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Ex Ilva: accordo nella notte, cig per 4.050 lavoratori

Ex Ilva: accordo nella notte, cig per 4.050 lavoratoriRoma, 26 lug. (askanews) – Dopo oltre 14 ore continuative di trattativa, è stato siglato nella notte, presso la sede del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, il verbale di accordo sulla Cassa integrazione straordinaria di Acciaierie d’Italia in Amministrazione Straordinaria ( ex Ilva) che interesserà 4050 lavoratori (3500 su Taranto e 450 sugli altri siti). E’ quanto spiega una nota della Fim Cisl.


Tutte le organizzazioni sindacali (tra cui Fim, Fiom e Uilm) presenti al Tavolo hanno sottoscritto l’accordo che prevederà importanti novità e agevolazioni ai lavoratori coinvolti dalla Cigs: riconoscimento di integrazione salariale pari al 70% della retribuzione, oltre ai relativi ratei di tredicesima e premio di produzione. Previsto un welfare aziendale fino al 3% dello stipendio lordo proporzionale al raggiungimento dei 3 milioni di tonnellate della produzione. Riconoscimenti delle integrazioni retributive retroattivi a marzo 2024. “Esprimiamo un apprezzamento per tutta la delegazione che – dichiara il segretario nazionale della Fim Cisl, Valerio D’Aló – con una lunga trattativa riporta ADI ex Ilva in una dimensione normale di relazioni industriali. Questo accordo darà sollievo alle famiglie di tutti quei lavoratori coinvolti dalla Cassa Integrazione e accompagnerà il piano di rilancio aziendale. Attendiamo ora di conoscere gli estremi del bando con cui, ADI oggi in AS – conclude D’Alò – si appresterà a diventare una nuova società”.

Piazza Affari a picco con St e Stellantis, Ftse Mib chiude a -2,03%

Piazza Affari a picco con St e Stellantis, Ftse Mib chiude a -2,03%Milano, 25 lug. (askanews) – Pioggia di vendite su Piazza Affari (Ftse Mib -2,03% a 33.771 punti), maglia nera in Europa, affossata dagli scivoloni di St e Stellantis. Nonostante il miglioramento di Wall Street, dopo il dato sul Pil Usa che ha accelerato oltre le attese nel secondo trimestre, chiudono in rosso anche gli altri listini del Vecchio Continente: Parigi -1,15%, Francoforte -0,44%, Madrid -0,61%. Fa eccezione Londra (+0,37%).


Sui mercati continua a pesare una deludente stagione di trimestrali, in particolare per il settore auto e del lusso. A Milano, a picco i titoli Stm (-13,75%) e Stellantis (-8,69%), entrambi nel giorno dei risultati. Stm ha tagliato per la seconda volta da inizio anno le sue previsioni di fatturato annuale, Stellantis ha registrato un utile dimezzato. Pesanti vendite anche su Iveco (-7,61%) e Interpump (-7,46%). In controtendenza Erg (+2,17%), Terna (+2,03%) e Moncler (+1,87%), sul podio del paniere principale. Sul fronte dei nostri titoli di Stato, lo spread ha chiuso poco mosso a 139 punti, con il rendimento del Btp decennale al 3,77%.

Usa, Ordini di beni durevoli -6,6% a giugno, peggio di stime

Usa, Ordini di beni durevoli -6,6% a giugno, peggio di stimeNew York, 25 lug. (askanews) – A giugno, gli ordini di beni durevoli negli Stati Uniti hanno registrato un dato in forte ribasso, al contrario delle attese. Rispetto al mese di maggio, gli ordini hanno registrato un crollo del 6,6% a 264,5 miliardi di dollari, rispetto al mese precedente. A comunicarlo è il dipartimento al Commercio. Le attese erano per un modesto aumento dello 0,3%. Il dato di maggio è stato rivisto e confermato +0,1% e cioè 283,1 miliardi.


Escludendo gli ordini del settore trasporti il dato ha registrato un rialzo dello 0,5%, mentre nel mese precedente era stato registrato un calo dello 0,1%. Escludendo il settore della difesa gli ordini sono crollati del 7% in giugno.

Usa, Pil II trim. +2,8% (I lettura), oltre le stime. PCE +2,6%

Usa, Pil II trim. +2,8% (I lettura), oltre le stime. PCE +2,6%New York, 25 lug. (askanews) – Il Prodotto interno lordo statunitense nel secondo trimestre del 2024 ha registrato un aumento del 2,8%, superando le attese che prevedevano sempre un aumento ma solo del 2,1%. A dichiararlo è il report appena pubblicato dal dipartimento del Commercio. La lettura finale del I trimestre aveva invece registrato un +1,4%, confermato.


Le spese dei consumatori, che rappresentano il 69% dell’economia statunitense, sono aumentate del 2,3%, rispetto al +1,5%, registrato nella lettura finale del I trimestre. Il dato Pce sull’inflazione è aumentato nel secondo trimestre del 2,9%, mentre nella lettura finale del primo trimestre del 2024 si era registrato un +3,4. Il dato ‘core’, quello depurato dai prezzi energetici e dei prodotti alimentari, è cresciuto del 2,9%, mentre nella lettura finale del primo trimestre si era registrato un +3,7%. I dati mostrano un notevole raffreddamento dell’inflazione senza che la crescita sia stata particolarmente intaccata.

Stellantis, Tavares: positivo per l’accordo con il governo

Stellantis, Tavares: positivo per l’accordo con il governoMilano, 25 lug. (askanews) – Per Stellantis “non c’è alcun motivo, assolutamente nessun motivo, per cui non ci sia un accordo” con il governo sui siti produttivi in Italia. Lo ha sottolineato il ceo del gruppo Carlos Tavares, in una call con i cronisti in occasione della trimestrale pubblicata oggi in mattinata. “Abbiamo ricevuto dal ministro una lettera nel giorno del 125esimo anniversario della Fiat che poneva un certo numero di domande. Abbiamo risposto in modo molto corretto, professionale e con buone intenzioni. Credo che queste risposte siano assolutamente le risposte che il governo italiano si aspetta da noi”, ha detto Tavares.


“Sono molto positivo”, ha aggiunto il top manager secondo cui la direzione sostenuta dall’Italia è “la stessa” dell’azienda: “Il governo vuole creare più valore nel Paese e noi ci siamo. Siamo a disposizione. La nostra missione è creare valore, grandi prodotti nuovi, grande qualità, convenienza e sostenibilità”, ha sottolineato Tavares. “Siamo i leader del mercato, facciamo profitti in Italia e abbiamo un’impronta produttiva molto significativa con eccellenti partner sindacali. Penso che sia abbastanza facile convergere”. Il ceo di Stellantis ha poi sottolineato tuttavia che “il mercato sta diventando estremamente difficile e dobbiamo capire che se non lasciamo respirare le aziende e non prendiamo le decisioni per garantire la loro sostenibilità succederà qualcosa di brutto. E stiamo cercando di spiegare ciò che deve essere fatto per proteggere l’azienda”, ha chiosato.


Nel corso della call con i cronisti Tavares si è detto “molto soddisfatto del dialogo con i sindacati italiani. Ho avuto tre incontri con loro, due a Torino e uno a Roma. Abbiamo spiegato il piano. Il loro feedback è stato: capiamo, ha senso”. Il top manager di Stellantis ha rivelato che “il feedback più importante è stato di non scommettere la casa sui veicoli elettrici. Abbiamo reagito a questa richiesta”. In Italia, ha ribadito Tavares, “stiamo cercando di guidare il cambiamento proteggendo i nostri dipendenti, e stiamo cercando di farlo con i partner sindacali, che hanno risposto in modo molto costruttivo al piano che abbiamo presentato loro”.

Joint venture Marcegaglia-Manni: nasce secondo produttore europeo pannelli

Joint venture Marcegaglia-Manni: nasce secondo produttore europeo pannelliMilano, 25 lug. (askanews) – Marcegaglia Steel e Manni Group hanno siglato un accordo per una joint venture nel settore dei pannelli coibentati e dei pannelli per i portoni sezionali. Dalla collaborazione nasce così una realtà industriale che sarà protagonista nel mercato italiano e secondo produttore di pannelli a livello europeo con un portafoglio clienti esteso a più di 70 Paesi nel mondo.


I siti produttivi coinvolti nell’operazione sono collocati in Italia, nello specifico in Piemonte a Pozzolo Formigaro (AL), in Veneto a Trevenzuolo (VR) e nel Lazio, a Patrica (FR); e all’estero, in Spagna, Romania, Polonia e in Messico, da cui viene servito il Nord America. L’operazione – soggetta alle usuali condizioni sospensive e alle autorizzazioni dell’Antitrust – prevede, da un lato, il conferimento da parte di Marcegaglia Steel delle attività produttive italiane, controllate da Marcegaglia Buildtech, e delle attività produttive polacche, controllate da Marcegaglia Poland, in Isopan; dall’altro, l’acquisto da parte di Marcegaglia Steel di un numero di azioni tale da salire al 50% del capitale di Isopan; analoga quota (50%) verrà detenuta da Manni Group. La joint venture avrà un fatturato aggregato di circa 500 milioni e potrà contare su un totale di quasi 700 dipendenti.


L’obiettivo della joint venture è quello di mettere a fattore comune competenze, piattaforme industriali e reti di contatti in modo da promuovere lo sviluppo dell’edilizia off-site, dove i componenti vengono progettati e costruiti in fabbrica e poi portati in cantiere per l’assemblaggio finale, migliorando l’efficienza, la qualità costruttiva, la sicurezza e la tutela dell’ambiente. Grazie al potenziamento degli investimenti in R&S, infine, Marcegaglia Steel e Manni Group puntano a generare un impatto concreto, soprattutto in chiave di innovazione e di sostenibilità, per offrire sistemi costruttivi altamente tecnologici che garantiscano costi certi e minori sprechi, così da rispondere, e superare, i requisiti del Green Deal europeo.

Caporalato, Inps: controllate 109 aziende agricole, 57% sono irregolari

Caporalato, Inps: controllate 109 aziende agricole, 57% sono irregolariMilano, 25 lug. (askanews) – Nella giornata di ieri, sono state ispezionate 109 aziende agricole di cui 62 presentavano delle irregolarità (56,9%), mentre su 505 lavoratori controllati, 236 sono risultati irregolari (46,7%), di cui 3 minorenni e 136 cittadini extracomunitari. I lavoratori impiegati completamente in nero sono 64, di cui 23 posizioni lavorative hanno interessato manodopera straniera sprovvista di regolare permesso di soggiorno. E’ quanto informa una nota dell’Inps dopo che il 24 luglio, nel quadro generale delle azioni adottate dal Ministero del Lavoro finalizzate al contrasto delle forme di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (caporalato), il Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro e l’Inps hanno effettuato un servizio congiunto di vigilanza straordinaria nel settore agricolo nelle province di Mantova, Modena, Latina, Caserta e Foggia a cui ha contribuito, in fase di pianificazione, anche l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura.


All’esito dei controlli sono stati elevati 27 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale per un importo pari a 76.500 euro, di cui 17 per lavoro in nero, 7 per gravi violazioni in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e 3 per entrambe le ipotesi. Sono state elevate ammende e sanzioni amministrative per un importo complessivo pari a 475.932 euro. Con riferimento alle attività di rilevanza penale, sono state deferite a vario titolo all’Autorità Giudiziaria 56 persone, di cui 3 per il reato di intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo, 46 per violazioni in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, 6 per violazione delle disposizioni di cui al D.Lgs. 286/1998 (Testo Unico sull’Immigrazione) ed 1 per furto di energia elettrica. (segue)

Stellantis dimezza utile nel semestre, Tavares: siamo sotto aspettative

Stellantis dimezza utile nel semestre, Tavares: siamo sotto aspettativeMilano, 25 lug. (askanews) – Stellantis archivia il primo semestre del 2024 con una performance “inferiore alle aspettative”, con ricavi in calo del 14% a 85 miliardi di euro e un utile quasi dimezzato che scivola a 5,6 miliardi di euro (-48% rispetto a un anno fa). Il ceo del gruppo, Carlos Tavares, non nasconde la delusione e prepara il rilancio, mettendo sul tavolo “non meno” di 20 nuovi modelli per fine anno (10 già in produzione, tra cui il suv Maserati elettrico): “La performance della società nella prima metà del 2024 è stata inferiore alle nostre aspettative, riflettendo un contesto settoriale difficile ma anche problematiche operative aziendali”, ha spiegato il top manager.


“Abbiamo molto lavoro da fare, soprattutto in Nord America, per massimizzare il nostro potenziale a lungo termine”, ha evidenziato Tavares che prepara la sua “offensiva sui prodotti che prevede non meno di 20 nuovi modelli da lanciare nel corso dell’anno, e che offrirà maggiori opportunità quanto più eseguita bene”. Nella nota che accompagna i conti del semestre, il gruppo spiega che “le azioni intraprese dal management per migliorare le performance di Nord America, Europa allargata e Maserati creeranno significative opportunità di miglioramento dei risultati nella seconda metà del 2024 e nell’intero anno 2025”. A iniettare fiducia nel management anche la joint venture con Leapmotor International che, viene spiegato, “è in procinto di proporre i primi veicoli elettrici tecnocentrici: il SUV C10 e la T03. Il lancio iniziale avverrà in Europa allargata, seguita da Sud America, Medio Oriente & Africa e India & Asia-Pacifico entro la fine del 2024”.


I risultati finanziari della prima metà dell’anno, dettaglia il gruppo nella sua nota, “sono stati determinati principalmente da una riduzione dei volumi e del mix, con un confronto impegnativo dei volumi, dovuto alla combinazione di iniziative di riduzione dello stock con gap temporanei nella produzione legati a una transizione generazionale del portafoglio prodotti, oltre ad una riduzione della quota di mercato, in particolare in Nord America”. Sull’utile hanno pesato anche “i cambi meno favorevoli e i costi di ristrutturazione”. Tuttavia, Stellantis “ribadisce” la guidance per l’intero anno: punta a “ottenere un margine di utile operativo rettificato a due cifre nel 2024, nonché un flusso di cassa industriale netto positivo nonostante le incertezze macroeconomiche”.

Ex Ilva, 6 operatori interessati, richiesta cig per 4.700 lavoratori

Ex Ilva, 6 operatori interessati, richiesta cig per 4.700 lavoratoriRoma, 24 lug. (askanews) – Sono sei gli operatori interessati all’acquisto degli stabilimenti dell’ex Ilva. Lo ha ufficializzato il Ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, nell’incontro tra governo e sindacati a Palazzo Chigi, presieduto dal sottosegretario alla presidenza del consiglio, Alfredo Mantovano. Un incontro ‘in chiaroscuro’, come lo ha definito la Fim-Cisl, perchè il numero dei lavoratori per i quali sarà richiesta la cassa integrazione è sceso da 5.200 a 4.700. Ma “ancora non basta”. Fiom e Uilm, pur ammettendo la necessità della cig che accompagni il piano di riapertura degli sltoforni, chiedono “garanzie occupazionali per i lavoratori di tutti gli impianti”. Ma la partita dell’occupazione è ancora aperta, sarà affrontata in un incontro ad hoc domani al Ministero del lavoro.


Le due aziende italiane interessate, a quanto si apprende, sono il gruppo Marcegaglia e Sideralba. C’è poi l’operatore canadese, Stelco, il primo produttore di acciaio nel Paese del continente americano. Due manifestazione di interesse sono giunte da operatori indiani: Vulcan Steel e Steel Mont. Una anche dall’azienda ucraina Metinvest. Il bando per la vendita sarà pubblicato a giorni, entro la fine di luglio. Come avrebbe spiegato il commissario straordinario di Adi, Giancarlo Quaranta, il piano di cassa integrazione non è legato al piano industriale. La cassa integrazione copre il periodo da luglio 2024 a giugno 2026, mentro il piano industriale arriva al 2030. La cig, in sostanza, riguarda la fase necessaria per far ripartire tre altoforni e arrivare a 6 milioni di tonnellate di produzione.


Un passo avanti è considerato dai sindacati il calo del numero massimo dei lavoratori che potranno essere interessati dalla cig, da 5.200 a 4.700 ma “non basta” è il parere del segretario generale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano. “Bisogna ridurre ulteriormente il numero, con un calo progressivo legato alla ripartenza di tutti e tre gli altoforni. E non si deve parlare di esuberi, termine che presuppone una strutturalità”. Questo aspetto per la Fim è particolarmente importante perchè “prefigura la salvaguardia occupazionale per tutti i 10.400 lavoratori di Taranto”. Il bando di gara per la cessione degli stabilimenti siderurgici, è stato sottolineato dai sindacati, deve contenere la questione occupazionale e assicurare “le garanzie” a tutti i lavoratori ex Ilva. Per questo “anche il bando deve essere oggetto di confronto” ha precisato il segretario generale della Fiom Cgil, Michele De Palma, al termine dell’incontro. “Abbiamo detto ai commssari che il piano può prevedere la cassa integrazione, ma – ha aggiunto – non può prevedere che una parte importante di lavoratori sia messa in cig, perchè per fare la ripartenza c’è bisogno dei lavoratori”.


Molto critico il giudizio della Uilm. “Dopo cinque mesi dall’avvio dell’Amministrazione straordinaria oggi stiamo parlando di un piano di discesa e non di risalita – ha rifeirto il segretario generale Rocco Palombella – con il raddoppio della cassa integrazione e una produzione minima con un solo altoforno. Nel progetto illustrato dal Governo e dai Commissari non vediamo garanzie, non ci sono certezze per i lavoratori. né una prospettiva industriale solida”.

Consob: presenza donne in cda quotate al 43% ma minoriarie in ruoli apicali

Consob: presenza donne in cda quotate al 43% ma minoriarie in ruoli apicaliMilano, 24 lug. (askanews) – Cresce l’attenzione dei consigli di amministrazione delle società italiane quotate in Borsa per i temi della sostenibilità, mentre si attenuano gli squilibri di genere negli organi di vertice con una presenza femminile nei board oltre la percentuale minima fissata per legge anche se resta minoritaria la presenza delle donne nei ruoli apicali di amministratore delegato e presidente. In aumento la partecipazione degli azionisti alle assemblee. Stabile, invece, la situazione degli assetti proprietari, che confermano la scarsa contendibilità del controllo delle imprese. Questi, in sintesi, alcuni degli elementi principali tratti dalla fotografia scattata per il 2023 nell’ultimo rapporto sulla corporate governance delle società italiane quotate a Piazza Affari, pubblicato dalla Consob.


L’interesse crescente per il complesso tematico sintetizzato nell’acronimo Esg (environmental, social and governance, cioè ambiente, sociale e governo delle imprese) si riflette nell’incremento dei comitati cosiddetti endoconsiliari, istituiti all’interno dei board. Da segnalare, in particolare, la diffusione del comitato sostenibilità, presente a fine 2022 in 123 società che rappresentano il 94,5% della capitalizzazione di Borsa. Cinque anni prima, nel 2017, si erano dotate di un comitato sostenibilità solo 45 aziende pari al 61% della capitalizzazione. Si rafforza in parallelo anche la presenza delle donne negli organi di amministrazione e di controllo delle quotate. Alla fine del 2023 la quota degli incarichi di amministrazione ricoperti da donne ha raggiunto il 43% a fronte di una soglia minima del 40% normativamente prescritta. Resta, però, minoritaria la presenza delle donne nei ruoli apicali, cioè nella posizione di amministratore delegato (20 casi) e di presidente (31); in crescita, tuttavia, rispetto ai dati corrispondenti del 2019, rispettivamente 17 e 26. L’attenuazione degli squilibri di genere ha comportato, tra l’altro, un innalzamento del livello di istruzione e una diversificazione del background professionale negli organi di vertice.


Per quanto riguarda le assemblee, il rapporto, giunto quest’anno alla sua dodicesima edizione, evidenzia per le 100 società a più alta capitalizzazione un tasso medio di partecipazione pari al 78% del capitale, il livello più alto dal 2012, primo anno di rilevazione. In calo la presenza degli investitori istituzionali esteri, scesa nella stagione assembleare 2023 al 18,2% del capitale (dal 19,3% di un anno prima), mentre è in lieve crescita la quota degli investitori istituzionali italiani (3% nel 2023 dal precedente 2,6%). La fotografia del rapporto conferma l’elevata concentrazione proprietaria che caratterizza il sistema finanziario domestico. Nel 2023 la quota del maggiore azionista risulta pari in media al 49% in linea con il valore del 2021 e in lieve aumento rispetto al 46% del 2011. Si riduce nel 2023 la componente degli investitori istituzionali nell’azionariato delle quotate italiane, presenti in 51 società (-24% rispetto alle 64 del 2019). Il calo riguarda, in particolare, gli istituzionali esteri, che compaiono in 40 società contro le 55 del 2019, mentre è in lieve aumento la presenza degli istituzionali italiani, rilevata in 17 società (14 nel 2019).