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Bce, Buch: “Vigilanza banche sarà più rapida ma non più leggera”

Bce, Buch: “Vigilanza banche sarà più rapida ma non più leggera”Roma, 12 giu. (askanews) – La vigilanza bancaria europea diventerà più agile, veloce e efficace, ma anche “più intrusiva”, mentre non avrà un “tocco più leggero”. Lo ha affermato la presidente del ramo di vigilanza bancaria della Bce, la tedesca Claudia Buch intervenendo a un simposio organizzato dalla Bundesbank.


Le procedure Srep – Supervisory Review and Evaluation Process -con la riforma avviata diventeranno “più mirate, efficienti, prevedibili e trasparenti. Il processo diventerà più breve. Dal 2026 in poi le decisioni verranno inviate alla maggior parte delle banche per la fine di settembre – ha spiegato – invece che a dicembre come attualmente avviene”. “Questo ridurrà il tempo che intercorre tra l’identificazione di carenze e le azioni di rimedio che ci si attende che le banche adottino. La vigilanza diventerà più intrusiva usando tutto l’armamentario e operando una escalation più rapidamente – ha avvertito – quando i problemi non sono oggetto di rimedi”.


La riforma dello Srep, invece “non significherà meno vigilanza o un approccio con un tocco più morbido – ha insistito Buch -l’intenzione chiave della vigilanza, assicurare che le banche restino sicure e solide non cambierà. Ma diventerà più efficace. E questo è quantomai rilevante in un contesto in rapida evoluzione come quello in cui stiamo vivendo”. Mentre i rischi si evolvono “anche la vigilanza si evolverà”. Secondo la numero uno della vigilanza bancaria le evidenze sono chiare: quando le banche sono più solide e sicure sono meglio attrezzate per erogare finanziamenti all’economia reale. “Banche che sono ben capitalizzata e resilienti sono meglio piazzate per competere nei mercati finanziari internazionali. Le banche che hanno strutture di governance organizzate al meglio hanno migliori capacità di valutazione dei rischi e possono proteggersi più efficacemente rispetto a eventi imprevisti, continuando a assicurare servizi agli utenti – ha concluso – inclusi nei periodi di cambiamenti strutturali e di crisi”.

Bce, ruolo globale euro tiene ma fari su crepe sistema monetario

Bce, ruolo globale euro tiene ma fari su crepe sistema monetarioRoma, 12 giu. (askanews) – Il ruolo internazionale dell’euro è rimasto stabile sull’insieme dello scorso anno. Ma nell’ultimo rapporto dedicato a questo tema, la Banca centrale europea mette in guardia dalle “fratture che potrebbero emergere nel sistema monetario internazionale” nel contesto di accresciuti attriti geopolitici.


L’indicatore complessivo sul ruolo internazionale dell’euro, secondo la Bce, è rimasto al di sopra del 19% lo scorso anno, in prossimità della media media che ha registrato dalla sua introduzione nel 1999. L’euro resta ampiamente la seconda valuta più rilevante a livello globale. L’istituzione di Francoforte riporta che lo scorso anno la quota dall’euro nelle riserve valutarie estere globali è scesa di un punto percentuale al 20%, a prezzi costanti, un livello che l’ultima volta era registrato registrato nel 2020. Altri indicatori sul ruolo internazionale dell’euro hanno segnato “limitati declini”, tra questi l’ammontare di consistenze di depositi internazionali, la mole di prestiti internazionali e le regolazioni su scambi valutari internazionali. Invece è aumentata la quota di obbligazioni internazionali denominate in euro.


La Bce tuttavia nello studio ammette che “alcuni paesi stanno sempre più cercando di utilizzare unità (nel senso monetario) diverse dalle maggiori valute per gli scambi internazionali, così come alternative ai sistemi tradizionali di pagamento trans frontalieri”. Il rapporto della Bce non ne fa cenno ma queste manovre potrebbero riflettere le tensioni tra le economie avanzate occidentali (Usa, Ue) e giurisdizioni come Russia, Cina o altri giganti globali dei cosiddetti “Brics”, a seguito delle sanzioni contro Mosca per la guerra in Ucraina e le delle tensioni con Pechino Sulla vicenda di Taiwan.


“Sebbene finora i dati non mostrino evidenze di cambiamenti sostanziali nell’uso delle valute internazionali, dobbiamo restare vigili a qualunque frattura che dovesse apparire”, afferma la presidente della Bce Christine Lagarde, citata in un comunicato. Secondo il rapporto della Bce il ruolo internazionale dell’euro dovrebbe restare sostenuto prevalentemente da una unione economica e monetaria più completa, anche mediante progressi sull’unione dei mercati dei capitali nell’ambito del perseguimento di politiche di bilancio sane.

Urso: bene l’annuncio di Bruxelles di dazi sulle auto elettriche cinesi

Urso: bene l’annuncio di Bruxelles di dazi sulle auto elettriche cinesiRoma, 12 giu. (askanews) – Il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, saluta “con soddisfazione l’annuncio della Commissione europea che mette dei dazi sull’ingresso delle auto elettriche cinesi in Europa per tutelare la produzione europea, nella piena consapevolezza che abbiamo anche noi la possibilità di riaffermare in Italia l’industria automobilistica come uno dei poli trainanti dello sviluppo industriale del Paese a cui non vogliamo assolutamente rinunciare”. Così Urso intervenendo all’assemblea annuale di Confcommercio.

Pechino: risponderemo a dazi Ue contro le auto elettriche cinesi

Pechino: risponderemo a dazi Ue contro le auto elettriche cinesiRoma, 12 giu. (askanews) – La Cina ha respinto oggi gli esiti dell’indagine anti-sovvenzioni della Commissione europea sulle auto elettriche cinesi, che ha portato ad annunciare dazi provvisori nei confronti di tre case automobilistiche. Il ministero del Commercio di Pechino, attraverso un suo portavoce, ha chiarito che la Cina “adotterà risolutamente tutte le misure necessarie per difendere con fermezza i diritti e gli interessi legittimi delle aziende cinesi”.


“Prendiamo atto che oggi la Commissione europea ha diffuso gli esiti preliminari dell’indagine anti-sovvenzioni sui veicoli elettrici in Cina e prevede di imporre dazi compensativi temporanei sui veicoli elettrici importati dalla Cina. L’Ue ha ignorato i fatti e le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio, ha ignorato le ripetute forti obiezioni della Cina e ha ignorato gli appelli e la dissuasione dei governi e delle industrie di diversi Stati membri dell’Ue”, ha premesso un portavoce del ministero del Commercio rispondendo a una serie di domande, secondo quanto riporta il sito ufficiale ThePaper, segnalando come la Cina sia “fortemente preoccupata e fortemente insoddisfatta”. Gli esiti dell’indagine Ue “mancano di base fattuale e giuridica”, secondo Pechino, perché “la Commissione europea ha ignorato il fatto oggettivo che il vantaggio cinese nei veicoli elettrici deriva dalla libera concorrenza”, e ha invece enfatizzato “le cosiddette sovvenzioni”, mettendo in campo un atto “puramente protezionistico, che crea e intensifica gli attriti commerciali, e di fatto mina la concorrenza leale nel nome del “mantenimento della concorrenza leale”.


Secondo il portavoce, la mossa europea “non solo danneggia i diritti e gli interessi legittimi dell’industria cinese dei veicoli elettrici, ma sconvolgerà e distorcerà anche la catena globale dell’industria automobilistica e della catena di fornitura, compresa quella dell’Ue”. La Commissione europea – ha detto ancora il portavoce – “tiene alta la bandiera dello sviluppo verde con una mano e brandisce il bastone del protezionismo con l’altra, politicizzando e trasformando in armi le questioni economiche e commerciali”. Questo “influenzerà l’atmosfera della cooperazione economica e commerciale bilaterale Cina-Ue e non favorirà gli interessi degli stessi consumatori dell’Ue, minando anche la trasformazione verde dell’Ue e la cooperazione globale sul cambiamento climatico”.

La Commissione Ue impone dazi provvisori sulle auto elettriche cinesi

La Commissione Ue impone dazi provvisori sulle auto elettriche cinesiBruxelles, 12 giu. (askanews) – La Commissione europea ha concluso provvisoriamente la propria indagine sulle catene del valore dei veicoli elettrici cinesi a batteria, constatando che “beneficiano di sovvenzioni sleali” che “stanno causando una minaccia di danno economico ai produttori dell’Ue” nel settore.


Per questo, la Commissione ha deciso di imporre provvisoriamente, a partire dal 4 luglio, dazi compensativi provvisori sulle importazioni di veicoli elettrici a batteria dalla Cina, a meno che non si arrivi a trovare nel frattempo un accordo con le autorità cinesi per risolvere la questione. La decisione è stata presa dal collegio dei commissari riunito oggi a Bruxelles. L’indagine della Commissione ha esaminato anche le probabili conseguenze e l’impatto dei dazi provvisori su importatori, utenti e consumatori di veicoli elettrici a batteria nell’Ue. Sulla base dei risultati dell’indagine, la Commissione ha provvisoriamente stabilito che è comunque nell’interesse dell’Unione porre rimedio agli effetti delle pratiche commerciali sleali riscontrate, imponendo i dazi compensativi provvisori sulle importazioni dalla Cina.


Di conseguenza, la Commissione ha preannunciato oggi alle parti interessate il livello dei dazi compensativi individuali provvisori che intende imporre ai tre produttori cinesi nel campione preso in considerazione, e in particolare: il 17,4% alla società Byd, il 20% alla Geely e ol 38,1% alla Saic. Gli altri produttori cinesi di veicoli elettrici a batteria che hanno collaborato all’inchiesta, ma non sono stati inclusi nel campione, saranno soggetti a un dazio medio ponderato pari al 21%, mentre tutti gli altri produttori in Cina che non hanno collaborato all’inchiesta saranno soggetti a un “dazio residuale” del 38,1%.


“I risultati provvisori dell’indagine anti-sovvenzioni dell’Ue indicano che l’intera catena del valore dei veicoli elettrici a batteria beneficia pesantemente di sussidi sleali in Cina, e che l’afflusso di importazioni cinesi sovvenzionate a prezzi artificialmente bassi rappresenta quindi una minaccia di pregiudizio chiaramente prevedibile e imminente per l’industria dell’Ue”, sottolinea la Commissione in una nota. Parallelamente, la Commissione ha contattato le autorità cinesi per discutere questi risultati dell’indagine, che era stata iniziata il 4 ottobre 2023, e le possibili modalità per risolvere la questione, prima che i dazi provvisori entrino in vigore il 4 luglio. In caso contrario, delle misure anti sovvenzioni definitive possono essere prese dall’Ue quattro mesi dopo l’entrata in vigore dei dazi provvisori.

Confcommercio: in 11 anni in alcune aree chiuso 1 negozio su 4

Confcommercio: in 11 anni in alcune aree chiuso 1 negozio su 4Roma, 12 giu. (askanews) – “Il ruolo economico e sociale del commercio, dei servizi di prossimità, sempre più si scontra col preoccupante fenomeno delle chiusure delle attività nelle città, dai centri storici alle periferie”. Lo ha detto il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, all’assemblea annuale aggiungendo che “ben altra cosa, invece, è una riduzione del numero di negozi, che, negli ultimi undici anni, ha addirittura superato in alcuni territori, il 25 per cento. Insomma, il rischio di desertificazione commerciale è alla fine una ferita per l’idea di cittadinanza”.

Referendum, Cgil: obiettivo raggiunto, superate le 500 mila firme

Referendum, Cgil: obiettivo raggiunto, superate le 500 mila firmeRoma, 12 giu. (askanews) – Sono state superate le 500 mila firme per i referendum popolari proposti dalla Cgil per un lavoro stabile, dignitoso, tutelato e sicuro. Secondo l’ultima rilevazione del centro di raccolta dati della Confederazione, le firme raggiunte per ciascuno dei quattro quesiti sono 582.244. “L’obiettivo del mezzo milione di firme, necessario per ‘deliberare l’abrogazione totale o parziale di una legge o di un atto avente valore di legge’, come recita l’articolo 75 della Costituzione, è stato ampiamente raggiunto, a distanza di un solo mese e mezzo dall’inizio della campagna referendaria, avviata il 25 aprile scorso”. Lo afferma il segretario organizzativo della Cgil, Luigi Giove. “Nei territori e nei luoghi di lavoro – prosegue il dirigente sindacale – stiamo riscontrando un grande interesse attorno ai temi proposti dalla nostra organizzazione. Inoltre, c’è un diffuso desiderio di partecipazione”. “Nonostante il traguardo sia stato già raggiunto, la raccolta delle firme proseguirà e si intensificherà nei prossimi giorni e nelle prossime settimane: il nostro obiettivo – conclude Giove – è quello di raccoglierne il maggior numero possibile”.

Intesa Sp, Antitrust chiude istruttoria su Isybank: superate criticità

Intesa Sp, Antitrust chiude istruttoria su Isybank: superate criticitàMilano, 12 giu. (askanews) – A seguito dell’intervento dell’Agcm sono state superate da Intesa Sanpaolo e Isybank le criticità nel trasferimento dei conti correnti. Lo sottolinea una nota dell’Antitrust. Il passaggio da Intesa Sp alla banca digitale del gruppo riguardava circa 2,5 milioni di clienti che però non avevano ricevuto un’informativa chiara e completa. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha così chiuso l’istruttoria nei confronti di Intesa Sanpaolo e di Isybank, accettando gli impegni proposti dalle due società in quanto consentono di rimuovere i profili di possibile scorrettezza individuati.


L’Autorità, spiega, aveva avviato un procedimento per presunte pratiche commerciali scorrette riguardo alle modalità con cui i due operatori stavano riorganizzando il gruppo trasferendo oltre 2 milioni di clienti – definiti “prevalentemente digitali” – da Intesa Sanpaolo a Isybank. Il passaggio era stato pianificato in due tranche: la prima, Ramo I, il 16 ottobre 2023, ha riguardato circa trecentomila clienti; la seconda, Ramo II, comprendeva oltre due milioni di clienti il cui trasferimento sarebbe dovuto avvenire il 18 marzo 2024. Ai correntisti era stato chiuso unilateralmente il conto corrente presso Intesa Sanpaolo ed era stato attivato un nuovo rapporto con Isybank, privo però di alcuni servizi prima utilizzati, senza avere un’informativa completa e facilmente fruibile e senza fornire il proprio consenso espresso. Gli impegni garantiscono a tutti i clienti informazioni chiare ed esaustive sulla natura e sulle condizioni del trasferimento, fornite dal 10 gennaio al 29 febbraio 2024 attraverso comunicazioni individuali cui si accede tramite un banner dall’app Isybank (Ramo I) o dall’app e dal sito di Intesa Sanpaolo (Ramo II). Inoltre le società hanno fatto tre tentativi nei confronti della clientela che non ha risposto a quelli precedenti e attivato un’altra campagna di comunicazione tramite mail e push, nelle settimane del 22 gennaio e del 12 febbraio 2024 e dopo il 29 febbraio 2024.

Piazza Affari (-1,9%) maglia nera in Europa, chiude sotto i 34mila punti

Piazza Affari (-1,9%) maglia nera in Europa, chiude sotto i 34mila puntiMilano, 11 giu. (askanews) – Chiusura in deciso ribasso per Piazza Affari, maglia nera in Europa, alla vigilia del dato sull’inflazione Usa e delle mosse della Fed, al termine della due giorni del Fomc. A Milano l’indice Ftse Mib ha perso l’1,93% scendendo sotto la soglia dei 34mila punti (33.874). In rosso tutte le Borse europee: Madrid -1,6%, Parigi -1,3%, Francoforte -0,7%. Sui mercati pesa l’esito delle elezioni europee e l’incertezza politica su un Paese chiave come la Francia, che il 30 giugno andrà al voto anticipato per le legislative.


Incertezza che ha pesato nel corso della giornata anche sui titoli di Stato governativi, che però sul finale hanno arginato i danni: lo spread tra Btp e Bund ha chiuso in rialzo a 144 punti, dopo essere arrivato a toccare quota 150, con il rendimento del decennale italiano che è sceso al 4,06%, dopo essere salito, durante la seduta, di 10 punti base rispetto alla chiusura di ieri. A Piazza Affari, tra i titoli principali, maglia nera a Mps (-4,93%), seguita da Leonardo (-4,47%) e Banco Bpm (-4,35%).

IA, alle OGR Torino esperienze e innovazioni a confronto

IA, alle OGR Torino esperienze e innovazioni a confrontoRoma, 11 giu. (askanews) – Che impatto avrà l’IA sulla nostra società e quali strategie si potranno mettere in campo per realizzare una transizione digitale inclusiva? Su questo tema si sono confrontati oggi, alle OGR di Torino, i partecipanti all’incontro “Italia comunità digitale. Intelligenza Artificiale e nuove competenze”, organizzato dalla Consulta delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte e della Liguria e promosso da Acri – Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio con il Fondo per la Repubblica Digitale.


Dopo i saluti di Marco Gilli, Presidente della Consulta delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte e della Liguria e Presidente di Compagnia di San Paolo, di Giovanni Azzone, Presidente Acri e di Chiara Foglietta, Assessora all’innovazione del Comune di Torino, sono intervenuti: Barbara Caputo, Direttrice AI-Hub del Politecnico di Torino e presidentessa Focoos AI; Fabio Ciravegna, Professore ordinario Dipartimento di Informatica Università degli Studi di Torino; Giovanni Fosti, Presidente Fondo per la Repubblica Digitale – Impresa Sociale; Emanuela Girardi, Presidente PopAI; Giorgio Metta, Direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT); Fabio Pammolli, Presidente AI4industry – Fondazione per l’Intelligenza Artificiale; Valeria Sandei, Amministratore delegato di Almawave; Alessandro Vespignani, Presidente Fondazione ISI. L’incontro sarà moderato dal giornalista Andrea Signorelli. Solo il 5 per cento delle imprese italiane fa uso di tecnologie di Intelligenza Artificiale, contro l’8 per cento della media Ue e l’11 per cento della Germania. Più di 8 imprese italiane su 10 ne percepiscono le potenzialità, ma molte segnalano la mancanza di competenze e gli alti costi. Un altro problema comune a tutta la Ue è la carenza di professionisti ICT. In Italia questi ultimi rappresentano il 3,9 per cento degli occupati, con un livello e una crescita inferiori rispetto alle altre maggiori economie europee. Questi sono alcuni dei dati contenuti nel Rapporto Istat 2024 (La situazione del Paese) dello scorso maggio. Inoltre, secondo il Future of Jobs Report 2023 del World Economic Forum i posti di lavoro in più rapida crescita sono quelli riservati agli specialisti dell’Intelligenza Artificiale e dell’apprendimento automatico, agli specialisti della sostenibilità, agli analisti di business intelligence e infine agli specialisti della sicurezza informatica.


“La nuova stagione dell’Intelligenza Artificiale è al centro di una rapida transizione tecnologica, che oltre alle implicazioni di carattere economico, avrà soprattutto un impatto di ordine sociale e culturale. Una transizione che comporterà certamente alcune criticità, ma anche significative opportunità di crescita in settori in cui le nostre fondazioni possono dare un contributo importante. Penso a progetti pilota nel settore della salute, della formazione, ed in altri ambiti sociali e culturali rilevanti, che siano avviati dalle Fondazioni in partnership con le istituzioni del territorio, rigorosamente valutati con criteri oggettivi e, se efficaci, replicati su scala più ampia. Un’ulteriore opportunità è poi rappresentata dalla presenza sul nostro territorio dell’Istituto Nazionale di Intelligenza Artificiale AI4Industry e dell’Istituto Italiano di Tecnologia. In coordinamento tra loro ed in sinergia con gli Atenei, AI4Industry e IIT potranno costituire un’area di elevate competenze in ambito AI, capace di attrarre qualificati investimenti nel Paese” dichiara Marco Gilli, Presidente Consulta delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte e della Liguria e Presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo. Per Giovanni Fosti, presidente del Fondo per la Repubblica Digitale – Impresa sociale: “L’IA, l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione sono una grande opportunità di cambiamento e crescita per il nostro Paese. È necessario, per cogliere questa opportunità, lavorare affinché il maggior numero di persone abbia l’opportunità di accrescere le proprie competenze digitali necessarie per attraversare e governare la transizione digitale in modo più equo e inclusivo. Con il Fondo ci impegniamo per costruire nuove alleanze e ripensare insieme – pubblico, privato, terzo settore, operatori – un modo nuovo per attivare una maggiore coesione sociale e non lasciare indietro nessuno. Impegnarsi in questa direzione è un contributo per realizzare una società più giusta ed è, allo stesso tempo, una strategia per sviluppare delle competenze necessarie per il futuro del Paese”.


L’evento fa parte di “Italia Comunità Digitale”, un ciclo di otto appuntamenti organizzati dalle Associazioni e Consulte territoriali di Fondazioni, in collaborazione con Acri e Fondo per la Repubblica Digitale Impresa Sociale pensati per stimolare il dibattito sul tema delle opportunità e dei rischi connessi alla transizione digitale e al ruolo che le Fondazioni di origine bancaria svolgono sui territori, anche tramite il Fondo per la Repubblica Digitale. Il Fondo per la Repubblica Digitale è una partnership tra pubblico e privato sociale (Governo e Associazione di Fondazioni e di Casse di risparmio – Acri), che si muove nell’ambito degli obiettivi di digitalizzazione previsti dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e dall’FNC (Fondo Nazionale Complementare). Il Fondo – in via sperimentale per gli anni 2022-2026 – stanzia un totale di 350 milioni di euro ed è alimentato da versamenti effettuati dalle Fondazioni di origine bancaria. Operativo dalla fine del 2022, il Fondo – tramite l’impresa sociale costituita da Acri, che ne è il soggetto attuatore – ha lanciato i primi quattro bandi, attraverso i quali sono stati selezionati e sostenuti 76 percorsi di formazione gratuiti che forniscono le competenze digitali indispensabili, per favorire l’accesso a nuove opportunità lavorative a NEET, donne, disoccupati e inoccupati, lavoratori a rischio disoccupazione causa automazione. Si tratta di un campione significativo per valutare puntualmente l’impatto dei percorsi formativi finanziati – in termini di competenze acquisite e di posti di lavoro creati – affinché le Fondazioni possano “consegnarli” al Governo, quali pratiche efficaci per immaginare future politiche nazionali. Fino al 19 luglio è possibile partecipare al bando “Digitale sociale”, mentre si è appena conclusa la fase di ricezione delle proposte per “Polaris”. Per maggiori informazioni fondorepubblicadigitale.it.


La Consulta delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte e della Liguria riunisce 14 importanti realtà della filantropia italiana: le Fondazioni Compagnia di San Paolo, CR Torino, Cuneo, Alessandria, Asti, Biella, Fossano, Saluzzo, Savigliano, Tortona, Vercelli, Genova e Imperia, La Spezia, Savona-Agostino De Mari. La Consulta rafforza lo spirito di collaborazione tra le Fondazioni, configurandosi come un laboratorio di idee, buone pratiche e progettualità innovative con una valenza politico-strategica per la crescita del Nord-Ovest nei prossimi anni.