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Essilor, accordo di licenza decennale con Diesel

Essilor, accordo di licenza decennale con DieselRoma, 18 giu. (askanews) – EssilorLuxottica e Diesel annunciano di aver firmato un accordo di licenza in esclusiva per il design, la produzione e la distribuzione globale di occhiali Diesel.


L’accordo – si legge in un comunicato – sarà in vigore con efficacia immediata e fino al 31 dicembre 2029 con un’opzione di rinnovo automatico per ulteriori cinque anni. La prima collezione sarà disponibile sul mercato a partire dal primo trimestre 2025. Questo accordo mette insieme lo stile coraggioso e provocatorio di Diesel con l’artigianalità, l’innovazione e la qualità della rete distributiva di EssilorLuxottica, e consolida la partnership avviata con successo dalle due aziende nel 2022.


Le nuove collezioni saranno sviluppate sotto la guida creativa di Glenn Martens, Creative Director di Diesel, e giocheranno in modo irriverente con materiali e tecnologie per abbracciare la passione crescente della Gen Z nei confronti del marchio, con prodotti genderless adatti a tutti. “Abbiamo sempre guardato con ammirazione a Renzo Rosso, alla sua eccezionale visione imprenditoriale e al suo approccio fuori dagli schemi. Siamo felici di condividere questo spirito con i consumatori di tutto il mondo attraverso occhiali innovativi e dal design unico, espressione della personalità di Renzo e del DNA di Diesel”, ha commentato Francesco Milleri, Presidente e Amministratore Delegato di EssilorLuxottica.


“Sono molto orgoglioso della partnership con EssilorLuxottica, gruppo leader a livello mondiale che si distingue per la qualità eccezionale dei suoi prodotti e il know-how unico. Diesel si conferma come uno dei brand fashion più cool e, grazie al suo approccio moderno e inclusivo, è sempre più capace di attirare l’attenzione delle generazioni più giovani. Sono certo che questo accordo segnerà una tappa fondamentale nel nuovo percorso del marchio e contribuirà a consolidarne il posizionamento globale”, ha commentato Renzo Rosso, Presidente del Gruppo OTB e Fondatore di Diesel.

L’IA dà vita a una nuova era per la mobilità: l’Automobile Sapiens

L’IA dà vita a una nuova era per la mobilità: l’Automobile SapiensRoma, 18 giu. (askanews) – L’Osservatorio Auto e Mobilità della Luiss Business School ha analizzato oggi in un incontro l’impatto dell’Intelligenza Artificiale nel settore automotive studiandone le implicazioni tecniche, legislative, economiche, sociali ed etiche e prefigurando l’avvento di una nuova era, quella dell’Automobile Sapiens, una generazione di veicoli anche detti “definiti da software” (SDV), destinati a passare dal 3,4% del mercato nel 2021 al 90% entro il 2030 e a modificare profondamente l’esperienza di utilizzo e il business del comparto.


L’Intelligenza Artificiale sta diventando la voce principale degli investimenti digitali dell’industria automotive: si stima, infatti, che arriveranno ad oltre 70 miliardi di dollari nel 2030 generando un mercato di circa 30 miliardi di dollari all’anno, con una crescita del 20-30% l’anno. Il valore prodotto dalle case costruttrici (OEM) grazie all’IA sarà di oltre 200 miliardi entro il 2025 per tutti i segmenti della catena del valore. Forme di intelligenza artificiale sono presenti già da tempo sull’automobile: oggi è sfruttata dal 20-30% dell’industria automotive ma si prevede che questa quota arriverà alla soglia del 100% entro il 2030. Grazie, infatti, alla nuova generazione di veicoli definiti da software, l’IA si appresta a diventare la fonte del 15-20% del valore generato dal settore. Dei 650 miliardi di dollari di fatturato attesi, la maggior parte andrà ai fornitori – che saliranno da 236 a 411 miliardi – mentre le case costruttrici passeranno da 87 a 248 miliardi, triplicando il loro volume attuale.


Partendo dalle più note e condivise definizioni scientifiche dell’IA, la ricerca dell’Osservatorio definisce l’Automobile Sapiens come un veicolo in grado interagire con l’utilizzatore ed il contesto, elaborando informazioni, apprendendo e agendo autonomamente secondo modi e criteri simili a quelli dell’essere umano. Essa può infatti contare su software e unità di calcolo sempre più potenti, sia a bordo, sia raggiungibili con una connettività che ne dilata enormemente la capacità decisionale, offrendo possibilità di personalizzazione inedite e presto anche portabili su diversi veicoli e in vari ambiti di esperienza. Grazie a sensori, sistemi di memorizzazione e catalogazione logica, l’auto rappresenta un formidabile terminale di raccolta dei dati, in grado di potenziare anche altri sistemi di Intelligenza Artificiale. Questa caratteristica pone l’automobile in una posizione decisamente centrale nell’intera rivoluzione IA. L’Automobile Intelligente si avvia, inoltre, a stabilire una relazione addirittura emozionale con l’automobilista e i passeggeri ponendo tematiche legali ed etiche da gestire attraverso nuovi strumenti legislativi e codici di autoregolamentazione dei quali l’industria si sta già dotando. Oltre ai temi di gestione dei dati sensibili, l’avvento dell’Automobile sapiens ha un impatto rilevante sui consumi energetici e sull’ambiente: il consumo annuo imputabile ai server per l’IA è di 29,3 TWh, pari a quello di un paese come l’Irlanda e si prevede di arrivare già nel 2027 tra gli 85 e i 134 TWh, pari a quasi il 50% del fabbisogno elettrico italiano attuale. L’aumento della potenza di calcolo e della sua fame di energia rischia dunque di depotenziare gli sforzi dell’industria per la diminuzione dei fabbisogni e delle emissioni di CO2. L’automobile intelligente ha, infatti, bisogno di molta energia a bordo e di cloud e supercomputer sempre più grandi e potenti, il cui consumo è già circa l’1-1,3% di quello mondiale di elettricità (che si traduce nell’1% della CO2 totale) ed è destinato a triplicarsi entro il 2030.


Quella prefigurata dall’analisi dell’Osservatorio è dunque un’automobile altamente elettrificata, quindi con trazione elettrica o ibrida plug-in, con dispositivi wireless e sistemi drive by-wire, dotata di riconoscimento facciale degli occupanti, comandi gestuali attivabili con movimenti del corpo, assistenza vocale interattiva, climatizzazione biometrica e con un sistema di elaborazione delle informazioni attivo ed interattivo rispetto a tutte le infrastrutture di riferimento. L’Automobile sapiens non soltanto è capace di apprendere ma sa creare un rapporto con l’uomo che sconfina nel campo delle emozioni. Saprà infatti leggere lo stato d’animo di chi è a bordo. Ma saprà essa stessa emozionare?

Usa: vendite al dettaglio +0,1% a maggio, sotto stime

Usa: vendite al dettaglio +0,1% a maggio, sotto stimeNew York, 18 giu. (askanews) – A maggio, le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono cresciute dello 0,1% rispetto al mese precedente a 703,1 miliardi di dollari, dopo il -0,2% di aprile (rivisto dall’iniziale +0,0%); le attese erano per un +0,2%. Rispetto a un anno prima, registrato un +2,3%.


Escludendo le vendite di veicoli, il dato è diminuito dello 0,1% rispetto al mese precedente; escludendo veicoli e carburanti, il dato è aumentato dello 0,1%. Nei tre mesi tra marzo e maggio, le vendite sono aumentate nel complesso del 2,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Banco Bpm, Castagna: M&A? Non ci sono le condizioni oggettive

Banco Bpm, Castagna: M&A? Non ci sono le condizioni oggettive

Milano, 18 giu. (askanews) – Adesso non è il momento per operazioni di M&A nel settore bancario in generale e per il Banco Bpm in particolare. Lo ha ribadito ancora una volta l’Ad del Banco Bpm, Giuseppe Castagna, in occasione del Credit Management Summit del Sole 24 Ore. “Non ci sono le condizioni oggettive – in un momento in cui tutti hanno prospettive di crescita della profittabilità per mettere insieme le banche – per fermare il processo di crescita”, ha affermato Castagna in generale.


“Per il momento non i sono circostanze che ci fanno vedere crescite maggiori pensando a operazioni di aggregazione. Crediamo ci siamo opportunità di crescere con la taglia attuale, quando avremo raggiunto i massimi livelli di redditività ci guarderemo intorno e vedremo se ci sono opportunità”, ha poi aggiunto riferendosi alla banca di piazza Meda. “Quando la risposta sarà diversa – ha poi aggiunto scherzando con i giornalisti a margine dell’evento – mi presenterò con un cartello in mano”.

Ance: c’è clima preoccupazione e paure, sembra nuovo Medioevo

Ance: c’è clima preoccupazione e paure, sembra nuovo MedioevoRoma, 18 giu. (askanews) – “Nonostante tutti gli indicatori economici positivi, scenari internazionali sempre più cupi, un’economia europea in difficoltà, la perdita di certezze stanno determinando un clima di preoccupazione e angoscia. Sembra un nuovo Medioevo: paure e insicurezze che rischiano di minare la nostra fiducia e quella delle giovani generazioni”. Lo ha sottolineato Federica Brancaccio, presidente dell’Ance, l’associazione nazionale dei costruttori edili aprendo l’assemblea nazionale.


“I gravi incidenti avvenuti di recente nei cantieri, i continui eventi di dissesto idrogeologico, l’allarme sismico. Anche i repentini cambiamenti normativi relativi al nostro settore o i mancati pagamenti alle imprese rendono difficile, se non impossibile, volgere lo sguardo al futuro”, ha evidenziato Brancaccio. “Ma noi non rinunciamo, farlo vorrebbe dire accontentarsi”, ha aggiunto.

Ue, Nagel: l’Europa è la casa dell’Italia, Unione Mercato Capitali porta benefici

Ue, Nagel: l’Europa è la casa dell’Italia, Unione Mercato Capitali porta beneficiMilano, 18 giu. (askanews) – I singoli paesi dell’Unione Europea “non possono camminare da soli e i paesi altamente indebitati ancor meno alla luce dell’applicazione del Patto di Stabilità. In questo contesto, l’Europa è la casa dell’Italia e solo con l’aiuto dell’Europa, l’Italia può cogliere i benefici degli investimenti su larga scala e mantenere un ruolo sulla scena globale”. Lo afferma l’Ad di Mediobanca, Alberto Nagel, nel testo dell’intervento di apertura della decima edizione dell’Italian Ceo Conference di Piazzetta organizzata dalla banca di piazzetta Cuccia, che si svolge a Milano a porte chiuse. In particolare, Nagel fa riferimento alla Capital Market Union. “Favorendo investimenti, diversificazione e resilienza economica, l’Unione dei Mercati dei Capitali porta diversi benefici ai cittadini, agli investitori e alle aziende e contribuisce alla prosperità, stabilità e competitività a lungo termine dell’Europa”. In primo luogo, sostiene, un’Unione dei Mercati dei Capitali “consentirebbe l’accesso a fonti di finanziamento più ampie, incluso il canale bancario, il capitale proprio, le obbligazioni e altri strumenti di finanziamento. Con opzioni diversificate, le aziende possono scegliere il finanziamento più adatto in base alle loro esigenze, alla propensione al rischio e ai piani di crescita. Costi inferiori possono migliorare la competitività delle grandi imprese e delle pmi”.


“In secondo luogo – prosegue Nagel – un’Unione dei Mercati dei Capitali ben funzionante offre nuove opportunità per risparmiatori e investitori e incoraggia la diversificazione degli investimenti. Un’Unione dei Mercati dei Capitali fornirebbe ai risparmi europei – dei quali 300 miliardi di euro fluiscono annualmente verso gli Stati Uniti – un mercato ampio e profondo per trovare rendimenti, finanziando la crescita europea. In terzo luogo, l’Unione dei Mercati dei Capitali indirizza meglio gli investimenti verso progetti ecologici e di transizione digitale. Infine, abbattendo le barriere agli investimenti transfrontalieri, l’Unione dei Mercati dei Capitali favorisce un’economia più resiliente e garantisce che il finanziamento sia disponibile dove è necessario, rendendo l’UE più resiliente agli shock nei singoli stati membri”. Un’Unione dei Mercati dei Capitali, conclude Nagel, “rafforza l’autonomia finanziaria dell’UE, riduce la dipendenza dai centri finanziari dei mercati dei capitali extra-UE e la sua valuta potrebbe guadagnare una maggiore influenza sulla scena globale”.

Pil, Nagel (Mediobanca): con debito elevato serve crescita, Italia ha forza per farlo

Pil, Nagel (Mediobanca): con debito elevato serve crescita, Italia ha forza per farloMilano, 18 giu. (askanews) – “Alla luce di un elevato indebitamento (non previsto migliorare materialmente nei prossimi anni), l’Italia deve rimanere su una traiettoria di crescita. E l’Italia ha la forza per farlo”. Lo afferma l’Ad di Mediobanca, Alberto Nagel, nel testo del discorso di apertura della decima edizione dell’Italian Ceo Conference di Piazzetta organizzata dalla banca di piazzetta Cuccia, che si svolge a Milano a porte chiuse. “Il Pil del nostro Paese è cresciuto del 3,5% tra il 2019 e il 2023, rispetto all’1,5% in Francia e allo 0,7% in Germania. Con l’aiuto dell’Europa, l’Italia ha molto da offrire alla crescita dell’Europa. Innanzitutto, sfruttando la forza unica delle pmi italiane e del Made in Italy”, ha aggiunto Nagel.


“Abbiamo valutato che, con maggiori investimenti supportati dall’Europa, la digitalizzazione accelererebbe la crescita del fatturato, aggiungerebbe posti di lavoro e contribuirebbe fino allo 0,7% del Pil a medio termine, aiutando infine le entrate fiscali. Ma ci sono ulteriori leve che l’Italia può muovere. In Mediobanca crediamo che l’Italia dovrebbe meglio valorizzare i vasti risparmi delle famiglie, canalizzando meglio gli investimenti per supportare il rafforzamento strutturale del paese”.

I sindacati proclamano il primo sciopero nella storia del gruppo Borsa Italiana

I sindacati proclamano il primo sciopero nella storia del gruppo Borsa ItalianaMilano, 17 giu. (askanews) – Primo sciopero nella storia del Gruppo Borsa Italiana. Lo proclamano le Organizzazioni Sindacali di tutte le società coinvolte, con astensione dal lavoro nelle ultime due ore della giornata del 27 giugno 2024 sino a fine servizio. Lo annuncia una nota nella quale Fabi, First Cisl, Fisac Cgil – i sindacati presenti nel Gruppo Borsa Italiana (parte del gruppo Euronext) – comunicano unitariamente l’apertura di “una fase di mobilitazione”.


“Siamo tutti consapevoli del ruolo fondamentale di Borsa Italiana come volano per la crescita dell’economia reale; dell’importanza di Cassa Compensazione e Garanzia come strumento di stabilita’ finanziaria dei mercati italiani; della rilevanza di Mts e di Monte Titoli per la gestione prudente ed efficiente del debito pubblico sovrano”, scrivono. “A fronte dell’importanza sistemica di tutte le societa’ del Gruppo Borsa Italiana – aggiungono le sigle sindacali – denunciamo il costante, sistematico e complessivo disinvestimento dall’Italia del Gruppo Euronext, e lo svuotamento dall’interno delle strutture italiane”.


“Si tratta di una decisione, quella di avviare lo stato di agitazione, presa congiuntamente da tutte le sigle sindacali, lungamente meditata e sofferta, storica perche´ mai prima sperimentata”, sottolineano Fabi, First Cisl, Fisac Cgil.

Borsa Italiana, sindacati proclamano primo sciopero in storia gruppo

Borsa Italiana, sindacati proclamano primo sciopero in storia gruppoMilano, 17 giu. (askanews) – Primo sciopero nella storia del Gruppo Borsa Italiana. Lo proclamano le Organizzazioni Sindacali di tutte le società coinvolte, con astensione dal lavoro nelle ultime due ore della giornata del 27 giugno 2024 sino a fine servizio. Lo annuncia una nota nella quale Fabi, First Cisl, Fisac Cgil – i sindacati presenti nel Gruppo Borsa Italiana (parte del gruppo Euronext) – comunicano unitariamente l’apertura di “una fase di mobilitazione”.


“Siamo tutti consapevoli del ruolo fondamentale di Borsa Italiana come volano per la crescita dell’economia reale; dell’importanza di Cassa Compensazione e Garanzia come strumento di stabilita’ finanziaria dei mercati italiani; della rilevanza di Mts e di Monte Titoli per la gestione prudente ed efficiente del debito pubblico sovrano”, scrivono. “A fronte dell’importanza sistemica di tutte le societa’ del Gruppo Borsa Italiana – aggiungono le sigle sindacali – denunciamo il costante, sistematico e complessivo disinvestimento dall’Italia del Gruppo Euronext, e lo svuotamento dall’interno delle strutture italiane”.


“Si tratta di una decisione, quella di avviare lo stato di agitazione, presa congiuntamente da tutte le sigle sindacali, lungamente meditata e sofferta, storica perche´ mai prima sperimentata”, sottolineano Fabi, First Cisl, Fisac Cgil.

Consiglio Ue approva il regolamento sul ripristino della natura

Consiglio Ue approva il regolamento sul ripristino della naturaBruxelles, 17 giu. (askanews) – Il Consiglio Ambiente dell’Ue ha approvato a maggioranza qualificata, oggi a Lussemburgo, il nuovo regolamento europeo sul ripristino della natura, che era stato uno dei dossier legislativi più controversi durante la marcia indietro sul Green Deal orchestrata nell’ultimo anno dal Ppe e dalla destra al Parlamento europeo.


Sconfitti alcuni dei governi di destra, con le posizioni più caratterizzate in senso anti ambientalista, che hanno votato contro: Italia, Ungheria, Svezia, Finlandia. Hanno votato contro anche l’Olanda, paese in cui la destra si prepara a governare, e la Polonia. Astenuto il Belgio, che esercita la presidenza di turno del Consiglio Ue. Importante il cambiamento di posizione dell’Austria, precedentemente contraria, che oggi ha votato a favore. Favorevole anche la Slovacchia, la cui posizione era in dubbio fino alla vigilia del voto. La doppia soglia della maggioranza qualificata in Consiglio Ue è il 55% dei paesi (almeno 15) che rappresentino almeno il 65% della popolazione. In questo caso la seconda soglia è stata raggiunta di un soffio, arrivando al 66%. Anche al Parlamento europeo, durante il voto della plenaria il 27 febbraio scorso, l’alleanza anti ambientalista del Ppe e della Destra (gruppi Ecr e Id), con una parte dei Liberali di Renew, era stata sconfitta, con 329 eurodeputati favorevoli all’accordo sul regolamento, 275 contrari e 24 astenuti. Il testo era passato grazie a una spaccatura tra i Popolari (25 favorevoli) e tra i Liberali (30 favorevoli).


Obiettivo del regolamento è garantire il ripristino degli ecosistemi degradati in tutti i Paesi dell’Ue (oggi oltre l’80% degli habitat è in cattivo stato). Inoltre, le nuovo norme mirano a contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei in materia di clima e biodiversità e migliorare la sicurezza alimentare. Il regolamento impone agli Stati membri di stabilire e attuare misure per ripristinare almeno il 20% delle aree terrestri e marittime dell’Ue entro il 2030.


Gli Stati membri dovranno ripristinare almeno il 30% degli habitat ritenuti in cattive condizioni, così come definiti in un elenco del regolamento, entro il 2030, e poi arrivare almeno al 60% entro il 2040 e almeno al 90% entro il 2050. Gli Stati membri, inoltre, dovranno impegnarsi per prevenire un deterioramento significativo delle aree che, grazie al ripristino, hanno raggiunto buone condizioni, e delle altre aree che ospitano gli habitat terrestri e marini elencati nel regolamento.


Sono richieste anche delle misure volte a invertire il declino delle popolazioni di insetti impollinatori entro il 2030 al più tardi, per invertire la tendenza registrata negli ultimi decenni, che hanno visto una drastica riduzione dell’abbondanza e della diversità di questi insetti. Il regolamento stabilisce poi altri requisiti specifici per diversi tipi di ecosistemi, compresi terreni agricoli, foreste ed ecosistemi urbani. Gli Stati membri dovranno mettere in atto misure volte a migliorare almeno due dei tre indicatori riguardanti: 1) la popolazione di farfalle delle praterie; 2) lo stock di carbonio organico nei terreni minerali delle terre coltivate; e 3) la quota di terreni agricoli con caratteristiche paesaggistiche ad elevata diversità. Altre misure chiave del nuovo regolamento prevedono l’aumento della popolazione di uccelli forestali e la garanzia che fino alla fine del 2030 non vi sia alcuna perdita netta di spazi verdi urbani rispetto al 2021. Gli Stati membri dovranno mettere in atto anche delle misure volte a ripristinare le torbiere drenate e a contribuire a piantare almeno tre miliardi di alberi aggiuntivi nell’Ue entro il 2030. E’ rimasto l’obbligo per gli Stati membri, previsto nella proposta originaria della Commissione europea, di individuare e rimuovere le barriere artificiali al collegamento delle acque superficiali, al fine di trasformare almeno 25.000 km di corsi d’acqua in fiumi a flusso libero entro il 2030, e mantenere poi la connettività fluviale naturale ripristinata. Il regolamento obbliga gli Stati membri a pianificare in anticipo dei piani nazionali di ripristino, presentare alla Commissione, mostrando come raggiungeranno gli obiettivi. Gli Stati membri dovranno inoltre monitorare e rendicontare i propri progressi, sulla base di indicatori di biodiversità a livello dell’Ue. Nonostante la vittoria del fronte ambientalista contro il tentativo del centro destra di affossare del tutto il regolamento, dopo i durissimi attacchi del mondo agricolo il testo era stato sensibilmente indebolito nel Parlamento europeo, rispetto alla proposta originaria della Commissione, con una lunga serie di emendamenti approvati nel luglio scorso e poi confermati nell’accordo provvisorio con il Consiglio Ue. Le modifiche approvate comportano spesso deroghe o possibilità di proroghe, e soprattutto hanno sostituito diversi obiettivi obbligatori con obiettivi indicativi (con formule come gli Stati membri “dovranno mirare a”, invece che “dovranno”). Le maggiori Ong ambientaliste hanno comunque salutato molto favorevolmente il risultato del voto di oggi, definendolo “un raggio di speranza per la natura europea, le generazioni future e i mezzi di sussistenza delle comunità rurali” (Greenpeace) e “una grande vittoria per la natura, l’azione per il clima, i cittadini e il futuro dell’Europa (WWF). Non appena sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue, il regolamento entrerà in vigore e diventerà direttamente applicabile in tutti gli Stati membri. Entro il 2033, la Commissione ne esaminerà lo stato di applicazione e i suoi impatti sui settori agricolo, della pesca e forestale, nonché i suoi più ampi effetti socioeconomici.