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Superbonus: FIMAA, necessario correttivo su tassazione plusvalenze

Superbonus: FIMAA, necessario correttivo su tassazione plusvalenzeRoma, 29 mag. (askanews) – “La tassazione delle plusvalenze degli immobili riqualificati grazie al Superbonus può avere pesanti ripercussioni sul mercato immobiliare”. Lo ha detto Maurizio Pezzetta, Vicepresidente Vicario di FIMAA Italia nel corso di un incontro che si è svolto questa mattina con l’Onorevole Mauro Del Barba, Capogruppo di Italia Viva in Commissione Finanze alla Camera, che ha ascoltato con grande attenzione le proposte della Federazione, condividendone le preoccupazioni. “Siamo convinti che occorra introdurre dei correttivi o quantomeno delimitare in maniera puntuale il perimetro di applicazione della disposizione” ha spiegato Pezzetta.


La norma che ha introdotto la tassazione delle plusvalenze – ricorda la Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari – è contenuta nell’ultima legge di Bilancio. La misura, che riguarda alcuni immobili che hanno usufruito del Superbonus, ha un periodo di applicazione estremamente lungo, dal momento che l’imposta si applica fino a 10 anni dall’ultimazione dei lavori. L’aliquota inoltre è del 26% e si calcola sulla plusvalenza maturata. “Tale misura impatterà inevitabilmente sul mercato immobiliare – ha spiegato ancora il Vicepresidente Vicario – e avrà ripercussioni negative non solo per chi vende l’immobile, ma anche per chi lo acquista”. Nel corso dell’incontro, il Vicepresidente Pezzetta ha anche sostenuto la necessità di modificare la norma che impone di specificare – negli atti notarili di compravendita di un immobile – l’importo del compenso percepito dell’agente immobiliare. “Quella misura risale al 2006, e serviva a contrastare l’evasione fiscale, ormai però è del tutto anacronistica. Esistono diversi strumenti, a iniziare dalla fatturazione elettronica, che permettono di raggiungere lo stesso obiettivo. Inoltre, tale disposizione lede la privacy e l’autonomia contrattuale, dal momento che la diffusione dell’ammontare del compenso può compromettere la libera contrattazione tra cliente e professionista. Peraltro – ha concluso Pezzetta – questo è l’unico caso in cui in un atto pubblico fra due parti contraenti viene indicato il compenso di un soggetto terzo, il professionista che ha fatto da mediatore”.

Benetton: Claudio Sforza sarà il nuovo Ad, guiderà il rilancio del gruppo

Benetton: Claudio Sforza sarà il nuovo Ad, guiderà il rilancio del gruppoMilano, 28 mag. (askanews) – Claudio Sforza “sulla base di un curriculum vitae che lo ha visto transitare da molte tra le più importanti aziende italiane, si annuncia ora alla guida di Benetton group, per gestire la riorganizzazione e il rilancio del business”. Sarà dunque lui l’amministratore delegato del gruppo tessile di Ponzano Veneto che uscirà dall’assemblea del prossimo 18 giugno. Il manager prenderà il posto dell’attuale AD Massimo Renon, in uscita dopo lo scontro, emerso dall’intervista rilasciata al Corriere, col presidente esecutivo Luciano Benetton, sulla gestione manageriale. Il nome arriva nel giorno del consiglio di amministrazione che ha certificato all’unanimità il rosso di bilancio del gruppo per 230 milioni.


Sforza, il cui ultimo incarico è in Astaldi, è laureato in Economia e commercio alla Sapienza di Roma. Il suo percorso professionale inizia nell’area amministrativa e finance di Pfizer. Successivamente ha sviluppato la sua carriera nel mondo delle telecomunicazioni, con ruoli a crescente responsabilità in Italcable, Iritel, Netscalibur, dove assume il ruolo di direttore generale, per approdare poi in IT Net, come Ceo. In Wind ha guidato la divisione commerciale, sia per le grandi che per le piccole-medie aziende. Ha trascorso, in seguito, altri otto anni in Poste come chief financial officer, guidando inoltre la controllata Postel fino al 2011. E’ stato successivamente Ceo di Gamenet. E’ stato infine Procuratore per la gestione e liquidazione degli asset del Patrimonio Destinato di Astaldi.


Mlo

Ita-Lufthansa, Vestager: indagine antitrust Ue ancora in corso

Ita-Lufthansa, Vestager: indagine antitrust Ue ancora in corsoBruxelles, 28 mag. (askanews) – Sul progetto di fusione Ita-Lufthansa, nella Commissione europea “stiamo ancora discutendo le preoccupazioni e i possibili rimedi” riguardo all’impatto negativo sulla concorrenza e sui consumatori. “Come in altri casi, quando abbiamo una preoccupazione, è perché ci sta un rischio che i consumatori debbano pagare prezzi più alti, o non abbiano le stesse frequenze di voli che hanno oggi a disposizione. Oggi, quindi, la discussione è in corso e non abbiamo ancora una conclusione”. La vicepresidente esecutiva della Commissione europea responsabile per la Concorrenza, Margrethe Vestager, ha liquidato così, durante una conferenza stampa oggi a Bruxelles, una domanda sul braccio di ferro in corso tra l’Antitrust comunitario e le due compagnie aeree italiana e tedesca, appoggiate dai rispettivi paesi, sulle richieste di evitare una eccessiva concentrazione sul mercato, lasciando ai vettori concorrenti alcune rotte e slot aeroportuali. “Penso che sia davvero importante che i cittadini, i consumatori, i clienti e le imprese possano contare sulla Commissione, e il fatto che noi effettuiamo valutazioni approfondite e che collaboriamo con le imprese per risolvere le preoccupazioni” di concorrenza, ha osservato Vestager, che ha quindi ribadito e rivendicato le proprie posizioni e il proprio operato in questi 10 anni in cui ha avuto la responsabilità dell’Antitrust Ue. “Penso di essere stata responsabile di 3.000 casi di fusioni, più o meno, in questi dieci anni, e come si può vedere dalle nostre statistiche, nella stragrande maggioranza dei casi diamo semplicemente il via libera. Le imprese vanno avanti con la logica della fusione, che prevede una procedura semplificata, breve ed efficace”. “Poi – ha continuato Vestager – abbiamo un gruppo di fusioni in cui sono necessari dei rimedi; le imprese si fanno avanti e risolvono i problemi di concorrenza. Naturalmente questa non è una scienza esatta, c’è un po’ di margine. Ma il nostro punto di riferimento è che dobbiamo rimpiazzare la concorrenza che è stata persa” sul mercato a causa della fusione. “E infine ci sono i pochi casi in cui dobbiamo vietare le fusioni. Penso che in totale siano stati finora 10. Quindi, è davvero raro che accada”, ha sottolineato la vicepresidente della Commissione. Vestager si è tolta quindi un sassolino dalla scarpa, rievocando la clamorosa vicenda del progetto di fusione Siemens-Alstom in campo ferroviario, che la Commissione bloccò nel febbraio 2019. Un caso che viene spesso citato dai critici della politica antitrust europea come esempio dell’attenzione eccessiva che la Commissione dedica alla tutela della concorrenza all’interno del mercato unico dell’Ue, impedendo così, questa è l’accusa, la nascita di “campioni europei”, e finendo col favorire i giganti extra Ue sul mercato globale (cinesi o americani in particolare), anche quando sono pesantemente sovvenzionati dagli Stati di provenienza. “Nella fusione Siemens-Alstom, che è stata molto dibattuta – ha spiegato la vicepresidente della Commissione -, penso che più o meno per l’80% dell’operazione non avessimo preoccupazioni; ma le avevamo su due questioni molto importanti. Uno riguardava i sistemi di segnalazione (per le ferrovie, ndr): siamo ancora nel processo in cui le compagnie ferroviarie europee funzionano in base allo scambio di segnali. Quindi è un mercato davvero importante”. “La seconda preoccupazione riguardava anche il mercato dei treni ad altissima velocità, che secondo noi avrà un peso crescente. Penso che tutti sognino di andare ad altissima velocità da una capitale all’altra in Europa”. Alla fine, comunque, ha ricordato Vestager, le due imprese, Alstom e Siemens, “scelsero di non porre rimedio a queste preoccupazioni. E per questo motivo l’operazione fu bloccata”. Recentemente, ha riferito la vicepresidente della Commissione, “abbiamo riesaminato in retrospettiva questa fusione, perché è importante tornare indietro e vedere in che misura si aveva ragione, se c’erano cose che si sarebbero dovute fare diversamente; e quello che abbiamo visto è che il mercato globale ovviamente si è sviluppato, ma in questi mercati i cinesi non sono venuti in Europa”. Non solo. “Fatta eccezione per la Cina, che è un mercato chiuso in cui è molto difficile entrare, ciò che vediamo nel mercato globale – ha rilevato Vestager – è che le due società che dominano oggi sono proprio Siemens e Alstom; quindi si sono sviluppate, sono quelli che definirei campioni europei, forniscono in questi mercati prodotti molto importanti, di altissima qualità e molto innovativi”. “Il nostro obbligo è quello di dire: abbiamo il Trattato, abbiamo le nostre regole e serviamo il consumatore europeo, ma anche i clienti europei; quindi tutti nella catena del valore. E questo ovviamente – ha assicurato – lo faremo riguardo a questa fusione”, quella tra Ita e Lufthansa, “così come faremo per le altre fusioni di compagnie aeree che stiamo valutando ora e che valuteremo in futuro”, ha concluso Vestager.

Benetton: perdita 2023 a 230 milioni dopo 150 mln di svalutazioni

Benetton: perdita 2023 a 230 milioni dopo 150 mln di svalutazioniMilano, 28 mag. (askanews) – Il cda di Benetton Group ha approvato all’unanimità il bilancio 2023, che sarà sottoposto all’approvazione dell’assemblea dei soci del 18 giugno, chiuso con un fatturato di 1,098 miliardi e una perdita netta di 230 milioni dopo svalutazioni per 150 milioni. Lo si apprende da fonti finanziarie al termine della riunione del board. L’ebit dell’esercizio è negativo per 113 milioni, il patrimonio netto ammonta a 105 milioni.


L’azionista Edizione, la holding della famiglia Benetton, supporterà il piano di riorganizzazione e rilancio dell’azienda di abbigliamento stanziando 260 milioni nei prossimi anni. Negli ultimi tre anni Edizione ha stanziato 350 milioni a favore delle attività di Benetton Group. (foto tratta dal sito Internet di Benetton Group)

Presentata relazione Organo di vigilanza parità accesso rete Tim

Presentata relazione Organo di vigilanza parità accesso rete TimRoma, 28 mag. (askanews) – L’Organo di vigilanza sulla Parità di accesso alla rete di TIM (OdV) ha presentato oggi, presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio della Camera dei Deputati, la Relazione Annuale 2024 sull’attività svolta e sui risultati conseguiti nell’anno 2023, indicando il Piano delle attività per l’anno in corso.


Nel corso del 2023, l’Organo di vigilanza ha proseguito il consueto monitoraggio della parità di trattamento basato sui KPI definiti dall’Autorità con la Delibera n. 395/18/CONS. In particolare, sono stati esaminati i dati rilevati per tutti gli indicatori, aggiornati e resi disponibili mensilmente da TIM, ed e’ stato analizzato ogni scostamento, anche temporaneo, tra l’andamento di TIM Retail e quello degli OAO, eseguendo focus specifici per analizzare l’origine degli scostamenti rilevati. L’Odv ha anche condotto, in continuità con gli anni precedenti, l’analisi di qualità del data base NetMap secondo quanto previsto dalla Determinazione n. 9/2019. In particolare, TIM ha continuato a rendere disponibili le rilevazioni mensili aggiornate dello specifico KPI che rende conto del livello di precisione della geo-localizzazione degli indirizzi presenti sul data base NetMap. L’analisi dei dati ha confermato, anche per il 2023, il continuo miglioramento del livello di precisione delle informazioni riferite alla localizzazione degli indirizzi.


Nel 2023, la collaborazione tra l’Organo di vigilanza e l’AGCOM ha continuato a essere stretta, concentrandosi sulla verifica della parità di trattamento e per prevenire una eventuale discriminazione nell’accesso alla rete di TIM. È proseguita anche l’attività di vigilanza relativa ai KPI di non discriminazione. In tale contesto, si sono svolte con esito positivo quattro sessioni di verifica sulla correttezza dell’algoritmo di calcolo degli indicatori ex Del. n. 395/18/CONS. Nel corso delle quattro sessioni sono stati esaminati, in dettaglio, gli algoritmi di calcolo di otto indicatori, quattro di delivery e quattro di assurance. I risultati delle verifiche hanno consentito di accertare il corretto utilizzo da parte di TIM dell’algoritmo di calcolo degli indicatori esaminati e la rispondenza dei valori riscontrati con i valori dei KPI riportati da TIM nei report mensili inviati. Nel corso del 2024, l’attività dell’Odv sarà dedicata a mantenere la continuità delle sue attività di vigilanza, in piena aderenza al mandato vigente e per supportare l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, anche attraverso attività di studio, approfondimento e analisi, volte ad approfondire aspetti tecnici e metodologici riguardanti le problematiche di non discriminazione di propria competenza. In particolare, l’azione dell’Odv si svolgerà in continuità seguendo cinque direttrici principali: vigilanza sulle prestazioni offerte da TIM Wholesale agli operatori nei processi di delivery e assurance dei servizi di rete regolamentati (analisi KPI 395/18/CONS e relativi KPO, evoluzione KPI, analisi KPI NetMap); vigilanza attiva e ispettiva presso le unita’ operative di TIM (verifiche sulla gestione dei Nodi NGN saturi, verifica requisiti per decommissioning delle centrali locali, test sui nuovi rilasci informatici); vigilanza sulla trasparenza delle informazioni offerte al mercato (piani tecnici per la qualità della rete di accesso, piani tecnici per lo sviluppo della rete di accesso); vigilanza sulla qualità della rete (osservatorio sulla manutenzione della rete FTTC); supporto tecnico all’Autorità nelle fasi attuative della Delibera 114/24/CONS.


Adolfo Urso, Ministro per le Imprese e il Made in Italy, in un messaggio video, ha detto: “A nome del Governo ringrazio il presidente Martusciello e i componenti dell’Organo di vigilanza per la cruciale opera di vigilanza sull’effettiva esecuzione dell’obbligo di non discriminazione. Si tratta, infatti, di un compito fondamentale che include anche un prezioso supporto tecnico nei confronti sia dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, sia della stessa azienda di TIM. Le reti di telecomunicazioni hanno assunto un rilievo strategico nell’attuale processo di transizione, la connettività ad alta velocità è diventata sempre più indispensabile per promuovere la crescita economica e la competitività globale del nostro Paese. In tal senso, gli investimenti in politiche industriali e infrastrutture digitali rappresentano una delle sfide prioritarie che il Governo ha posto al centro del piano nazionale di ripresa e resilienza”. Antonio Martusciello, Presidente dell’Organo di vigilanza sulla Parità di accesso alla rete TIM, dal canto suo ha rilevato che: “Le telecomunicazioni, quale pilastro dell’Era Digitale, hanno guidato la rivoluzione di questi ultimi anni: progressi enormi si sono registrati in termini di maggior capacita’ di trasmissione, velocita’ di connessione, stabilita’ e sicurezza delle comunicazioni. Aspetti questi che hanno aperto nuove sfide in termini di regolamentazione e di accesso alla rete. Siamo quindi sempre più determinati a proseguire nel nostro impegno, adattando ruolo e funzioni agli scenari tecnologici in costante evoluzione e reinterpretando i principi fondamentali nel nuovo assetto delineato da AGCOM. L’ampliamento del perimetro di indagine dell’Organo ha rafforzato ulteriormente il suo ruolo nel garantire la non discriminazione e la parità di trattamento nell’accesso alla rete TIM, con particolare riguardo alle attività del 2023, tese a vigilare con ancor maggiore attenzione sui temi e sulle sfide che caratterizzano il settore delle comunicazioni”.


Secondo Alberta Figari, Presidente TIM: “TIM sta attraversando una trasformazione profonda che la sta portando verso il superamento del modello di integrazione verticale. Per questo credo che una nuova regolamentazione ‘più agile e fattiva’ investirà necessariamente anche l’Organo di vigilanza e sarà necessario adeguarne il mandato in coerenza con il nuovo contesto competitivo, regolamentare e di mercato. La direzione è stata già tracciata dalla recente analisi di mercato pubblicata da AGCOM che prevede che, nel periodo che intercorrerà tra il momento della creazione della società della rete e la definizione della nuova regolamentazione, gli obblighi di accesso vigenti transitino sulla nuova società della rete. Il mio auspicio è che tutti quanti noi sapremo cogliere l’opportunità di questo momento di profonda trasformazione per porre condizioni nuove e solide per lo sviluppo dell’Italia”. Giacomo Lasorella, Presidente AGCOM, ha sottolineato che: “La regolamentazione italiana sulla parità di trattamento si è evoluta significativamente nel tempo. Con la nascita dell’Organo di vigilanza c’è stata un’importante evoluzione. L’Odv è intervenuto in particolare sulle modalità attuative dell’obbligo di non discriminazione attraverso verifiche periodiche e perfezionando l’analisi di qualità. Al riguardo, l’azione coordinata tra AGCOM e Odv ha portato notevoli benefici. Sono molteplici, al contempo, le sfide attuali a cui fare fronte. C’è una fame di connessione che non accenna a placarsi e che richiede una precisa risposta sotto il profilo infrastrutturale, a partire dalle iniziative previste dal Pnrr. L’obiettivo dell’autorità è porre le basi necessarie per garantire la stabilità del mercato e accompagnare il processo di separazione in corso”. L’Organo di vigilanza (Odv) svolge le sue funzioni in assoluta indipendenza ed e’ stato istituito dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) con l’obiettivo di monitorare e verificare che tutti gli operatori di telecomunicazioni accedano alle infrastrutture di rete di TIM nel rispetto del principio di parità di trattamento.

Bce, inflazione attesa dai consumatori ai minimi da 2 anni e mezzo

Bce, inflazione attesa dai consumatori ai minimi da 2 anni e mezzoRoma, 28 mag. (askanews) – Le aspettative di inflazione dei consumatori nell’area euro continuano a calare e ad aprile hanno segnato i livelli più contenuti dal settembre del 2021. Lo riporta la Banca centrale europea con la sua indagine mensile, secondo cui l’inflazione percepita sulla media dei 12 mesi passati è rimasta invariata al 5%, mentre le aspettative sulla crescita dei prezzi per i prossimi 12 mesi si sono attenuate al 2,9%, a fronte del più 3% registrato a marzo.


Le aspettative di inflazione a più lungo termine, sulla media del prossimi tre anni, si sono a loro volta attenuate al 2,4%, dal 2,5% registrato a marzo. La Bce riporta livelli invariati di incertezza su queste aspettative di inflazione e un quadro abbastanza omogeneo delle stesse a seconda delle fasce di età, con una certa tendenza ad avere attese più elevate tra i più anziani. Passando a redditi e consumi, le aspettative di crescita dei redditi sui prossimi 12 mesi sono rimaste stabili all’1,3%. L’aumento di spesa nominale percepita sugli ultimi 12 mesi si è attenuato al 6,3% ad aprile, dal 6,4% della rilevazione precedente. Le aspettative sulla crescita della spesa nominale sui prossimi 12 mesi sono rimaste invariate al più 3,6%.


Sempre secondo la Bce, i consumatori sul quadro generale dell’economia sono diventati meno pessimisti e ora si attendono un calo dello 0,8% sui prossimi 12 mesi, a fronte del meno 1,1% atteso a marzo. Sono invece leggermente salite le aspettative sulla disoccupazione, 10,9% per i prossimi 12 mesi a fronte del 10,7% indicato in media marzo. Generalmente i consumatori continuano a prevedere una disoccupazione solo marginalmente superiore rispetto al tasso attuale percepito, che si attesta al 10,6%, e secondo la Bce questo indica un quadro di aspettative sul mercato del lavoro stabile.


Calano tuttavia le aspettative dei disoccupati di trovare un lavoro sui prossimi tre mesi, al 27,5% ad aprile dal 30,5% di gennaio, e parallelamente sono aumentate le percezioni di rischio di perdere il lavoro, al 10,6% dall’8% della rilevazione di gennaio. Infine, guardando a prestiti e immobiliare, i consumatori si attendono che sui prossimi 12 mesi le quotazioni della loro abitazioni aumentino del 2,6%, due decimali di punto percentuale in più rispetto all’indagine precedente. Le aspettative sui tassi di interesse dei mutui dei prossimi 12 mesi sono rimaste invariate.

Confindustria, Orsini a Urso: cruciali decreti per Industria 5.0

Confindustria, Orsini a Urso: cruciali decreti per Industria 5.0Roma, 27 mag. (askanews) – Politiche industriali che puntino a “un futuro di crescita” del Paese sono uno dei “tre pilastri” elencati dal neo presidente di Confindustria, Emanuele Orsini durante un videocollegamento con l’assemblea annuale di Confindustria Cuneo. “Domani avremo un appuntamento importante con il ministro (di Imprese e Made in Italy Adolfo) Urso” e un messaggio chiave che porterà l’associazione è che su “Industria 5.0 i decreti attuattivi devono arrivare il prima possibile”, ha detto.


Perché bisogna riuscire a “mettere a terra gli investimenti. E Industria 5.0 è collegata anche al Pnrr, che purtroppo avrà una vita non lunghissima, la fine del 2026, e per poter pensare a un cambio, a un ammodernamento dei nostri investimenti servono tempo e non possiamo pensare che in pochi mesi si riesca a fare nuove produzioni. Quindi auspichiamo veramente, abbiamo bisogno domani di una risposta certa su quando il decreto attuativo uscirà”, ha proseguito Orsini. Perché uno degli aspetti fondamentali sul perché “gli investimenti sono bloccati” in Italia “è l’aspettativa dei nostri imprenditori – ha avvertito -: tutti stanno aspettando quali saranno gli aiuti che potrà dare agli investimenti questo decreto”. (fonte immagine: Confindustria Cuneo)

Auto, non sono previsti nuovi incentivi per moto a motore termico

Auto, non sono previsti nuovi incentivi per moto a motore termicoRoma, 27 mag. (askanews) – Non sono previsti nuovi incentivi per le moto a motore termico. Con una nota, Confindustria Ancma (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) interviene nuovamente in merito alle notizie diffuse da alcuni organi di stampa circa la disponibilità di incentivi destinati all’acquisto di motocicli a motorizzazione termica per l’anno 2024.


“L’associazione – si legge nel comunicato – ribadisce che i fondi dedicati alle moto con motore endotermico menzionati nel decreto del presidente del Consiglio dei ministri, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 25 maggio scorso, sono quelli già messi a disposizione del mercato all’inizio del 2024 e consumati nel giro di poche ore lo scorso gennaio. Rimane invece confermata la disponibilità degli stanziamenti per sostenere gli incentivi all’acquisto di ciclomotori, scooter, moto e quadricicli elettrici”.

Taxi, sindacati e associazioni proclamano nuovo sciopero 5-6 giugno

Taxi, sindacati e associazioni proclamano nuovo sciopero 5-6 giugnoRoma, 27 mag. (askanews) – I sindacati e le associazioni di categoria dei tax proclamano un nuovo sciopero per le giornate del 5 e 6 giugno, dalle ore 8 alle ore 22, fatte salve le fasce di garanzia e i servizi sociali previsti dalla normativa.


“Le motivazioni che ci hanno condotto a questa nuova proclamazione sono, come per la precedente svolta il 21 maggio scorso con una grande partecipazione – si legge in una nota delle sigle sindacali e associazioni di settore -, riconducibili alla situazione riguardante il confronto sui decreti attuativi della Legge n.12/2019. Aver disatteso ad oggi, le legittime richieste di una ripresa del confronto rischiano di esasperare ancor di più i lavoratori del settore Taxi”. “Il servizio pubblico taxi – aggiungono -riveste per i territori e per l’utenza un’importanza estremamente rilevante, in quanto complementare e integrativo del Trasporto Pubblico Locale di linea, tale delicata funzione deve esser tutelata, dall’azione di soggetti che basano la loro attività su logiche meramente speculative, a discapito del lavoro e delle garanzie per l’utenza”.


“L’auspicio è che sarà possibile riprendere il confronto con tutte le componenti istituzionali coinvolte – concludono -, al fine di concludere quanto previsto da una Legge dello Stato pubblicata in Gazzetta Ufficiale da oltre 5 anni”.

La startup di Elon Musk per l’Ia chiude mega round da 6 miliardi

La startup di Elon Musk per l’Ia chiude mega round da 6 miliardiMilano, 27 mag. (askanews) – La startup dedicata allo sviluppo dell’Intelligenza artificiale fondata da Elon Musk, xAi, ha chiuso un mega round da 6 miliardi di dollari. All’aumento di capitale hanno partecipato investitori chiave tra cui Valor Equity Partners, Vy Capital, Andreessen Horowitz, Sequoia Capital, Fidelity Management & Research Company, Prince Alwaleed Bin Talal e Kingdom Holding.


“xAI – si legge in una nota – continuerà a percorrere la traiettoria di progresso nei prossimi mesi, con numerosi ed entusiasmanti aggiornamenti tecnologici e prodotti che verranno presto annunciati. I fondi del round saranno utilizzati per portare i primi prodotti di xAI sul mercato, costruire infrastrutture avanzate e accelerare la ricerca e lo sviluppo di tecnologie future”.