Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Orsini: serve Piano casa per alloggi a basso costo, faremo proposte

Orsini: serve Piano casa per alloggi a basso costo, faremo proposteMilano, 26 mag. (askanews) – “Oggi manca un vero Piano casa per i nostri dipendenti. Abbiamo bisogno di avere delle case a basso costo per le gente che viene a lavorare da noi. E’ diventata una esigenza e si può fare”. Lo ha detto il leader di Confindustria, Emanuele Orsini, intervistato al Festival dell’Economia organizzato da Gruppo 24 Ore e Trentino Marketing. “Un Piano casa che sia per i ragazzi che lavorano nelle aziende. E’ una parte di welfare importante, la verità è che non ci possiamo più permettere questi costi degli affitti e serve poter avere degli alloggi a basso costo”, ha detto Orsini.


La misura, ha detto, “non è a costo zero, ma quasi: distribuire il prezzo dell’abitazione in 40 anni permette di affittare le case a meno. A questo Piano casa noi ci stiamo preparando e faremo una proposta velocemente al governo: sarà necessario, fondamentale per essere attrattivi”, ha concluso il leader degli industriali.

Poste Italiane ha emesso un francobollo dedicato a Mike Bongiorno

Poste Italiane ha emesso un francobollo dedicato a Mike BongiornoRoma, 26 mag. (askanews) – Poste Italiane comunica che oggi, 26 maggio 2024, viene emesso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “le Eccellenze italiane dello spettacolo” dedicato a Mike Bongiorno, nel centenario dalla nascita, relativo al valore della tariffa B pari a 1,25 euro. La tiratura è di trecentomilaquindici esemplari.


La vignetta riproduce un ritratto di Mike Bongiorno, celebre showman italiano pioniere e protagonista della televisione in Italia. In alto, spicca la sua proverbiale “Allegria” con cui è entrato per oltre cinquant’anni nel cuore e nelle case degli italiani. Completano il francobollo la legenda “Mike Bongiorno” e le date “1924-2009”, la scritta “Italia” e l’indicazione tariffaria “B”. Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato Spa, in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente. Il bozzetto è a cura di Gaetano Ielluzzo.


L’annullo primo giorno di emissione sarà disponibile presso lo Spazio Filatelia Roma.

Bce, Cipollone: il 6 giugno mi aspetto prima mossa taglio tassi

Bce, Cipollone: il 6 giugno mi aspetto prima mossa taglio tassiTrento, 26 mag. (askanews) – “Il 6 giugno avremo il consiglio e mi aspetto che ci sia una prima mossa di riduzione dei tassi”. Lo ha detto Piero Cipollone, membro del comitato esecutivo della Bce, nel corso del Festival dell’Economia di Trento. “Mi sembra che ci sia un ampio consenso all’interno del consiglio – ha spiegato -, i colleghi si sono tutti espressi, perchè pensano che le condizioni dell’economia sono tali che è giusto allentare un pochino la nostra posizione di politica monetaria”.


“Salvo ulteriori shock, ci attendiamo che nei prossimi mesi l’inflazione oscilli intorno ai livelli attuali, per poi diminuire fino a raggiungere il nostro obiettivo il prossimo anno”, ha sottolineato Cipollone nel corso del suo intervento dal titolo ‘La tragedia dell’orizzonte in Europa: la transizione verde e il ruolo della Bce’. “Con il venir meno degli shock dell’offerta si può finalmente tornare a perseguire contemporaneamente il calo dell’inflazione e l’aumento del tasso di crescita”, ha proseguito. “I dati recenti vanno in questa direzione e rafforzano la nostra certezza nel fatto che potremo ridurre l’orientamento restrittivo della nostra politica monetaria”.

G7 Finanze cerca convergenze per arginare eccesso produzioni Cina

G7 Finanze cerca convergenze per arginare eccesso produzioni CinaBologna, 25 mag. (askanews) – La Cina, i sussidi che elargisce alle sue aziende, le politiche incuranti di libero mercato e tutela ambientale e il rischio che ora, con gli Stati Uniti che alzano nuovi dazi su auto elettriche e una molteplicità di tecnologie legate all’energia verde, l’eccesso di produzione del Dragone si scarichi in Europa, danneggiando posti di lavoro e aziende Ue, sono stati uno dei temi più dibattuti al G7 delle Finanze di Stresa.


Le mosse di Washington hanno “effetti collaterali” sugli altri, ha sintetizzato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, nella conferenza stampa al termine delle riunioni. Le posizioni appaiono differenziate non solo tra Usa e Ue, ma sfumate anche all’interno della stessa Unione, viste anche le molteplici situazioni sull’interscambio, comunque intenso, tra ogni Paese e il gigante asiatico. Del resto lo stesso ministro italiano riconosce come “innegabile” il fatto che vi siano “punti di vista diversi su come affrontare la questione e le possibili ritorsioni”.


Il più attivista, nei due giorni di riunioni – intercalate da gite di gruppo sulle isole dello spettacolare Lago Maggiore, organizzate dalla presidenza italiana, che ha anche messo a disposizione delle delegazioni una flotta di Suv sportivi – è apparso il francese Bruno Le Maire, forse anche per una maggiore sensibilità sull’argomento, dato che oltre alle Finanze è anche titolare del portafoglio Industria nel governo transalpino. Ha incontrato la stampa in due diverse occasioni, in cui ha insistito sulla necessità di “una risposta comune forte” su questo nodo. Ma non al punto di innescare “guerre commerciali”, ha puntualizzato, forse anche perché dopo gli attriti geopolitici con la Russia, le crescenti tensioni in Medioriente con la guerra innescata dagli attacchi terroristici di Hamas contro Israele, un nuovo fronte di scontro con Pechino potrebbe risultare particolarmente problematico. Ma ci sta un problema sui “modelli economici”. Secondo Le Maire il modello cinese “si basa sul produrre sempre più beni a basso costo che potranno essere venduti in Europa più che in qualunque altro mercato”.


E con i dazi Usa questo rischia di diventare una ondata che spazza quello che negli anni passati è stato fatto, faticosamente, in termini di ripristino di capacità di produzione industriale e di posti di lavoro. Più sfumata è apparsa la posizione del tedesco Christian Lindner, che durante una pausa dei lavori, incontrando a sua volta la stampa, ha rilevato come in Europa (e forse non solo) “siamo pesantemente dipendenti da catene di approvvigionamenti diversificate su scala globale”. Già una prima puntualizzazione non proprio garibaldina. E poi ha aggiunto: “dato che le guerre commerciali hanno solo perdenti, non possono essere vinte”.


Per parte sua la commissione Ue, presente con il responsabile dell’Economia, Paolo Gentiloni ha parlato della necessità di una posizione comune Ue-Usa, che parta quantomeno dalla “informazione reciproca e la condivisione delle misure da prendere”. Invece ad oggi la dinamica è sembrata più quella di una Washington che agisce per conto suo, incurante dei partner, e l’Ue e i suoi vari Paesi che, ex post, cercano di correre ai ripari. La rappresentante degli Usa, Janet Yellen, segretario di Stato al Tesoro ha invece esortato gli alletati a fare muro contro l’eccesso ci capacità della Cina, che non supera soltanto il fabbisogno cinese ma tutto quello mondiale. Serve quindi appunto “un muro di opposizione a questa strategia”, ha detto. Intanto, nero su bianco, il G7 – Canada, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Italia e Stati Uniti – afferma che potrebbe prendere in considerazione misure per correggere le distorsioni. “Ribadendo il nostro interesse a una collaborazione bilanciata e reciproca, esprimiamo preoccupazioni sull’ampio uso da parte della Cina di politiche non di mercato e di pratiche che danneggiano i nostri lavoratori, la nostra industria la nostra resilienza economica”, recita il comunicato finale diffuso dalla presidenza italiana. “Continueremo a monitorare il potenziale impatto negativo della eccessive capacità di produzione” cinesi “e prenderemo in considerazione passi per assicurare” un terreno di concorrenza paritetico, “in linea con i principi dell’Organizzazione mondiale del commercio” (il Wto). Secondo Giorgetti dopo che gli Usa, prima con il controverso “Ira” (Inflation Reduction Act), poi con i nuovi dazi “hanno fatto la questo tipo di di politica”, si “impone una riflessione a livello europeo. Altrimenti il rischio è che l’Europa sia penalizzata due volte, prima dalla Cina, poi dagli Usa”. Quindi “deve essere avviata una cooperazione, uno scambio di vedute condiviso con i ministri competenti del commercio estero”. Risulta poi opportuno menzionare qui un tema trasversale rispetto alle molteplici sfide geopolitiche in corso, quello delle capacità di difesa dagli attacchi e dalle minacce informatiche (cyber resilience), su cui il G7 delle Finanze ribadisce l’impegno a “rafforzare il sistema finanziario, anche nel contesto di accresciute tensioni e di minacce ibride”. Su questo, il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta ha riferito della soddisfazione delle delegazioni per l’esercizio congiunto (stress test) effettuato il mese scorso dal G7 Cyber Expert Group. “Hanno verificato quale sarebbe la performance con un attacco cibernetico”, la procedura ha coinvolto le autorità italiane, Banca d’Italia, le banche tricolori “e c’è stata una generale soddisfazione sulla performance: un risultato positivo”. Mentre tecnologie molto discusse come l’intelligenza artificiale – tema a cui il G7 di Stresa ha dedicato una particolare attenzione – e il quantum computing aprono nuove opportunità, ma anche nuove sfide e insidie.

Al G7 progressi sull’uso degli asset russi per aiutare l’Ucraina

Al G7 progressi sull’uso degli asset russi per aiutare l’UcrainaStresa, 25 mag. (askanews) – Il Ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, ammette le difficoltà nel formulare la proposta sull’uso degli extraprofitti dagli asset sovrani russi immobilizzati. Parla di “difficoltà tecniche”, mentre sottolinea “l’intesa politica” a cui sono giunti i ministri delle finanze dei Sette Grandi. Ed è fiducioso che per il vertice dei Capi di Stato e di Governo, in programma in Puglia a metà agosto, possa essere messa nero su bianco una proposta dettagliata “con il marchio G7”.


A questo ha portato la ministeriale di Stresa, sotto la presidenza italiana, sul tema della due giorni che ha più tenuto banco nelle discussioni. Presente ai lavori, come ospite, il ministro delle finanze Ucraino, Serhiy Marchenko, che si è detto “soddisfatto” dei progressi registrati. Il governatore della Banca D’Italia, Fabio Panetta, dal canto suo, ha posto l’accento sulla necessità di individuare una soluzione che abbia “basi legali solide” e di evitare rischi di indebolimento del sistema monetario. Nel comunicale finale che riporta la posizione ufficiale del G7 Finanze, si sottolinea che i ministri e i governatori “accolgono con favore la decisione dell’Unione europea di indirizzare i profitti straordinari derivanti da asset sequestrati alla Russia a beneficio dell’Ucraina”. Si ricordano i progressi fatti in vista della presentazione di una proposta al G7 dei leader e si riafferma che, “coerentemente con i nostri rispettivi sistemi legali, gli asset russi nelle nostre giurisdizioni resteranno sequestrati fino a quando la Russia pagherà i danni che ha provocato in Ucraina”.


In paticolare, le discussioni, come ha spiegato Giorgetti, si sono incentrate “l’utilizzo futuro dei proventi dagli asset” a partire dal 2025, perchè per il 2024 i Paesi eurpei hanno già trovato la soluzione. Obiettivo, garantire per i prossimi 2-3 anni all’Ucraina il sostegno necessario “di cui ha assoluto bisogno” per coprire il gap di bilancio, escluse le spese per la difesa. Quindi, raggiunta a Stresa “l’intesa politica”, si lavorerà nelle prossime settimane per definire “gli aspetti tecnici” con basi legali solide. Difficoltà non mancano, considerando la diversità di posizione tra Paesi europei e Usa: la prima che considera l’uso degli extraprofitti degli asset, la seconda che guarda all’uso degli stessi asset. Ma “ciascuno deve fare la sua parte. Sarà chiaramente una proposta con il marchio G7 e per questo la condivisione degli oneri deve essere bilanciata”. Alla ministeriale di Stresa era presente anche il segretario del Tesoro Janet Yellen, che sembra aver aperto a possibili modifiche. “La proposta Usa è flessibile e pragmatica – ha spiegato il Ministro – perchè va incontro alle riserve legali di regolazione dell’Unione europea. Gli americani stessi si rendono conto che per arrivare ad un risultato c’è bisogno di collaborazione”. La soluzione potrebbe anche andare nella direzione di far nascere “un veicolo ad hoc, con una governance ad hoc, per gestiore questa forma di prestito”.


Sul fronte bancario, Panetta in conferenza sgtampa ha riferito che “le banche centrali non hanno perplessità” sull’utilizzo delle attività finanziarie sequestrate alla Russia per sostenere l’Ucraina, ma “hanno fatto presente due elementi”. Il primo è “avere una base legale più solida, perché sarebbe paradossale se reagissimo a una violazione del diritto internazionale adottando una misura senza senza base legale”. Il secondo elemento è “valutare i pro e i contro di queste misure”, perché “vi possono essere ripercussioni sul funzionamento del sistema monetario internazionale da cui potrebbe derivare l’indebolimento di una importante arma di pressione per il rispetto del diritto in futuro”. Marchenko, alla fine del summit Finanze si è dichiarato “soddisfatto dei progressi fatti e delle dichiarazioni dei ministri” tutti d’accordo a garantire all’Ucraina il sostegno economico di cui ha bisogno. Il ministro ucraino ha poi rimarcato che data l’alta probabilità che la guerra si prolunghi, in base alle stime attuali sul 2025 il Paese avrà un gap sui finanziamenti per la spesa sociale pari a circa 10 miliardi di euro. Infine “è importante dare un segnale che non stiamo combattendo solo per l’Ucraina, per questo ci serve il sostegno”.


L’altro tema in agenda al G7 Finanza, quello sulla global tax, Giorgetti ha dovuto registrare che “siamo ad un binario quasi morto. Ma dobbiamo alimentare la speranza”. Difficile, a questo punto, arrivare ad un accordo alla scadenza di giugno. Anche per le riserve di India e Cina, ha concluso il ministro “la dead line di giugno rischia di essere mancata”.

G7, progressi su asset russi per aiuti Ucraina ma nodi tecnici

G7, progressi su asset russi per aiuti Ucraina ma nodi tecniciStresa, 25 mag. (askanews) – Il Ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, ammette le difficoltà nel formulare la proposta sull’uso degli extraprofitti dagli asset sovrani russi immobilizzati. Parla di “difficoltà tecniche”, mentre sottolinea “l’intesa politica” a cui sono giunti i ministri delle finanze dei Sette Grandi. Ed è fiducioso che per il vertice dei Capi di Stato e di Governo, in programma in Puglia a metà agosto, possa essere messa nero su bianco una proposta dettagliata “con il marchio G7”.


A questo ha portato la ministeriale di Stresa, sotto la presidenza italiana, sul tema della due giorni che ha più tenuto banco nelle discussioni. Presente ai lavori, come ospite, il ministro delle finanze Ucraino, Serhiy Marchenko, che si è detto “soddisfatto” dei progressi registrati. Il governatore della Banca D’Italia, Fabio Panetta, dal canto suo, ha posto l’accento sulla necessità di individuare una soluzione che abbia “basi legali solide” e di evitare rischi di indebolimento del sistema monetario. Nel comunicale finale che riporta la posizione ufficiale del G7 Finanze, si sottolinea che i ministri e i governatori “accolgono con favore la decisione dell’Unione europea di indirizzare i profitti straordinari derivanti da asset sequestrati alla Russia a beneficio dell’Ucraina”. Si ricordano i progressi fatti in vista della presentazione di una proposta al G7 dei leader e si riafferma che, “coerentemente con i nostri rispettivi sistemi legali, gli asset russi nelle nostre giurisdizioni resteranno sequestrati fino a quando la Russia pagherà i danni che ha provocato in Ucraina”.


In paticolare, le discussioni, come ha spiegato Giorgetti, si sono incentrate “l’utilizzo futuro dei proventi dagli asset” a partire dal 2025, perchè per il 2024 i Paesi eurpei hanno già trovato la soluzione. Obiettivo, garantire per i prossimi 2-3 anni all’Ucraina il sostegno necessario “di cui ha assoluto bisogno” per coprire il gap di bilancio, escluse le spese per la difesa. Quindi, raggiunta a Stresa “l’intesa politica”, si lavorerà nelle prossime settimane per definire “gli aspetti tecnici” con basi legali solide. Difficoltà non mancano, considerando la diversità di posizione tra Paesi europei e Usa: la prima che considera l’uso degli extraprofitti degli asset, la seconda che guarda all’uso degli stessi asset. Ma “ciascuno deve fare la sua parte. Sarà chiaramente una proposta con il marchio G7 e per questo la condivisione degli oneri deve essere bilanciata”. Alla ministeriale di Stresa era presente anche il segretario del Tesoro Janet Yellen, che sembra aver aperto a possibili modifiche. “La proposta Usa è flessibile e pragmatica – ha spiegato il Ministro – perchè va incontro alle riserve legali di regolazione dell’Unione europea. Gli americani stessi si rendono conto che per arrivare ad un risultato c’è bisogno di collaborazione”. La soluzione potrebbe anche andare nella direzione di far nascere “un veicolo ad hoc, con una governance ad hoc, per gestiore questa forma di prestito”.


Sul fronte bancario, Panetta in conferenza sgtampa ha riferito che “le banche centrali non hanno perplessità” sull’utilizzo delle attività finanziarie sequestrate alla Russia per sostenere l’Ucraina, ma “hanno fatto presente due elementi”. Il primo è “avere una base legale più solida, perché sarebbe paradossale se reagissimo a una violazione del diritto internazionale adottando una misura senza senza base legale”. Il secondo elemento è “valutare i pro e i contro di queste misure”, perché “vi possono essere ripercussioni sul funzionamento del sistema monetario internazionale da cui potrebbe derivare l’indebolimento di una importante arma di pressione per il rispetto del diritto in futuro”. Marchenko, alla fine del summit Finanze si è dichiarato “soddisfatto dei progressi fatti e delle dichiarazioni dei ministri” tutti d’accordo a garantire all’Ucraina il sostegno economico di cui ha bisogno.


Il ministro ucraino ha poi rimarcato che data l’alta probabilità che la guerra si prolunghi, in base alle stime attuali sul 2025 il Paese avrà un gap sui finanziamenti per la spesa sociale pari a circa 10 miliardi di euro. Infine “è importante dare un segnale che non stiamo combattendo solo per l’Ucraina, per questo ci serve il sostegno”. L’altro tema in agenda al G7 Finanza, quello sulla global tax, Giorgetti ha dovuto registrare che “siamo ad un binario quasi morto. Ma dobbiamo alimentare la speranza”. Difficile, a questo punto, arrivare ad un accordo alla scadenza di giugno. Anche per le riserve di India e Cina, ha concluso il ministro “la dead line di giugno rischia di essere mancata”.

Benetton, l’addio amaro di Luciano: “Tradito dai manager”

Benetton, l’addio amaro di Luciano: “Tradito dai manager”Roma, 25 mag. (askanews) – Addio di Luciano Benetton in prima pagina oggi sul Corriere della Sera: “Sono stato tradito – rivela il fondatore dell’impero dell’abbigliamento di Treviso -: le verità dei bilanci nascoste dai manager”.


L’industriale parla di una “bomba”, un “buco” di bilancio presentato “all’improvviso” dai manager “che ci lascia senza fiato. Saremo attorno ai 100 milioni”. Con “amarezza profonda”, descrive il quotidiano nell’intervista, Benetton ricostruisce le tappe della vicenda. “In sintesi, mi sono fidato e ho sbagliato. Sono stato tradito nel vero senso della parola. Qualche mese fa ho capito che c’era qualche cosa che non andava. Per fortuna avevamo deciso di ritirare da tempo dalla Borsa la Benetton”. Benetton ricorda che nel 2018 Edizione non era riuscita a trovare una compagine manageriale di qualità. La società perdeva parecchio”. Che rientrò in azienda e che cercò “di risolvere gli errori più evidenti” e verso la fine del 2019 “mi suggeriscono una candidatura per il ruolo di amministratore delegato. La mia funzione in quel momento era quella di tutor”.


“Iniziamo la collaborazione”, prosegue. Dopo il Covid “il piano triennale per il pareggio è stato spostato al 2023 e l’obiettivo era risultato accettabile”. Nei vari Cda i numeri continuano a dare la fotografia di un pareggio possibile. “Solo il 23 settembre del ’23 viene accennato a qualche problema ma in modo tenue. Sembrava tutto sotto controllo”. Poi “mi accorgo che i numeri non mi tornano e che il problema va ben oltre”. In uno dei Consigli dei mesi successivi “scoppia la bomba, di questo si tratta”.


Sui manager “o sono impreparati al punto da non saper comprendere i fondamentali dell’azienda, quindi in buona fede ma gravemente inadeguati agli incarichi che hanno ricoperto, oppure hanno deciso volontariamente di tenere nascosta la realtà dei fatti quindi omettendo informazioni preziose, fino al punto in cui non hanno più potuto nascondere la verità. Ci sarà un’investigazione a riguardo”. “Da parte mia è stato grave l’essermi fidato e l’aver pensato che fossero consapevoli e responsabili”. Ora bisogna “guardare avanti” e nei prossimi mesi “sarà fatto un piano per il futuro”, conclude “purtroppo ci saranno sacrifici da fare”.

Lavoro, Calderone: a maggio assegno inclusione a 672mila famiglie

Lavoro, Calderone: a maggio assegno inclusione a 672mila famiglieRoma, 25 mag. (askanews) – “A maggio l’assegno di inclusione arrivera’ a 672.926 nuclei familiari a cui si aggiungono quasi 29mila domande in fase istruttoria”. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Marina Calderone collegata al Festival dell’Economia di Trento parlando di lotta alla povertà. “A differenza del reddito di cittadinanza, – ha sostenuto il ministro – l’assegno di inclusione e’ rivolto a una platea di nuclei che hanno al loro interno delle condizioni di fragilità e quindi serve a sostenere l’assistenza all’inclusione sociale e lavorativa dei nuclei fragili. Accanto a questa abbiamo il supporto per la formazione e il lavoro. Ma se ci rapportiamo alla dinamica con cui vengono esaminate le domande e concessi gli interventi, le domande di assegno inclusione e supporto a formazione e lavoro vengono sottoposte al 100% al controllo prima dell’erogazione del primo assegno”.

G7 Finanze: su asset Russia progressi per proposte a summit leader

G7 Finanze: su asset Russia progressi per proposte a summit leaderStresa, 25 mag. (askanews) – Ministri delle Finanze e banchieri del centrali del G7 accolgono positivamente “la decisione dell’Unione europea di dirigere i profitti straordinari derivanti da asset sequestrati alla Russia a beneficio dell’Ucraina. A seguito del comunicato dei leader del G7 del 24 febbraio 2024, stiamo facendo progressi nelle nostre discussioni su possibili strade da perseguire, nell’ottica di presentare opzioni per supporto finanziario addizionale all’Ucraina, da presentare ai nostri leader in vista del vertice in Puglia a giugno”. Lo recita il comunicato finale diffuso dalla presidenza italiana del G7 al termine delle riunioni organizzate a Stresa.


“Riaffermiamo che, coerentemente con i nostri rispettivi sistemi legali, gli asset russi nelle nostre giurisdizioni resteranno sequestrati fino a quando la Russia pagherà i danni che ha provocato in Ucraina”.

Euro digitale, Panetta: indipendente dalle scelte che faranno Usa

Euro digitale, Panetta: indipendente dalle scelte che faranno UsaStresa, 25 mag. (askanews) – Al G7 delle Finanze si è discusso “di moneta e di moneta digitale”, nell’ambito degli scambi tra banchieri centrali sui sistemi di pagamento, non si è discusso di euro digitale su cui i Paesi dell’area valutaria assumeranno le loro decisioni indipendentemente dal fatto che gli Stati Uniti procedano, o meno, alla creazione di un dollaro digitale. “Non vi è nessun nesso tra la decisione degli Stati Uniti di introdurre o meno il dollaro digitale sulla decisione che la all’interno dell’area dell’euro ci sarà sull’introduzione dell’euro digitale: l’euro digitale è fatto per gli europei e non è fatto per gli statunitensi”, ha spiegato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, rispondendo ad una domanda nella conferenza stampa della presidenza italiana al termine del G7 delle Finanze a Stresa.


“E’ fatto per dare una moneta digitale in un mondo che sta diventando digitale, da un lato i pagamenti che cittadini europei effettuano sono, per loro scelta, sempre più digitali, e sempre meno fatti con moneta cartacea. In secondo luogo sta cambiando il commercio: è diventato commercio online e se queste due tendenze proseguiranno noi potremmo essere in una situazione paradossale: una Unione monetaria – ha rilevato Panetta – che non ha una sua unica moneta perché avremmo soltanto moneta privata delle banche commerciali commerciali, sistemi di pagamento privati, come carte di credito e sistemi online, ma non avremmo una moneta unica con cui si possono fare i pagamenti in tutta l’area”. “Questo è qualcosa che per una banca centrale è difficile da accettare”, ha detto. Prima di rilevare la guida di Bankitalia, Panetta era nel Comitato esecutivo della Bce dove aveva le deleghe proprio sui sistemi di pagamento, e dove ha curato tutta la fase uno di preparativi e studio sull’euro digitale. La Bce sta portando avanti questo progetto, laddove negli Stati Uniti sul dollaro la Federal Reserve non ha avviato progetti analoghi, avvertendo peraltro che servirebbe un provvedimento in tal senso da parte del Congresso.


A Stresa non era presente il presidente della Fed, Jay Powell, risultato positivo al Covid alcuni giorni fa, ma la banca centrale Usa era rappresentata dal vicepresidente, Philip Jefferson. “Noi – ha proseguito Panetta – ci stiamo attrezzando per fornire ai cittadini quello che è un bene pubblico. Perché ci sono poche cose che si fanno ogni giorno nella vita, bere, mangiare, dormire e pagare. E se non abbiamo la moneta pubblica diventa difficile. Poi c’è pure morire – ha scherzato – ma quello una volta sola, invece con la moneta paghiamo tutti i giorni. E’ un bene pubblico, è un servizio che le banche centrali rendono ai cittadini: fornire un bene pubblico, un sistema di pagamento sicuro, che non abbia rischi, che funzioni bene, che sia a basso costo, perché non si può avere un costo di un bene pubblico così importante, che sia elevato, e che sia fuori dal controllo delle autorità pubbliche. Non deve essere un monopolio pubblico, ma il sistema dei pagamenti – ha concluso – non può essere senza il settore pubblico e senza le banche centrali”.