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Ucraina, Crosetto: la proposta di pace Putin? Sarebbe la fine

Ucraina, Crosetto: la proposta di pace Putin? Sarebbe la fineRoma, 23 giu. (askanews) – “Non solo l’Ucraina non potrà mai accettare una proposta del genere, ma come ho detto prima sarebbe la fine del diritto internazionale e l’inizio della fine del mondo. Non è lo stato di fatto determinato dal più forte, da chi aggredisce, che può diventare il nuovo equilibrio”. Lo ha detto il ministro della difesa, Guido Crosetto, in una intervista al quotidiano Avvenire rispetto alla proposta di Putin. “Ci vuole la politica, la politica nasce per fermare le armi – continua – Coinvolgiamo in una strategia condivisa i principali attori globali. Non basta l’Occidente”.

Il Papa: lo Spirito Santo illumini le menti dei governanti

Il Papa: lo Spirito Santo illumini le menti dei governantiRoma, 23 giu. (askanews) – “Continuiamo a pregare la pace, specialmente in Ucraina, Palestina, Israele”. Lo ha detto Papa Francesco affacciato dalla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano, davanti a fedeli e i pellegrini presenti in Piazza San Pietro. “Guardo la bandiera di Israele – ha continuato – oggi l’ho vista sul balcone della tua casa mentre venivo nella chiesa. E’ una chiamata alla pace. Preghiamo per la pace. Palestina, Gaza, nel Nord del Congo. Preghiamo per la pace, pace nella martoriata Ucraina che soffre tanto. Lo Spirito Santo illumini le menti dei governanti, infonda in loro saggezza e senso di responsabilità. Per evitare ogni parola od azione che alimenti lo scontro. E’ necessario negoziare. Puntare con decisione a una soluzione pacifica dei conflitti, a un negoziato”. Una bandiera di Israele è stata notata da Papa Francesco dopo la sua visita nella chiesa dei Santi Quaranta Martiri. “Oggi l’ho vista sul balcone della tua casa – ha detto il Santo Padre – E’ una chiamata alla pace, preghiamo per la pace”.


Poco prima il Papa aveva detto “Pace. Preghiamo per la pace in Ucraina, Israele, Palestina, ed anche nel Nord del Congo”. “Pace nella martoriata Ucraina, che soffre tanto”.

A Roma in 30mila al corteo per la vita contro l’aborto

A Roma in 30mila al corteo per la vita contro l’abortoRoma, 22 giu. (askanews) – In 30mila hanno sfilato per le vie della Capitale da tutta Italia per difendere il diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale. “Oggi si è alzata forte a Roma la voce di migliaia di persone per chiedere la fine dell’aborto, una pratica barbara e disumana che sopprime la vita dei un essere umano inerme e innocente nel grembo materno. La vita umana inizia nel momento del concepimento e la legge deve riconoscere la personalità giuridica e i diritti umani fondamentali del concepito. Nessuna società sarà mai veramente giusta, inclusiva ed egualitaria senza il rispetto del diritto universale a nascere”. Così ha detto il portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus Jacopo Coghe, tra i promotori e co-organizzatori della ‘manifestazione nazionale per la vita’.


“Di fronte a una crisi demografica devastante che sta facendo collassare l’intero sistema sociale italiano, come confermato recentemente anche dall’OCSE – ha continuato – chiediamo al Governo di mettere in cantiere una vera e propria rivoluzione socio-economica per sostenere le famiglie e rilanciare la natalità: servono riforme fiscali, abitative e lavorative strutturali per agevolare la formazione di famiglie giovani, stabili e aperte all’accoglienza di più figli. Apprezziamo e sosteniamo il cambio di rotta politico confermato anche dalle Elezioni Europee e dalla polemica sul riferimento all’aborto nel documento finale del G7, ma la drammaticità della situazione impone di passare adesso molto più concretamente all’azione, mettendo a bilancio tutti i miliardi che servono per l’elettroshock demografico di cui l’Italia ha bisogno per non morire”. Nel corso della manifestazione è stato letto il messaggio di saluto giunto per l’occasione da Papa Francesco, che ha esortato i presenti ad “andare avanti con coraggio nella difesa della vita umana dal concepimento alla morte naturale”, sulla quale, ha detto il Pontefice, “non si fanno compromessi”. Dal palco sono state poi condivise diverse testimonianze. Una donna ha raccontato il pentimento per aver abortito in passato su pressione del compagno e senza nessun aiuto o sostegno da parte dei consultori e dello Stato, una famiglia ha condiviso la gioia di accogliere figli nonostante la precarietà economica e un giovane ha raccontato la sua esperienza di disabile abbandonato alla nascita e restituito a una vita piena e felice grazie all’adozione.

Giustizia, Nordio: non accetto che si sospetti un intento punitivo nella riforma

Giustizia, Nordio: non accetto che si sospetti un intento punitivo nella riformaRoma, 22 giu. (askanews) – “Non accetto che si sospetti un’intenzione punitiva” della riforma sulla separazione delle carriere. Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio, nel corso del suo intervento alla XIV edizione del Taormina book festival, nell’ambito del panel “Riforma della giustizia e separazione delle carriere”. Il guardasigilli ha aggiunto: “Non vedo razionalità in un’affermazione del genere: Visto che in tutti i Paesi anglosassoni le carriere sono separate e non per questo la magistratura si sente umiliata”.


Quindi ha sottolineato: “Non ho affatto strumentalizzato le parole del giudice Falcone. Basta leggere le sue parole, che sono di una chiarezza adamantina. Lui è stato il primo a dire che con l’introduzione del processo accusatorio le carriere andavano separate, perché le due funzioni sono completamente diverse. Ricordo però che fu la stessa magistratura a isolarlo e a punirlo quando manifestò queste sue idee”. “Non voglio essere polemico più di tanto, però andatevi a rileggere gli atti dell’epoca quando Falcone fu bocciato in tutta una serie di sue aspirazioni, chi votò contro e chi votò a favore e chi poi lo isolò dandogli del venduto, perché andò a lavorare al ministero sotto la direzione dell’onorevole Martelli, all’epoca ministro della Giustizia. Andiamo a rileggere gli atti e le registrazioni e allora vedremo chi ha ragione”. Così ha detto il ministro Nordio nel corso del suo intervento con il festival in svolgimento a Taormina. Poi ha aggiunto che entro il 2026 “l’organico di 10.500 magistrati, carente del 15 per cento, sarà colmato per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana attraverso quattro concorsi in essere e altri due che a breve verranno banditi”.


In merito al sovraffollamento delle carceri il ministro ha detto che è un problema frutto di una “sedimentazione pluridecennale” e per questo ha nuovamente ribadito di essere contrario alla misura dell’indulto definita “una resa dello Stato”. Piuttosto, ha precisato, bisogna ridurre la carcerazione preventiva, ma anche studiare pene alternative: per gli stranieri, che rappresentano oggi circa la metà della popolazione carceraria, la possibilità di scontarla nel loro Paese; per i tossicodipendenti, l’accesso in strutture di comunità, così come per i minori, siglando accordi con le Regioni.

Nel week-end ci sarà un crollo termico al Nord

Nel week-end ci sarà un crollo termico al NordRoma, 22 giu. (askanews) – Dopo i recenti temporali, anche forti al Nord, un altro impulso instabile giungerà dalle Isole Britanniche: è dunque previsto un sensibile peggioramento entro domenica mattina su tutto il settentrione con violenti nubifragi, colpi di vento e possibili grandinate. Al Centro un peggioramento più marcato è atteso tra domenica e lunedì, mentre al Sud il weekend sarà ancora ‘nordafricano’, dal punto di vista delle temperature e della sabbia del deserto presente in cielo.


Nel dettaglio le prossime ore vedranno un aumento dell’instabilità solo sulle Alpi, con qualche breve focolaio temporalesco: sarà dal pomeriggio-sera che il ciclone irlandese, superando le Alpi, porterà temporali sparsi anche in Pianura Padana, sempre più frequenti nelle ore notturne. Il caldo resisterà al Sud e su parte del Centro: Taranto toccherà ancora i 39°C, Agrigento, Lecce, Matera e Siracusa i 38°C; tra Sicilia, Basilicata e Puglia i numeri saranno ancora da ‘febbre umana’, oltre i 37 diffusi. Roma invece dopo i 38-40°C degli ultimi giorni, scenderà a 31-32°C di massima: si respirerà. Domenica 23 giugno sarà da bollino nero per il maltempo con forti temporali al Nord, localmente anche tra Toscana, Umbria e Marche; altrove avremo gli ultimi deboli sussulti dell’anticiclone africano Minosse con massime comunque molto ridimensionate: Taranto e Siracusa 34°C, 33°C a Foggia e Matera e ‘solo’ 31°C a Benevento, Reggio Calabria e Caltanissetta. Il crollo termico più forte lo registreremo però al Nord sotto i colpi dei temporali: la colonnina di mercurio salirà a fatica fino a 19°C in pianura! In pratica passeremo da giorni di canicola nordafricana, da un clima tunisino, all’autunno anglosassone in poche ore: si prevedono valori di una decina di gradi sotto la media italiana. Da Tunisi a Dublino in un weekend.


Il Ciclone irlandese continuerà poi la sua corsa verso sud nell’ultima settimana di giugno: da lunedì l’occhio del ciclone si porterà sul Mar di Corsica con acquazzoni tra Sardegna, Toscana e Nord Italia, favorendo comunque un ulteriore calo delle temperature anche al Sud. Sulle regioni meridionali assetate ed accaldate gli ombrelli si apriranno martedì con un ritorno a condizioni meteorologiche meno estreme e meno africane. Prepariamoci dunque al maltempo al Nord con forti temporali, poi da lunedì fuori felpe e scarpe da pioggia su quasi tutta l’Italia. Arriva un break estivo importante fino a venerdì 28 con sole e scrosci veloci da Nord a Sud.

Un danno alla rete idrica lascia Capri senz’acqua e il sindaco blocca gli arrivi sull’isola

Un danno alla rete idrica lascia Capri senz’acqua e il sindaco blocca gli arrivi sull’isolaNapoli, 22 giu. (askanews) – Il sindaco di Capri Paolo Falco ha emanato un’ordinanza che vieta gli arrivi a Capri, possono arrivare sull’isola solo chi è residente. Il provvedimento emanato “fino al cessare dell’emergenza idrica”, causata da un danno alla conduttura a Castellammare di Stabia. Comunque potranno raggiungere l’isola i veicoli dedicati all’approvigionamento delle merci e del personale sanitario, forze dell’ordine e trasporti. In caso di ‘trasgressori’ il sindaco prevede che vi sia un immediato ‘reimbarco’ verso la terraferma


 

Supercelle e temporali al Nord, ancora 40°C al Centro-Sud

Supercelle e temporali al Nord, ancora 40°C al Centro-SudRoma, 21 giu. (askanews) – Doppio attacco con condizioni meteo estreme sull’Italia: ancora super caldo africano con picchi di 41°C al Centro-Sud, supercelle temporalesche in formazione al Nord con fulmini e grandine. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, conferma un momento difficile per il nostro Paese, dal punto di vista meteorologico. L’anticiclone africano Minosse porterà altre 48 ore di caldo rovente dalla Toscana in giù, mentre al Nord sono in arrivo ben due cicloni.


Il primo ciclone, proveniente dalla Spagna, causerà già dalle prossime ore fenomeni violenti su Alpi e Prealpi centro-occidentali per poi spingere l’instabilità anche verso la Pianura Padana e le Alpi orientali: in sintesi, l’area di bassa pressione proveniente dalla Spagna, decreterà la fine del caldo al Nord sotto colpi di vento, grandine e intensi acquazzoni con possibile formazione di supercelle temporalesche. Sul resto della nostra bella Italia le temperature saranno stazionarie, bollenti: Benevento, Foggia e Taranto 41°C, Caserta e Terni 40°C, Frosinone, Matera e Siracusa 39°C, 38°C ancora a Forlì (Romagna come ultimo baluardo del caldo al Nord) e Isernia. Sabato avremo ancora il super caldo di Minosse al Sud, in pratica con temperature solo leggermente più basse: Lecce, Taranto e Siracusa 40°C, Agrigento e Matera 39°C, Bari, Catania, Ragusa 38°C con leggera febbre umana a 37°C tra Andria, Barletta, Crotone e Foggia. Al Nord invece proseguiranno i temporali, anche se nella prima parte della giornata saranno confinati alle Alpi; dal pomeriggio-sera arriverà invece un secondo ciclone verso il Nord ed il Centro Italia. Domenica 23 giugno, infatti, con il secondo ciclone in arrivo dall’Irlanda avremo maltempo diffuso sul settentrione in spostamento verso Toscana, Umbria e Marche. Dopo una fase calda e umida i temporali sono più forti: si temono supercelle temporalesche in Val Padana con raffiche di vento (downbursts) e grandine grossa: monitoreremo per capire bene lo sviluppo dei temporali e la loro localizzazione più probabile.


La ferita irlandese resterà, infine, attiva al Centro-Nord anche nella nuova settimana: almeno fino a mercoledì i temporali saranno frequenti, anche se a prevalente sviluppo diurno, con cielo poco nuvoloso al mattino e piogge nel pomeriggio. Con la nuova settimana Minosse sarà solo un ricordo, le temperature più alte si attesteranno sui 32-34°C al Sud, 29-30°C al Centro e, al più, sui 23-25°C al Nord: un crollo di 10 gradi repentino, anomalo, figlio dei Cambiamenti Climatici sempre più estremi.

Vaticano, la Santa Sede convoca monsignor Viganò: è accusato di scisma. Lui: motivo di onore

Vaticano, la Santa Sede convoca monsignor Viganò: è accusato di scisma. Lui: motivo di onoreCittà del Vaticano, 20 giu. (askanews) – L’ex nunzio Usa monsignor Carlo Maria Viganò è stato convocato dal dicastero per la Dottrina della Fede con l’accusa di scisma.


L’ex Sant’Uffizio invita il presule a presentarsi “per prendere nota delle accuse e delle prove circa il delitto di scisma di cui è accusato (affermazioni pubbliche dalle quali risulta una negazione degli elementi necessari per mantenere la comunione con la Chiesa cattolica: negazione della legittimità di Papa Francesco, rottura della comunione con Lui e rifiuto del Concilio Vaticano II”. “Considero le accuse rivolte nei miei riguardi come un motivo di onore. Credo che la formulazione stessa dei capi d’accusa confermi le tesi che ho più e più volte sostenuto nei miei interventi. Non è un caso che l’accusa nei miei confronti riguardi la messa in discussione della legittimità di Jorge Mario Bergoglio e il rifiuto del Vaticano II: il Concilio rappresenta il cancro ideologico, teologico, morale e liturgico di cui la bergogliana ‘chiesa sinodale’ è necessaria metastasi”. Così mons. Carlo Maria Viganò, già nunzio apostolico negli Stati Uniti su X dopo le accuse di “scisma” e la notizia dell’avvio di un processo extragiudiziale in Vaticano nei suoi confronti.

Caporalato, Lollobrigida attacca: no alle strumentalizzazioni di chi poteva e non ha fatto

Caporalato, Lollobrigida attacca: no alle strumentalizzazioni di chi poteva e non ha fattoRoma, 20 giu. (askanews) – “Fin dal primo giorno dall’insediamento del Governo Meloni abbiamo affrontato l’atavico problema legato allo sfruttamento del lavoro in agricoltura”. Così in una nota il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida torna sul caso del bracciante indiano, Satnam Singh, deceduto dopo essere rimasto gravemente ferito in un incidente sul lavoro nelle campagne di Latina, e abbandonato per strada.


“Abbiamo espresso il cordoglio per Satnam Singh, un’altra vittima innocente di un sistema criminale che sfrutta gli esseri umani in nome di un profitto ingiusto. Come lo abbiamo fatto in ogni occasione e a prescindere dalla nazionalità una vita umana è andata persa per la mancanza del rispetto delle norme”, aggiunge il ministro. “È necessario, tuttavia – prosegue Lollobrigida – rendere pubblico l’impegno del nostro Governo in questi 20 mesi e anche le responsabilità di chi ha fatto poco o nulla in passato per impedire che la situazione degenerasse. Leggiamo in queste ore parole di commozione e denunce giustissime ma anche le solite strumentalizzazioni di molti che pur avendo avuto ruoli importanti istituzionalmente e sindacalmente non hanno fatto molto di utile. E pur sapendo, spesso, si sono chiusi in un silenzio complice”.


“Da chi poteva e non ha fatto abbastanza – ha quindi aggiunto – ci si dovrebbe aspettare pentimento e rispettoso silenzio. Noi non faremo polemica e continueremo a lavorare per risolvere problemi della nostra Italia, primo tra i quali lo sfruttamento del lavoro in ogni ambito”. Il ministro ricorda poi i passi fatti dal governo per il contrasto al caporalato e allo sfruttamento in agricoltura, a partire dal primo decreto firmato che “riguardava proprio la condizionalità sociale per contrastare, con gli strumenti di competenza del Masaf, un fenomeno vergognoso che da decenni esiste anche nel nostro Paese. Scellerate politiche migratorie, mancanza di controlli efficaci e norme disattese hanno garantito troppo spesso l’impunità di imprenditori senza scrupoli. Da subito abbiamo attivato tavoli di confronto con le rappresentanze sindacali di nostra iniziativa e ogni qual volta siano stati richiesti”.


“Nell’ultimo Tavolo del 20 febbraio che ho voluto promuovere a Palazzo Chigi, insieme alla collega Calderone – ricorda ancora Lollobrigida – erano presenti le rappresentanze di tutte le principali organizzazioni sindacali. Ho sollevato personalmente la questione di un aggravamento delle sanzioni, delle ‘cooperative senza terra’, della necessità di una collaborazione costante con le forze dell’ordine che, nel frattempo, ho riunito in una cabina di regia per programmare interventi di controllo coordinati ed efficaci”. “Sul tema – ricorda ancora il ministro – ho partecipato al CNEL ad un incontro sul valore dell’immigrazione regolare e la tutela dei lavoratori proposto dalla Cisl e insieme al segretario Sbarra siamo tornati a trattare in modo compiuto un argomento che per entrambi rappresenta una priorità. Insieme ad INAIL – ricorda ancora – abbiamo lavorato per aumentare significativamente le risorse per la sicurezza sul lavoro in Agricoltura come testimoniano i primi 90 milioni investiti su questo settore che rappresentano tre volte i fondi precedenti. Abbiamo proposto nel CDA INPS il direttore di Agea Vitale per coordinare i dati e le potenzialità operative superando quanto avvenuto in questi anni di una gestione inefficace proprio sui controlli. Abbiamo aumentato il numero degli ispettori e dei carabinieri ricevendo anche critiche da chi, evidentemente, non ne capisce l’utilità”.


“Nell’ultimo decreto Agricoltura ho proposto un ritorno al Masaf di gran parte degli appartenenti all’ex corpo forestale oggi inquadrato nel Cufa dei carabinieri al fine di rendere più efficace l’azione di contrasto e prevenzione anche per quanto attiene a questo fenomeno”, ha concluso il ministro.

Migranti, il Consiglio di Stato blocca il trasferimento delle motovedette italiane alla Tunisia

Migranti, il Consiglio di Stato blocca il trasferimento delle motovedette italiane alla TunisiaRoma, 20 giu. (askanews) – Sospesa fino a nuova decisione il trasferimento delle motovedette italiane alla Tunisia. Il Consiglio di stato ha accolto l’istanza cautelare presentata da ong e associazioni. L’udienza in Camera di consiglio è stata fissata per l’11 luglio. Asgi, Arci, ActionAid, Mediterranea Saving Humans, Spazi Circolari e Le Carbet avevano presentato ricorso al Tar del Lazio contestando il finanziamento di 4,8 milioni di euro per la rimessa in efficienza e il trasferimento alla Tunisia di sei motovedette. A fine maggio, il Tar aveva rigettato il ricorso della organizzazioni, contro il trasferimento di sei motovedette alla Garde nationale tunisina. In forza di questa decisione, per giugno era in previsione il trasferimento delle prime tre motovedette. Le associazioni hanno quindi impugnato la sentenza del Tribunale amministrativo presso il Consiglio di Stato, chiedendo d’urgenza la sospensione cautelare del provvedimento.


“Come sostenuto anche dalle Nazioni Unite, fornire motovedette alle autorità tunisine vuol dire aumentare il rischio che le persone migranti siano sottoposte a deportazioni illegali”, chiariscono Maria Teresa Brocchetto, Luce Bonzano e Cristina Laura Cecchini del pool di avvocate che segue il caso. Le violazioni dei diritti umani commesse dalle autorità tunisine sono gravissime. “Alla nuova ondata di arresti e deportazioni nei confronti delle persone migranti ora si affiancano persecuzioni contro gli attori della società civile che le sostengono”, ha setto Filippo Miraglia di ARCI, “tuttavia le politiche italiane ed europee sembrano sostenersi e giustificarsi a vicenda, impermeabili agli allarmi lanciati dalle Nazioni Unite e dalle ONG internazionali che condannano unanimemente l’operato delle autorità tunisine”. Il TAR del Lazio aveva ritenuto legittimo l’accordo contestato, considerandolo in linea con le decisioni prese a livello comunitario – si veda il Memorandum del 16 luglio 2023 tra UE e Tunisia – e nazionale – da ultimo la conferma della Tunisia quale paese di origine sicuro – e ritenendo che il governo italiano avesse condotto una completa istruttoria a fronte di una cooperazione di lungo periodo con la Tunisia. Ora, l’accoglimento da parte del Consiglio di Stato dell’istanza cautelare rovescia la situazione: il massimo giudice amministrativo ha infatti ritenuto “prevalenti le esigenze di tutela rappresentate da parte appellante”, sospendendo il trasferimento delle motovedette alla luce delle possibili violazioni che tale atto può comportare.


“Le deportazioni di massa, gli arresti arbitrari e le violenze ai danni delle persone migranti dimostrano che la Tunisia non può essere considerata un luogo sicuro di sbarco. Come per la Libia, le autorità tunisine non possono quindi essere considerate un interlocutore nelle attività di soccorso”, ha commentato Lorenzo Figoni di ActionAid Italia. “Si tratta di una decisione estremamente importante, poiché sono in gioco i diritti umani delle persone in movimento. La sospensione del trasferimento delle motovedette consente all’autorità giudiziaria di valutare la legittimità dell’atto prima che possa produrre effetti dannosi. Alla luce della documentazione depositata, riteniamo la Tunisia un porto non sicuro” ha concluso Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans.