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Mef, a Giorgetti cintura nera ad honorem di judo

Mef, a Giorgetti cintura nera ad honorem di judoRoma, 2 mag. (askanews) – Al ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti è stata conferita oggi dalla Federazione Mondiale Judo (IJF), su proposta di Felice Mariani (primo italiano a vincere una medaglia olimpica nella disciplina di judo e già deputato della Repubblica), la cintura nera ad honorem di judo.


La cerimonia, riferisce un comunicato del Ministero, si è svolta al Mef dove Marius Vizer, presidente della Federazione Mondiale di Judo ha conferito al ministro il riconoscimento. Presenti anche il presidente del settore judo Fijlkam, col. Giuseppe Matera, il capo protocollo della IJF, Antonio Ernesto, il cantante Albano Carrisi e Max Hervé George, partner sponsor IJF. “La cintura ad honorem di judo simboleggia – ha detto Mariani – la dedizione, la disciplina e l’impegno che il ministro ha dimostrato nel promuovere uno stile di vita attivo e sano attraverso lo sport. Giorgetti, durante il suo mandato come sottosegretario del Consiglio dei ministri con Delega allo Sport, ha voluto fortemente la riforma dello Sport, pietra miliare per la pratica sportiva di base nel nostro paese”.


“Sono onorato e commosso per questo riconoscimento – dice Giorgetti – tanto più che lo sport, in generale, rappresenta per me non solo una passione ma anche un valore fondamentale per crescere e rinascere”.

Piazza Affari chiude poco mossa (-0,03%), sugli scudi Mps

Piazza Affari chiude poco mossa (-0,03%), sugli scudi MpsMilano, 2 mag. (askanews) – Chiusura poco mossa per Piazza Affari (Ftse Mib -0,03% a 33.736 punti), al termine di una seduta debole, nonostante l’andamento positivo di Wall Street, all’indomani della Fed, che ha lasciato invariati i tassi, e delle rassicurazioni del presidente Powell, che ha escluso un rialzo dei tassi quest’anno per contrastare l’inflazione. Quadro contrastato per le altre Borse europee: a Francoforte il Dax ha ceduto lo 0,1%, a Parigi il Cac40 lo 0,88%, mentre a Londra il Ftse100 ha guadagnato lo 0,6%, a Madrid l’Ibex35 lo 0,16%.


Tra i titoli principali della Borsa di Milano, sugli scudi Mps (+5,12%) spinta dal risiko bancario partito in Spagna: ieri Bbva ha presentato al Banco Sabadell un’offerta di scambio che valorizza l’istituto 11,5 miliardi, con un premio del 30% per gli azionisti del gruppo catalano. Bene anche Pirelli (+2,08%), Ferrari (+2,04%) e Banco Bpm (+1,84%). Ancora forti vendite su Stellantis (-4,31%) dopo la trimestrale sotto le attese. Sul fronte dei nostri titoli di Stato, lo spread ha chiuso in lieve calo a 131 punti, con il rendimento del Btp decennale che sul mercato secondario è al 3,88%.

Bonus di 100 euro, secondo l’esperto c’è il rischio di doverlo restituire

Bonus di 100 euro, secondo l’esperto c’è il rischio di doverlo restituireRoma, 2 mag. (askanews) – I lavoratori dipendenti che a gennaio 2025 percepiranno in busta paga il bonus di 100 euro potrebbero trovarsi nella condizione di doverlo restituire. “Questo rischio esiste – spiega ad Askanews il fiscalista Gianluca Timpone -. Per ricevere il bonus a gennaio 2025, il lavoratore dipendente deve presentare domanda al datore di lavoro quando ancora non può avere la chiara consapevolezza di quali siano stati i suoi redditi complessivi nel 2024. Vanno considerati anche i redditi da locazione, da lavoro straordinario, premi e altre indennità. E basta superare anche di un euro la soglia dei 28.000 euro per perdere il diritto al bonus, come è avvenuto per gli 80 euro di Renzi”.


Il bonus di 100 euro, spiega ancora Timpone “agisce sotto forma di detrazione/maggiorazione in busta paga”, quindi “è da considerarsi una cifra lorda e a tassazione con l’aliquota marginale del primo scaglione Irpef ossia del 23%”. Da considerare inoltre che sono esclusi dal bonus i contribuenti ‘incapienti’, sia perchè hanno un reddito sotto gli 8.500 euro e quindi rientrano nella no tax area, sia nel caso in cui “hanno una imposta pari a zero per effetto di detrazioni. Rientrano in questa casistica i contribuenti che, pur dovendo pagare l’irpef ad esempio per 1500 euro, sono allo stesso tempo destinatari di detrazioni generate dal pagamento di interessi su mutui, lavori di ristrutturazione, spese mediche, per 1.500 euro. Anche in questo caso nessuna indennità potrà essere riconosciuta, mentre se le detrazioni arrivano a 1480 euro il bonus massimo riconoscibile non potrà superare i 20 euro”.


“In pratica – conclude Timpone – è stato variato il meccanismo che disciplinava il bonus una tantum di 200 euro erogato dal governo Draghi a fronte dell’aumento delle bollette. In quel caso l’importo era netto e non bisognava neanche formulare domanda da parte del dipendente. Ma le risorse in campo erano molto superiori”.

Fisco, Timpone: rischio restituzione per il bonus 100 euro

Fisco, Timpone: rischio restituzione per il bonus 100 euroRoma, 2 mag. (askanews) – I lavoratori dipendenti che a gennaio 2025 percepiranno in busta paga il bonus di 100 euro potrebbero trovarsi nella condizione di doverlo restituire. “Questo rischio esiste – spiega ad Askanews il fiscalista Gianluca Timpone -. Per ricevere il bonus a gennaio 2025, il lavoratore dipendente deve presentare domanda al datore di lavoro quando ancora non può avere la chiara consapevolezza di quali siano stati i suoi redditi complessivi nel 2024. Vanno considerati anche i redditi da locazione, da lavoro straordinario, premi e altre indennità. E basta superare anche di un euro la soglia dei 28.000 euro per perdere il diritto al bonus, come è avvenuto per gli 80 euro di Renzi”.


Il bonus di 100 euro, spiega ancora Timpone “agisce sotto forma di detrazione/maggiorazione in busta paga”, quindi “è da considerarsi una cifra lorda e a tassazione con l’aliquota marginale del primo scaglione Irpef ossia del 23%”. Da considerare inoltre che sono esclusi dal bonus i contribuenti ‘incapienti’, sia perchè hanno un reddito sotto gli 8.500 euro e quindi rientrano nella no tax area, sia nel caso in cui “hanno una imposta pari a zero per effetto di detrazioni. Rientrano in questa casistica i contribuenti che, pur dovendo pagare l’irpef ad esempio per 1500 euro, sono allo stesso tempo destinatari di detrazioni generate dal pagamento di interessi su mutui, lavori di ristrutturazione, spese mediche, per 1.500 euro. Anche in questo caso nessuna indennità potrà essere riconosciuta, mentre se le detrazioni arrivano a 1480 euro il bonus massimo riconoscibile non potrà superare i 20 euro”.


“In pratica – conclude Timpone – è stato variato il meccanismo che disciplinava il bonus una tantum di 200 euro erogato dal governo Draghi a fronte dell’aumento delle bollette. In quel caso l’importo era netto e non bisognava neanche formulare domanda da parte del dipendente. Ma le risorse in campo erano molto superiori”.

Il nuovo Patto di stabilità e di crescita è entrato in vigore

Il nuovo Patto di stabilità e di crescita è entrato in vigoreRoma, 2 mag. (askanews) – Con il via libera definitivo da parte del Consiglio europeo, lunedì, che ha seguito a breve giro la ratifica da parte del Parlamento Ue, martedì scorso, il 30 aprile, è entrato formalmente in vigore il nuovo quadro di regole sui conti pubblici dei paesi dell’Unione Europea, il Patto di stabilità e di crescita rivisto. Lo riferisce la Commissione europea, spiegando con un comunicato che si tratta della riforma più profonda su queste regole dalla crisi finanziaria ed economica del passato decennio.


Ora la prossima tappa chiave nella transizione al nuovo quadro è rappresentata dal “Pacchetto di primavera” del semestre europeo, che la Commissione presenterà il 19 giugno (dopo quindi le elezioni del Parlamento Ue), con le indicazioni sui piani di Bilancio per il medio termine, e che sarà accompagnato anche dalle decisioni sulle procedure per eccesso di deficit in base ai dati del 2023. Successivamente, entro il 20 settembre, i Paesi dovranno presentare piani programmatici pluriennali completi sui conti pubblici (laddove in molti casi finora hanno solo approntati versioni sintetiche, come nel Def), che includano anche impegni su riforme prioritarie e investimenti.

Imprese, Ccia: aperte tutte le call di Maker Faire Rome 2024

Imprese, Ccia: aperte tutte le call di Maker Faire Rome 2024Roma, 2 mag. (askanews) – Tutte le call di Maker Faire Rome 2024 sono aperte. La kermesse – promossa e organizzata dalla Camera di Commercio di Roma (www.makerfairerome.eu) – si terrà dal 25 al 27 ottobre al Gazometro Ostiense e affronterà tutte le componenti chiave dell’innovazione: dalla manifattura digitale all’Internet of Things, dalla robotica all’intelligenza artificiale, dall’agritech, al digital manufactoring, passando per i Big data e l’aerospazio, fino alle ultime scoperte del metaverso e della realtà aumentata. Ecco, nel dettaglio, le call di Maker Faire Rome 2024 con obiettivi, destinatari, modalità di invio delle proposte e scadenze.


Call for Makers – scadenza 3 giugno La “chiamata” è rivolta a maker, team, micro, piccole e medie imprese, startup e creativi di tutto il mondo. Partecipando alla Call for Makers si avrà la possibilità di sottoporre la propria idea ai curatori e i selezionati potranno usufruire, gratuitamente, di uno spazio per esporre il proprio progetto innovativo, essere protagonisti di un talk o esibirsi in pubblico durante Maker Faire Rome 2024. Ogni partecipante potrà presentare uno o più progetti e scegliere una o più modalità di partecipazione. Per ulteriori dettagli e per consultare il regolamento completo visionare il link: https://makerfairerome.eu/it/call-for-makers/ Call for Schools – scadenza 3 giugno Fin dalla sua prima edizione del 2013, Maker Faire Rome ha sempre dato spazio alla creatività dei giovani – vera e fondamentale ricchezza del nostro Paese – puntando a valorizzare l’impegno costante e la dedizione di tutti gli insegnanti che, quotidianamente, contribuiscono a far brillare doti e qualità di tutti gli alunni, attraverso iniziative, progetti e programmi didattici innovativi.


La Call for Schools, realizzata in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, è gratuita e rivolta a tutte le scuole secondarie di secondo grado nazionali e agli istituti scolastici analoghi appartenenti ai Paesi dell’Unione Europea (studenti 14-18 anni). Una giuria di esperti selezionerà i progetti più interessanti e innovativi, nati sui banchi di scuola, e gli Istituti scelti potranno partecipare a MFR2024 e avere uno spazio espositivo gratuito fisico o virtuale. Per gli istituti che saranno selezionati, la partecipazione all’evento verrà riconosciuta come attività valida per i Percorsi per Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO). Per ulteriori dettagli e per consultare il regolamento completo visionare il link: https://makerfairerome.eu/it/call-for-schools.


Call for Universities and Research Institutes – scadenza 3 giugno Da sempre Maker Faire Rome accende i riflettori sulle eccellenze in campo tecnologico e innovativo, dando risalto ai progetti delle Università statali e degli Istituti di Ricerca pubblici. E anche quest’anno MFR vuole raccontare il lavoro degli atenei e dei centri di ricerca facendo, attraverso questa call, una selezione delle migliori idee che verranno illustrate in uno spazio fisico all’interno di #MFR2024 (l’area nuda, il cui allestimento è a carico dell’espositore, sarà fornita gratuitamente mentre lo stand preallestito da 8 metri quadrati ha un costo di 400 euro). Per maggiori dettagli: https://makerfairerome.eu/it/call-for-universities-research-institutes.


“Maker Faire Rome – spiega Lorenzo Tagliavanti, Presidente della Camera di Commercio di Roma – è una fiera inclusiva, dove la tecnologia è alla portata di tutti, non solo per gli addetti ai lavori. Questo spirito ci ha accompagnato fin dalla prima edizione e lo abbiamo mantenuto, intatto, negli anni. L’apertura delle call è sempre una fase emozionante e importante: aspettiamo di ricevere le centinaia di idee e progetti innovativi, ovvero la linfa vitale di ogni Maker Faire. Idee e progetti che cambieranno in meglio la nostra vita contribuendo, in maniera sostanziale, alla trasformazione digitale e sostenibile in atto”. “E’ più di un decennio – afferma Luciano Mocci, Presidente di Innova Camera, Azienda speciale della CCIAA Roma – che la nostra manifestazione mette in contatto persone, pensieri, opinioni, saperi, competenze da ogni parte del globo, creando legami sempre più forti e indissolubili grazie a una lingua universale: quella dell’innovazione. L’edizione 2024, al Gazometro Ostiense, metterà ancora una volta in evidenza il meglio di tutto questo ecosistema virtuoso e ormai imprescindibile per tutti noi”.

Assolombarda alza stime crescita del Pil lombardo: +1% nel 2024

Assolombarda alza stime crescita del Pil lombardo: +1% nel 2024Milano, 2 mag. (askanews) – Nel 2024 il Pil lombardo è previsto crescere del +1%, quando solo tre mesi fa le attese si fermavano al +0,6%. Alla fine di quest’anno, con un Pil di oltre 483 miliardi di euro, la Lombardia allungherebbe così il passo al di sopra dei livelli pre-Covid del +6,7%. Sono queste le principali evidenze del Booklet economia realizzato dal Centro Studi di Assolombarda. L’analisi rileva come l’espansione regionale si mantiene al di sopra del ritmo dell’Italia che, con una previsione per il 2024 del +0,7% (scenario Prometeia), è attesa portarsi entro fine anno al +4,2% rispetto al 2019.


Nel 2023 gli investimenti fissi lordi crescono del +4,7% annuo in Italia e, si stima, del +5,1% in Lombardia: a fine scorso anno, entrambe si trovano ampiamente sopra i livelli del pre-Covid del +26% e +19,7%, incrementi che si confrontano con un più contenuto +5,9% della Francia e un divario che persiste sia in Germania (-3,1%) sia in Spagna (-3,5%). “L’economia lombarda, rispetto al Pre-Covid, cresce più di tutti i benchmark europei: a fine 2024 la stima è +0,8% per Baden-Wurttemberg, +2,4% per Bayern, +4,8% per Catalunya, quando il nostro territorio aumenta del 6,7%, con quasi 84 miliardi di euro in più prodotti nel quinquennio”, ha dichiarato Alessandro Spada, presidente di Assolombarda. “Questi dati confermano la forza e la competitività delle nostre imprese, che con tenacia, passione, lungimiranza, dal 2019 al 2023, hanno aumentato i propri investimenti del 19,7% e che dimostrano costantemente di superare nei fatti qualsiasi previsione di crescita”.


Le proiezioni macro si confrontano con un sentiment delle imprese di Assolombarda ancora abbastanza eterogeneo secondo la flash survey di metà aprile. Il 39,5% delle 375 aziende manifatturiere e del terziario innovativo rispondenti prospetta, infatti, che nel 2024 la situazione economica regionale sarà in linea a quella dell’anno precedente, il 28% prevede un miglioramento e il 31,7% si aspetta un peggioramento. Sul fronte del mercato del lavoro, secondo le nuove previsioni (anch’esse migliorative rispetto a gennaio), nel 2024 il numero di occupati è atteso crescere del +1,1% in Lombardia e del +1% a livello nazionale, raggiungendo così rispettivamente incrementi del +2,2% e +3% rispetto al pre-Covid.

Ocse: Italia agisca contro evasione e freni aumenti spesa pensioni

Ocse: Italia agisca contro evasione e freni aumenti spesa pensioniRoma, 2 mag. (askanews) – L’Ocse suggerisce all’Italia di intervenire in maniera risoluta contro l’evasione fiscale, di limitare la crescita della spesa sulle pensioni e di effettuare ambiziose revisioni alla spesa pubblica generale. Le indicazioni sono contenute nel capitolo sulla penisola nell’ultimo Economic Outlook, secondo cui la piena attuazione del Pnrr potrebbe rafforzare in maniera persistente le capacità di crescita del Paese.


Nel paragrafo sui conti pubblici, lente parigino rileva che il deficit di bilancio si ridurrà rispetto al Pil restando però al di sopra della soglia del 3% fino al 2025, mentre il livello di debito-Pil è elevato con “pressioni sulla spesa dalle necessità di investimento e dai costi legati all’invecchiamento. Sarà necessario per diversi anni un consistente aggiustamento dei conti pubblici – si legge – per intervenire sulle future pressioni sulla spesa, mentre al tempo stesso bisognerà mettere l’incidenza del debito su un percorso più prudente e per allinearsi alle nuove regole” del Patto di stabilità e di crescita Ue. Secondo l’Ocse l’aggiustamento dovrebbe includere le misure sovramenzionate, inoltre osservando che sono stati compiuti progressi consistenti con le riforme strutturali lo studio rileva che le spese sui fondi di Nex Generation Eu e del Pnrr risultano in ritardo, elemento che “prevalentemente riflette ritardi nell’attuazione degli investimenti pubblici”.


La revisione del Pnrr, approvata dalle istituzioni europee nel 2023 potrebbe aiutare nel rafforzare l’attuazione “anche focalizzandosi su progetti la cui attuazione per il 2026 resta fattibile. La priorità – conclude l’Ocse – dovrebbe ora essere per il rafforzamento delle capacità di attuazione della pubblica amministrazione, specialmente a livello regionale e comunale”. (fonte immagine: Ocse).

L’Ocse conferma le previsioni di crescita per l’Italia, giù l’inflazione ma aumenta il debito pubblico

L’Ocse conferma le previsioni di crescita per l’Italia, giù l’inflazione ma aumenta il debito pubblicoRoma, 2 mag. (askanews) – L’Ocse ha nuovamente confermato le previsioni di crescita economica dell’Italia: più 0,7% del Pil quest’anno e più 1,2% il prossimo. I dati, contenuti nell’ultimo Economic Outlook, sono in linea con le stime indicate lo scorso 5 febbraio.


“L’alta inflazione negli ultimi due anni ha eroso i redditi reali, le condizioni finanziarie restano restrittive e la maggior parte dei sostegni straordinari legati al Covid e alla crisi dell’energia sono stato revocati – rileva l’ente parigino – pesando su consumi privati e investimenti. La prevista ripresa dei salari reali e l’aumento degli investimenti legato ai fondi di Next Generation Eu (il Pnrr) bilancerà solo in parte questi venti contrari”. Nella scheda sull’Italia l’Ocse parla di un quadro di rischi “ampiamente bilanciato”. Positive le attese sull’inflazione – stimata in drastico ridimensionamento quest’anno all’1,1%, dopo il 5,9% del 2023, e poi al 2% nel 2025 – e sul mercato del lavoro: il tasso di disoccupazione è previsto in continuo calo al 7,4% quest’anno, dal 7,6% del 2023, e poi al 7,3% nel 2025.


Meno positive quelle sui conti pubblici: secondo l’Ocse l’incidenza del debito dell’Italia tornerà ad aumentare quest’anno al 139,1% del Pil, dopo il calo al 137,1% del 2023, e poi ulteriormente al 140% del Pil nel 2025. L’Italia dovrebbe ridurre il rapporto tra deficit bilancio e Pil al 4,4% quest’anno, dal 7,4% del 2023, e poi al 3,8% il prossimo, restando così al di sopra della soglia del 3% prevista dal Patto di stabilità e di crescita dell’Ue.

Ocse conferma previsioni crescita Italia: 2024 +0,7%, 2025 +1,2%

Ocse conferma previsioni crescita Italia: 2024 +0,7%, 2025 +1,2%Roma, 2 mag. (askanews) – L’Ocse ha nuovamente confermato le previsioni di crescita economica dell’Italia: più 0,7% del Pil quest’anno e più 1,2% il prossimo. I dati, contenuti nell’ultimo Economic Outlook, sono in linea con le stime indicate lo scorso 5 febbraio.


“L’alta inflazione negli ultimi due anni ha eroso i redditi reali, le condizioni finanziarie restano restrittive e la maggior parte dei sostegni straordinari legati al Covid e alla crisi dell’energia sono stato revocati – rileva l’ente parigino – pesando su consumi privati e investimenti. La prevista ripresa dei salari reali e l’aumento degli investimenti legato ai fondi di Next Generation Eu (il Pnrr) bilancerà solo in parte questi venti contrari”. Nella scheda sull’Italia l’Ocse parla di un quadro di rischi “ampiamente bilanciato”. Positive le attese sull’inflazione – stimata in drastico ridimensionamento quest’anno all’1,1%, dopo il 5,9% del 2023, e poi al 2% nel 2025 – e sul mercato del lavoro: il tasso di disoccupazione è previsto in continuo calo al 7,4% quest’anno, dal 7,6% del 2023, e poi al 7,3% nel 2025.


Meno positive quelle sui conti pubblici: secondo l’Ocse l’incidenza del debito dell’Italia tornerà ad aumentare quest’anno al 139,1% del Pil, dopo il calo al 137,1% del 2023, e poi ulteriormente al 140% del Pil nel 2025. L’Italia dovrebbe ridurre il rapporto tra deficit bilancio e Pil al 4,4% quest’anno, dal 7,4% del 2023, e poi al 3,8% il prossimo, restando così al di sopra della soglia del 3% prevista dal Patto di stabilità e di crescita dell’Ue.