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Eurostat, Italia ultima per neodiplomati e neolaureati già occupati

Eurostat, Italia ultima per neodiplomati e neolaureati già occupatiRoma, 21 ago. (askanews) – Nel 2023, l’83,5% dei neodiplomati e neolaureati nell’Ue era occupato, segnando un aumento di 1,1 punti percentuali rispetto al 2022 (82,4%). Lo rileva uno studio di Eurostat che individua l’Italia come il paese con il tasso di occupazione più basso (67,5%), preceduta da Grecia (72,3%) e Romania (74,8%). Il tasso di occupazione complessivo dei neolaureati era pari o superiore all’80% in 22 paesi dell’Ue. Malta era in testa con il 95,8%, seguita dai Paesi Bassi (93,2%) e dalla Germania (91,5%). Le stime fanno riferimento ai neolaureati di età compresa tra 20 e 34 anni, che hanno completato i loro studi negli ultimi 1-3 anni a livello di istruzione media o terziaria (laurea o master universitari). Negli ultimi 10 anni, si è registrato un aumento del tasso di occupazione dei neolaureati. Nel 2013, il tasso era del 74,3% e da allora è in costante aumento. L’eccezione è stata il 2020 colpito dalla pandemia (78,7%), quando è stata osservata una diminuzione di 2,3 pp rispetto al 2019 (81,0%). Nel 2023 si è registrato un divario di 9,6 punti percentuali nel tasso di occupazione dei neolaureati con titolo di studio terziario (87,7%) rispetto a quelli con titolo di studio medio (78,1%).

Ford, rivede piani di spesa per veicoli elettrici: domanda debole

Ford, rivede piani di spesa per veicoli elettrici: domanda deboleNew York, 21 ago. (askanews) – La casa automobilista Ford Motor ha annuciatao che sta rivalutando i suoi piani di produzione di veicoli elettrici e in particolare ha deciso di annullare il progetto di un SUV sportivo elettrico, mentre valuta la domanda debole da parte dei consumatori.


Ford avrebbe dovuto lanciare il Suv nel 2027, ma la forte pressione dei prezzi e le richieste inferiori al previsto non consentono di continuare con il progetto. L’azienda ha anche posticipato di un anno il lancio di un nuovo pick-up elettrico, fino al 2027. Intanto, Ford ha annunciato che lancerà un nuovo furgone commerciale nel 2026 e due nuovi camion nel 2027, tra cui uno di medie dimensioni. Il piano di produzione aggiornato non fa menzione di una berlina elettrica che Ford avrebbe dovuto produrre e, la nuova auto invece sarà ibrida. Le nuove modifiche implicano che circa il 30% della sua spesa in conto capitale nei prossimi anni sarà destinata ad auto completamente elettriche, in calo rispetto ai precedenti piani di spesa di circa il 40%. Nel premercato Ford sta guadagnando l’1,5%

Bce, Panetta:ragionevole aspettarsi fase allentamento condizioni monetarie

Bce, Panetta:ragionevole aspettarsi fase allentamento condizioni monetarieRoma, 21 ago. (askanews) – Il Governatore dell Banca d’Italia Fabio Panetta, pur non sbilanciandosi sull’esito della riunione di settembre del Consiglio Bce sui tassi dell’Eurozona pensa che sia “ragionevole aspettarsi che si vada di qui in avanti verso una fase di allentamento delle condizioni monetarie”.


Interpellato da alcuni giovani partecipanti al Meeting di Rimini dopo il suo discorso tenuto in quella sede, Panetta ha risposto così: “Su quello che farà il Consiglio della Bce a settembre ovviamente la mia idea ce l’ho ma non mi metto a discutere un argomento che andrà dibattuto in quel consesso istituzionalmente preposto a decidere le misure di politica monetaria. Io credo che sia ragionevole aspettarsi che si vada di qui in avanti verso una fase di allentamento delle condizioni monetarie perchè l’inflazione sta scendendo, l’economia mondiale sta rallentando, sicuramente la Cina ha una crescita meno vivace degli anni scorsi, l’economia americana come abbiamo visto questa estate mostra qualche scossone. C’è stata qualche esagerazione nella reazione dei mercati ma sicuramente l’economia degli Stati Uniti sta rallentando e anche l’economia europea sta attraversando una fase di bassa crescita o addirittura di stagnazione. Ovviamente quando la crescita è più bassa – ha concluso il governatore di Bankitalia – le pressioni inflazionistiche sono minori e quindi la politica monetaria ha motivo per essere meno restrittiva”.

Pensioni, Cnel: non è stato predisposto alcun testo di riforma

Pensioni, Cnel: non è stato predisposto alcun testo di riformaMilano, 21 ago. (askanews) – Con riferimento a quanto apparso stamani su alcune testate giornalistiche, come peraltro già chiarito con un comunicato diramato a giugno scorso, “nessun testo di legge di riforma delle pensioni è stato predisposto a oggi dal Cnel, né esistono tantomeno documenti ufficiali ascrivibili al Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro”. Lo ribadisce una nota del Cnel, precisando come l’iniziativa di costituire un gruppo di lavoro sulla previdenza sia stata assunta autonomamente nel febbraio 2024 per decisione unanime del Consiglio di presidenza nell’ambito del programma di attività approvato dall’assemblea, anche a seguito dell’audizione resa a dicembre 2023 dal presidente del Cnel, Renato Brunetta, su invito apposito rivolto dalla competente Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale.


Il gruppo di lavoro di elevata qualificazione, composto da accademici, esperti del settore e delle parti sociali, si è impegnato nell’approfondimento delle quattro macroaree del sistema di welfare pensionistico: previdenza obbligatoria, quella delle casse professionali, quella complementare e il regime di contribuzione obbligatoria con i connessi problemi di evasione. L’istruttoria preliminare ha anche evidenziato le criticità di natura giuridica ed economico-finanziaria dell’attuale sistema previdenziale, coerentemente a quanto già prospettato da Brunetta, nell’audizione alla Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale. “Le risultanze degli approfondimenti di natura tecnica posti in essere dal gruppo di lavoro saranno trasmesse alla competente commissione istruttoria permanente del Cnel per le opportune valutazioni di merito ai fini dell’esame da parte dell’assemblea, così come usualmente previsto per ogni atto deliberativo del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, in conformità alle attribuzioni di cui all’articolo 99 della Costituzione – afferma Brunetta – Solo allora si potrà parlare di una eventuale pronuncia o posizione del Cnel in merito alla riforma del sistema previdenziale e pensionistico”.

Meeting, Vittadini: urge fare un salto sulla produttività

Meeting, Vittadini: urge fare un salto sulla produttivitàRimini, 21 ago. (askanews) – “Occorre discutere su come rilanciare la produttività, ovvero il rapporto tra prodotto e persone occupate. Se non siamo in grado di fare questo tipo di intervento strutturale potremo godere di tutti gli interventi contingenti, potremmo usare il Pnrr, ma dobbiamo chiederci come fare un salto”. Lo ha detto Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, introducendo il panel dal titolo “Sostenibilità del debito e sviluppo economico”, alla presenza del governatore Banca d’Italia, Fabio Panetta, nella seconda giornata del Meeting di Rimini.


“Siamo in un momento di passaggio dall’economia finanziaria a un’altra idea di economia in cui si parla di sostenibilità ed erroneamente si pensa che sia solo il tema del cambiamento climatico. Invece c’è molto di più – ha aggiunto Vittadini – ovvero l’idea di rimettere al centro della vita economica uno sviluppo dell’uomo”. “Il nostro paese ha una produttività strutturalmente più bassa, anche in Europa. L’Italia tra il 2000 e il 2019 a fronte di una crescita media dei paesi europei – ha concluso Vittadini – registra un valore pari allo 0,3 della produttività, con valore particolarmente basso nelle costruzioni e nei servizi”.

Bankitalia, Panetta: per Italia è “cruciale” ridurre il debito pubblico

Bankitalia, Panetta: per Italia è “cruciale” ridurre il debito pubblicoRoma, 21 ago. (askanews) – Per l’Italia il “problema cruciale rimane la riduzione del debito pubblico in rapporto al prodotto”. Il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, a pochi giorni dall’entrata nel vivo del dibattito parlamentare sulla manovra economica per il 2025, sceglie la tribuna del Meeting di Rimini per un discorso che, cifre alla mano, segnala come il futuro dell’Italia e dell’Europa siano inscindibilmente connessi e per sollecitare il Governo e il Parlamento a una “gestione prudente dei conti pubblici”.


Pur segnalando, in analogia con le sue ultime “Considerazioni finali” i progressi dell’economia italiana dopo la Pandemia che “ci consentono di guardare al futuro con fiducia”, il numero uno di Via Nazionale lancia un monito che non si presta a equivoci: per l’Italia, “il problema cruciale rimane la riduzione del debito pubblico in rapporto al prodotto. Un debito elevato rende più onerosi i finanziamenti alle imprese, frenandone la competitività e l’incentivo a investire; espone l’economia italiana ai movimenti erratici dei mercati finanziari. Sottrae risorse alle politiche anticicliche, agli interventi sociali e alle misure in favore dello sviluppo”. Panetta cita un elemento molto significativo: “L’Italia – spiega è l’unico paese dell’area dell’euro in cui la spesa pubblica per interessi sul debito è pressoché equivalente a quella per l’istruzione. Sottolineo questo confronto perché è emblematico di come l’alto debito stia gravando sul futuro delle giovani generazioni, limitando le loro opportunità”. Di qui il chiaro segnale alle istituzioni politiche: “Affrontare il nodo del debito richiede politiche di bilancio orientate alla stabilità e al graduale conseguimento di avanzi primari adeguati. Tuttavia, la riduzione del debito sarà ardua senza un’accelerazione dello sviluppo economico”. Per Bankitalia “la strada maestra passa per una gestione prudente dei conti pubblici, affiancata da un deciso incremento della produttività e della crescita. Questo circolo virtuoso aumenterebbe significativamente le probabilità di successo e rafforzerebbe la credibilità delle nostre politiche, alleggerendo il peso della spesa per interessi”.


Come accelerare la crescita del Paese? Panetta nel suo discorso ha ricordato di essersi soffermato nelle Considerazioni finali dello scorso maggio “sui problemi strutturali che da un quarto di secolo frenano il nostro sviluppo: dalla bassa crescita all’insoddisfacente andamento degli investimenti, dalla stagnazione della produttività fino alla preoccupante prospettiva demografica”. Poi ha sottolineato che “la crescita resta l’obiettivo fondamentale per l’Italia, ma per ottenerla dobbiamo affrontare con decisione i problemi strutturali irrisolti. Dobbiamo concentrarci sulle finalità essenziali: rafforzare la concorrenza, potenziare il capitale umano, accrescere la produttività del lavoro, aumentare l’occupazione di giovani e donne, definire politiche migratorie adeguate”. Gran parte del discorso del governatore della Banca d’Italia è stata dedicata all’Europa e al suo rapporto inestricabile con l’Italia.


“Rafforzare l’Europa, e con essa l’Italia, ha sottolineato Panetta – non è solo una necessità economica, ma anche il modo per affermare la nostra sovranità strategica e i nostri valori fondamentali. “Per superare le sue debolezze e tenere il passo con il progresso a livello mondiale, l’Unione europea dovrà avviare riforme profonde ed effettuare investimenti ingenti nei prossimi anni. Tra le riforme, ho già sottolineato l’importanza di creare una capacità fiscale comune, senza la quale l’attuale governance europea – caratterizzata da una politica monetaria unica e da politiche di bilancio frammentate a livello nazionale – rimane squilibrata. L’idea che la UEM possa funzionare efficacemente senza una capacità fiscale centralizzata è semplicemente un’illusione, e va superata. Una politica fiscale comune correggerebbe questo squilibrio e rafforzerebbe la coesione tra paesi membri, facilitando la realizzazione di investimenti strategici su larga scala”. Tra le altre riforme necessarie per la competitività dell’economia europea Panetta ricorda “l’allargamento del mercato unico ai settori oggi esclusi, come le telecomunicazioni e l’energia, al fine di stimolare concorrenza ed efficienza; la realizzazione di un ambiente normativo favorevole all’attività imprenditoriale, che possa attrarre investimenti privati e incentivare l’innovazione; il potenziamento dei legami tra il mondo accademico e il sistema produttivo, al fine di trasformare i risultati della ricerca in prodotti e servizi competitivi sul mercato globale. Anche sul fronte dei mercati finanziari, nel quale l’integrazione è molto avanzata, da anni mancano progressi significativi verso il completamento dell’Unione bancaria e la realizzazione di un mercato unico dei capitali”.


Quanto agli investimenti, il numero uno di Via Nazionale ricorda che “i leader europei hanno già individuato i settori chiave su cui concentrare l’impegno: la doppia transizione – ambientale e digitale – e comparti strategici come l’alimentare, l’energia, la sanità e la difesa, nei quali è necessario ridurre la dipendenza dall’estero. Investimenti in questi settori saranno efficaci se realizzati a livello europeo, con fondi sia pubblici sia privati. La spesa richiesta è talmente ingente – dell’ordine di centinaia di miliardi all’anno per molti anni11 – che è irrealistico pensare che le sole finanze pubbliche o i singoli paesi possano sostenerla da soli”. Un passaggio importante del discorso di Panetta riguarda la demografia, il mercato del lavoro e l’immigrazione in Europa. Le proiezioni demografiche indicano che nei prossimi decenni si ridurrà il numero di cittadini europei in età da lavoro e aumenterà il numero degli anziani. Questa dinamica rischia di avere effetti negativi sulla tenuta dei sistemi pensionistici, sul sistema sanitario, sulla propensione a intraprendere e a innovare, sulla sostenibilità dei debiti pubblici. Per contrastare questi effetti, è essenziale rafforzare il capitale umano e aumentare l’occupazione di giovani e donne, in particolare nei paesi – tra cui l’Italia – dove i divari di partecipazione al mercato del lavoro per genere ed età sono ancora troppo ampi. Anche misure che favoriscano un afflusso di lavoratori stranieri regolari costituiscono una risposta razionale sul piano economico, indipendentemente da valutazioni di altra natura. L’ingresso di immigrati regolari andrà gestito in maniera coordinata all’interno dell’Unione, bilanciando le esigenze produttive con gli equilibri sociali e rafforzando l’integrazione dei cittadini stranieri nel sistema di istruzione e nel mercato del lavoro”. La conclusione del discorso di Panetta è dedicata, se mai ci fosse stata la necessità di ribadirlo, proprio al destino comune di Italia ed Europa. “Le ricette – ha sottolineato – sono quelle che ci hanno guidato sin qui, basate sul principio della cooperazione e sull’obiettivo di costruire un’economia moderna, capace di affrontare le sfide globali. Con il fine di conseguire una crescita sostenuta e inclusiva come condizione per il bene comune e la concordia. Il contributo dell’Italia sarà decisivo in questo percorso: affrontare le debolezze strutturali, ridurre il debito pubblico e promuovere una crescita elevata non solo rafforzerà la nostra economia, ma contribuirà anche alla solidità dell’intera Unione europea. Solo così potremo lasciare alle generazioni future un’Italia e un’Europa che abbiano saputo distinguere l’essenziale dal superfluo, orientando le proprie scelte verso ciò che conta davvero”.

Bankitalia, Panetta: per Italia “cruciale” ridurre debito pubblico

Bankitalia, Panetta: per Italia “cruciale” ridurre debito pubblicoRoma, 21 ago. (askanews) – Per l’Italia il “problema cruciale rimane la riduzione del debito pubblico in rapporto al prodotto”. Il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, a pochi giorni dall’entrata nel vivo del dibattito parlamentare sulla manovra economica per il 2025, sceglie la tribuna del Meeting di Rimini per un discorso che, cifre alla mano, segnala come il futuro dell’Italia e dell’Europa siano inscindibilmente connessi e per sollecitare il Governo e il Parlamento a una “gestione prudente dei conti pubblici”.


Pur segnalando, in analogia con le sue ultime “Considerazioni finali” i progressi dell’economia italiana dopo la Pandemia che “ci consentono di guardare al futuro con fiducia”, il numero uno di Via Nazionale lancia un monito che non si presta a equivoci: per l’Italia, “il problema cruciale rimane la riduzione del debito pubblico in rapporto al prodotto. Un debito elevato rende più onerosi i finanziamenti alle imprese, frenandone la competitività e l’incentivo a investire; espone l’economia italiana ai movimenti erratici dei mercati finanziari. Sottrae risorse alle politiche anticicliche, agli interventi sociali e alle misure in favore dello sviluppo”. Panetta cita un elemento molto significativo: “L’Italia – spiega è l’unico paese dell’area dell’euro in cui la spesa pubblica per interessi sul debito è pressoché equivalente a quella per l’istruzione. Sottolineo questo confronto perché è emblematico di come l’alto debito stia gravando sul futuro delle giovani generazioni, limitando le loro opportunità”. Di qui il chiaro segnale alle istituzioni politiche: “Affrontare il nodo del debito richiede politiche di bilancio orientate alla stabilità e al graduale conseguimento di avanzi primari adeguati. Tuttavia, la riduzione del debito sarà ardua senza un’accelerazione dello sviluppo economico”. Per Bankitalia “la strada maestra passa per una gestione prudente dei conti pubblici, affiancata da un deciso incremento della produttività e della crescita. Questo circolo virtuoso aumenterebbe significativamente le probabilità di successo e rafforzerebbe la credibilità delle nostre politiche, alleggerendo il peso della spesa per interessi”.


Come accelerare la crescita del Paese? Panetta nel suo discorso ha ricordato di essersi soffermato nelle Considerazioni finali dello scorso maggio “sui problemi strutturali che da un quarto di secolo frenano il nostro sviluppo: dalla bassa crescita all’insoddisfacente andamento degli investimenti, dalla stagnazione della produttività fino alla preoccupante prospettiva demografica”. Poi ha sottolineato che “la crescita resta l’obiettivo fondamentale per l’Italia, ma per ottenerla dobbiamo affrontare con decisione i problemi strutturali irrisolti. Dobbiamo concentrarci sulle finalità essenziali: rafforzare la concorrenza, potenziare il capitale umano, accrescere la produttività del lavoro, aumentare l’occupazione di giovani e donne, definire politiche migratorie adeguate”. Gran parte del discorso del governatore della Banca d’Italia è stata dedicata all’Europa e al suo rapporto inestricabile con l’Italia.


“Rafforzare l’Europa, e con essa l’Italia, ha sottolineato Panetta – non è solo una necessità economica, ma anche il modo per affermare la nostra sovranità strategica e i nostri valori fondamentali. “Per superare le sue debolezze e tenere il passo con il progresso a livello mondiale, l’Unione europea dovrà avviare riforme profonde ed effettuare investimenti ingenti nei prossimi anni. Tra le riforme, ho già sottolineato l’importanza di creare una capacità fiscale comune, senza la quale l’attuale governance europea – caratterizzata da una politica monetaria unica e da politiche di bilancio frammentate a livello nazionale – rimane squilibrata. L’idea che la UEM possa funzionare efficacemente senza una capacità fiscale centralizzata è semplicemente un’illusione, e va superata. Una politica fiscale comune correggerebbe questo squilibrio e rafforzerebbe la coesione tra paesi membri, facilitando la realizzazione di investimenti strategici su larga scala”. Tra le altre riforme necessarie per la competitività dell’economia europea Panetta ricorda “l’allargamento del mercato unico ai settori oggi esclusi, come le telecomunicazioni e l’energia, al fine di stimolare concorrenza ed efficienza; la realizzazione di un ambiente normativo favorevole all’attività imprenditoriale, che possa attrarre investimenti privati e incentivare l’innovazione; il potenziamento dei legami tra il mondo accademico e il sistema produttivo, al fine di trasformare i risultati della ricerca in prodotti e servizi competitivi sul mercato globale. Anche sul fronte dei mercati finanziari, nel quale l’integrazione è molto avanzata, da anni mancano progressi significativi verso il completamento dell’Unione bancaria e la realizzazione di un mercato unico dei capitali”.


Quanto agli investimenti, il numero uno di Via Nazionale ricorda che “i leader europei hanno già individuato i settori chiave su cui concentrare l’impegno: la doppia transizione – ambientale e digitale – e comparti strategici come l’alimentare, l’energia, la sanità e la difesa, nei quali è necessario ridurre la dipendenza dall’estero. Investimenti in questi settori saranno efficaci se realizzati a livello europeo, con fondi sia pubblici sia privati. La spesa richiesta è talmente ingente – dell’ordine di centinaia di miliardi all’anno per molti anni11 – che è irrealistico pensare che le sole finanze pubbliche o i singoli paesi possano sostenerla da soli”. Un passaggio importante del discorso di Panetta riguarda la demografia, il mercato del lavoro e l’immigrazione in Europa. Le proiezioni demografiche indicano che nei prossimi decenni si ridurrà il numero di cittadini europei in età da lavoro e aumenterà il numero degli anziani. Questa dinamica rischia di avere effetti negativi sulla tenuta dei sistemi pensionistici, sul sistema sanitario, sulla propensione a intraprendere e a innovare, sulla sostenibilità dei debiti pubblici. Per contrastare questi effetti, è essenziale rafforzare il capitale umano e aumentare l’occupazione di giovani e donne, in particolare nei paesi – tra cui l’Italia – dove i divari di partecipazione al mercato del lavoro per genere ed età sono ancora troppo ampi. Anche misure che favoriscano un afflusso di lavoratori stranieri regolari costituiscono una risposta razionale sul piano economico, indipendentemente da valutazioni di altra natura. L’ingresso di immigrati regolari andrà gestito in maniera coordinata all’interno dell’Unione, bilanciando le esigenze produttive con gli equilibri sociali e rafforzando l’integrazione dei cittadini stranieri nel sistema di istruzione e nel mercato del lavoro”.

Manovra, Cisl (Sbarra): governo convochi subito i sindacati

Manovra, Cisl (Sbarra): governo convochi subito i sindacatiRimini, 21 ago. (askanews) – “Al governo chiediamo di convocarci subito per poter discutere insieme del piano pluriennale di riforme e investimenti da consegnare alla Commissione europea a metà settembre”. Lo ha chiesto il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, in un’intervista a ilSussidiario.net nel giorno della sua presenza al Meeting di Rimini.


“Si tratta di un documento strategico per individuare priorità d’intervento negli anni a cavallo del Pnrr – ha aggiunto Sbarra -. Deve partire subito un dialogo responsabile, pragmatico, essenziale per convergere su obiettivi comuni che si chiamano crescita e sostenibilità sociale, innovazione e formazione, nuove tutele e coesione, partecipazione e centralità del lavoro stabile, dignitoso, produttivo”.

Riforme, Sbarra: da Cgil e Uil venature ideologiche su referendum

Riforme, Sbarra: da Cgil e Uil venature ideologiche su referendumRimini, 21 ago. (askanews) – “Il pluralismo sindacale è una ricchezza quando nessuno si ammanta di un improbabile e antistorico ruolo egemonico. Cgil e Uil percorrono oggi, con i referendum, una strada legittima, ma in cui noi percepiamo venature ideologiche, che deresponsabilizzano il sindacato depotenziando la sua capacità di stare ai tavoli, che sono stati e sono reali”. Lo ha detto il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, in un’intervista a ilSussidiario.net nel giorno della sua presenza al Meeting di Rimini, ricordando che su premierato “bisogna ragionare senza ideologie, senza elmetto in testa”.


“Sul Jobs Act, sono i numeri a parlare – ha aggiunto Sbarra -. La crescita dell’occupazione dopo l’emergenza sanitaria ha generato un saldo positivo di oltre 900 mila posti rispetto al 31 dicembre 2019, con una forte contrazione dei rapporti a tempo determinato (-240 mila unità). Si riduce inoltre il bacino di disoccupati e inattivi. Il problema non è dunque nello stock, ma nella capacità del lavoro di esprimere valore aggiunto e quindi anche di essere meglio pagato. Significa politiche attive, formazione, competenze e un nuovo Statuto della persona nel mercato del lavoro”. Il segretario della Cisl è intervenuto anche sul tema dell’autonomia: “noi siamo con Sabino Cassese e diciamo che la Legge Calderoli va cambiata e migliorata, ma senza furori ‘giacobini’ – ha spiegato -. Nessun referendum può cambiare il principio iscritto nel 2001 con l’articolo 116 della Costituzione. Si tratta di dare a quel dettato un quadro regolatorio equo e solidale, che rafforzi l’unità nazionale, finanziando i Lep, istituendo una adeguata perequazione nazionale, lasciando fuori scuola e contrattazione e sottoponendo ogni intesa regionale a un accordo concertato con le parti sociali”.


In merito al premierato ha auspicato una discussione “senza ideologie, senza elmetto in testa”. Perché “non si può negare che nodi di sistema da sciogliere ci siano, che la durata dei Governi sia troppo breve e che le logiche di corto respiro penalizzino l’efficacia di ogni azione riformatrice”. Ma “governabilità, stabilità e velocità decisionale che oggi sono richieste alle democrazie per il loro stesso bene – ha concluso Sbarra – devono essere accompagnate da pluralismo, partecipazione, pieno riconoscimento della rappresentanza, centralità del Parlamento e piena salvaguardia del ruolo del capo dello Stato”.

Auto, Sbarra (Cisl): no pregiudizi su stabilimento cinese in Italia

Auto, Sbarra (Cisl): no pregiudizi su stabilimento cinese in ItaliaRimini, 21 ago. (askanews) – “Nessun pregiudizio, né impostazione protezionistica dalla Cisl” sulla eventuale “apertura di uno stabilimento di un marchio” automobilistico “cinese in Italia” che anzi “potrebbe rappresentare un’opportunità per il nostro Paese, specialmente in termini di creazione di posti di lavoro e trasferimento di know-how tecnologico”. Però “è fondamentale porre condizionalità stringenti di natura sociale e contrattuale” e “nel rispetto delle regole del mercato del lavoro italiano e degli standard sociali europei”. Lo ha detto il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, in un’intervista a ilSussidiario.net nel giorno della sua presenza al Meeting di Rimini.


“Dovremmo assicurarci – ha aggiunto Sbarra – che vi sia un reale beneficio per le filiere produttive italiane, evitando che l’Italia diventi semplicemente un sito di assemblaggio, e si confermi piuttosto parte integrante di un processo produttivo di alta qualità”.