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Il G7 Finanze: crescita resiliente ma resterà sotto le medie storiche

Il G7 Finanze: crescita resiliente ma resterà sotto le medie storicheStresa, 25 mag. (askanews) – L’economia globale “ha mostrato una una resilienza superiore al previsto durante gli shock multipli tra cui la pandemia, la guerra della Russia contro l’Ucraina e le correlate pressioni inflazionistiche. I mercati del lavoro restano relativamente solidi e l’inflazione ha continuato a moderarsi, anche se l’inflazione di fondo sta mostrando una certa persistenza, in particolare nel settore dei servizi”. Lo rilevano ministri delle Finanze e banchieri centrali del G7, nel comunicato finale diffuso al termine delle riunioni organizzate a Stresa dalla presidenza italiana.


“Tuttavia è probabile che la crescita economica globale resti al di sotto delle medie storiche e che risulti eterogenea tra paesi e regioni – aggiunge il documento -. Le prospettive economiche restano soggette a rischi, tra l’aumento delle tensioni geopolitiche e la volatilità dei prezzi dell’energia” Il G7 ribadisce che la guerra tra Russia e l’Ucraina e la situazione critica in Medioriente “potrebbero danneggiare ulteriormente i flussi commerciali internazionali, il funzionamento delle catene di approvvigionamento e le condizioni di vita generali”.

G7 Finanze: crescita resiliente ma resterà sotto medie storiche

G7 Finanze: crescita resiliente ma resterà sotto medie storicheStresa, 25 mag. (askanews) – L’economia globale “ha mostrato una una resilienza superiore al previsto durante gli shock multipli tra cui la pandemia, la guerra della Russia contro l’Ucraina e le correlate pressioni inflazionistiche. I mercati del lavoro restano relativamente solidi e l’inflazione ha continuato a moderarsi, anche se l’inflazione di fondo sta mostrando una certa persistenza, in particolare nel settore dei servizi”. Lo rilevano ministri delle Finanze e banchieri centrali del G7, nel comunicato finale diffuso al termine delle riunioni organizzate a Stresa dalla presidenza italiana.


“Tuttavia è probabile che la crescita economica globale resti al di sotto delle medie storiche e che risulti eterogenea tra paesi e regioni – aggiunge il documento -. Le prospettive economiche restano soggette a rischi, tra l’aumento delle tensioni geopolitiche e la volatilità dei prezzi dell’energia” Il G7 ribadisce che la guerra tra Russia e l’Ucraina e la situazione critica in Medioriente “potrebbero danneggiare ulteriormente i flussi commerciali internazionali, il funzionamento delle catene di approvvigionamento e le condizioni di vita generali”.

Landini: sul redditomentro il governo ha fatto una marchetta elettorale

Landini: sul redditomentro il governo ha fatto una marchetta elettoraleNapoli, 25 mag. (askanews) – “Il governo ha fatto una marchetta elettorale per continuare a dire a quelli che le tasse non le pagano possono continuare a non farlo, è una follia”. Così il segretario della Cgil Maurizio Landini a Napoli parla del redditometro. “Un paese che ha 90 miliardi di evasione fiscale, il paese dove il 90% dell’Irpef la pagano i lavoratori dipendenti e i pensionati, il paese che ha bisogno di risorse per fare gli investimenti e per migliorare le condizioni, non farlo vuol dire che si vuol far pagare sempre a quelli.- evidenzia Landini – Io credo che quello non solo sia una marchetta elettorale, ma è anche un messaggio sbagliato perché un cittadino in Italia deve avere il dovere di pagare in base a quello che ha e a quello che prende. Quando questo non avviene vuol dire che aumentano solo le diseguaglianze, le ingiustizie”.

Redditometro, Landini: governo ha fatto una marchetta elettorale

Redditometro, Landini: governo ha fatto una marchetta elettoraleNapoli, 25 mag. (askanews) – “Il governo ha fatto una marchetta elettorale per continuare a dire a quelli che le tasse non le pagano possono continuare a non farlo, è una follia”. Così il segretario della Cgil Maurizio Landini a Napoli parla del redditometro. “Un paese che ha 90 miliardi di evasione fiscale, il paese dove il 90% dell’Irpef la pagano i lavoratori dipendenti e i pensionati, il paese che ha bisogno di risorse per fare gli investimenti e per migliorare le condizioni, non farlo vuol dire che si vuol far pagare sempre a quelli.- evidenzia Landini – Io credo che quello non solo sia una marchetta elettorale, ma è anche un messaggio sbagliato perché un cittadino in Italia deve avere il dovere di pagare in base a quello che ha e a quello che prende. Quando questo non avviene vuol dire che aumentano solo le diseguaglianze, le ingiustizie”.

Bce, Panetta: consenso generale su taglio tassi a giugno

Bce, Panetta: consenso generale su taglio tassi a giugnoStresa, 25 mag. (askanews) – “Credo di non rivelare nulla se vi dico che vi siano condizioni per un adeguamento della politica monetaria, l’inflazione sta scendendo, i rischi di inflazione si stanno” riducendo e al Consiglio direttivo della Bce “mi sembra sia emerso un consenso abbastanza generale su un taglio dei tassi” a giugno. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nella conferenza stampa della presidenza italiana al termine del G7 delle Finanze a Stresa. “I problema dell’Eurosistema è che decidiamo riunione per riunione e non si pregiudica l’esito della riunione. E non lo voglio fare io. Quello che è importante – ha aggiunto Panetta – è che adesso questo consenso si è ampliato e anche quelli che avevano prima delle perplessità ora stanno convergendo”.


Voz-Lsa

G7 Finanze, ministri determinati ad aumentare sanzioni contro Russia

G7 Finanze, ministri determinati ad aumentare sanzioni contro RussiaStresa, 25 mag. (askanews) – I ministri delle finanze del G7, riuniti a Stresa affermano di essere “determinati ad aumentare le sanzioni finanziarie ed economiche” contro la Russia, adottate a seguito della guerra in Ucraina, allo scopo di ridurre le sue fonti di fatturato. Lo riporta una bozza del comunicato finale delle riunioni citata da France Presse. I ministri si propongono di “continuare a rendere di mira i ricavi energetici della Russia e le sue future capacità di estrazione”.


Voz-Lsa

Auto, in G.U. le misure per il nuovo piano incentivi

Auto, in G.U. le misure per il nuovo piano incentiviRoma, 25 mag. (askanews) – È stato pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale il Dpcm riguardante la rimodulazione degli incentivi per l’acquisto di veicoli a basse emissioni inquinanti. La nuova piattaforma Ecobonus per il servizio di prenotazione degli incentivi per l’acquisto di veicoli a basse emissioni inquinanti, sarà attiva dal 3 giugno 2024 alle ore 10.00 (https://ecobonus.mise.gov.it/). Sul sito, gestito da Invitalia per conto del Mimit, saranno resi disponibili i moduli per chiedere il bonus e le tabelle che, distinte per categorie di veicoli, riportano i criteri di attribuzione dei contributi. Per Ecobonus 2024, misura promossa dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy guidato dal ministro Adolfo Urso, sono disponibili risorse pari a 950 milioni di euro a cui si aggiungono 50 milioni per i veicoli per l’anno in corso stanziati dalla legge 30 dicembre 2020, n. 178, per un totale di un miliardo di euro. Tra le novità, previsti contributi proporzionali alla classe ambientale di appartenenza del veicolo da rottamare, incluse le vetture di classe Euro 5. È agevolato l’acquisto di auto elettriche, ibride plug-in e a motore termico con un livello di emissioni di CO2 fino a 135 gr/km, nonché di motocicli e ciclomotori elettrici e non elettrici e di veicoli commerciali leggeri. Il prezzo di listino compresi optional (IVA esclusa) non deve essere superiore ai 35 mila euro per le autovetture delle fasce 0-20 gr/km (elettriche) e 61-135 gr/km (termiche) e ai 45 mila euro per la fascia 21-60 g/km (ibride plug-in). Il contributo massimo ottenibile per l’acquisto di un veicolo elettrico nuovo, a fronte della rottamazione di un veicolo fino a Euro 2, salirà da 5 mila a 13.750 euro per chi è in possesso di un Isee sotto 30mila euro. L’obiettivo del provvedimento è incentivare la rottamazione delle auto più inquinanti (classi Euro 0, 1, 2 e 3) che oggi rappresentano il 25% dell’attuale parco circolante. Con questa finalità, è previsto un contributo fino a 2.000 euro per l’acquisto di veicoli usati di classe Euro 6 con emissioni fino a 160 g/km CO2, a fronte della rottamazione di un’auto fino ad Euro 4. Infine, il provvedimento introduce un contributo all’installazione di impianti nuovi a GPL o a metano per autotrazione su autoveicoli di classe fino a Euro 4: il contributo è pari a 400 euro per gli impianti a GPL e 800 euro per quelli a metano.

Lavoro, Tajani: contrari a salario minimo perché è troppo basso

Lavoro, Tajani: contrari a salario minimo perché è troppo bassoNapoli, 25 mag. (askanews) – “Come siamo contrati al salario minimo fissato per legge perché è un salario troppo basso. Noi vogliamo il salario ricco quindi seguiamo le posizioni dei sindacati come la Confsal che puntano sulla contrattazione collettiva”. A dirlo è il ministro degli Esteri Antonio Tajani, prima di un appuntamento della Confsal a Napoli. Per il vicepremier “se ci sono dei contratti pirata noi dobbiamo far sì che questi contratti si adeguino alla contrattazione nazionale e poi bisogna detassare straordinari, festivi e premi di produzione in modo che ogni lavoratore possa avere uno stipendio più ricco, non lo stipendio più basso”. “Quindi le proposte che vengono da altra forze politiche non ci trovano assolutamente d’accordo. Noi siamo dalla parte dei lavoratori” conclude Tajani.

Il Superbonus finora è costato allo Stato 122 miliardi (secondo Cgia)

Il Superbonus finora è costato allo Stato 122 miliardi (secondo Cgia)Roma, 25 mag. (askanews) – Fino ad ora il Superbonus 110% è costato alle casse pubbliche 122,6 miliardi di euro di detrazioni fiscali. Ebbene, se lo Stato, anziché finanziare quasi esclusivamente l’edilizia privata, avesse investito queste risorse (pari a oltre 6 punti di Pil) per realizzare alloggi pubblici ad un costo ipotetico di 100mila euro cadauno, potremmo contare su 1,2 milioni di nuove unità abitative. Lo scrive la Cgia di Mestre. “In linea puramente teorica, avremmo potuto demolire tutte le 800mila case popolari presenti in Italia, molte delle quali versano in condizioni fatiscenti, e ricostruirle con tecniche innovative e con classi di efficienza energetica elevate. Non solo – aggiunge la Cgia -, grazie a questa operazione disporremmo di 400mila alloggi pubblici in più di quanti ne contiamo adesso. Insomma, investendo tutte queste risorse nel social housing avremmo in massima parte risolto l’emergenza abitativa che colpisce, in particolare, le fasce sociali più deboli del nostro Paese corrispondenti, secondo il Censis, a 3,5 milioni di persone”. Il Superbonus, invece, sino ad ora si è comportato come un Robin Hood al contrario: ha tolto ai poveri per dare ai ricchi. Con una spesa di oltre 122 miliardi, nei prossimi anni sarà molto difficile far quadrare i nostri conti pubblici, pregiudicando la possibilità di reperire nuove risorse aggiuntive da destinare alla sanità pubblica, all’edilizia sovvenzionata e per contrastare la povertà e l’esclusione sociale. Settori, quelli appena citati, di primaria importanza, perché costituiscono l’asse portante del nostro welfare che, in massima parte, è chiamato a sostenere le persone meno abbienti dal punto di vista economico e sociale.

Superbonus, Cgia: finora è costato allo Stato 122 miliardi

Superbonus, Cgia: finora è costato allo Stato 122 miliardiRoma, 25 mag. (askanews) – Fino ad ora il Superbonus 110% è costato alle casse pubbliche 122,6 miliardi di euro di detrazioni fiscali. Ebbene, se lo Stato, anziché finanziare quasi esclusivamente l’edilizia privata, avesse investito queste risorse (pari a oltre 6 punti di Pil) per realizzare alloggi pubblici ad un costo ipotetico di 100mila euro cadauno, potremmo contare su 1,2 milioni di nuove unità abitative. Lo scrive la Cgia di Mestre. “In linea puramente teorica, avremmo potuto demolire tutte le 800mila case popolari presenti in Italia, molte delle quali versano in condizioni fatiscenti, e ricostruirle con tecniche innovative e con classi di efficienza energetica elevate. Non solo – aggiunge la Cgia -, grazie a questa operazione disporremmo di 400mila alloggi pubblici in più di quanti ne contiamo adesso. Insomma, investendo tutte queste risorse nel social housing avremmo in massima parte risolto l’emergenza abitativa che colpisce, in particolare, le fasce sociali più deboli del nostro Paese corrispondenti, secondo il Censis, a 3,5 milioni di persone”. Il Superbonus, invece, sino ad ora si è comportato come un Robin Hood al contrario: ha tolto ai poveri per dare ai ricchi. Con una spesa di oltre 122 miliardi, nei prossimi anni sarà molto difficile far quadrare i nostri conti pubblici, pregiudicando la possibilità di reperire nuove risorse aggiuntive da destinare alla sanità pubblica, all’edilizia sovvenzionata e per contrastare la povertà e l’esclusione sociale. Settori, quelli appena citati, di primaria importanza, perché costituiscono l’asse portante del nostro welfare che, in massima parte, è chiamato a sostenere le persone meno abbienti dal punto di vista economico e sociale.