Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Dombrosvkis: ci sono le condizioni per una ripresa Ue quest’anno

Dombrosvkis: ci sono le condizioni per una ripresa Ue quest’annoRoma, 12 apr. (askanews) – In Europa “l’inflazione continua il suo percorso di calo, sostenendo i redditi reali e i consumi interni. Il clima di fiducia delle imprese sta lentamente migliorando, ci sono le condizioni per una ripresa durante quest’anno”. Lo ha affermato il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis nella conferenza stampa al termine dell’Ecofin.


“Ciò detto le prospettive restano soggette a rischi e all’incertezza. A metà maggio – ha annunciato – presenteremo le nostre previsioni economiche aggiornate”.

Consob, il nodo dei 400 mld bond italiani con ‘passaporto’ estero

Consob, il nodo dei 400 mld bond italiani con ‘passaporto’ esteroRoma, 12 apr. (askanews) – Prospetti informativi con tempi “certi e più rapidi”, elaborarti con formato internazionale e anche in lingua inglese; allineamenti alle procedure delle migliori pratiche seguite in Europa, con costi ridotti e conoscibili ex ante, e quindi dando certezza anche su questo versante alle emittenti. Sono i punti chiave delle azioni messe in campo dalla Consob per favorire un ritorno nella Penisola di emittenti di obbligazioni italiane, che negli ultimi anni si sono rivolte sempre più alle controparti di altri Paesi Ue, in particolare Irlanda e Lussemburgo, per ottenere questi prospetti.


Lo ha spiegato Federico Cornelli, consigliere Consob aprendo i lavori della conferenza “Italian Debt Capital Market”, organizzata a Roma dall’Autorità di vigilanza assieme a Borsa Italiana, con al centro il tema delle iniziative per migliorare la competitività e l’accesso al mercato nella Penisola. “Abbiamo un numero molto rilevante di bond emessi da emittenti italiane, ma che sono ‘passaportati’ da qualche altra parte, principalmente in Irlanda e Lussemburgo, e quindi quotati altrove”, ha spiegato.


Secondo gli ultimi dati dell’autorità, sul totale di bond di emittenti italiane oltre il 65% hanno “codice Paese” non italiani: risulta un volume di bond outstanding emessi da emittenti italiane per un controvalore totale pari a circa 617 miliardi di euro di cui quelle con country code IT hanno un controvalore di circa 213 miliardi di euro (34,52% del totale), quelle con country code non IT un controvalore di circa 404 miliardi di euro (65,48% del totale). Questi circa 400 miliardi di euro rappresentano, secondo la Consob, un indicatore del controvalore dei bond emessi da società italiane quotati su mercati esteri.


“Alcuni paesi hanno vantaggi fiscali, ma ci sono anche applicazioni normative diverse che cerchiamo in qualche modo di correggere – ha proseguito il consigliere Consob -. Ci siamo quindi chiesti cosa possiamo fare, posto che noi siamo una autorità non un legislatore, per capire come rendere il percorso verso la quotazione più facile”. Ai lavori è intervento l’amministratore delegato di Borsa Italiana, Fabrizio Testa, rivedicando che nella Penisola “sicuramente le qualità ce le abbiamo”, ad esempio “Mts è una delle grandi eccellenze a livello europeo”.


Ma “nel corso degli anni abbiamo creato un po’ di elementi che ci hanno allontanato dalle best practices di altri paesi, e alcune emittenti hanno iniziato a guardare ad altre piazze con condizioni più favorevoli”. Poi nel 2021 è stata creata una task force dal Mef che ha lavorato su vari filoni. “Tempi, costi, certezza su entrambi – ha spiegato Testa – per poter avere operazioni in linea con il mercato Ue. Oggi presentiamo non un punto di arrivo ma un primo grande passo che affronta delle tematiche che sentivamo venire sempre più forti dai commenti delle emittenti e da coloro che le accompagnano all’emissione di bond”. (foto da sito ufficiale Consob)

Gentiloni: la realtà spingerà ad accettare nuovo debito comune

Gentiloni: la realtà spingerà ad accettare nuovo debito comuneLussemburgo, 12 apr. (askanews) – Nell’Ue, “sta andando avanti da diversi mesi la discussione su possibili nuovi finanziamenti comuni per obiettivi comuni”, sul modello di quanto è stato fatto con il “NextGenerationEU” (Ngeu), e sebbene le discussioni non siano facili, sarà “la realtà” che spingerà i leader europei ad accettare “una nuova decisione di utilizzo di risorse comuni per obiettivi comuni”. Lo ha affermato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, parlando ai giornalisti al suo arrivo alla riunione dell’Ecofin oggi a Lussemburgo.


La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen “qualche mese fa propose, ricorderete, un fondo per la sovranità europea. Le condizioni politiche tra i leader nel Consiglio europeo per raggiungere già un’intesa in questi giorni, in queste settimane, non sono facili. Ma purtroppo – ha detto Gentiloni – la realtà spingerà certamente nei prossimi mesi, forse sarà con la prossima Commissione, vedremo, ad arrivare alla fine a una nuova decisione di utilizzo di risorse comuni per obiettivi comuni, perché la realtà spinge in questa direzione”. Durante l’Ecofin di oggi, ha continuato il commissario, “credo che si parlerà soprattutto di come sono andate le cose nella prima metà” del periodo di attuazione del Ngeu. “Ma già nell’ultimo Consiglio europeo la discussione è stata aperta, e forse lo sarà anche nei prossimi, soprattutto sulla difesa”, ovvero sulla possibilità di utilizzare lo strumento del debito comune per finanziare gli investimenti nel settore.


“Io sono fiducioso che la consapevolezza della necessità di investimenti pubblici comuni è molto forte, ma le opinioni diverse ci sono, e non sono ancora, credo, superate”, ha ribadito Gentiloni. A un giornalista che chiedeva che cosa dovrà essere fatto perché il Ngeu sia un successo, e questo possa poi tradursi nella decisione di replicarne il metodo del debito comune per altri obiettivi comuni, il commissario ha risposto: “Già oggi possiamo dire che il Ngeu è stato un successo, perché appena introdotto ha stabilizzato i mercati, ha evitato grandi differenze tra i paesi, ha dato la possibilità di rispondere alla crisi della pandemia anche ai paesi che avevano uno spazio di bilancio più limitato. E vediamo che oggi la mappa della crescita in Europa è diversa da quella che era alcuni anni fa, e quindi i paesi che tradizionalmente avevano livelli di crescita più bassa hanno avuto invece delle performance migliori”.


“Questo – ha continuato Gentiloni – è già un buon risultato che il Ngeu ha portato a casa. Ma la valutazione finale, complessiva, si fa alla fine; e per arrivare a questa valutazione positiva alla fine bisogna semplicemente raggiungere nella maggior parte dei casi, nella maggior parte dei paesi, gli obiettivi. Ricordiamo che finora dei circa 700 miliardi di euro a disposizione ne abbiamo erogati soltanto 225, e che non tutti questi quattrini che sono arrivati ai paesi si sono già tradotti sul terreno in investimenti”. “Quindi l’impatto di questa operazione, che porterà a miglioramenti della crescita nei prossimi anni, si vedrà ancora e forse soprattutto negli anni a venire. Perciò, non bisogna, come si dice, abbassare la guardia, ma continuare a lavorare”, ha concluso Gentiloni.

Gentiloni: finora il Pnrr è un successo, ma dovrà esserlo alla fine

Gentiloni: finora il Pnrr è un successo, ma dovrà esserlo alla fineLussemburgo, 12 apr. (askanews) – I ministri finanziari dell’Ue avranno oggi alla riunione dell’Ecofin a Lussemburgo una discussione sulla valutazione di mezzo percorso del ‘NextGenerationEU’ (Ngeu) e del Fondo europeo per la ripresa e la resilienza (Rrf), che finanzia i Pnrr degli Stati membri, sul il fatto che finora sia stato un successo, ma anche sulla necessità che continui a esserlo fino alla fine, perché questo fornirà un forte sostegno all’idea che il metodo dei “prestiti comuni per obiettivi comuni” possa essere replicato per altri investimenti necessari nell’Ue, in particolare per l’industria della difesa e per la doppia transizione verde e digitale. Lo ha ribadito stamattina con forza e chiarezza il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, parlando alla stampa al suo arrivo all’Ecofin.


“Da parte della Commissione – ha detto Gentiloni – possiamo già dire che il Ngeu è stata una storia di successo: ricordiamo tutti la situazione in cui eravamo quattro anni fa, quando arrivò la prima proposta della Commissione. Oggi sappiamo che il Ngeu è stato straordinariamente importante per rendere possibile che questa crisi senza procedenti non creasse frammentazione, grandi differenze nel mercato unico”. “La reazione dei mercati – ha ricordato il commissario – è stata molto positiva fin dall’inizio; è stato fornito un forte margine di bilancio a paesi che avevano uno spazio di bilancio limitato; il ‘rimbalzo’, se ricordiamo il livello della crescita in Europa nel 2022, è stato impressionante, più forte che in Usa e in Cina. E poi, dopo l’invasione russa dell’Ucraina, il Ngeu ha anche provato di essere piuttosto flessibile, perché siamo stati in grado di riadattare lo strumento, i capitoli dei Pnrr, a questa nuova crisi”.


Insomma, “finora tutto bene: 225 miliardi di euro sono stati erogati”, ma “naturalmente con pesanti oneri amministrativi, che erano inevitabili: perché – ha spiegato Gentiloni – era la prima volta che avevamo dei finanziamenti europei basati su obiettivi, tappe intermedie, ‘performance’ degli Stati membri; su questo, penso che possiamo parzialmente semplificare le nostre regole, cercando di ridurre questi oneri amministrativi”. “Il successo di questa storia sarà valutato completamente alla fine, perché abbiamo bisogno ancora di molti sforzi per raggiungere gli obiettivi, le tappe intermedie, le riforme e gli investimenti” dei Pnrr dei diversi paesi Ue. Comunque, ha sottolineato Gentiloni, “questo successo è dal mio punto di vista estremamente importante per ciò che significa per il metodo che abbiamo usato per il Ngeu, cioè mettere in comune delle risorse per degli obiettivi comuni”, per vedere “se può essere replicato per altri obiettivi con altre tempistiche”.


“Ma naturalmente il successo del Ngeu è essenziale per sostenere l’idea che questi prestiti comuni per obiettivi comuni possono essere replicati di nuovo, che è il mio punto di vista. E credo – ha indicato il commissario – che le discussioni che stanno andando avanti sulla difesa mostrino che abbiamo bisogno di questo tipo di strumenti comuni, e poi c’è una montagna” di investimenti necessari altri settori, come “le transizioni green e digitale”. “Naturalmente, il capitale privato viene prima di tutto, ma il sostegno pubblico sarà necessario. Per questo la valutazione di mezzo percorso sarà importante, ma la seconda parte di questo sforzo sarà anche importante”, ha concluso Gentiloni.

Dl Pnrr, ok patente a punti settore edile con autocertificazione

Dl Pnrr, ok patente a punti settore edile con autocertificazioneRoma, 12 apr. (askanews) – Novità per la cosiddetta ‘patente a punti’ nel settore edile che serve alla qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi. Si ottiene con autocertificazione dei requisiti e potrà essere estesa ad altri ambiti con un decreto ministeriale sentiti i sindacati e le organizzazioni datoriali. Modificata anche la tabella della decurtazione dei punti nella parte che riguarda gli infornuti che portano a inabilità.


La norma, inserita nel decreto sul Pnrr, è stata modificata con un emendamento, approvato in Commissione bilancio alla Camera, frutto di una riformulazione di numerosi emendamenti parlamentari. Le opposizioni hanno votato contro l’emendamento criticando la nuova tabella sul taglio dei punti, giudicata alleggerita, e quella che considerano una ‘delega in bianco’ al governo per la fissazione dell’ammontare dei punti aggiuntivi e per le modalità di recupero. La patente a punti, che si applica dal primo ottobre 2024, è obbligatoria per le imprese e i lavoratori autonomi che operano in cantieri edili temporanei o mobili. Sono esclusi dall’obbligo le imprese che effettuano soltanto forniture o prestazioni di natura intellettuale, ad esempio ingegneristiche. In futuro potrà essere applicata ad altri settori, ma questa decisione, come ha spiegato ieri il Ministro del lavoro, Marina Calderone, sarà eventualmente assunta sentiti i sindacati e le organizzazioni dei datori di lavoro.


L’emendamento definisce più dettagliatamente i requisiti necessari per il rilascio della patente da parte dell’Ispettorato nazionale del lavoro. Si va dall’iscrizione alla Camera di Commercio, all’adempimento degli obblighi formativi, al possesso del Durc in corso di validità, del documento di valutazione dei rischi e di quello sulla regolarità fiscale. Il possesso dei requisiti è autocertificato. In caso di dichiarazione non veritiera sui requisiti, accertata in successivi controlli, la patente è revocata.


La patente parte con 30 punti, che potranno aumentare in base a criteri che saranno definiti da un decreto del Ministero del lavoro (appunto la delega in bianco criticata dalle opposizioni) e che terranno conto, tra l’altro, del numero dei dipendenti, della storia dell’impresa e della formazione. Con lo stesso decreto saranno stabilite le modalità di recupero dei punti. Con un numero di punti inferiore a 15 le imprese non possono operare. Quanto alla decurtazione dei crediti, prevista in una tabella allegata all’emendamento, si prevede la perdita di 5 punti per inabilità temporanea che comporta l’astensione dal lavoro per più di 60 giorni, il taglio di 8 punti per inabilità permanente al lavoro parziale e 15 punti per inabilità permanente assoluta. La precedente versione della tabella prevedeva il taglio di 10 punti per inabilità temporanea assoluta e 15 punti per inabilità permanente assoluta o parziale.


In mancanza della patente, o del documento equivalente in caso di imprese straniere, o con una patente con meno di 15 punti, si applica una sanzione amministrativa pari al 10% del valore dei lavori e comunque non inferiore a 6.000 euro. Novità anche per le imprese in possesso di attestato di qualificazione Soa, che nel decreto erano esentate dalla patente. Con l’emendamento approvato non sono tenute all’obbligo della patente solo le imprese che hanno una qualificazione Soa particolarmente elevata (superiore alla III).

G7 Trasporti, Salvini: troppi no frenano sviluppo in Italia

G7 Trasporti, Salvini: troppi no frenano sviluppo in ItaliaMilano, 12 apr. (askanews) – Troppi no frenano lo sviluppo. È il concetto espresso dal Ministro Matteo Salvini intervenendo al G7 Trasporti in corso a Milano. “Per ogni opera pubblica, in Italia spunta qualche comitato del No. Per questo, negli ultimi anni è stato difficile investire”. Lo fa sapere il Mit.


Parlando ai colleghi Ministri, Salvini ha sottolineato: “i comitati del no ritengono le nuove infrastrutture inutili, obsolete, dannose per l’ambiente. E il giudizio non cambia nemmeno per infrastrutture strategiche come la Tav o il ponte sullo stretto di Messina che invece avranno effetti positivi a cascata”.

Bce: se calo inflazione continua appriorato smorzare freno tassi

Bce: se calo inflazione continua appriorato smorzare freno tassiRoma, 11 apr. (askanews) – La Banca centrale europea ha confermato come da attese i tassi di interesse ufficiali per l’area euro, ma ha contestualmente lanciato un nuovo esplicito segnale sul suo orientamento a operare un taglio a breve termine. Se l’inflazione continuerà a convergere stabilmente verso l’obiettivo del 2% “sarebbe opportuno (appropriato, in inglese) ridurre l’attuale livello di restrizione della politica monetaria”, recita il comunicato diffuso al termine del Consiglio direttivo.


Una formula interpretabile come una conferma dei propositi di un taglio a giugno. La conferenza stampa esplicativa della presidente, Christine Lagarde, ha offerto pochi spunti supplementari, più che altro in chiave restrittiva. Sui tassi “non ci stiamo impegnando preventivamente su un percorso specifico”, ha puntualizzato. Elemento che da un lato fa presagire che l’istituzione si muoverà a piccoli passi e con cautela. Il taglio di giugno, se alla fine verrà deciso, con ogni probabilità sarà di 25 punti base. Dall’altro fa capire che le mosse successive sono tutte da stabilire.


Anche perché la Bce si trova nella scomoda posizione di procedere a questo ammorbidimento mentre la Federal Reserve, la Banca centrale degli Stati Uniti, sembra invece sempre più orientata a rinviare misure analoghe. A marzo, infatti, mentre l’inflazione nell’area euro si è ulteriormente attenuata al 2,4%, negli Stati Uniti è risalita a sorpresa al 3,5%. E pur confermando che la Bce assume le sue decisioni sulla base dei dati che concernono l’area euro, Lagarde ha fatto ricorso ad alcune sfumature: “ho detto in passato che siamo legati ai dati e non alla Fed, ma ovviamente qualunque cosa accada negli Usa ci interessa e se ne terrà conto nelle previsioni che aggiorneremo a giugno – ha avvertito -. Gli Stati Uniti sono un mercato molto grande e un polo finanziario globale, tutto questo si incorpora nelle nostre stime”.


E’ vero che nel Consiglio c’è anche chi vorrebbe un atteggiamento più audace verso l’allentamento del freno monetario, ma a sentire Lagarde si tratta di una minoranza esigua: alla riunione di oggi “alcuni, pochi, governatori si sentivano abbastanza fiduciosi” da procedere con un primo taglio dei tassi, ma poi “si sono allineati con una ampia maggioranza di esponenti, che vogliono vedere ulteriori elementi” prima di procedere. Le Borse Ue hanno chiudo in calo, l’euro è brevemente sceso sotto 1,07 dollari, sui minimi da quasi due mesi, ma poi è in parte risalito e in serata si scambia a 1,0730. Il tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento resta quindi al 4,50%, il tasso sulle operazioni marginali al 4,75% e quello sui depositi delle banche commerciali presso la stessa Bce al 4%. La prossima riunione operativa si svolgerà il 6 giugno e, contestualmente, la Bce aggiornerà le sue previsioni su economia e inflazione. (di Roberto Vozzi). (fonte immagine: European Central Bank 2024).

Inflazione, Gentiloni: calo è buona notizia per famiglie e economia

Inflazione, Gentiloni: calo è buona notizia per famiglie e economiaRoma, 11 apr. (askanews) – Nell’area euro l’inflazione continua a moderarsi dallo scorso ottobre, “per raggiungere il 2,4% a marzo, la riduzione è stata su scala diffusa e ci attendiamo che continui in questa traiettoria nei prossimi prossimi trimestri. È una buona notizia per le nostre famiglie e per il rafforzamento dell’economia nella seconda metà dell’anno, che come sapete quello che ci attendiamo”. Lo ha affermato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni nella conferenza stampa al termine dell’Eurogruppo.


“Riteniamo che ci siano sia rischi a rialzo che rischi al ribasso per queste prospettive di inflazione. Nello scenario di base – ha proseguito – dovrebbe rientrare all’obiettivo della Bce. Ci sono rischi che il processo disinflazionistico possa rallentare e ci sono rischi che l’inflazione possa calare oltre l’obiettivo (overshoot)”, perché le tensioni geopolitiche potrebbero pensare sulla domanda aggregata. “Ma complessivamente siamo fiduciosi che l’inflazione continuerà a calare”. Gentiloni ha però notato che negli Usa “abbiamo visto ieri dati sull’inflazione in cui è risalita al 3,5% a marzo. Questo è certamente qualcosa che continueremo a guardare da vicino”, ha detto.

Titoli Stato, Mef annuncia nuova emissione Btp Valore dal 6 maggio

Titoli Stato, Mef annuncia nuova emissione Btp Valore dal 6 maggioRoma, 11 apr. (askanews) – Il Ministero dell’Economia e delle finanze annuncia la quarta emissione del BTP Valore che avrà luogo da lunedì 6 maggio a venerdì 10 maggio (fino alle ore 13), salvo chiusura anticipata.


Il titolo avrà durata di sei anni con cedole pagate ogni tre mesi con rendimenti prefissati e crescenti nel tempo sulla base di un meccanismo “step up” di 3+3 anni. I tassi minimi saranno annunciati il 3 maggio. Il premio finale extra sarà pari allo 0,8% per chi lo acquista durante i giorni di collocamento e lo detiene fino alla scadenza. “Questa emissione speciale – spiega il Mef – offre l’opportunità di investire in uno strumento di grande successo come il BTP Valore, sia a chi non ha ancora avuto modo di sottoscriverlo nel precedente collocamento, sia a tutti i piccoli risparmiatori e affini a cui è dedicato”. (segue)

I balneari: no all’applicazione distorta della Bolkestein

I balneari: no all’applicazione distorta della BolkesteinRoma, 11 apr. (askanews) – Ribadire la validità della mappatura svolta dal Governo italiano e condivisa con la Commissione Europea, che pone le basi per una maggiore competizione, valorizzando vaste aree a potenziale vocazione turistica del Paese ancora libere: in occasione della giornata nazionale del mare, questo è l’appello lanciato da Assobalneari Italia aderente a Federturismo Confindustria e Base Balneare con Donnedamare nel corso delle conferenze stampa tenutesi questa mattina, presso la Camera dei Deputati di Roma e il Parlamento Europeo di Bruxelles. Un messaggio che mira a tutelare un comparto che conta oltre 10.000 stabilimenti che danno lavoro a oltre 44.000 persone e che, anche con l’indotto generato, fornisce un significativo contributo economico e d’immagine a uno dei settori, quello del turismo, traino dell’economia italiana.


Due appuntamenti che sono stati organizzati anche alla luce della preoccupazione per l’orientamento della Commissione Europea, che attraverso la propria ipotesi di mappatura, ha l’intento di favorire l’insediamento di multinazionali e operatori finanziari. La mappatura quantitativa proposta dal Governo e illustrata da una delegazione governativa nel corso di un recente incontro a Bruxelles, creerà nuove opportunità di sviluppo nel comparto dell’accoglienza e dei servizi turistici, attraverso la creazione di nuovi insediamenti balneari che possano essere motore di nuova occupazione, nuovo sviluppo economico, maggiore tutela ambientale e sicurezza.


“Riteniamo che, come dimostrato in sede di mappatura, la maggior parte delle spiagge italiane sono disponibili per l’insediamento di nuove imprese: pertanto la direttiva Bolkestein che regola la concorrenza non dev’essere applicata, perché la scarsità di risorse non sussiste. L’Unione Europea insiste sulla necessità di adottare procedure competitive, ma noi riteniamo che ci sia spazio sufficiente per nuove imprese, le quali devono potersi collocare dove non vi siano già imprese storiche che possano avere garanzia di continuità del proprio operato. Continueremo a impegnarci affinché il dialogo si riapra e la categoria sia tutelata”, ha dichiarato Maurizio Gasparri, Presidente del Gruppo Forza Italia al Senato. “Riteniamo che la mappatura delle spiagge italiane presenti tutti gli elementi per una corretta applicazione della Bolkestein, che prevede che dove non vi sia scarsità di risorse non ci sia necessità di andare all’asta, proprio perché c’è ampia disponibilità di spazi ancora liberi. Diversamente, è oggettivo il rischio che grandi gruppi imprenditoriali estranei al settore possano decidere di investire sulle nostre concessioni balneari già in essere, beneficiando di un avviamento e di investimenti già fatti da altri. Ciò produrrebbe, tra le altre cose, una perdita di specificità tipica del nostro settore balneare che realmente crea valore per il nostro territorio e la nostra economia. È necessario fare attenzione perché, per la specifica conformazione del nostro Paese, le nostre coste rappresentano anche i nostri confini nazionali. È necessaria prudenza e senso della misura.” ha dichiarato Deborah Bergamini, Deputata di Forza Italia.


“Il governo ha svolto un lavoro importante con l’istituzione del tavolo tecnico e con la mappatura che ha coinvolto tutti i Ministeri interessati. Un’attività che nessuno aveva mai svolto prima e che deve essere completata, ma che già oggi dimostra la non scarsità della risorsa naturale e la disponibilità di nuove aree da assegnare in concessione per portare sviluppo e crescita alla nostra industria turistica. Su questa base si è aperta l’interlocuzione con la Commissione europea, imprescindibile per la definizione di una norma di riordino che superi le iniziative dei Comuni, le sentenze dei tribunali e i rilievi del Quirinale, in modo da essere recepita da tutte le amministrazioni e riconosciuta dalle magistrature interessate. Gli operatori, le cui preoccupazioni comprendiamo e condividiamo, sanno perfettamente che senza questa azione del governo Meloni la strada sarebbe già stata segnata. Andiamo avanti per garantire la massima tutela a chi, con i propri investimenti e il proprio impegno, ha fatto della balneazione attrezzata un’eccellenza del turismo italiano”, ha commentato Carlo Fidanza, Capodelegazione di Fratelli D’Italia al Parlamento Europeo. “La contestazione che ci arriva dall’Europa ci lascia perplessi, perché il lavoro svolto non può essere né disconosciuto, né contestato. La nostra proposta è che si proceda con una norma che cristallizzi il dato emerso della mappatura. L’Ue lo critica appigliandosi al pregio di alcune zone rispetto ad altre e alla conformazione morfologica delle coste, ma in realtà abbiamo verificato – anche con l’ausilio di Ispra – che in molti tratti rocciosi ci sono concessioni di vario tipo: non c’è dunque scarsità di risorse”, ha aggiunto Riccardo Zucconi, deputato di Fratelli D’Italia.


“Il grande lavoro svolto con la mappatura delle spiagge italiane e l’impegno dimostrato sulle concessioni hanno dato concretezza a un principio che la Lega ha sempre difeso: garantire diritti e futuro a migliaia di famiglie nel settore balneare. Non possiamo accettare che il duro lavoro, l’impegno e gli investimenti di tanti piccoli imprenditori italiani vengano mortificati. La battaglia per proteggere il nostro patrimonio imprenditoriale continuerà, e crediamo che sia indispensabile una norma dove vengano inserite le risultanze della mappatura per sancire la non scarsità della risorsa e consolidare il lavoro fatto dal MIT e dal ministro Salvini. Gli imprenditori e le aziende avranno ancora il nostro sostegno. Oggi dobbiamo continuare a difendere il principio della disponibilità della risorsa. Mettere in difficoltà il settore balneare significa mettere in difficoltà gran parte dell’industria turistica”, ha dichiarato Elisa Montemagni, deputata della Lega. “Lanciamo un appello forte a nome di tutti i balneari italiani ribadendo la nostra contrarietà alla posizione della Commissione Europea. L’applicazione distorta della Bolkestein lede gli interessi del nostro Paese, non solo perché impedisce la valorizzazione di nuovi territori con una vocazione turistica oggi ancora inespressa, ma anche perché rischia di gettare nell’incertezza lavorativa decine di migliaia di persone. Ringraziamo il Governo italiano per aver capito questa necessità e per essere al nostro fianco per elaborare una norma che difenda un settore vitale per l’economia del Paese e favorisca lo sviluppo economico di nuove aree turistiche ancora libere”, hanno concluso il presidente di Assobalneari Italia aderente a Federturismo Confindustria, Fabrizio Licordari, e la presidedente di Base Balneare con Donnemare, Bettina Bolla.