Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

La danza contemporanea, una geopolitica del presente

La danza contemporanea, una geopolitica del presenteVenezia, 28 lug. (askanews) – La danza come forma d’arte in grado di dare una forma e una realtà concreta a un mondo in trasformazione, superando steccati formali e culturali, ribaltando prospettive e diventando un vero agente sociale di comunità. In grado di abbattere le vecchie visioni in un certo senso “imperialiste” per assumere una valenza ben più ampia, complessa e politica. Di questo si occupa il libro “Confini Conflitti Rotte – Geopolitica della danza”, scritto da Elisa Guzzo Vaccarino, storica e giornalista, e presentato anche a Venezia, nei giorni della Biennale Danza. “La danza contemporanea – ha detto l’autrice ad askanews – è un’idea occidentale, l’abbiamo inventata in America, in Europa. Adesso però da altri continenti ci arrivano proposte e negli stessi festival della Biennale di Venezia molti artisti non europei o non nord americani ci portano la loro visione della danza contemporanea che quindi oggi è un fenomeno globale”.

Il libro ripercorre i momenti in cui la, per così dire, rottura del velo si è consumata e analizza spettacoli che hanno lasciato il segno, partendo dal parallelismo sovversivo tra il “Ballo Excelsior” del 1881, impregnato di trionfante colonialismo, e la produzione “Excelsior” del 2018 di Salvo Lombardo, che arriva a ribaltare tutte quelle prospettive in chiave di autoanalisi dell’Europa nel nuovo millennio. Ma nelle pagine del saggio passano anche Saburo Teshigawara, Peter Brook o Maurice Béjart. Storie, in un certo senso, degli “scandali” che hanno dato svolte all’arte e al costume. “Ci sono dei casi già di fusione di culture – ha aggiunto la studiosa – dove, per esempio, con artisti come Shen Wei o TAO, si attinge al teatro classico cinese e quegli elementi, quelle forme riescono a mescolarsi, ma mantenendosi reali, non facendo dell’esotismo, si riesce a mescolarle con le nostre e nasce qualcosa di nuovo”. Un nuovo che diventa il nostro presente, il modo di stare nei nostri corpi, ma anche si ricollega, come ha sottolineato il presidente della Biennale Roberto Cicutto, ai temi che proprio l’istituzione veneziana sta tenacemente e meritoriamente portando avanti da anni: il desiderio, l’inclusione, l’apertura a ciò che ci hanno raccontato come diverso, la postura sociale e un certo necessario radicalismo di fronte alla società e al suo respiro globale. Per poi ricomporsi nel bisogno di danza che, per quanto la si consideri disciplina di nicchia, continuiamo tutti ad avere. “Tutto quello che ci incuriosisce – ha concluso Elisa Guzzo Vaccarino -, che ci fa desiderare di stare con gli altri a teatro e condividere delle esperienze che magari ognuno di noi legge con la sua sensibilità, ma che formano comunità, dopo il Covid, significa molto”.

Così come significa molto stare di fronte alla danza, lasciando che tutti i misteri che riesce a evocare diventino possibili e, magari, poi, ognuno a modo suo, reali. (Leonardo Merlini)

Cicutto: con la Biennale Arte 2024 continuiamo a dare voce al Sud

Cicutto: con la Biennale Arte 2024 continuiamo a dare voce al SudVenezia, 28 lug. (askanews) – “Quando ho scelto Adriano Pedrosa come curatore della Biennale Arte 2024 l’ho scelto sicuramente per la sua grande esperienza, per la sua curiosità, per la sua capacità anche di organizzatore, allestitore e curatore di mostre, ma l’ho scelto per continuare una ricerca, così vogliamo chiamarla, di dar voce al Sud. L’abbiamo fatto con Leslie Lokko per l’Africa, lo facciamo con lui, primo curatore nella storia della Biennale che viene da un paese dell’America Latina. Io non credo che il compito di Adriano Pedrosa sia quello di raccontare gli artisti di quella parte del globo, ma è importante che noi percepiamo la sua visione in quanto appartenente a quella parte geografica del globo, attraverso la scelta degli artisti di lì e degli artisti del resto del mondo. Non è tanto quanto per Lokko dare voce a chi non l’ha avuta, perché gli artisti sudamericani nel mondo e nelle biennali ce ne sono stati tanti, ma è proprio un punto di vista, un punto di vista che a mio avviso assomiglia di più a un contro campo cinematografico, è come se ne spostassimo una macchina da presa e loro ci devono un po’ dire, lui ci deve un po’ dire, come l’arte dell’altro emisfero viene vista a confronto con quella che lui ci mostrerà che viene dai luoghi da dove lui proviene. Ecco io penso che sia una mostra molto importante perché un po’ come ha fatto anche Cecilia Alemani, mostrerà nel nucleo storico gli antesignani ai quali si sono ispirati gli artisti contemporanei, mi auguro che abbia altrettanto successo, ma per quanto riguarda la responsabilità del presidente mi assumo completamente quella di aver voluto scegliere punti di vista che arrivarono dal Sud”. Lo ha detto ad askanews il presidente della Biennale di Venezia Roberto Cicutto, parlandoci della prossima Biennale Arte, che nel 2024 sarà curata dal brasiliano Adriano Pedrosa e si intitolerà “Stranieri ovunque”.

Fondazioe Prada intitola il suo cinema a Jean-Luc Godard

Fondazioe Prada intitola il suo cinema a Jean-Luc GodardMilano, 27 lug. (askanews) – Da settembre 2023 il cinema di Fondazione Prada a Milano assume il nome di Cinema Godard per rendere omaggio a una delle figure più visionarie e innovative della cinematografia mondiale, capace di influenzare con la sua opera generazioni di cinefili, artisti e spettatori. Il Cinema Godard rinforza il legame ideale con il regista franco-svizzero che ha concepito e realizzato per la Fondazione le sue uniche installazioni permanenti aperte al pubblico: “Le Studio d’Orphée” e “Accent-soeur”. Da febbraio a dicembre 2023 Fondazione Prada sta dedicando a Godard una retrospettiva che analizza la sua vasta e complessa produzione.

Come ha spiegato Miuccia Prada, “il cinema è un laboratorio di nuove idee e uno spazio di formazione culturale, per questo abbiamo deciso di dedicare la nostra sala a Jean-Luc Godard. La forza sperimentale e visionaria della sua ricerca è uno stimolo continuo a rinnovare l’impegno della Fondazione nella diffusione dei linguaggi cinematografici e visivi e nell’esplorazione di forme di narrazione emergenti, attivando un luogo di conoscenza del mondo e della vita delle persone”. Dal 1 settembre 2023 Fondazione Prada inoltre rilancia la propria proposta cinematografica che esplora il cinema del presente e del passato come un festival aperto e in continua evoluzione. Werner Herzog e Rebecca Zlotowski saranno due dei protagonisti degli incontri aperti al pubblico che inaugureranno la nuova stagione del Cinema Godard, curata da Paolo Moretti. Le filmografie di Herzog e Zlotowski saranno esplorate nel programma di settembre attraverso una selezione dei loro lavori.

Sabato 16 settembre la regista e sceneggiatrice francese Rebecca Zlotowski sarà al centro di una conversazione sull’insieme della sua opera, dal film d’esordio Belle épine (2010), che ha rivelato Lea Seydoux ed è stato selezionato alla Semaine de la Critique di Cannes, al più recente I figli degli altri (Les enfants des autres, 2022), presentato in concorso all’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Domenica 17 settembre il regista e scrittore tedesco Werner Herzog sarà il protagonista di un incontro con il pubblico. In questa occasione presenterà il suo ultimo film The Fire Within: a requiem for Katia and Maurice Krafft (2022), dedicato ai noti vulcanologi e cineasti francesi e distribuito nelle sale italiane da I Wonder Pictures, e l’anteprima italiana di Theater of Thought (2022) che esplora il mistero del cervello umano tra scoperte neuroscientifiche e tecnologiche e le loro implicazioni etiche e filosofiche. Oltre ai due film inediti verrà presentata una selezione dei suoi lavori documentari a partire dagli anni Duemila, molti dei quali mai usciti in sala in Italia.

Matisse scultore al MAN di Nuoro: tra metamorfosi e processo

Matisse scultore al MAN di Nuoro: tra metamorfosi e processoNuoro, 26 lug. (askanews) – Un progetto che vuole mettere in luce una parte della produzione meno studiata di Henri Matisse, uno degli artisti-totem del Novecento, ossia la sua scultura. Che sta accanto alla pittura e aiuta a comprendere più a tutto tondo l’opera di un maestro. Il MAN di Nuoro ha presentato la mostra “Matisse – Metamorfosi”, curata dalla direttrice del museo, Chiara Gatti. “Matisse scultore – ci ha spiegato – è un maestro diverso da quello che conosciamo dai manuali della storia dell’arte. È un maestro che abbandona momentaneamente il colore, non è più il maestro dei pesci rossi o dei nudi blu, ma è un artista che scopre il piacere della materia, la passione di frizionare la terra cruda fra le mani. E lo fa per comprendere meglio lo spazio e per comprendere meglio l’oggetto, girarli intorno, racconta, mi serve a comprenderlo meglio”.

Il concept della mostra è stato sviluppato nel 2019 dalla Kunsthaus di Zurigo e dal Museo Matisse di Nizza, come un progetto destinato a ripensare Matisse, a riconsiderare il ruolo della sua opera nel panorama dell’arte della prima metà del XX secolo, alla luce di una più ampia ricerca estetica che vede proprio nella scultura il veicolo per nuove e rivoluzionarie soluzioni formali. Al MAN l’esposizione ha portato anche a modificare gli spazi del museo, che, in un certo senso, si è mosso in simbiosi con la pratica di Matisse, che nella scultura aveva sviluppato un’attitudine processuale. Infatti realizzava dei calchi dell’avanzamento del lavoro, per poi poterci ritornare in seguito, cercando di fissare la forma ancora con maggiore precisione e, in fondo, senza mai fissarsi su una forma definitiva. “Questo metodo per conservare il tempo, per conservare il processo artistico – ha spiegato Sandra Gianfreda, curatrice al Kunsthaus di Zurigo – è una cosa molto concettuale che poi verrà ripresa da molti artisti nel corso del XX secolo”.

Le metamorfosi, insomma, quasi come cifra profonda di un’arte che, sia con la pittura e la grafica, sia con la scultura, non smette di essere ricerca, flusso e cambiamento. Forse questa è l’eredità oggi più attuale della lezione di Henri Matisse.

Inail, progetto riqualificazione e restauro Archivio centrale Stato

Inail, progetto riqualificazione e restauro Archivio centrale StatoRoma, 24 lug. (askanews) – È in programma martedì 25 luglio, alle ore 13.30, presso il Ministero della Cultura, la conferenza stampa di presentazione del progetto di riqualificazione e restauro a opera di Inail del complesso monumentale di piazzale degli Archivi all’Eur, che dagli anni Cinquanta del secolo scorso ospita l’Archivio centrale dello Stato.

Vincolato come bene culturale dal 2004, l’immobile, di grande rilevanza storica e culturale, dal 2015 è di proprietà dell’Istituto. Sicurezza, sostenibilità e restauro estetico sono i tre obiettivi principali del progetto di riqualificazione, affidato dall’Inail a un gruppo di imprese con procedura a evidenza pubblica. Gli interventi di restauro e risanamento conservativo previsti – spiega una nota dell’Inail – hanno un valore complessivo di 28 milioni di euro e sono in linea con le iniziative di riqualificazione urbana del piazzale. Per valorizzare il complesso monumentale sarà realizzato un nuovo impianto di illuminazione a forte impatto emozionale. Previsto, inoltre, l’impiego di materiali ecosostenibili, al quale si aggiungono efficientamento energetico ed energy sharing.

Intervengono il direttore generale, già sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato, Andrea De Pasquale, il commissario straordinario dell’Inail, Fabrizio D’Ascenzo, il direttore centrale patrimonio, Carlo Gasperini, l’architetto Vincenzo Corvino, la soprintendente speciale Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Roma, Daniela Porro, e il direttore generale dell’Istituto, Andrea Tardiola. Conclude il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

”Prepost-art”, ritorno alle origini per lo street artist Moby Dick

”Prepost-art”, ritorno alle origini per lo street artist Moby DickRoma, 24 lug. (askanews) – Un nuovo percorso artistico per Moby Dick, uno degli street artist di riferimento del Pop Surrealismo italiano, nonché attento animalista e attivista. “Prepost-art”, nome prescelto per sintetizzare il suo inedito pensiero, consiste in un ritorno alle origini: per ricordare “chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo?”, domande che da sempre accompagnano l’umanità, e che sono diventate il nuovo focus dell’artista. La sua nuova personale si aprirà in autunno a Roma: al suo fianco, l’architetto dalla profonda passione per l’arte Innocenzo Ceci.

“La definizione di arte che si può leggere sui dizionari mi trova pienamente concorde nel descriverla come qualsiasi attività dell’uomo che sia espressione del suo talento inventivo e della sua capacità / abilità creativa – ha spiegato Moby Dick – ma per la sua origine, per la sua prima rappresentazione, occorre ritornare alla pittura rupestre, con la sua semplice espressività e fortissima capacità simbolica di nostri cugini neanderthaliani di ben 60mila anni fa. I murales attuali delle nostre città invece ci dicono, più di altre forme artistiche, dove quest’arte millenaria si è evoluta. Ecco in poche parole il pensiero che accompagna queste mie nuove opere. La roccia millenaria e i muri metropolitani sono sostituiti da lastre di pietra di pochi millimetri di spessore dove riproporre in chiave moderna disegni e tecniche primordiali insieme a spray, colori e pigmenti dei nostri giorni. Io vengo da quel mondo, devo la mia notorietà alle mie opere di street artist, ma sentivo l’esigenza di una visione di più ampio respiro, un qualcosa che unisse passato, presente e futuro… un filo conduttore lungo 60mila anni. Un percorso quindi che parte da molto lontano ma che attinge anche da correnti artistiche d’avanguardia come il cubismo e dal genio rivoluzionario di Picasso”.

Francesca Leone ambasciatrice dell’arte italiana al G20 in India

Francesca Leone ambasciatrice dell’arte italiana al G20 in IndiaRoma, 24 lug. (askanews) – L’artista Francesca Leone, nota anche a livello internazionale per l’impiego di materiali recuperati e per la sua sensibilità ambientale, è stata scelta dal MAXXI di Roma per esporre sia al Bihar Museum di Patna che al National Museum di Nuova Delhi seguendo il tema indiano della Vasudhaiva Kutumbakam che, tradotto, significa: “Una Terra, una famiglia, un futuro”.

Tre rose sagomate a partire da lamiere da cantiere dismesse e graffiate, nelle quali il colore può coprire i segni della ruggine e dei solchi e portare una promessa di rigenerazione attraverso il recupero e la cura. Così si presenta la sua installazione scelta dal Museo MAXXI, su incarico del Ministero della Cultura, per rappresentare l’arte italiana al prossimo G20 in India. Durante l’assise internazionale 50 opere di artisti provenienti da tutto il mondo verranno esposte nella mostra “Together we art” al Bihar Museum di Patna nello Stato indiano del Bihar dal 7 al 23 agosto 2023. Successivamente, la mostra verrà trasferita nella capitale Nuova Delhi, al National Museum, ed esposta dal 7 settembre al 7 ottobre. L’installazione è intitolata “Una rosa, è una rosa, è una rosa” dal verso della poetessa Gertrude Stein. Questa rimanda a un giardino malato, in cui la rosa più grande ha perso le tracce della ruggine e del tempo grazie al colore restituitole dall’artista ed è tornata a nuova vita. La rosa più piccola mostra ancora i segni del tempo con la speranza che possa “guarire”. Nella terza rosa, invece, protagonista è la ruggine, non essendoci traccia di colore. I tre fiori rappresentano altrettante possibilità di cura o di abbandono e lasciano intravedere la speranza di poter salvare o far rivivere la bellezza residua di questo roseto onirico prima che appassisca del tutto.

I significati immediatamente riconoscibili nell’opera – l’aver cura, il non lasciare andare, il dare una seconda vita a qualcosa che è stato logorato e abbandonato – abbracciano diverse sfere, dalla relazione umana alla tutela dell’ambiente, rispettando quindi la filosofia di “Together we art” scelta dal principale curatore, Alka Pande. Il filo conduttore della mostra sarà, infatti, il tema indiano della Vasudhaiva Kutumbakam che significa: “Una Terra, una famiglia, un futuro”. Il tema è tratto da un importante testo filosofico indiano, la Maha Upanishad, e si focalizza su tolleranza, inclusività, coesistenza pacifica ed ecologia. Francesca Leonen negli ultimi dieci anni ha esposto per tre volte alla Biennale di Venezia, prima nel Padiglione Italia, poi in quello di Cuba e infine nel 2022 con una grande mostra personale tra gli eventi collaterali; alla Opera Gallery di Londra, al Museum of Contemporary Art di Santiago del Cile, al MACBA – Museum of Contemporary Art – di Buenos Aires; al Museum of Fine Arts di S.Pietroburgo e al Palacio Gaviria, oltre che in diverse sedi museali italiane come la Triennale di Milano, il Museo Macro di Roma, il Reale Albergo dei Poveri di Palermo e la Sala delle Colonne nelle Gallerie d’Italia di Milano.

Festambiente Sud 2023 fino al 5 agosto, focus sull’acqua

Festambiente Sud 2023 fino al 5 agosto, focus sull’acquaRoma, 21 lug. (askanews) – Un lungo viaggio fino al 5 agosto, tra i luoghi più suggestivi del Gargano, tra siti preistorici, conventi, antichi monasteri e battisteri, città UNESCO e necropoli pre romane, fino alle mura medievali della bella Vieste e le faggete vetuste dell’aerea protetta del Parco Nazionale del Gargano, patrimonio mondiale dell’Umanità. E al contempo uno sguardo sul mondo con il tema dell’acqua come questione globale e un programma internazionale caratterizzato da un gemellaggio musicale e culturale con il Brasile. FestambienteSud, il festival itinerante di Legambiente per il Sud Italia si svolge con concerti, cammini, forum e agrifood, attraversando come una carovana di bellezza il territorio di sei comuni: Rignano Garganico, San Marco in Lamis, San Giovanni Rotondo, Monte Sant’Angelo, Mattinata, Vieste e la maestosa Foresta Umbra. Il festival coltiva il radicamento sul territorio contribuendo a consolidare un vero e proprio itinerario culturale, già disegnato con la scorsa edizione e che FestambienteSud ha denominato “Gargano Sacro”. Il titolo scelto per questa IX edizione è “Arsura, vincere la sete del pianeta” e nei prossimi giorni il festival entra nel vivo della sua programmazione con due forum sul tema. Il primo in collaborazione con l’Acquedotto Pugliese si svolgerà a Mattinata il 27 luglio e affronterà il tema del riciclo e della depurazione dell’acqua come elemento fondamentale di nuovi cicli produttivi per promuovere l’economia circolare a più ampio raggio. Il secondo avrà luogo il 31 luglio a Vieste e ruoterà intorno alla questione dell’emergenza idrica dovuta ai cambiamenti climatici e alla salvaguardia degli ecosistemi dalle Alpi all’Amazzonia in America Latina.  Obiettivo del festival è quello di diffondere, attraverso la musica e numerose attività ed esperienze, una maggiore consapevolezza ambientale. Tra gli ospiti musicali sono attesi nei prossimi giorni: Gianluigi Trovesi 4th venerdì 21, il duo Antonio Prencipe e Stefano Zeni sabato 22, Simone Cristicchi giovedì 27. Ci saranno, inoltre, due passeggiate concerto con Shannon Anderson il 28 luglio e Vincenzo Vasi il 29 luglio.  Il tema dell’acqua vivrà nel festival anche con due produzioni artistiche con il giovane attore Giuseppe Armillotta: il laboratorio teatrale Gocce d’acqua e il monologo Acquazzone la sera del 22 luglio a Monte Sant’Angelo e in replica a Vieste all’alba dell’ultimo giorno, il 5 agosto, come evento di saluto. Non mancheranno eventi dedicati all’agrifood organizzati in collaborazione con Slow Food Gargano con laboratori e degustazioni per promuovere prodotti locali. L’immenso patrimonio naturalistico del Gargano, rappresentato principalmente dalla Foresta Umbra, ospiterà il 2 agosto la manifestazione Foresta dei Poeti con i finalisti del Premio Strega Poesia. Sarà a Vieste però che il festival avrà il suo clou dal 31 luglio al 4 agosto con un progetto speciale che collega il Brasile e l’Italia sotto la direzione artistica di Chiara Civello.

Si parte con Gilberto Gil, musicista amato in tutto il mondo, figura di spicco della cultura brasiliana e uno dei più grandi interpreti della musica del suo Paese. Lo spettacolo Aquele Abraço, unica data estiva in Italia, in programma il 31 luglio alla Marina piccola di Vieste, ripercorre i momenti più significativi di un cammino artistico leggendario che ha portato questo straordinario artista alla registrazione di oltre sessanta album, quattro milioni di vendite e nove Grammy. Ancora una data unica in Italia l’1 agosto è quella di Céu, cantautrice con collaborazioni importanti come quella con Herbie Hancock, tre Latin Grammy vinti e una nomination ai Grammy americani. Il suo è un universo creativo che fonde la tradizione afro-brasiliana con il più moderno urban-soul accompagnati da una voce tenera e composizioni di grande effetto.   Il 2 agosto il programma prosegue con un doppio concerto. Si comincia con la cantante Barbara Casini e il sassofonista Javier Girotto, che in Terra Brasilis, accompagnati da Seby Burgio al pianoforte, compiono un percorso attraverso il Brasile, da Nord a Sud, dal mare al “sertão”, con un’apertura verso lo sconfinato mondo musicale latinoamericano. A seguire il nuovo e inedito live del duo As Madalenas, alias Cristina Renzetti & Tatiana Valle si arricchisce di colori e energia grazie a due strumentisti straordinari come il batterista e percussionista Bruno Marcozzi e Gabriele Mirabassi, uno dei massimi virtuosi odierni del clarinetto a livello internazionale. Altra leggenda della musica brasiliana, il 3 agosto a FestambienteSud arriva Marcos Valle, bossanovista di seconda generazione che sulle orme di Gilberto e Jobim, ha viaggiato intorno al mondo diventando un punto di riferimento anche per le generazioni successive, dai musicisti legati all’acid jazz inglese come Jamiroquai, Galliano, Incognito fino Jay-Z, Kanye West, Madlib e molti altri. Un monumento insomma, che torna in Europa nell’anno del compimento dei suoi ottant’anni e in concomitanza della ristampa celebrativa per il 20° anniversario del suo classico moderno Contrasts del 2003. Il 4 agosto l’ospite è un altro grande protagonista della musica brasiliana e internazionale: Jacques Morelenbaum, violoncellista e compositore dal tocco sublime, uno di quegli artisti che ha contributo a costruire il ponte di congiunzione tra il Brasile e tutto il mondo, con collaborazioni tra le tante con Antonio Carlos Jobim, Caetano Veloso, Gilberto Gil e Ryuichi Sakamoto. A FestambienteSud  suonerà con Chiara Civello a quasi quindici anni di distanza dal loro primo incontro artistico in studio nel 2009, quando hanno registrato insieme Non avevo capito niente, la canzone scritta da Chiara Civello e arrangiata dal musicista che ha segnato il suono della musica brasiliana moderna. Ora, per questa speciale occasione, torneranno a emozionare il pubblico dal vivo con la partecipazione dell’Orchestra della Magna Grecia, ripercorrendo insieme quel ponte che da anni ormai consolida l’amicizia musicale tra Italia e Brasile. A fine concerto, ogni serata si concluderà con le selezioni musicali di Dj Meme, uno degli artisti e producer più noti della scena musicale brasiliana con quindici dischi d’oro, ventitré dischi di platino e collaborazioni con artisti come Mariah Carey, Toni Braxton, Dido, Desiree, Ricky Martin e Mario Biondi, solo per citarne alcuni. Tutti concerti saranno introdotti dal giornalista Rai ed esperto conoscitore della musica e della cultura brasiliana Max De Tomassi, che condurrà da Vieste la sua trasmissione Torsida in diretta su Rai Radio1.

Cultura digitale, successo per la sesta edizione di Videocittà

Cultura digitale, successo per la sesta edizione di VideocittàRoma, 21 lug. (askanews) – Tre serate sold out, 20.000 presenze con un giorno in meno di programmazione e un incremento del 130% rispetto alla precedente edizione, 3 eventi extra diffusi nel territorio, 65 artisti nazionali e internazionali coinvolti, 33 live performance, 15 visual artist, 10 protagonisti del mondo della videoarte, 2 video mapping, 24 talk con 56 ospiti, 5 awards per le 5 categorie e un programma professionale che ha coinvolto 30 professionisti del settore per 23 masterclass e 17 espositori nell’area Expo, fra le novità di questa edizione; e ancora: 8 milioni di impressions per una copertura di quasi 3 milioni di utenti raggiunti e il coinvolgimento di 50 fra ambassadors e talent che hanno condiviso i contenuti del festival per una potential reach sui social media di 9 milioni di follower. Questi i numeri principali che segnano il successo della sesta edizione di Videocittà, il festival della visione e della cultura digitale ideato da Francesco Rutelli con la direzione artistica di Francesco Dobrovich che si è svolto dal 13 al 16 luglio al Complesso Eni del Gazometro Ostiense di Roma, sviluppando ulteriormente la tematica della Transizione, ecologica e digitale, inaugurata in occasione della scorsa edizione. “Alta qualità culturale ed artistica, innovazioni digitali sorprendenti, enorme crescita del pubblico, interazioni delle immagini ed esperienze per milioni di persone. Grazie a tutti quelli che hanno lavorato, creato, partecipato. L’anno prossimo vi stupiremo ancora meglio e di più. Ma quest’anno – anche dopo gli eventi a Tor Bella Monaca e Villa d’Este – non è ancora terminato: ci saranno nuovi eventi con il marchio Videocittà”, commenta Francesco Rutelli mentre Francesco Dobrovich aggiunge: “Con questa ultima e incredibile edizione Videocittà si conferma come un festival di riferimento della cultura digitale, offrendo a Roma un nuovo asset di comunicazione internazionale che ne mette in risalto lo spirito più innovativo e non sempre conosciuto”. Un’edizione che lascia ricordi nella memoria del pubblico, a partire da Mater Terrae, spettacolare e monumentale opera site-specific Mater Terrae firmata dallo studio artistico internazionale Sila Sveta – tra i principali produttori di spettacoli multimediali all’avanguardia, uno su tutti la cerimonia di chiusura della Fifa World Cup Qatar 2022 – con le musiche originali e spazializzate di Mace, che per quattro giorni ha trasformato il cilindro metallico più grande del Gazometro in una delle installazioni audio-video più grandi mai realizzate. Un’opera davvero stupefacente e emozionante, prodotta da Eni, curata da Videocittà con la produzione esecutiva di Eventi Italiani. E poi il video mapping Forme e colori di una scoperta realizzato da Luca Agnani Studio a cura dall’Istituto Nazionale Fisica Nucleare per celebrare il decennale della scoperta del bosone di Higgs, avvenuta nel 2012 al CERN di Ginevra e premiata con il Nobel per la Fisica nel 2013; le psichedeliche live av perfomance negli spazi dell’Opificio 41, la creazione site specific dei None Collective e la virtuale mostra collettiva di tipografia cinetica dal titolo Futura che hanno ridisegnato l’Altoforno; i Live e i DJ set di alcuni fra i più interessanti esponenti della nuova scena audiovisiva nazionale e internazionale, dal duo francese di musica elettronica The Blaze, , al pioniere della musica house e delle arti digitali Dixon, all’avant-pop dell’americana trapiantata a Berlino Lyra Pramuk, passando per gli italiani Bawrut, Ginevra Nervi, Bnkr44, Ginevra ed Elasi. Ancora: le opere di videoartisti come Janis Rafa e Invernomuto per la sezione curata da Damiana Leoni e Rä di Martino che ha visto anche la preziosa collaborazione con il Maxxi – Museo nazionale delle arti del XXI secolo;  le presentazioni in anteprima di The Jackal Meta show  4 Attori – 2 Robot – Infiniti universi – in 5G e di Movie Meta Trade, il primo talk show sul metaverso nato dalla collaborazione tra Editori e Creators Digitali ANICA, Eldorado Agency e Netaddiction; ma anche gli incontri con gli artisti curati da Daniela Collu, i talk curati da Alessandro Luna sul rapporto fra giornalismo e new media e quelli a cura di Nicholas Ballario sulla relazione fra mezzi di comunicazione e cultura contemporanea. Senza dimenticare la mostra Parallel Lines – Rome Urban Spaces curata dal Polo Urbano del Gruppo FS Italiane. Fra visionarie installazioni, esperienze immersive, live, videoarte, virtual reality e tantssimi momenti di approfondimento dedicati agli addetti ai lavori e non solo, un’area raramente aperta al pubblico si è temporaneamente trasformata in un vero e proprio avanguardistico polo dell’audiovisivo, ospitando creators, makers e leader digitali, studiosi, curatori e ricercatori ma soprattutto presentando al pubblico della Capitale le creazioni di artisti di fama internazionale. Con Eni, Main Partner, il contributo di MiC, il sostegno di Regione Lazio, il patrocinio del Comune di Roma e in collaborazione con ANICA, il festival, che da 6 anni esplora le forme più avanzate dell’audiovisivo, si conferma così come uno dei principali appuntamenti internazionali con l’arte contemporanea e l’innovazione tecnologica.

Bergamo, Chiara Bersani in residenza per il progetto Deserters

Bergamo, Chiara Bersani in residenza per il progetto DesertersMilano, 19 lug. (askanews) – Dal 28 agosto al 3 settembre 2023 Bergamo ospiterà le prove di Deserters (Disertori), una live installation dell’artista Chiara Bersani composta da una performance interpretata da tre performer con disabilità motoria e da un grande ambiente nel quale i corpi si incontrano e agiscono, senza ausilio alcuno, lasciando i segni del proprio passaggio.

Il lavoro si confronta con i temi della vulnerabilità e dell’interdipendenza, e accoglie il pubblico in un ambiente scenico coinvolgente che mina gli stereotipi legati alla sfera intima, identitaria e sessuale che colpiscono di frequente le persone con disabilità. Attraverso quest’opera, Chiara Bersani si interroga su nuove pratiche relazionali e indaga il concetto esteso di accessibilità, rendendo conto della valenza politica di corpi disabili che, dopo aver subito con la pandemia un incremento violento di situazioni di segregazione, riacquistano spazio tramite lo svelamento e la condivisione di sonorità e canti di piacere. La componente sonora della performance si completa di una parte narrata, formulata per tradurre l’azione su un piano drammaturgico non visivo. L’audio descrizione può essere fruita simultaneamente alla presenza dei performer in scena, ma anche durante la loro assenza, da tutte le tipologie di pubblico.

Il titolo dell’opera si rifà alle parole di Virginia Woolf nel saggio On Being Ill (1926), per cui con la malattia “smettiamo di essere soldati nell’esercito degli eretti; diventiamo disertori”. L’invito dell’artista è infatti quello di abbandonare la posizione verticale, propria di una sedicente condizione di “salute” e “conformità”, per adottare una diversa prospettiva comune. Il periodo di residenza dell’artista a Bergamo si concluderà con una serata-evento all’Ex Oratorio di San Lupo durante la quale il pubblico potrà assistere alle prove finali della performance in vista del debutto alla Kunsthaus Baselland di Muttenz/Basilea, che dal 27 ottobre 2023 al 7 gennaio 2024 ospiterà la prima mostra personale di Chiara Bersani in un’istituzione europea, a cura di Lorenzo Giusti e Ines Goldbach.

Nella mostra di Basilea l’azione si svilupperà sopra a un grande tappeto nepalese annodato a mano, realizzato su disegno dell’artista, il quale elabora graficamente la narrazione performativa: l’intreccio di corpi non conformi e tralci vegetali si relaziona alle azioni dei performer; le lunghe frange di filato, poste su tutti i lati del tappeto, invadono l’ambiente e invitano il pubblico ad addentrarsi nello spazio scenico. La promozione del progetto prevede inoltre, nei prossimi mesi, un talk e un laboratorio, rispettivamente alla Galerie Stadtpark di Krems e al Pirelli HangarBicocca di Milano.

A conclusione del progetto, la partitura della performance, che argomenta e sintetizza la formazione degli attori e disciplina le differenti possibilità sceniche, e l’installazione ambientale entreranno a far parte delle Collezioni della GAMeC. Deserters (Disertori) è il progetto vincitore dell’undicesima edizione di Italian Council, il programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, e parte del palinsesto di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023. Il progetto è inoltre realizzato grazie al contributo di EssilorLuxottica.