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Al centro sud burrasca e mareggiate

Al centro sud burrasca e mareggiateRoma, 17 gen. (askanews) – Arriva il brutto tempo al centro sud. Il Dipartimento della Protezione civile avverte che un’ampia struttura depressionaria, posizionata sulla penisola scandinava, determina un flusso di correnti occidentali attraverso il Mediterraneo centro-occidentale, associato ad una rapida intensificazione della ventilazione, specie alle quote medio-alte.

Sulla base delle previsioni disponibili il Dipartimento ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse. I fenomeni meteo, impattando sulle diverse aree del Paese, potrebbero determinare delle criticità idrogeologiche e idrauliche che sono riportate, in una sintesi nazionale, nel bollettino nazionale di criticità e di allerta consultabile sul sito del Dipartimento (www.protezionecivile.gov.it). L’avviso prevede dalla sera di oggi, mercoledì 17 gennaio, venti forti dai quadranti occidentali con raffiche di burrasca o burrasca forte, su Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata e Calabria, con particolare riferimento ai settori appenninici. Possibili mareggiate sulle coste esposte. Sulla base dei fenomeni meteo previsti è stata valutata per domani, giovedì 18 gennaio, allerta gialla su settori di Emilia-Romagna, Liguria, Toscana e Campania. Il quadro meteorologico e delle criticità previste sull’Italia è aggiornato quotidianamente in base alle nuove previsioni e all’evolversi dei fenomeni, ed è disponibile sul sito del Dipartimento della Protezione Civile (www.protezionecivile.gov.it), insieme alle norme generali di comportamento da tenere in caso di maltempo. Le informazioni sui livelli di allerta regionali, sulle criticità specifiche che potrebbero riguardare i singoli territori e sulle azioni di prevenzione adottate sono gestite dalle strutture territoriali di protezione civile, in contatto con le quali il Dipartimento seguirà l’evolversi della situazione.

Viminale, controlli frontiera con Slovenia prorogati di 5 mesi

Viminale, controlli frontiera con Slovenia prorogati di 5 mesiRoma, 17 gen. (askanews) – I controlli alla frontiera con la Slovenia saranno prorogati, a decorrere dal 19 gennaio, per ulteriori 5 mesi. Lo ha comunicato il Ministro dell’interno, Matteo Piantedosi, in una nota inviata oggi alle Autorità UE e ai Ministri dell’interno degli Stati Membri.

“La decisione è motivata dal perdurare del rischio di possibili infiltrazioni terroristiche tra coloro che giungono irregolarmente in Italia, e in ragione del fatto che dalla frontiera terrestre con la Slovenia transitano i maggiori flussi provenienti dalla rotta balcanica. Uno scenario – fa sapere il Viminale – che ha trovato conferma nel corso dell’ultima riunione del Comitato di Analisi Strategica Anti-terrorismo, tenutasi l’11 gennaio scorso”. Le modalità di controllo, che continueranno ad essere attuate in modo da garantire la proporzionalità della misura, sono “tali da causare il minore impatto possibile sulla circolazione transfrontaliera e sul traffico di merci”.

Il Papa: il cristianesimo non condanna l’istinto sessuale (e la castità non è l’astinenza)

Il Papa: il cristianesimo non condanna l’istinto sessuale (e la castità non è l’astinenza)Roma, 17 gen. (askanews) – “Nel cristianesimo non c’è una condanna dell’istinto sessuale. Un libro della Bibbia, il Cantico dei Cantici, è uno stupendo poema d’amore tra due fidanzati. Tuttavia, questa dimensione così bella della nostra umanità non è esente da pericoli, tanto che già San Paolo deve affrontare la questione nella prima Lettera ai Corinzi. Il rimprovero dell’Apostolo riguarda proprio una gestione malsana della sessualità da parte di alcuni cristiani”, lo ha detto Papa Francesco nell’udienza generale di oggi nell’Aula Paolo VI in Vaticano, dove continuando il nuovo ciclo di catechesi su “I vizi e le virtù”, ha incentrato la sua riflessione sul tema “La lussuria”.

Spiegando che la lussuria “è una sorta di ‘voracità’ verso un’altra persona, cioè il legame avvelenato che gli esseri umani intrattengono tra di loro, specialmente nella sfera della sessualità”, Bergoglio ha ricordato che “l’innamoramento “è una delle realtà più sorprendenti dell’esistenza” e “se non viene inquinato dal vizio, l’innamoramento” è “uno dei sentimenti più puri. Una persona innamorata diventa generosa, gode nel fare regali, scrive lettere e poesie. Smette di pensare a sé stessa per essere completamente proiettata verso l’altro”. Ma “questo ‘giardino’ dove si moltiplicano meraviglie non è però al riparo del male. Esso viene deturpato dal demone della lussuria”, un vizio “particolarmente odioso”. “La lussuria – ha sottolineato il Papa – è un vizio pericoloso. Tra tutti i piaceri dell’uomo, la sessualità ha una voce potente. Coinvolge tutti i sensi; dimora sia nel corpo che nella psiche; se non è disciplinata con pazienza, se non iscritta in una relazione e in una storia dove due individui la trasformano in una danza amorosa, essa si muta in una catena che priva l’uomo di libertà. Il piacere sessuale è minato dalla pornografia: soddisfacimento senza relazione che può generare forme di dipendenza”.

“Dobbiamo difendere l’amore, del cuore, della mente, del corpo. Amore puro del donarsi l’uno all’altro: è questa la bellezza del rapporto sessuale”, ha esortato. Il vizio della lussuria “devasta le relazioni tra le persone. Per documentare una realtà del genere è sufficiente purtroppo la cronaca di tutti giorni. Quante relazioni iniziate nel migliore dei modi si sono poi mutate in relazioni tossiche, di possesso dell’altro, prive di rispetto e del senso del limite? Sono amori in cui è mancata la castità: virtù che non va confusa con l’astinenza sessuale, bensì con la volontà di non possedere mai l’altro. Amare è rispettare l’altro, ricercare la sua felicità, coltivare empatia per i suoi sentimenti, disporsi nella conoscenza di un corpo, di una psicologia e di un’anima che non sono i nostri, e che devono essere contemplati per la bellezza di cui sono portatori”.

La lussuria, invece, ha proseguito il Papa, “si fa beffe di tutto questo: depreda, rapina, consuma in tutta fretta, non vuole ascoltare l’altro ma solo il proprio bisogno e il proprio piacere; la lussuria giudica una noia ogni corteggiamento, non cerca quella sintesi tra ragione, pulsione e sentimento che ci aiuterebbe a condurre l’esistenza con saggezza. Il lussurioso cerca solo scorciatoie: non capisce che la strada dell’amore va percorsa con lentezza, e questa pazienza, lungi dall’essere sinonimo di noia, permette di rendere felici i nostri rapporti amorosi”. E “vincere la battaglia contro la lussuria, contro la ‘cosificazione’ dell’altro, può essere un’impresa che dura tutta una vita. Però il premio di questa battaglia è il più importante in assoluto, perché si tratta di preservare quella bellezza che Dio ha scritto nella sua creazione quando ha immaginato l’amore tra l’uomo e la donna”, ha detto Papa Francesco nell’udienza generale di oggi nell’Aula Paolo VI in Vaticano, dove continuando il nuovo ciclo di catechesi su “I vizi e le virtù”, ha incentrato la sua riflessione sul tema “La lussuria”.

“Quella bellezza che ci fa credere che costruire una storia insieme è meglio che andare a caccia di avventure. Tanti Don Giovanni lì, eh? Coltivare tenerezza è meglio che piegarsi al demone del possesso. Il vero amore non possiede, si dona. servire è meglio che conquistare. Perché se non c’è l’amore, la vita è triste solitudine”, ha concluso Bergoglio.

Il Consiglio Regionale Veneto dice no al suicidio assistito e il centrodestra si divide. Zaia: rispetto il voto

Il Consiglio Regionale Veneto dice no al suicidio assistito e il centrodestra si divide. Zaia: rispetto il votoVenezia, 16 gen. (askanews) – E’ stata sostanzialmente bocciata la proposta di legge sul suicidio medicalmente assistito, affrontata oggi in un lungo dibattito dal Consiglio regionale del Veneto. Ai 22 voti contrari si sommano i 3 astenuti che valgono anch’essi come un no. Quindi 25 no ed altrettanti voti a favore. C’è stata anche un’assenza. Erano in votazione 5 articoli.

Quando è stato bocciato il secondo, il presidente del Consiglio, Roberto Ciambetti, ha proposto il rinvio in commissione, trattandosi, come ha spiegato, di “un articolo fondamentale. Il centrodestra si è presentato al voto spaccato: con Fdi e Fi contrari, il presidente Luca Zaia e parte della Lega favorevoli, un’altra parte dello stesso Carroccio ha votato contro o si è astenuta. Un’astensione anche nel Pd. “Con questo voto è confermato che si trattava di una proposta di legge di iniziativa popolare che non viene dalla Giunta Regionale e spero che tutti abbiano avuto modo di comprenderlo visto che la comunicazione è stata fatta in altra maniera, si tratta di una proposta arrivata qui con una raccolta di firme con l’obbligo di trattarla entro sei mesi”, ha dichiarato il presidente del Veneto, Luca Zaia, a margine della mancata approvazione in Consiglio della norma di iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito. “Non passa perché a parità di voti, 25 a favore e 25 contro, viene reinviata in Commissione, questa è la democrazia – ha aggiunto Zaia -. Domani mattina i pazienti terminali, alla luce della sentenza del Consiglio di Stato n.242 del 2019 possono chiedere l’accesso al fine vita che è la prova provata che questa proposta di legge non serviva ad autorizzare il fine vita ma stabiliva i tempi per dare le risposte”.

“Massimo rispetto per i consiglieri, soprattutto su un tema etico è fondamentale che tutti abbiano libertà di pensiero e di espressione. La mia parte politica ha lasciato totale libertà di pensiero e di espressione, penso che lo si potrà evidenziare dalle votazioni”, ha sottolineato ancora Zaia, dopo la mancata approvazione in Consiglio della norma di iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito. “Spero che a livello nazionale si affronti il tema, nella direzione di dire ‘cerchiamo di normare il fine vita a tutela della libera scelta e dei casi estremi’ oppure nella direzione in cui si faccia una legge per negare il fine vita, la coerenza è questa” ha aggiunto Zaia. “Un amministratore come il sottoscritto deve essere laico nell’approccio. Immagino e spero che non si sia partigiani nell’affrontare questo tema e non ci siano fazioni. Io oggi ho detto che quando parlo penso a chi è a casa o su un letto di ospedale, che deve avere messaggi assolutamente chiari” ha concluso il presidente della Regione.

In un post sui social di Forza Italia si spiega così la scelta: “In Veneto respinta la legge sul fine vita. Abbiamo espresso il nostro voto contrario perché già garantito da una sentenza della Corte Costituzionale in alcune condizioni di sofferenza. Cure palliative, per evitare inutili sofferenze a pazienti in grave stato, ci sono già, così come è già garantito che non si verifichi nessun accanimento terapeutico. Se si va ad incidere sui tempi, si rischia di provocare ulteriore sofferenza e una migrazione interna verso le Regioni in cui la morte dolce è applicata con maggiore rapidità. Il dibattito, dunque, non è solo etico ma politico e deve essere trattato dal Parlamento in cui ribadiremo che Forza Italia è contro l’eutanasia!”

Minacce sui social a Selvaggia Lucarelli dopo la morte di Giovanna Pedretti. L’annuncio di lasciare (per un po’) X

Minacce sui social a Selvaggia Lucarelli dopo la morte di Giovanna Pedretti. L’annuncio di lasciare (per un po’) XRoma, 16 gen. (askanews) – Minacce di morte, insulti, attacchi personali, volgarità. Selvaggia Lucarelli nel mirino dei social e degli hater dopo la tragedia della morte della ristoratrice lodigiana Giovanna Pedretti per la quale la Procura della Repubblica indaga per istigazione al suicidio contro ignoti,con l’ipotesi che la ristoratrice non abbia retto alle polemiche scatenatesi sui social. La tragica vicenda è legata a una risposta pubblicata ad una recensione omofoba che ha causato prima apprezzamenti e poi condanne dopo il dubbio, avanzato dal compagno della Lucarelli, il food blogger Lorenzo Biagiarelli, che la recensione fosse falsa. Il post di Biagiarelli in cui si ipotizza il falso è stato rilanciato da Selvaggia Lucarelli con tutta la sua coda di polemiche. Dopo la morte della madre, la figlia di Giovanna Pedretti su Instagram commenta così i post di Lucarelli: “L’accanirsi è pericoloso. Grazie cara ‘signora’ per aver massacrato in via mediatica la mia mamma. Cerchi pure la sua prossima vittima”.

Oggi, Selvaggia Lucarelli ha postato nelle sue “Storie” su Instagram, alcune schermate di questi attacchi violenti e volgari. “Si arriva a un punto che anche le mer.. come te superano davvero il limite. So dove abiti, guardati le spalle perché hai le ore contate. Ti accoltello quando meno te lo aspetti. Non è uno scherzo, ma l’ultima che hai fatto la pagherai pesantemente. Ti sgozzo come un maiale” hanno scritto e ancora “Vergognati hai istigato al suicidio una povera donna, assassina, sei deplorevoleà”, “Fai veramente schifo, vergognati!”. Attacchi anche politici. Matteo Salvini, parlando della morte di Giovanna Pedretti, ha commentato: “Notizia sconvolgente. Una commossa preghiera per Giovanna e un pensiero affettuoso ai suoi cari. Davvero una (presunta) recensione falsa meritava una polemica nazionale così avvelenata, su social e tg?”. Mentre Michele Albiani, responsabile diritti per il Pd Milano metropolitana e attivista Lgbtq+, ha scritto: “Rispetto alla morte di Giovanna Pedretti: se si dovesse trattare effettivamente di suicidio, mi auguro che vengano indagate almeno per istigazione quelli/e che le hanno scatenato contro gli hater. Peggio degli squali, come ha detto giustamente una precedente vittima”. A entrambi Lucarelli replica: “Visto che il consigliere comunale Pd di Milano è d’accordo con Salvini sulla pericolosità sociale di ‘quelle persone’, lo invito a fare un esposto in procura per istigazione al suicidio. Altrimenti sono solo pensierini acchiappalike come quelli del Capitano”.

Poi l’annuncio di lasciare X (ex Twitter) per qualche tempo e la polemica con i giornali: “Nel trasferirmi per un pò solo su Instagram, lascio alcune riflessioni”, in primis, attacca Selvaggia Lucarelli, “i giornalisti che in queste ore paragonano il debunking che spiega perché una notizia è falsa al giornalismo modello Iene che fa imboscate a chi rifiuta interviste, insegue, bracca, aspetta sotto casa o al lavoro, monta le immagini dei silenzi e delle fughe, musichette suggestive e faccioni degli inviati in servizi tv in prima serata, beh, come disse qualcuno, ‘o sono cretini o sono dei farabutti in malafede’”. Per Lucarelli “Si preferisce scaricare le colpe più genericamente sui social brutti e cattivi, social che alla fine sono il perfetto capro espiatorio del giornalismo”. E a proposito della morte di Giovanna Pedretti: “Il suicidio si inserisce in un quadro più complesso, purtroppo- salvo casi evidenti o eclatanti – non sempre immaginabile. Le critiche possono essere una concausa, il che non vuol dire che si può offendere o denigrare”. E sul suo ruolo di blogger. “Si è poi detto che il debunking non lo deve fare chi non è giornalista. Qui però il non giornalista è forse l’unico ad aver scritto una cosa vera, con parole misurate e chiamando la signora per verificare. E poi, se i social sono roba diversa dal giornalismo, come mai il giornalismo attinge tutti i giorni dai social e a mani basse?”. Conclude affermando: “Essere associati a suicidi con questa facilità sui giornali e questa goduria generale potrebbe uccidere molto più che una critica per aver raccontato una bugia, ma alla fine se mai si ammazzasse qualcuno si potrebbe sempre dare la colpa ai social. Gli unici, in questo caso, che avevano raccontato la verità”.

Gimbe: cresce la migrazione per curarsi, verso il nord un fiume da 4,25 miliardi

Gimbe: cresce la migrazione per curarsi, verso il nord un fiume da 4,25 miliardiRoma, 16 gen. (askanews) – Nel 2021 cresce la migrazione sanitaria: un fiume da Ç 4,25 miliardi scorre verso le regioni del Nord. A Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto il 93,3% del saldo attivo. Il 76,9% del saldo passivo grava sul Centro-Sud. Delle prestazioni ospedaliere e ambulatoriali erogate in mobilità oltre 1 euro su 2 va nelle casse del privato. L’autonomia differenziata è uno schiaffo al meridione: il Sud sarà sempre più dipendente dalla sanità del Nord. Questi i punti focali dell’ultimo Rapporto pubblicato da Gimbe sulla situazione sanitaria in Italia.

Nel 2021, si legge, la mobilità sanitaria interregionale in Italia ha raggiunto un valore di Ç 4,25 miliardi, cifra nettamente superiore a quella del 2020 (Ç 3,33 miliardi), con saldi estremamente variabili tra le Regioni del Nord e quelle del Sud. Il saldo è la differenza tra mobilità attiva, ovvero l’attrazione di pazienti provenienti da altre Regioni, e quella passiva, cioè la “migrazione” dei pazienti dalla Regione di residenza. Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto – Regioni capofila dell’autonomia differenziata – raccolgono il 93,3% del saldo attivo, mentre il 76,9% del saldo passivo si concentra in Calabria, Campania, Sicilia, Lazio, Puglia e Abruzzo. ½La mobilità sanitaria – spiega Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – è un fenomeno dalle enormi implicazioni sanitarie, sociali, etiche ed economiche, che riflette le grandi diseguaglianze nell’offerta di servizi sanitari tra le varie Regioni e, soprattutto, tra il Nord e il Sud del Paese. Un gap diventato ormai una “frattura strutturale” destinata ad essere aggravata dall’autonomia differenziata, che in sanità legittimerà normativamente il divario Nord-Sud, amplificando le inaccettabili diseguaglianze nell’esigibilità del diritto costituzionale alla tutela della salute». Ecco perché, in occasione dell’avvio della discussione in Aula al Senato del DdL Calderoli, continua Cartabellotta, ½la Fondazione GIMBE ribadisce quanto già riferito nell’audizione in 1a Commissione Affari Costituzionali del Senato: la tutela della salute deve essere espunta dalle materie su cui le Regioni possono richiedere maggiori autonomie». Numerose le motivazioni: “Il Servizio Sanitario Nazionale attraversa una gravissima crisi di sostenibilità e il sotto-finanziamento costringe anche le Regioni virtuose del Nord a tagliare i servizi e/o ad aumentare le imposte regionali. In altri termini non ci sono risorse da mettere in campo per colmare le diseguaglianze in sanità. Il DdL Calderoli rimane molto vago sulle modalità di finanziamento, oltre che sugli strumenti per garantire i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) secondo quanto previsto dalla Carta Costituzionale. Il gap in sanità tra Regioni del Nord e del Sud è sempre più ampio, come dimostrano i dati sugli adempimenti ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e quelli sulla mobilità sanitaria qui riportati. Le maggiori autonomie già richieste da Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto potenzieranno le performance di queste Regioni e, al tempo stesso, indeboliranno ulteriormente quelle del Sud, anche quelle a statuto speciale. Un esempio fra tutti: una maggiore autonomia in termini di contrattazione del personale, rischia di provocare una fuga dei professionisti sanitari verso le Regioni in grado di offrire condizioni economiche più vantaggiose. Le Regioni del Sud non avranno alcun vantaggio: essendo tutte (tranne la Basilicata) in Piano di rientro o addirittura commissariate come Calabria e Molise, non avrebbero nemmeno le condizioni per richiedere maggiori autonomie in sanità. Il Paese, indebitando le future generazioni, ha sottoscritto il PNRR che ha come obiettivo trasversale a tutte le missioni proprio quello di ridurre le diseguaglianze regionali e territoriali”. ½In tal senso – chiosa Cartabellotta – risulta ai limiti del grottesco la posizione dei Presidenti delle Regioni meridionali governate dal Centro-Destra, favorevoli all’autonomia differenziata. Una posizione autolesionistica che dimostra come gli accordi di coalizione partitica prevalgano sugli interessi della popolazione».

Strage di Viareggio, Cassazione conferma responsabilità ma con possibili sconti di pena. Moretti non andrà in carcere

Strage di Viareggio, Cassazione conferma responsabilità ma con possibili sconti di pena. Moretti non andrà in carcereRoma, 15 gen. (askanews) – La Cassazione ha confermato “le responsabilità penali e civili già accertate per il disastro verificatosi in Viareggio il 29 giugno 2009”. Lo spiega la Suprema corte in una nota diffusa dopo la lettura del dispositivo di sentenza sul disastro ferroviario.

E’ stato però disposto un appello ter per le attenuanti: annullamento con rinvio limitatamente alle attenuanti generiche per una rideterminazione della pena. Questa la decisione della Cassazione per l’ex amministratore delegato di Rfi e delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, per la strage di Viareggio. I giudici della III sezione della Suprema corte hanno di fatto deciso un terzo processo di appello da celebrarsi a Firenze, il che potrebbe portare ad uno sconto di pena, fino ad un terzo, per diversi imputati tra cui proprio Moretti. In particolare, i giudici della III sezione della Cassazione in “parziale accoglimento del ricorso degli imputati Andrea Schröter Andreas, Kriebel Uwe, Paolo Pizzadini, Daniele Gobbi Frattini, Moretti Mauro, Michele Mario Elia, Ranier Kogelheide, Peter Linowski, Johannes Mansbart, Roman Mayer, Mario Castaldo, Helmut Brödel” hanno “annullato la sentenza emessa dalla Corte di appello di Firenze il 30 giugno 2022, limitatamente all’entità della riduzione di pena inflitta a tali imputati per le circostanze attenuanti generiche, che era stata determinata in un nono dalla Corte di appello, con rinvio, per nuovo giudizio sul punto, ad altra sezione della Corte di appello di Firenze”. I giudici della III sezione della Cassazione hanno comunque riconosciuto “le responsabilità penali e civili già accertate per il disastro verificatosi in Viareggio il 29 giugno 2009”. Le aziende citate come responsabili sono Trenitalia, Ferrovie dello Stato, Rete ferroviaria italiana e Cima riparazioni. La tragedia in cui persero la vita 32 persone, avvenne il 29 giugno del 2009, quando un treno merci partito da Trecate, in Piemonte, e diretto a Gricignano, in Campania, deragliò poco dopo aver superato la stazione ferroviaria di Viareggio.

“Il ricalcolo della pena evita il rischio degli arresti per l’ingegner Moretti. Il carcere non lo rischia sicuramente: la riduzione della pena che potrebbe essere comminata a Firenze la farà scendere, non sarà più pari a cinque anni”, ha detto l’avvocato Ambra Giovene, che guida il collegio di difesa dell’ex amministratore delegato di Fs ed Rfi. La penalista ha spiegato dopo la sentenza della Cassazione: “Rimane la responsabilità che viene acclarata. Vedremo le motivazioni. Rimaniamo molto insoddisfatti rispetto all’esito conclusivo di questa vicenda perché ovviamente si rifiuta di trattare un compendio probatorio che è tutto a vantaggio dell’ingegnere Moretti perché sono profondamente convinta che è questo che emerge dagli atti del processo”. L’avvocato Giovene ha poi sottolineato: “Negli atti del processo non c’è una responsabilità dell’ingegner Moretti”. “L’unica cosa che abbiamo capito è che sono state riconosciute le responsabilità. Ora però vogliamo capire bene con i nostri avvocati il dispositivo della sentenza”, ha detto Marco Piagentini, presidente di “Il mondo che vorrei”, l’associazione dei familiari delle vittime della strage ferroviaria.

Sparatoria Corviale, morto un italiano di 33 anni

Sparatoria Corviale, morto un italiano di 33 anniRoma, 15 gen. (askanews) – Nell’agguato armato avvenuto poco dopo le 19,30 nella zona di Corviale a Roma, in largo Edoardo Tabacchi/via Ettore Ferrari, è rimasto ucciso uno dei due uomini centrati da colpi d’arma da fuoco. Lo fanno sapere i Carabinieri. L’uomo deceduto era stato colpito al torace, si tratta di un cittadino italiano di 33 anni. L’altro, un cittadino italiano di 30 anni è stato portato al San Camillo, è ferito ad una gamba ma secondo quanto riferisce la nota non è in condizioni critiche.

Sul posto i Carabinieri del Nucleo Investigativo di via In Selci per i rilievi tecnico scientifici. Si attende l’arrivo del magistrato e del medico legale.

Regali in cambio di appalti, a Pozzuoli “disinvolto malaffare”

Regali in cambio di appalti, a Pozzuoli “disinvolto malaffare”Napoli, 15 gen. (askanews) – Regali, soldi e altri vantaggi in cambio di appalti al Rione Terra di Pozzuoli, rocca che domina l’omonimo golfo e antico cuore pulsante della città flegrea alle porte di Napoli, sgomberata gli scorsi decenni a causa del bradisismo e da qualche anno tornata ai vecchi splendori per una serie di ristrutturazioni e opere di riqualificazione. E’ quanto emerso nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla procura partenopea e condotta dalla polizia e dalla Guardia di finanza che ha portato all’esecuzione di 11 misure cautelari disponendo il carcere per l’ex sindaco Vincenzo Figliolia, l’ex dirigente nazionale del Pd, ex assessore e dirigente della Regione Campania, Nicola Oddati, l’ex presidente dell’Enit Giorgio Palmucci e l’imprenditore Salvatore Musella. Al centro delle indagini l’affidamento delle opere utili alla valorizzazione del Rione Terra e alla sua promozione turistico-culturale e la realizzazione di un complesso ricettivo, nella forma del cosiddetto albergo diffuso, oltre ad attività commerciali, locali per la ristorazione e botteghe di artigiani. Una gara che, secondo quanto ipotizzato da chi ha condotto l’inchiesta, sarebbe stata falsata per agevolare alcuni degli indagati, aiutati da politici e amministratori pubblici. Quello che è emerso è “uno spaccato di disinvolto malaffare radicato intorno al Comune di Pozzuoli e in altri luoghi per assicurare corsie preferenziali nell’aggiudicazione di appalti pubblici”, scrive il gip di Napoli Antonio Baldassarre nell’ordinanza. Secondo quanto ricostruito dalla procura di Napoli e condiviso dal gip, si sarebbe creato un “comitato di affari” che si sarebbe “adoperato per organizzare tutte le attività necessarie per far aggiudicare la concessione del Rione Terra”, in una logica “assolutamente funzionale a far ottenere la concessione alla cordata creata da Musella e, infine, gestire le procedure di gara, il suo sviluppo e i suoi esiti, il tutto sempre nella medesima logica”. Secondo l’ipotesi accusatoria, Figliolia, allora sindaco, avrebbe ricevuto la promessa di somme di denaro e dell’assunzione di persone a lui gradite nelle società di Musella che voleva aggiudicarsi la concessione “ad ogni costo”. L’imprenditore, secondo il gip, “si era adoperato con ogni mezzo per avvicinare i vertici dell’ente locale comunale e assicurarsene in questo modo la collaborazione”. Dall’ordinanza si evince che Palmucci, invece, si sarebbe adoperato per cercare potenziali partner ‘amici’ da affiancare alla società vincitrice mentre Oddati era considerato una sorta di “fiduciario” di Musella nella ricerca di “relazioni e contatti illeciti”. L’imprenditore sarebbe stato pronto “a pagare sia delle somme periodiche in denaro” all’ex dirigente dem sia ad “assecondare ogni sua richiesta, dalle automobili ai soggiorni alberghieri, dai conti del sarto ai lavori a casa della compagna”.

La Procura di Roma chiede la condanna a 18 anni del capitano Walter Biot accusato di spionaggio

La Procura di Roma chiede la condanna a 18 anni del capitano Walter Biot accusato di spionaggioRoma, 15 gen. (askanews) – Condannare a 18 anni di reclusione Water Biot, il capitano di fregata accusato di aver dato documenti segreti ad un funzionario russo in cambio di 5mila euro. Questa la richiesta del pm Gianfederica Dito della Procura di Roma davanti al giudici della corte d’assise della Capitale. Biot per questa vicenda venne arrestato il 30 marzo 2021. Al tribunale militare Biot è stato già condannato in primo grado a 30 anni. Nel filone davanti alla magistratura ordinaria, che si svolge a porte chiuse, a Biot sono contestate le accuse di spionaggio, rivelazione di notizie che per la sicurezza nazionale dovevano rimanere segrete e corruzione.