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Sicurezza sul lavoro, giovedì sciopero Cgil-Uil. In Emilia raddoppia la protesta

Sicurezza sul lavoro, giovedì sciopero Cgil-Uil. In Emilia raddoppia la protestaRoma, 10 apr. (askanews) – Domani è il giorno dello sciopero generale di Cgil e Uil per sollecitare il governo ad adottare misure più incisive sulla sicurezza sul lavoro. La protesta sarà di 4 ore in nei settori privati (il comparto pubblico è escluso, mentre nell’edilizia sarà di 8 ore). Lo sciopero, segnato dalla tragedia nella centrale elettrica di Suviana (Bologna), si articolerà con manifestazioni nei territori.


Dopo l’ennesima strage le due confederazioni sindacali hanno deciso di estendere a 8 ore l’astensione dal lavoro in Emilia Romagna, sia nel privato che nel pubblico, con un’iniziativa in piazza XX settembre a Bologna (ore 9). Con la stessa motivazione i metalmeccanici di Fiom e Uilm Milano avevano deciso di incrociare le braccia per 8 ore. Il prefetto ha però precettato i dipendenti dell’Atm a causa della concomitanza con la presenza in città dei ministri dei Trasporti del G7 e della partita di calcio tra Milan e Roma per l’andata dei quarti di finale dell’Europa League. I lavoratori di Trenord (servizio regionale ferroviario) potranno invece aderire allo sciopero. La piattaforma rivendicativa ha tre obiettivi: zero morti sul lavoro, una giusta riforma fiscale, un nuovo modello sociale di fare impresa. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, concluderà la manifestazione di Brescia. E’ previsto un corteo, con concentramento in piazzale Cesare Battisti alle 8.30, che attraverserà le vie della città e arriverà in piazza Paolo VI dove il leader sindacale terrà il comizio conclusivo.


Il numero uno della Uil, Pierpaolo Bombardieri, sarà invece a Roma dove, con inizio alle 10, terrà un’assemblea con i lavoratori del settore trasporti all’interno del deposito Atac di Grottarossa in via della Stazione di Grottarossa. Nel trasporto ferroviario lo sciopero per gli addetti alla circolazione dei treni è dalle 9.01 alle 13. Viene assicurata la fascia di garanzia tra le 6 e le 9. I lavoratori degli appalti ferroviari di terra e viaggiante si fermeranno per il secondo mezzo turno di lavoro. Trenitalia e Italo riferiscono che Frecce e Intercity circoleranno regolarmente. Nel trasporto pubblico locale lo stop sarà di 4 ore nel rispetto delle fasce di garanzia. A Roma metro, tram e bus si fermeranno dalle 20 a mezzanotte; Torino 18-22; Bologna 13-16.30; Genova 13-17; Firenze 18-22; Napoli 9-13; Bari 19.30-23.30. Nel trasporto marittimo il personale di bordo si asterrà dal lavoro nella prima metà della giornata. Dallo sciopero è escluso l’intero settore del trasporto aereo.

Lavoro, domani sciopero Cgil-Uil: in Emilia raddoppia protesta

Lavoro, domani sciopero Cgil-Uil: in Emilia raddoppia protestaRoma, 10 apr. (askanews) – Domani è il giorno dello sciopero generale di Cgil e Uil per sollecitare il governo ad adottare misure più incisive sulla sicurezza sul lavoro. La protesta sarà di 4 ore in nei settori privati (il comparto pubblico è escluso, mentre nell’edilizia sarà di 8 ore). Lo sciopero, segnato dalla tragedia nella centrale elettrica di Suviana (Bologna), si articolerà con manifestazioni nei territori.


Dopo l’ennesima strage le due confederazioni sindacali hanno deciso di estendere a 8 ore l’astensione dal lavoro in Emilia Romagna, sia nel privato che nel pubblico, con un’iniziativa in piazza XX settembre a Bologna (ore 9). Con la stessa motivazione i metalmeccanici di Fiom e Uilm Milano avevano deciso di incrociare le braccia per 8 ore. Il prefetto ha però precettato i dipendenti dell’Atm a causa della concomitanza con la presenza in città dei ministri dei Trasporti del G7 e della partita di calcio tra Milan e Roma per l’andata dei quarti di finale dell’Europa League. I lavoratori di Trenord (servizio regionale ferroviario) potranno invece aderire allo sciopero. La piattaforma rivendicativa ha tre obiettivi: zero morti sul lavoro, una giusta riforma fiscale, un nuovo modello sociale di fare impresa. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, concluderà la manifestazione di Brescia. E’ previsto un corteo, con concentramento in piazzale Cesare Battisti alle 8.30, che attraverserà le vie della città e arriverà in piazza Paolo VI dove il leader sindacale terrà il comizio conclusivo.


Il numero uno della Uil, Pierpaolo Bombardieri, sarà invece a Roma dove, con inizio alle 10, terrà un’assemblea con i lavoratori del settore trasporti all’interno del deposito Atac di Grottarossa in via della Stazione di Grottarossa. Nel trasporto ferroviario lo sciopero per gli addetti alla circolazione dei treni è dalle 9.01 alle 13. Viene assicurata la fascia di garanzia tra le 6 e le 9. I lavoratori degli appalti ferroviari di terra e viaggiante si fermeranno per il secondo mezzo turno di lavoro. Trenitalia e Italo riferiscono che Frecce e Intercity circoleranno regolarmente. Nel trasporto pubblico locale lo stop sarà di 4 ore nel rispetto delle fasce di garanzia. A Roma metro, tram e bus si fermeranno dalle 20 a mezzanotte; Torino 18-22; Bologna 13-16.30; Genova 13-17; Firenze 18-22; Napoli 9-13; Bari 19.30-23.30. Nel trasporto marittimo il personale di bordo si asterrà dal lavoro nella prima metà della giornata. Dallo sciopero è escluso l’intero settore del trasporto aereo.

Gli immigrati in agricoltura sono il 32% della manodopera. Ma c’è l’ombra del caporalato

Gli immigrati in agricoltura sono il 32% della manodopera. Ma c’è l’ombra del caporalatoRoma, 10 apr. (askanews) – Gli immigrati che lavorano regolarmente in Italia sono stimati dall’Istat in 2,4 milioni circa, più del 10% degli occupati. In agricoltura, però, il loro contributo è certamente più rilevante di questo valore medio: gli stranieri occupati nel settore sono quasi 362.000 alla fine del 2022 e coprono il 31,7% delle giornate di lavoro registrate. E’ quanto rileva il primo rapporto sui lavoratori immigrati nell’agricoltura (“Made in Immigritaly. Terre, colture, culture”), commissionato dalla Fai-Cisl, realizzato dal centro studi Confronti e presentato al Cnel.


I dati istituzionali sono distorti per l’impatto concomitante del lavoro non registrato e delle registrazioni fittizie finalizzate ad accedere ad alcuni benefici sociali, spiega la ricerca. Ma offrono un’indicazione orientativa per cogliere la portata del contributo dei lavoratori immigrati all’agroindustria italiana e dei problemi di tutela che devono fronteggiare. Le principali provenienze nazionali registrate nei dati istituzionali sono nell’ordine: Romania, Marocco, India, Albania e Senegal. Le nazionalità dei rifugiati non compaiono nelle prime posizioni e in generale l’Africa subsahariana è sottorappresentata. I lavoratori rumeni diminuiscono: da quasi 120.000 nel 2016 a 78.000 nel 2022; marocchini, indiani e albanesi crescono di qualche migliaio di unità: rispettivamente +7.009, +7.421 e +5.902. Sostanzialmente stabili i tunisini, passati da 12.671 a 14.071; mentre in termini relativi risulta più marcata la crescita dei senegalesi, che sono quasi raddoppiati, passando da 9.526 a 16.229 (+6.703), e molto sostenuta quella dei nigeriani, passati da 2.786 a 11.894 (+9.108). Aumentano anche i maliani, da 3.654 a 8.123, e i gambiani, da 1.493 a 7.107. Le fonti statistiche, dunque, certificano sì una crescita dell’occupazione degli immigrati subsahariani nel settore, non tale, tuttavia, da avvalorare la tesi di una sostituzione delle componenti da più tempo insediate.


Nella filiera agroalimentare, nel 2022, si registrano 1,4 milioni di occupati, 485,2 mila nell’industria alimentare e delle bevande, 895 mila nel comparto primario. La crescita della performance economica nel periodo 2015-2022 è stata accompagnata da un incremento dell’occupazione del +1,2%. Nonostante la contrazione progressiva dell’input di lavoro nel corso degli anni, l’agroalimentare italiano è ancora un settore strategico anche dal punto di vista occupazionale, con 1,6 milioni di occupati nel 2022, pari al 7% del numero complessivo in Italia. Secondo il censimento dell’agricoltura, a ottobre 2020 risultano attive in Italia 1.133.023 aziende agricole. Di queste, 1.059.204 sono aziende individuali o familiari; le altre hanno forme societarie diverse, dalla Spa alla cooperativa. La gran parte delle prime non ha alcun lavoratore a libro paga. Infatti, la tipologia più diffusa di manodopera non familiare è quella saltuaria (presente in 127.820 aziende agricole), che concorre per il 66,4% al totale. Si tratta di poco meno di 1,3 milioni di lavoratori che svolgono lavori stagionali o limitati a singole fasi produttive e pertanto forniscono un contributo esiguo in termini di giornate di lavoro standard pro capite, pari a 41 a livello nazionale.


Il rapporto descrive anche l’evoluzione dello sfruttamento di manodopera, al di là del caporalato tradizionale o travestito da sistema di trasporto dei lavoratori verso i campi. Emergono forme di appalto e subappalto illecito, orchestrate dai colletti bianchi mediante girandole di imprese fittizie, società di copertura intestate a prestanome o false cooperative. Lo sfruttamento si espande in diversi settori, ma l’agricoltura rimane quello più a rischio. Nel quinquennio 2017-2021, su un totale di 438 casi di procedimenti giudiziari e inchieste per sfruttamento lavorativo ben 212 (oltre il 48%) hanno riguardato il solo settore agricolo. Le regioni del Mezzogiorno sono le più colpite, ma lo sfruttamento è cresciuto anche al Centro- Nord. Nel 2017, su 14 procedimenti ben 12 riguardavano le regioni meridionali; nel 2018 erano 23 su 43; nel 2019 si è passati a 31 su 55, e nel 2021 a 28 su 49. Su questi dati incide la reattività dei contesti o, viceversa, la loro assuefazione allo sfruttamento, quindi la disponibilità a denunciare e a contrastare il fenomeno. I procedimenti giudiziari riflettono la componente venuta alla luce di questa piaga sociale, ma non la esauriscono. La loro distribuzione territoriale incrocia la diffusione effettiva del problema con l’azione repressiva. Si può comunque assumere un dato di massima: lo sfruttamento è più diffuso al Sud, ma lo si riscontra anche al Centro-Nord.

Blue Economy, Acampora: al centro strategia marittima le giuste risorse

Blue Economy, Acampora: al centro strategia marittima le giuste risorseRoma, 10 apr. (askanews) – “Oggi con la crisi del Mar Rosso stiamo vivendo una forte instabilità degli equilibri geopolitici già dominati da profonde tensioni sui diversi fronti di guerra. Tutto ciò non deve far rallentare il passo verso un’economia del mare sostenibile, inclusiva ed innovativa nel solco della doppia transizione digitale ed ecologica. Oggi il nostro Paese ha messo al centro dell’interesse nazionale le filiere strategiche e tra queste l’Economia del Mare, e di questo ringrazio il Governo, che ha sempre riconosciuto le straordinarie opportunità di sviluppo dei settori che la compongono. E per questo, consentitemi un ringraziamento particolare al Ministro Nello Musumeci, con il quale abbiamo condiviso un articolato e intenso confronto che ha portato alla definizione del primo Piano Triennale del mare. Siamo qui oggi per proseguire il percorso che senza sosta stiamo portando avanti insieme con il Blue Forum Italia Network, la rete italiana degli utenti del mare che accompagna la transizione energetica sostenibile attraverso il mare e che abbiamo fortemente voluto in risposta alla comunicazione della Commissione Europea 240 final del 2021. La continuità delle azioni che stiamo portando avanti con responsabilità istituzionale è l’impegno del Sistema Camerale, con Unioncamere, Assonautica Italiana e le Camere di Commercio”.


Lo ha dichiarato il Presidente di Asoonautica Italiana, Giovanni Acampora, aprendo il terzo Summit Nazionale Blue Forum sull’economia del mare, a Gaeta. “Lo scorso anno – ha proseguito Acampora – il Summit ha dato un contributo alla scrittura del Piano triennale del Mare e dal blue paper 2023 è emersa la necessità di costruire insieme un piano finanziario unico per l’Economia del Mare. Raccogliere la sfida dell’Europa di passare dalla Crescita Blu a un’Economia del Mare sostenibile impone di dare concretezza alla nuova strategia marittima del nostro Paese con un’agenda certa delle priorità di investimento. E quindi oggi siamo qui, alla terza edizione del Blue Forum, che abbiamo intitolato “Investiamo nell’economia del Mare”, per mettere al centro della strategia marittima del nostro Paese le risorse per lo sviluppo e il progresso del Sistema mare. In queste quattro giornate di incontri avvieremo un confronto per proporre insieme una programmazione italiana unica di investimenti strategici per il 2025-2027 sull’Economia del mare, in coerenza con le strategie del Piano Triennale. Serve una mobilitazione di risorse senza precedenti per mettere le imprese italiane in condizione di affrontare le necessarie transizioni in materia di energia, ambiente e digitalizzazione”.


E importanti “saranno gli investimenti sulle infrastrutture digitali, che sono abilitanti per una pubblica amministrazione moderna e che consentiranno di snellire le procedure e i tempi, come le imprese chiedono a gran voce, e che un Paese che vuole essere all’avanguardia non può più rimandare. Ecco perché lavoreremo anche per dare un ulteriore contributo alla definizione del “Collegato sul Mare e sulla Blue Economy” su cui sta lavorando il Governo. E come primo contributo ai lavori partendo proprio dalla semplificazione e digitalizzazione, tema che tocca trasversalmente tutti i settori dell’Economia del Mare, propongo di ragionare insieme su uno Sportello Unico Amministrativo Nazionale per l’Economia del Mare, che aiuti le imprese e che semplifichi i processi attraverso i nuovi sistemi digitali. Stiamo affrontando un cambiamento epocale, lo dobbiamo fare tutti insieme, e prioritario è mettere in sicurezza le filiere strategiche in una visione unitaria che renda la nostra Nazione leader in Europa e nel Mediterraneo. La partita in gioco è quella della competizione internazionale e dobbiamo mettere in campo strategie per rafforzare la competitività del nostro Paese nei confronti dei grandi player internazionali (USA e Cina). In quest’anno di presidenza del G7 sono certo che il Governo farà la sua parte e ci auguriamo che il mare sia al centro del confronto per dare la giusta visibilità al ruolo strategico che l’Italia può giocare come Hub energetico e commerciale dell’Europa nel Mediterraneo. E’ necessario il contributo di tutti gli utenti del mare che operano per e nell’Economia del Mare, in una relazione pubblico/privato che sta trovando la sua forza nell’approccio partecipato”. “Il Blue Forum – ha concluso Acampora – è un appuntamento che ha ottenuto importanti riconoscimenti, grazie ad una interlocuzione costante con le Istituzioni comunitarie e con il Governo del nostro Paese. Domani celebreremo insieme con il Ministro del Mare Nello Musumeci e con tanti altri esponenti del Governo la Giornata Nazionale del Mare. Il nostro Blue Forum, grazie al dialogo che abbiamo instaurato con i nostri rappresentanti in Europa e con l’European Blue forum, portando su più tavoli la nostra idea di economia blu, ha ottenuto l’alto patrocinio del parlamento europeo ed è stato inserito nel programma degli eventi dell’European Maritime Day In My Country”.

Def, Sbarra (Cisl): documento sommario, rinvia le scelte

Def, Sbarra (Cisl): documento sommario, rinvia le scelteRoma, 10 apr. (askanews) – Quello varato dal consiglio dei ministri è “un Def molto sommario, che rinvia di fatto le scelte a quando ci sarà un quadro più dettagliato sia dell’andamento dei conti pubblici che dello scenario europeo e globale”. Lo ha detto il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, a margine della presentazione di un rapporto sul lavoro in agricoltura.


“Il paese vive una fase molto delicata – ha proseguito- non priva di rischi, ma anche ricca di opportunità che vanno colte unendo il Paese su obiettivi strategici e condivisi. L’andamento del Pil è ancora ampiamente insufficiente a innescare un lungo e stabile ciclo positivo. Ed anche l’incremento dei prezzi di questi due anni (anche oltre il 40% nei beni alimentari) non è stato adeguatamente riassorbito. Abbiamo dei segnali positivi sul fronte dell’occupazione e dei contratti a tempo indeterminato, ma resta forte ancora il divario tra Nord e Sud, soprattutto per quanto riguarda l’impiego delle donne e dei giovani. Politica, istituzioni e parti sociali devono cooperare attivamente. Bisogna ricomporre un’area riformatrice che unisca il Paese in un nuovo patto sociale per un nuovo modello sviluppo partecipativo, inclusivo e sostenibile”.

Bankitalia: a febbraio prosegue discesa tassi sui mutui al 4,31%

Bankitalia: a febbraio prosegue discesa tassi sui mutui al 4,31%Milano, 10 apr. (askanews) – A febbraio i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, comprensivi delle spese accessorie, si sono collocati al 4,31%, in calo dal 4,38% di gennaio. Lo comunica la Banca d’Italia nella Pubblicazione “Banche e moneta: serie nazionali”.


La quota di questi prestiti con periodo di determinazione iniziale del tasso fino a 1 anno è stata del 17% (22% nel mese precedente). Il TAEG sulle nuove erogazioni di credito al consumo si è collocato al 10,59% (10,75 nel mese precedente). I tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari al 5,34% (5,48 nel mese precedente), quelli per importi fino a 1 milione di euro sono stati pari al 5,81%, mentre i tassi sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia si sono collocati al 5%. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari all01,02% (1% nel mese precedente).

Bnl Bnp Paribas: al via maxi-piano ricambio generazionale

Bnl Bnp Paribas: al via maxi-piano ricambio generazionaleRoma, 10 apr. (askanews) – BNL BNP Paribas ha siglato da poche ore con le Organizzazioni Sindacali un importante accordo finalizzato ad accompagnare le persone, prossime alla pensione o pensionabili, nella scelta di lasciare la Banca, favorendo allo stesso tempo un consistente numero di ingressi e avviando un ricambio generazionale. Nel prossimo biennio, 2024 -’25, sono previste fino a circa 1000 uscite volontarie a fronte delle quali ci potranno essere oltre 750 assunzioni di giovani.


Si tratta – sottolinea l’istituto in una nota – di un piano ambizioso, che si inserisce nel percorso di trasformazione ed evoluzione che la Banca sta portando avanti. Elena Goitini, Amministratore Delegato di BNL e Responsabile del Gruppo BNP Paribas in Italia:


«Sono particolarmente soddisfatta di questo piano ad impatto sociale, perché punta sull’occupazione dei giovani aperti a cambiamenti, evoluzioni e nuove competenze, dando loro la possibilità di entrare nel mondo del lavoro e in una delle maggiori banche del Paese. Al contempo, risponde alla volontà di chi, dopo anni di carriera, abbia voglia di vivere “il terzo tempo” della propria vita. Abbiamo definito questo accordo trovando un punto di equilibrio sostenibile, con una visione di medio-lungo periodo e un’attenzione alle nuove generazioni». Le persone già pensionabili, o più prossime alla maturazione dei requisiti, potranno richiedere su base volontaria di lasciare la Banca, accompagnati sia attraverso un incentivo sia con il ricorso alle prestazioni straordinarie del “Fondo di Solidarietà per il sostegno del reddito, dell’occupazione e della riqualificazione professionale del personale del credito”.


In particolare, a fronte di quei profili cosiddetti “client facing” – che si interfacciano con i clienti e che decidano per il pensionamento – sarà garantita una quota di nuove assunzioni equivalente al numero di uscite. BNL BNP Paribas investirà sui neoassunti con specifici programmi di formazione finalizzati a preparare le persone su competenze in linea con un mercato sempre più innovativo.

Bombardieri (Uil): denunciati un anno fa i rischi, l’incidente di Suviana si poteva evitare

Bombardieri (Uil): denunciati un anno fa i rischi, l’incidente di Suviana si poteva evitareRoma, 10 apr. (askanews) – “Parliamo di una strage continua, di una guerra civile. Ogni anno ci sono 1040 morti e 500mila incidenti, un tema sul quale, come organizzazioni sindacali, stiamo chiedendo al governo misure ben precise che ancora non sono state assunte. Per questo motivo, domani faremo quattro ore di sciopero, per richiamare tutti all’attenzione da dare a questo tema. In Emilia-Romagna ci saranno otto ore di sciopero, perché l’incidente di Suviana si poteva evitare. Un anno fa, la nostra organizzazione sindacale denunciò il fatto che non si intervenisse sulla sicurezza, ci sono documenti presentati sui quali si diceva che la sicurezza non era al massimo. Dopo un anno è purtroppo arrivata la tragedia. Molti di questi incidenti si possono evitare. E non sono incidenti, quando non ci sono interventi si tratta di omicidi”. Lo ha detto il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ospite su Rtl 102.5, in merito all’esplosione nella centrale idroelettrica del bacino di Suviana.


“La nostra organizzazione sindacale aveva scritto dicendo che c’erano procedure e sistemi da migliorare. Purtroppo non ci sono state risposte. In una logica nella quale gli appalti al massimo ribasso e i subappalti a cascata tengono conto solo del profitto, dell’utile, e non rispettano la vita umana, poi abbiamo le tragedie. Ripeto, in molti casi non si tratta di incidenti, sono veri e propri omicidi. Perché quando per guadagnare un’ora, o mille euro, o un appalto, non si interviene sulla sicurezza e si perde una vita umana”. E ancora: “Mancano gli ispettori, quello che dice il governo, ossia che saranno aumentate di 700 unità, non bastano. 500 sono del vecchio governo Draghi, 200 assunzioni saranno fatte fino al 2026, per una spesa di 2 milioni. Ricorderete i 600 milioni di euro trovati per gli agricoltori in 48 ore, sulla sicurezza il governo ha speso 2 milioni di euro, una vergogna. Bisogna aumentare le ispezioni e gli ispettori. Bisogna decidere che le aziende che violano le norme sulla sicurezza devono chiudere. Chi oggi viola le leggi e mette a rischio la vita delle persone non può lavorare. La patente a crediti che il governo ha fatto valuta la vita umana 15 punti. Per noi questo è inaccettabile. Aggiungo che bisogna inserire nell’ordinamento l’omicidio per violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro. Questo è un Paese che ha messo l’omicidio nautico, e non accetta di inserire l’omicidio quando vengono scientificamente violate le norme sulla sicurezza del lavoro”. “Sullo specifico – ha aggiunto il leader della Uil – possiamo fare delle valutazioni. Si investe poco sulle centrali idroelettriche e queste centrali stanno per passare dalla competenza dello Stato centrale alla competenza delle regioni. Vuoi vedere che nessuno investe sulle manutenzioni? Perché non si capisce chi deve fare gli investimenti, se la competenza è dello Stato o delle Regioni, e quindi lo Stato scarica sulle Regioni. Un caso eclatante di rimpallo delle competenze fra Stato centrale e Regioni che poi provoca mancanza di interventi. In queste centrali la manutenzione va fatta regolarmente, perché la qualità e la tipologia del lavoro dovrebbe costringere l’azienda alla sicurezza dei macchinari e dei processi. Noi abbiamo fatto delle denunce precise, in quell’azienda, e su quella procedura. Dicendo che l’azienda che aveva l’appalto avrebbe dovuto fare delle procedure che non sono state fatte”.

Intesa Sp: nel 2024 il Fondo di Beneficenza erogherà oltre 23 milioni

Intesa Sp: nel 2024 il Fondo di Beneficenza erogherà oltre 23 milioniMilano, 10 apr. (askanews) – Nel 2024 saranno 23,4 milioni di euro (+15% rispetto al 2023) le risorse che il Fondo di Beneficenza ed opere di carattere sociale e culturale di Intesa Sanpaolo, in capo alla presidenza della banca, potrà erogare a enti del terzo settore. Negli ultimi cinque anni il Fondo ha erogato 77,6 milioni sostenendo 3.855 progetti con beneficiari persone e famiglie in difficoltà, giovani, donne, per colmare il divario educativo e digitale e fornire una risposta concreta alle crescenti disuguaglianze.


“Intesa Sanpaolo è un’istituzione che non ha eguali per il suo contributo verso le comunità”, ha commentato il presidente Gian Maria Gros-Pietro. “Il Fondo di Beneficenza contribuisce da tempo a questo obiettivo e anche nel 2024 concentrerà le risorse, oltre 23 milioni di euro, per ridurre i divari sociali, educativi e digitali che limitano il pieno sviluppo del Paese e delle persone. Un impegno che trova fondamento degli ottimi risultati della banca, la quale destina parte dei suoi utili alla solidarietà e alla beneficenza”. Confermate le tre tematiche prioritarie di intervento, come stabilito dalle linee guida per il biennio 2023-24 del Fondo: supporto a donne e a minori vittime di violenza, lotta alla povertà educativa e al divario digitale, sostegno ai Neet (giovani che non studiano né lavorano) e agli Elet (giovani che abbandonano presto la scuola o le attività di formazione).


Nel 2023 sono stati erogati circa 18,9 milioni (+20% sul 2022) con 912mila beneficiari diretti, in prevalenza sul territorio nazionale (90% del totale), distribuiti geograficamente: 47% al Nord, 26% al Centro, 27% al Sud e nelle Isole. Con 2.272 progetti valutati (+11% sul 2022) il Fondo di Beneficenza si conferma un punto di riferimento nell’ambito della filantropia in Italia, sottolinea la banca.

Cina, Fitch conferma rating A+ ma taglia outlook a negativo

Cina, Fitch conferma rating A+ ma taglia outlook a negativoRoma, 10 apr. (askanews) – L’agenzia Fitch ha tagliato le prospettive sul merito di credito della Cina da ‘stabile’ a ‘negativo’ confermando il rating A+.


Il taglio dell’outlook, spiega Fitch, “riflette i rischi crescenti per le prospettive delle finanze pubbliche della Cina” mentre il Paese attraversa “una transizione da una crescita basata sul settore immobiliare ad una basata su quello che il governo considera un modello più sostenibile”. “Gli ampi deficit fiscali e l’aumento del debito pubblico negli ultimi anni – prosegue l’Agenzia – hanno eroso le riserve di bilancio dal punto di vista dei rating”.


Fitch ritiene che “la politica fiscale avrà sempre più probabilità di svolgere un ruolo importante nel sostenere la crescita nei prossimi anni, il che potrebbe mantenere il debito su una costante traiettoria al rialzo”. L’Agenzia nel report prevede che il disavanzo pubblico cinese salirà al 7,1% del PIL nel 2024 dal 5,8% nel 2023 mentre il debito salirà dal 56,1% al 61,3% del Pil.