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L’Abi: il tasso per i mutui casa cala al 3,67%

L’Abi: il tasso per i mutui casa cala al 3,67%Milano, 18 mag. (askanews) – Cala al 3,67% il tasso medio sulle sulle nuove operazioni per acquisto della casa ad aprile, contro il 3,79% di marzo e il 4,42% di dicembre 2023. Lo rileva l’Abi nel suo rapporto mensile.


Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si attesta al 5,32%, in rialzo rispetto al 5,26% di marzo 2024 e in calo sul 5,45% a dicembre 2023. Il tasso medio sul totale dei prestiti (quindi sottoscritti negli anni) è stabile al 4,80%. “Continua la riduzione dei tassi sui mutui, cioè sulle operazioni sull’acquisto delle abitazioni”, sottolinea il vice direttore generale vicario ABI, Gianfranco Torriero, in call con i cronisti. Per l’acquisto della casa, rileva, “circa l’80% delle nuove operazioni di finanziamento attraverso il mutuo sono a tasso fisso, una forma di finanziamento abbastanza standardizzata”.


Diverso per le imprese per le quali, chiosa Torriero, “il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento è lievemente in aumento”, anche perché “è molto più volatile rispetto al tasso dei mutui”, visto che dipende dalla “durata e dalla tipologia di tasso”.

Jobs Act, Sbarra: sbagliato alzare bandiere anacronistiche

Jobs Act, Sbarra: sbagliato alzare bandiere anacronisticheFirenze, 17 mag. (askanews) – Sul Jobs Act “vedo sbagliato ritornare su temi divisivi, e vedo sbagliato alzare in modo un po’ anacronistico bandiere ideologiche che rischiano di spaccare e dividere questo paese”. Lo ha detto il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, rispondendo ai giornalisti a margine del Festival del Lavoro a Firenze.


“Io oggi vedo un vero problema: che bisogna intervenire sulle parti di quella riforma dove gli interventi sono stati pressoché nulli, cioè -ha continuato Sbarra- il vero tema oggi è quello di creare le condizioni per un forte investimento sulle politiche attive, sulla formazione, sulla crescita delle competenze. La vera crisi che il Paese ha davanti è una crisi di competenza e una crisi di offerta: qui dobbiamo costruire le condizioni affinché il governo recuperi i limiti e le lacune di quella riforma, di quasi dieci anni, e fare invece un grande e forte intervento sulla formazione sulla crescita delle competenze soprattutto digitali; e soprattutto -ha concluso Sbarra- costruire le condizioni per guardare alla qualità e alla stabilità del lavoro”.

Confindustria, Marcegaglia: serve un grande patto tra imprese e politica

Confindustria, Marcegaglia: serve un grande patto tra imprese e politicaRoma, 17 mag. (askanews) – “Ci vuole molta cooperazione tra imprese e politica perchè quando si parla di grandi cambiamenti, d’Intelligenza artificiale, di transizione, non può essere la politica la sola a decidere, ma serve sentire anche cosa stanno facendo le imprese, quali sono le innovazioni e gli investimenti delle imprese. Quindi chiederemo anche un grande patto, una cooperazione tra imprese e politica”. A lanciare l’idea di una grande alleanza tra mondo politico e industriale è il presidente del B7, Emma Marcegaglia, a margine del summit in Confindustria.


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Eurostat: ad aprile nell’eurozona inflazione stabile al +2,4% annuo

Eurostat: ad aprile nell’eurozona inflazione stabile al +2,4% annuoMilano, 17 mag. (askanews) – Il tasso di inflazione annuo dell’eurozona è stato del 2,4% ad aprile, stabile rispetto a marzo. Un anno prima il tasso era del +7%. Nella Ue, il tasso d’inflazione annuale è stato del +2,6%, stabile rispetto al mese precedente. Un anno prima il tasso era dell’8,1%. Questi i dati pubblicati da Eurostat che confermano la stima flash. Su base mensile, l’inflazione fa segnare +0,6% sia nella zona euro sia nella Ue.


I tassi annuali più bassi sono stati registrati in Lituania (0,4%), Danimarca (0,5%) e Finlandia (0,6%). I tassi annuali più alti sono stati registrati in Romania (6,2%), Belgio (4,9%) e Croazia (4,7%). Rispetto a marzo, sottolinea Eurostat, l’inflazione annuale è diminuita in quindici Stati membri, è rimasta stabile in quattro ed è aumentata in otto. Ad aprile, il contributo maggiore al tasso d’inflazione annuale dell’area dell’euro è venuto dai servizi (+1,64 punti percentuali), seguiti da alimentari, alcolici e tabacco (+0,55 pp) e beni industriali non energetici (+0,23 pp).

Casa, Salvini: prossima settimana in Cdm, obiettivo sburocratizzare

Casa, Salvini: prossima settimana in Cdm, obiettivo sburocratizzareRoma, 17 mag. (askanews) – Il piano casa sarà in consiglio dei ministri la prossima settimana. “Sì, l’obiettivo è arrivare a questa grande opera di sburocratizzazione, liberare le case degli italiani da questa burocrazia, a partire da settimana prossima”. Lo ha detto il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, ministro delle Infrastruture e dei Trasporti ad Agorà su Raitre. “La maggioranza delle case degli italiani – ha sottolineato – ha piccoli problemi interni: bagnetti, finestra, veranda, cameretta. Milioni di case sono bloccate dalla burocrazia, il nostro obiettivo è andare a sanare queste piccole irregolarità interne. Se uno si è fatto la villa con piscina o due piani in più abusivamente lì la risposta è l’abbattimento. Ma se uno ha 8 mq in più fatti trenta a anni fa è giusto vada in comune, paghi e torni proprietario serenamente e liberamente del suo immobile”.


Luc

Ferrovie, Salvini firma precettazione sciopero 19 e 20 maggio

Ferrovie, Salvini firma precettazione sciopero 19 e 20 maggioMilano, 16 mag. (askanews) – Il vicepremier e ministro Matteo Salvini ha firmato un’ordinanza di precettazione nei confronti delle sigle sindacali che hanno indetto lo sciopero del trasporto ferroviario tra domenica 19 e lunedì 20 maggio. Una decisione, si legge in una nota del Mit, maturata soprattutto in vista dell’importante weekend per gli appassionati di Formula 1, in quanto coincide con la manifestazione sportiva “Gran Premio del Made in Italy e dell’Emilia-Romagna” all’Autodromo di Imola. L’afflusso di turisti e appassionati stimato è di oltre 200.000 persone. Lo sciopero, riporta la nota del Mit, “causerebbe notevoli ripercussioni e problemi di ordine e sicurezza pubblica. Sulla base di queste motivazioni il ministro Salvini ha pertanto disposto il differimento”.

Dipendenza social nei bambini? Ue apre un procedimento contro Meta

Dipendenza social nei bambini? Ue apre un procedimento contro MetaBruxelles, 16 mag. (askanews) – L’Ue ha aperto un procedimento formale nei confronti di Meta, proprietaria di Facebook e Instagram, piattaforme accusate di causare dipendenza comportamentale nei bambini. La portavoce Ue, Johanna Bernsel, ha spiegato che una conferma darebbe al blocco dei 27 “il potere di adottare delle azioni esecutive contro il gigante tecnologico statunitense”.”Questa apertura formale ci permette di fare alcuni passi ulteriori nella richiesta di informazioni che abbiamo già inviato. Possiamo anche fare ispezioni, e poi potremo anche adottare alcune azioni esecutive come potremmo fare ora in generale, dal punto di vista procedurale, l’apertura di un’indagine consentirebbe alla Commissione di adottare misure provvisorie, decisioni di non conformità e anche, soprattutto, di accettare impegni da parte di Meta”.


L’indagine segue la mastodontica legge del Digital Services Act (DSA) che obbliga le più grandi aziende tecnologiche del mondo a fare di più per proteggere gli utenti europei online e a dare una stretta sui contenuti illegali. Si tratta della seconda indagine su Meta dopo una precedente avviata dall’Unione Europea il mese scorso per i timori che Facebook e Instagram non contrastino a sufficienza la disinformazione.Un altro tema che la commissione ha sollevato è il cosiddetto “effetto tana del coniglio”, che accade quando gli utenti vengono bombardati da contenuti suggeriti dall’algoritmo, in alcuni casi portando a contenuti ancora più pericolosi. “Non siamo convinti che abbia fatto abbastanza per soddisfare gli obblighi tesi a mitigare i rischi di effetti negativi sulla salute mentale e fisica dei giovani europei”, ha commentato il commissario al mercato interno, Thierry Breton, riferendosi a Meta.

Petrucco (Fiec): basta opposizione di retroguardia a “Case green”

Petrucco (Fiec): basta opposizione di retroguardia a “Case green”Bruxelles, 16 mag. (askanews) – Basta con l’opposizione “di retroguardia” alla Direttiva Ue sulle “Case green”, che è invece un’iniziativa “necessaria e intelligente”, con un vero “effetto redistributivo”, oltre che essere “una opportunità per le imprese”. Il nuovo presidente della Fiec, la Federazione dell’industria europea delle costruzioni, l’italiano Piero Petrucco, non usa mezzi termini nel definire le propria linea rispetto a una delle proposte legislative europee più controverse degli ultimi anni, fortemente osteggiata dagli immobiliaristi e dal governo italiani.


Petrucco, imprenditore friulano e amministratore delegato di un’azienda che opera nelle tecnologie dell’ingegneria del sottosuolo, è vicepresidente dell’Ance, l’Associazione nazionale costruttori edili. Ha assunto ufficialmente oggi a Bruxelles la carica di presidente della Fiec, che raccoglie 32 federazioni di 27 Paesi europei, con più di 3 milioni di imprese e 12 milioni di lavoratori, e rappresenta il 10% del Pil dell’Ue. Un ruolo importante in una fase cruciale per l’Europa, alla viglia delle elezioni europee, con le sfide da affrontare del Pnrr e del Green Deal e delle tante tensioni internazionali, che determinano un quadro di grande incertezza politica ed economica.


Ad affiancare Petrucco, con il ruolo di vicepresidente, ci sarà inoltre Paola Malabaila, vicepresidente e presidente del Consiglio delle Regioni Ance, rafforzando così la leadership dell’industria delle costruzioni italiana in Europa. “Il successo del Pnrr in tutti i paesi europei – ha dichiarato il neo presidente della Fiec – è strettamente connesso al settore delle costruzioni. Dalla riuscita del Piano possiamo infatti partire per immaginare di costruire strumenti finanziari europei finalizzati alla realizzazione della Direttiva ‘Case green’”.


“Su questo punto, in particolare, – ha indicato Petrucco – ci auguriamo un confronto costante con le istituzioni europee, per valutare gli impatti operativi e finanziari della Direttiva sulle imprese e sulle famiglie”. La presidenza della Fiec “per l’Italia e per l’Ance in particolare è un importante riconoscimento, perché avremo un ruolo primario in Europa proprio su questa sfida”. “Io non sono per nulla d’accordo con certe posizioni di retroguardia” che sono state espresse in particolare in Italia da chi si opponeva alla Direttiva definendola come “una patrimoniale nascosta”, o come “un cappio imposto dall’Europa”, ha dichiarato ancora Petrucco, rispondendo ad alcune domande di Askanews.


“Avere delle case riqualificate energeticamente ha un effetto redistributivo reale”, perché l’inefficienza energetica colpisce proporzionalmente di più i bassi redditi. E quindi la Direttiva è una iniziativa “necessaria e intelligente dal punto di vista economico, e non solo ambientale; ed è una opportunità per le imprese”, ha sottolineato il neo presidente dell’Associazione dei costruttori europei. Inoltre, ha puntualizzato, questa direttiva “non ha niente a che vedere con quello che è successo nel settore Automotive, dove un intero sistema industriale viene danneggiato dalle norme Ue” che promuovono l’auto elettrica, con l’obbligo di auto a zero emissioni entro il 2035. La direttiva prevede diversi nuovi strumenti per finanziare gli investimenti necessari all’efficientamento energetico degli edifici, tra cui il cosiddetto “Pay as you save” (“paga man mano che risparmi”). “Sono strumenti – ha spiegato ancora Petrucco – usati dalle ESCo, che finanziano l’investimento con il risparmio indotto dall’investimento stesso”. Le ESCo (“Energy Service Company”) sono le società che forniscono servizi tecnici, commerciali e finanziari finalizzati all’efficientamento energetico. Il sistema “Pay as you save” prevede che il proprietario rimborsi l’investimento per aumentare l’efficienza energetica di una casa semplicemente continuando a pagare per alcuni anni le stesse bollette energetiche di prima che venissero realizzati. “Dobbiamo ampliare gli orizzonti e dimenticare quello che è stato il Superbonus, che prevedeva un solo strumento, completamente a debito, per situazioni variegatissime. Un sistema che non era né sostenibile né giusto”, ha sottolineato ancora il neo presidente della Fiec. E ha aggiunto: “Dobbiamo affinare le modalità per cui le risorse private possano intervenire in questo processo. Vanno esperite tutte queste modalità, tra cui quella del ‘Pay as you save’. La Direttiva, tra l’altro, non riguarda solo gli edifici privati ma anche quelli pubblici”. “Il sistema comunque – ha rilevato Petrucco – va regolamentato: bisogna stare attenti affinché le ESCo non abbiano poi troppo potere, che non costringano imprese a lavorare a prezzi stracciati. In questo quadro – ha concluso -, noi abbiamo già incominciato a interloquire con le associazioni delle ESCo”.

Ue,Gentiloni: marcia indietro Green Deal sarebbe errore storico

Ue,Gentiloni: marcia indietro Green Deal sarebbe errore storicoBruxelles, 16 mag. (askanews) – In un intervento oggi al “Brussels Economic Forum” di Bruxelles, il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, ha sottolineato che, a venti giorni dalle elezioni europee, bisogna chiarire la necessità di continuare sulla strada del Green Deal, senza fare una marcia indietro che sarebbe “un errore storico”. Il commissario ha anche insistito sull’urgenza, per finanziare almeno una parte della transizione green e digitale, di stabilire “strumenti comuni per obiettivi comuni” europei, come è stato fatto per la risposta alla pandemia con il “NextGenerationEU” che termina a fine 2026, per mobilitare investimenti pubblici a livello Ue, e non solo a livello degli Stati membri (ciò che andrebbe a scapito della coesione del mercato unico).


“Siamo alla fine della legislatura europea e dell’attuale Commissione. E penso – ha osservato Gentiloni – che sia il momento giusto per ricordare il fatto che quando è nata l’attuale Commissione, il Green Deal europeo era il suo carattere distintivo. Poi ovviamente in questi cinque anni sono successe tante cose, la pandemia e l’invasione russa dell’Ucraina; ma a distanza di cinque anni credo sia giusto chiederci se ci stiamo pentendo della decisione presa quattro-cinque anni fa, di avere il Green Deal come profilo principale dell’attuale Commissione. E la mia risposta è decisamente no: non ci pentiamo, o almeno non dovremmo pentirci”. Le motivazioni di questo “no” sono sostanzialmente due: “In primo luogo, a causa dell’urgenza della crisi climatica. La settimana scorsa – ha evidenziato il commissario – sono usciti i dati Copernicus su ciò che è accaduto nell’aprile di quest’anno, che è stato di 1,58°C più caldo” rispetto alla media di aprile per il periodo preindustriale 1850-1900. “Quindi, per quanto riguarda l’aumento della temperatura a livello globale, siamo già oltre il limite di 1,5 gradi”, la soglia da non superare secondo l’Accordo di Parigi sul clima.


“Ma non è solo l’urgenza; c’è anche il fatto – ha aggiunto Gentiloni – che noi siamo in grado di realizzare la transizione verde. Vorrei solo ricordare un paio di dati. Innanzitutto come stanno andando le emissioni: nell’Ue la riduzione del 2023 rispetto al 2022 è stata del 15,5%, che è ovviamente un numero significativo. Un secondo numero significativo, nel 2023 è stato quello della capacità di energia solare installata nell’Ue: 56 GW di energia solare, qualcosa di simile a 56 impianti nucleari di medie dimensioni in un anno”. Insomma, “le cose si stanno muovendo. Ma ovviamente – ha riconosciuto il commissario – noi, l’Ue, rappresentiamo solo il 7% delle emissioni globali. Cosa succede nel restante 93%? Ciò che accade per il restante 93% ci porta alla geopolitica, al modo in cui raggiungiamo gli accordi a livello internazionale e anche a come adottare misure per evitare che gli europei, che sono più avanzati” riguardo alle politiche contro il cambiamento climatico “debbano subire gravi conseguenze economiche per questo. E qui è, ad esempio, la logica di misure come il Meccanismo di dazi sul carbonio alle frontiere (Cbam, ndr), una specie di carbon tax ‘all’europea’”.


Poi c’è un altro problema, ha continuato Gentiloni, quello dei “costi di questa transizione: noi calcoliamo sempre il fabbisogno di investimenti, e il nostro calcolo più recente è che serviranno 620 miliardi di investimenti aggiuntivi all’anno per la transizione verde e digitale nell’Ue da ora al 2030”. “Da dove proverranno – ha chiesto il commissario – queste enormi montagne di investimenti? Ieri – ha ricordato – abbiamo presentato le nostre Previsioni economiche di primavera, e ciò che è chiaro è che il livello degli investimenti privati nell’Unione europea è stabile, non aumenta a sufficienza. Invece gli investimenti pubblici, a differenza di quanto accadde nel periodo della crisi finanziaria, continuano a essere forti, e addirittura in aumento”.


“Il livello degli investimenti privati – ha riferito ancora Gentiloni – è stato piuttosto contenuto nell’ultimo periodo, a causa della crisi economica e di altri fattori che sappiamo; quindi abbiamo bisogno di questo contributo più forte da parte degli investimenti privati. E dobbiamo ovviamente pensare a cosa accadrà agli investimenti pubblici dopo la fine del “NextGenerationEU” (ovvero del Pnrr, ndr) nel 2026″. Comunque, “nel complesso dobbiamo essere pragmatici, dobbiamo guardare all’equità sociale e regionale della transizione, ma non possiamo – ha sottolineato Gentiloni – commettere l’errore storico di fare marcia indietro sulla transizione”.

Il Senato approva il Dl Superbonus, ecco le misure

Il Senato approva il Dl Superbonus, ecco le misureRoma, 16 mag. (askanews) – Detrazioni spalmate in dieci anni anzichè quattro per le spese relative al superbonus effettuate nel 2024; divieto per le banche e gli intermediari finanziari di compensare dal 2025 i crediti acquisti con i contributi previdenziali e Inail; aiuti economici per sostenere nella ricostruzione i cittadini delle zone terremotate (diverse dall’Abruzzo colpito dal sisma del 2009 e dalle zone del Centro Italia danneggiate dal sisma del 2026) ai quali è stata preclusa la possibilità di avvalersi dello sconto in fattura e cessione del credito; rinvio a luglio 2025 per la sugar tax e a luglio 2026 per la plastic tax. Queste le principali novità del decreto sulla stretta al superbonus sul quale il governo ha chiesto e ottenuto il voto di fiducia al Senato, con 101 voti a favore e 64 contrari. Si sono così ricomposte le divisioni nella maggioranza emerse durante i lavori in Commissione finanze. Il provvedimento, che deve essere convertito entro il 28 maggio, passa ora alla Camera.


Un decreto fortemente voluto dal ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, per mettere un freno ad una situazione considerata molto critica per gli effetti sui conti pubblici e paragonata dal responsabile del Mef al Vajont. Ma che ha visto la maggioranza divisa in Commissione finanze sul voto sull’emendamento del governo che ha introdotto ulteriori misure restrittive, tra cui appunto la detrazione in 10 anni. Forza Italia, rappresentata in Commissione da Claudio Lotito, si è astenuta, ma Iv è giunta in soccorso votando a favore. In Aula, con il voto di fiducia, tutto è stato ricomposto: la maggioranza ha votato compattamente sì, tutte le opposizioni hanno votato contro. Il Senato ha confermato la stretta prevista nel decreto approvato in Consiglio dei Ministri, con lo stop dello sconto in fattura e della cessione del credito per gli interventi sugli immobili Iacp, cooperative, Terzo Settore, e quelli per l’eliminazione delle barriere architettoniche. Resta la possibilità di avvalersi dello sconto e della cessione del credito se alla data di entrata in vigore del decreto risulti depositata la Cila.


Il meccanismo ‘spalma-detrazioni’ in dieci anni contenuto nell’emendamento firmato da Giorgetti e approvato è stata la misura più controversa. Riguarda le spese per i lavori del superbonus effettuate in tutto il 2024, quindi a partire da gennaio, prima dell’entrata in vigore del disegno di legge di conversione del decreto. Un intervento con una retroattività anche se “limitata” come è stata definita dalla maggioranza, ma che comunque ha fatto discutere perchè tocca le famiglie. Novità anche per le banche e gli intermediari finanziari, con la stretta sulle modalità di compensazione dei crediti legati al superbonus acquisiti negli anni. Da gennaio 2025 non sarà più possibile compensarli con i contributi previdenziali e quelli Inail. Anche se una esatta valutazioni degli effetti ancora non è stata fatta, l’Abi ha lanciato un grido d’allarme sottolineando la difficolta per le banche di compensare i crediti d’imposta, con conseguenze negative anche sulla loro capacità di acquistare ulteriori crediti. E a cascata ci sarebbero ricadute negative per le imprese che avranno difficoltà a cedere i crediti che hanno in pancia.


La banche e gli intermediari potranno continuare a utilizzare i crediti in quattro anni, ma se tali crediti al momento dell’acquisto sono stati scontati in misura superiore al 75%, la rateizzazione diventa di sei anni. Si tratta di una misura che vuole colpire gli intermediari che hanno ‘lucrato’ sulla difficoltà delle imprese. Nel decreto è confermato il plafond di 400 milioni per consentire nelle zone terremotate dell’Abruzzo colpite dal sisma del 2009 e in quelle del Centro Italia danneggiate dal sisma del 2016 di continuare a usufruire dello sconto in fattura e della cessione del credito. E’ stato chiarito che la cifra riguarda solo le pratiche nuove, presentate da aprile 2024 a dicembre dello stesso anno. Contestualmente viene eliminata la possibilità di ricorrere al cosiddetto ‘superbonus rafforzato”, un meccanismo che consente di portare l’agevolazione al 150% rinunciando al contributo previsto per le ricostruzioni in quelle zone terremotate.


Per le altre zone colpite da eventi sismici, escluse da sconto e cessione, è stato costituito un fondo di 35 milioni per il 2025 per l’erogazione di contributi diretti per gli interventi di ricostruzione. Un altro fondo di 100 milioni di euro è stato istituito per l’erogazione di contributi alle Onlus, agli enti del Terzo settore e alle associazioni di volontariato per gli interventi di riqualificazione sui loro immobili. Confermata anche la misura del decreto che sospende l’utilizzabilità dei crediti di imposta riferiti a bonus edilizi se il contribuente ha iscrizioni a ruolo per imposte non versate di importi superiori a 10.000 euro, fino a concorrenza di questi importi. Confermate anche le misure antifrode in materia di cessione dei crediti Ace e le misure di monitoraggio di Transizione 4.0.