Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Calderone: è record occupazione, bene giovani e donne

Calderone: è record occupazione, bene giovani e donneRoma, 30 mag. (askanews) – “Un nuovo primato della percentuale di occupati al 62,3 per cento è una bella notizia per gli italiani. Ma ci sono elementi ancora più incoraggianti nelle ultime rilevazioni dell’Istat: per la prima volta da oltre 15 anni, la disoccupazione in Italia scende sotto il 7 per cento. Nel complesso è l’intero mercato del lavoro che si sta muovendo. Sono incoraggianti i dati sui giovani under 25 e le donne, che costituiscono i target prioritari delle nostre politiche attive”. Lo dichiara in una nota il ministro del Lavoro, Marina Calderone, commentando i dati Istat.


“E’ la conferma che la direzione è quella giusta – aggiunge – c’è la fiducia delle imprese e dei lavoratori. Continueremo a investire sui contratti stabili che crescono, sui giovani, sulle donne, sull’acquisizione delle competenze da parte dei lavoratori per colmare la distanza tra domanda e offerta di lavoro, e sulla riduzione dei divari territoriali”.

E-Commerce, Corte Ue: Italia non può imporre obblighi supplementari

E-Commerce, Corte Ue: Italia non può imporre obblighi supplementariRoma, 30 mag. (askanews) – Uno Stato membro non può imporre obblighi supplementari a un fornitore di servizi online stabilito in un altro Stato membro. Pertanto, l’Italia non può imporre a fornitori di tali servizi stabiliti in altri Stati membri obblighi supplementari che, pur essendo richiesti per l’esercizio di detti servizi in tale paese, non sono previsti nello Stato membro in cui sono stabiliti. Lo ha stabilito la Corte Ue nelle cause riunite di Airbnb, Amazon, Google e altri. In particolare si legge nella sentenza in Italia, i fornitori di servizi di intermediazione e di motori di ricerca online, quali Airbnb, Expedia, Google, Amazon e Vacation Rentals, in forza di disposizioni nazionali sono soggetti a determinati obblighi. Tali disposizioni sono state adottate nel 2020 e nel 2021, al fine dichiarato di garantire l’adeguata ed efficace applicazione del regolamento che promuove equità e trasparenza per gli utenti commerciali dei servizi di intermediazione online. I fornitori di tali servizi devono, in particolare, iscriversi in un registro tenuto da un’autorità amministrativa (AGCOM), trasmetterle periodicamente un documento sulla loro situazione economica, comunicarle una serie di informazioni dettagliate e versarle un contributo economico. Sono previste sanzioni in caso di mancato rispetto di tali obblighi. Secondo la direttiva sul commercio elettronico, spetta allo Stato membro di origine della società che fornisce servizi della società dell’informazione disciplinare la prestazione di questi ultimi. Gli Stati membri di destinazione, tenuti al rispetto del principio di reciproco riconoscimento, non devono, salvo eccezioni, limitare la libera prestazione di tali servizi.


Cam

Golden Goose in Borsa a Milano: 100mln di nuove azioni, debutto a giugno

Golden Goose in Borsa a Milano: 100mln di nuove azioni, debutto a giugnoMilano, 30 mag. (askanews) – Golden Goose si prepara alla quotazioni in Borsa a Milano. Il gruppo del lusso, del lifestyle e dello sportswear, reso celebre dalle sue sneakers, metterà sul mercato almeno il 25% del capitale sociale, tra azioni di nuova emissione da 100 milioni di euro e quote cedute dall’attuale azionista unico Astrum Sapa. La prima campanella a Palazzo Mezzanotte suonerà per Golden Goose già a giugno 2024, secondo le previsioni del gruppo.


“L’Ipo è la conseguenza naturale di una storia di successo iniziata a Venezia nel 2000. Abbiamo creato un brand di lusso che oggi unisce una community di 1,5 milioni di persone in oltre 80 paesi. Ora possiamo scrivere un nuovo capitolo della nostra storia per un pubblico ancora più ampio”, ha detto Silvio Campara, Ad di Golden Goose. Francesco Pascalizi, head of Italy del fondo Permira che controlla Astrum Sapa, ha sottolineato che “Golden Goose si è affermata come punto di riferimento nel settore, progettata per attrarre la nuova generazione di consumatori del lusso. A partire dal nostro investimento iniziale nel 2020, l’azienda ha ottenuto risultati costanti, basandosi su una crescita solida, resiliente e remunerativa”.


Il gruppo Golden Goose ha chiuso il 2023 con 587 milioni di euro di ricavi, con un margine adjusted Ebitda del 25,4%. La società punta a 1 miliardo di ricavi entro il 2029, mantenendo stabili i margini.

L’Istat: ad aprile la disoccupazione in calo al 6,9%

L’Istat: ad aprile la disoccupazione in calo al 6,9%Roma, 30 mag. (askanews) – Ad aprile il tasso di disoccupazione totale scende al 6,9% (-0,2 punti), quello giovanile rimane invariato al 20,2%. E’ la stima dell’Istat. Occupazione record in Italia. Ad aprile l’occupazione cresce dello 0,4%, pari a +84mila unità, per uomini e donne, per dipendenti e autonomi e per tutte le classi d’età a eccezione dei 25-34enni, che registrano un calo. Il tasso di occupazione sale al 62,3% (+0,1 punti). E’ la stima dell’Istat.


Il numero di occupati ad aprile 2024 supera quello di aprile 2023 del 2,2%, +516mila unità. L’aumento coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età. Il tasso di occupazione in un anno sale di 1,1 punti percentuali. “La crescita dell’occupazione (84mila unità) coinvolge – ha spiegato l’Istat – sia i dipendenti, che raggiungono i 18 milioni 820mila, sia gli autonomi, pari a 5 milioni 156mila. Il numero degli occupati – 23 milioni 975mila – è superiore di 516mila unità rispetto ad aprile 2023, per effetto dell’incremento di 444mila dipendenti permanenti e di 154mila autonomi e della diminuzione di 82mila dipendenti a termine”.

Ita-Lufthansa: Mef risponde a rilievi Ue, no proroga per decisione

Ita-Lufthansa: Mef risponde a rilievi Ue, no proroga per decisioneRoma, 29 mag. (askanews) – Il Ministero dell’economia e Lufthansa hanno risposto agli ultimi rilievi dell’Antitrust europeo, la Commissione guidata da Margrethe Vestager, sulla fusione tra Ita Airways e il vettore tedesco e, hanno spiegato fonti del Mef, non c’è stata da Bruxelles richiesta di rinvio della decisione che quindi resta fissata, come ultima scadenza, al 4 luglio 2024. Ma è probabile che la Commissione si pronunci prima, intorno al 6 giugno, al termine di una procedura interna che comporta la consultazione anche di altri uffici coinvolti.


Ai timori dell’Antitrust europeo che la fusione possa comportare il rischio di una restrizione della concorrenza sul corto raggio, in particolare sulle tratte europee da Milano e Roma, la proposta, a quanto si apprende, sarebbe quella di prevedere il subentro di un altro operatore che si impegni per un certo periodo a esercitare quelle rotte evitando così il ‘monopolio’ di Ita-Lufthansa. Un altro rilievo dell’Antitrust europeo riguarda la situazione di Linate dove vede il rischio di posizione dominante di Ita. Qui la compagnia italiana ha già il 50% degli slot e insieme a Lufthansa raggiungerebbe il 67%. Per riequilibrare la situazione, dopo la richiesta di Vestager di rilasciare un numero di slot maggiore di quelli incrementali, che sono 22, Ita-Lufthansa potrebbero rilasciare un numero di slot tra 30 e 34. Ieri Vestager ha detto che su Ita-Lufthansa, l’Antitrust europeo “sta ancora valutando le preoccupazioni e i possibili rimedi. Come in altri casi, quando abbiamo una preoccupazione perché c’è il rischio che i consumatori debbano pagare prezzi più alti, o non abbiano le stesse frequenze di voli che hanno oggi a disposizione”. La commissaria europea alla concorrenza ha aggiunto che in dieci anni di attività è stata responsabile di “3.000 casi di fusioni, più o meno, e come si può vedere dalle nostre statistiche, nella stragrande maggioranza dei casi diamo semplicemente il via libera”. In alcuni casi, però “sono necessari dei rimedi. Le imprese si fanno avanti e risolvono i problemi di concorrenza. Naturalmente questa non è una scienza esatta, c’è un po’ di margine. Ma il nostro punto di riferimento è che dobbiamo rimpiazzare la concorrenza che viena persa” a seguito di una fusione.


Intanto oggi i sindacati italiani e tedeschi hanno scritto alla Commissione europea chiedendo di essere sentiti sull’operazione Ita Airways-Lufthansa poiché “il tempo stringe”. I sindacati ribadiscono di sostenere “pienamente” la prevista “partnership industriale e l’ingresso del Gruppo Lufthansa”.

ConocoPhillips acquista Marathon Oil per 22,5 mld di dollari

ConocoPhillips acquista Marathon Oil per 22,5 mld di dollariRoma, 29 mag. (askanews) – ConocoPhillips acquisterà Marathon Oil Corporation per 22,5 miliardi di dollari. L’hanno annunciato le due compagnie con un comunicato congiunto.


Le due compagnie hanno reso noto di aver raggiunto un accordo definitivo secondo il quale ConocoPhillips acquisirà Marathon Oil in una transazione interamente in azioni con un valore aziendale di 22,5 miliardi di dollari, inclusi 5,4 miliardi di debito netto di Marathon. Secondo i termini dell’accordo, gli azionisti di Marathon Oil riceveranno 0,2550 azioni ordinarie di ConocoPhillips per ogni azione ordinaria di Marathon Oil, con un premio del 14,7% rispetto al prezzo di chiusura delle azioni di Marathon Oil del 28 maggio 2024 e un premio del 16% rispetto al prezzo medio ponderato per il volume degli ultimi 10 giorni.


“Questa acquisizione di Marathon Oil approfondisce ulteriormente il nostro portafoglio e si inserisce nel nostro quadro finanziario, aggiungendo inventario di alta qualità e a basso costo di fornitura vicino alla nostra posizione leader negli Stati Uniti”, ha detto Ryan Lance, presidente e CEO di ConocoPhillips. “Condividiamo – ha aggiunto – valori e culture simili, con un focus sull’operare in modo sicuro e responsabile per creare valore a lungo termine per i nostri azionisti. La transazione è immediatamente accrescitiva per utili, flussi di cassa e distribuzioni per azione, e vediamo un significativo potenziale di sinergia”. “Questo è un momento di orgoglio per guardare a ciò che abbiamo raggiunto in Marathon Oil. Con il supporto dei nostri dipendenti e appaltatori, abbiamo costruito un portafoglio di alto livello con un track record pluriennale di esecuzione operativa leader nel settore, risultati finanziari solidi e ritorno di capitale convincente per i nostri azionisti, mantenendo i nostri valori fondamentali di sicurezza ed eccellenza ambientale”, ha commentato dal canto suo Lee Tillman, presidente e CEO di Marathon. “ConocoPhillips – ha proseguito – è la casa giusta per costruire su questo lascito, offrendo una combinazione unica di scala, resilienza e durata a lungo termine. Con la sua base di asset globali di prima classe, bilancio solido e focus sulla eccellenza operativa, il track record di ConocoPhillips di investimenti a lungo termine, distribuzioni differenziate per gli azionisti e gestione attiva del portafoglio sono ineguagliati. Sono fiducioso che, combinati con il portafoglio globale di ConocoPhillips, i nostri asset e il nostro personale offriranno un significativo valore per gli azionisti nel lungo termine”.


Dato il carattere adiacente degli asset acquisiti, hanno spiegato ancora le due compagnie, e una filosofia operativa comune, ConocoPhillips prevede di raggiungere l’intera sinergia di costo e capitale di 500 milioni di dollari nel primo anno intero successivo alla chiusura della transazione. I risparmi identificati deriveranno dalla riduzione dei costi generali e amministrativi, minori costi operativi e migliorate efficienze del capitale. L’acquisizione inoltre aggiungerà asset altamente complementari al portafoglio onshore esistente di ConocoPhillips negli Stati uniti, aggiungendo oltre 2 miliardi di barili di greggio con un costo di fornitura stimato in avanti di meno di 30 dollari al barile WTI.


Indipendentemente dalla transazione, ConocoPhillips prevede di aumentare il suo dividendo base ordinario del 34% a 78 centesimi per azione a partire dal quarto trimestre del 2024. Alla chiusura della transazione e assumendo i recenti prezzi delle materie prime, ConocoPhillips prevede di riacquistare oltre 7 miliardi di dollari in azioni nel primo anno intero, rispetto ai più di 5 miliardi di dollari da sola, e di riacquistare oltre 20 miliardi dollari in azioni nei primi tre anni. La transazione è soggetta all’approvazione degli azionisti di Marathon Oil, alla clearance regolamentare e ad altre condizioni di chiusura consuete. Il closing è previsto per il quarto trimestre del 2024,

Uil: la Tari è aumentata del 9,69% nel 2023. Spesa media 331 euro

Uil: la Tari è aumentata del 9,69% nel 2023. Spesa media 331 euroRoma, 29 mag. (askanews) – “Abbiamo condotto uno studio sulla Tari che mette in luce un aumento del carico fiscale sulle famiglie italiane, a seguito di un incremento medio del 9,69% di questa tassa nell’ultimo quinquennio. Ancora una volta sono le famiglie meno abbienti a sopportare un peso fiscale maggiore”. Lo dichiara la segretaria confederale della Uil Vera Buonomo.


“È evidente – ha sottolineato la Buonomo – che il sistema attuale non solo fallisce nel garantire equità e giustizia sociale, ma acuisce le diseguaglianze, creando disparità tra le diverse aree geografiche del Paese”. Dalla ricerca emerge che in termini assoluti, una famiglia di quattro persone, residente in un’abitazione di 80 mq e con reddito ISEE pari a 25 mila euro, ha pagato, in media, 331 euro per la tassa sui rifiuti nel 2023, rispetto ai 302 euro versati nel 2018. L’impatto della Tari sul bilancio familiare, nel 2022, è stato dello 0,64% nelle Regioni del Nord Est, ed è salito all’1,34% in quelle del Mezzogiorno.


“Un aumento – secondo l’esponente della Uil – non giustificato soprattutto per la carenza dei servizi resi che in alcune grandi città risultano spesso inefficienti a causa delle limitate risorse disponibili”. “Peraltro, la Tari è destinata ad aumentare in modo maggiormente significativo – ha precisato la Segretaria confederale della Uil – nei Comuni che, nel 2023, non hanno operato una revisione del piano tariffario. Questi enti, infatti, sconteranno la crescita dell’inflazione e l’aumento del costo dell’energia, a causa dei ritardi nell’approvazione e pubblicazione delle delibere”. Secondo la ricerca della Uil, nel 2023, Pisa detiene il primato del costo maggiore, con una media annuale di 545 euro per famiglia. Seguono Brindisi con 518 euro, Genova con 508 euro, Latina con 495 euro, Napoli con 495 euro, Pistoia con 492 euro, Catania con 475 euro, Trapani con 472 euro, Messina con 470 euro e Taranto con 469 euro.


L’aumento della tariffa più consistente si è registrato a Rovigcon un +61,34%. Latina invece ha visto un aumento del 29,38%, a Firenze, l’aumento è stato del 14,67%, Napoli ha registrato un aumento dell’11,87%. “I dati – aggiunge – dimostrano che nei comuni virtuosi e dotati delle risorse necessarie per investire nella gestione dei rifiuti si raggiungono migliori risultati in termini di raccolta differenziata, con ricadute positive sull’emissione della Tari per gli utenti”.


A Belluno, infatti, nel 2023 le famiglie hanno pagato decisamente meno per la Tari, con una spesa media annua di 178 euro, confermandosi così come la città più virtuosa in assoluto. Seguono Novara con 183 euro, Pordenone con 186 euro e Brescia con 187 euro. Anche Ascoli Piceno ha una spesa media di 187 euro, mentre Macerata e Trento si attestano entrambe a 189 euro. Fermo segue con 191 euro, Mantova con 192 euro e Vercelli chiude con 197 euro. “Alla luce del nostro studio – ha concluso la Segretaria confederale Vera Buonomo – per la Uil risulta fondamentale migliorare i servizi, favorendo un approccio coordinato a livello nazionale in grado di contrastare le disparità territoriali”.

Confcommercio: l’illegalità ci costa oltre 38 miliardi l’anno

Confcommercio: l’illegalità ci costa oltre 38 miliardi l’annoRoma, 29 mag. (askanews) – Nel 2023 l’illegalità è costata alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi 38,6 miliardi di euro e ha messo a rischio 268mila posti di lavoro regolari. In particolare, l’abusivismo commerciale costa 10,4 miliardi di euro, l’abusivismo nella ristorazione pesa per 7,5 miliardi, la contraffazione per 4,8 miliardi, il taccheggio per 5,2 miliardi. Gli altri costi della criminalità (ferimenti, assicurazioni, spese difensive) ammontano a 6,9 miliardi e i costi per la cyber criminalità a 3,8 miliardi.


Secondo l’indagine di Confcommercio, realizzata in collaborazione con Format Research, su “illegalità, contraffazione e abusivismo”, l’usura resta il fenomeno criminale percepito in maggior aumento dagli imprenditori del terziario di mercato (per il 24,4%), seguito da furti (23,5%), aggressioni e violenze (21,3%), atti di vandalismo (21,1%). Più di un imprenditore su tre teme il rischio di essere esposto a fenomeni criminali. In particolare, i furti sono il crimine che preoccupa di più in termini di sicurezza personale, dei propri collaboratori e della propria impresa (per il 30,4%). Il 22,2% degli imprenditori teme fortemente il rischio di esposizione a usura e racket. Un timore che è più elevato al Sud (25,6%). Di fronte all’usura e al racket il 62,1% degli imprenditori ritiene che si dovrebbe sporgere denuncia, mentre il 27,1% dichiara che non saprebbe cosa fare. Oltre sei imprese su dieci (il 62,8%) si ritengono penalizzate dall’abusivismo e dalla contraffazione. Concorrenza sleale (per il 59,9%) e riduzione dei ricavi (per il 29,1%) sono gli effetti più pesanti. Un consumatore su quattro (il 24,2%) ha acquistato un prodotto contraffatto o un servizio illegale nel 2023. Di questi, la maggior parte (il 70,6%) ha utilizzato il canale online e circa la metà (il 45,6%) ha effettuato acquisti esclusivamente online. Capi di abbigliamento (64,1%), pelletteria (32,4%) e calzature (31%) restano i prodotti contraffatti più acquistati. La maggior parte dell’intrattenimento (86,4% della musica, film, abbonamenti tv, etc.), dei prodotti di elettronica (65,9%), dei profumi e cosmetici (59,5%) e dei parafarmaci (58,6%) passa dagli acquisti online. L’acquisto di prodotti o servizi illegali è soprattutto collegato a ragioni economiche. Si pensa di fare un buon affare, risparmiando (per il 71,3%), è ritenuto normale ed è utile per chi è in difficoltà economiche (per il 74,4%), si è informati sul rischio di incorrere in sanzioni amministrative (per il 65,5%). Il 66,4% dei consumatori ritiene che sui canali di vendita online sia più facile cadere nella trappola dell’acquisto inconsapevole di articoli contraffatti e al 21,5% degli intervistati è capitato di acquistare online prodotti contraffatti credendo che fossero originali.

Confcommercio: l’illegalità costa alle imprese oltre 38 mld l’anno

Confcommercio: l’illegalità costa alle imprese oltre 38 mld l’annoRoma, 29 mag. (askanews) – Nel 2023 l’illegalità è costata alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi 38,6 miliardi di euro e ha messo a rischio 268mila posti di lavoro regolari. In particolare, l’abusivismo commerciale costa 10,4 miliardi di euro, l’abusivismo nella ristorazione pesa per 7,5 miliardi, la contraffazione per 4,8 miliardi, il taccheggio per 5,2 miliardi. Gli altri costi della criminalità (ferimenti, assicurazioni, spese difensive) ammontano a 6,9 miliardi e i costi per la cyber criminalità a 3,8 miliardi.


Secondo l’indagine di Confcommercio, realizzata in collaborazione con Format Research, su “illegalità, contraffazione e abusivismo”, l’usura resta il fenomeno criminale percepito in maggior aumento dagli imprenditori del terziario di mercato (per il 24,4%), seguito da furti (23,5%), aggressioni e violenze (21,3%), atti di vandalismo (21,1%). Più di un imprenditore su tre teme il rischio di essere esposto a fenomeni criminali. In particolare, i furti sono il crimine che preoccupa di più in termini di sicurezza personale, dei propri collaboratori e della propria impresa (per il 30,4%). Il 22,2% degli imprenditori teme fortemente il rischio di esposizione a usura e racket. Un timore che è più elevato al Sud (25,6%). Di fronte all’usura e al racket il 62,1% degli imprenditori ritiene che si dovrebbe sporgere denuncia, mentre il 27,1% dichiara che non saprebbe cosa fare. Oltre sei imprese su dieci (il 62,8%) si ritengono penalizzate dall’abusivismo e dalla contraffazione. Concorrenza sleale (per il 59,9%) e riduzione dei ricavi (per il 29,1%) sono gli effetti più pesanti. Un consumatore su quattro (il 24,2%) ha acquistato un prodotto contraffatto o un servizio illegale nel 2023. Di questi, la maggior parte (il 70,6%) ha utilizzato il canale online e circa la metà (il 45,6%) ha effettuato acquisti esclusivamente online. Capi di abbigliamento (64,1%), pelletteria (32,4%) e calzature (31%) restano i prodotti contraffatti più acquistati. La maggior parte dell’intrattenimento (86,4% della musica, film, abbonamenti tv, etc.), dei prodotti di elettronica (65,9%), dei profumi e cosmetici (59,5%) e dei parafarmaci (58,6%) passa dagli acquisti online. L’acquisto di prodotti o servizi illegali è soprattutto collegato a ragioni economiche. Si pensa di fare un buon affare, risparmiando (per il 71,3%), è ritenuto normale ed è utile per chi è in difficoltà economiche (per il 74,4%), si è informati sul rischio di incorrere in sanzioni amministrative (per il 65,5%). Il 66,4% dei consumatori ritiene che sui canali di vendita online sia più facile cadere nella trappola dell’acquisto inconsapevole di articoli contraffatti e al 21,5% degli intervistati è capitato di acquistare online prodotti contraffatti credendo che fossero originali.

L’Istat: a maggio cresce la fiducia dei consumatori

L’Istat: a maggio cresce la fiducia dei consumatoriRoma, 29 mag. (askanews) – A maggio emergono segnali diversificati dal clima di opinione degli operatori economici: l’indice del clima di fiducia dei consumatori sale da 95,2 a 96,4, mentre l’indicatore composito di fiducia delle imprese scende da 95,8 a 95,1. Lo ha reso noto l’Istat.


Il clima di fiducia delle imprese mostra il secondo calo consecutivo, “assestandosi sul valore più basso da novembre 2023”, ha spiegato l’Istituto di statistica. Il ribasso dell’indicatore complessivo è legato al peggioramento registrato nel settore dei servizi di mercato e nelle costruzioni, che scendono, rispettivamente, sui livelli più bassi da novembre 2023 e novembre 2022. Dopo il calo di aprile, l’indice di fiducia dei consumatori “torna a crescere avvicinandosi al valore registrato lo scorso marzo”. L’Istat segnala un diffuso miglioramento di tutte le variabili che entrano nel calcolo dell’indice ad eccezione dei giudizi sul bilancio familiare. Tra le serie componenti l’indice di fiducia dei consumatori si evidenziano, nel complesso, dinamiche positive sintetizzate dalle variazioni dei quattro indicatori calcolati mensilmente a partire dalle stesse componenti: il clima economico e quello futuro registrano gli aumenti più marcati, passando, rispettivamente, da 99,4 a 101,9 e da 93,9 a 95,7; il clima personale sale da 93,7 a 94,4 e quello corrente passa da 96,2 a 97,0.


Sul fronte delle imprese, segnali eterogenei vengono sia dall’industria che dai servizi. In particolare, nel settore manifatturiero l’indice aumenta da 87,7 a 88,4 mentre nelle costruzioni l’indicatore diminuisce da 103,3 a 101,6; nel commercio al dettaglio la fiducia rimane sostanzialmente stabile rispetto al mese scorso (l’indice passa da 102,9 a 102,8) e nei servizi l’indice cala da 99,5 a 97,8. Per quanto attiene alle componenti dell’indice di fiducia, nell’industria manifatturiera migliorano sia i giudizi sugli ordini, che le attese di produzione; inoltre, le scorte di prodotti finiti sono giudicate in decumulo. Nel comparto delle costruzioni il deterioramento dei giudizi sugli ordini si abbina ad un miglioramento delle attese sull’occupazione presso l’impresa.


Nei servizi di mercato si rileva una dinamica negativa dei giudizi sull’andamento degli affari e, in minor misura, degli ordini. Le attese sugli ordini sono in miglioramento. Con riferimento al commercio al dettaglio, il crollo delle valutazioni sulle vendite è bilanciato dalla crescita delle relative attese; si stima un accumulo delle scorte di magazzino. In base alle attese sui prezzi di vendita stimate nei settori osservati, il processo di normalizzazione dei listini praticati dalle aziende sembrerebbe confermato.