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Giornalismo, morta Giovanna Ferrara. Il cordoglio di Stampa Romana

Giornalismo, morta Giovanna Ferrara. Il cordoglio di Stampa RomanaRoma, 5 dic. (askanews) – “L’Associazione Stampa Romana esprime profondo cordoglio per la morte prematura di Giovanna Ferrara, collega del Manifesto, sensibile osservatrice dei cambiamenti della politica e della società, cultrice del pensiero critico, impegnata nella difesa dei diritti umani, civili e sociali. Ai suoi cari le condoglianze di Stampa Romana”. Lo riferisce una nota di Stampa Romana in merito alla notizia della morte della giornalista, scomparsa per una grave malattia.

Ordine di arresto per Artem Uss e per 5 suoi complici nell’evasione

Ordine di arresto per Artem Uss e per 5 suoi complici nell’evasioneMilano, 5 dic. (askanews) – I carabinieri di Milano stanno eseguendo una provvedimento di custodia cautelare in carcere nei confronti del 41enne imprenditore russo Artem Uss e di cinque persone accusate di averlo aiutare a fuggire il 22 marzo scorso, mentre era ristretto ai domiciliari con il braccialetto elettronico in un’abitazione di Basiglio (Milano), in attesa di essere estradato negli Stati Uniti. Lo ha riferito in una nota la Procura del capoluogo lombardo, spiegando che gli indagati, “un italiano di origine slovena e cinque stranieri”, sono stati individuati in provincia di Brescia, in Slovenia e in Croazia.

Uss era stato arrestato a il 17 ottobre 2022 a Malpensa in esecuzione di un mandato di arresto emesso dal Dipartimento di Stato Usa per i reati di “associazione criminale per frode ai danni dello Stato, associazione criminale per violazione dell’International economic power act, associazione criminale per la commissione di frode bancaria, associazione per il riciclaggio di denaro”: reati puniti con pene fino a trent’anni di reclusione. Le indagini, coordinate dalla Procura di Milano, hanno consentito di identificare i cinque membri del gruppo che ha materialmente favorito l’evasione attraverso la frontiera slovena, ricostruendo anche il percorso effettuato dagli indagati a bordo di quattro automobili e la serie di sopralluoghi effettuati nei mesi precedenti all’evasione, per mettere a punto il piano di fuga e il percorso da seguire. I carabinieri hanno anche individuato una rete di fiancheggiatori di diverse nazionalità sui quali sono ancora in corso approfondimenti investigativi.

Nuovo record di canottaggio indoor 24 ore small team

Nuovo record di canottaggio indoor 24 ore small teamRoma, 5 dic. (askanews) – È italiano il nuovo record mondiale di canottaggio indoor 24 ore Small Team. A Terme di Chianciano, uno dei poli termali più conosciuti della Toscana, tra la Valdichiana e la Val d’Orcia, patrimonio dell’Unesco, nel weekend dal 2 al 3 dicembre, si è scritta una nuova pagina dello sport italiano: nella Palestra della Salute Terme di Chianciano “Institute for Health” gli atleti dello Small Team (massimo 10 persone, misto uomini e donne, età 30-39 anni), Chiara Sacco, Francesco Procaccianti, Brianne Bartolini, Nicoletta Casali, Francesca Santone, Guido Bonanomi, Massimiliano Guidi, Marco Raspa, Roberto Rozzato, Carlo Vanni, si sono alternati per 24 ore al remoergometro (comunemente conosciuto con il termine “vogatore”), battendo il record mondiale, detenuto da una squadra australiana di 352872 metri, con la nuova distanza di 374370 metri.

“Per me i momenti più difficili sono stati quelli del turno notturno dalle 23 alle 3… Quattro ore che non finivano mai”, racconta l’atleta Marco Raspa. “Le prime ore le fai perché sei carico, le ultime invece, anche se stanco, vedi il traguardo e sei consapevole che arriverà l’aiuto dei tuoi compagni di squadra. Tutti abbiamo vinto questa sfida con le gambe e con la testa, ma soprattutto con l’unione della squadra”. L’atleta Chiara Sacco plaude all’organizzazione: “Evento e location perfetti, la palestra è bellissima. È un grande risultato per me e per tutta la squadra: è il mio ottavo record mondiale nelle ultra distances indoor rowing, e nel 2024 vi annuncio che tenteremo di fare un nuovo record, questa volta in tandem. Io e Francesco Procaccianti dobbiamo prepararlo molto bene, perché sarà una prova quasi estrema”.

Gli Atleti dopo il record sono andati a rilassarsi e ritemprarsi presso le Piscine Termali Theia dove l’acqua Bicarbonato Solfato Calcica della sorgente Sillene ha garantito loro un recupero più veloce grazie all’effetto miorilassante su tutta la muscolatura. Il record è stato battuto nella Palestra della Salute Terme di Chianciano “Institute for Health”, nuovo polo dedicato al fitness e alla salute: la Palestra della Salute, oltre a essere aperta al pubblico tutto l’anno con formule individuali & family, nuovi e stimolanti corsi e metodi di allenamento, grazie all’utilizzo di strumentazioni di ultima generazione offre quotidianamente protocolli all’avanguardia nella riabilitazione e nella medicina sportiva.

Migliaia ai funerali di Giulia Cecchettin. L’addio del papà: “Grazie per i 22 anni insieme. Ora svolta contro la violenza”

Migliaia ai funerali di Giulia Cecchettin. L’addio del papà: “Grazie per i 22 anni insieme. Ora svolta contro la violenza”Roma, 5 dic. (askanews) – Un discorso vissuto, intenso, chissà quante volte rivisto, corretto, riscritto trovando le parole giuste, le sfumature per dare il senso profondo dell’amore di un padre per l’ultimo saluto alla figlia, sparita, poi trovata morta, uccisa, dall’ex: “Cara Giulia, grazie, per questi 22 anni che abbiamo vissuto insieme e per l’immensa tenerezza che ci hai donato”, ha detto papà Gino Cecchettin, al termine del funerale nella Basilica di Padova, dove migliaia di persone hanno partecipato alle esequie della ragazza uccisa da Filippo Turetta.

Quattro pagine per sintetizzare il dolore per quella “tempesta terribile” che si è abbattuta sulla famiglia, già provata per la recente scomparsa della madre Monica: “Una pioggia di dolore sembra non finire mai”, ha scandito Gino, in cui però è stato forte e avvertito il “sostegno di cui avevamo bisogno in queste settimane terribili”. Giulia, ha ricordato, era “straordinaria”, e dopo la morte della madre “si è guadagnata ad honorem anche il titolo di mamma”, una “una combattente, un’oplita, tenace nei momenti di difficoltà: il suo spirito indomito ci ha ispirato tutti”. “Il femminicidio – ha accusato – è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne, vittime proprio di coloro avrebbero dovuto amarle e invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi”. Per questo “ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti: famiglie, scuola, società civile, mondo dell’informazione…”. Come uomini “per primi dovremmo dimostrare di essere agenti di cambiamento”, ma anche come genitori “insegniamo ai nostri figli il valore del sacrificio e dell’impegno e aiutiamoli anche ad accettare le sconfitte. La scuola ha un ruolo fondamentale per imparare ad affrontare le difficoltà senza ricorrere alla violenza”, “anche i media giocano un ruolo cruciale da svolgere in modo responsabile”, come pure “alle istituzioni politiche chiedo di mettere da parte le differenze ideologiche per affrontare unitariamente il flagello della violenza di genere”.

“Dobbiamo trovare la forza di reagire, di trasformare questa tragedia in una spinta per il cambiamento. La vita di Giulia, la mia Giulia, ci è stata sottratta in modo crudele, ma la sua morte, può anzi deve essere il punto di svolta per porre fine alla terribile piaga della violenza sulle donne”, è l’appello lanciato da Gino Cecchettin in Basilica, citando poi una poesia del poeta libanese Khalil Gibran (1883-1931): “‘Il vero amore non è nè fisico nè romantico. Il vero amore è l’accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà…’”. “Io non so pregare, ma so sperare: ecco voglio sperare insieme a te e alla mamma, voglio sperare insieme a Elena e Davide e voglio sperare insieme a tutti voi qui presenti: voglio sperare che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite e voglio sperare che un giorno possa germogliare. E voglio sperare che produca il suo frutto d’amore, di perdono e di pace”, ha concluso papà Gino, tra gli applausi dei migliaia presenti.

Sciopero dei medici, “adesioni fino all’85%. Un successo”

Sciopero dei medici, “adesioni fino all’85%. Un successo”Roma, 5 dic. (askanews) – “Dalle Regioni stanno arrivando percentuali di adesione molto alte, fino all’85%, allo sciopero nazionale dei medici, dirigenti sanitari e infermieri che si sta svolgendo in queste ore in tutta Italia e che terminerà alle 24.00 di oggi, al netto dei contingenti minimi obbligati a rimanere in servizio per garantire le urgenze”. Lo fanno sapere Pierino Di Silverio, segretario nazionale ANAAO ASSOMED, Guido Quici, Presidente CIMO-FESMED, e Antonio De Palma, Presidente NURSING UP.

“Desideriamo ringraziare – dicono – tutti i medici, i dirigenti sanitari, gli infermieri, le ostetriche e gli altri professionisti sanitari che hanno dimostrato, con questa alta adesione, di aver compreso e condiviso le ragioni della protesta. Certo, siamo consapevoli di aver creato disagi ai cittadini, ma siamo assolutamente convinti che grazie a queste iniziative si possano porre le basi per creare migliori servizi proprio per quanti usufruiscono del servizio pubblico”. “Abbiamo sperato fino all’ultimo di trovare interlocutori più attenti e sensibili alle nostre proposte. E invece siamo stati costretti a ricorrere allo sciopero per vedere riconosciuti diritti sacrosanti di ogni medico e dirigente sanitario italiano”, dichiara Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale Anaao Assomed: “Chiediamo di entrare nell’agenda sociale e politica del Paese con proposte innovative e soluzioni condivise, sollecitando la riscrittura delle priorità che riconosca ai problemi della nostra categoria il diritto di avere soluzioni chiare e positive. Siamo stanchi, delusi e arrabbiati per la totale mancanza di rispetto nei confronti di una intera classe professionale e la grande partecipazione di oggi in tutta Italia allo sciopero e alle manifestazioni ne è la dimostrazione. Non è solo questione di soldi, ma di condizioni di lavoro inumane che non riusciamo più a sostenere. Le nostre parole d’ordine sono poche e chiare: uscire dalla PA riconoscendo per i medici e dirigenti sanitari la categoria speciale, depenalizzare l’atto medico, finanziare adeguatamente il contratto, detassare parte dello stipendio. E con queste parole d’ordine continueremo la nostra battaglia, domani e nei giorni a venire perché lavorare con dignità, sicurezza e tranquillità, questa sì è la nostra missione”.

Per Guido Quici, Presidente della Federazione CIMO-FESMED, “il successo dello sciopero di oggi è indicativo del disagio dei medici. Negli ospedali di tutta Italia sta montando un grande movimento di protesta che non si esaurirà con la manifestazione di oggi: questo sciopero è solo l’inizio di un percorso volto a difendere la sanità pubblica, tutelare il diritto alle cure dei cittadini e valorizzare i professionisti della salute. I medici infatti si sono sempre fatti in quattro per garantire la migliore assistenza possibile, e sono stati ripagati con una manovra che li deruba delle loro pensioni e che riserva briciole al rinnovo dei loro contratti e al finanziamento del Servizio sanitario nazionale. Intanto però si sovvenziona la sanità privata, interessata solo ai propri profitti, considerando che AIOP non rinnova il contratto dei propri medici dipendenti da 18 anni. Davanti a tutto questo per troppo tempo siamo stati in silenzio, e abbiamo sbagliato. Adesso è tempo di far sentire forte e chiara la nostra voce, e di dire basta al definanziamento della sanità”. “Attraversiamo un frangente storico molto delicato per la sanità italiana – commenta per gli infermieri, le ostetriche e le altre professioni sanitarie ex legge 43/2006 Antonio De Palma, Presidente Nursing Up -. Sono in pericolo la qualità dei servizi, l’accesso alle cure, e la stessa gestione del sistema, seriamente compromessa dalla grave carenza degli attori principali, cioè i professionisti infermieri. Questa carenza ha una causa ben precisa, e si chiama ‘mancata valorizzazione’, perché è a causa delle scarse prospettive contrattuali, che i giovani rifiutano di intraprendere percorsi formativi per diventare professionisti dell’assistenza. È il momento di far sentire forte la nostra voce, e lo sciopero rappresenta, così come le manifestazioni di protesta, lo strumento che abbiamo scelto per raccontare ai cittadini il nostro crescente disagio. Non siamo disponibili ad accettare, senza lottare con tutte le nostre forze, che vengano messe le mani sulle nostre pensioni, ci riferiamo al discusso articolo 33 della bozza della Legge di Bilancio. E non accetteremo sommessamente, che il governo faccia melina sulla individuazione e finalizzazione delle risorse da destinare agli infermieri e ai professionisti sanitari ex legge 43/2006: sono necessarie e vanno individuate, integrando e finalizzando, a monte, una parte delle risorse destinate alla contrattazione. Da tempo chiediamo l’istituzione di un’area contrattuale autonoma nella quale inserire le nostre professionalità. È arrivato il momento che la politica finalmente riconosca, con azioni concrete, le nostre specificità professionali, perché è evidente, che dare risposte certe ai professionisti della sanità, significa tutelare lo stato di salute di tutta la collettività, alla quale noi dedichiamo, ogni giorno, il nostro impegno, le nostre competenze, le nostre qualità umane”.

Cecchettin, il padre: la morte di Giulia sia una svolta, basta alla violenza sulle donne. Gli uomini siano i primi a cambiare

Cecchettin, il padre: la morte di Giulia sia una svolta, basta alla violenza sulle donne. Gli uomini siano i primi a cambiareRoma, 5 dic. (askanews) – “Dobbiamo trasformare la tragedia in una spinta per il cambiamento. La vita di Giulia è stata sottratta in maniera crudele, ma la sua morte può e deve essere il punto di svolta per mettere fine alla terribile piaga della violenza sulle donne”, lo ha detto Gino Cecchettin, il padre di Giulia, nel suo messaggio letto al termine del funerale della ragazza nella Basilica di Padova.

“Abbiamo vissuto un tempo di profonda angoscia: ci ha travolto una tempesta terribile e anche adesso questa pioggia di dolore sembra non finire mai. Ancora grazie per il vostro sostegno di cui avevamo bisogno in queste settimane terribili”, ha continuato il padre di Giulia, sottolineando: “Il femminicidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne, vittime proprio di coloro avrebbero dovuto amarle e invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi fino a perdere completamente la loro libertà prima di perdere anche la vita. Come può accadere tutto questo? Come è potuto accadere a Giulia? Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti: famiglie, scuola, società civile, mondo dell’informazione”. “Mi rivolgo per primo agli uomini – ha detto ancora – perché noi per primi dovremmo dimostrare di essere agenti di cambiamento contro la violenza di genere. Parliamo agli altri maschi che conosciamo, sfidando la cultura che tende a minimizzare la violenza da parte di uomini apparentemente normali. Dovremmo essere attivamente coinvolti, sfidando la diffusione di responsabilità, ascoltando le donne, e non girando la testa di fronte ai segnali di violenza anche i più lievi. La nostra azione personale è cruciale per rompere il ciclo e creare una cultura di responsabilità e supporto. E “a chi è genitore come me, parlo con il cuore: insegniamo ai nostri figli il valore del sacrificio e dell’impegno e aiutiamoli anche ad accettare le sconfitte. Creiamo nelle nostre famiglie quel clima che favorisce un dialogo sereno perché diventi possibile educare i nostri figli al rispetto della sacralità di ogni persona, ad una sessualità libera da ogni possesso e all’amore vero che cerca solo il bene dell’altro”, ha concluso Gino Cecchettin.

I funerali di Giulia Cecchettin, il vescovo di Padova ai giovani: amate di più e meglio

I funerali di Giulia Cecchettin, il vescovo di Padova ai giovani: amate di più e meglioMilano, 5 dic. (askanews) – “I nostri, anche se umani e responsabili, sono sempre tentativi di amore, e noi siamo sempre in cammino e sempre in ricerca della strada migliore. Forse voi giovani potete osare di più rispetto al passato: avete a disposizione le università e gli studi, avete possibilità di incontri e confronti a livello internazionale, avete più opportunità e benessere rispetto a 50 anni fa. Nella libertà potete amare meglio e di più: questa è la vostra vocazione e questa può e deve diventare la vostra felicità! Su questa strada ci incontreremo e potremo aiutarci: si incontreranno i giovani e Dio, i giovani e il Vangelo”. Lo ha detto il vescovo di Padova Claudio Cipolla durante la sua omelia per il funerale di Giulia Cecchettin, la 22enne uccisa a coltellate dall’ex fidanzato, nella basilica di Santa Giustina.

“L’amore non è un generico sentimento buonista, quindi, non si sottrae alla verità, non sfugge la fatica di conoscere ed educare se stessi” ha aggiunto, sottolineando che “è empatia che genera solidarietà, accordo di anime e corpi nutrito di idealità comuni, compassione che nell’ascolto dell’altro trova la via per spezzare l’autoreferenzialità e il narcisismo”. “Insegnaci, Signore, la pace tra generi, tra maschio e femmina, tra uomo e donna. Vogliamo imparare l’amore e vivere nel rispetto reciproco, cercando anzi il bene dell’altro nel dono di noi stessi. Non possiamo più consentire atti di sopraffazione e di abuso; per questo abbiamo bisogno di concorrere per riuscire a trasformare quella cultura che li rende possibili”, ha detto il vescovo di Padova, nel corso della sua omelia. Il vescovo ha chiesto “la pace del cuore” anche per Filippo Turetta, l’ex fidanzato di Giulia, reo confesso, e “per la sua famiglia”. “Chiediamo la pace del cuore anche per Filippo e la sua famiglia. Il nostro cuore cerca tenerezza, comprensione, affetto, amore. La pace del cuore è pace con se stessi, con il proprio corpo, con la propria psiche, con i propri sentimenti soprattutto quelli che riguardano il senso delle azioni che compiamo e il senso della vita. Il volto di Giulia è stato sottratto alla nostra vista. Resta impresso nell’affetto e nella memoria di chi l’ha conosciuta e apprezzata”. Con queste parole il vescovo di Padova, Claudio Cipolla, ha concluso la sua omelia al funerale di Giulia Cecchettin.

“Abbiamo bisogno – aveva affermato poco prima il monsignore – di parole e gesti di sapienza che ci aiutino a non restare intrappolati dall’immane tragedia che si è consumata, per ritrovare anche solo un piccolo spiraglio di luce”.

Gimbe: nelle ultime tre settimane raddoppiati i casi di Covid-19

Gimbe: nelle ultime tre settimane raddoppiati i casi di Covid-19Roma, 5 dic. (askanews) – Dopo circa un mese di sostanziale stabilità del numero dei nuovi casi settimanali di Covid-19, da 3 settimane consecutive si rileva la progressiva ripresa della circolazione virale. Infatti, dalla settimana 2-8 novembre a quella 23-29 novembre il numero dei nuovi casi settimanali è aumentato da 26.855 a 52.175 (+94,3%), il tasso di positività dei tamponi dal 13,6% al 18,8%, l’incidenza settimanale da 46 casi per 100 mila abitanti ha raggiunto 89 casi per 100 mila abitanti, la media mobile a 7 giorni da 3.469 casi/die il 2 novembre è salita a 7.454 casi/die il 29 novembre. “Rispetto all’effettiva circolazione virale – commenta Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – il numero dei contagi è largamente sottostimato perché il sistema di monitoraggio, dopo l’abrogazione dell’obbligo di isolamento per i soggetti positivi, poggia in larga misura su base volontaria. Infatti, da un lato la prescrizione di tamponi nelle persone con sintomi respiratori è ormai residuale (undertesting), dall’altro con l’utilizzo diffuso dei test antigenici fai-da-te la positività viene comunicata ai servizi epidemiologici solo occasionalmente (under-reporting)”. Nella settimana 23-29 novembre l’incidenza dei nuovi casi oscilla da 1 caso per 100 mila abitanti della Sicilia a 183 del Veneto. Rispetto alla settimana precedente i nuovi casi aumentano in 15 Regioni: dal +3,7% del Veneto al +43,4% della Sardegna. In calo le restanti 6 Regioni: dal -3,5% della Provincia Autonoma di Trento al -32,3% dell’Umbria. In 80 Province si registra un aumento dei nuovi casi: dal +1,5% di Trieste al +60% di Matera. Nelle restanti 21 Province si rileva una diminuzione dei nuovi casi (dal -0,2% di Salerno al -50% di Messina); stabili le Province di Cagliari, Catanzaro, Enna, Oristano, Siracusa, Sud Sardegna con una variazione dello 0%.

Secondo l’ultimo Aggiornamento nazionale dei dati della Sorveglianza Integrata COVID-19 dell’Istituto Superiore di Sanità, rispetto alla distribuzione per fasce di età, fatta eccezione per la fascia 0-9 anni in cui si registrano 20 casi per 100 mila abitanti, l’incidenza aumenta progressivamente con le decadi: da 16 casi per 100 mila abitanti nella fascia 10-19 anni a 177 per 100 mila abitanti nella fascia 80-89 anni, fino a 221 per 100 mila abitanti negli over 90. “Una distribuzione – spiega il Presidente della fondazione Gimbe – che riflette la maggiore attitudine al testing con l’aumentare dell’età, confermando la sottostima della circolazione virale”. Tutte le varianti circolanti appartengono alla ‘famiglia’ Omicron. Nell’ultimo report dell’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) del 1 dicembre 2023 non vengono segnalate ‘varianti di preoccupazione’, ma solo ‘varianti di interesse’. In Italia, l’ultima indagine rapida dell’ISS, effettuata su campioni notificati dal 13 al 19 novembre 2023, riporta come prevalente (52,1%) la variante EG.5 (cd. Eris) e rileva, analogamente a quanto segnalato da altri paesi, un aumento (dall’1,3% al 10,8%) della variante BA.2.86 (cd. Pirola). “Secondo i report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – spiega Cartabellotta – relativi ai profili di rischio delle due varianti, Eris e Pirola hanno una moderata capacità evasiva alla risposta immunitaria, da vaccinazione o infezione naturale, che ne favorisce la rapida diffusione. Per nessuna delle due varianti ci sono evidenze sul maggior rischio di malattia grave”.

Dopo un mese di stabilità, anche i posti letto occupati da pazienti COVID-19 dal 2 novembre al 29 novembre sono aumentati in area medica da 3.632 fino a 5.741 (+58,1%) e in terapia intensiva da 99 a 170 (+71,7%). Al 29 novembre il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 9,2% in area medica (dall’1,8% della Basilicata al 10,1% dell’Umbria) e dell’1,9% in area critica (dallo 0% di Basilicata, Marche, Provincia Autonoma di Bolzano e Valle d’Aosta al 2,8% dell’Emilia-Romagna). “Se in terapia intensiva – spiega Gimbe – i numeri sono esigui dimostrando che oggi l’infezione da SARS-CoV-2 solo raramente determina quadri severi, l’incremento dei posti letto occupati in area medica conferma che nelle persone anziane, fragili e con patologie multiple può aggravare lo stato di salute richiedendo ospedalizzazione e/o peggiorando la prognosi delle malattie concomitanti”. Infatti, il tasso di ospedalizzazione in area medica cresce con l’aumentare dell’età: in particolare, passa da 39 per milione di abitanti nella fascia 60-69 anni a 112 per milione di abitanti nella fascia 70-79 anni, a 271 per milione di abitanti nella fascia 80-89 anni e a 421 per milione di abitanti negli over 90. Anche i decessi sono raddoppiati nelle ultime 4 settimane: da 148 nella settimana 26 ottobre-1 novembre a 291 nella settimana 23-29 novembre (figura 5), per un totale di 881 decessi. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, i decessi risultano quasi esclusivamente a carico degli over 80. Infatti, a fronte di un tasso di mortalità di 3 decessi per milione di abitanti, sono 23 per milione di abitanti nella fascia 80-89 anni e 46 per milione di abitanti negli over 90.

Ma la campagna vaccinale langue anche per gli over 60 e 80. Dal 20 novembre 2023 sulla dashboard del Ministero della Salute sono rendicontate esclusivamente le somministrazioni effettuate dal 26 settembre 2023, relative alla campagna vaccinale 2023-2024. L’ultimo aggiornamento della platea di riferimento rimane quello del 17 febbraio 2023, distinto solo per fasce di età e non per categoria vaccinale. Di conseguenza è possibile solo calcolare i tassi di copertura per le fasce 60-69 anni, 70-79 anni e per gli over 80. Al 30 novembre sono state somministrate 1.042.541 dosi così suddivise: 190.467 (18,3% del totale) agli under 60 anni, 183.901 (17,6%) alla fascia 60-69 anni, 327.340 (31,4%) alla fascia 70-79 anni e 340.833 (32,7%) agli over 80. La media mobile a 7 giorni è pari a 23.854 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 27.380 della settimana precedente (-12,9%). Facendo riferimento all’ultimo aggiornamento della platea ufficiale, il tasso di copertura nazionale per gli over 60 è del 4,9% (dallo 0% dell’Abruzzo al 12% della Toscana). Quello degli over 80, la fascia di età più suscettibile a ricoveri e decessi, del 7,4% (dallo 0% dell’Abruzzo al 17% della Toscana).

Padova, ai funerali di Giulia Cecchettin migliaia di persone. Applausi per l’arrivo della salma

Padova, ai funerali di Giulia Cecchettin migliaia di persone. Applausi per l’arrivo della salmaPadova, 5 dic. (askanews) – È arrivata nel silenzio la salma di Giulia Cecchettin, in una bara bianca salutata da un applauso delle molte persone, migliaia, arrivate nella Basilica di Santa Giustina a Padova, per dare l’ultimo saluto alla giovane uccisa dall’ex fidanzato, reo confesso. Ad attendere la bara bianca c’erano il papà Gino, la sorella Elena e il fratello Davide. Nella compostezza di una famiglia che solo un anno ha salutato la mamma di Giulia, scomparsa per una malattia. La funzione è officiata dal vescovo di Padova Claudio Cipolla.

Gino Cecchettin, il papà di Giulia, ha voluto una chiesa grande per un messaggio grande, quello contro la violenza sulle donne e la scelta è caduta sulla Basilica di Santa Giustina a Padova, la seconda chiesa più grande d’Italia, che fu nell’anno mille un monastero benedettino e che conserva le spoglie di Giustina, martire cristiana, e anche di un’altra importante donna Elena Cornerò Piscopia, prima Laureata nel mondo. Anche Giulia è stata uccisa a pochi giorni dalla laurea in ingegneria biomedica nell’ateneo di Padova, dall’ex fidanzato Filippo Turetta. Sulla facciata della basilica è stata posta una gigantografia di Giulia si legge ” Giulia ti vogliamo bene!”.

Gino Cecchettin non ha scelto a caso Prato della Valle, la seconda piazza più grande d’Europa dopo la piazza rossa di Mosca, 88.620 metri quadrati, per contenere tutti coloro che volevano dare un ultimo saluto. All’interno della Basilica, 40 familiari stretti, 360 tra amici e conoscenti, i membri dei consigli pastorali di Vigonovo e Saonara (30), i compagni di scuola di Davide, il fratello di Giulia, della 4C dell’Istituto Fermi (20 studenti, 8 professori, il preside, 2 vicepresidi). Le persone che non sono potute entrare, seguono la cerimonia dal maxi schermo posto all’esterno della Basilica. La piazza è stata transennata.

L’omicidio di Giulia Cecchettin è diventato “un caso simbolo” del femminicidio non solo in Veneto ma in tutt’Italia e anche all’estero come ha ricordato lo stesso presidente del Veneto, Luca Zaia, che per oggi ha decretato il lutto regionale. Sono oltre 10mila le persone in piazza e almeno un migliaio quelle all’interno della Basilica di Santa Giustina.

Scuola, occupati da studenti nella notte diversi licei a Roma

Scuola, occupati da studenti nella notte diversi licei a RomaRoma, 5 dic. (askanews) – Occupazione nella notte a Roma da parte di gruppi di studenti di diversi licei pubblici statali della capitale. Le prime comunicazioni ufficiali riguardo i licei Tasso, Mamiani, Morgagni, Vittoria Colonna. Interessati sarebbero almeno una dozzina di scuole pubbliche superiori della capitale. Le occupazioni, comunicate stamani dai rispettivi dirigenti scolastici alle famiglie , sono avvenute tutte in contemporanea fra le 2 e le 3 di notte.

I dirigenti scolastici hanno comunicato essere in procinto di presentare esposto-denuncia a Carabinieri e Polizia contro le occuopazioni. In alcuni dei licei nei giorni scorsi erano state deliberati dagli organismi scolastici settimane di sospensione della didattica con lezioni autogestite dagli studenti su temi di attualità. Non condivise da alcuni collettivi studenteschi dei licei occupati che hanno votato per l’occupazione.