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Antigone: le strutture carcerarie sono fatiscenti e il sovraffollamento è al 117%

Antigone: le strutture carcerarie sono fatiscenti e il sovraffollamento è al 117%Milano, 29 dic. (askanews) – “Lanciamo oggi l’allarme sul sistema penitenziario italiano, prima che si arrivi a condizioni di detenzione inumane e degradanti generalizzate. La politica ponga il tema del carcere al centro della propria agenda e accetti di discuterlo senza preconcetti ideologici o visioni di parte”. A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, nel presentare un breve report della situazione delle carceri italiane a fine 2023.

“Quello che notiamo – sottolinea Gonnella – è la crescita estremamente rapida del sovraffollamento penitenziario. Oggi i detenuti sono 60 mila, oltre 10 mila in più dei posti realmente disponibili e con un tasso di sovraffollamento ufficiale del 117,2%, con una crescita nell’ultimo trimestre (da settembre a novembre) di 1.688 unità. Nel trimestre precedente di 1.198. In quello ancora prima di 911. Nel corso del 2022 raramente si è registrata una crescita superiore alle 400 unità a trimestre. Andando avanti di questo passo, tra 12 mesi, l’Italia sarà nuovamente ai livelli di sovraffollamento che costarono la condanna della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per violazione dell’articolo 3 della Convenzione Edu”. Nel report di fine anno di Antigone si sottolinea come nelle 76 carceri di cui sono state finora elaborate le relative schede, sulle oltre 100 visite compiute negli ultimi 12 mesi dall’Osservatorio sulle condizioni di detenzione dell’associazione, in 25 istituti, il 33%, c’erano celle in cui non erano garantiti 3 mq calpestabili per ogni persona detenuta. Non a caso il numero di ricorsi da parte di persone che lamentavano di essere state detenute in condizioni che violano l’art. 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, e che vengono accolti dai tribunali di sorveglianza italiani, è in costante aumento dalla fine della pandemia, quando le politiche di deflazione avevano portato il numero delle persone recluse a essere circa 53 mila. I ricorsi accolti sono stati infatti 3.382 nel 2020, 4.212 nel 2021 e 4.514 nel 2022.

A destare preoccupazione è anche lo stato fatiscente di molti istituti. Considerando sempre le 76 schede elaborate, il 31,4 % delle carceri visitate è stato costruito prima del 1950. La maggior parte di questi addirittura prima del 1900. Nel 10,5% degli istituti visitati non tutte le celle erano riscaldate. Nel 60,5% c’erano celle dove non era garantita l’acqua calda per tutto il giorno e in ogni periodo dell’anno. Nel 53,9% degli istituti visitati c’erano celle senza doccia (benché il termine ultimo per dotare ogni cella di doccia fosse stato posto a settembre 2005). Nel 34,2% degli istituti visitati non ci sono spazi per lavorazioni. Nel 25% non c’è una palestra, o non è funzionante. Nel 22,4% non c’è un campo sportivo, o non è funzionante. “Le politiche governative dell’ultimo anno non hanno di certo aiutato le politiche penitenziarie. Tanti sono stati infatti i nuovi reati o gli inasprimenti delle pene varati da Governo e Parlamento, dal dl Caivano, alle norme anti-rave, fino al recente pacchetto sicurezza. Scelte che non avranno alcun impatto sulla prevenzione dei reati, per cui servirebbero altresì politiche economiche e sociali, ma che stanno contribuendo e contribuiranno sempre di più al sovraffollamento penitenziario e ad un peggioramento delle condizioni di vita delle persone detenute, ma anche del personale, su cui viene scaricata la fatica quotidiana di gestire situazioni complesse a fronte di scarse gratificazioni economiche”, dice ancora Gonnella. Che conclude: “Ci auguriamo quindi che il 2024 riapra una grande discussione nel paese sul carcere e sulle finalità della pena. Che si capisca che abbiamo bisogno di più misure alternative, di prendere in carico le persone – soprattutto quelle con dipendenza o disagio psichico – all’esterno, evitando che il carcere diventi un luogo di raccolta di marginalità e emarginazione. Antigone è a disposizione insieme al suo bagaglio di conoscenze e competenze maturate in quasi 40 anni di attività, monitoraggio e studio dei sistemi penitenziari e penali”.

Sarà un Capodanno “caldo” ma poi pioggia (e neve sulle Alpi) al Nord

Sarà un Capodanno “caldo” ma poi pioggia (e neve sulle Alpi) al NordRoma, 29 dic. (askanews) – Appuntamento con il freddo rimandato a data da destinarsi: i primi giorni del 2024 saranno ancora miti con temperature oltre la media del periodo, nonostante un tempo più dinamico. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, prevede un parziale peggioramento delle condizioni meteo per San Silvestro in Italia a causa di un profondo ciclone sulle Isole Britanniche, ma il termometro non subirà flessioni significative e persistenti.

Intanto, nelle prossime ore, il protagonista incontrastato sarà ancora l’anticiclone nordafricano che porterà temperature 7-8 gradi superiori alle medie di dicembre sul versante adriatico e al Nord; sul versante tirrenico, complice una fitta nuvolosità bassa, avremo anomalie di 3-4 gradi oltre la media di giorno, 7-8°C in più durante la notte. Il cielo, come detto, sarà grigio sul versante occidentale, su buona parte della Pianura Padana e a tratti anche sulla Sardegna. A causa della spinta umida dei venti marittimi, un po’ di pioviggine raggiungerà ancora la Liguria di Levante e l’Alta Toscana. Il weekend sarà ‘Giano bifronte’ con due volti, il primo asciutto e più stabile (sabato 30), il secondo più dinamico (domenica 31) con un fronte perturbato collegato al suddetto ciclone britannico. Sabato 30 dicembre il tempo sarà una fotocopia del venerdì, mentre per l’ultimo giorno del 2023, domenica 31 dicembre, San Silvestro, troveremo pioggia e neve. Nel dettaglio, San Silvestro vedrà le prime piogge al mattino su Valle d’Aosta, Liguria, Toscana e Lombardia, di debole intensità e con qualche fiocco sulle Alpi oltre i 1300 metri; nel pomeriggio assisteremo ad una parziale intensificazione dei fenomeni sempre sulle stesse zone con un coinvolgimento anche di Lazio ed Umbria. In serata, soprattutto all’ora del brindisi, sarà necessario avere un ombrello a portata di mano al Nord (meno necessario in Piemonte e Romagna), dalla Liguria alla Toscana, dal Lazio alla Campania. Altrove i fuochi di artificio non saranno disturbati dalle gocce d’acqua.

Il 2024 inizierà poi con alcuni ombrelli aperti e con grandi fiocchi bianchi in caduta libera sulle Alpi centro-orientali fino alle prime ore del mattino; in seguito la perturbazione si sposterà verso i Balcani e resteranno solo alcuni piovaschi tra Bassa Toscana, Lazio e Campania. In giornata anche le Isole Maggiori vedranno le prime precipitazioni del 2024, anche se, pure lì, saranno di debole intensità. Nonostante il passaggio di questo fronte britannico, le temperature resteranno miti ed oltre le medie fino al 5 gennaio: poi dietro l’angolo comparirà una ‘Scopa’ e la possibilità di un possibile intenso ‘Ciclone della Befana’. Dal 6 di gennaio dunque termometri in discesa e tanta pioggia e neve verso l’Italia.

Legambiente: è stato un 2023 da bollino rosso per il clima, 378 eventi estremi (+22%)

Legambiente: è stato un 2023 da bollino rosso per il clima, 378 eventi estremi (+22%)Roma, 28 dic. (askanews) – Il 2023 è stato un anno da bollino rosso per il clima, segnato da un trend in continua crescita degli eventi meteorologici estremi. Ne sa qualcosa l’Italia dove quest’anno gli eventi estremi sono saliti a quota 378, segnando +22% rispetto al 2022, con danni miliardari ai territori e la morte di 31 persone. Il nord Italia, con 210 eventi meteorologici estremi, si conferma l’area più colpita della Penisola, seguita dal centro (98) e dal sud (70). In aumento soprattutto alluvioni ed esondazioni fluviali (+170% rispetto al 2022), le temperature record registrate nelle aree urbane (+150% rispetto ai casi del 2022), le frane da piogge intense (+64%); e poi le mareggiate (+44%), i danni da grandinate (+34,5%), e gli allagamenti (+12,4%). Eventi che hanno segnato un 2023 che ha visto anche l’alta quota in forte sofferenza con lo zero termico che ha raggiunto quota 5.328 metri sulle Alpi e con i ghiacciai in ritirata. A fare il bilancio di fine anno è l’Osservatorio Città Clima di Legambiente, realizzato insieme al Gruppo Unipol, che traccia un quadro complessivo di quanto accaduto in Italia in un 2023 in cui la crisi climatica ha accelerato il passo.

Nello specifico nella Penisola si sono verificati 118 casi di allagamenti da piogge intense, 82 casi di danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 39 di danni da grandinate, 35 esondazioni fluviali che hanno causato danni, 26 danni da mareggiate, 21 danni da siccità prolungata, 20 casi di temperature estreme in città, 18 casi di frane causate da piogge intense, 16 eventi con danni alle infrastrutture e 3 eventi con impatti sul patrimonio storico. Tra le città più colpite: Roma, Milano, Fiumicino, Palermo e Prato. A livello regionale, Lombardia ed Emilia-Romagna risultano nel 2023 le regioni più in sofferenza con, rispettivamente, 62 e 59 eventi che hanno provocato danni, seguite da Toscana con 44, e da Lazio (30), Piemonte (27), Veneto (24) e Sicilia (21). C’è da sottolineare che solo nel mese di luglio la Lombardia è stata colpita da ben 28 eventi, due le vittime. Tra le province più colpite svetta al primo posto Roma con 25 eventi meteo estremi, seguita da Ravenna con 19, Milano con 17, Varese 12, Bologna e Torino 10. Un quadro preoccupante quello tracciato dall’Osservatorio Città Clima di Legambiente a cui si aggiunge il fatto che l’Italia è ancora senza un Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti climatici. Un paradosso tutto italiano che dimostra quanto l’Italia sia indietro nella lotta alla crisi climatica e nell’adottare politiche climatiche più ambiziose. Per l’associazione ambientalista il Paese continua a rincorrere le emergenze senza una chiara strategia. Serve una road map climatica nazionale non più rimandabile, fondata su tre pilastri: il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici da approvare senza più ulteriori ritardi, stanziando adeguate risorse economiche (ad oggi assenti) per attuare il Piano; una legge contro il consumo di suolo, che ancora manca all’appello dopo oltre 11 anni dall’inizio del primo iter legislativo, e per la rigenerazione urbana, snellendo le procedure per abbattimenti e ricostruzioni; superare la logica dell’emergenza agendo invece sulla prevenzione, che permetterebbe di risparmiare il 75% delle risorse spese per riparare i danni. ‘Gli eventi meteo estremi – dichiara Stefano Ciafani presidente nazionale di Legambiente – stanno aumentando con sempre maggiore frequenza e intensità e a pagarne lo scotto sono i territori e i cittadini. Il Governo Meloni approvi subito il Piano nazionale di adattamento al clima, stanziando anche le relative risorse economiche, che invece continuiamo a spendere per intervenire dopo i disastri, come dimostrano gli 11 miliardi di euro solo per i danni delle due alluvioni in Emilia-Romagna e Toscana. Il rischio è che l’Italia, senza il Piano e gli adeguati stanziamenti per la prevenzione, assenti anche nella Legge di bilancio in via di approvazione, continui a rincorrere le emergenze. Il Governo dovrebbe invece impegnarsi molto di più, puntando su prevenzione, politiche di adattamento al clima, campagne di sensibilizzazione sulla convivenza con il rischio, per far diventare il nostro paese dal più esposto al centro del mar Mediterraneo a un esempio per gli altri’. I CASI PIÙ RILEVANTI NEL 2023 – Quest’anno sono due le ‘parole climatiche’ più ripetute: alluvioni e temperature record. Tra i casi più drammatici le due alluvioni che hanno sconvolto l’Emilia-Romagna: il 2 e 3 maggio la prima e tra il 15 e il 17 maggio la seconda, più grave e che ha coinvolto 44 comuni, principalmente nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e Bologna, con danni per oltre 8,8 miliardi di euro. Le forti piogge hanno fatto straripare 23 corsi d’acqua e si sono verificate oltre 280 frane in 48 comuni. Numerose le strade e ferrovie chiuse e danneggiate. Sono caduti più di 300 mm di piogge in due giorni. Il bilancio ufficiale è di 15 vittime, oltre alle 3 vittime dell’ondata di inizio maggio che aveva già compromesso abitazioni, viabilità e agricoltura. Negli stessi giorni sono state colpite anche le province settentrionali della Marche, già vittime della grave alluvione del settembre 2022, in particolare quelle di Pesaro-Urbino e Ancona durante gli eventi di inizio maggio. In estate violente grandinate che, unitamente a venti record, hanno colpito il Veneto e tutto il nord est. In particolare, si sono verificate 52 grandinate in un solo giorno, il 19 luglio, che hanno causato 110 feriti e danni alle produzioni di grano, ortaggi, frutta e ai vigneti. In Lombardia, il 24 e 25 luglio si sono verificate frane e danni causati dal vento che ha soffiato fino a 100 km/h. Due vittime e danni per oltre 41 milioni di euro. Il 31 ottobre un violento nubifragio ha colpito Milano provocando l’ennesima esondazione del Seveso: allagati i sottopassi Rubicone e Negrotto, oltre a via Valfurva, in zona Niguarda. L’11 e 12 novembre, intere aree del nord della Toscana sono state alluvionate. In particolare, le province di Firenze, Prato e Pistoia hanno assistito a esondazioni dei corsi d’acqua e allagamenti diffusi, con danni per 1,9 miliardi di euro e 5 vittime.

‘L’urgenza di intervenire è ormai sotto gli occhi di tutti – dichiara Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente – Gli effetti sempre più violenti dell’emergenza climatica, su cui anche gli scienziati dell’IPCC si sono più volte soffermati con i loro studi, sono ormai tangibili anche nel nostro Paese, che è tra i più esposti nel continente europeo. Oggi una delle grandi sfide legata alla lotta alla crisi climatica riguarda anche la vera mitigazione del rischio idrogeologico che si potrà ottenere solo integrando la restituzione dello spazio ai fiumi, agendo su delocalizzazioni, desigillatura di suoli impermeabilizzati, rinaturazione delle aree alluvionali, azzerando il consumo di suolo e non concedendo nuove licenze per edificazioni in aree prossime ai corsi d’acqua’. RECORD GLOBALI E TEMPERATURE – Il 2023 diventerà, con molta probabilità, anche un nuovo anno record per le temperature medie mondiali: lo scorso novembre è stato il sesto mese consecutivo a registrare temperature record, come rilevato dal servizio europeo sul cambiamento climatico di Copernicus (C3s), con una temperatura media globale di 14,22 gradi centigradi, superiore di 0,32°C al record precedente del novembre 2020. Anche in Italia il 2023 ha fatto registrare temperature record in diverse aree, specialmente nelle città di Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Sardegna e Sicilia. Temperature record non solo in estate, ma anche in autunno. Ad esempio, il primo ottobre alla stazione meteorologica di Firenze Peretola sono stati registrati 33 gradi centigradi: un valore che ha battuto il precedente record fatto registrare nell’ottobre 2011, con oltre dieci gradi di differenza rispetto alla media del periodo. A Prato si sono verificati 32°C alla stazione meteorologica di Prato Università, che ha eguagliato il record per il mese di ottobre fatto registrare nel 1985.

DANNI ECONOMICI – L’altra faccia degli eventi meteo estremi sono i danni economici. Legambiente ricorda che una recente indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Norstat ha evidenziato come, solo nell’ultimo anno, circa 5 milioni di italiani abbiano subito danni alla propria abitazione causati da maltempo o calamità naturali.

Fipe: 4,6 milioni di italiani andranno al ristorante per il cenone di Capodanno

Fipe: 4,6 milioni di italiani andranno al ristorante per il cenone di CapodannoRoma, 28 dic. (askanews) – Cresce il numero di italiani che scelgono di festeggiare la fine dell’anno al ristorante. A renderlo noto è il Centro Studi di Fipe-Confcommercio, secondo cui saranno 4,6 milioni le presenze previste nei 75mila ristoranti la notte di San Silvestro. Un dato in crescita del 2,2% rispetto all’anno precedente, seguito da un incremento percentuale doppio della spesa, che quest’anno toccherà i 433 milioni diáeuroá(+4,6%).

In calo, invece, il numero dei ristoratori che ha deciso di essere aperto per l’occasione: quest’anno presterà servizio, infatti, il 56,7% dei ristoranti, contro il 59,1% del 2022. La maggioranza dei locali prevede nell’offerta esclusivamente la cena (84,1%) per una spesa media di 94 euro a persona, mentre la restante parte, circa il 16%, ha organizzato anche un vero e proprio veglione con spettacoli e musica, il cui costo dovrebbe aggirarsi intorno ai 121 euro a persona. “Il trend delle presenze al ristorante per il Capodanno 2023 ricalca quello osservato per il Natale, anche se di minore intensità per effetto di un numero significativo di ristoranti che per l’ultimo dell’anno ha deciso di non aprire – ha dichiarato Luciano Sbraga, direttore del Centro Studi di Fipe-Confcommercio -. I ristoranti confermano di essere un punto di riferimento per tante persone non solo per il pranzo di Natale, ma anche per il cenone di fine anno sia per chi vuole soltanto cenare iniziando il nuovo anno in uno dei tanti locali di intrattenimento o in qualche piazza delle nostre città sia per chi dopo la cena vuole proseguire la serata nello stesso posto. I prezzi in moderata crescita, inoltre, confermano che neppure nelle occasioni di grande appeal le imprese del settore adottano politiche commerciali disinvolte”, ha concluso Sbraga.

Sarà, infine, un Capodanno all’insegna del Made in Italy: a fronte di una stima complessiva di 1,3 milioni di bottiglie stappate per il brindisi di fine anno, il 59,7% dei ristoranti servirà solo bollicine rigorosamente italiane. Al contrario, il 32% consentirà ai propri clienti di scegliere tra spumante e champagne, mentre nel 9,3% dei ristoranti i commensali troveranno solo bollicine d’oltralpe.

Anticiclone e calma piatta, ma da San Silvestro tornano pioggia e neve

Anticiclone e calma piatta, ma da San Silvestro tornano pioggia e neveRoma, 28 dic. (askanews) – Meno 3 giorni alla chiusura dell’anno più caldo della storia a livello globale. Una chiusura con il botto: il 2023 finirà infatti con un caldo anomalo eccezionale, anche in Italia. Per questo motivo potremo chiamare il ‘Capodanno 2024’ con il simpatico titolo di ‘Caldoanno 2024’!

Andrea Garbinato, responsabile redazione del sito www.iLMeteo.it, conferma tra l’altro che la fotografia meteorologica all’ora del brindisi 2023-2024 ricalcherà perfettamente il quadro delle ultime settimane: per San Silvestro un ciclone si posizionerà sul Mare del Nord, mentre una vasta area di alta pressione nordafricana stazionerà sul Mediterraneo. Con questa configurazione meteo avremo caldo anomalo sull’Europa meridionale, gelo intenso nel nord della Scandinavia, maltempo tra Svezia e Danimarca e forte vento tra Inghilterra, Francia, Belgio ed Olanda. Per chi ha deciso di passare l’ultimo dell’anno nelle principali capitali europee si segni queste previsioni, anche se ovviamente sono una tendenza da confermare.

Per quanto riguarda l’Italia, all’ora del brindisi di mezzanotte ci aspettiamo un Nord un po’ più movimentato, altrove domineranno ancora condizioni miti e perlopiù anticicloniche.Vediamo nel dettaglio proprio il tempo di San Silvestro: il 31 dicembre, al mattino, il meteo è previsto asciutto quasi ovunque, poi dal pomeriggio, e soprattutto in serata, ci aspettiamo delle nevicate sulle Alpi e delle piogge tra Liguria, Toscana e versante tirrenico. A mezzanotte suggeriamo di tenere gli ombrelli a portata di mano a Genova, Milano, Venezia, Trieste, Firenze, Roma e Napoli (pur trattandosi di leggeri piovaschi); le temperature oscilleranno dai 7°C di Milano e Venezia ai 12°C di Firenze, Roma e Napoli, toccando anche i 15 gradi in Sicilia. Valori termici decisamente elevati per la mezzanotte di fine dicembre. Il 2024 inizierà dunque con l’augurio di ‘Buon Caldoanno’ invece che con il consueto ‘Buon Anno!’ E farà caldo anche in montagna, in particolare sulla dorsale appenninica, mentre sulle Alpi avremo il magico paesaggio dei fiocchi svolazzanti: sono previste nevicate tra il 31 e il primo gennaio fino a circa 1300 metri di quota, una buona notizia per gli amanti della montagna e dello sci.

Ma come ci arriveremo al 31 dicembre? Passando per altri 3 giorni di grigio in pianura (‘mare di nubi’) e sole in montagna: in particolare è prevista la presenza duratura dell’anticiclone nordafricano che renderà monotono il tempo fino a domenica (esclusa) con schiarite più ampie al Sud e sul versante adriatico. Con il primo giorno del 2024 arriverà invece l’ennesimo ‘Caldoanno’ con qualche fiocco sulle Alpi, ma in generale con temperature oltre la media anche di 8-10 gradi per un brindisi che, come l’anno scorso, sarà decisamente molto tiepido.

Scontro tra un pullman e un’ambulanza in galleria a Urbino: 4 morti

Scontro tra un pullman e un’ambulanza in galleria a Urbino: 4 mortiMilano, 27 dic. (askanews) – E’ di quattro morti il tragico bilancio dello scontro tra un pullman e un’ambulanza nella galleria della Statale 73 bis che collega Urbino a Fermignano (Pesaro e Urbino).

Secondo quanto riferito dalla polizia, le vittime sono tre sanitari e il paziente che si trovavano a bordo del mezzo di soccorso che, dopo l’impatto, ha preso fuoco. Ferito lievemente l’autista del bus, mentre due bambini di tre e otto anni sono stati trasportati in ospedale a scopo precauzionale perché sotto choc e con qualche escoriazione.

Scontro tra pullman e ambulanza in galleria a Urbino: 4 morti

Scontro tra pullman e ambulanza in galleria a Urbino: 4 mortiMilano, 27 dic. (askanews) – E’ di quattro morti il tragico bilancio dello scontro tra un pullman e un’ambulanza nella galleria della Statale 73 bis che collega Urbino a Fermignano (Pesaro e Urbino).

Secondo quanto riferito dalla polizia, le vittime sono tre sanitari e il paziente che si trovavano a bordo del mezzo di soccorso che, dopo l’impatto, ha preso fuoco. Ferito lievemente l’autista del bus, mentre due bambini di tre e otto anni sono stati trasportati in ospedale a scopo precauzionale perché sotto choc e con qualche escoriazione.

E’ morta la pensionata colpita da un malore dopo la maxi-bolletta

E’ morta la pensionata colpita da un malore dopo la maxi-bollettaGenova, 27 dic. (askanews) – E’ morta Caterina Giovinazzo, la pensionata di 88 anni di Camporosso, in provincia di Imperia, colpita da un malore dopo aver ricevuto per errore una bolletta dell’acqua da 15.399 euro. Ad ammettere lo sbaglio nella lettura del contatore è stata la stessa Iren, la società che gestisce il servizio idrico nel Comune dell’estremo ponente ligure. La donna, dopo aver accusato il malore, era stata ricoverata all’ospedale Borea di Sanremo, dove è deceduta alla vigilia di Natale.

Povertà,Coldiretti-Ixè: niente regali per 7,5 milioni di italiani

Povertà,Coldiretti-Ixè: niente regali per 7,5 milioni di italianiRoma, 26 dic. (askanews) – Niente regali quest’anno per 7,5 milioni di italiani che non hanno fatto doni per scelta o perché costretti a destinare il budget ad altre spese più urgenti. E’ quanto emerge dall’analisi Coldiretti/Ixe’ nel giorno in cui tradizionalmente si scartano i pacchetti sotto l’albero per i quali sono stati spesi in media 189 euro a testa, grazie pure al “tesoretto” delle tredicesime.

“Non confondiamo la festa con il consumismo” ha detto Papa Francesco in riferimento alle Festività nell’invitare a “festeggiare in semplicita’, senza sprechi e condividendo con chi manca del necessario o manca di compagnia”. La punta dell’iceberg della situazione di disagio in cui si trovano ancora in molti sono i 3,1 milioni di persone che nel 2023 sono stati addirittura costretti a chiedere aiuto per il cibo da mangiare, sulla base delle stime Coldiretti sui dati sugli aiuti alimentari distribuiti con i fondi Fead. Un’emergenza sociale – sottolinea Coldiretti – con il numero dei bambini sotto i 15 anni bisognosi di assistenza per mangiare che ha superato quota 630mila, praticamente un quinto del totale degli assistiti, ai quali vanno aggiunti 356 mila anziani sopra i 65 anni ma ci sono anche oltre 90mila senza dimora che vivono per strada, in rifugi di emergenza, in tende o anche in macchina e quasi 34mila disabili. Fra i nuovi poveri – continua la Coldiretti – ci sono anche coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività colpite dal balzo dei costi dell’energia con il caro bollette.

La stragrande maggioranza di chi è stato costretto a ricorrere agli aiuti alimentari – sottolinea Coldiretti – lo fa attraverso la consegna di pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri che, per vergogna, prediligono questa forma di sostegno piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli. Contro la povertà – ricorda la Coldiretti – è cresciuta la solidarietà che si è estesa dalle organizzazioni di volontariato alle imprese e ai singoli cittadini, con quasi la metà degli italiani (44%) che quest’anno per Natale ha deciso di partecipare ad iniziative di beneficenza, secondo Coldiretti/Ixe’. Un esempio è l’esperienza della spesa sospesa di Campagna Amica con i mercati contadini in tutta Italia dove è possibile sostenere le famiglie in difficoltà sul modello dell’usanza campana del “caffè sospeso”, quando al bar si lascia pagato un caffè per il cliente che verrà dopo. In questo caso i cittadini che acquistano nei mercati e nelle fattorie di Campagna Amica o che ricevono la spesa a domicilio possono decidere di donare prodotti alimentari alle famiglie più bisognose che potranno portare in tavola generi alimentare Made in Italy, di qualità e a km zero che verranno consegnate ai bisognosi in accordo con i Comuni.

Un’esperienza grazie alla quale sono stati raccolti oltre 10 milioni di chili di frutta, verdura, formaggi, salumi, pasta, conserve di pomodoro, farina, vino e olio 100% italiani, di alta qualità e a chilometri zero, donati ai più bisognosi. Ma in molti mercati contadini – conclude la Coldiretti – si lasciano anche i prodotti freschi invenduti a organizzazioni caritatevoli che passano a prenderli per utilizzarli nelle mense.

Alimenti e vestiti regali Natale 2023 più gettonati ma 7,2% non ne fa

Alimenti e vestiti regali Natale 2023 più gettonati ma 7,2% non ne faRoma, 26 dic. (askanews) – Primi bilanci sulla stagione 2023 dei regali di Natale 2033. L’ Osservatorio Nazionale Federconsumatori, ha calcolato un aumento medio dei costi dei prodotti tipici e dei regali +10,2% rispetto al 2022. La spesa media, tra chi ha effettauto acquisti è stata di 169 euro pro capite: un dato pressoché invariato rispetto allo scorso anno.

Nonostante i molti rincari, registrati soprattutto per gli addobbi, o regali tecnologici, i viaggi e i prodotti alimentari (come si evince dalla tabella con la classifica dei rincari) e malgrado siano ancora tante le famiglie che si trovano in situazioni di difficoltà economica, gli italiani non rinunceranno del tutto ai regali di Natale, specialmente quelli per i più piccoli. I settori in cui si concentrano i consumi natalizi sono l’abbigliamento (che perde leggermente terreno rispetto allo scorso anno, -1,4%) e l’alimentazione (che invece registra una crescita delle preferenze del +1,9%). Reggono il settore dell’elettronica, dell’editoria e dei giocattoli, da sempre molto gettonati in queste occasioni, mentre è in crescita il settore della cura della persona e delle gift card (presso negozi, profumerie, piattaforme di contenuti o piattaforme di acquisto online).Molto apprezzati anche i regali fai da te, prodotti rispettando l’ambiente o realizzati con materiali riciclati. Fa riflettere che però e la percentuale di cittadini che non ha fatto alcun regalo si attesta al +7,2%. Per quanto riguarda le modalità di acquisto, canale preferenziale è stato l’e-commerce, privilegiato dal 72% degli acquirenti più giovani, seguito dai negozi della propria città. Per i regali nel settore alimentare si privilegiano gli acquisti presso negozi di vicinato o punti vendita che commercializzano prodotti tipici e a km0.Circa il 68%, infine, di chi ha approfittato del Black Friday, inoltre, lo ha fatto anticipando l’acquisto dei regali di Natale.