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Nuova scoperta a Pompei, ricostruita vita schiavi a Civita Giuliana

Nuova scoperta a Pompei, ricostruita vita schiavi a Civita GiulianaSalerno, 20 ago. (askanews) – È stato ritrovato, nella villa romana di Civita Giuliana, a circa 600 metri dalle mura dell’antica Pompei, l’arredo di una stanza assegnata agli schiavi. Sembra una fotografia, che denuncia una situazione di precarietà e subalternità. Tuttavia, si tratta di un’immagine affascinante di quasi 2000 anni fa, realizzata con la tecnica dei calchi, esistente solo a Pompei e dintorni. Materiali quali mobili e tessuti, nonché corpi di vittime dell’eruzione del 79 d.C., sono stati coperti dalla nube piroclastica, divenuta poi terreno solido mentre la materia organica decomposta ha lasciato un vuoto nel terreno: un’impronta che, riempita di gesso, ha rivelato la sua forma originaria. “Quanto ricostruito conferma la necessità di proseguire la ricerca scientifica”, ha detto il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. “Conclusa l’operazione Grande Pompei, progettiamo nuove iniziative e nuovi finanziamenti per proseguire nella ricerca e nella tutela”, ha aggiunto.

La nuova stanza, denominata ambiente A, si presenta diversa da quella già nota come ambiente C, ricostruita a novembre 2021 in cui erano posizionate tre brande e che fungeva al tempo stesso da ripostiglio. Quello che è emerso adesso fa pensare a una precisa gerarchia all’interno della servitù. Mentre uno dei due letti trovati in queste settimane è della stessa fattura, estremamente semplice e senza materasso, di quelli del 2021, l’altro è di un tipo più confortevole e costoso, noto in bibliografia come “letto a spalliera”. Nella cinerite sono ancora visibili le tracce di decorazioni color rosso su due delle spalliere. Oltre ai due letti, nell’ambiente recentemente scavato ci sono due piccoli armadi, anch’essi conservati parzialmente come calchi, una serie di anfore e vasi di ceramica e diversi attrezzi, tra cui una zappa di ferro. Il microscavo di vasi e anfore provenienti dall’ambiente C ha nel frattempo rilevato la presenza di almeno tre roditori: due topolini in un’anfora e un ratto in una brocca, posizionata sotto uno dei letti e dalla quale sembra che l’animale cercasse di scappare quando morì nel flusso piroclastico dell’eruzione. Dettagli che sottolineano ancora una volta le condizioni di precarietà e disagio igienico in cui vivevano gli ultimi della società dell’epoca.

L’esplorazione archeologica della villa di Civita Giuliana, già oggetto di scavi nel 1907-’08, ebbe inizio nel 2017 in base a una collaborazione tra il Parco Archeologico di Pompei, quale ente competente per la tutela dell’area circostante la città antica, e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, che insieme ai Carabinieri aveva scoperto un’annosa attività di scavi clandestini nell’area della Villa, poi sgominata e perseguita sia penalmente che civilmente. “Quanto ricostruito conferma la necessità di proseguire la ricerca scientifica in un luogo che, grazie all’opera della magistratura e dei Carabinieri, è stato strappato al saccheggio e al traffico illecito di beni archeologici per raccontare momenti notevoli della vita quotidiana dell’antichità. Quel che si sta apprendendo sulle condizioni materiali e sull’organizzazione sociale dell’epoca apre nuovi orizzonti agli studi storici e archeologici. Pompei rappresenta un unicum che tutto il mondo ci invidia. Conclusa l’operazione Grande Pompei, progettiamo nuove iniziative e nuovi finanziamenti per proseguire nella ricerca e nella tutela”, dichiara Sangiuliano.

“Sappiamo che i proprietari usavano diversi privilegi, tra cui anche la possibilità di formare una famiglia, seppure senza alcuna tutela legale, per legare alcuni schiavi più strettamente alla villa, anche con la finalità di averli come alleati nel sorvegliare gli altri. Quello che emerge qui è la struttura sociale della servitù che doveva impedire fughe e forme di resistenza, anche perché mancano tracce di grate, lucchetti e ceppi. Pare che il controllo avveniva principalmente tramite l’organizzazione interna della servitù, e non tramite barriere e vincoli fisici – spiega il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel – Siamo impegnati a continuare le ricerche e progettare la fruizione di un luogo che, come nessun altro del mondo antico racconta la quotidianità degli ultimi. In occasione della riapertura dell’Antiquarium di Boscoreale il prossimo autunno, prevediamo una sala per informare il pubblico sugli scavi in corso, gli stessi che, sotto la direzione del mio predecessore, Massimo Osanna, hanno portato alla scoperta del carro cerimoniale recentemente in mostra a Roma, alle Terme di Diocleziano. Vorrei ringraziare, oltre alla squadra impegnata nello scavo archeologico, la Procura guidata da Nunzio Fragliasso per l’eccellente lavoro svolto”.

Il libro di Ivano Cimatti getta nuova luce sul caso Pinelli

Il libro di Ivano Cimatti getta nuova luce sul caso PinelliRoma, 19 ago. (askanews) – Askanews ha intervistato Ivano Cimatti, autore del libro ‘Il potere che offende. Quando Luigi Calabresi denunciò ‘Lotta Continua” (Pendragon), riguardante la vicenda dell’anarchico Giuseppe Pinelli, fermato perché indiziato d’essere coinvolto nell’attentato di piazza Fontana del 12 dicembre 1969, e poi morto precipitando dalla finestra dell’ufficio del commissario Luigi Calabresi. La Questura di Milano sostenne che Pinelli si era suicidato perché scoperto dagli inquirenti d’essere uno degli autori della strage. L’autorità giudiziaria scelse di avvalorare la tesi del decesso per atto volontario. Lotta Continua, per ottenere la riapertura del caso, accusò pubblicamente Calabresi d’aver ‘suicidato’ Pinelli e per questo venne denunciata di diffamazione a mezzo stampa.

D: Il suo è il primo libro che affronti con metodo storico e documentato la figura del commissario Calabresi. Lo fa focalizzandosi su di un processo per diffamazione nel 1970-71. R: Ho scelto di studiare quel processo perché il Presidente del relativo collegio giudicante fu sottoposto ad un processo penale per come aveva condotto quel dibattimento. Venne difeso da un celebre avvocato Filippo Ungaro del quale sto scrivendo, da anni, una biografia.

D: Calabresi da querelante si ritrovò quasi imputato. Potrebbe spiegarci la genesi e gli esiti di questo processo? R: La genesi di quel processo discende dalla scelta di Lotta Continua di riaprire le investigazioni sulla morte di Pinelli, catalogata come morte per suicidio. Per mesi il giornale di Lotta Continua accusò Calabresi d’aver suicidato Pinelli. Il quale, lasciato solo dalle istituzioni, scelse di denunciare di diffamazione il responsabile editoriale di quel periodico. Fu una scelta sbagliata ed improduttiva. Dal dibattimento di quel processo apparve da subito evidente che la tesi della morte di Pinelli per suicidio fosse assurda ed inoltre che Calabresi e gli altri testimoni (moltissimi poliziotti e carabinieri) mentissero. Ed oggi sappiamo perché e di cosa; Calabresi e così gli altri testimoni nascosero che quella sera, negli uffici della Questura di Milano, operarono funzionari del Ministero dell’Interno i quali condussero le indagini e diressero appunto le investigazioni secondo l’inventata pista anarchica. Ecco perché quel processo fu un clamoroso autogol. Gli avvocati di Lotta Continua e moltissima stampa ebbe facile gioco nell’evidenziare la totale inverosimiglianza della versione dei fatti fornita prima da Calabresi e quindi dalla Questura di Milano.

D: Ma chi era – al netto delle demonizzazioni e successive riabilitazioni – il commissario Calabresi? Una pedina inconsapevole entrato in un gioco molto più grande di lui? Lo stesso potrebbe dirsi di Pinelli? R: E’ indubbio che Calabresi scelse di obbedire ad illegittimi ordini impartiti da inquietanti funzionari della polizia, quelli della Divisione Affari Riservati specie in ordine la pista da seguire nella ricerca dei responsabili della strage di piazza Fontana. Dai documenti processuali connesse alle indagini sulla strage, sulla morte di Pinelli oltre che di quel dato processo nonché a carico degli anarchici accusati degli attentati del 25 aprile 1969 emerge che Calabresi sapesse che le accuse mosse a Pinelli fossero inveritiere: si difese, all’epoca, dicendo che aveva obbedito agli ordini del suo capo ufficio, il responsabile dell’Ufficio Politico della Questura di Milano; inoltre Calabresi, alla stregua degli altri funzionari di pubblica sicurezza che interrogarono Pinelli quella sera (il 15 dicembre 1969) ha scientemente violato la norma di cui all’articolo 78 dell’allora codice di procedura penale. Ed invero diverse ore prima della sua precipitazione dalla finestra dell’ufficio di Calabresi Pinelli nevvero fu accusato formalmente dal capo dell’Ufficio Politico d’aver partecipato agli attentati del 25 aprile. Quella norma processuale prevedeva che, a quel punto, l’interrogatorio si sarebbe dovuto interrompere immediatamente e si sarebbe dovuto invitare Pinelli a nominare un difensore di fiducia e quindi liberarlo e/o trasferirlo in carcere. Invece l’interrogatorio, condotto da Calabresi, continuò in violazione di legge e culminò con la sua precipitazione. Calabresi inoltre sapeva che le accuse per le quali era stato fermato erano il frutto dell’inventata pista anarchica da parte dei funzionari della Divisione Affari Riservati del Ministero dell’Interno. Pinelli era un idealista che, in quelle ore, fu pervaso del dubbio che il suo mondo, quello degli anarchici duri ma puri, potesse essere in qualche modo coinvolto nell’orrenda strage di piazza Fontana. Nel corso dei suoi interrogatori, tuttavia illegittimi perché il fermo di Pinelli non venne mai ritualmente convalidato dalla magistratura, Pinelli propose verità e circostanze talvolta inesatte. D’altronde occorre ribadire che l’imputato, nel nostro ordinamento, ha il diritto di mentire.

D: Quali sono le scoperte più rilevanti della sua ricerca e quali fonti ha privilegiato? R: Il mio libro è il risultato di due anni di ricerche d’archivio: ed ho consultato i fascicoli personali delle persone coinvolte nella vicenda. Nella ricostruzione della vicenda storica, a differenza di gran parte degli studi in materia, ho ricercato direttamente le fonti e gli elementi ricercando fra le carte processuali dei vari dibattimenti che sulla strage e sulla morte di Pinelli si sono tenuti negli anni e fra le carte della polizia e dei servizi coinvolti. Verificando le conclusioni, anche istruttorie, cui pervennero le diverse giustizie ed in particolare del giudice istruttore Gerardo D’Ambrosio. La novità più rilevante del libro è aver mostrato che la ricostruzione di quei fatti sia frutto d’una narrazione che prescinde in massima parte dai fatti stessi: frutto ed il precipitato d’una lettura ideologica e romantica di quelle pagine. Disvelando clamorosi errori strategici fin dall’inizio della vicenda. Il processo che avrebbe dovuto consentire di comprendere le ragioni sulla morte di Pinelli non consentì di ottenere alcun positivo risultato. L’errore di fondo, parrebbe in verità in parte quasi voluto dalla galassia di Lotta Continua, fu d’aver fossilizzato l’indagine sulla morte d’un innocente sull’operato d’uno (solo) dei tanti poliziotti coinvolti nella vicenda: nonostante fosse chiaro che moltissimi e non solo Calabresi fossero in qualche modo coinvolti nel caso. Gli avvocati che difesero Lotta Continua in quel processo non si resero conto che già, in quella sede processuale, emersero indizi che Calabresi fosse stato uno dei tanti poliziotti coinvolti. I diversi magistrati che, negli anni successivi, indagarono sulla morte di Pinelli spesso commisero gravissimi errori procedurali che paiono quasi volontari. Nel libro vengono evidenziate alcune reali novità. Per decenni è stato sostenuto, da tutta la stampa e la manualistica, che la presenza degli uomini della Divisione Affari Riservati in quei giorni all’interno dell’Ufficio Politico della Questura di Milano sarebbe emersa solo nel 1996 quando, nel corso delle nuove investigazioni sulla strage, venne rinvenuto l’Archivio della Divisione di Circonvallazione Appia. In verità, già nel giugno del 1970, Silvano Russomanno al giudice istruttore Ernesto Caudillo del Tribunale di Roma, confessò d’essere arrivato a Milano fin dal 12/13 dicembre 1969. Quel giudizio non terminò, come sempre ed ovunque attestato, con la condanna in primo grado del Direttore Responsabile di Lotta Continua bensì con una dichiarazione di estinzione del reato per prescrizione statuita dal giudice di appello. Quel processo come è noto fu sospeso per le gravissime opinabilità del Presidente del collegio Carlo Biotti il quale fu sottoposto, per le medesime questioni, a processo penale. Il quale si concluse sì con l’assoluzione dello stesso, ma con una sentenza (del 4 giugno 1976 della Suprema Corte di Cassazione) che lo definì un giudice eticamente indegno. La statuizione di indegnità nondimeno, circostanza questa mai rilevata da alcuno, non impedì al CSM, quello diretto da Vittorio Bachelet, di promuoverlo, pur se pensionato da quasi quattro anni, consigliere di Cassazione. La particolarità è che in questa procedura il CSM nascose la presenza d’altre procedure disciplinari sicuramente fondate e certe: la conclusione è che alla fine quell’apparato di relazioni, amicizie e frequentazioni che permisero lui di permanere magistrato nonostante svariate fallacie professionali, opacità ed un’azione decisamente improvvida, alla fine, lo volle tutelare. A dispetto di tutto e tutti. D: Si è fatto un’idea di come morì Giuseppe Pinelli? R: La morte quasi sicuramente non fu voluta ma occasionale. Anche perché Pinelli non fu in vita depositario di segreti e verità rilevanti in ordine l’attentato ovvero sui movimenti politici che, sul finire degli anni sessanta, si opponevano alla politica governativa. Da lui gli anonimi funzionari della Divisione Affari Riservati, quella notte speravano solo di ottenere una qualche prova che suffragasse l’inventata pista anarchica. La direttrice investigativa che riconduceva la strage agli anarchici. Morì perché i non convenzionali metodi d’interrogatorio di quelle persone andarono molto oltre il dovuto e l’ipotizzato. D: Come ne esce lo Stato italiano dell’epoca dalla vicenda Pinelli R: La vicenda Pinelli fu il primo caso di innocente deceduto per colpa e responsabilità dello Stato che lo aveva in custodia. All’epoca la reazione dell’opinione pubblica fu di incredulità e di paura perché quella morte pareva impossibile solo ad immaginarsi. Lo Stato, nella persona delle istituzioni preposto all’ordine pubblico, si dimostrò incapace di rispondere alla più semplice delle domande: come e perché fosse morto Pinelli. Lo Stato rimosse la questione e liquidò il decesso parlando di suicidio nonostante le evidenze dicessero il contrario. Nel complesso lo Stato italiano ne uscì malissimo preparando l’opinione pubblica all’idea che esso fosse nemico ed ostile. D: Quali sono state le prime reazioni al suo libro? R: A parte casi rari, le reazioni sono state quasi disastrose. Diversi storici e giornalisti, dichiaratosi precedentemente interessati, uno alla volta si sono dileguati anche coloro che si fecero spedire dall’editore il libro. D: Nella prefazione al suo libro, il giudice Guido Salvini scrive che non esistono più dubbi, ormai, che a uccidere Calabresi sia stata Lotta Continua, come del resto ha certificato il relativo processo. Come mai l’omicidio Calabresi ha rappresentato un gigantesco scheletro nell’armadio della storia italiana? R: La ragione dipende dalla circostanza che la campagna di stampa organizzata da Lotta Continua nei confronti del commissario Calabresi aveva trovato ampio e diffuso spazio in moltissima parte dell’opinione pubblica e politica della sinistra. Subito dopo l’omicidio si comprese che la focalizzazione della campagna nei confronti del commissario per la riapertura del caso Pinelli fu sbagliata oltre che ingiusta. La sinistra pertanto scelse di obliare rimuovendo l’iniziale scelta. La morte di Calabresi divenne pertanto argomento scomodo e fastidioso

Al via le arene Cinevillage di Anec/Agis Lazio

Al via le arene Cinevillage di Anec/Agis LazioRoma, 18 ago. (askanews) – Le arene cinematografiche organizzate dall’Associazione Nazionale Esercenti Cinema (ANEC) del Lazio e dall’Agis Lazio Srl tornano ad essere protagoniste dell’estate romana. A Piazza Vittorio all’Esquilino (XXIII edizione) e Largo Ravizza a Monteverde (II edizione) riprendono da giugno fino a settembre le iniziative territoriali all’insegna della cultura condivisa.

Novità dell’estate, grazie all’iniziativa “Cinema revolution 2023 che spettacolo l’estate” promossa dal Ministero della Cultura, la possibilità di rivivere le emozioni del grande schermo con un biglietto a prezzo popolare: € 3,50 per tutti i film italiani ed europei, con un tetto massimo di € 5,00 per quelli non europei. ‘Il nostro obiettivo da sempre – dichiara Leandro Pesci, presidente di ANEC Lazio – persegue l’idea di far vivere al pubblico l’esperienza immersiva della sala cinematografica e, in particolare negli ultimi anni, dominati dall’era delle piattaforme tecnologiche, farlo riaffezionare all’emozione del maxi-schermo. Ci auguriamo che le due arene che ci faranno compagnia lungo tutta l’estate romana, possano riportare tale interesse anche grazie ad un’accurata programmazione, confermando la più che buona affluenza della scorsa edizione’.

‘Le iniziative che vengono presentate oggi sono due pezzi importanti della nostra Estate Romana – dichiara l’assessore alla Cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor – sono infatti due delle 24 arene cinematografiche che, grazie anche al nostro sostegno, punteggeranno in questa estate la nostra città. La Settima Arte è infatti l’elemento caratterizzante dell’edizione 2023, una scelta che, come Roma Capitale, abbiamo fatto per sostenere un settore, quello delle sale cinematografiche, che ha molto sofferto per la pandemia da Covid-19 e che vogliamo aiutare stimolando le persone a ritornare a una rinnovata fruizione collettiva del prodotto cinematografico, che possa riportare in autunno ancora più persone nei nostri cinema’. ‘La cultura oltre ad avere una funzione sociale fondamentale – afferma Lorenzo Tagliavanti, Presidente della Camera di Commercio di Roma – rappresenta un potente volano di sviluppo economico, un elemento essenziale di marketing territoriale e un fattore attrattivo cruciale nei confronti di un turismo di qualità. Sosteniamo con convinzione questa iniziativa perché i cinema in generale e, in questo caso, le arene estive costituiscono una parte fondamentale del settore culturale che crea benessere, ricchezza e posti di lavoro. Incentivare i cittadini a tornare a godersi un film all’aperto è quantomai importante dopo tutte le difficoltà e gli impedimenti che ha portato la pandemia. I cinema – conclude Tagliavanti – sono parte essenziale dell’anima di Roma ed è impensabile immaginare la nostra città senza una loro attività a pieno regime’.

La manifestazione si svolge anche grazie al sostegno del Gruppo Acea che, con il supporto a questa rassegna cinematografica, rinnova il suo impegno a favore di tutte quelle iniziative che valorizzano la città di Roma, attraverso l’arte e la cultura. A Piazza Vittorio l’estate, fino al 16 settembre sarà in programma un caleidoscopio di eventi diversificati a corollario della maxi arena cinematografica. Sullo storico maxischermo si proietteranno ogni sera alle ore 21:30 i film di successo della stagione, con una raffinata selezione di opere. Il ciclo, a cura del critico cinematografico Franco Montini, ospiterà alcuni appuntamenti di eccezione con attori e registi di assoluto rilievo, quali Roberto Andò, Pupi Avati, Giuseppe Battiston, Marco Bocci, Alessandro Borghi, Gianni Di Gregorio, Ivano Di Matteo, Beppe Fiorello, Riccardo Milani, Rocco Papaleo, Edoardo Pesce, Michele Placido, Carlo Verdone e Daniele Vicari.

Il Villaggio dello Sport arriverà in piazza nei fine settimana con una serie di iniziative, a cura del Comitato Lazio del CONI, atte a promuovere le diverse discipline sportive. Inoltre Master Group Sport, per conto della Federazione Italiana Pallacanestro, organizzerà la tappa master Basket 3×3, l’evento competitivo più importante del campionato federale 3×3. La tappa assegnerà un pass di accesso diretto alle Finals di agosto evento che determinerà le squadre Campioni d’Italia delle Categorie Open Maschile e Femminile. La musica e le danze popolari saranno di scena al centro di Piazza Vittorio all’insegna della socialità, un intento che accomuna storicamente la piazza, cruogiolo di persone dalle diverse origini etniche e culturali, con un gruppo di amici che, da oltre un decennio, propone un repertorio di danze dalle radici geografiche differenziate. Pizziche, tarantelle e tammurriate, ma anche altri generi tradizionali internazionali come i baltrad francesi, intratterranno i convenuti di piazza Vittorio ogni due settimane per tutta l’estate. “Le danze di Piazza Vittorio” partiranno così con le storie del tamburello per continuare con la zampogna, la lira, il bendìr, le chitarre e i flauti irlandesi. Ogni spettacolo prenderà spunto dal repertorio di uno strumento, di un territorio e di un’epoca storica dalla specifica cultura musicale, per poi spaziare anche sulle altre tradizioni. Nello spazio poliedrico denominato Vittorio Summer Village adiacente al cinema e gestito da Simone Brengola il connubio tra cultura e sapori proporrà un ventaglio di offerte per tutti i gusti. La musica live, in primis, sarà proposta in molteplici sfaccettature: tutti i giovedi, dalle 18:30, il progetto “Amarena Pop” rivisiterà in chiave pop contemporaneo i classici italiani degli anni 60-70-80; nei venerdì sarà invece di scena “Brillante Open Mic”, in cui diversi componenti di varie band indie emergenti romane si intrecciano tra formazioni sul palco, ospitandosi a vicenda; la domenica sarà invece la volta di “Bollicine Summer”, una rassegna che vedrà ospiti sul palco varie band e cantautori romani emergenti, a cura dell’associazione culturale Pierrot Le Fou. A settembre sono programmate le presentazioni dei libri di Annelisa Alleva e Angelo de Florio, autore del Libro Memorie di un Distrofico e curatore della “Normalità del Disagio” in un evento sulla disabilità con associazioni come la Uildm, l’FSHD e Medici Ricercatori del Policlinico Gemelli. Di rilievo gli appuntamenti calendarizzati anche con noti residenti del rione, con gli interessanti ed emergenti fratelli D’Innocenzo ed il loro nuovo film Bassifondi , con il versatile artista premio Oscar Gianni Quaranta, con lo scrittore Francesco Piccolo e con Nicola Lagioia, scrittore e già presidente del Salone del libro di Torino. Inoltre, si incontreranno protagonisti dei film di ultima uscita, come Federico Martucci, contraltista di Rapito di Marco Bellocchio e Nanni Moretti per Il Sol dell’avvenire. Non mancheranno date a sorpresa con illustri esponenti del mondo dell’editoria, della politica, del giornalismo e della giustizia. In appendice, dal 7 al 10 Settembre 2023 Piazza Vittorio ospita la 4a edizione di “Flag, Festival della Letteratura, della Poesia, del Cinema e dei media arcobaleno”, il più importante evento multimediale targato lgbtqia+ rivolto ai giovani e a tutta la cittadinanza. A Monteverde, fino al 10 settembre, il piccolo parco di quartiere di Largo Ravizza diventerà un punto di riferimento nei pomeriggi e serate estive anche per un territorio più vasto di cittadini, con l’obiettivo di coinvolgere soprattutto le nuove generazioni organizzando, oltre alle classiche proiezioni serali, anche un’area di servizi culturali e di ristoro. Il Totem Bar anche per quest’anno incontrerà giovani talenti e darà spazio ad attività ricreative, in sinergia con il cinema in piazza: incontri, rassegne musicali, intrattenimento con musica, danza, spettacoli di stand up comedy e attività per i più piccoli. L’aperitivo culturale di tardo pomeriggio sarà con ”Libri e Spritz”, concernente presentazioni di libri e incontri con autori e artisti del mondo dello spettacolo tutti i martedi e giovedi dalle 18:30, mentre il format ”Per fare un gioco”, in programma tutte le domenica dalle ore 17:00, stimolerà l’attività di pittura all’aria aperta, insieme a concerti musicali in acustico, dj set al tramonto, tango, spettacoli comici e tante altre attività, in fascia preserale, che renderanno ricca l’estate del Municipio XII. Infine, davanti al maxischermo di quasi 400 posti, si proietteranno i film di successo della stagione in corso con una raffinata selezione di opere e si ospiteranno incontri di approfondimento con i protagonisti dell’opera proiettata: tra gli artisti in arrivo nel primo mese si segnalano Pupi Avati, Marco Bellocchio, Marco Bocci e Ivano Di Matteo.

Morto l’architetto Saverio Busiri Vici. Progettò Santa Marta in Vaticano

Morto l’architetto Saverio Busiri Vici. Progettò Santa Marta in VaticanoRoma, 17 ago. (askanews) – E’ morto ieri, all’età di 96 anni, l’Architetto Saverio Busiri Vici, Accademico Nazionale di San Luca, decano e discendente diretto di una nota e nobile famiglia di architetti formatasi nel XVII secolo, in Francia con Jean Beausire come capostipite e in Italia con i Vici di cui Andrea Presidente dell’Accademia di San Luca nel 1785.

Tra le sue opere più conosciute a Roma si possono annoverare la chiesa di Santa Maria della Visitazione, inaugurata alla fine degli anni ’60 da Papa Paolo VI, l’Auditorium Giovanni Paolo II, inaugurato da Papa Wojtyla, l’edificio pluriuso di Viale Ionio, il Centro Internazionale di Animazione Missionaria che affaccia su Piazza San Pietro, la Casa di Santa Marta, in collaborazione con il Governatorato della Santa Sede, oggi residenza di Papa Francesco, la Villa Ronconi di Casal Palocco, spesso usata come set cinematografico date le sue particolari volumetrie e numerose altre opere caratterizzate dal cemento armato a vista, alcune delle quali collocate nel movimento cosiddetto “Brutalista”. Lascia la moglie Mariolina e i tre figli, Leonardo, Sebastiano e Benedetta.

Nuovo trapianto per lo scrittore Baricco, lo ha scritto sui social

Nuovo trapianto per lo scrittore Baricco, lo ha scritto sui socialRoma, 16 ago. (askanews) – Lo scrittore Alessandro Baricco ha annunciato così, sui social, di aver subito un nuovo trapianto: “Lo soooo. Non si usano i social così, ma bisogna avere pazienza con me, ultimamente ho avuto tempi complicati. Ho di nuovo una notizia da dare. Due giorni fa sono stato dimesso dall’Ospedale San Raffaele di Milano dove nel reparto del Prof. Ciceri ho sostenuto un secondo trapianto del midollo (la malattia si era rifatta viva, ho dovuto farlo). Dicono i medici (l’equipe del Dott. Peccatori, tutti serenamente bravissimi) che è andata bene e che le mie condizioni sono buone. Quel che so io è che sono stati 41 giorni duri, ma ora è tutto fantastico. Ce l’ho fatta anche perché la mia compagna Gloria è una donna incredibile, la mia famiglia è fatta di gente tostissima e i miei amici non mi hanno mai lasciato solo. Oh, come vi ringrazio tutti quanti. Adesso mi rimetto in piedi guardando alberi secolari, che, come mi hanno insegnato Coccia e Mancuso, sanno vivere meglio di noi. La mia agenda dice che tornerò in pubblico il 29 ottobre 2023 al Teatro alla Scala dove farò la voce recitante in un concerto delle mitiche sorelle Labèque (che gioia, amiche mie). Nel frattempo, tutto mi meraviglierà. Un grande abbraccio”. Ad accompagnare il testo, Baricco ha scelto la foto di uno scorcio di natura.

A Bari la mostra d’arte da balcone “Il mattino ha Lory in bocca”

A Bari la mostra d’arte da balcone “Il mattino ha Lory in bocca”Roma, 13 ago. (askanews) – Dopo il successo del 2022, il 19 agosto 2023 alle ore 19 si inaugura a Bari la seconda edizione della mostra d’arte da balcone intitolata “Il mattino ha Lory in bocca”. La collettiva, che parte da un’idea del curatore Francesco Paolo Del Re, viene allestita all’aria aperta, sui balconi del primo piano nel quartiere barese di Madonnella, all’angolo tra via Dalmazia e via Spalato, ed è visitabile, con il naso all’insù, fino al 27 agosto.

Mentre la prima edizione è nata ed è stata ospitata sui balconi dell’appartamento dei collezionisti Loredana Savino e Matteo De Napoli, organizzatori dell’evento espositivo, questa seconda edizione quadruplica la sua potenza visiva, allargandosi a tutti e quattro gli angoli dell’incrocio tra le due strade. Racconta Francesco Paolo Del Re: “Nata nel 2022 per gioco, come una festa tra amici, la mostra sui balconi ha avuto una risposta straordinaria da parte del pubblico. Parlando con la gente, abbiamo capito di avere risposto a un bisogno concreto. Per questo, abbiamo deciso di rilanciare, prendendoci più spazio, invitando gli artisti a pensare più in grande, coinvolgendo direttamente tutti gli abitanti di questo lembo di città, che hanno aderito con entusiasmo e grande partecipazione, e invitandoli a prestarci le loro case e i loro balconi”.

Visibile liberamente da chiunque passi per strada, la mostra presenta dal 19 al 27 agosto 2023 dipinti, sculture, fotografie, installazioni, interventi effimeri e performance. Le opere vengono esposte sui balconi e stese all’aria aperta come si mette il bucato ad asciugare nelle belle giornate, a diretto contatto con i passanti. Gli artisti invitati sono Natascia Abbattista, Mariantonietta Bagliato, Pierluca Cetera, Guido Corazziari, Marika D’Ernest, Cristiano De Gaetano, Sabino de Nichilo, Elisa Filomena, Nunzio Fucci, Simona Anna Gentile, Iginio Iurilli, Pierpaolo Miccolis, Ezia Mitolo, Mario Nardulli, Patrizia Piarulli, Stefania Pellegrini, Fabrizio Provinciali, Fabrizio Riccardi, Jolanda Spagno.

Scrive il curatore Francesco Paolo Del Re: “Secondo un modo di dire popolare, se Parigi avesse il mare sarebbe una piccola Bari. E il quartiere Madonnella sarebbe la nostra Montmarte o la nostra Chelsea: un pezzo di città vivace e multietnico, crocevia di incontri e scambi tra la gli artisti e le altre comunità che lo popolano. Un luogo dove c’è una grande energia e un grande potenziale inespresso. Per immaginare questa mostra insolita e senza barriere, siamo partiti da una riflessione sullo spazio che ci ospita, sul quartiere, e sul suo bisogno di bellezza e di cultura. I quattro angoli di strada, che abbiamo scelto di ‘occupare’ pacificamente e festosamente con l’arte, sono proprio a ridosso della Pinacoteca Metropolitana ‘Corrado Giaquinto’ e a due passi dalla casa natale di Pino Pascali. Noi stiamo in mezzo, inebriati dal profumo del mare e dalla calura agostana, con i piedi per terra e il naso per aria, sognatori di un altrove sempre troppo lontano. Anziché cercare nelle bacchette magiche altrui la risposta alle nostre domande, ci prendiamo gli spazi che sono già nostri, cercando di trasformare i limiti in opportunità. A una cronica mancanza di luoghi e di progettualità culturali, abbiamo deciso di rispondere a modo nostro, pensando a un’arte che – se ha pochi luoghi in cui ritrovarsi – ha però balconi e vuole rompere barriere, superare limiti. Sui balconi abbiamo deciso di abitare con una festa artistica temporanea e irriverente. L’arte esce dagli spazi tradizionalmente deputati alla sua esposizione e alla sua fruizione e si conquista un’insolita ribalta urbana, un palcoscenico cittadino tutto da inventare, per misurarsi con la realtà e interromperla con i suoi segni, introducendo una discontinuità chiassosa ed eccentrica nello scenario consueto delle passeggiate del quartiere. Fuori dalla metafora, l’arte va così a occupare letteralmente lo spazio indicato dall’espressione stare fuori come un balcone, che adoperiamo per indicare un comportamento bizzarro e insolito. Artisti che stanno fuori come un balconescelgono di esporre le loro opere su uno spazio di confine tra il dentro e il fuori, tra la privatezza della casa e il suolo pubblico, tra il non mostrato e il visibile, tra il pieno e il vuoto. Un’arte liminale, di confine, che – mostrata sulla facciata di un palazzo – è rinfacciata e sfacciata. Con il nostro inno alla scanzonatezza e all’impermanenza luminosa dell’estate, ci rivolgiamo a quanti non partono per Ferragosto e restano in città e li invitiamo a fare con noi una festa d’arte di quartiere e per il quartiere”.

Musk-Zuckenberg,Cinecittà World candida set Ben Hur per la sfida

Musk-Zuckenberg,Cinecittà World candida set Ben Hur per la sfidaRoma, 13 ago. (askanews) – Cresce l’attesa per l’annunciata sfida tra i moderni gladiatori Mark Zuckerberg ed Elon Musk, che dovrebbe essere ospitata in Italia prossimamente. Ma con l’attesa, nonostante le diverse candidature di luoghi storici, crescono anche le polemiche legate al rispetto e alla tutela dei siti archeologici pubblici, come il Colosseo, ventilato inizialmente, Pompei, Taormina, Ostia Antica o altri monumenti storici. Tutti luoghi delicati, da proteggere e preservare, sia a livello fisico che di immagine. Per tutto questo Cinecittà World, il parco tematico del cinema e della tv, ha deciso di candidare ufficialmente per la sfida il maestoso Set Cinematografico di Ben Hur, che si trova all’interno del nuovo parco a tema storico Roma World, dove gli ospiti possono vivere una giornata da antico Romano.

“Il set cinematografico che più testimonia la grandezza dell’Impero Romano, già infrastrutturato per ospitare decine di migliaia di persone, evitando i rischi legati monumenti storici da tutelare, ci è sembrata la location ideale per una sfida dai contorni simbolici e mediatici” afferma l’Amministratore Delegato di Cinecittà World e Roma World, Stefano Cigarini “Abbiamo già recapitato un invito ufficiale in tal senso ai Management di Zuckerberg e Musk, segnalando nel contempo la disponibilità al Ministro Sangiuliano e alla Presidenza del Consiglio”. Ben Hur è il kolossal del 1959, con protagonista Charlton Heston, che ha vinto il maggior numero di Premi Oscar nella storia, con 11 statuette. Nel 2016 è stato oggetto del remake con Morgan Freeman e Jack Houston: la Corsa delle Bighe, girata in questa grande arena di sabbia, che rievoca il Circo Massimo, è una delle scene più leggendarie della storia del cinema. Il Set, ardita realizzazione degli scenografi ed artigiani italiani, si estende per oltre 16.000 m2, come 3 campi da calcio di Serie.

Oltre al set di Ben Hur, la visita al parco Roma World permette di tornare indietro nel tempo di 2000 anni, assistendo a Spettacoli di Gladiatori e Falconeria, incontrare gli animali della fattoria, cimentarsi con il tiro con l’arco, perdersi tra le bancarelle dell’antico mercato, mangiare cibo dell’epoca nella Taberna o dormire come i legionari nell’accampamento all’interno del Castrum. Così chiosa Stefano Cigarini: “A Roma, Roma la vedi, a Roma World, Roma la vivi”.

Musk-Zuckerberg,Occhiuto:candido Calabria ad ospitare’combattimento’

Musk-Zuckerberg,Occhiuto:candido Calabria ad ospitare’combattimento’Roma, 12 ago. (askanews) – “A me l’idea di un ‘combattimento’ tra Elon Musk e Mark Zuckerberg, da svolgersi in Italia in una location epica, piace davvero tanto.Potrebbe essere una bella occasione, alternativa e fuori dai soliti schemi, per rievocare la storia millenaria delle civiltà più antiche, per fare beneficienza, e per promuovere il territorio.Questa mattina ho sentito il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ed ho ufficialmente candidato la Calabria ad ospitare questo evento mondiale.La nostra Regione, la culla dei Bronzi di Riace, ha tutte le carte in regola – storiche, culturali e sociali – per poter raccogliere questa sfida”. Lo ha annunciato il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto.

Musica, al via la nona edizione di Castelbuono Classica

Musica, al via la nona edizione di Castelbuono ClassicaRoma, 9 ago. (askanews) – Torna anche quest’anno, dal 14 al 17 agosto, Castelbuono Classica, il consueto appuntamento che, giunto alla sua IX edizione, animerà il borgo madonita di musica colta, con un’attenzione particolare al panorama della musica contemporanea ed uno sguardo rivolto ai compositori siciliani dei giorni nostri. La nona edizione di Castelbuono Classica, vedrà, come di consueto, un ciclo di concerti dislocati tra il Chiostro di San Francesco (i serali) e il Castello dei Ventimiglia e la Badia Santa Venera (i pomeridiani).

Ad inaugurare la rassegna sarà il 14 agosto, alle 21, al Chiostro San Francesco, il Trio Terzo suono, trio di percussioni. Il 15 agosto, alle 18, al Chiostro San Francesco, previsto il concerto del pianista Alessio Masi, alle 21, invece, al Chiostro San Francesco in programma il Galà lirico “Opera Inside”, che vede protagoniste voci provenienti dal panorama siciliano coordinate dal Maestro Manrico Signorini. Il 16 agosto, alle 18, al cortile della Badia ex convento Santa Venera, il quartetto di clarinetti tutto al femminile Zancle Flute Ensemble, alle 21, al Chiostro San Francesco, concerto di Francesco Paolo Scola e Fausto Quintabà al clarinetto e pianoforte. “Castelbuono Classica 2023 privilegia ancora una volta l’assetto da camera con la presenza di artisti affermati nel panorama internazionale – spiega il direttore artistico, Nicola Mogavero – un occhio alla tradizione operistica italiana ed una finestra spalancata sulla musica d’oggi con alcune prime esecuzioni assolute”. La nona edizione di Castelbuono Classica si concluderà il 17 agosto, alle 11, all’Orto dell’arte – Castello dei Ventimiglia con una performance a cura di Roberta Casella (arpa) e Stefania Cordone (arti figurative). Alle 18, alle Sala del Principe – Castello dei Ventimiglia, Luca Cangelosi e Roberto Alisena, sax e pianoforte, chiuderà la rassegna alle 21, al Chiostro di San Francesco, l’arpista Floraleda Sacchi.

Nei giorni di Castelbuono Classica, nei locali del museo naturalistico, all’interno dell’ex convento in piazza S. Francesco di Castelbuono, sarà in programma l’installazione sonora “Il Silenzio Incantatore” a cura di Laura Pitingaro. L’installazione è un invito, attraverso un’opera di Sound e light Art, a intraprendere un viaggio nel passato quando le Madonie erano popolate da uccelli, insetti, piante e fiori.

A settembre Campo base festival, dedicato a cultura della montagna

A settembre Campo base festival, dedicato a cultura della montagnaRoma, 6 ago. (askanews) – Dopo il grande successo delle prime due edizioni, torna dall’1 al 3 settembre in Val D’Ossola Campo Base, il festival dedicato alla cultura della montagna, agli sport e alle attività outdoor e alla relazione fra essere umano e ambiente, con una particolare attenzione e sensibilità verso le tragiche emergenze ambientali che segnano il nostro tempo. Una programmazione densa e articolata tra installazioni, performance, appuntamenti con scienziati, filosofi, protagonisti dello sport, esploratori, attività sportive all’aria aperta – e-bike, arrampicata, parapendio e canyoning – performance musicali e dj set, laboratori, forest bathing, yoga in natura, escursioni fotografiche ed esplorazioni per conoscere le erbe spontanee, fino ad arrivare alla scoperta del mondo della fermentazione e ma anche delle particolarità della cucina di montagna. Prodotto dalla Fondazione Tones on the Stones nell’ambito di Tones Teatro Natura, con la direzione artistica di Nicola Giuliani e la consulenza di Alessandro e Elena Gogna, Campo Base è un festival davvero unico in Italia, che si prepara ad accogliere, nello scorcio di fine estate e in un campeggio immerso nella natura, una vera e propria comunità temporanea pronta a condividere esperienze e riflessioni, visioni e progetti. Un festival che propone pratiche di riconnessione con l’ambiente naturale per affermarne la centralità nell’esperienza umana e stimolare un pensiero che possa essere efficace nel presente e capace di immaginare futuri possibili per coloro che verranno. “Due i focus principali di quest’anno: habitat e comunità” conferma Nicola Giuliani che aggiunge: “Il primo è esplorato attraverso lo sguardo di artisti, scienziati, attivisti ambientali e architetti alla scoperta dei diversi approcci di vita sulla Terra nel regno vegetale e in quello animale e per conoscere quali sono le relazioni possibili fra specie diverse. Il tema della comunità, invece, viene investigato attraverso pratiche artistiche, spazi dedicati a riflessioni e momenti di convivialità che creeranno un sottile fil-rouge nel nostro calendario. Abbiamo immaginato un festival ancora più accessibile rispetto alle edizioni precedenti tanto dal punto di vista economico, quanto dal punto di vista della programmazione, con un’offerta ancor più ricca e un campeggio più grande e strutturato per accogliere la comunità temporanea di Campo Base. Infine, si consolida ulteriormente l’idea di un festival che fa tesoro di energie e collaborazioni con realtà e istituzioni come il Club AIpino Italiano, per la prima volta sostenitore della rassegna, il Parco Nazionale Val Grande, la Pro Loco di Montecrestese, la sezione CAI-SEO di Domodossola, Ossola Outdoor School, Ci sarà un bel clima e l’associazione Ossola Felix”. Fra i protagonisti di Campo Base 2023 il musicista e producer Venerus, l’esploratore Franco Michieli, la scrittrice, divulgatrice e attivista ambientale Sara Segantin, la visual artist Ilaria Turba.

Grande novità di questa edizione, la prima assemblea degli Stati Generali del Clima: una piattaforma di incontro e dialogo tra tutte le realtà dell’attivismo ambientale italiano, al fine di analizzare quanto fatto in passato e strutturare delle linee di azione incisive per il futuro. Il festival verrà anticipato da Cima, una speciale installazione audio-visiva dell’artista milanese Nicola Ratti che dal 23 agosto al 3 settembre trasformerà il campanile di Montecrestese, il più alto della Val D’Ossola: : il suono della campana come “soundmark” che caratterizza il luogo e la sua comunità e la forma cava della struttura come rimando alla connessione interno/esterno. Al tramonto, ogni sera per una settimana, dal campanile si irradierà una diffusione sonora e luminosa per tutto il territorio circostante. PROGRAMMA La terza edizione di Campo Base Festival si apre nel primo pomeriggio di venerdì 1 settembre nello straordinario scenario del borgo Ghesc di Montecrestese con I pani del desiderio, l’atelier curato da Ilaria Turba, visual artist che lavora, attraverso diversi formati, su temi come identità e immaginario collettivo e rapporto fra presente e passato, e che ha presentato le sue creazioni in alcune delle più importanti istituzioni culturali e festival di livello internazionale, dal Centre Pompidou di Parigi al Festival della Fotografia Europea di Reggio Emilia. Con questo progetto l’artista condurrà il pubblico alla scoperta dei “pani rituali”, anticamente oggetti di buon auspicio che accompagnavano alcuni passaggi importanti dell’anno legati al ciclo della natura oppure a momenti significativi per una comunità. Attraverso il recupero di questa pratica antica Ilaria Turba intende ri-creare uno spazio e un tempo protetto di scambio e riflessione. Nel tardo pomeriggio si prosegue con un aperitivo di benvenuto e una tavola rotonda sui temi dell’ecologia, realizzata con il collettivo ambientalista Ci Sarà un bel Clima, un momento di approfondimento che coinciderà con l’inaugurazione dell’assemblea degli Stati Generali del Clima di cui Campo Base Festival 2023 sarà il vero e proprio headquarter. Delineare le linee guida per gli esponenti dell’attivismo ambientale, dare vita a una rete italiana per l’azione climatica e creare un documento condiviso che riunisca i risultati ottenuti fino a oggi, che determini i punti fondamentali per attuare la transizione in Italia e che possa avere la funzione di vera e propria piattaforma politica ed entrare nel dibattito pubblico, sono gli obiettivi principali degli Stati Generali del Clima. In serata invece, negli spazi open air di Tones Teatro Natura, due momenti di approfondimento: il primo con Fabrizio Manoni, alpinista noto per aver scalato e aperto diverse grandi vie sulle Alpi e non solo, dalla parete nord del Cervino in solitaria all’avventura sull’Everest, con il bivacco più alto nella storia dell’alpinismo; il secondo, subito dopo, con David Bacci, esponente del celebre gruppo alpinistico dei Ragni di Lecco, e CAI Eagle Team (progetto che intende trasmettere ai più giovani le conoscenze tecniche e culturali dell’alpinismo moderno): un viaggio ideale tra Alaska e Patagonia, alla ricerca di pareti inviolate sull’Himalaya e sulla parete sud del Denali. La prima giornata del Festival si chiude con i due dj set all’insegna dell’EDM e della tech-house a opera di Oril & Alemaro e, a seguire, di Bunny. La giornata di sabato 2 settembre è contrassegnata da una serie di appuntamenti e attività che consentiranno al pubblico/comunità di Campo Base di immergersi nel cuore della Natura. Durante la mattina, il forager e gastronomo Alessandro Di Tizio guiderà due momenti di ricerca intorno alle erbe selvatiche, che saranno poi gli ingredienti protagonisti di un pranzo speciale, cui seguirà una performance del coreografo e filmaker Jacopo Jenna. Ma in mattinata si avvicenderanno anche l’attività di esplorazione con Robert Fliri, ideatore della calzatura Vibram Fivefingers, l’introduzione al mondo della fermentazione con l’escursionista/chef Alberto Lavarini e la visita al rinato borgo Ghesc di Montecrestese, attualmente un vero e proprio laboratorio di valorizzazione del patrimonio storico e architettonico ma anche di innovazione energetica green.

Densissima la programmazione pomeridiana: il ricercatore in gestione e pianificazione forestale, nonché studioso delle conseguenze del cambiamento climatico nelle foreste europee, Giorgio Vacchiano sarà il maestro di cerimonie di un’escursione durante la quale verranno raccontate storie di cambiamento e di resilienza, storie di scontro con i grandi mutamenti ambientali, storie di collaborazione e lavoro insieme alle genti di montagna. merenda#1 e merenda#2 sono invece i due appuntamenti di trekking dedicati all’osservazione degli alberi: il primo, in collaborazione con Archivio Leonardi, permetterà di comprendere le strutture e le architetture delle specie arboree; il secondo, curato dall’artista multidisciplinare Elena Braida ruoterà intorno alle pratiche di tracciamento e archiviazione delle caratteristiche naturali di un luogo e del suo ecosistema. La psicoterapeuta e antropologa Tania Re e lo scienziato Alessandro Chiolerio inoltre si caleranno nei panni di guide sciamaniche per la loro “passeggiata stupefacente” per andare alla scoperta di quelle piante “di conoscenza” anticamente utilizzate a scopi terapeutici e oggi etichettate come droghe. Infine, sempre nel pomeriggio del 2 settembre (con replica domenica 3) andrà in scena a Campo Base 2023 Eutopia, uno spettacolo che coniuga performance, installazione e game design, a cura di Trickster-p, progetto di ricerca artistica che si muove in un territorio di confine e contaminazione tra diversi linguaggi, rimette in discussione vecchi modelli biologici, ecologici e antropologici per trasformare il teatro in un grande tavolo di azione attorno a cui spettatrici e spettatori sono invitati a un’esperienza partecipativa. Con l’avvento della sera si entra invece nel cuore della programmazione principale del 2 settembre. Si parte con l’incontro con il celebre esploratore Franco Michieli, ospite al festival per presentare il suo ultimo libro “Per ritrovarti devi prima perderti. Guida tecnico-filosofica all’orientamento naturale” (Ediciclo), in cui racconta decenni di esplorazioni nei più differenti ambienti della Terra e offre le basi tecniche e filosofiche per far rinascere in noi uno sguardo esplorativo grazie all’orientamento naturale. Subito dopo, la scena se la prenderà il live del collettivo musicale Addict Ameba, reduce del successo internazionale ottenuto con l’album d’esordio che mescola sonorità afro, ethio jazz, psych rock e musica latina e attualmente in studio per registrare il loro secondo disco. La serata prosegue poi con il talk dal titolo Il paradosso dell’acqua, una conversazione sul tema della gestione consapevole delle risorse idriche fra l’esploratore ambientalista Alex Bellini, la ricercatrice e metereologa Sofia Farina e la scrittrice, divulgatrice e attivista Sara Segantin. La seconda giornata del festival si chiude infine con due appuntamenti musicali di primissimo piano: il live di Venerus, uno degli assoluti protagonisti della nuova scena musicale italiana e internazionale, il cantautore, compositore e producer che come pochi sa tenere insieme con maestria l’R&B e l’elettronica; e il dj set di eclettico e psichedelico di Steve Pepe. Dopo le attività mattutine che ricalcano lo schema della giornata precedente, la terza edizione di Campo Base Festival si chiude domenica 3 settembre con una grande festa di comunità nell’incredibile scenario del rinato borgo Ghesc di Montecrestese, adornato per l’occasione dai pani del desiderio di Ilaria Turba. Barbarella e Savoy-Hard accompagnano l’intero pomeriggio con un movimentato dj set back to back per salutare il festival e celebrare in modo conviviale la comunità di Campo Base fra degustazioni di vino, cibo e buona musica.