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Caso Saviano, RCS: merita di rappresentare Italia alla Buchmesse

Caso Saviano, RCS: merita di rappresentare Italia alla BuchmesseMilano, 29 mag. (askanews) – In seguito alla decisione di escludere Roberto Saviano dalla programmazione della partecipazione ufficiale italiana alla Buchmesse di Francoforte, Alessandro Bompieri, direttore generale News di RCS MediaGroup, ha dichiarato: “Siamo fermamente convinti che Roberto Saviano dovesse essere tra gli autori rappresentativi dell’Italia, selezionati e invitati dalle nostre Istituzioni. Questo per l’indiscusso valore civile delle sue opere e per il grande successo internazionale di cui da sempre gode”.


“In assenza di un invito istituzionale, Fuoriscena, casa editrice del Gruppo RCS ed editore italiano del suo ultimo libro Noi due ci apparteniamo – ha aggiunto Bompieri – sarà felice e onorata di sostenere in ogni modo la sua presenza a Francoforte”.

Ambiente, presentato “Planetaria”, format ideato da Stefano Accorsi

Ambiente, presentato “Planetaria”, format ideato da Stefano AccorsiRoma, 28 mag. (askanews) – Presentato a Roma, presso la sede di SuperHumans, Planetaria. Discorsi con la Terra, il nuovo format nato da un’idea di Stefano Accorsi e Filippo Gentili e prodotto da SuperHumans insieme a Fondazione Teatro della Toscana.


Si svolgerà a Firenze Presso il Teatro della Pergola dal 7 al 9 giugno. Una tre giorni di full immersion gratuita per ripensare il rapporto con l’ambiente in una modalità nuova. Un viaggio dove tutti, grandi e piccini, saranno trasportati in un’avventura mai provata prima. A fare da padroni di casa in una location rinnovata per l’occasione, oltre al ceo di SuperHumans Paolo Platania, Stefano Accorsi in qualità di direttore artistico di Planetaria. Accompagnati da Tommaso Sacchi – presidente della Fondazione Teatro della Toscana e del Museo Stibbert di Firenze, già assessore alla Cultura del capoluogo toscano e attualmente Assessore alla Cultura a Milano -, Claudia Pasquero – professoressa di Oceanografia e Fisica dell’Atmosfera all’Università di Milano Bicocca – direttrice Scientifica di Planetaria e Maximo Ibarra – ad Engineering e Innovation Partner del progetto – hanno presentato il progetto in un talk moderato dalla giornalista Diletta Parlangeli speaker di Rai Radio2, Radio Ufficiale di Planetaria. Per Paolo Platania, ceo di SuperHumans “due sono i tratti distintivi di Planetaria – Discorsi con la Terra. Da un lato l’originalità, perché in un panorama di divulgazione fatto molto spesso di panel prettamente scientifici, noi portiamo una voce unica e distintiva; dall’altro, la potenzialità di questo format di diventare una piattaforma multicanale che possa aggregare mondi diversi, dalle istituzioni ai brand – passando per l’arte e la scienza”.


Stefano Accorsi, ideatore con Filippo Gentili di Planetaria, ha individuato nel teatro il mezzo per eccellenza per portare un nuovo tipo di comunicazione su temi come il climate change: “Il teatro è per definizione il luogo dell’empatia, del confronto e della condivisione: lo strumento ideale per costruire un nuovo tipo di comunicazione che, anziché allontanare le persone, possa creare un’esperienza emotiva in cui immaginare insieme scenari possibili ed azioni che ognuno di noi può intraprendere nel suo piccolo” ha detto.

L’Italia a Francoforte: un programma “per unire e includere”

L’Italia a Francoforte: un programma “per unire e includere”Francoforte, 28 mag. (askanews) – È stato presentato nella Literaturhaus di Francoforte il programma che l’Italia porterà come Paese ospite d’onore alla Buchmesse 2024, partecipazione che, 36 anni dopo la prima volta, sarà all’insegna del titolo “Radici nel futuro”. Una vetrina importante per la nostra letteratura, ma anche un’occasione per la diffusione all’estero della nostra cultura in generale. L’Italia si presenterà a Francoforte con un programma editoriale, curato dall’Associazione Italiana Editori e che si affiancherà a quello professionale dello stand collettivo, volutamente comprensivo di tutti i generi letterari e animato da oltre cento autori e ospiti. Dalla poesia all’approfondimento sociale, dal giallo al fumetto, dalla saggistica al romance, dall’arte ai contenuti per ragazzi: la proposta italiana darà pieno diritto a tutti i generi, rifiutando l’idea dell’esistenza di un ordine gerarchico tra di loro. Il commissario straordinario Mauro Mazza, che ha progettato e sta guidando la presenza italiana, ha ribadito dal palco la volontà di un progetto che vuole in primo luogo unire ed essere inclusivo, per tutti, senza pregiudizi verso nessuno. E la lista degli autori italiani che interverranno alla fiera di Francoforte è effettivamente variegata: si va da Chiara Valerio a Stefano Zecchi, da Vivian Lamarque a Susanna Tamaro, da Nicola Lagioia a Marcello Veneziani, e poi ancora moltissimi, tra i quali possiamo ricordare Claudia Durastanti, Mauro Covacich, Alessandro Baricco, Annalena Benini, Mario Desiati, Donatella Di Pietrantonio, Paolo Rumiz, Carlo Rovelli, Emanuele Trevi. Con due grandissimi nomi, già presenti 36 anni fa alla Buchmesse, come Dacia Maraini e Claudio Magris a fare da, per così dire, numi tutelari. E poi anche illustratori come Lorenzo Mattotti, che ha firmato il manifesto del progetto “Radici nel futuro”, o Olimpia Zagnoli, e ancora fumettisti come Milo Manara, ma anche più recenti fenomeni social come Pera Toons. Insomma, una pluralità di voci e atteggiamenti, che nelle intenzioni voglio dare una rappresentazione il più ampia possibile della cultura letteraria italiana.


Il programma darà forma al motto di questa partecipazione italiana, “Radici nel futuro”. Non è un ossimoro perché la storia della letteratura italiana rappresenta un marchio talmente conosciuto ed apprezzato all’estero da rendere indispensabile la sua presenza in una vetrina così prestigiosa dedicata al mondo della nostra editoria contemporanea. In questa ottica saranno a inquadrare gli omaggi a figure come Aldo Manuzio ed Andrea Camilleri o a istituzioni come l’Università degli Studi di Napoli Federico II per l’ottocentesimo anniversario dalla fondazione. Attualità, geopolitica, religione e giovani. Ma l’Italia a Francoforte avrà uno sguardo rivolto all’attualità con momenti di riflessione sull’Europa, sui suoi rapporti con la Russia, sul ruolo degli intellettuali nella società e nella politica. Nell’attualità si devono collocare anche gli appuntamenti dedicati all’ambito più spirituale e religioso, pensati per interrogarsi sul contributo che determinati valori comuni possono dare alla convivenza sociale in un’epoca di divisioni. Ieri, oggi e domani: l’attenzione alle nuove generazioni di lettori (e non solo) è testimoniato dallo spazio quotidiano alle migliori firme dell’editoria per bambini e ragazzi, ma anche dagli incontri che avranno protagoniste le star del romance, genere di grande tendenza. Un altro punto di forza del programma è il focus non solo su cosa ma anche su come si scrive. Ascoltare dalla viva voce degli autori quale metodo utilizzano per poter dar vita alle loro opere non capita tutti i giorni. Un format affidato alla giornalista Loretta Cavaricci: tu per tu con gli scrittori per scoprire, o almeno tentare di farlo, i segreti del mestiere più affascinante. Il Padiglione di Stefano Boeri: una piazza italiana. Passato e futuro, tradizione e modernità: tutto s’incontra e s’intreccia nel Padiglione immaginato e realizzato dall’architetto Stefano Boeri, luogo fisico che concretizza il claim dell’Italia Ospite d’Onore. Una piazza tipicamente italiana, coi portici attorno e gli spazi aperti, chiamata ad esprimere quell’idea di socialità e quel senso di comunità per cui gli italiani sono famosi nel mondo. Al suo interno l’Arena e il Caffè Letterario, i due teatri degli appuntamenti previsti dal programma editoriale. Sarà qui che più di cento autori ed ospiti animeranno le cinque giornate tricolori alla Buchmesse. Lo faranno nei confronti quotidiani, una modalità scelta proprio per valorizzare l’espressione di punti di vista e sensibilità diverse, se non contrastanti. Il confronto dialettico sarà il vero protagonista della partecipazione italiana, senza alcuna smania di dover giungere a posizioni identiche o sovrapponibili. Questo è lo spirito con cui l’Italia Ospite d’Onore cercherà di dimostrare a Francoforte che la cultura unisce, anche nella diversità.


Il Padiglione dell’Italia Ospite d’Onore darà vita visivamente al racconto di un Paese delle eccellenze. Un tema coerente con il motto “Radici nel futuro” è quello del rapporto con l’antichità che verrà rappresentato nei duemilatrecento metri quadri dall’allestimento della mostra “L’istante e l’eternità. Tra noi e gli antichi”, già reduce dal successo al Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano. Il giusto tributo alla cultura greco-romana in presenza, però, di opere di epoca medievale, moderna e contemporanea che testimonieranno la capacità dell’uomo di ogni tempo di trarre ispirazione nell’antichità senza perdere la volontà di reinventare e di reinventarsi. All’interno del Padiglione non poteva mancare una mostra dedicata a Johann Wolfgang von Goethe, il tedesco più innamorato dello Stivale che attraverso il suo celebre diario di viaggio è riuscito a rafforzare quelle “affinità elettive” esistenti tra i nostri due popoli. I due eventi espositivi, curati da Luigi Gallo, saranno organizzati dalla Direzione generale Musei del ministero della Cultura e daranno la possibilità ai visitatori della Buchmesse di ammirare di persona pezzi straordinariamente rappresentativi di un patrimonio storico-artistico senza eguali nel mondo. Il secolo breve ma intenso: omaggio al Novecento letterario. Dall’Italia del Settecento di Goethe prenderemo la macchina del tempo per arrivare al Novecento con la mostra fotografica “Scritto in faccia”. Ideato dalla The Italian Literary Agency e curato da Alberto Saibene, questo percorso espositivo porterà i visitatori del Padiglione a compiere un viaggio fotografico lungo cento anni. Un secolo di grandi tragedie per il nostro Paese, ma anche un’età argentea per la nostra letteratura. Le immagini di circa sessanta autori determineranno la presenza di una sorta di Pantheon letterario del XX secolo nella piazza realizzata da Stefano Boeri. Solo per fare alcuni nomi: Italo Svevo ed Alberto Arbasino, Oriana Fallaci e Dario Fo. Distanti d’anagrafe o d’orientamento, la mostra li celebrerà per il contributo fondamentale che hanno fornito nel rendere eterna la letteratura italiana del Novecento. Il simbolo di questa partecipazione dell’Italia come Ospite d’Onore è senz’altro il manifesto realizzato per l’occasione dal maestro Lorenzo Mattotti e dominato dalla figura della giovane lettrice sulla calla. Inevitabile, quindi, destinare al mondo dell’illustrazione uno spazio di rilievo all’interno del Padiglione. Nuove tendenze, idee e talenti nella mostra intitolata “Matite giovani tra illustrazione e fumetto”, curata dall’ Accademia Drosselmeier ed organizzata da BolognaFiere/Bologna Children’s Book Fair. Il nome della più importante fiera dedicata ai libri e ai contenuti per ragazzi è già di per sé una garanzia del fatto che nella piazza italiana a Francoforte si potranno ammirare le migliori giovani promesse di questo specifico ambito editoriale in cui da tempo l’Italia primeggia.

Libri, esce “Il Paese azzurro” di Beppe Convertini

Libri, esce “Il Paese azzurro” di Beppe ConvertiniRoma, 27 mag. (askanews) – Rai Libri presenta “Il Paese azzurro. Un viaggio alla scoperta delle coste della nostra Italia e del suo mare”, di Beppe Convertini. Un’avventura lunga migliaia di chilometri, per terra e per mare, che porta il lettore a incontrare alcune delle meraviglie che l’Italia, cuore del Mediterraneo, sa donare a chi la vive e a chi la visita. Duecento pagine di racconti, aneddoti, consigli, per scoprire o riscoprire le Eolie e Ischia, Maratea e la Versilia, le Cinque Terre, la Laguna veneta e altre splendide località.


Un’esplorazione nel segno dell’azzurro, di quel mare che è risorsa inesauribile per il Paese. Un viaggio e un racconto che sono anche una profonda dichiarazione d’amore e di rispetto per i territori visitati. Beppe Convertini va alla scoperta di storie e tradizioni, di antichi mestieri e di eccellenze enogastronomiche, di un’umanità tutta italiana che caratterizza profondamente le nostre terre e la loro gente. “Il Paese azzurro” di Beppe Convertini, edito da Rai Libri, è in vendita nelle librerie e negli store digitali dal 29 maggio 2024 (Euro: 19,00). Beppe Convertini (Martina Franca, 20 luglio 1971) e? un attore, conduttore e autore televisivo e radiofonico. Ha condotto diversi programmi su Rai 1: “La vita in diretta Estate”, “Storie in bicicletta”, “Telethon”, “C’e? tempo per…”, “Uno Weekend”, “Linea Verde 100”, “Azzurro – Storie di mare”, “Evoluzione terra”, “Linea Verde”. Dal 2023 e? al timone di “Uno Mattina In Famiglia”. Con Rai Libri ha pubblicato Paesi miei.

Cannes, Anora vince la Palma d’oro. Festival delle donne

Cannes, Anora vince la Palma d’oro. Festival delle donneRoma, 25 mag. (askanews) – E’ il giorno di Sean Baker a Cannes. Il suo Anora vince la Palma d’oro quale miglior film, storia divertente di una spogliarellista di Brooklyn che vive la favola d’amore con il figlio di un oligarca russo. Il Palmares assegnato dalla giuria presieduta dalla regista e attrice Greta Gerwig e con Pierfrancesco Favino ha lasciato fuori l’Italia, che aveva in corsa Parthenope di Paolo Sorrentino. Secondo il regista Sean Baker “siamo tutti affascinati” dal lavoro sessuale perché avviene “proprio sotto il nostro naso, che ce ne accorgiamo o meno”. “Si può esplorare all’infinito”, ha detto il regista, appassionato di personaggi imperfetti che affrontano gli stessi problemi di tutti gli altri. “Non posso limitarmi a raccontare la storia di una prostituta dal cuore grande”, ha spiegato.


Il premio per il Migliore attore alla 77 edizione del Festival di Cannes, assegnato dalla giuria presieduta da Greta Gerwig, è stato vinto da Jesse Plemons per Kinds of Kindness del regista greco Yorgos Lanthimos. L’attore americano non era presente sul palco per ritirare il premio. Migliori attrici in Emilia Pérez sono Adriana Paz, Zoe Saldana, Selena Gomez e Karla Sofía Gascon, la prima donna transgender a ricevere il premio. Karla Sofia Gascon è scoppiata in lacrime mentre riceveva il premio a nome di tutte e tre le protagoniste del film Emilia Perez del regista veterano di Cannes Jacques Audiard.


Gascon ha ringraziato la sua famiglia. “Quando mi hanno dato la possibilità di far passare questo messaggio, ho capito che molta gente si sarebbe potuta guardare in faccia, persone denigrate, insultate. Questo premio è per tutti. E poi quello che mi meraviglia è che la Francia abbia sentito come sua una pellicola in spagnolo e che parla di Messico”, ha detto l’attrice. Di donne e resistenza ha parlato la giovane regista Coralie Fargeat, vincitrice del premio per la Miglior sceneggiatura per l’horror femminista The Substance con Demi Moore, “un film sull’esperienza delle donne del mondo e sulla violenza subita. Spero che possa se non cambiare il mondo, dare almeno un piccolo contributo, essere parte del cambiamento, vicino a tutte le donne che si prendono il rischio di parlare e denunciare e di far parte di questa rivoluzione appena cominciata tutti insieme”.


Le donne sono echeggiate nelle parole di Mohammad Rasoulof, Premio speciale per Il seme del fico sacro. “Le giovani donne del mio paese, del movimento Donne Vita Libertà, mi hanno ispirato con il loro grande coraggio di lottare. Il mio popolo è ostaggio del regime, una situazione di sofferenza che si vive quotidianamente, gli attori del mio film sono stati trattenuti in Iran con la pressione dei servizi segreti della Repubblica Islamica e sono profondamente triste. Questo film è un miracolo, ma in Iran accadono cose terribili agli artisti, agli studenti universitari, ai giovani, oggi è stato condannato a morte Toomaj Salehi per la sua attività artistica di rapper”, ha detto il regista iraniano davanti alla platea commossa e in standing ovation. Altre donne, altri paesi: è l’India di All We Imagine As Lightdi Payal Kapadia, che ha vinto il prestigioso secondo premio, il Grand Prix, con la storia di “solidarietà ed empatia” di una giovane infermiera di Mumbai, un film “girato come in famiglia”. La regista ha espresso solidarietà alle persone che lavorano al festival, i precari che hanno chiesto tutele e stabilità.


Il premio per la Migliore regia alla 77 edizione del Festival di Cannes, assegnato da una giuria presieduta da Greta Gerwig, è andato a Miguel Gomes per Grand Tour. Premio della Giuria: Emilia Pérez di Jacques Audiard; Miglior sceneggiatura: The Substance di Coralie Fargeat. L’abbraccio tra Francis Ford Coppola, 85 anni, e George Lucas, 80 anni, è stato storico: il regista del Padrino ha consegnato al creatore di Guerre Stellari la Palma d’oro onoraria. “Che onore la sorpresa di Francis Ford, mio fratello, mentore e amico”, ha detto Lucas.

Ippica, a Piazza di Siena siglato l’accordo tra MASAF e FISE

Ippica, a Piazza di Siena siglato l’accordo tra MASAF e FISERoma, 25 mag. (askanews) – Esattamente due anni fa, il 25 maggio 2022, la purosangue inglese Frabematt scendeva in pista per la sua ultima corsa, il Premio Costa dei Trabocchi di Tagliacozzo. Nata cinque anni fa e allenata da Claudia Vicari, due anni dopo Frabematt è stata la protagonista di un ideale passaggio di consegne, tra il fantino Manuel Porcu e il giocatore di polo Patricio Rattagan, e che simboleggia l’avvio di un nuovo progetto. Nell’Ovale che ospita lo CSIO di Piazza di Siena, il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) e la Federazione Italiana Sport Equestri (FISE) hanno firmato un accordo per il recupero di cavalli a fine carriera e per il riaddestramento agli sport equestri.


Il cavallo, montato da Manuel Porcu (fantino che in carriera ha vinto 350 corse), dopo un giro di pista è stato quindi affidato alle mani di Patricio Rattagan, ideatore e protagonista di Italia Polo Challenge (circuito di arena polo in corso al Galoppatoio di Villa Borghese), nonché esperto nel recupero e nel riaddestramento dei cavalli purosangue. Dalla sella da ippica a quella da polo: è da Piazza di Siena che inizia la seconda vita di Frabematt, e lo stesso succederà con tanti altri cavalli coinvolti nel progetto. “Abbiamo stretto un accordo estremamente importante – le parole del Sottosegretario del MASAF, Patrizio Giacomo La Pietra -, perché stiamo cercando di dare una prospettiva all’animale guardando sempre al suo benessere, dandogli la possibilità di essere utilizzato in attività di carattere sportivo, terapeutico e sociale. Sono questi i tre pilastri su cui stiamo lavorando”. “Grazie allo staff del MASAF, al Sottosegretario Patrizio La Pietra, all’ingegner Remo Chiodi e a tutti coloro che hanno reso possibile questo accordo – ha aggiunto il presidente della FISE, Marco Di Paola -. Abbiamo collaborato a questo importante progetto che vuole dare una seconda vita ai cavalli dell’ippica, e che potranno essere in breve tempo convertiti agli sport olimpici all’interno del nostro Centro Equestre Federale dei Pratoni del Vivaro. In questo modo, i cavalli potranno regalare tanti sorrisi anche ai giovani delle scuole federali a cui saranno assegnati dopo la preparazione, anche per un’attività terapeutica di cui i cavalli sanno essere straordinari protagonisti”.

Museo Marino Marini di Firenze presenta Il Tesoro di Terrasanta

Museo Marino Marini di Firenze presenta Il Tesoro di TerrasantaMilano, 24 mag. (askanews) – Il Museo Marino Marini di Firenze apre le porte a una mostra che racconta oltre cinque secoli di arte sacra attraverso i capolavori commissionati dalle corti cattoliche europee per essere donati alla basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Un autentico tesoro che è stato catalogato dall’Ordine dei Frati Minori a partire dal 2013. Nel corso della conferenza stampa è stata presentata la mostra “Il Tesoro di Terrasanta al Museo Marino Marini. La bellezza del sacro: l’Altare dei Medici e i doni dei Re”, in programma dal 12 settembre 2024 al 8 gennaio 2025.


Dedicata ai doni dei sovrani, l’esposizione comprende 109 opere di arte sacra di inestimabile valore, tra le quali spicca l’Altare del Calvario alla basilica gerosolimitana. Quest’opera, di cui fa parte l’Ornamento donato da Ferdinando I de’Medici, realizzato da Domenico Portigiani, Giambologna e Pietro Francavilla, tra il 1588 e il 1590, rappresenta uno dei manufatti di maggior valore artistico e spirituale che adornano la navata latina del Santo Sepolcro. Dopo quasi cinque secoli, per la prima volta, l’Ornamento ha lasciato Gerusalemme per fare ritorno in Italia, dove sarà restaurato ed esposto a Firenze per tutta la durata della mostra. “La scelta di portare la mostra al Museo Marino Marini di Firenze – ha spiegato Carlo Ferdinando Carnacini, Presidente della Fondazione Marini San Pancrazio – è dettata dalla presenza della Cappella Rucellai, capolavoro dell’architettura rinascimentale realizzato nel XV secolo da Leon Battista Alberti e ispirato proprio al Sepolcro di Terra Santa. Ospitare i tesori di uno dei luoghi simbolo delle tre confessioni religiose, meta di migliaia di pellegrini ogni anno, rappresenta un motivo di grande orgoglio per il nostro museo. In questo connubio tra arte contemporanea, tradizione e pellegrinaggio, il Museo Marino Marini di Firenze si conferma come un centro culturale di eccellenza a livello internazionale, capace di promuovere il dialogo tra linguaggi artistici differenti e di avvicinare un pubblico eterogeneo alla bellezza e alla complessità dell’arte.” La presentazione è stata moderata dalla giornalista Claudia Conte, consigliera della Fondazione Marini San Pancrazio, e ha visto anche il lancio di un breve video-documentario sui lavori di restauro dell’Altare del Calvario che svela in anteprima alcune altre opere di rilevante pregio artistico che andranno a comporre il corpus di opere della Mostra “Il Tesoro di Terrasanta al Museo Marino Marini”.


Nell’ambito dell’incontro è intervenuto anche l’on. Federico Mollicone, Presidente della Commissione Cultura alla Camera dei Deputati, che ha dichiarato: “Crediamo che la cultura debba essere una risposta unitaria allo scontro e alla violenza e questa iniziativa culturale lo dimostra. Come Parlamento siamo aperti ad una collaborazione istituzionale per continuare operazioni di valorizzazione e promozione dei tesori della Terra Santa, per la riscoperta delle nostre radici e dare seguito alla politica attiva della diplomazia culturale.” Tra i capolavori della mostra spiccano anche i doni offerti da Carlo di Borbone, re di Napoli, a testimonianza della munificenza dei committenti e della profonda devozione. Di particolare rilievo il paliotto d’altare in argento e oro, realizzato in 1731 dal maestro orafo napoletano Gennaro De Blasio, che si aggiunge ad altre opere inedite, mai esposte in precedenza, come le due tele raffiguranti San Francesco d’Assisi e Sant’Antonio da Padova, dipinte da Francesco De Mura nel XVIII secolo. L’intera collezione di opere, posta sotto la tutela della Custodia di Terra Santa, costituisce un tesoro di oggetti religiosi, gioielli, ornamenti e paramenti sacri, codici e baldacchini che i francescani hanno preservato e catalogato nel corso di oltre cinque secoli, e che ritorneranno a Gerusalemme nel 2026 per l’istituzione Terra Sancta Museum Art and History, nel convento di San Salvatore.

”Henri Cartier-Bresson e il mondo delle immagini”

”Henri Cartier-Bresson e il mondo delle immagini”Roma, 23 mag. (askanews) – Invisibile, eppure così riconoscibile. Henri Cartier-Bresson è una sagoma in controluce mentre parla a Romeo Martinez, direttore della rivista Camera dal 1954 al 1964 e storico della fotografia. Immagini e parole più uniche che rare che riprendono vita nel documentario Rai con testi di Giorgio Bocca e regia di Nelo Risi “Primo piano. Henri Cartier-Bresson e il mondo delle immagini”, andato in onda una sola volta, nel 1964, e riscoperto da Rai Teche e Rai Cultura che lo ripropongono lunedì 27 maggio alle 19.20 su Rai 5 per la serie “Dorian”.


Per tutta l’intervista, Cartier-Bresson – scomparso vent’anni fa – si copre il volto con le mani, rimane nell’ombra, sfugge. Un continuo gioco tra lo scomparire e l’apparire: “Il pubblico – dice – mi vorrà scusare se non lo guardo in faccia, ma il lavoro di cui mi occupo mi costringe a conservare l’anonimato. È un mestiere che si esercita a bruciapelo, prendendo la gente alla sprovvista e dove non è consentito a mettersi in mostra”. Nel dialogo con Martinez, Cartier Bresson – che si definisce un memorialista, più che un reporter – parla del ruolo della fotografia, della responsabilità di chi si occupa di immagini, di rispetto per il soggetto fotografato, di falsificazione e di pubblicità in quella che, sessant’anni fa, definiva – “un’epoca che violenta la natura e disintegra l’immagine”.


Emerge, così, il ritratto di un viaggiatore e di un incredibile narratore del mondo, tra gli anni ’30 e gli anni ’60: ha fotografato la Cina nel 1948 all’arrivo di Mao Zedong e successivamente nel 1958, ed è stato uno degli ultimi reporter ad incontrare e fotografare Gandhi. E poi il Messico, Cuba, ma anche la provincia italiana del primo dopoguerra, di cui sono celebri le sue foto di Scanno che hanno aperto la strada ad un pellegrinaggio di molti fotografi successivi sugli stessi luoghi. E a differenza dell’amico Robert Capa, con cui fonda l’agenzia Magnum, evoca più che documentare, con uno stile che ricorda gli impressionisti e la tradizione pittorica di Cezanne, Degas e Manet. Perché per lui la fotografia è un mezzo per disegnare. Ma c’è anche l’influenza del regista francese Jean Renoir, secondogenito del pittore Pierre-Auguste, per il quale lavora agli inizi come aiuto regista e dal quale apprende come cercare “l’essenza dell’uomo”. Ed è così attuale che già nel 1964 si pone il problema della deontologia e dello svilimento della figura del fotografo nelle riviste da parte di “sfruttatori di immagini avidi e malevoli”. Alla fine, affida infine alla macchina da presa la sua ricetta per la fotografia: “Per me occorre rigore, un certo controllo, una disciplina, dello spirito, una cultura, infine intuizione e sensibilità. Ci vuole anche un certo rispetto per l’apparecchio e per i suoi limiti. Ci vuole occhio, cuore e cervello”.

In Nigeria la mostra di Ballarin sull’antico popolo degli Yorubas

In Nigeria la mostra di Ballarin sull’antico popolo degli YorubasRoma, 23 mag. (askanews) – Si aprirà martedì 4 giugno ad Abuja, in Nigeria, la nuova personale di Luigi Ballarin, “Human and spiritual wealth of Yorubas”, visitabile sino al 7 giugno 2024 presso la Gallery Fraser Suite Hotel Abuja. La mostra, organizzata in occasione dei festeggiamenti per la Festa della Repubblica, propone un ponte “artistico” tra cultura europea mediterranea e quella Yoruba, antico e ricco gruppo etno-linguistico di circa 40 milioni di persone oggi diffuso principalmente nell’Africa occidentale.


Con questa mostra, Ballarin utilizza la potenza espressiva dell’arte in modo sincero, introspettivo, unificante e accattivante. Il risultato è che ogni figura, ogni pennellata e ogni colore si riflettono sulla tela con coraggio, quasi come se fossero vivi. “Luigi Ballarin continua a esaltare conoscenze, esperienze ed insegnamenti, un bagaglio acquisito unendo Europa e Africa – ha detto il curatore Beste Gürsu – lo fa dimostrando grande ammirazione per la giustizia sociale e per i dialoghi culturali, come la sua vita e ogni aspetto della sua arte ci ricordano costantemente. Il suo operato trascende ciò che spesso è misterioso e occasionalmente ripetitiva apparenza del mondo, approfondendone la reale essenza. All’interno di questa ricchezza culturale, produce opere originali e intense, lavorando sempre con un atteggiamento appassionato, determinato, onesto, coraggioso, leale e nobile”.


“L’esposizione del Maestro Luigi Ballarin mette in mostra un’accattivante esplorazione della ricchezza umana e culturale del popolo Yoruba nel contesto della società ricca e multietnica della Nigeria – ha dichiarato Stefano De Leo, Ambasciatore d’Italia ad Abuja – attraverso le sue opere d’arte, Ballarin approfondisce il ricco patrimonio, le tradizioni e i simboli della cultura Yoruba, offrendo agli spettatori uno sguardo sull’essenza di questa vivace comunità africana. Con un uso magistrale del colore, della consistenza e della forma, Ballarin dà vita allo spirito e la diversità di questo popolo, evidenziando il loro profondo legame con storia, credenze e costumi. Ogni dipinto è una narrazione visiva che celebra la bellezza, la resilienza e la creatività della cultura yoruba, invitando il pubblico a farlo apprezzare e interagire con gli aspetti sfaccettati di questa antica civiltà”.

Torna in libreria Sin City, la leggendaria saga di Frank Miller

Torna in libreria Sin City, la leggendaria saga di Frank MillerMilano, 21 mag. (askanews) – Torna in libreria il primo volume della leggendaria serie a fumetti di Frank Miller, “Sin City”. Star Comics ha presentato quattro nuove edizioni de “Il Duro Addio”, da quella regular a quella con una copertina speciale, fino alle edizioni limited e ultra limited, a tiratura limitata di 1.000 e 300 copie rispettivamente, probabilmente destinate a diventare pezzi da collezione. Il volume è stato presentato a Milano nel Demidoff Hotel, che con le sue atmosfere dark si è immediatamente prestato al racconto della saga di Miller.


“Siamo veramente felici di essere qui oggi – ha detto Claudia Bovini, amministratore delegato di Star Comics – pensiamo che questa sia un’opera che necessitava veramente di una nuovissima edizione. Per Star Comics è un onore avere nel catalogo uno dei mostri sacri del fumetto occidentale e siamo lieti appunto di poter portare al grande pubblico la sua opera principale in varie edizioni estremamente speciali”. La saga di Miller, che è anche l’autore di “300” e di “Batman, il ritorno del Cavaliere oscuro”, si svolge nella città di Basin City e le storie dei vari personaggi si intrecciano in diversi episodi, comunque tra loro indipendenti. La serie è stata resa famosa anche da un film del 2005 scritto e diretto dallo stesso Miller con Robert Rodriguez e Quentin Tarantino.