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Carlo Ratti nominato direttore della Biennale Architettura 2025

Carlo Ratti nominato direttore della Biennale Architettura 2025Milano, 21 dic. (askanews) – Il Cda della Biennale di Venezia si ha niominato Carlo Ratti direttore del Settore Architettura, con lo specifico incarico di curare la 19esima Mostra Internazionale di Architettura che si svolgerà nel 2025. La nomina è avvenuta su proposta del presidente Roberto Cicutto, in accordo con Pietrangelo Buttafuoco, presidente nominato della Biennale di Venezia per il quadriennio marzo 2024 – 2027.

Di formazione architetto e ingegnere, il professor Carlo Ratti insegna al Massachusetts Institute of Technology (MIT) e al Politecnico di Milano. È direttore del Senseable City Lab e socio fondatore dello studio di architettura e innovazione CRA-Carlo Ratti Associati (Torino, New York City, Londra). Laureato presso il Politecnico di Torino e l’École Nationale des Ponts et Chaussées a Parigi, ha conseguito un Master of Philosophy e un PhD in Architettura all’Università di Cambridge in Inghilterra, completando la sua tesi di dottorato come Fullbright Scholar presso il MIT. Uno dei dieci studiosi più citati a livello internazionale nel campo della pianificazione urbana, è co-autore di oltre 750 pubblicazioni scientifiche, tra cui il recente “Atlas of the Senseable City” (scritto con Antoine Picon, edito da Yale University Press). Già relatore a TED, pubblica in modo regolare articoli di opinione sui maggiori media internazionali, tra cui The New York Times, Financial Times, The Guardian, Project Syndicate, Le Monde, Süddeutsche Zeitung, Corriere della Sera, La Repubblica, El Pais. Ricopre il ruolo di co-presidente del Global Future Council su Città e Urbanizzazione del World Economic Forum.

La sua esperienza curatoriale comprende progetti in diverse parti del mondo. È stato direttore didattico allo Strelka Institute for Media, Architecture and Design di Mosca, curatore del BMW Guggenheim Pavilion di Berlino e curatore del padiglione Future Food District durante Expo Milano 2015. È stato capo curatore dell’ottava Biennale di Urbanistica/Architettura di Shenzhen (UABB) nel 2019, co-curatore della seconda Biennale di Design di Porto nel 2021 e Mediatore Creativo responsabile della pluripremiata Visione Urbana della Biennale Nomade Europea Manifesta 14 a Pristina nel 2022. Il suo lavoro è stato esposto in sedi quali il MoMA The Museum of Modern Art di New York, La Biennale di Venezia (Mostre Internazionali di Architettura), il Design Museum di Barcellona, il Science Museum di Londra, il MAXXI di Roma. Tre dei suoi progetti – il Digital Water Pavilion, la Copenhagen Wheel e Scribit – sono stati inclusi nell’annuale elenco delle “Migliori invenzioni dell’anno” della rivista TIME. La rivista Fast Company lo ha definito uno dei “Designer più influenti d’America” e Blueprint Magazine lo ha inserito nella lista delle “Persone che cambieranno il mondo del design”. Bloomberg lo ha nominato il “filosofo della città sensoriale”.

“A noi architetti piace pensare di essere ‘smart’ – ha commentato Carlo Ratti – ma la vera intelligenza è ovunque: dall’ingegno disincarnato dell’evoluzione naturale, alla crescente potenza di calcolo dei nostri computer, fino a una diffusa saggezza collettiva. Per affrontare un mondo in fiamme, l’architettura deve riuscire a sfruttare tutta l’intelligenza che ci circonda. Sono profondamente onorato di avere l’opportunità di curare la Biennale Architettura 2025”. Il Cda ha deliberato anche le date della 19esima Mostra Internazionale di Architettura, che si terrà da sabato 24 maggio a domenica 23 novembre 2025 (pre-apertura 22-23 maggio).

Tornare dentro Richard Serra, polo magnetico del contemporaneo

Tornare dentro Richard Serra, polo magnetico del contemporaneoBilbao, 21 dic. (askanews) – L’esperienza dentro lo spazio è anche una presa di coscienza del senso del tempo, ma di riflesso il tempo che così si genera nella percezione dello spettatore diventa una nuova forma di spazio, piegato e ripensato, come se fossimo all’interno di una teoria fisica. Le enormi installazioni de “La materia del tempo” di Richard Serra, che sono parte della collezione permanente del Museo Guggenheim di Bilbao, agiscono come un grande attrattore del contemporaneo, un polo magnetico intorno al quale ruota l’idea stessa di ciò che significa fare una reale esperienza dell’arte oggi.

Come ogni magnetismo, anche questo è instabile, mutevole, inafferrabile: così da rendere sempre diversa la sensazione di chi ci passa all’interno o osserva i blocchi di acciaio dall’alto. Ogni prospettiva fornisce risposte differenti, dalla cui somma si arriva poi alla consapevolezza personale di quello che si è visto e si è attraversato: un mondo unico e multiforme all’interno di una sala enorme, all’interno di uno dei più famosi e globalizzati musei d’arte del pianeta. Dall’esterno si ammira la struttura di Frank Gehry, all’interno non si può fare a meno di pensare che il contenuto di questo leggendario edificio, ossia l’opera di Serra – ma vale anche per il neon spaziale di Lucio Fontana o le scritte luminose di Jenny Holzer – sia altrettanto, se non ancora più poderoso del contenitore che ha l’ardimento di ospitarli. In un circolo di sensazioni che “fanno” l’esperienza di stare dentro il Guggenheim di Bilbao.

Non è possibile dire che cosa “succede” nei percorsi de “La materia del tempo”, ma è certo che quello che succede ha l’intensità e la profondità di qualcosa di “vero”, una verità che, senza parole, può rispondere anche alla domanda su che cosa sia l’arte contemporanea e perché è assurdo averne paura. (Leonardo Merlini)

Questionario 2023 di Adei fa il punto sugli editori indipendenti

Questionario 2023 di Adei fa il punto sugli editori indipendentiRoma, 19 dic. (askanews) – A novembre Adei, l’Associazione degli Editori Indipendenti, ha proposto un questionario ai suoi soci per fare il punto sul mercato editoriale, esigenze e criticità degli editori indipendenti. L’indagine è stata condotta attraverso un questionario anonimo diffuso a un campione di 108 case editrici indipendenti, attive principalmente nei settori narrativa, saggistica e bambini-ragazzi, con un numero di dipendenti compreso tra 1 e 15 e un numero di novità pubblicate nel corso dell’anno 2023 compreso tra 1 e 100.

Il questionario è servito a valutare l’impatto sulle case editrici indipendenti delle principali criticità che interessano il settore. Tra i problemi più sentiti c’è quello della insufficiente marginalità a causa dei costi di produzione e distribuzione: nella ripartizione della “torta” che compone il prezzo del libro, una volta pagati cliente (libreria, portale web o grossista), distribuzione, rete promozionale e autori, quello che resta alla casa editrice non basta nemmeno a coprire i costi di produzione. Spiega Andrea Palombi, presidente Adei: “Le risposte di oltre 100 editori, in una consultazione interna fra i soci Adei, dicono una cosa chiara. Raccontano di una situazione molto difficile, se si va oltre le apparenze, e di una sostanziale assenza del governo, che invece di ampliarli taglia anche i pochi provvedimenti a sostegno del libro e della lettura. Di certo, sembra sempre più difficile il lavoro dell’editore indipendente in Italia. Di quegli operatori, cioè, che non possono contare sulle sinergie dei grandi gruppi che accentrano proprietà di marchi, distribuzione e catene di librerie. Operatori che però, va ricordato, fanno la ricchezza, la pluralità e la varietà dell’offerta editoriale ai lettori”.

Se il 2023 si chiude infatti con fatturati in crescita per oltre il 50% degli editori che hanno partecipato al sondaggio, con una sostanziale parità per il 33% e un calo per quasi il 16%, quello che allarma è la crescita dei costi di produzione e distribuzione. Il 92,6% degli intervistati lamenta l’aumento dei costi di produzione, segnalando in particolare quelli della carta. Per far fronte, si è ricorsi a strategie di vario tipo, dalla riduzione del numero di novità pubblicate (il 36,1%), alla riduzione delle tirature (il 59,3%), agli aumenti del prezzo di copertina (il 58,3%, ma non in misura tale da colmare gli aumenti dei costi), alla rinuncia ad alcune ristampe (34,2%), o alla riduzione della partecipazione alle fiere editoriali (31,5%). Ma il 24,1% degli editori, vale a dire quasi un quarto degli intervistati, dichiara ancora oggi di essere rimasto senza soluzioni e di vedere a rischio il futuro stesso della casa editrice. Nell’anno 2023, il numero di novità pubblicate dagli editori indipendenti è rimasto invariato rispetto all’anno precedente per il 36,1%, è diminuito per il 34,3% e aumentato per il 29,6%. In un contesto di mercato in cui, per entrare in libreria, si concedono non solo sconti più alti ma anche tempi di pagamento sempre più lunghi (in editoria possono arrivare anche oltre un anno), l’allungamento dei tempi medi di pagamento ha coinvolto la maggioranza degli intervistati. Un numero importante di intervistati, l’83,3%, lamenta mancanza di potere contrattuale nei confronti di distributori e promotori, con un 41,7% per cui questo problema non riesce a essere risolto e condiziona gravemente l’operato della casa editrice. Un quadro indubbiamente legato all’anomalia della situazione italiana, dove la distribuzione è concentrata in pochi grandi gruppi, controllati da grandi marchi editoriali.

Alcuni temi vedono la concordia della quasi totalità delle case editrici intervistate: la sofferenza per l’aumento dei costi di produzione, la difficoltà maggiore di fare l’editore in Italia rispetto ad altri paesi europei per la mancanza di programmi strutturali di supporto al settore. Molto scarse per tutti le possibilità di accedere ai bandi di finanziamento per le imprese (per mancanza di requisiti o per il tipo di investimenti finanziati). La vendita dei diritti esteri dei libri italiani non è adeguatamente sostenuta, come avviene invece in altri paesi Rispetto a tutte queste emergenze, la mancanza di interventi a sostegno dell’editoria di libri da parte del governo, e anzi il taglio o la riduzione di alcune misure esistenti, sono molto preoccupanti per gli editori indipendenti italiani.

“Ad aggravare il quadro, -conclude Andrea Palombi- c’è la mancanza di provvedimenti pubblici a sostegno dell’editoria e anzi la cancellazione o riduzione di quelli esistenti. Per il 91,7% degli intervistati avrà ad esempio ripercussioni negative sull’intera filiera, e sull’offerta ai lettori, la cancellazione del “decreto biblioteche” che da alcuni anni consentiva acquisti di nuovi libri da parte delle biblioteche, con l’obbligo di rivolgersi in gran parte a librerie del territorio di appartenenza. Il 93,5% degli editori Adei chiede che il credito d’imposta per le spese di carta sia introdotto anche per gli editori di libri, oltre che per quelli di quotidiani e periodici. E quasi la totalità degli editori che hanno partecipato al sondaggio chiede che venga ripresa con urgenza la bozza di legge sul libro definita al termine della passata legislatura, collegata alla legge di bilancio, ma oggi ferma in Parlamento su un binario morto”.

Libri, la vita di Pinocchio diventa un romanzo

Libri, la vita di Pinocchio diventa un romanzoRoma, 14 dic. (askanews) – Dalle bugie alla verità, edito dalla Di Carlo edizioni, è l’ultima fatica letteraria della scrittrice pugliese Lilli Maggi che, apprezzata dai lettori per la sua raffinata produzione poetica, esordisce nelle vesti di scrittrice in prosa. La trama ruota attorno all’eterna lotta tra il bene e il male, con un protagonista che a noi tutti è familiare già dall’infanzia: si tratta di Pinocchio, il burattino di legno che nella celeberrima favola di Collodi, dopo molte peripezie, si trasforma in un essere umano. Ma è molto di più di una banale rivisitazione dell’opera collodiana della quale, in realtà, aspira a essere un’originale e suggestiva continuazione.

“Nel mio volume -spiega la Maggi- l’ex burattino sperimenta in modo integrale la sua nuova condizione umana, un aspetto che viene, invece, tralasciato nel capolavoro dello scrittore toscano: utilizzando le categorie interpretative offerte dalla psicologia junghiana potremmo dire che il processo d’individuazione, attraverso il quale Pinocchio, si trasforma in essere umano, cominciato nella favola di Collodi, trova il suo compimento nel mio lavoro perché, finalmente, l’Io si integra nel Sé e la trasformazione del pezzo di legno in uomo può dirsi, a tutti gli effetti, compiuta non solo sul piano fisico ma anche nella dimensione psichica”. Nella parte iniziale del racconto, Pinocchio si trasferisce a Milano dove è amorevolmente accolto nella casa e nell’azienda del suo padrino, il Grillo Parlante. Mentre viaggia in treno alla volta della metropoli lombarda, conosce Adelma, una giovane donna originaria della Puglia anche lei diretta a Milano: i due s’innamorano, si sposano e hanno una figlia che chiamano Ullah. La nuova vita di Pinocchio prosegue, dunque, felicemente attraversando le tappe canoniche di un’agiata esistenza borghese fino a quando una mattina Ullah, ormai adolescente, viene rapita da una spietata organizzazione di esseri alieni, gl’Ismeni, che vuole utilizzare il suo dna per acquistare l’immortalità: “A questo punto -spiega la Maggi- il padre si mette alla ricerca del luogo dove la figlia è stata segregata, nel disperato tentativo di salvarla dalla fine terribile alla quale gli alieni l’hanno destinata”.

Stupisce favorevolmente in una scrittrice al suo esordio narrativo, l’abilità con la quale tesse la trama del romanzo, assemblando con sapienza generi letterari diversi che vanno dalla favola, al fantasy, alla fantascienza, all’horror, al thriller, al romanzo formativo e, con una trovata geniale, dopo aver dato un nuovo volto ad alcuni personaggi collodiani, fa interagire protagonisti di fiabe diverse il cui incontro, nel susseguirsi degli eventi in cui la narrazione si dipana, non è affidato al caso ma mira, in modo particolare, a propiziare determinate fasi del processo di maturazione, d’individuazione direbbe Jung, di Pinocchio.

Enrico Brignano a Roma con “Ma…diamoci del tu!”

Enrico Brignano a Roma con “Ma…diamoci del tu!”Roma, 17 dic. (askanews) – Dopo il grande successo di un tour che ha girato tutta Italia totalizzando ben 29 sold out per 42 mila biglietti venduti in totale, arriva a Roma “Ma…diamoci del tu!”, lo spettacolo di Enrico Brignano scritto con Manuela D’Angelo e la collaborazione ai testi di Alessio Parenti, con le musiche originali di Andrea Perrozzi e prodotto da Vivo Concerti. L’appuntamento è all’Auditorium Conciliazione per ventidue show dal 19 dicembre 2023 al 17 gennaio 2024.

Alla vigilia di questa serie di date romane si annuncia il sold out per lo speciale show di Capodanno e tre nuovi appuntamenti a Catania (si aggiunge una seconda data al Teatro Metropolitan il 30 gennaio 2024), a Montecatini (CT) (al Teatro Verdi il 16 febbraio 2024) e ad Avellino (al Teatro Gesualdo il 9 marzo 2024). Enrico Brignano racconta così “MA… DIAMOCI DEL TU”: “Darsi del tu oggi è ormai la prassi, mentre il “lei” sembra qualcosa di arcaico e formale. Per dire, quando ti chiamano dal call center per discutere che so, la tariffa telefonica, oppure per proporti di investire l’eredità di pora nonna in criptovalute, usano il lei, probabilmente per renderti più difficile il mandarli a quel paese. Il “Lei” è burocratico, lo si usa con le forze dell’ordine o al comune, ma del resto il “tu” che lo sta sostituendo è vuoto, non porta con sé quella confidenza vera, quella familiarità che intendo io. E’ per questo che comincio questo spettacolo dando del tu al mio pubblico: per creare una confidenza che sia non di forma, ma di sostanza. E che io sia un uomo di sostanza si dovrebbe capire già solo guardandomi; voglio aggiungerci pure quel MA che resetta tutto, che azzera le distanze, che siano sociali, economiche o d’età. L’età… ultimamente ho notato che per colpa della mia età sempre più persone tendono a darmi del lei, un lei che è doloroso come una fitta della sciatica, che è più fastidioso e irritante di quando mi scopro a tirarmi su dal divano esclamando: “hoplà”. Mi sa che all’espressione “giovane comico romano” devo cominciare a togliere il “giovane”. Siccome poi sono in vena di confidenze, nel mio spettacolo mi concedo di parlare di aspetti inediti della mia professione e di una storia personale che poi assurge a paradigma un po’ per tutti… sì, perché per la prima volta ho deciso di raccontare le delusioni, le false partenze, tutti i NO che ho collezionato nella mia vita professionale – e non. Certo sempre con un sorriso, mai prendendomi sul serio, ma sottolineando come tutto serva nella vita, anche un rifiuto ci può fortificare e renderci quel che siamo oggi. Coadiuvato sul palco dal maestro Andrea Perrozzi, io parlo; con la collaborazione di due presenze “moleste” ma preziosissime, Pasquale Bertucci e Michele Marra, io intanto continuo a parlare. Quando poi mi lasciano da solo sul palco, parlo ancora. Ebbene sì, c’ho tanto da parla’. E qualche volta anche da lamentarmi. “Ma lei Brignano non sa che lamentarsi è tipico delle persone anziane?”; “Certo che lo so. Ma intanto lei, coso… mi dia del tu!”.

Anselm Kiefer a Palazzo Strozzi con i suoi Angeli caduti

Anselm Kiefer a Palazzo Strozzi con i suoi Angeli cadutiMilano, 15 dic. (askanews) – Dal 22 marzo al 21 luglio 2024 Palazzo Strozzi ospita una mostra dedicata a uno dei più grandi nomi dell’arte tra XX e XXI secolo, Anselm Kiefer. Celebre per le sue opere di forte impatto che attraverso pittura, scultura e installazione investigano i temi della memoria, del mito, della guerra e dell’esistenza, Anselm Kiefer presenta a Palazzo Strozzi un percorso attraverso opere storiche e nuove produzioni, in un dialogo originale con l’architettura del Rinascimento.

A cura di Arturo Galansino, la mostra di Palazzo Strozzi si propone di restituire la complessità dell’arte di Kiefer, celebrandone l’intreccio tra figura e astrazione, natura e artificialità, creazione e distruzione, in un progetto che coinvolge gli spettatori sia nello spazio fisico che in quello concettuale delle sue opere. Ogni produzione artistica di Anselm Kiefer esprime il rifiuto del limite, nella monumentalità e nella potenza della materialità, ma soprattutto nell’infinita ricchezza di risorse con le quali sonda le profondità della memoria e del passato. Ha esordito nella scena artistica tedesca alla fine degli anni Sessanta con opere che, tra le prime, hanno segnato una riflessione sulla storia della Seconda guerra mondiale e sull’eredità emotiva e culturale della Germania. Da qui è iniziato un percorso artistico in cui si uniscono e confondono mito, religione, misticismo, poesia, filosofia.

L’espressione “angeli caduti” indica gli angeli cacciati dal Paradiso a seguito della loro ribellione contro Dio. Quest’immagine simbolica, rappresentazione dell’intera umanità, diventa punto di partenza della mostra a Palazzo Strozzi: un viaggio attraverso allegorie, figure e forme che riflettono sull’identità, la storia, la letteratura e la filosofia. Utilizzando pittura, scultura, installazione e fotografia, l’arte di Kiefer propone un percorso di introspezione sull’essere umano, esplorando in modo complesso le connessioni tra passato, presente e futuro.

Gallerie degli Uffizi, record storico di visitatori e incassi

Gallerie degli Uffizi, record storico di visitatori e incassiMilano, 15 dic. (askanews) – Le Gallerie degli Uffizi di Firenze viaggiano verso gli oltre cinque milioni di visitatori nel 2023, nuovo record storico di presenze (rispetto ai circa 4,3 milioni del precedente, datato 2019), con un aumento di quasi il 50% rispetto al 2015. Il museo ha poi annunciato un secondo record: gli oltre 60 milioni di introiti realizzati nell’ultimo anno, oltre il 70% in più a confronto dei 35 del 2022.

Sono alcune delle cifre più significative del bilancio complessivo degli otto anni della direzione di Eike Schmidt alle Gallerie degli Uffizi. Nello specifico, i visitatori complessivi delle Gallerie (Uffizi, Palazzo Pitti, Giardino di Boboli) fino al 10 dicembre sono stati 4.957.678, con un +27,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e ben il 49% in più rispetto ai numeri del 2015, ma dato il raddoppio delle sale aperte l’affollamento è diminuito. In proiezione, al 31 dicembre verrà superata la soglia delle 5.150.000 presenze. In totale, le persone che dal 2016 ad oggi ha varcato la soglia delle Gallerie sono state 27.677.338 persone. Per quanto riguarda gli incassi nel 2023, fino al 10 dicembre, è stata raccolta dalle Gallerie la somma di 58.973.810, un nuovo picco storico. La stima, per fine anno è di arrivare oltre i 60,3 milioni, con un +72,1% rispetto ai risultati 2022. Anche il dato specifico della bigliettazione costituisce un record. 39.829.357 euro dal 1 gennaio al 10 dicembre, +44,3% rispetto allo stesso periodo 2022, con la proiezione di arrivare oltre quota 40 milioni entro il 31 dicembre; l’aumento di ingressi venduti nel 2023, rispetto al 2015 è di 24.343.125 unità, pari al 157,2% in più.

“Tra pochi giorni – ha commentato il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt – il numero dei visitatori delle Gallerie degli Uffizi per la prima volta varcherà la soglia dei 5 milioni dall’inizio dell’anno, e già tra oggi e domani gli introiti generati dal museo da gennaio scorso supereranno i 60 milioni di euro, quadruplicati rispetto a otto anni fa, mentre al contempo sono stati introdotti numerosi sconti per i visitatori e aumentate le occasioni di gratuità. Gli spazi espositivi e dell’accoglienza dei musei sono stati notevolmente ingranditi, oltre 80 sale sono state riaperte, o rinnovate e allestite secondo moderni criteri museologici, centinaia di opere che prima stavano nei depositi sono state restaurate e ora sono regolarmente esposte. Sono stati rafforzati i servizi educativi, con un gruppo di assistenti e collaboratori che si occupa esclusivamente e stabilmente dell’accessibilità, con molte offerte innovative per i visitatori con esigenze e abilità diverse. Non siamo secondi a nessuno nel campo digitale e sui social media, con circa 1,2 milioni followers su quattro piattaforme, 42 mostre virtuali e oltre 600 mila fotografie gratuitamente fruibili sul nostro sito web, fino agli oltre 400 video che includono spiegazioni delle nostre opere anche in latino, uzbeko, e nella Lingua dei segni italiana (LIS). Con un accrescimento di oltre 1.800 opere negli ultimi otto anni, abbiamo vissuto la stagione di maggiore espansione delle nostre collezioni dal periodo del granduca Pietro Leopoldo, che nel 1766 aprì al pubblico il Giardino di Boboli e nel 1769 anche gli Uffizi. Abbiamo allestito 159 mostre temporanee agli Uffizi e altrove, in particolar modo in tutto il territorio toscano e quello limitrofo nell’ambito dell’iniziativa Uffizi Diffusi. Ma il dato più straordinario da ricordare sono indubbiamente i 145 libri scientifici con complessivamente oltre 30 mila pagine che abbiamo pubblicato durante gli ultimi otto anni (e altri 12 volumi sono attualmente in corso di stampa): a testimonianza, insieme alla nostra rivista scientifica Imagines, alle 238 conferenze e ai 23 convegni svolti che il museo è diventato un vero e proprio centro di ricerca come non era mai stato prima. Tutto questo – e molto di più – non sarebbe stato possibile senza la passione e l’abnegazione della squadra straordinaria di colleghi interni e collaboratori esterni che ringrazio di cuore per l’impegno, la serietà, la motivazione che ci ha portato insieme a questi risultati”.

Podcast “Una mattina a Fiumicino”, a 50 anni dalla strage dimenticata

Podcast “Una mattina a Fiumicino”, a 50 anni dalla strage dimenticataRoma, 14 dic. (askanews) – Le immagini che hanno fatto la storia della nostra Repubblica sono tante: Piazza Fontana, la strage di Bologna, Aldo Moro che regge La Repubblica e guarda i suoi sequestratori. Altrettanto numerose sono le commemorazioni che, ogni anno, tristemente si susseguono incessanti nel calendario. L’attacco terroristico arabo-palestinese del 17 dicembre 1973 a Fiumicino, invece, non compare mai in questi elenchi, nonostante abbia il doloroso primato di essere l’attentato con più vittime (32, fra cui 6 italiani) fino alla strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980.

In occasione del 50esimo anniversario di questa strage dimenticata, arriva in esclusiva su Storytel “Una mattina a Fiumicino”, a cura della giornalista Michela Chimenti, un podcast che prova a spiegare perché questo attentato è stato dimenticato sotto al tappeto della storia del nostro Paese. Una “Mattina a Fiumicino” è una storia drammaticamente più attuale che mai. Sette episodi in uscita martedì 14 novembre: attraverso ricostruzioni storiche, analisi di studiosi, giornalisti ma soprattutto testimonianze inedite e toccanti di sopravvissuti e parenti delle vittime, “Una mattina a Fiumicino” è un complesso e appassionante mosaico che coniuga politica, storia e vicende umane, è un’inchiesta esclusiva che cerca risposte a questioni irrisolte e che prova a illuminare un angolo rimasto inspiegabilmente buio relativo alla storia dell’Italia e del terrorismo internazionale, è un viaggio nei ricordi e nel dolore di chi è rimasto senza avere mai nessuna spiegazione e nessun risarcimento, è un delicato omaggio alla memoria di chi ingiustamente non c’è più.

(In copertina la foto storica Elio Vergati)

Dal 17 dicembre al via la terza edizione di Eur Culture per Roma

Dal 17 dicembre al via la terza edizione di Eur Culture per RomaRoma, 13 dic. (askanews) – Dal 17 dicembre al 21 aprile 2024 torna la terza edizione di Eur Culture per Roma, il programma di eventi, cultura e spettacoli ideato e promosso da Eur SpA, con la direzione artistica di Oscar Pizzo. Si rinnova l’impegno a fare dell’Eur un nuovo polo culturale cittadino con un’offerta di concerti e spettacoli che va dalla musica classica alla danza, passando per il cantautorato ed il jazz, senza trascurare una parte educational rivolta agli studenti, ma aperta al pubblico, in un’ottica di orientamento formativo e di contributo all’autodeterminazione.

Un’offerta culturale in collaborazione con alcune delle maggiori Istituzioni culturali della città, come il Teatro dell’Opera di Roma, il MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo e il Museo delle Civiltà. Sarà uno spettacolo internazionale, in prima mondiale, l’apice del programma. Il 28 marzo 2024 e il 29 marzo in replica gli spazi dell’Auditorium della Nuvola faranno da palcoscenico a Dancing with Glass, uno spettacolo per celebrare Philip Glass il più grande compositore americano vivente la cui musica attraversa due secoli e quattro continenti, con il coordinamento artistico e le coreografie di un’altra icona della danza mondiale, Lucinda Childs. Ad aprire il nuovo anno torneranno I Dialoghi Sinfonici, progetto di Europa InCanto Orchestra in collaborazione con Eur SpA e sostenuto da Poste Italiane, che terrà quattro incontri-concerti nell’auditorium della Nuvola. Cosa si cela dietro l’emozione cosa si prova quando si ascolta una melodia o un determinato impasto sonoro? Cosa lega il gesto del direttore d’orchestra alla scrittura dei compositori? A questi e a molti altri interrogativi risponderà una delle più importanti orchestre giovanili italiane dirette dal Maestro Germano Neri, che condurrà il pubblico a vivere direttamente l’emozione del palcoscenico, in una appassionante avventura alla scoperta delle creazioni dei più grandi compositori della scena sinfonica. Si inizierà domenica 14 gennaio con George Gershwin: ritmi e suoni della Città. L’orchestra eseguirà Rapsodia in blu e Un americano a Parigi. Si continuerà domenica 18 febbraio con Stravinskij e Ravel: due mondi a confronto. Il 3 marzo sarà la volta di Wolfgang Amadeus Mozart. Nel programma di 1791 di W.A.Mozart l’Europa InCanto Orchestra eseguirà diversi brani esplorando la produzione dell’ultimo anno di vita di Mozart. A chiudere la rassegna I Dialoghi sinfonici il 7 aprile L’ora del balletto: su e giù dalle punte. L’orchestra eseguirà Prélude à l’après-midi d’un faune di Claude Debussy e Lo Schiaccianoci di Tchaikovsky.

Il 12 aprile sul palco dell’auditorium della Nuvola con “L’Infinito” tour Roberto Vecchioni presenterà i brani de L’infinito” e ripercorrerà le tappe fondamentali della sua carriera e – tra i riferimenti colti e i personaggi popolari della sua poetica – la storia recente del nostro Paese. Toccherà poi a Tony Hadley, nella tappa romana del suo nuovo tour, il 24 febbraio,m mentre il 3 marzo nella cornice del Palazzo dei Congressi a prendere il palco sarà ancora la musica cantautorale con il concerto di Ron in trio.

L’orchestra Europa InCanto accompagnerà dal vivo anche la proiezione di un classico del cinema di animazione “The Snowman” di Raymond Briggs, candidato all’Oscar come miglior cortometraggio d’animazione e vincitore del Bafta tv, che il 17 dicembre 2023 al Palazzo dei Congressi pervaderà la sala dello spirito natalizio, conducendo il pubblico in una magica avventura al Polo Nord. L’Orchestra eseguirà anche le musiche della celebre composizione di Sergej Prokof’ev: Pierino e il Lupo. Sempre con Opera Roma il 21 aprile alla Nuvola prenderà il via il progetto Corpo libero #collective, condotto da Silvia Gribaudi e Andrea Rampazzo. Sul Palco della Nuvola saliranno anche l’Orchestra jazz di Massimo Nunzi e i ballerini coreografati da Diana Florindi e dalla storica della danza jazz Bunny Donowitz per il progetto “Live Jazz Dance – with an Orchestra”. Il 28 gennaio e il 18 febbraio 2024 la Nuvola risuonerà l’epoca d’oro dello swing tra gli anni 20 e gli anni 40 del secolo scorso con un’orchestra jazz di 16 elementi.

Else edizioni: le cartoline di natale di Armin Greder

Else edizioni: le cartoline di natale di Armin GrederRoma, 13 dic. (askanews) – Ogni anno Armin Greder invia a una piccola schiera di amici sparsi per il mondo la sua cartolina di Natale. Il suo dono natalizio è un invito a rimanere vicini e a non smettere di pensare al reale con spirito critico, ironico e autoironico. Nel suo stile caustico Armin ritrae uno dei rituali più contraddittori della nostra epoca e delle nostre civiltà uniformemente consumistiche e ipocrite senza rinunciare a uno sguardo sull’umano partecipe e in fondo portatore di speranza per il cambiamento.

Sabato 16 dicembre 2023 dalle 19 alle 22 – scrive Else – avremo la possibilità di incontrarlo, di sfogliare i suoi libri, pubblicati in Italia da Orecchio Acerbo e Else Edizioni, e di ritrovare alcune delle sue cartoline in una mostra che sarà accompagnata da un disegno murale realizzato da Armin Greder per l’occasione. Vi aspettiamo insieme a Mook e Orecchio Acerbo da TOOL laboratori del dire fare e costruire in via Taranto 96/d – Roma Metro A – Re di Roma | Metro C – Lodi

“Sono nato nel 1942 in Svizzera, in una piccola città in cui i nomi delle strade sono scritti in tedesco e in francese, e dove non sai quale delle due lingue usare per rivolgerti a chi sta dietro al bancone del negozio. A scuola la mia materia preferita era educazione artistica, fino a quando non hanno cominciato a dirmi come dovevo disegnare. Al secondo posto c’era ginnastica, perché eri autorizzato a gridare giocando a pallone. A scuola nessuno mi ha insegnato a scrivere, ma solo come detestare la grammatica. E la poesia era qualcosa quasi senza senso, di solito era lunga e da imparare a memoria. Solo più tardi, quando ho disimparato abbastanza, ho capito che la lingua non è il suono che fai quando parli, ma qualcosa che rende tangibili i tuoi pensieri.” Armin Greder è fumettista, graphic designer e illustratore. È emigrato in Australia nel 1971, dove ha insegnato design e illustrazione al Queensland College of Art. Al suo lavoro sono state dedicate numerose mostre personali e collettive dalla Germania fino al Giappone. Nel 1996, ha ricevuto il Bologna Ragazzi Award e l’IBBY Honour List con “The Great Bear” di Libby Gleeson (Scholastic Press). Con Libby Gleeson ha pubblicato anche “Big dog” (1991), “Sleep time” (1993), “The princess and the perfect dish” (1995) e “An ordinary day” (2001). “Thie Insel” (“L’isola” orecchio acerbo, 2008) pubblicato da Sauerlander nel 2002, è il libro di cui per la prima volta è anche autore dei testi. È tradotto in moltissime lingue e ha ricevuto premi in tutto il mondo. Nel catalogo di Orecchio Acerbo anche “La città” (2009), “Gli stranieri” (2012), “Italia A/Z” con Goffredo Fofi (2015), “Il serpente tanto solo” (2016) “Mediterraneo” (2017), “C’erano tutti nella grande aia” su testo di Nino De Vita (2018), “Diamanti” (2020), “L’eredità” (2021) e “Notizario” (2023). Nel catalogo di Else Edizioni, “Work – il lavoro dalla A alla Z” (2014), “Lemming” (2016), “Gli uccelli” (2017), “Tango” e “Noi e loro” (2018).