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L’Ocse conferma le previsioni di crescita per l’Italia, giù l’inflazione ma aumenta il debito pubblico

L’Ocse conferma le previsioni di crescita per l’Italia, giù l’inflazione ma aumenta il debito pubblicoRoma, 2 mag. (askanews) – L’Ocse ha nuovamente confermato le previsioni di crescita economica dell’Italia: più 0,7% del Pil quest’anno e più 1,2% il prossimo. I dati, contenuti nell’ultimo Economic Outlook, sono in linea con le stime indicate lo scorso 5 febbraio.


“L’alta inflazione negli ultimi due anni ha eroso i redditi reali, le condizioni finanziarie restano restrittive e la maggior parte dei sostegni straordinari legati al Covid e alla crisi dell’energia sono stato revocati – rileva l’ente parigino – pesando su consumi privati e investimenti. La prevista ripresa dei salari reali e l’aumento degli investimenti legato ai fondi di Next Generation Eu (il Pnrr) bilancerà solo in parte questi venti contrari”. Nella scheda sull’Italia l’Ocse parla di un quadro di rischi “ampiamente bilanciato”. Positive le attese sull’inflazione – stimata in drastico ridimensionamento quest’anno all’1,1%, dopo il 5,9% del 2023, e poi al 2% nel 2025 – e sul mercato del lavoro: il tasso di disoccupazione è previsto in continuo calo al 7,4% quest’anno, dal 7,6% del 2023, e poi al 7,3% nel 2025.


Meno positive quelle sui conti pubblici: secondo l’Ocse l’incidenza del debito dell’Italia tornerà ad aumentare quest’anno al 139,1% del Pil, dopo il calo al 137,1% del 2023, e poi ulteriormente al 140% del Pil nel 2025. L’Italia dovrebbe ridurre il rapporto tra deficit bilancio e Pil al 4,4% quest’anno, dal 7,4% del 2023, e poi al 3,8% il prossimo, restando così al di sopra della soglia del 3% prevista dal Patto di stabilità e di crescita dell’Ue.

Ocse conferma previsioni crescita Italia: 2024 +0,7%, 2025 +1,2%

Ocse conferma previsioni crescita Italia: 2024 +0,7%, 2025 +1,2%Roma, 2 mag. (askanews) – L’Ocse ha nuovamente confermato le previsioni di crescita economica dell’Italia: più 0,7% del Pil quest’anno e più 1,2% il prossimo. I dati, contenuti nell’ultimo Economic Outlook, sono in linea con le stime indicate lo scorso 5 febbraio.


“L’alta inflazione negli ultimi due anni ha eroso i redditi reali, le condizioni finanziarie restano restrittive e la maggior parte dei sostegni straordinari legati al Covid e alla crisi dell’energia sono stato revocati – rileva l’ente parigino – pesando su consumi privati e investimenti. La prevista ripresa dei salari reali e l’aumento degli investimenti legato ai fondi di Next Generation Eu (il Pnrr) bilancerà solo in parte questi venti contrari”. Nella scheda sull’Italia l’Ocse parla di un quadro di rischi “ampiamente bilanciato”. Positive le attese sull’inflazione – stimata in drastico ridimensionamento quest’anno all’1,1%, dopo il 5,9% del 2023, e poi al 2% nel 2025 – e sul mercato del lavoro: il tasso di disoccupazione è previsto in continuo calo al 7,4% quest’anno, dal 7,6% del 2023, e poi al 7,3% nel 2025.


Meno positive quelle sui conti pubblici: secondo l’Ocse l’incidenza del debito dell’Italia tornerà ad aumentare quest’anno al 139,1% del Pil, dopo il calo al 137,1% del 2023, e poi ulteriormente al 140% del Pil nel 2025. L’Italia dovrebbe ridurre il rapporto tra deficit bilancio e Pil al 4,4% quest’anno, dal 7,4% del 2023, e poi al 3,8% il prossimo, restando così al di sopra della soglia del 3% prevista dal Patto di stabilità e di crescita dell’Ue.

Balneari, il Consiglio di Stato boccia le proroghe: subito le gare Ue

Balneari, il Consiglio di Stato boccia le proroghe: subito le gare UeRoma, 30 apr. (askanews) – Mannaia del Consiglio di Stato sulle nuove proroghe alle concessioni balneari decise da diversi Comuni. Con una sentenza del marzo scorso pubblicata oggi, il massimo organo di giustizia amministrativa esaminando un ricorso dello scorso di un proprietario di stabilimento balneare ha riaffermato con forza la non rinnovabilità delle concessioni scadute lo scorso 31 dicembre e la necessità imperativa di metterle a gara in applicazione della normativa Ue della direttiva Bolkeinstein, richiamando i “principi della Corte di Giustizia Ue, 20 aprile 2023, e a tutta la giurisprudenza europea precedente di dare immediatamente corso alla procedura di gara per assegnare la concessione in un contesto realmente concorrenziale”. L’ottava sezione del Consiglio di Stato, inoltre, nel motivare la sua decisione sottolinea inoltre la necessità anche di aumentare gli spazi di spiaggia libera sulle coste italiane per allinearsi lla direttiva Ue. All’ opposoto di quango sostenuto dalla recente mappatura governativa delle spiagge italiane che invece sosteneva la non scarsitò delle stesse sui nostri litorali.

Bankitalia, rischi su stabilità finanziaria in lieve riduzione

Bankitalia, rischi su stabilità finanziaria in lieve riduzioneRoma, 30 apr. (askanews) – Pur in presenza di forti tensioni geopolitiche a livello internazionale, i rischi per la stabilità finanziaria in Italia sono in lieve riduzione, anche per effetto del favorevole andamento dei mercati. Lo rileva la Banca d’Italia nell’ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria.


Rispetto allo scorso novembre, osserva l’istituzione di Via Nazionale, il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani a dieci anni e quelli tedeschi è diminuito; le condizioni di liquidità sono migliorate ulteriormente, con scambi che a febbraio scorso hanno raggiunto un nuovo massimo storico. Sebbene ancora fragile, il quadro macroeconomico si è stabilizzato, si legge, in un contesto caratterizzato da solidità del mercato del lavoro, consolidamento del processo di disinflazione e miglioramento del saldo delle partite correnti. Le più recenti previsioni prefigurano inoltre un rafforzamento della crescita nella seconda parte dell’anno.


Al tempo stesso, però, il permanere del rapporto tra debito pubblico e Pil su valori elevati rimane tuttavia un fattore di rischio, avverte lo studio, in particolare in caso di sviluppi dell’economia meno favorevoli di quanto atteso.

Bankitalia: condizioni banche buone, azzerato divario Npl con Ue

Bankitalia: condizioni banche buone, azzerato divario Npl con UeRoma, 30 apr. (askanews) – In Italia Le condizioni del sistema bancario si mantengono buone: la redditività è significativamente aumentata e resterebbe alta anche nell’anno in corso. Le grandi banche italiane sono riuscite a chiudere il divario, rispetto alle loro pari dell’eurozona, sulla quota di crediti deteriorati rispetto al totale, corretti per le rettifiche. Le principali fonti di vulnerabilità restano riconducibili sia al potenziale peggioramento della qualità dei prestiti, sui cui però le attese sono per sviluppi gestibili e non allarmanti, sia alle possibili difficoltà di raccolta in una fase di riassorbimento della liquidità in eccesso da parte dell’Eurosistema. Peraltro


E’ il quadro illustrato dalla Banca d’Italia nell’ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria, avvertendo che non si attenuano i rischi legati all’evoluzione della situazione geopolitica internazionale, che potrebbero avere ricadute rilevanti sul quadro macroeconomico. Secondo lo studio, il rapporto tra i crediti deteriorati e il totale dei finanziamenti (non-performing loans ratio, Npl ratio) al netto delle rettifiche è rimasto stabile 1,4 per cento. “Il divario dell’indicatore per i gruppi significativi italiani – si legge – rispetto a quello per il complesso degli intermediari soggetti alla supervisione diretta della Bce si è annullato”.


Dallo scorso giugno, aggiunge Bankitalia, l’ammontare dei prestiti nello “stadio 2” (indicatore di possibili peggioramenti) è rimasto invariato, al di sotto dei livelli osservati a dicembre del 2022; l’incidenza sul totale dei prestiti in bonis è tuttavia lievemente aumentata (di 20 punti base), risultando pari al 9,9 per cento a dicembre del 2023. Il divario tra banche significative e meno significative si è sostanzialmente annullato. L’andamento degli altri indicatori anticipatori del deterioramento ha messo in evidenza deboli segnali di peggioramento della qualità del credito, prosegue Bankitalia. Il tasso di ingresso in arrears – che misura i ritardi di pagamento dei prenditori in bonis – è leggermente aumentato rispetto a giugno sia per i prestiti alle imprese, sia per quelli alle famiglie; per entrambe le controparti è cresciuto in misura maggiore per i finanziamenti a tasso variabile. Con riferimento alle imprese, il tasso di ingresso in arrears è salito maggiormente per il settore delle costruzioni, al 2,4 per cento (dal 2,1 di giugno del 2023).


“Nostre proiezioni coerenti con lo scenario macroeconomico pubblicato ad aprile indicano un graduale incremento del tasso di deterioramento dei prestiti alle imprese, che raggiungerebbe il 2,8 per cento nella media del 2025, guidato dall’aumento dell’onere del debito. Per le famiglie l’indicatore rimarrebbe contenuto, allo 0,9 per cento nel 2025 – dice Bankitalia -. Il tasso di deterioramento resterebbe comunque ben inferiore a quello osservato in passati episodi di crisi sia per le famiglie sia per le imprese. La vulnerabilità delle banche italiane derivante dalle esposizioni al complesso del settore immobiliare si mantiene su livelli contenuti.

Microsoft investirà 1,7 mld usd in infrastrutture IA in Indonesia

Microsoft investirà 1,7 mld usd in infrastrutture IA in IndonesiaNew York, 30 apr. (askanews) – Il gigante del software Microsoft investirà 1,7 miliardi di dollari in infrastrutture cloud e di intelligenza artificiale in Indonesia nei prossimi quattro anni, in vista di un previsto boom della domanda di computer basati sull’IA nel quarto paese più popoloso del mondo.


La notizia è stata comunicata da Microsoft, dopo un incontro tra l’amministratore delegato Satya Nadella e il presidente indonesiano Joko Widodo. L’investimento consentirà di costruire il primo data center della società in Indonesia e segnerà il più grande investimento di Microsoft nel Paese. L’azienda di Bill Gates intende formare 2,5 milioni di persone in tutta la regione sull’intelligenza artificiale, anche in vista di una crescente domanda di servizi di cloud computing. Il numero di progetti pubblici di IA generativa sulla piattaforma di sviluppo GitHub, usata in Indonesia, è triplicato nel 2023. Il ceo di Microsoft Nadella è in viaggio nel sud-est asiatico e nei prossimi giorni incontrerà i leader di Malesia e Thailandia.

Pil eurozona nel primo trimestre cresce dello 0,3%

Pil eurozona nel primo trimestre cresce dello 0,3%Milano, 30 apr. (askanews) – Nel primo trimestre 2024, il Pil è aumentato dello 0,3% sia nell’area dell’euro sia nella Ue rispetto al trimestre precedente, secondo la stima flash preliminare pubblicata da Eurostat. Su base annua, il dato è invece rispettivamente in crescita dello 0,4% e dello 0,5% (dopo il +0,1% nella zona euro e il +0,2% nell’Ue nel trimestre precedente).


Nel quarto trimestre 2023, il Pil era diminuito dello 0,1% nell’area dell’euro ed era rimasto stabile nella Ue.

Inflazione, Istat: ad aprile rallenta a +0,9%

Inflazione, Istat: ad aprile rallenta a +0,9%Roma, 30 apr. (askanews) – Rallenta l’inflazione in Italia. Ad aprile l’inflazione aumenta dello 0,2% su base mensile e dello 0,9% su base annua, in ribasso da +1,2% del mese precedente. E’ la stima provvisoria dell’Istat.


I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base tendenziale (da +2,6% a +2,4%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano (da +2,5% di marzo a +2,7%). Il lieve rallentamento del tasso d’inflazione si deve all’ampliarsi su base tendenziale della flessione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da -10,3% a -13,9%) e alla decelerazione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +4,5% a +2,9%), dei Servizi vari (da +2,3% a +1,8%), dei Beni non durevoli (da +2,0% a +1,5%) e dei Beni alimentari non lavorati (da +2,6% a +2,2%); per contro, si registra un’accelerazione dei prezzi dei Tabacchi (da +1,9% a +3,3%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,2% a +3,8%) e dei Beni energetici regolamentati (con inversione di tendenza da -13,8% a +0,8%).


L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,6% per l’indice generale e a +1,7% per la componente di fondo.

Stellantis, sindacati: a Pomigliano massiccia adesione a sciopero

Stellantis, sindacati: a Pomigliano massiccia adesione a scioperoNapoli, 30 apr. (askanews) – Massiccia adesione allo sciopero indetto alla Stellantis di Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli. Dopo mesi in cui Fim, Uilm, Fismic e Uglm hanno denunciato “innumerevoli episodi di scarsa sicurezza”, i lavoratori hanno incrociato le braccia bloccando, di fatto, la produzione del sito industriale campano.


“L’adesione delle lavoratrici e dei lavoratori del Gianbattista Vico di Pomigliano d’Arco allo sciopero proclamato oggi, è un grandissimo esempio di maturità, frutto di chi quotidianamente vive la vita di fabbrica. La salute e la sicurezza non sono uno slogan e non saranno mai subordinate a nessuna riduzione di costi, logica industriale o di mercato”, sottolineano in una nota, RSA e RLS di Fim, Uilm, Fismic e Uglm che invitano l’azienda “a prendere atto di questa enorme dimostrazione di compattezza”. “Si dia ascolto a chi da anni, responsabilmente, ha reso il Gb Vico un fiore all’occhiello prima di Fca e poi di Stellantis perché solo con l’ascolto e l’unità di intenti si va avanti – aggiungono i rappresentanti sindacali – Siamo rimasti basiti dell’atteggiamento di chi, in maniera vergognosa, ha forzato il presidio posto ai cancelli dello stabilimento. Nella storia non ricordiamo un evento del genere. Spiacenti per loro perché hanno scritto una brutta pagina del sindacato italiano”.


“Abbiamo bisogno di garanzie certe per il futuro – evidenziano il segretario generale Uilm Campania, Crescenzo Auriemma e il segretario territoriale Uilm Campania, Giuseppe D’Alterio – sulla sicurezza non possiamo più transigere. Tutto il Paese è impegnato contro la piaga dei morti sul lavoro, il management di Stellantis non può fingere di non sapere. Oggi è il crocevia di un nuovo modello di relazioni sindacali che garantisca tutti i dipendenti e il futuro dell’area campana”. Il presidio durerà l’intera giornata e interesserà tutti i turni di lavoro.

Inflazione media eurozona resta stabile al 2,4% ad aprile

Inflazione media eurozona resta stabile al 2,4% ad aprileRoma, 30 apr. (askanews) – Inflazione media stabile al 2,4% ad aprile nell’area euro, secondo la stima preliminare pubblicata da Eurostat. Il dato giunge dopo che alcuni paesi hanno riportato valori leggermente superiori al previsto, ma per l’insieme dell’unione valutaria il livello di crescita dei prezzi al consumo non ha segnato variazioni (né ulteriori cali). Tra marzo e aprile mediamente i prezzi sono cresciuti dello 0,6%.


Eurostat, poi, riporta che l’inflazione di fondo, l’indice depurato da energia, alimentari e altri voci volatili ha segnato un ulteriore calmieramento ad aprile, al 2,7% su base annua a fronte del 2,9% di marzo. Questi dati verranno attentamente osservati dalla Bce, dalla quale è atteso un primo taglio dei tassi di interesse per l’eurozona al Consiglio direttivo del 6 giugno. L’istituzione punta ad avere una inflazione al 2% e al momento prevede che rientri a questo livello nel 2025, ma a giugno aggiornerà le sue stime.