regione Piemonte in una nota.


“Da ieri sera sono personalmente in contatto con i sindaci delle zone colpite: abbiamo monitorato per tutta la serata e nella notte l’andamento della perturbazione che ha colpito alcune zone del Piemonte – ha dichiarato il presidente della Regione Alberto Cirio – I danni più seri di sono registrati sul fronte del Gran Paradiso, nel Canavese, nelle valli Orco e di Lanzo e nella zona di Macugnaga. La Sala regionale è operativa e i nostri tecnici sono al lavoro e stanno raggiungendo le zone colpite per una prima conta dei danni e per individuare con i Comuni i primi urgenti interventi di ripristino. Sono in contatto con la Regione Valle d’Aosta e questa mattina ho sentito al telefono il Capo dipartimento della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, per la richiesta dello stato d’emergenza”. La Protezione civile regionale del Piemonte ha reso noto che le situazioni particolarmente significative hanno interessato nella nottata anche la Valle Orco e la Valle Soana. I volontari sono stati sul posto e hanno supportato le amministrazioni locali. A Chialamberto ci sono tre frazioni isolate ed è stata disposta l’evacuazione in via precauzionale di due condomini per un totale di circa 20 persone, ospitate nei locali allestiti nella palestra comunale con il supporto dei volontari. Tra Noasca e Locana una frana impedisce la circolazione sulla statale 460 per Ceresole Reale: la Città metropolitana al lavoro per le operazioni di rimozione. I vigili del fuoco hanno evacuato a piedi, oltre la frana, 35 persone che erano in un ristorante a cena e che hanno trascorso la notte in un centro allestito a Locana. Da segnalare anche l’intervento dei vigili del fuoco di Torino effettuato stanotte tra Montanaro e San Benigno Canavese per il salvataggio di due adulti e di una neonata di 3 mesi bloccati in auto per l’innalzamento dell’acqua del torrente Orco. Durante la notte è stato monitorato anche il territorio del nodo idraulico di Ivrea, in quanto si è verificato un significativo innalzamento dei livelli della Dora Baltea, che in Valle d’Aosta in alcune stazioni hanno superato il livello di pericolo/rosso. La piena in Piemonte è passata nella notte con livelli contenuti entro quello di guardia.


Situazione critica anche a Macugnaga. E’ esondato un torrente che attraversa il paese e ha allagato la strada che porta al centro, impedendo l’accesso a livello della località Staffa. Sul posto squadre dei vigili del fuoco, del Soccorso alpino ed i volontari del Coordinamento regionale. Manca l’energia elettrica a circa 1500 utenze, per le quali la centrale operativa di Enel ha disposto l’invio di personale per consentire il ripristino del servizio, che si presenta complicato per l’allargamento di alcune cabine. Ripristinate circa 500. Una forte ondata di maltempo ha investito anche la Valle d’Aosta. Situazioni di maggiore criticità si sono verificate in bassa Valle e nella zona di Cogne e nella Valtournenche. Continuano h24 le operazioni di monitoraggio e soccorso della Protezione civile, dei vigili del fuoco professionisti e volontari, del Corpo forestale della Valle d’Aosta, del 118, del Soccorso alpino e delle forze dell’ordine, oltre al personale e le amministrazioni dei comuni interessati. A causa dell’ondata di piena della Dora Baltea vi sono state alcune esondazioni. Tra queste: a Montjovet, dove sono state evacuate dai loro alloggi 2 famiglie, salite ai piani alti; a Issogne la Dora è fuoriuscita tra le località Favà e Fleuran e alcuni abitanti sono stati fatti salire ai piani superiori. Attualmente la strada statale 26 è chiusa a tratti a Bard, Donnas e Champdepraz. Si sta valutando la riapertura.


A Cogne la strada regionale n.47 (attualmente chiusa da Ozein) è stata pesantemente danneggiata in diversi tratti sia nel comune di Aymavilles che in quello di Cogne. Danni rilevanti anche sulla strada comunale di Valnontey, dove risultano fuori uso sia la rete elettrica che l’acquedotto. Nella notte sono stati effettuati due interventi dell’elisoccorso che hanno permesso di mettere in salvo una famiglia con una bambina piccola, rimasta bloccata in Valnontey e tre persone isolate nel vallone dell’Urtier. Nella Valle di Cogne sono in corso sopralluoghi tecnici per un’altra verifica dei danni causati dal maltempo e per valutare gli interventi da attivare. Nella Valtournenche l’esondazione del torrente Marmore ha causato danni ingenti nel centro di Cervinia. Sono in corso i lavori per il disalveo del torrente e per un primo intervento in paese.

Aumentano le morti sul lavoro, Inail: 369 nei primi 5 mesi del 2024, +3,1 per cento

Aumentano le morti sul lavoro, Inail: 369 nei primi 5 mesi del 2024, +3,1 per centoRoma, 28 giu. (askanews) – Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro il quinto mese del 2024 sono state 251.132 (+2,1% rispetto a maggio 2023 e in diminuzione del 22,4% rispetto allo stesso periodo del 2022), con un aumento più rilevante per gli incidenti avvenuti nel tragitto casa-lavoro. Le denunce di infortunio con esito mortale sono state 369 (+3,1%): nell’incremento sono stati determinanti gli incidenti mortali plurimi. In aumento le patologie di origine professionale denunciate, pari a 38.868 (+24,0%). Lo rende noto l’Inail.


Le vittime sul lavoro sono 11 in più rispetto alle 358 registrate nel pari periodo del 2023 e cinque
in più rispetto al 2022, 22 in meno sul 2019, 63 in meno sul 2020 e 65 in meno sul 2021.
A livello nazionale i dati rilevati a maggio di ciascun anno evidenziano per i primi cinque mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023, pur nella provvisorietà dei numeri, un incremento dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 271 a 286, e un calo di quelli in itinere, da 87 a 83.
L`incremento ha riguardato la gestione Industria e servizi, che passa da 310 a 312 denunce mortali, l`Agricoltura (da 36 a 40) e il Conto Stato (da 12 a 17).
Dall`analisi territoriale emergono incrementi al Sud (da 68 a 83 denunce), nelle Isole (da 31 a 37) e nel Nord-Est (da 77 a 78) e cali al Centro (da 74 a 65) e nel Nord-Ovest (da 108 a 106). Tra le regioni con i maggiori aumenti si segnalano l`Emilia Romagna (+15), la Campania (+7), la Calabria e la Sicilia (+5 ciascuna), mentre per i cali più evidenti Veneto (-14), Marche, Abruzzo, Umbria e Friuli-Venezia Giulia (-4 ciascuna).L`incremento rilevato nel confronto dei periodi gennaio-maggio 2023 e 2024 è legato sia alla componente maschile, le cui denunce mortali sono passate da 331 a 340, sia a quella femminile, da 27 a 29. Diminuiscono le denunce dei lavoratori italiani (da 296 a 290) e aumentano quelle degli extracomunitari (da 52 a 61) e dei comunitari (da 10 a 18).
L`analisi per classi di età evidenzia incrementi tra i 35-39enni (da 18 a 20 casi), tra i 45-59enni (da 152 a 186) e tra i 65-69enni (da 20 a 29) e riduzioni tra gli under 35 (da 69 a 55), tra i 40-44enni (da 24 a 23), tra i 60-64enni (da 58 a 39) e tra gli over 69 anni (da 17 a 16).
Al 31 maggio di quest`anno risultano quattro denunce di incidenti plurimi, per un totale di 19 decessi, solo due dei quali stradali. Nei primi cinque mesi del 2023 risultavano cinque denunce di incidenti plurimi, per un totale di 10 decessi, quattro dei quali stradali.


 

Ministero della Salute: aumento lieve dei casi Covid, impatto ospedaliero stabile

Ministero della Salute: aumento lieve dei casi Covid, impatto ospedaliero stabileRoma, 28 giu. (askanews) – “Nel periodo di monitoraggio nella settimana 20-26 giugno 2024, in Italia registriamo un lieve aumento dell’incidenza di nuovi casi identificati e segnalati con infezione da SARS-CoV-2, ma si attesta sempre a livelli molto bassi e l’impatto sugli ospedali resta stabile e limitato. La nuova variante JN.1 si conferma predominante, come osservato anche in altri Paesi, ma non è particolarmente patogenica tanto che l’impatto sugli ospedali è irrilevante. Continueremo a seguire, come sempre con la massima attenzione, l’andamento epidemiologico”. Così in una nota il Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, Francesco Vaia.

Cufa CC, nei cantieri edili primo reato è l’abuso edilizio

Cufa CC, nei cantieri edili primo reato è l’abuso edilizioRoma, 27 giu. (askanews) – Le attività di controllo capillare su tutto il territorio italiano per la salvaguardia del patrimonio ambientale rappresentano la costante priorità del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari Carabinieri (CUFA).


Tali attività vengono poste in essere attraverso la prevenzione e la repressione dei reati e degli illeciti a tutela degli habitat e delle risorse naturali per la conservazione della biodiversità, oltre che da quelle di divulgazione ed educazione per la legalità ambientale tendenti a garantire un futuro sostenibile. Nell’ottica di questi obiettivi, il CUFA, attraverso il Comando Carabinieri per la Tutela della Biodiversità e dei Parchi, ha fatto il punto della situazione sui controlli nei cantieri edili nell’arco temporale che va da gennaio 2023 a febbraio 2024, riscontrando un cospicuo numero di reati relativi ad abusi edilizi.


Su 15051 controlli effettuati, infatti, sono 1669 quelli in cui sono state riscontrate violazioni alle norme urbanistiche per costruzioni o ristrutturazioni di immobili mentre i cantieri posti sotto sequestro sono stati 402. Tra i reati riscontrati, quello degli abusi edilizi è il numero più alto se si pensa che, sempre in base all’esito dei controlli complessivi, al secondo posto ci sono 1494 reati relativi alla gestione illecita dei rifiuti e, a seguire, 130 relativi alla sicurezza sul lavoro e sui lavoratori irregolari. Il totale dei soggetti denunciati è stato di 3296 mentre l’importo delle sanzioni amministrative ammonta a €1.716.563,64. Sul totale complessivo dei controlli, il primato dei reati attribuito agli abusi edilizi evidenzia e conferma come il nostro Paese, nel corso degli anni, sia costantemente interessato da una cementificazione “selvaggia” che è il principale nemico dell’equilibrio degli ecosistemi e, di conseguenza, della sicurezza della nostra salute. Basti pensare che già nel lontano 2016, secondo i dati dell’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA), in Italia cresceva più il cemento che la popolazione.


Ecco perché il CUFA – spiega il comando in una nota – non risparmia energie da impiegare sui controlli, parte dei quali si concentrano nei cantieri edili. Oltre ai controlli e alla repressione dei reati, il Comando per la Tutela della Biodiversità dedica molto anche alla prevenzione mediante l’educazione e l’informazione sulla legalità ambientale, partendo dalle scuole sino alle collaborazioni con enti e istituzioni e la partecipazione ad eventi dove promuovere il concetto di conservazione della biodiversità e, quindi, di salvaguardia della vita.

Identificati 7 attivisti che hanno gettato vernice sulla scalinata di Trinità dei Monti

Identificati 7 attivisti che hanno gettato vernice sulla scalinata di Trinità dei MontiRoma, 26 giu. (askanews) – E’ al vaglio dell’autorità giudiziaria la posizione di 4 uomini e tre donne che stamane hanno versato del liquido rosso sulla scalinata di Trinità dei Monti in piazza di Spagna, a Roma. I soggetti indagati, che fanno riferimento ad una associazione che si batte contro la violenza di genere, sono stati identificati e fermati. La Sovrintendenza dovrà valutare adesso il danno provocato. Gli operatori dell’Ama con speciali idropulitrici hanno provveduto a ripulire il monumento.

Telemarketing, il Garante della Privacy infligge una multa da 6,4 milioni a Eni Plenitude

Telemarketing, il Garante della Privacy infligge una multa da 6,4 milioni a Eni PlenitudeRoma, 26 giu. (askanews) – Chiamate promozionali effettuate senza il consenso dell’interessato o rivolte a numeri iscritti al Registro pubblico delle opposizioni e assenza di controlli sui contratti acquisiti tramite contatti illeciti: il Garante per la protezione dei dati personali ha sanzionato Eni Plenitude per 6.419.631 euro. Il provvedimento arriva a seguito di 108 segnalazioni e 7 reclami nei confronti della società, che lamentavano la ricezione di telefonate indesiderate.


Nel corso dell’istruttoria, il Garante ha anche chiesto a Eni Plenitude i dati delle proposte di acquisto effettuate dalla rete di vendita e concluse con l’attivazione di servizi energetici, relativi a una “settimana campione”: su 747 contratti stipulati nel periodo di tempo individuato, 657 sono arrivati da un contatto illegittimo. Numeri che, se fossero ipoteticamente proiettati su un anno, porterebbero a 32.850 forniture attivate in modo illecito. Per il Garante Privacy risultano gravi, in particolare, le lacune riguardanti il controllo e monitoraggio di agenzie e sub-agenzie e la commistione di data-base. Secondo il Garante, per rispettare la norma non basta allontanare il singolo agente o effettuare attività di audit in caso di anomalie, ma servono misure che impediscano l’ingresso nei sistemi aziendali di contratti stipulati in base a contatti telefonici illeciti o di trarre vantaggio economico da condotte illegittime. Oltre al pagamento della sanzione, il Garante ha imposto a Eni Plenitude il divieto di ogni ulteriore trattamento dei dati dei reclamanti e dei segnalanti. La società dovrà inoltre comunicare ai 657 interessati contattati illecitamente gli esiti del procedimento in base a un testo da concordare con l’Autorità, predisporre controlli affinché contratti generati da contatti illeciti non entrino nel patrimonio aziendale e garantire il rispetto dei principi del trattamento, con particolare riferimento agli obblighi di aggiornamento, cancellazione e rettifica dei dati personali relativi alla clientela.

Papa: crea un nuovo impianto per un Vaticano tutto green

Papa: crea un nuovo impianto per un Vaticano tutto greenCittà del Vaticano, 26 giu. (askanews) – Un nuovo impianto agrivoltaico sui terreni della Santa Sede in località Santa Maria di Galeria alle porte di Roma. E’ quello che sorgerà per volere di Papa Francesco che ha incaricato oggi – con una Lettera Apostolica in forma di “Motu Proprio”, dal titolo: “Fratello Sole”- il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, di realizzare l’impianto green all’interno della zona extraterritoriale di Santa Maria di Galeria per assicurare, si legge nel documento papale, “non soltanto l’alimentazione elettrica della stazione radio (Radio Vaticana, ndr) ivi esistente, ma anche il completo sostentamento energetico dello Stato della Città del Vaticano”.


“Occorre operare una transizione verso un modello disviluppo sostenibile che riduca le emissioni di gas serra in atmosfera, ponendosi l’obiettivo della neutralità climatica. – scrive Francesco – L’umanità dispone dei mezzi tecnologici necessari ad affrontare questa trasformazione ambientale e le sue perniciose conseguenze etiche, sociali, economiche e politiche e, tra questi, l’energia solare ricopre un ruolo fondamentale”. Francesco nel Motu Proprio ricorda che “con la Lettera Enciclica ‘Laudato si” sulla cura della casa comune del 24 maggio 2015 ho invitato l’umanità intera a prendere coscienza della necessità di apportare cambiamenti ai propri stili di vita, di produzione e di consumo, al fine di contrastare il riscaldamento globale che vede, tra le sue principali cause, l’uso pervasivo dei combustibili fossili”. Una linea questa ribadita il6 luglio 2022 quando l’Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’ONU “ha provveduto a depositare presso il Segretariato Generale dell’ONU lo strumento con il quale la Santa Sede, in nome e per conto dello Stato della Città del Vaticano, accede alla Convenzione-Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici. Con tale strumento – ha sottolineato il Pontefice – ho inteso contribuire agli sforzi di tutti gli Stati per offrire, in conformità con le rispettive responsabilità e capacità, una risposta adeguata alle sfide poste all’umanità e alla nostra casa comune dal cambiamento climatico”.

Il Papa: la piaga delle droghe non si combatte liberalizzando il suo consumo

Il Papa: la piaga delle droghe non si combatte liberalizzando il suo consumoCittà del Vaticano, 26 giu. (askanews) – “Una riduzione della dipendenza dalle droghe non si ottiene liberalizzandone il consumo – questa è una fantasia – come è stato proposto, o già attuato, in alcuni Paesi. Questa liberalizzazione fa sì che si consuma in più…”. Lo ha detto stamane Papa Francesco nel corso dell’udienza generale in una piazza San Pietro particolarmente gremita di fedeli.


Francesco, che nella sua tradizionale catechesi del mercoledì, ha trattato il tema delle tossicodipendenze ricordando che oggi si celebra la Giornata Mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1987. Tema, ha poi aggiunto: “di quest’anno è: ‘Le prove sono chiare: bisogna investire nella prevenzione’”. E proprio sulla prevenzione che Francesco si è soffermato. “Avendo conosciuto tante storie tragiche di tossicodipendenti e delle loro famiglie, sono convinto che è moralmente doveroso – ha poi detto il Papa – porre fine alla produzione e al traffico di queste sostanze pericolose. Quanti trafficanti di morte ci sono, spinti dalla logica del potere e del denaro ad ogni costo! Questa piaga, che produce violenza e semina sofferenza e morte, esige dalla società nel suo complesso un atto di coraggio. La produzione e il traffico di droga – ha concluso – hanno un impatto distruttivo anche sulla nostra casa comune. Ad esempio, questo è diventato sempre più evidente nel bacino amazzonico”.

Papa: piaga droghe non si combatte liberalizzando suo consumo

Papa: piaga droghe non si combatte liberalizzando suo consumoCittà del Vaticano, 26 giu. (askanews) – “Una riduzione della dipendenza dalle droghe non si ottiene liberalizzandone il consumo – questa è una fantasia – come è stato proposto, o già attuato, in alcuni Paesi. Questa liberalizzazione fa sì che si consuma in più…”. Lo ha detto stamane Papa Francesco nel corso dell’udienza generale in una piazza San Pietro particolarmente gremita di fedeli.


Francesco, che nella sua tradizionale catechesi del mercoledì, ha trattato il tema delle tossicodipendenze ricordando che oggi si celebra la Giornata Mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1987. Tema, ha poi aggiunto: “di quest’anno è: ‘Le prove sono chiare: bisogna investire nella prevenzione’”. E proprio sulla prevenzione che Francesco si è soffermato. “Avendo conosciuto tante storie tragiche di tossicodipendenti e delle loro famiglie, sono convinto che è moralmente doveroso – ha poi detto il Papa – porre fine alla produzione e al traffico di queste sostanze pericolose. Quanti trafficanti di morte ci sono, spinti dalla logica del potere e del denaro ad ogni costo! Questa piaga, che produce violenza e semina sofferenza e morte, esige dalla società nel suo complesso un atto di coraggio. La produzione e il traffico di droga – ha concluso – hanno un impatto distruttivo anche sulla nostra casa comune. Ad esempio, questo è diventato sempre più evidente nel bacino amazzonico”.

RElazione al Parlamento: 70mila giovanissimi (2,8%) usano la cannabis ogni giorno

RElazione al Parlamento: 70mila giovanissimi (2,8%) usano la cannabis ogni giornoRoma, 25 giu. (askanews) – “Pur presentando per la prima volta dalla pandemia una flessione, i prodotti della cannabis restano quelli a maggior impatto sia per quanto riguarda la diffusione sui territori sia relativamente allo sforzo legato al contrasto. La cannabis e i suoi derivati continuano a essere le sostanze largamente più diffuse tra i giovanissimi. Nel 2023, almeno una volta nell’anno ne hanno fatto uso 550mila ragazzi tra i 15 e i 19 anni, pari al 22% dell’intera popolazione studentesca, e 70mila giovanissimi (2,8%) hanno riferito di farne un uso pressoché quotidiano (20 o più volte nel mese)”. É quanto emerge dalla Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia 2024, presentata oggi.