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Draghi a Bruxelles: “L’Ue agisca o sarà una lenta agonia”

Draghi a Bruxelles: “L’Ue agisca o sarà una lenta agonia”Roma, 9 set. (askanews) – Il destino che l’Europa si trova di fronte nel caso in cui non intervenga adeguatamente è quello di “una lenta agonia”. Lo ha affermato l’ex presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, rispondendo con una battuta a una domanda sul rapporto su crescita e produttività che ha presentato oggi durante una conferenza stampa a Bruxelles. “No, non penso che sia così”, ha detto a chi gli chiedeva se l’Ue fosse di fonte a una situazione del tipo ‘agisci o muori’. “Non è un momento fai così o muori: è un momento fai così oppure è una lenta agonia”, ha detto.


Draghi ha fatto l’esempio del reddito reale disponibile delle famiglie, che negli ultimi 15-20 anni negli Usa è cresciuto due volte rispetto all’Europa. “Potrei andare avanti su diverse metriche. Sarà una lenta agonia saremo una società che con l’invecchiamento fondamentalmente si restringe. Ma l’impressione di una morte immediata è nascosta dal fatto che questa torta che si restringe – ha osservato – si divide tra sempre meno persone”. E solo quando si va su “questioni importanti” si ha una maggiore percezione del problema. In ogni caso, in Europa “la situazione è davvero preoccupante. La crescita ha rallentato per un lungo periodo e ora il quadro del commercio globale è cambiato, sta rallentando. Vogliamo preservare il nostro modello sociale ma gli investimenti necessari sono massicci”, ha sottolineato Draghi, durante la conferenza stampa di presentazione del rapporto sulla competitività dell’Ue presentato oggi a Bruxelles assieme alla Commissione europea. Secondo Draghi le analisi e le proposte illustrate nello studio presentano essenzialmente due elementi chiave: “urgenza e concretezza”, ha detto.


L’innovazione e la necessità di colmare il divario che l’Europa accusa su questo versante con Stati Uniti e Cina rappresentano il primo e più importante capitolo delle tre aree di intervento, individuate dal rapporto curato da Mario Draghi per rilanciare crescita economica e produttività nell’Unione europea. Nella sua presentazione dello studio, durante la conferenza stampa a Bruxelles, l’ex presidente del Consiglio italiano e della Bce ha rilevato che nel 2021 le imprese europee tecnologiche hanno complessivamente speso su ricerca e sviluppo 270 miliardi di euro in meno delle loro rivali statunitensi. Un nodo chiave è poi rappresentato dal fatto che molte imprese europee spesso preferiscono reperire capitali negli Stati Uniti, piuttosto che in Europa.


Il secondo ambito di intervento è rappresentato dalla decarbonizzazione da portare avanti assieme a un aumento della competitività. Draghi ha messo in guardia dal rischio di non coordinare “gli ambiziosi obiettivi climatici” dell’Ue con la necessità di preservare competitività e crescita. Il terzo ambito di intervento è quello di aumentare la sicurezza degli approvvigionamenti e ridurre le dipendenze dall’esterno. E l’Unione europea ha anche bisogno di un titolo di debito pubblico comune. “Serve un asset sicuro comune? La risposta è sì. Sapete tutti come la penso: è uno strumento funzionale per raggiungere i nostri obiettivi”, ha affermato Draghi. Su questo “serve una valutazione comune su quali siano i pericoli e le ricadute. E questo è un ambito in cui i Paesi membri devono mettersi d’accordo”, ha concluso.

Draghi: “L’Ue agisca o sarà una lenta agonia”

Draghi: “L’Ue agisca o sarà una lenta agonia”Roma, 9 set. (askanews) – Il destino che l’Europa si trova di fronte nel caso in cui non intervenga adeguatamente è quello di “una lenta agonia”. Lo ha affermato l’ex presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, rispondendo con una battuta a una domanda sul rapporto su crescita e produttività che ha presentato oggi durante una conferenza stampa a Bruxelles. “No, non penso che sia così”, ha detto a chi gli chiedeva se l’Ue fosse di fonte a una situazione del tipo ‘agisci o muori’. “Non è un momento fai così o muori: è un momento fai così oppure è una lenta agonia”, ha detto.


Draghi ha fatto l’esempio del reddito reale disponibile delle famiglie, che negli ultimi 15-20 anni negli Usa è cresciuto due volte rispetto all’Europa. “Potrei andare avanti su diverse metriche. Sarà una lenta agonia saremo una società che con l’invecchiamento fondamentalmente si restringe. Ma l’impressione di una morte immediata è nascosta dal fatto che questa torta che si restringe – ha osservato – si divide tra sempre meno persone”. E solo quando si va su “questioni importanti” si ha una maggiore percezione del problema.

Ue, quali sono i punti chiave del rapporto Draghi sulla competitività

Ue, quali sono i punti chiave del rapporto Draghi sulla competitivitàRoma, 9 set. (askanews) – Innovazione, energia, sicurezza geopolitica e degli approvvigionamenti di materie prime e critiche; assieme a competitività, da portare avanti assieme alla decarbonizzazione, riduzione delle dipendenze e delle vulnerabilità esterne, rafforzamento delle capacità industriali su spazio e difesa, potenziamento dei mezzi di finanziamento e, infine, dei processi di governo dell’Unione europea. Sono gli elementi chiave toccati dal rapporto presentato oggi da Mario Draghi, in occasione di una conferenza stampa congiunta assieme alla presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen.


L’analisi, di circa 65 pagine, intitolata “Il futuro della competitività europea” parte da un esame del quadro in cui si trova l’Europa e delle sfide che ha davanti, sintetizzate in tre capitoli: accelerare l’innovazione e trovare nuovi “motori” di crescita; abbassare i prezzi dell’energia continuando il processo di decarbonizzazione e di aumento dell’economia circolare; terzo, adattarsi a un mondo di geopolitica meno stabile in cui le dipendenze esterne stanno diventando vulnerabilità e in cui non ci si può più permettere di affidare ad altri a propria sicurezza. Lo studio presentato dall’ex presidente del Consiglio e della Bce analizza possibili strategie per chiudere il divario di innovazione che l’Europa accusa rispetto ai suoi maggiori competitori, guarda alle cause degli elevati prezzi dell’energia e a possibili soluzioni parallelamente alle sfide.


Un capitolo è dedicato alle vulnerabilità e alle dipendenze sugli approvvigionamenti esterni, ma anche alla necessità di procedere a un rafforzamento delle capacità industriali nei settori di difesa e aerospaziale. Il penultimo capitolo, il quinto, riguarda il tema di come finanziare gli investimenti in cui un elemento critico individuato è quello dell’attuale incompletezza dell’Unione dei mercati dei capitali, così come la necessità di trovare alcuni strumenti di finanziamento comune per massimizzare la crescita di produttività.


L’ultimo capitolo riguarda il rafforzamento dei processi di governo dell’Unione europea, partendo dalla considerazione che una nuova strategia industriale non riuscirà ad avere successo senza cambiamenti in parallelo nell’architettura e nel funzionamento dell’Unione. In particolare viene raccomandata la creazione di un nuovo quadro di coordinamento sulla competitività che dovrebbe focalizzarsi sulle priorità strategiche, la necessità di semplificazione delle procedure, nell’ambito del quale viene raccomandata di la creazione di un nuovo vicepresidente della Commissione responsabile della semplificazione, e un taglio degli oneri burocratici a favore delle Pmi.

Draghi avverte: “L’Europa è di fronte a una sfida esistenziale”

Draghi avverte: “L’Europa è di fronte a una sfida esistenziale”Roma, 9 set. (askanews) – L’Europa si trova di fronte a una “sfida esistenziale” e “l’unico modo” di superarla, senza dover rinunciare ad alcuni dei suoi valori fondamentali, è quello di perseguire più crescita economica e maggiore produttività. Lo afferma l’ex presidente del Consiglio italiano e della Bce, Mario Draghi, nella prefazione del rapporto sulla competitività dell’Ue presentato oggi a Bruxelles assieme alla Commissione europea.


Secondo Draghi il costo necessario per decarbonizzare e digitalizzare l’economia e al tempo stesso aumentare le capacità di difesa in Europa “dovrà essere aumentato di circa 5 punti percentuale di Pil, a livelli che non si vedevano dagli anni 70 e 60” del secolo scorso. A titolo di paragone ricorda che gli investimenti del Piano Marshall dal ’48 al ’51 ammontaronono “a circa l’1-2% del Pil l’anno”. “Se l’Europa non può diventare più produttiva saremo costretti a fare delle scelte. Non potremo essere in grado di diventare al tempo stesso leader sulle tecnologie, un polo di responsabilità climatica e un player indipendente su scala globale. Non saremo in grado di finanziare il nostro modello sociale. Dovremmo ridimensionare alcune se non tutte le nostre ambizioni”, avverte l’ex premier.


“Questa è una sfida esistenziale”, prosegue Draghi. L’Unione europea, sottolinea, “esiste per assicurare che i suoi cittadini possano beneficiare dei suoi valori fondamentali”, prosperità, equità, libertà, pace e democrazia in un ambiente sostenibile. “Se l’Europa non può più assicurarli ai suoi popoli perderà la sua ragione di essere”. “L’unico modo per affrontare questa sfida è crescere e diventare più produttivi, preservando i nostri valori di equità e inclusione sociale. E l’unica strada per diventare più produttivi in Europa – conclude Draghi – è di cambiare radicalmente”.

Nucleare, Urso: a breve Newco per produrre in Italia mini-reattori

Nucleare, Urso: a breve Newco per produrre in Italia mini-reattoriCernobbio (CO), 8 set. (askanews) – “Stiamo lavorando ad una Newco italiana con partnership tecnologica straniera, che consenta a breve, e per breve intendo dare l’annuncio nei prossimi mesi, di produrre in Italia reattori nucleari di terza generazione per poi installarli dove le imprese lo chiedono, ovunque nel mondo. E certamente anche in Italia”. Lo ha annunciata il ministro per le Imprese Adolfo Urso, nel suo intervento al Forum di Cernobbio. E rivendicando: “Dobbiamo fare del nostro Paese un leader nella produzione di nucleare di terza generazione e poi di quarta generazione. Questo è un piano industriale”.

Orsini a Landini: dialogare, partire dalle cose che ci uniscono

Orsini a Landini: dialogare, partire dalle cose che ci unisconoRoma, 8 set. (askanews) – Con il sindacato “ci siamo incontrati prima dell’inizio dell’estate, abbiamo bevuto un buon caffè. Se partiamo dalle cose che ci uniscono faremo un servizio al Paese e credo che questa sarà la via. La via del dialogo che mette al centro le necessità sia dell’impresa e anche quella dei lavoratori”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, intervenendo in collegamento video alla festa del Fatto Quotidiano.


“Confindustria e sindacato hanno una grande responsabilità per le sfide che ci aspettano: salari, sicurezza sul lavoro, salvaguardare le imprese nella loro produttività, nel fare in modo che rimangano le eccellenze, preservare le filiere. Temi che sono al centro”, ha sottolineato. Ma sui referendum della Cgil per cancellare il Jobs act non ci saranno punti di incontro. “Saremo separati”, ha dichiarato. Il leader degli induistriali è apparso più possibilista sul referendum per abrogare la legge sull’autonomia differenziata, ma per la linea dell’associazione bisognerà aspettare il consiglio generale del 27 e 28 settembre. “Confindustria rappresenta 151mila imprese – ha ricordato – credo che devo rispettare i miei associati. Discuteremo e prenderemo una decisione”.


Orsini ha poi lanciato un allarme sull’automotive: “Rischiamo la debacle. Lo stop al motore endotermico nel 2035 mette a rischio il lavoro di 70mila persone. Dobbiamo agire subito, entro novembre, per salvaguardare la neutralità tecnologica e il know how dei Paesi”. Sul tema dei salari, infine, Orsini ha ribadito che nelle aziende di Confindustria si è già fatto molto: “I compiti a casa li abbiamo fatti. Si può fare di più, ma è ovvio che dobbiamo legarlo alla produttività”.

Landini: rapporto con il Governo è pessimo, torneremo in piazza

Landini: rapporto con il Governo è pessimo, torneremo in piazzaRoma, 8 set. (askanews) – Il rapporto con il Governo è “pessimo”. Così il leader della Cgil, Maurizio Landini, intervenendo alla festa del Fatto Quotidiano. Landini ha ricordato che il 20 settembre “questo Governo deve presentare all’Europa non la legge di bilancio, ma un piano perché noi siamo sotto infrazione. E con le norme europee che loro hanno votato devono dire cosa fanno nei prossimi anni per ridurre il debito pubblico. Oggi è l’8 settembre, con chi il Governo sta discutendo queste cose che riguardano la nostra vita? Con le organizzazioni sindacali ad oggi non c’è neanche la convocazione”.


Il numero uno della Cgil ha aggiunto che “abbiamo un Governo che pensa, perché ha vinto le elezioni e ha una maggioranza in Parlamento, di fare quello che gli pare. Vorrei continuare a pensare che questo Governo e nessun altro devono sapere che da solo nessuno ha la maggioranza in questo Paese e che è necessario, al contrario, nella democrazia rapportarsi con chi il mondo del lavoro davvero lo rappresenta. Non vogliamo essere quelli che semplicemente pagano le tasse, ma vogliamo essere quelli che intervengono sulle scelte che riguardano il futuro del Paese”. Landini ha inoltre affermato che “non abbiamo la pazienza di stare ancora a vedere come va a finire. Quello che è successo in questi anni ha prodotto un indebolimento del nostro sistema industriale e penso che nei prossimi giorni e nelle prossime settimane abbiamo bisogno assieme a tutte le categorie, se necessario, anche di mobilitarci e difendere in piazza il lavoro e l’industria”.

Autonomia, Landini: il 26 settembre depositeremo le firme del referendum

Autonomia, Landini: il 26 settembre depositeremo le firme del referendumRoma, 8 set. (askanews) – Il 26 settembre la Cgil insieme con tutti i soggetti che hanno dato vita alla raccolta di firme per abolire la legge sull’autonomia differenziata “depositeremo le firme per il referendum” in Cassazione. Lo ha annunciato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, intervenendo alla festa del Fatto Quotidiano.


“Abbiamo superato le 500mila firme che servirebbero – ha detto – penso che possiamo raddoppiarle e dare un segnale e una volontà precise: cancellare totalmente quella legge”. Poi ha detto: “Il rapporto con il Governo? E’ pessimo”.

Usa, +142.000 di posti lavoro in agosto, disoccupazione +4,2%

Usa, +142.000 di posti lavoro in agosto, disoccupazione +4,2%New York, 6 set. (askanews) – Rapporto sull’occupazione di agosto di molto inferiore alle stime, negli Stati Uniti, segno di un notevole raffreddamento del mercato del lavoro. Il mese scorso sono stati creati 142.000 posti di lavoro (escluso il settore agricolo) rispetto al mese precedente, mentre gli analisti attendevano un aumento di 161.000 posti. La disoccupazione è scesa al 4,2%, rispetto al +4,3% del mese precedente (dato non rivisto). Anche gli analisti avevano previsto un dato al 4,2%.


I salari orari medi sono aumentati di 0,14 centesimi, lo 0,40%, a 35,21 dollari; rispetto a un anno prima, sono aumentati del 3,83%. La settimana media lavorativa è salita di 0,1 a 34,3 ore. La partecipazione della forza lavoro è stata pari al 62,7%, come nel mese precedente. Rivisti i dati di luglio passati da +114.000 a +89.000; mentre quelli di giugno sono stati rivisti a +118.000. Non rivista la disocuppazione di luglio che resta al +4,3%

L’Istat: a luglio le vendite al dettaglio aumentano dello su mese, +1% anno

L’Istat: a luglio le vendite al dettaglio aumentano dello su mese, +1% annoRoma, 6 set. (askanews) – A luglio si stima, per le vendite al dettaglio, una variazione congiunturale positiva sia in valore (+0,5%) sia in volume (+0,3%). Su base tendenziale le vendite al dettaglio aumentano dell’1% in valore e dello 0,1% in volume. Lo ha reso noto l’Istat.


Rispetto a luglio 2023, il valore delle vendite al dettaglio è in aumento per la grande distribuzione (+0,8%), le imprese operanti su piccole superfici (+1%) e il commercio elettronico (+4,1%), mentre calano le vendite al di fuori dei negozi (-0,3%).