Hollywood, c’è bozza di accordo per fermare sciopero cinema-tvRoma, 9 nov. (askanews) – Il comitato negoziale di SAG-AFTRA, il sindacato statunitense dei lavoratori dello spettacolo e dei mass media ha approvato una bozza di accordo con i principali studi cinematografici che potrebbe porre fine a uno sciopero di settore durato quasi quattro mesi. Lo riferisce il sito del quotidiano californiano Los Angeles Times.
“Con un voto unanime di questo pomeriggio, il comitato televisivo/teatrale SAG-AFTRA ha approvato un accordo provvisorio con l’AMPTP che pone fine allo sciopero di 118 giorni”, ha affermato il sindacato in una nota. “Lo sciopero termina ufficialmente alle 00:01 di giovedì 9 novembre”. Secondo il LA Times il contratto provvisorio – che deve ancora essere ratificato dal consiglio e dai membri del sindacato – aumenterebbe la retribuzione minima per i membri, aumenterebbe i pagamenti residui per gli spettacoli trasmessi in streaming online e rafforzerebbe i contributi ai piani sanitari e pensionistici del sindacato. Stabilisce inoltre nuove regole per l’uso dell’intelligenza artificiale, una delle principali fonti di preoccupazione per gli attori.
”Neverland”, a 70 anni dal classico Disney a Roma la mostra di AjnosRoma, 7 nov. (askanews) – Dal 22 novembre al 14 gennaio a Roma “Neverland”, la mostra di Ajnos ispirata al magico mondo di Peter Pan alla galleria SpazioCima. L’esposizione, a cura di Roberta Cima e con il testo critico di Antonio E.M. Giordano, è a settant’anni dal debutto cinematografico italiano del classico dell’animazione Disney, “Le avventure di Peter Pan” (16 dicembre 1953), e alla vigilia del centenario del “Peter Pan”, diretto da Herbert Brenon (1924), entrambi i film basati sull’opera teatrale “Peter e Wendy” di J. M. Barrie.
Circa 20 le opere in mostra (a ingresso libero), principalmente con tecnica olio e collage su tela. L’artista ha attinto al repertorio letterario e cinematografico del magico universo ruotante attorno al personaggio del bambino Peter, che fugge dal tempo e dalle responsabilità del diventare adulti. “La mostra si ispira alla figura di Peter Pan, l’eterno bambino, che scappa dal tempo e dalle responsabilità del diventare adulti – ha dichiarato Ajnos – è un viaggio nel tempo sospeso di Peter in un luogo metafisico, uno spazio che ognuno di noi conserva dentro di se, che troppo spesso però dimentica. Peter è cristallizzato in quel particolare momento della giovinezza in cui germoglia il desiderio di evasione dalla famiglia. È completamente proteso verso la libertà. In lui abitano spensieratezza e turbamento e questo avvicendarsi degli opposti non risparmia nessuno dei personaggi sull’isola che non c’è”.
“Di primo acchito le venti tele sembrerebbero ritrarre Peter, Wendy, la fata Campanellino, Capitan Uncino, il Coccodrillo ‘Tic – tac’ (che minaccia la vita di Uncino), i bambini perduti sull’Isola che non c’è, mascherati da procioni o da volpe, Spugna il pirata (con la mappa del tesoro), la polvere di fata (per volare nell’oscurità blu della notte), ‘Giglio tigrato’ (principessa pellerossa) – ha spiegato Antonio E.M. Giordano nel suo testo critico – a un esame più attento invece capiamo che Ajnos non rappresenta i reali personaggi del racconto di Barrie bensì bambini non ancora adolescenti, intenti a giocare o a sognare di farlo, indossando i costumi dei protagonisti di Neverland. Sono sorpresi a giocare al ‘tempo che non esiste’ con i vecchi giochi dimenticati in soffitta o in cantina dalle loro mamme e papà. Ciascuno di essi è immerso in un ‘non luogo’ nel proprio spazio isolato e non si incontrano mai (ad eccezione dei bambini perduti gemelli, da considerare come un singolo)”. Sonja Fersini, in arte Ajnos, è nata a Zurigo, ma vive e lavora nel Salento. Dopo aver intrapreso la professione di visagista e truccatrice, sviluppando una forte sensibilità ed empatia nei confronti del femminile, con particolare attenzione al volto, ha iniziato a lavorare sul processo contrario in pittura, enfatizzando proprio questi aspetti. Asimmetrie, imperfezioni, lineamenti affilati, occhi giganteschi, languidi e tormentati sono diventati tratti somatici comuni nei volti delle sue donne-bambine. Negli ultimi anni la sua esplorazione artistica si sta muovendo nel mondo dell’infanzia alla scoperta del legame ancestrale tra la vita reale e le fiabe.
Nel cuore multiculturale di Roma arriva il Muro dei 100Roma, 7 nov. (askanews) – Dopo Milano e Nairobi, fino ad aprile 2024, la Campagna dei 100 di Perimetro (in collaborazione con Contemporary Cluster) arriva nel cuore interculturale di Roma, a Piazza Dante, con il Muro dei 100: il mosaico in bioresina voluto e curato da Yourban 2030 con il patrocinio del Municipio I – in collaborazione con Graffiti for Smart City – che rappresenta i 100 volti della sostenibilità della Capitale, per riflettere sul cambiamento, a partire dalla sostenibilità fino ad arrivare all’inclusione sociale, all’integrazione, alla finanza etica, per abbattere le divisioni.
Un muro che mette insieme i ritratti di 100 personalità – fotografate per l’occasione da Angelo Cricchi di Lost and Found Studio – che hanno fatto della sostenibilità la loro mission. Capofila del progetto, Yourban 2030, in collaborazione con Perimetro. Il Muro dei 100 racconta la sostenibilità a 360 gradi attraverso l’esempio di coloro che nella loro quotidianità si impegnano per un cambiamento sociale e culturale sostenibile, per la costruzione di una società più equa e inclusiva e la tutela del nostro ecosistema; tutto per lanciare un messaggio positivo e presentare le best practices per raggiungere un futuro migliore per tutti, in ogni parte del mondo, partendo da Roma. I concetti chiave sono quelli portati avanti dall’Agenda2030 delle Nazioni Unite: Persone, Prosperità, Pace, Partnership e Pianeta, per abbracciare ogni aspetto della società e cercare insieme di migliorarlo. È così che la divulgazione sostenibile che dal 2018 porta avanti Yourban 2030 ha incontrato l’attività artistica e fotografica di Perimetro e la sua Campagna dei 100, il progetto che da sempre guarda alla necessità di riconnessione con la città dell’individuo, mostrando i volti della comunità con l’obiettivo di riunirli.
“Abbiamo deciso di aderire a questa campagna e pensato di dargli una connotazione sostenibile, a 5 anni esatti di distanza dal nostro primo intervento su Roma: Hunting Pollution, il primo ecomurales d’Europa. A distanza di 5 anni da quell’ottobre 2018 quando abbiamo deciso di lanciare un appello alla città – e non solo -, il Muro dei 100 diventa l’occasione per fare una prima mappatura delle persone che contribuiscono a rendere il futuro delle nostre città più inclusivo e dargli voce e spazio in modo trasversale. Ma anche di creare tra di loro un network. Nel portare avanti questa campagna ci siamo accorte che sono molte di più le persone che si occupano di cambiamento sostenibile per questo ci auguriamo di continuare in questa mappatura, non solo a Roma ma in tutta Italia per lanciare un messaggio forte di cambiamento” ha affermato Veronica De Angelis, fondatrice di Yourban2030. “Questo progetto non poteva che essere patrocinato dal Municipio I e ospitato in questo rione di Roma che si caratterizza per la sua multiculturalità. È un progetto culturale che richiama alla responsabilità collettiva, che, mettendo al centro i numerosi punti dell’Agenda 2030, li rende concreti attraverso la visualizzazione dei volti e delle storie delle persone che questi punti li hanno messi in atto” ha detto Giulia Silvia Ghia, assessore alla cultura, politiche educative e giovanili e allo sport.
Corrado Augias ha lasciato la Rai ed è passato a La7Roma, 6 nov. (askanews) – Corrado Augias entra a far parte della squadra di La7 nell’ambito di un accordo biennale con la Tv del Gruppo Cairo Communication. Da lunedì 4 dicembre in prima serata, nel nuovo programma dal titolo “La Torre di Babele”, Augias affronterà un tema storico in relazione all’attualità e al mondo contemporaneo. Lo annuncia una nota de La7.
Corrado Augias giornalista, scrittore, saggista, autore e conduttore, nel corso della sua lunga e prolifica carriera ha firmato alcune delle più prestigiose pagine della televisione pubblica e privata del nostro Paese. In una intervista oggi al Corriere della Sera Augias spiega: “Passo a La7. Da lunedì 4 dicembre. Ho ceduto dopo anni al corteggiamento di Urbano Cairo e poi anche del direttore Andrea Salerno. Per il gusto della sfida. Farò un programma settimanale in prima serata: La torre di Babele. Un’ora di tv, dopo Lilli Gruber. Ci sarà uno spirito-guida, un ospite ad alto livello, a cominciare da Alessandro Barbero, e alla fine un personaggio a sorpresa, per tirare le somme”. “Su La7 parlerò di cultura. Sa cosa fece Fabiano Fabiani, quando Bernabei lo mandò via dalla direzione del telegiornale perché troppo di sinistra? Si fece nominare alla direzione centrale dei programmi culturali, che neppure esisteva. Fabiano, gli dissero, lì non c’è niente. E lui: ‘C’è tutto, perché tutto è cultura’”.
“Nessuno mi ha cacciato” dalla Rai, precisa Augias, “ma nessuno mi ha trattenuto. A 88 anni e mezzo devo lavorare in posti e con persone che mi piacciono; e questa Rai non mi piace perché non amo l’improvvisazione. E in Rai oggi vedo troppa improvvisazione, oltre a troppi favoritismi. La tv è un medium delicatissimo. Deve suscitare simpatia, nel senso alto dell’espressione”.
Mostre e iniziative in Belgio per 75 anni da morte del pittore EnsorRoma, 5 nov. (askanews) – Nel 2024 ricorre il 75° anniversario della scomparsa di James Ensor (1860-1949), figura di spicco del simbolismo belga e uno dei precursori del modernismo. Questo Maestro Fiammingo dell’arte moderna sarà commemorato attraverso un programma culturale ambizioso, con esposizioni e iniziative che coinvolgeranno attivamente la sua amata città Ostenda, dove è nato e ha trascorso quasi tutta la sua vita, Anversa, dove è conservata la collezione di Ensor più grande al mondo, e anche Bruxelles, grande fonte di ispirazione per l’artista.
L’obiettivo primario del progetto è offrire un’esperienza approfondita dell’opera di Ensor, rendendola accessibile non solo agli esperti, ma anche al grande pubblico. I musei fiamminghi che nel 2024 prendono parte alla celebrazione dell’arte di Ensor mirano tutti a dimostrare che l’opera del “pittore delle maschere” è molto più che un semplice susseguirsi di volti grotteschi. Ad Ostenda l’articolato programma culturale previsto offrirà un’esperienza totale per i visitatori amanti dell’arte ma anche per gli abitanti della città balneare, che potranno così riappropriarsi del loro James Ensor e del suo lascito. L’anno dedicato a James Ensor parte proprio da Ostenda il 16 dicembre 2023, con una prima mostra presso il Mu.Zee, museo di arte moderna: “Rose, Rose, Rose, A mes yeux” (fino al 14 aprile 2024) esplorerà il tema della natura morta, presente nell’intera produzione pittorica di Ensor. Il programma delle celebrazioni a Ostenda, che si apre con un variopinto festival cittadino, proseguirà poi con ulteriori esposizioni, dalla mostra per famiglie al Forte Napoleon a quella dedicata agli autoritratti presso la Ensorhuis (Casa di Ensor).
Nella seconda metà del 2024, il programma si sposta ad Anversa con la mostra “I sogni più sfrenati di Ensor. Oltre l’impressionismo” presso il KMSKA Museo Reale Belle Arti Anversa (28 settembre 2024 – 19 gennaio 2025) che si addentrerà nel mondo di visioni selvagge, maschere e satira di Ensor e confronterà la sua opera con quella degli artisti a cui si ispirava e con cui si misurava, da Monet a Bosch fino a Munch e Goya. Sempre ad Anversa, oltre al Museo Reale di Belle Arti, anche il Museo della Moda (MoMu) offrirà uno sguardo approfondito sul trucco e sul trasformismo attuale, mentre il Museo della Fotografia (FoMu) e il Museo Plantin-Moretus permetteranno di esplorare la carriera eclettica e singolare del Maestro, svelandone i segreti nascosti e offrendo interpretazioni contemporanee della sua opera.
Biennale Arte, Leoni d’oro ad Anna Maria Maiolino e Nil YalterMilano, 3 nov. (askanews) – Sono stati attribuiti all’artista brasiliana, italiana di nascita, Anna Maria Maiolino e all’artista turca risiedente a Parigi Nil Yalter i Leoni d’Oro alla carriera della 60esima Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, intitolata “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere” che si terrà dal 20 aprile al 24 novembre 2024.
La decisione è stata approvata dal Cda della Biennale presieduto da Roberto Cicutto, su proposta di Adriano Pedrosa, curatore della 60esima Biennale Arte. La cerimonia di premiazione e inaugurazione della Biennale Arte 2024 si terrà sabato 20 aprile 2024 a Ca’ Giustinian, sede della Biennale di Venezia. La Mostra aprirà al pubblico nello stesso giorno alle ore 11. “Questa decisione è particolarmente significativa – ha dichiarato Adriano Pedrosa – alla luce del titolo e del contesto della Mostra, incentrata su artisti che hanno viaggiato e migrato tra Nord e Sud, Europa e altri Paesi, o viceversa. La mia scelta, in tal senso, ricade su due artiste straordinarie e pionieristiche, nonché migranti, che incarnano in molti modi lo spirito di Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere: Anna Maria Maiolino, emigrata dall’Italia al Sud America, prima in Venezuela e poi in Brasile, dove oggi vive, e Nil Yalter, turca, trasferitasi dal Cairo a Istanbul e infine a Parigi, dove risiede”.
Entrambe le artiste parteciperanno per la prima volta alla Biennale Arte nel 2024: Maiolino con una nuova opera di grandi dimensioni che prosegue e sviluppa la serie delle sue sculture e installazioni in argilla; Yalter con una riconfigurazione della sua innovativa installazione Exile is a hard job, insieme alla sua opera iconica Topak Ev, collocate nella prima sala del Padiglione Centrale.
Esce “C’era una volta il (mio) tennis” di Claudio PistolesiRoma, 2 nov. (askanews) – Sarà presentato per la prima volta a Roma, presso il Tennis Club Parioli, il libro autobiografico dell’ex campione di tennis, attualmente imprenditore e coach internazionale di tennis Claudio Pistolesi. L’incontro avrà luogo martedì 7 novembre alle ore 19:00. Insieme all’autore ne parleranno l’ex giocatore e tecnico nazionale FIT Claudio Panatta, il giornalista e coach Patrick vom Bruck e l’editore Alberto Gremese. Ad introdurre la serata sarà Emanuela Andreoli, Consigliere del TCP delegato agli eventi ed attività culturali.
C’era una volta il (mio) tennis (Gremese editore) è un libro rivolto a tutti gli appassionati di tennis che, scritto in prima persona, narra emozioni, tensioni, frustrazioni, speranze, illusioni e gioie dei giocatori e dei loro allenatori in un excursus che spazia dal tennis “romantico”, che Pistolesi ha giocato in un’epoca marcata da nomi quali McEnroe, Borg e Connors, a quello moderno, contrassegnato dai successi di Federer, Djokovic e Nadal. I suoi ricordi lasciano affiorare gli entusiasmi, le tensioni, le speranze e le delusioni che questo sport straordinario porta con sé, insieme ai profondi mutamenti che ne hanno cambiato le dinamiche di gioco nel corso degli ultimi trent’anni. E tra tante emozioni vissute in prima persona, c’è anche posto per gli aneddoti più scanzonati e divertenti della sua movimentata vita sportiva. Il volume gode della prefazione di Adriano Panatta.
Artissima 2023, una fiera che cerca l’empatia del contemporaneoTorino, 2 nov. (askanews) – Una fiera d’arte contemporanea che ragiona sul tema del prendersi cura: Artissima 2023, che a Torino apre la propria trentesima edizione, prova a offrire una prospettiva più consapevole su quello che è un evento principalmente commerciale, ma che da anni prova ad andare anche oltre. A introdurci nel modo in cui la fiera pensa se stessa è il direttore Luigi Fassi.
“Siamo partiti dall’ispirazione di un antropologo brasiliano contemporaneo – ha detto ad askanews – che invita ad utilizzare l’arte come grande fabulazione che possa nutrire il nostro immaginario e portarci a delle rivoluzioni nell’ambito sociale, politico e anche personale. Forse dobbiamo superare le crisi del nostro tempo anche attraverso il contributo che ci dà l’arte. Ecco perché nella condivisione del tema con le gallerie che partecipano, le abbiamo invitate a pensare anche in termini di cura, a riscoprire artisti, a portarli alla nostra attenzione, a presentare nuove opere, nuove committenze che sono qui per la prima volta visibili. Come se fosse un luogo felicemente teso, non è lo studio dell’artista, non è ancora il museo, è un luogo magmatico intermedio dove proprio il nostro immaginario è sollecitato al massimo, facciamo scoperte e abbiamo questo rapporto così empatico con l’arte”. In questo spazio intermedio si muove anche l’anima più intellettuale di Artissima, con le sezioni curate e i tanti direttori di musei coinvolti, che però trova modo pure di dialogare a tutto tondo con le gallerie, offrendo una piattaforma che consente tanto di dare spazio a messaggi politicamente forti, per esempio sul tema dei rifugiati, quanto di essere occasione commerciale rilevante. E lo fa con una energia che, complice anche la struttura dell’Oval, si percepisce fisicamente passando tra i vari stand.
“Abbiamo gallerie da 33 Paesi – ha aggiunto Fassi – abbiamo gallerie dal Sud America, dal Nord America, dal Medio Oriente, abbiamo gallerie da Israele, abbiamo gallerie fatte di persone e di artisti che sono qui per guardarsi negli occhi, parlare, parlare di idealità, che significa di idee sul nostro presente, per parlare del nostro futuro, di come imparare a vivere meglio e di farlo guardando all’arte e lasciandoci ispirare anche empaticamente, emotivamente, idealmente dall’arte. E questo mi sembra oggi in Italia qualcosa di straordinario”. Le gallerie presenti sono 181, 68 di esse propongono progetti monografici e curati, con grande attenzione anche alle emergenti. Lo spirito di Artissima poi si apre anche alla città, che vive la propria settimana dell’arte e vede inaugurazioni e mostre in tutta Torino.
A Bologna “Ad occhi aperti”, nuovo non-festival erede di BilbolbulRoma, 2 nov. (askanews) – Si chiama “Ad occhi aperti. Disegnare il contemporaneo” la nuova creatura di Hamelin, associazione che da più di vent’anni si occupa di educazione alla lettura, letteratura per l’infanzia, fumetto e illustrazione. Dopo l’annuncio, nel 2022, della conclusione di BilBOlbul, Festival Internazionale di Fumetto nato nel 2007, che nel corso di 15 edizioni ha aperto un’importante finestra sul fumetto contemporaneo portando a Bologna le proposte più interessanti del panorama italiano e internazionale, Hamelin è pronta a intraprendere un nuovo cammino tornando alle origini, quando BilBOlbul, prima ancora che festival, era un gruppo di studio e di ricerca sul fumetto. “Ad occhi aperti” segue queste tracce, avendo l’ambizione di essere uno spazio di conversazione intorno al disegno come processo: disegnare è un meccanismo che permette di guardare e provare e capire. Tutto il programma ruota intorno a un tema – QUI? Come abitare oggi? – e comprende mostre, laboratori, residenze, incontri, produzioni artistiche ed editoriali. Ogni elemento è un tassello di un’indagine che, attraverso le opere di un gruppo di fumettist* diversi per provenienza e stile, va alla ricerca delle storie e delle immagini che meglio esprimono il nostro rapporto con gli spazi che abitiamo. Un tema che, non a caso, riprende il titolo del celebre graphic novel di Richard McGuire tutto dedicato alla storia di un angolo del salotto della casa di famiglia. Ma il punto interrogativo aggiunto sta proprio a porre il dubbio: possiamo ancora avere un rapporto così radicato con la realtà dove viviamo? E come racconta il fumetto questo rapporto e le sue mutazioni?
“Ragionare sul modo in cui alcune espressioni del fumetto contemporaneo stanno rappresentando le mutazioni del modo di abitare è un’occasione fertile per porsi delle domande – dice Emilio Varrà di Hamelin. – Il fumetto è stato, fin dalle origini, uno specchio del nostro modo di abitare gli spazi, e oggi è chiamato ad assolvere questa funzione con forme congruenti alle radicali trasformazioni che stiamo vivendo: l’incertezza circa l’abitabilità del pianeta; la dialettica tra spazio reale e virtuale, dove il secondo si rivela in fin dei conti il più abitato nella quotidianità; l’esperienza ancora recente di una pandemia che ha provocato una frattura del rapporto tra interno ed esterno e ha mutato il modo di vivere la casa; la trasformazione in atto di tante città che si offrono al mercato della mobilità di massa. Come si pone il fumetto contemporaneo di fronte a queste trasformazioni? E ancora: quanto è presente l’abitare come tema delle storie a fumetti che leggiamo? E in che modo questo tema si esprime visivamente? Sono queste le domande alla base di questa edizione di Ad occhi aperti”. L’appuntamento è dal 23 al 26 novembre prossimi a Bologna, con un evento speciale in programma il 18 novembre con Manuele Fior e Sammy Stein. In quell’occasione inaugureranno le due mostre dedicate al tema dell’abitare. Da un lato, la collettiva Qui? Come abitare oggi? alla Sala Museale Elisabetta Possati del Quartiere Santo Stefano (via Santo Stefano 119), con le opere di 5 autori – Jérôme Dubois, Marijpol, Erik Svetoft, Lisa Mouchet e Sammy Stein – che hanno lavorato sulle diverse dimensioni dell’abitare e delle sue rappresentazioni, in un presente fortemente caratterizzato dall’incertezza collettiva sull’abitabilità del pianeta nel presente e nel futuro, dall’abitabilità della Rete, dall’esperienza di una pandemia che ha generato una frattura tra interno ed esterno, dalle mutazioni delle città. Artisti che mettono in scena uno squilibrio nuovo nel rapporto tra noi e lo spazio, che nasce nel momento in cui ci rendiamo conto che non ne abbiamo davvero il controllo, e che forse non siamo neppure coloro che possono avere più voce in capitolo su come si può leggere e prevedere il mondo fuori di noi.
Il lavori in mostra esibiscono un nuovo approccio nel raccontare storie e rappresentare spazi: quelli di Jérôme Dubois con rigore stilistico esplora la fascinazione per le rovine, portando la bellezza nei luoghi della catastrofe; le storie di Marijpol indagano il rapporto tra i corpi disegnati e gli sfondi su cui si muovono; gli universi narrativi dello svedese Erik Svetoft sono specchi distorti delle ingiustizie e delle storture del nostro mondo; Lisa Mouchet si muove al confine tra fumetto e illustrazione nel rappresentare architetture, interni e paesaggi abitati da presenze spettrali; infine Sammy Stein porta il fumetto agli estremi della sperimentazione e realizzerà una produzione apposta per “Ad occhi aperti”. Lo stesso Stein condurrà un workshop intensivo in cui creare storie a fumetti a partire dalla rappresentazione dello spazio. Accanto alla collettiva, sarà realizzata una seconda mostra che si pone come vera e propria produzione artistica attraverso il coinvolgimento diretto nella progettazione della fumettista Eliana Albertini e della fotografa Valentina D’Accardi: combinando fumetto e fotografia cercheranno di raccontare il senso dell’abitare attraverso il rapporto con gli oggetti e la dimensione intima degli spazi quotidiani. Le due artiste hanno immaginato una “convivenza fantastica” tra un personaggio reale, la nonna di D’Accardi, protagonista di una delle sue indagini fotografiche che esplorano la dimensione della memoria e lo spazio intimo, e uno immaginario, la protagonista di Anche le cose hanno bisogno, graphic novel di Eliana Albertini uscito per Rizzoli nel 2022 e vincitore del premio Boscarato nello stesso anno. La mostra, in programma nella Sala Museale Giulio Cavazza del Quartiere Santo Stefano (via Santo Stefano 119), è un esercizio di archeologia degli oggetti, in apparenza ordinari, che abitano le nostre case e fanno parte del paesaggio intimo di ognuno di noi; lo sguardo delle due artiste si sofferma su tutte quelle cose che, lontanissime dall’estetica Ikea che rende le case contemporanee uniformi, rivelano le tracce di chi le abita.
In programma anche la pubblicazione del volume Qui? Come abitare oggi, che, oltre ad accompagnare i visitatori nella scoperta delle mostre e degli ospiti, raccoglie in una serie di saggi critici le riflessioni del gruppo di lavoro che ha curato “Ad occhi aperti”: una riflessione a tutto tondo che, a partire dal disegno, si interroga sugli immaginari visivi intorno al tema dell’abitare, e a cui si legano le mostre e gli eventi in programma, a partire dalle personali di Miguel Vila e di Samuele Canestrari, costruite attorno al tema dell’abitare. La prima mostra il lavoro di studio quasi antropologico sul nord Italia di Vila, uno dei giovani talenti italiani più attenti al lavoro sul paesaggio, di cui è appena uscito per Canicola il terzo graphic novel, Comfortless. La seconda mostrerà, tra le altre, le tavole dell’ultimo libro di Canestrari, Urlare la morte con la testa nel cuscino e quelle del progetto Alice abita ancora qui, realizzato assieme ad Ahmed Ben Nessib, entrambi editi da Tricromia. “Ad occhi aperti” ha l’ambizione di funzionare come un radar, esplorando le forme del disegno più capaci di cogliere gli indizi di ciò che accade nei mondi che abitiamo, e appoggiandosi al fumetto per raccontare il presente.
La mostra “Manibus Experience” fino al 19 novembre a Copertino (Le)Roma, 2 nov. (askanews) – Il Premio Internazionale Manibus, l’evento cofinanziato dall’Unione Europea, Repubblica italiana, Regione Puglia, Assessorato regionale all’Industria Turistica con l’Agenzia Regionale del Turismo Pugliapromozione, fa tappa a Copertino (Lecce) con la mostra “Manibus Experience”. Fino a domenica 19 novembre il Castello Angioino di Copertino ospiterà sette storie di eccellenza della comunità artigiana di Puglia: una comunità operosa e silenziosa che costantemente produce capolavori di manualità, frutto di tradizioni antiche e innovazione, sintesi di storia e futuro. “Manibus Experience è un format che racconta le storie degli artigiani di Puglia, pensato come archivio digitale per documentare la comunità operosa che è linfa vitale per l’economia della nostra terra e custode del patrimonio di saperi scolpito nel nostro Dna”, ha spiegato il direttore artistico Nicola Miulli.
“Manibus Experience” è un circuito dedicato allo storytelling di alcuni progetti di artigianalità del mondo produttivo pugliese. In primo piano tecniche, materiali, strumenti, curiosità e storie delle personalità più esemplari che caratterizzano i prodotti e il design di botteghe e aziende affermate sul mercato locale e globale. Sette i nomi selezionati per questa prima edizione, importanti per storia, tradizione e visione dei processi creativi e di lavorazione, per un viaggio attraverso gli antichi saperi pugliesi: Domenico Arbues, confettaio di Barletta (Bt), Celeste Capurso, calzolaio di Bari, Giuseppe Fasano, ceramista di Grottaglie (Ta), Peppino Campanella, artigiano del vetro di Polignano a mare (Ba), Denichiloinox, fabbri di Molfetta (Ba), il cartapestaio Luigi Baldari e l’artista Roberto Miglietta, entrambi di Lecce. A ricevere il Premio Manibus sono stati lo chef patron de La Madonnina del Pescatore, Anikò e Il Clandestino Moreno Cedroni, la presidente e ceo del gruppo Artemide Carlotta de Bevilacqua, l’ad del gruppo Kiton Antonio De Matteis, l’attore Neri Marcorè, il maestro trabucchista Giuseppe Marino, il maestro trullaro Giuseppe Palmisano, la liutaia Ester Passiatore, la presidente de Le Costantine Maria Cristina Rizzo, l’ad di Ratti Spa Società Benefit Sergio Tamborini, lo stilista Jamal Taslaq e il regista Edoardo Winspeare.
“Manibus non è solo celebrazione, ma anche programmazione – ha concluso Miulli – nella serata di premiazione è emersa l’urgenza di un ricambio generazionale e di nuovi orizzonti di mercato per la comunità e le produzioni fabrili Made in Italy. Da qui l’idea di scommettere sull’alta formazione come chiave di un successo ancora più ampio, valorizzando al massimo la perfezione e l’unicità dell’intelligenza manuale”.