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La pittura europea di Rubens: tre mostre tra Mantova e Roma

La pittura europea di Rubens: tre mostre tra Mantova e RomaMilano, 22 set. (askanews) – Riscoprire la grandezza di Rubens attraverso due delle città italiane che hanno segnato la sua vicenda culturale e personale: Mantova e Roma, che dedicano all’artista fiammingo importanti esposizioni. Per presentarle, anche alla luce dei grandi prestiti internazionali, si è scelto di partire da Madrid, dal Museo del Prado e dal Thyssen-Bornemisza, e ovviamente dai loro Rubens.

Le prime inaugurazioni si terranno a Mantova, il 7 ottobre: “Rubens a Palazzo Te. Pittura, trasformazione e libertà” e “La Pala della Santissima Trinità”, ospitata a Palazzo Ducale. A raccontarci la relazione tra l’artista e la città dei Gonzaga, il direttore di Palazzo te, Stefano Baia Curioni. “Rubens – ha detto ad askanews – è un uomo molto particolare, è un grande intellettuale, un grande diplomatico cattolico che passa la vita cercando di saldare la lacerazione religiosa che si apre in Europa nel ‘600. Come opera questa pittura? Opera nella relazione con l’antico, la relazione con la grande potenza di Roma che lui vuole in un certo senso mostrare come una possibile prospettiva per l’Europa del futuro. Quindi l’incontro con Giulio Romano nel quale si raccoglie l’eredità di Raffaello e della pittura antica è cruciale perché da lì lui trova la fonte per rilanciare la sua opera”. Il dialogo con la classicità e il desiderio di essere artista totale di Rubens ci portano poi a Roma, dove dal 14 novembre alla Galleria Borghese arriva il confronto con la grande scultura. Francesca Cappelletti, direttrice del museo romano: “Questo incontro con le statue – ci ha spiegato – è un incontro che sicuramente Rubens mette a grandissimo frutto e disegna molto, impara attraverso il disegno, anima le statue antiche attraverso il disegno ed è per questo che la mostra si chiama ‘Il tocco di Pigmaglione’. C’è quest’idea di animazione, di alterazione dell’antico, che Rubens rende più vibrante, rende più vivido, proprio attraverso il tratto e che poi, ovviamente, immette anche nella pittura”.

Le tre esposizioni sono raccolte sotto un unico cappello, che fa risalire all’opera dell’artista fiammingo “La nascita di una pittura europea”, ma sono anche l’occasione per riflettere sulla continuità del passaggio dal Rinascimento al Barocco e sulla relazione tra l’arte italiana e l’Europa.

”DIA-LOGÒI”, da domani a Quartu la prima edizione del festival

”DIA-LOGÒI”, da domani a Quartu la prima edizione del festivalRoma, 20 set. (askanews) – Creare connessioni per trovare soluzioni. E’ questo l’obiettivo di “DIALOGOI-Dialoghi dal Quartu Mondo”, il primo festival di giornalismo e letteratura dedicato a tutti i Sud del mondo, in programma domani 21 e venerdì 22 settembre 2023 presso gli spazi della Biblioteca Centrale di via Dante 68, a Quartu Sant’Elena, con il titolo “UN NUOVO UMANESIMO PER I POPOLI DEL MEDITERRANEO”.

Il Festival, patrocinato dall’Amministrazione Comunale di Quartu con la collaborazione dell’Associazione della Stampa Sarda, dell’Unione delle Università del Mediterraneo Unimed, dell’Associazione Accus, della Fondazione di Sardegna e della Regione Autonoma della Sardegna, accoglierà le voci di scrittori, studiosi e giornalisti di rilievo nazionale ed internazionale impegnati nel confronto sulle grandi sfide dell’attualità, partendo dai versanti convergenti della letteratura, della cronaca e della ricerca. Tra gli ospiti della due giorni Marco Impagliazzo, Presidente S.Egidio, Marco Ansaldo, corrispondente per Repubblica e consigliere politico per Limes, Alberto Negri, inviato speciale ed analista, Mons.Giuseppe Baturi, Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, Hamaid Ben Aziza, Segretario Generale Unimed, già rettore dell’Università di Tunisi. Saranno moderati da grandi nomi del giornalismo come Anna Piras, vicedirettore Rai Parlamento, Antonio Di Rosa, Direttore editoriale gruppo SAE, Simonetta Selloni, Presidente Assostampa Sardegna, Giacomo Mameli, giornalista e scrittore, Vittorio Giacopini, conduttore di Pagina Tre su RadioRai3, Francesca Bellino, giornalista, scrittrice, autrice radiotelevisiva. Per la sezione “letteratura” saranno presenti grandi nomi dello scenario internazionale fra cui: Inaam Kachahi, giornalista e scrittrice irachena, corrispondente da Parigi per le testate Al-Awsat e Kol-Al-Usra. Khadija Abdalla Bajaber, pluripremiata scrittrice proveniente dal Kenia, Najwan Darwish, importante voce palestinese, uno dei poeti più eminenti del panorama poetico arabo moderno, Fariborz Kamkari, affermato regista e sceneggiatore iraniano di origine curda già attivo in Italia. Il Festival DIALOGÒI intende provare a dare un contributo alla riflessione sui nuovi fenomeni globali e sulle problematiche dei paesi dell’Area Mediterranea e dei vari “Sud” del mondo, nella convinzione che solo attraverso il metodo del dialogo e del confronto sia possibile trovare soluzioni comuni a sfide comuni. Conoscere per conoscersi meglio, per superare le differenze e costruire percorsi di pace, di crescita, di progresso, con ricadute diffuse e durature per le collettività coinvolte. Da qui l’idea di provare a immaginare un nuovo umanesimo, alla riscoperta di una radice comune fra i popoli del Mediterraneo, da cui possa nascere un domani la risposta ai tanti problemi della contemporaneità.

DIALOGÒI nasce con l’intenzione di capovolgere il paradigma dominante nella gerarchia delle notizie e nella narrazione della realtà, a partire da noi stessi. L’idea è quella di volgere lo sguardo non più e non soltanto a Roma, Parigi, Berlino o Bruxelles, ma anche più a Sud, verso Tunisi, Algeri,Abuja, Nairobi, Ramallah, il Cairo, ed ancora oltre, dove spesso la lente dell’interesse occidentale non si sofferma. Dai Dialogòi di Quartu Sant’Elena si vuole scommettere sull’accensione di un’antenna di informazione nuova e diversa, partendo dal punto di osservazione privilegiato di un’isola al centro del Mediterraneo che ambisce a conoscere quello che accade intorno a sé a 360 gradi, riconoscendo l’importanza di creare connessioni per trovare soluzioni. Quartu, all’interno dell’isola, rappresenta il luogo paradigmatico di questo incontro: gli anni dell’inurbamento massivo nel recente passato hanno cambiato profondamente il volto della città, popolandola per successive stratificazioni di nuovi abitanti spesso ben integrati all’interno del tessuto sociale e civile cittadino. Fra questi, non soltanto sardi originari del capoluogo o dei vari territori dell’isola, ma anche gruppi di stranieri provenienti prevalentemente dal bacino del Mediterraneo e che oggi stando alle ultime rilevazioni Istat rappresentano il 3,3% della popolazione residente. Spicca in questi gruppi la capacità di integrazione favorita in modo particolare dal mondo dell’associazionismo locale o da forme di autoorganizzazione e di rappresentanza, che l’Amministrazione intende valorizzare.

Il Festival Dialogoi nasce sotto curatela di un comitato scientifico che per la parte letteraria vede l’autorevole direzione artistica dello scrittore e giornalista Giacomo Mameli, coadiuvato dall’esperienza culturale, autoriale e letteraria di Francesca Bellino e Vittorio Giacopini. Per la sezione giornalismo la curatela è stata assunta dalla giornalista Paola Pintus.

Addio a Gianni Vattimo, il filosofo del pensiero debole

Addio a Gianni Vattimo, il filosofo del pensiero deboleMilano, 20 set. (askanews) – “Ero debole”. Si congeda così Gianni Vattimo, con l’autoironia sull’impostazione che gli era valsa la fama internazionale, il “pensiero debole” che nei primi anni ’80 segnò l’inizio dell’epoca postmoderna, in contrasto con la metafisica tradizionale. “Ero debole. Gianni Vattimo”. E poi le date di nascita, 04-01-1936, e di morte, 19-09-2023, recita l’epitaffio pubblicato sui social dal suo compagno, Simone Caminada che spiega: “Sul suo profilo ho scritto ciò che lui tempo fa mi chiese di scrivere nel caso estremo e in fondo è tutto dentro la sua grande autoironia”.

Nato a Torino, a pochi mesi già orfano di padre, a soli 28 anni ebbe la cattedra di Estetica, nell’università del capoluogo piemontese di cui poi divenne anche preside della facoltà di Filosofia. Comunista e cattolico, oltre all’impegno accademico si dedicò attivamente alla politica e per due mandati è stato parlamentare europeo: dal 1999 al 2004 per i Democratici di Sinistra, dal 2009 al 2014 con l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro.

A 87 anni si è spento nell’ospedale di Rivoli, dove era ricoverato da qualche giorno: a dare la notizia il compagno dei suoi ultimi 14 anni, accusato e condannato per circonvenzione di incapace nei confronti del filosofo: “Mia madre come ogni sera gli ha detto ‘Ci vediamo domani Gianni’ e lui ha avuto la forza col dito di indicare ‘No’. Io gli ho assicurato che stava lasciandoci nell’amore del suo grande popolo”.

Piero Manzoni torna a Soncino: cosa resta della sua lezione

Piero Manzoni torna a Soncino: cosa resta della sua lezioneSoncino, 16 set. (askanews) – Piero Manzoni torna a casa: a 90 anni dalla nascita il lavoro dell’artista, uno dei più importanti del Novecento, arriva nel Museo della Stampa di Soncino, in provincia di Cremona, dove Piero era nato nel 1933. Organizzata dalla Fondazione Piero Manzoni di Milano e dalla Pro Loco di Soncino, la mostra “Relazioni (im)possibili” espone, accanto agli Achrome, alle Linee e alla Merda d’artista, anche lavori di artisti delle generazioni più recenti che, in modi diversi, hanno proseguito nel solco concettuale tracciato da Manzoni. E i nomi sono importanti: Gianni Caravaggio, Fabio Roncato, Liliana Moro, Andrea Francolino, David Reimondo, solo per citarne alcuni.

Curata da Demis Martinelli e da Rosalina Pasqualino di Marineo, l’esposizione cerca di fare emergere, in modo ovviamente indiretto, quel “sangue manzoniano” che scorre nelle vene degli artisti ospitati e che prende anche la forma di una maggiore libertà che i curatori hanno lasciato nell’interpretare questa relazione. Con il risultato di avere opere molto diverse, di proporre ai visitatori una varietà di strade possibili – o impossibili, come suggerisce il titolo – che partono dalla lezione di Piero per arrivare all’oggi. La mostra, che resta aperta fino al 1 ottobre, ha anche ospitato diverse performance.

Conversazioni con artisti italiani di oggi: una visione corale

Conversazioni con artisti italiani di oggi: una visione coraleMilano, 16 set. (askanews) – Due dei curatori italiani più noti e con una solida esperienza internazionale si confrontano con le storie e le parole degli artisti del nostro Paese che operano sulla scena del XXI Secolo. Ne nasce un volume interessante, molto ricco, affascinante anche come oggetto librario: si tratta di “Strata: arte italiana dal 2000 – Le parole degli artisti”, di Vincenzo de Bellis e Alessandro Rabottini, pubblicato da Lenz Press. Un volume con 37 conversazioni – “non sono interviste nel senso giornalistico” hanno detto i due autori – che affrontano naturalmente il tema dei lavori e delle pratiche, ma esplorano anche territori più personali, di relazione e a volte di amicizia, a partire da quella tra de Bellis e Rabottini stessi. “E’ un po’ anche un nostro ritratto”, hanno spiegato durante la presentazione a Milano, ma soprattutto è una visione corale della scena delle arti visive, ma non solo, data la presenza anche di molti performer. Il volume è anche il progetto con il quale la Fondazione Arnaldo Pomodoro, che ha ospitato il lancio del libro, si è aggiudicata la decima edizione dell’Italian Council.

Il volume raccoglie estese conversazioni individuali tra gli autori e artisti rappresentativi della scena italiana degli ultimi vent’anni: Yuri Ancarani, Giorgio Andreotta Calò, Francesco Arena, Rosa Barba, Elisabetta Benassi, Luca Bertolo, Rossella Biscotti, Chiara Camoni, Gianni Caravaggio, Giulia Cenci, Danilo Correale, Roberto Cuoghi, Enrico David, Patrizio di Massimo, Lara Favaretto, Formafantasma, Linda Fregni Nagler, Giuseppe Gabellone, Martino Gamper, Francesco Gennari, Massimo Grimaldi, Petrit Halilaj, Adelita Husni Bey, Giovanni Kronenberg, Luisa Lambri, Marcello Maloberti, Diego Marcon, Masbedo, Luca Monterastelli, Adrian Paci, Diego Perrone, Alessandro Pessoli, Paola Pivi, Pietro Roccasalva, Alessandro Sciarroni, Marinella Senatore, Francesco Vezzoli. “I trentasette artisti che abbiamo invitato a condividere con noi visioni, ricordi e prospettive, hanno fatto parte e fanno parte dei nostri percorsi come curatori – spiegano de Bellis e Rabottini -. Nel corso degli anni, sono stati compagni di viaggio, ci hanno ispirato e provocato, ci hanno fornito i quesiti e le emozioni che hanno nutrito le nostre traiettorie umane e professionali. Ecco perché abbiamo voluto strutturare un racconto degli ultimi vent’anni dell’arte italiana attorno allo strumento del dialogo, che è uno strumento di condivisione e di incontro ma anche uno strumento vitale per decentrare la prospettiva critica e autoriale individuale e contaminarla quanto più possibile, e così facendo metterla in questione, arricchirla ed espanderla”.

L’obiettivo della pubblicazione è quello di restituire una panoramica polifonica della produzione artistica italiana attraverso il mezzo che possa rendere possibile una storia collettiva: le parole degli artisti. Le conversazioni affrontano i momenti salienti della carriera di ciascun artista, di cui si indagano le istanze concettuali e formali, a partire dall’estetica, la filosofia e la politica alla base del loro lavoro. Ogni conversazione si apre con un’introduzione a cura di Micola Clara Brambilla, Federico Florian, Bianca Stoppani. Il volume ritrae diverse generazioni di artisti e presenta una serie di approcci disparati alla pittura, alla scultura, al cinema, alla performance, all’installazione, all’intervento sociale e collettivo, alla fotografia e all’attivismo. Il titolo scelto, Strata – l’espressione latina che indica la successiva concrezione di più strati di materia rocciosa -, funge perciò da metafora della molteplicità di linguaggi e della sensibilità che hanno animato il dibattito culturale in Italia negli ultimi due decenni. Il libro, inoltre, nasce dal desiderio di porsi come strumento conoscitivo per artisti più giovani, per i quali le esperienze delle generazioni precedenti possano rappresentare una risorsa diretta e l’opportunità di un passaggio di conoscenza altrimenti mediato dall’attuale gerarchia educativa.

Nel corso della presentazione, poi, de Bellis e Rabottini hanno voluto ricordare anche Alberto Garutti, artista fondamentale degli ultimi decenni e grande docente che ha seguito molti degli artisti poi presenti nel libro, che è morto lo scorso giugno. Per motivi anagrafici la sua storia viene prima del periodo preso in considerazione dal libro, ma la sua lezione continua ad attraversare molte delle carriere e delle vite che “Strata” ci racconta.

Sky Arte ripropone il documentario “Botero – Una ricerca senza fine”

Sky Arte ripropone il documentario “Botero – Una ricerca senza fine”Roma, 15 set. (askanews) – In occasione della scomparsa di Fernando Botero, Sky Arte ripropone il documentario “Botero – Una ricerca senza fine”, diretto da Don Millar, che restituisce un ritratto profondo e stimolante di un artista monumentale grazie anche alle riprese originali girate in 10 città tra Cina, Europa, New York e Colombia, oltre a foto e video di famiglia che risalgono a decenni fa.

La vicinanza senza precedenti sia all’artista sia alla sua famiglia, ha permesso al regista di coinvolgere curatori, storici e accademici per rivelare la creatività e le convinzioni di una delle personalità più geniali del mondo dell’arte del nostro tempo. Fernando Botero (Medellin 1932 – Montecarlo 2023) è l’artista che ha vantato il maggior numero di mostre monografiche in grado di attirare milioni di visitatori e libri pubblicati su di lui in ogni angolo del pianeta. Questo documentario offre l’opportunità unica di avvicinarsi e conoscere più nel profondo una vera leggenda, molto amato in Italia, paese che dagli anni ’80 è diventato anche la sua patria putativa.

E’ morto il pittore e scultore Fernando Botero, aveva 91 anni

E’ morto il pittore e scultore Fernando Botero, aveva 91 anniMilano, 15 set. (askanews) – Il quotidiano colombiano El Tiempo ha confermato la morte del pittore e scultore Fernando Botero, “il più grande artista colombiano di tutti i tempi”. È morto all’età di 91 anni dopo aver sofferto di complicazioni di salute per diversi giorni. Secondo quanto stabilito dal quotidiano colombiano El Tiempo e W Radio, il leggendario Botero è morto nella sua casa nel principato di Monaco oggi 15 settembre 2023.

Fonti vicine al pittore hanno riferito a El Tiempo che aveva problemi di salute; è stato ricoverato per diversi giorni in un centro medico, ma lui stesso ha chiesto di essere trasferito a casa per curarsi. L’opera di Botero (pittura, scultura e disegni) è molto vasta, al punto che servirebbero diversi libri per spiegarla e affrontarla. Le sue opere sono state acclamate in tutto il mondo e i collezionisti le pagano milioni di dollari. Nel 2022, ad esempio, la scultura ‘Man on Horse’ è stata venduta all’asta di Christies a New York per 4,3 milioni di dollari, un prezzo record per un’opera dell’artista.

Per Botero il lavoro e la famiglia erano le cose più importanti della sua vita. Uno dei momenti più complicati per lui fu la morte di suo figlio Pedrito, nel 1974, quando il bambino aveva 4 anni, in un incidente stradale in Spagna. Il presidente colombiano Gustavo Petro si è rammaricato della morte di Botero, che ha ricordato come il pittore “della nostra violenza e della nostra pace”.

Artissima, 30esima edizione all’insegna del “prendersi cura”

Artissima, 30esima edizione all’insegna del “prendersi cura”Torino, 15 set. (askanews) – L’edizione 2023 di Artissima, la fiera torinese dedicata all’arte contemporanea, “racconta la capacità della fiera di spingere ancora più avanti la propria prospettiva di tre decenni. Il futuro è la parola chiave per un progetto che vuole continuare a guardare in avanti”. Lo ha detto il direttore della fiera, Luigi Fassi, presentando la 30esima edizione dell’evento che dal 3 al 5 novembre si terrà all’Oval del Lingotto, con poi ricadute ed eventi in tutta la città.

“Artissima in tre decenni si è strutturata come un’istituzione, ma anche come un’azienda che opera con un network diffuso in tutto il mondo. Un network fatto dalle gallerie partecipanti, dai collezionisti, dai direttori e curatori dei musei. È un’impresa anche, che collabora con le aziende che scelgono di sostenerla”, ha aggiunto Fassi. “Artissima – ha detto ancora il direttore – declina al futuro la storia del proprio passato, per questo il tema guida dell’edizione 2023 è Relations of care, relazioni di cura. Ci siamo ispirati al filosofo e antropologo Renzo Taddei, che studia i cambiamenti climatici sulle comunità indigene in Amazzonia, che hanno sempre messo la cura al primo posto. Se il sapere non diventa al servizio della cura è, secondo Taddei, completamente inutile. Quindi serve un’0altra forma di immaginario, la cura verso altre forme di vita. E per Taddei l’arte è la formulazione più potente per innescare questa nuova modalità di pensiero. Dobbiamo pensare in termini comunitari, anteponendo la comunità all’individuo. E siamo convinti sia un modo efficace per rispondere alla domanda su cosa ha fatto Artissima in 30 anni: ha fatto nascere una comunità e ha stabilito relazioni di cura. Artissima è una comunità al plurale, una serie di comunità”.

Alla conferenza di presentazione della fiera ha partecipato anche Michele Coppola, Executive director Arte Cultura e Beni storici di Intesa Sanpaolo, sia nella veste di direttore delle Gallerie d’Italia, che hanno ospitato la presentazione, sia in quella di rappresentante della banca main sponsor di Artissima. Coppola ha anche confermato che “Intesa Sanpaolo ha preso un impegno nei confronti di Artissima e saremo al fianco della fiera fino al 2025”. Venendo ai numeri dell’edizione 2023: 181 partecipanti, con tanta attenzione all’Italia, “ma gallerie da 33 Paesi in quattro continenti. Trentanove di queste gallerie partecipano per la prima volta ad Artissima da diversi Paesi stranieri. Abbiamo anche una galleria di Bangkok, Thailandia, nazione che non aveva mai partecipato ad Altissima. Si creano ponti tra la scena italiana e il territorio torinese e le gallerie di tutto il mondo” ha concluso il direttore Fassi.

Tra figura e astratto: a Brescia Musei i movimenti di Mattotti

Tra figura e astratto: a Brescia Musei i movimenti di MattottiBrescia, 15 set. (askanews) – Lo stile di Lorenzo Mattotti, fatto di una continua rigenerazione dell’immagine, mai ferma e mai completamente risolta nei canoni del realismo, è inconfondibile e, in un certo senso, accoglie lo spettatore dentro di sè, lo abbraccia. Per questo visitare la mostra che la Fondazione Brescia Musei gli dedica, con la curatela colta ed elegante di Melania Gazzotti, è un’esperienza che va oltre i confini dell’illustrazione per accogliere molte altre suggestioni, a partire dal costante riferimento al movimento. “Credo che il movimento faccia parte proprio del mio lavoro – ha detto l’artista ad askanews – l’idea della linea che si trasforma, il colore che non è mai fermo, l’idea di metamorfosi anche. Il disegno dà la possibilità con la linea di trasformare le forme, credo che il movimento faccia parte ormai della nostra percezione dell’immagine”.

L’esposizione, intitolata “Storie Ritmi Movimenti”, si articola su tre sezioni: i lavori di Mattotti sulla musica; quelli dedicati al cinema – tra cui i manifesti per molti festival, compresa la Biennale di Venezia – e quelli ispirati al mondo della danza. E in molti casi sono opere che nascono in relazione ad altri artisti, siano essi poeti come Edgar Allan Poe, musicisti Lou Reed, o registi come Antonioni, o ancora i ballerini del Carnevale di Rio de Janeiro. “Io – ha aggiunto – ho avuto la fortuna di collaborare con queste grandi personalità e forse è proprio il fatto di dover lavorare con loro e provare che ero all’altezza della loro qualità mi ha stimolato molto, perché io da solo casomai sono molto pigro”. La mostra bresciana ospita poi anche un’opera inedita: un grande trittico di oltre quattro metri ispirato a una danza collettiva, un’opera affascinante e complessa, che oggi appare un po’ la sintesi delle suggestioni che l’esposizione ha così ben raccontato, partendo dagli studi più piccoli per arrivare poi alle grandi tele. “Riuscire a farle in grande è stato un piacere – ha concluso Lorenzo Mattotti – e mi viene voglia di approfondire ancora di più il tema perché piano piano possono diventare sempre più astratti, voglio portare al limite proprio il confine tra astrazione e figurativo, è una cosa che mi ha sempre affascinato”.

Su questo confine, lungo il quale scorrono moltissime emozioni legate all’umano – dalla paura all’amore, dallo stupore alla felicità – l’arte di Mattotti trova il proprio punto mobile di equilibrio e si svela con tutta la forza del suo tratto e del suo colore, capaci di dare forma alla vita. (Leonardo Merlini)

Libri, in uscita “Operazione satellite” di Frediano Finucci

Libri, in uscita “Operazione satellite” di Frediano FinucciRoma, 14 set. (askanews) – Non solo soldati, navi e droni. Il conflitto in Ucraina è stato combattuto, sin dall’occupazione russa della Crimea, anche nello Spazio con reciproci attacchi ai satelliti civili e militari da parte di Mosca e Washington. In “Operazione Satellite” (Paesi Edizioni) Frediano Finucci per la prima volta ricostruisce, con documenti inediti e fonti esclusive, le incredibili e pressoché sconosciute schermaglie tra superpotenze (Stati Uniti, Russia e Cina) a centinaia di chilometri di distanza dalla terra. Un’inchiesta rigorosa, un raro affresco divulgativo che svela e spiega le ultimissime tecnologie satellitari, un tempo riservate solo a militari e governi, oggi disponibili anche a utenti non specialisti, con risvolti economici, sociali e geopolitici finora impensabili.

La prima presentazione del libro, a livello nazionale, si terrà martedì 19 settembre alle ore 18, a Roma, presso la Sala Conferenze di Spazio Europa, gestito dall’Ufficio del Parlamento europeo in Italia e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea, in via Quattro Novembre n. 149. Intervengono per l’occasione, insieme all’autore Frediano Finucci, la giornalista Rai Eva Giovannini e il Direttore della rappresentanza in Italia dell’UE Antonio Parenti. Il libro si potrà acquistare nella vicina libreria Tombolini, in via Quattro Novembre n. 146. Ingresso gratuito, fino ad esaurimento posti. È gradita la prenotazione all’indirizzo: ufficiostampa@paesiedizioni.it.