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Papa: mondo ora minacciato anche da conflitto nucleare

Papa: mondo ora minacciato anche da conflitto nucleareCittà del Vaticano, 20 nov. (askanews) – “Il nostro mondo è diviso e lacerato da odio, tensioni, guerre e minacce di un conflitto nucleare. Oggi sui giornali c’è quest’ultima minaccia. Questa situazione spinge noi, credenti nel Dio della pace, a pregare e a operare per il dialogo, la riconciliazione, la pace, la sicurezza e lo sviluppo integrale dell’intera umanità”. Lo ha detto stamane Papa Francesco ricevendo in Vaticano una delegrazione di partecipanti al XII Colloquio del Dicastero per il Dialogo Interreligioso con il “Centro per il Dialogo interreligioso e interculturale” di Teheran.


“L’impegno che insieme possiamo dimostrare per la pace – ha quindi proseguito Francesco – ci rende credibili agli occhi del mondo e in particolare delle nuove generazioni”.

Papa: i laici non sono le truppe ausiliari del clero

Papa: i laici non sono le truppe ausiliari del cleroCittà del Vaticano, 20 nov. (askanews) – “Bisogna riscoprire i carismi” nella Chiesa e tra i cristiani perchè proprio questi fanno sì che si riscopra il ruolo e la dignità del laicato “inteso non solo come un fatto istituzionale e sociologico, ma nella sua dimensione biblica e spirituale. I laici, non sono gli ultimi o una specie di collaboratori esterni o delle truppe ausiliari del clero, ma hanno dei carismi e dei doni propri con cui contribuire alla missione della Chiesa”. A sottolinearlo è stato stamane Papa Francesco nella sua catechesi durante l’udienza generale in piazza San Pietro. Udienza dedicata ad approfondire proprio il tema dei carismi che lo Spirito Santo concede come “dono dato per l’utilità comune – ha detto il Papa – per essere utile a tutti”.


Francesco che ha citato il Concilio Vaticano II e Papa Benedetto XVI, ha quindi aggiunto che “quando si parla dei carismi bisogna subito dissipare un equivoco: quello di identificarli con doti e capacità spettacolari e straordinarie; essi invece sono doni ordinari che acquistano valore straordinario se ispirati dallo Spirito Santo e incarnati nelle situazioni della vita con amore. Una tale interpretazione del carisma è importante, perché molti cristiani, sentendo parlare dei carismi, sperimentano tristezza e delusione, in quanto sono convinti di non possederne nessuno e si sentono esclusi o cristiani di serie B”. Ma, ha concluso Francesco, “non ci sono cristiani di serie B, ognuno ha i suoi carismi anche particolari” che deve sempre mettere a disposizione di tutti e della comunità.

Piantedosi: da inizio anno 96 femminicidi, è ancora emergenza

Piantedosi: da inizio anno 96 femminicidi, è ancora emergenzaRoma, 19 nov. (askanews) – I dati sulla violenza contro le donne “continuano a scuotere le nostre coscienze”: dall’inizio dell’anno si registrano 263 omicidi, “96 hanno avuto come vittime le donne. Di questi 82 sono avvenuti in contesti familiari e affettivi e 51 donne sono state uccise dal partner o dall’ex”. Così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi al Campus Luiss di Roma nel corso della presentazione della campagna di sensibilizzazione #Nessuna scusa, per la presentazione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.


“Il nostro Paese si deve fare promotore di un messaggio inequivocabile e coraggioso: la violenza sulle donne continua ad essere un’emergenza da contrastare con ogni possibile soluzione”. Lo ha detto il ministro dell’interno, Matteo Piantedosi, nel corso del suo intervento alla università Luiss per la presentazione della campagna contro la violenza sulle donne #Nessuna scusa. “Pur in presenza di un calo rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (un calo che vede una diminuzione del 10% degli omicidi complessivi, del 9% delle vittime di genere femminile e del 5% degli omicidi familiari) questi numeri ci ricordano la tragica realtà di donne, troppe ancora, che subiscono violenza, senza trovare il supporto necessario”.

Ucraina, Papa: il Signore chiederà conto di tutte le lacrime sparse

Ucraina, Papa: il Signore chiederà conto di tutte le lacrime sparseCittà del Vaticano, 19 nov. (askanews) – E’ la “parola Pace, purtroppo dimenticata dal mondo d’oggi, che vorremmo sentire risuonare nelle famiglie, nelle case e nelle piazze della cara Ucraina. Purtroppo, almeno per ora, non è così!”. A constatarlo tristemente è Papa Francesco che ha inviato oggi una lettera al nunzio apostolico in Ucraina, arcivescovo Visvaldas Kulbokas, in occasione dello scoccare dei primi mille giorni di conflitto che, come ha sottolineato lo stesso pontefice, ha già provocato “numerose vittime”, “bambini e adulti, civili e militari, come pure i prigionieri, che si trovano spesso in deplorevoli condizioni”.


Francesco ha parlato di “aggressione militare di ampie dimensioni che gli ucraini stanno subendo. So bene – ha quindi aggiunto – che nessuna parola umana è in grado di proteggere le loro vite dai bombardamenti quotidiani, né consolare chi piange i morti, né curare i feriti, né rimpatriare i bambini, né liberare i prigionieri, né mitigare i crudi effetti dell’inverno, né riportare la giustizia e la pace”. “Mi unisco a loro, cosicché sia più forte il grido che si innalza verso il Cielo, dal quale viene l’aiuto: ‘Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra’”.


“Che il Signore consoli i nostri cuori e rafforzi la speranza che, mentre raccoglie tutte le lacrime sparse e ne chiederà conto, Egli rimane accanto a noi anche quando gli sforzi umani sembrano infruttuosi e le azioni non sufficienti. Con la fiducia che sarà Dio a pronunciare l’ultima parola su questa immane tragedia”, ha concluso Papa Francesco.

Regeni, un testimone: l’ho visto sfinito dalla tortura, bendato e ammanettato

Regeni, un testimone: l’ho visto sfinito dalla tortura, bendato e ammanettatoRoma, 19 nov. (askanews) – “Ho visto Giulio Regeni che usciva dall’interrogatorio, sfinito dalla tortura. Era tra due carcerieri che lo portavano a spalla. Lo stavano riportando alle celle. Non era nudo, indossava degli abiti. Ho visto un altro detenuto con segni di tortura sulla schiena. A volte davano ai prigionieri altri vestiti, indossati da altri”. Così ha detto un ex detenuto palestinese in un video di Al Jazeera e acquisito agli atti nel processo per l’omicidio del giovane ricercatore universitario.


Nel corso dell’udienza, davanti ai giudici della corte d’assise di Roma, parte del reportage è stato trasmesso in aula. “Ho visto Giulio Regeni il 29 gennaio 2016, tra il pomeriggio e la sera – ha detto il testimone – Mentre usciva dalla palazzina del carcere e dalla palazzina dove sono le celle. Passando nel corridoio, diretto al luogo dove avveniva l’interrogatorio. C’erano anche ufficiali che non avevo mai visto prima. Giulio era ammanettato con le mani indietro, con gli occhi bendati. Era a circa 5 metri da me. Indossava una maglietta bianca, pantalone larghi e blue scuro”. Secondo quanto spiegato dal palestinese chi interrogava Giulio, oltre a diversi ufficiali, c’era anche un colonnello specializzato in psicologia. “Insistevano molto con la domanda ‘Giulio dove hai imparato a superare le tecniche per affrontare l’interrogatorio’. Ricordo più volte questo interrogativo, pure in dialetto egiziano. Non so se Giulio ha risposto a meno. Insistevano molto su questo punto, erano nervosi. Usavano la scossa elettrica e lo torturavano con la corrente elettrica. La lingua usata per interrogare Giulio era l’arabo od il dialetto egiziano”.


“Dove hai conseguito il corso anti interrogatorio?”. Quella domanda non è stata dimenticata dal palestinese. “La continuavano a ripetere. Non c’era nessun contatto con il mondo esterno: la sensazione era quella di stare in una specie di sepolcro. Siamo stati sequestrati, detenuti e poi liberati senza un perché. Non ho mai avuto un processo”.

Esplosione in una fabbrica di fuochi d’artificio a ercolano: due morti. Si cercano dispersi

Esplosione in una fabbrica di fuochi d’artificio a ercolano: due morti. Si cercano dispersiNapoli, 18 nov. (askanews) – Una violenta esplosione si è verificata in contrada Patacca a Ercolano (Napoli), all’interno di una fabbrica di fuochi d’artificio. Sono due i morti accertati nella deflagrazione che ha distrutto lo stabile dove vi erano gli artifizi pirotecnici. Non è escluso che la ditta fosse abusiva. I carabinieri della locale Tenenza, con l’ausilio dei vigili del fuoco, stanno lavorando per escludere che vi siano altre persone coinvolte nell’incidente e stanno appurando se la fabbrica fosse in regola. L’intera area è stata messa in sicurezza. Il forte boato è stato avvertito dai residenti di una vasta zona del popoloso comune ai piedi del Vesuvio.

Fondo per la Repubblica Digitale e DAP: pubblicato bando per i detenuti

Fondo per la Repubblica Digitale e DAP: pubblicato bando per i detenutiRoma, 18 nov. (askanews) – Sostenere progetti per il reinserimento sociale delle persone detenute attraverso la formazione digitale, per contrastare il fenomeno della recidiva. Questo l’obiettivo di “Fuoriclasse”, il nuovo bando promosso e sostenuto dal Fondo per la Repubblica Digitale, in collaborazione con il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL) e il Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Il bando prevede un totale di 5 milioni di euro.


Secondo le evidenze emerse nell’ambito dell’iniziativa “Recidiva zero. Studio, formazione e lavoro in carcere: dalle esperienze progettuali alle azioni di sistema in carcere e fuori dal carcere”, organizzata il 16 aprile 2024 dal CNEL insieme al Ministero della Giustizia, e in particolare quanto riportato nello studio di The European House – Ambrosetti, solo il 6% del totale dei detenuti risulta coinvolto in percorsi di formazione professionale. Tuttavia, in termini di corsi offerti, tra il 2021 e il 2023, è aumentato sia il numero di detenuti iscritti che i corsi attivati, le cui tipologie più frequentate includono settori quali cucina e ristorazione, giardinaggio e agricoltura, edilizia. Infatti, dal report della Fondazione Censis emerge che il digitale è oggetto di meno del 5% dei corsi di formazione professionale offerti in carcere. Per Martina Lascialfari, Direttrice Generale del Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale: “Con “Fuoriclasse” il Fondo prosegue nel suo impegno a sostenere iniziative su scala nazionale mirate a favorire l’inclusione digitale e il riscatto sociale delle fasce di popolazione più vulnerabili. Grazie alla collaborazione con il CNEL e il DAP, ci dedicheremo a potenziare le competenze digitali delle persone detenute, facilitando il loro reinserimento sociale e lavorativo: perseguire questo obiettivo deve essere al centro delle policy di uno Stato di diritto. Invitiamo quindi enti pubblici e soggetti privati non profit a presentare proposte progettuali per promuovere azioni formative e di orientamento digitale sia all’interno che all’esterno degli istituti penitenziari”.


Per Renato Brunetta, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro: “La formazione digitale è un elemento chiave nei processi di inclusione socio-lavorativa dei detenuti. Non solo in quanto ambito particolarmente ricco di opportunità occupazionali, ma anche perché può fungere da volano per una maggiore informatizzazione degli istituti penitenziari, contribuendo in modo rilevante a gettare un ponte tra carcere e società civile. Sono temi su cui il CNEL ha posto una grande attenzione, avviando d’intesa con il Ministero della Giustizia e il DAP un programma specifico di attività. In questo contesto si inserisce anche la proficua collaborazione con ACRI, coinvolta nel Fondo Repubblica Digitale in un ottimo esempio di partnership tra pubblico e privato”. Per Giovanni Russo, capo del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria: “I beneficiari diretti delle attività progettuali saranno detenuti con pena definitiva residua non superiore ai tre anni, in carico agli istituti penitenziari o agli uffici di esecuzione penale esterna. Con il Fondo abbiamo la possibilità di individuare buone pratiche utili all’orientamento delle politiche pubbliche”.


FUORICLASSE. Il bando “Fuoriclasse” intende sostenere progetti in grado di realizzare efficaci azioni formative in ambito digitale e di valorizzare le potenzialità, attitudini e ambizioni delle persone detenute tramite una presa in carico personalizzata e la costruzione di percorsi integrati che ne facilitino il reinserimento sociale e lavorativo, con il fine ultimo di contrastare il fenomeno della recidiva. I beneficiari diretti delle attività progettuali dovranno essere detenuti con pena definitiva residua non superiore ai tre anni intra o extra moenia, in carico ad istituti di pena o uffici di esecuzione penale esterna. ll Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale ha stanziato in totale 5 milioni di euro. Le proposte potranno essere presentate da partenariati formati da un minimo di due ad un massimo di cinque soggetti. Il Soggetto responsabile dovrà essere un soggetto privato senza scopo di lucro. I partner potranno essere enti pubblici o privati senza scopo di lucro. Inoltre, ciascun progetto dovrà prevedere la partecipazione di almeno una struttura penitenziaria. Oltre a tali tipologie di enti, potranno essere coinvolti in qualità di partner – nelle sole attività di formazione digitale e di accompagnamento nel percorso di inserimento lavorativo – anche soggetti for profit che potranno gestire una quota di budget complessivamente non superiore al 30% del contributo richiesto. Ogni progetto può essere sostenuto con un minimo di 150 mila e un massimo di 500 mila euro. C’è tempo fino al 7 febbraio per partecipare al bando attraverso la piattaforma Re@dy. COS’È IL FONDO. Il Fondo per la Repubblica Digitale è una partnership tra pubblico e privato sociale (Governo e Associazione di Fondazioni e di Casse di risparmio – Acri), che si muove nell’ambito degli obiettivi di digitalizzazione previsti dal PNRR e dal PNC. Il Fondo è alimentato da versamenti delle Fondazioni di origine bancaria, alle quali è riconosciuto un contributo, sotto forma di credito d’imposta. Il Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale ha pubblicato i sette bandi. Ad oggi sono stati selezionati e sostenuti 108 progetti di formazione gratuiti che forniscono competenze digitali professionalizzanti, a NEET, donne, disoccupati e inoccupati, lavoratori a rischio disoccupazione a causa dell’automazione e studenti e studentesse delle scuole secondarie di primo e secondo grado. L’obiettivo è valutare l’impatto dei progetti formativi sostenuti – in termini di competenze acquisite e di posti di lavoro creati – affinché le iniziative più efficaci possano essere offerte al Governo, per immaginare future politiche nazionali.

Roma, scontro tra due volanti: morto un agente, tre feriti

Roma, scontro tra due volanti: morto un agente, tre feritiRoma, 18 nov. (askanews) – E’ di un agente morto e tre feriti il bilancio dell’incidente stradale tra due volanti della Polizia di Stato, avvenuto questa mattina a Roma, nel quartiere Trionfale. Tra le persone ferite nello scontro tra le auto, all’incrocio tra viale dei Monfortani e via dell’Acquedotto del Peschiera, ci sono altri due agenti e un passeggero. Sono in corso i rilievi della Polizia locale di Roma Capitale per ricostruire la dinamica dell’incidente.


L’agente che ha perso la vita si chiamava Amar Kudin, 32 anni. Originario di Treviso, era arrivato giovanissimo dalla Croazia e faceva parte delle Fiamme Oro Rugby. Da poco era passato ai servizi operativi. “Oggi è un triste giorno per tutta la famiglia della Polizia di Stato. All’alba, in un grave incidente stradale, è morto Amar, giovane poliziotto della questura di Roma”, scrive la polizia in un post su Facebook, spiegando che Amar, insieme ad una collega, autista della volante del commissariato Primavalle, stavano portando in ufficio un uomo fermato con degli arnesi da scasso. Nell’impatto con un’altra volante, l’agente 32enne ha perso la vita, mentre l’altra agente, i due poliziotti dell’altra volante e l’uomo fermato, hanno riportato gravi ferite e sono stati ricoverati in ospedale. “Amar – si legge nel post – dopo una carriera da sportivo nella squadra di Rugby delle Fiamme oro, aveva scelto di restare in Polizia per ‘tallonare’ i criminali e aiutare i cittadini in difficoltà. La sua scomparsa lascia un grande vuoto incolmabile nel cuore dei suoi familiari, amici e colleghi, ai quali la Polizia si stringe in un commosso abbraccio”.


Numerosi i messaggi di cordoglio, a partire dalle alte cariche istituzionali, in primis il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha inviato un messaggio al capo della polizia, prefetto Vittorio Pisani.: “Ho appreso la notizia del decesso dell’Agente Scelto della Polizia di Stato, Amar Kudin, avvenuto a Roma nelle prime ore di oggi, in occasione di un incidente stradale che ha coinvolto due vetture della Polizia di Stato. Profondamente rattristato, esprimo sentimenti di solidarietà e vicinanza a Lei e a tutto il Corpo, pregandola di far pervenire ai familiari le espressioni della mia commossa partecipazione al loro cordoglio. Agli agenti feriti rivolgo il più sentito augurio di pronta guarigione”.

Papa: indagare se a Gaza è in atto un genocidio. Israele: 7 ottobre genocida

Papa: indagare se a Gaza è in atto un genocidio. Israele: 7 ottobre genocidaRoma, 17 nov. (askanews) -“A detta di alcuni esperti, ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio. Bisognerebbe indagare con attenzione per determinare se s’inquadra nella definizione tecnica formulata da giuristi e organismi internazionali”. Lo dice Papa Francesco nel suo nuovo libro “La speranza non delude mai. Pellegrini verso un mondo migliore” di cui il quotidiano La Stampa ha anticipato oggi alcuni brani.


“Il 7 ottobre 2023 c’è stato un massacro genocida di cittadini israeliani e da allora Israele ha esercitato il proprio diritto di autodifesa contro i tentativi provenienti da sette diversi fronti di uccidere i suoi cittadini. Qualsiasi tentativo di chiamare questa autodifesa con qualsiasi altro nome significa isolare lo Stato ebraico”. Lo ha scritto su X, dal canto suo, l’Ambasciata d’Israele presso la Santa Sede dopo la notizia delle parole del Pontefice, senza menzionarle esplicitamente.

Papa Francesco ai seminaristi: andate nelle carceri

Papa Francesco ai seminaristi: andate nelle carceriRoma, 16 nov. (askanews) – “Scendere nelle carceri”, non solo quelle governative, “per offrire a quanti vi sono reclusi l’olio della consolazione e il vino della speranza”, ma anche in tutte “quelle prigioni che rinchiudono uomini e donne della nostra società: le ideologie, le morali, quelle che creano lo sfruttamento, lo sconforto, l’ignoranza e la dimenticanza di Dio”. Lo ha detto Papa Francesco parlando ai seminaristi delle diocesi spagnole di Pamplona y Tudela, San Sebastian e dal Redemptoris Mater, ricevuti in udienza.


“Per favore andate nelle carceri, andate, impegnatevi. Da quando sono vescovo, il giovedì santo, la lavanda dei piedi la faccio in un carcere. Sono quelli che più hanno bisogno che laviamo loro i piedi. In occasione di una lavanda dei piedi, li lavavo a una donna e quando stavo per passare all’altra, mi ha afferrato la mano, si è avvicinata al mio orecchio e mi ha detto: ‘Padre, ho ucciso mio figlio’. I drammi interiori nella coscienza di quanti vivono in un carcere. Quando sarete sacerdoti, andate nelle carceri, è una priorità. E tutti noi possiamo dire quello che io sento: perché loro e non io?”. L’unzione sacerdotale si riceve – ha spiegato il Santo Padre – proprio “per liberare prigionieri, quanti sono incatenati, senza rendersene conto, da tante cose, dalla cultura, dalla società, dai vizi, dai peccati nascosti”.