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E’ morto Paolo Pininfarina, presidente del gruppo

E’ morto Paolo Pininfarina, presidente del gruppoMilano, 9 apr. (askanews) – Il presidente del gruppo Pininfarina, Paolo Pininfarina, si è spento a Torino all’età di 65 anni. Fino all’ultimo gli sono stati vicini la moglie Ilaria, i suoi cinque figli Greta, Giovanni, Iole, Tullio e Giulia e la madre Giorgia Gianolio. Sedici anni fa la morte del fratello Andrea in un incidente in scooter.


Il cda e l’azienda si raccolgono intorno alla famiglia nel ricordo della figura professionale e umana di Paolo Pininfarina, che per tanti anni ha profuso impegno, entusiasmo ed energia nell’azienda fondata da suo nonno Battista nel 1930, presiedendola dal 2008 ad oggi. Grazie alla dedizione di Paolo Pininfarina, l’azienda ha avviato negli anni Ottanta un processo di diversificazione che l’ha portata, nel tempo, a diventare un punto di riferimento in ambiti di design diversi dall’automotive. Oggi il gruppo Pininfarina, con sede a Cambiano in provincia di Torino, è controllato dal gruppo indiano Mahindra che detiene il 76,1% del capitale, mentre l’Ad è Silvio Angori. “A nome del cda, del collegio sindacale e di tutti i dipendenti Pininfarina esprimo profondo dolore e cordoglio per la perdita del nostro caro presidente” afferma l’Ad di Pininfarina, Silvio Angori. “Siamo tutti estremamente riconoscenti all’ing. Pininfarina per il suo straordinario contributo all’Azienda e per essersi sempre speso con passione, in prima persona, per tutelare la nostra storia e la nostra identità aziendale sia in termini di stile che di scelte etiche e comportamentali. Gli sono personalmente grato per avermi confermato alla guida dell’Azienda, in seguito alla scomparsa di Andrea Pininfarina nel 2008. In questi anni abbiamo condiviso tanti trionfi e anche tante sfide, sempre consigliandoci e sostenendoci a vicenda. Il modo migliore per onorare la sua memoria è continuare, come lui vorrebbe, ad impegnarci al massimo per il futuro della Pininfarina”.


Paolo Pininfarina nasce a Torino il 28 agosto 1958. Laureatosi in Ingegneria Meccanica presso il Politecnico di Torino, dopo una serie di esperienze formative e professionali all’estero tra cui in Cadillac, Honda e General Motors nel 1982 inizia il suo percorso professionale in Pininfarina e nel 1987 assume la carica di presidente e Ad della Pininfarina Extra, società del Gruppo specializzata in design industriale, arredamento, architettura, nautica e aeronautica. Dal 1988, è membro del Cda e dal 2002, membro del Comitato di Direzione della Capogruppo Pininfarina. Nel 2006, viene nominato vice presidente di Pininfarina e dal 2008, dopo la scomparsa improvvisa del fratello Andrea assume la posizione di presidente.


Tra i capolavori che tiene personalmente a battesimo, due gli sono particolarmente cari: la concept car Sergio, barchetta biposto su base meccanica Ferrari, che Paolo decide di realizzare nel 2013 in memoria del padre, il Senatore a vita Sergio Pininfarina, e la Automobili Pininfarina Battista, hypercar elettrica che porta il nome di suo nonno e che egli stesso svela al Salone dell’Auto di Ginevra 2019.

Def, Consiglio dei ministri ha dato via libera. Pil 2024 a +1%

Def, Consiglio dei ministri ha dato via libera. Pil 2024 a +1%Roma, 9 apr. (askanews) – Via libera del Consiglio dei ministri al Documento di Economia e Finanza. Nel Def, a quanto si apprende, la stima sul Pil 2024 viene ridotta a +1% dal +1,2% previsto nella Nadef 2023.


Il Documento di Economia e Finanza approvato dal Consiglio dei ministri conferma il rapporto deficit-Pil 2024 al 4,3%, lo stesso livello previsto nel quadro programmatico della Nadef per l’anno in corso. Il rapporto debito/pil è previsto collocarsi nel 2024 al 137,8%, leggermente più alto del 137,3% della chiusura del 2023 ma più basso rispetto al 140,1% previsto nella Nadef.


Il Def che il governo ha appena approvato “tiene conto delle nuove regole europoee” di cui mancano ancora le “disposizioni attuative”. Il quadro programmatico sarà contenuto nel nuovo Piano fiscale strutturale di medio termine la cui scadenza è prevista per il 20 settembre ma “nostro obiettivo è presentarlo anche prima”. Lo ha detto il Ministro dell’economia Guancarlo Giorgetti, nella conferenza stampa dopo il Cdm. “Quello della decontribuzione che scade nel 2024 è un obiettivo che intendiamo assolutamente replicare nel 2025”. Così anche Giorgetti. “Questo è il vero obiettivo che noi ci poniamo quando andremo a definire il piano strutturale entro il 20 settembre”, ha aggiunto.


Il ministro ha anche detto che “le previsioni macroeconomiche e di crescita sono assai complicate da fare in un quadro di carattere internazizonale e geopolitico complicato”. “Nel corso degli anni la spesa per interessi aumenta” in relazione all’andamento dei tassi. “Auspico che si avvi a breve una diminuzione dei tassi di interesse in relazione al fatto che l’inflazione, almeno nel nostro Paese, sembra sotto controllo”, ha anche affermato il ministro, che ha anche detto: “La mancanza del quadro programmatico nel Def è un fatto non nuovo, già verificatosi in quattro precedenti”. “Esiste già una disposizione, che abbiamo affinato l’anno scorso, che in relazione alle modifiche dei prezzi fa scattare eventualmente l’adeguamento. Quindi se si verificheranno le circostanze questo partirà”. Lo ha detto Giorgetti, rispondendo ad una domanda sul caro-carburanti nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato il Def. “Però – ha aggiunto – come è evidente a tutti il prezzo della benzina non dipende dal governo”.

Google lancerà a giugno Vids, l’Ia per produzione ed editing video

Google lancerà a giugno Vids, l’Ia per produzione ed editing videoMilano, 9 apr. (askanews) – Google lancerà a giugno Vids, “una nuova applicazione alimentata dall’intelligenza artificiale per la creazione di video in ambito professionale è un assistente per la scrittura, la produzione e l’editing di video”. Ad annunciarlo Thomas Kurian, ceo di Google Cloud, in occasione del Google Cloud Next ’24. L’innovazione sarà integrata in Gemini per workspace che mette a disposizione delle imprese un agente di intelligenza artificiale integrato in Gmail, documenti e fogli di calcolo.


Google Vids è in grado di generare uno storyboard “facilmente modificabile e, dopo aver scelto uno stile, sviluppa una prima bozza con scene selezionate da video di repertorio, immagini e musica di sottofondo”. L’applicazione potrà anche generare un voiceover, “scegliendo tra le voci fuori campo preimpostate o utilizzando la vostra. Vids si affiancherà agli altri strumenti di produttività di workspace e – sottolinea il ceo di Google Cloud – includerà un’interfaccia semplice e intuitiva, con la possibilità di collaborare e condividere progetti in modo sicuro dal proprio browser”. Oltre a Vids, Google Cloud ha annunciato oggi altre due novità per workplace, entrambe a 10 dollari di abbonamento mensile: la prima è una componente aggiuntiva permette all’Ia di prendere appunti e sintetizzare le chat, con traduzione in tempo reale; la seconda è Ai Security che permetterà agli amministratori di workspace di classificare e proteggere automaticamente i file e i dati sensibili utilizzando modelli di intelligenza artificiale che preservano la privacy e controlli per la prevenzione della perdita dei dati adattati alla propria azienda.


“L’anno scorso, il mondo stava solo iniziando a immaginare come l’IA generativa avrebbe potuto trasformare le aziende. Oggi – ha detto Kurian – questa trasformazione è ormai ampiamente avviata. Per Google, la missione ultima rimane sempre la stessa: rendere l’Ia utile a tutti, per migliorare la vita del maggior numero possibile di persone”.

Borsa, tonfo titoli difesa, Goldman Sachs: rischi al ribasso al 2025

Borsa, tonfo titoli difesa, Goldman Sachs: rischi al ribasso al 2025Milano, 9 apr. (askanews) – Titoli della difesa in calo in tutta Europa, con l’indice che racchiude le più importanti aziende del settore giù di oltre il 3%. Movimenti più decisi per big come Rheinmetall, -7%, Bae System -4,45% e Leonardo -6,41%. Ma le vendite non stanno risparmiando, tra gli altri, anche Thales -3,7%, Iveco -4,8% e Rolls Royce -4%. Ad affossare il settore un report di Goldman Sachs, diffuso nelle sale operative in mattinata: “Oggi i titoli della difesa sono scambiati a multipli massimi rispetto alla storia” (premio del 45% sull’Euro Stoxx 600) e dopo un “super-ciclo” che dura da anni, sentenzia la banca d’affari, “le valutazioni dei titoli europei della difesa presentano probabilmente più rischi di ribasso che di rialzo quando ci avviciniamo al 2025”.


Gli analisti nelle loro 21 pagine di rapporto riconoscono il ruolo giocato dalle tensioni internazionali nell’aumento della spesa in difesa ed evidenziano il ruolo giocato dagli Stati negli ultimi anni: “La percentuale del pil destinata alla difesa era ai minimi storici alla vigilia della guerra in Ucraina e oggi sta registrando una ripresa verso il requisito del 2% richiesto dalla Nato”. Tuttavia, gli investimenti pubblici non sembrano mettere al riparo dai “rischi al ribasso”, tanto da essere “cauti sulle valutazioni in vista del 2025” quando secondo le stime citate dal rapporto l’Europa centrerà il target di spesa per la difesa pari al 2% del pil. Valutazioni che spingono il team di strategia a non raccomandare i titoli del settore, “a causa dell’impegnativo premio di valutazione e della recente sovraperformance”. Un colpo duro per tutta l’industria, sferrato anche se “i nostri strateghi ritengono che il settore della difesa europea, insieme a quello dell’Energia, sia in grado di offrire una certa resistenza ai rischi e alle tensioni geopolitiche”.


Sui singoli titoli, gli analisti di Goldman Sachs hanno spiegato in ogni caso di privilegiare “i titoli esposti a temi di crescita secolare di lungo periodo con una visibilità superiore sulla crescita”. Per Leonardo viene mantenuto “il rating neutrale e il nostro obiettivo di prezzo a 12 mesi è ora di 23,7 euro”, con giudizio più positivo per Thales: “Ci piace – si legge – per il suo solido profilo di crescita organica grazie all’esposizione alla spesa militare francese, alle esportazioni di Rafale, al portafoglio di asset digitali e all’aerospazio. Manteniamo il nostro rating Buy su Rheinmetall, dato il rialzo implicito nelle nostre stime e la nostra aspettativa di un anno record per gli ordini in base alla nostra analisi granulare del budget tedesco 2024”.

Frenano inflazione e salari, ma sui tassi la Bce vuole attendere

Frenano inflazione e salari, ma sui tassi la Bce vuole attendereRoma, 9 apr. (askanews) – Nel quarto trimestre dello scorso anno si sono verificate moderazioni sia della crescita di redditi disponibili e retribuzioni delle famiglie, sia e ancor più della dinamica sugli utili dalle imprese non finanziarie. Lo rileva l’ultima indagine trimestrale condotta dalla Banca centrale europea, che nelle passate settimane ha ripetutamente affermato di voler vedere proprio sviluppi di questo genere, assieme a altre moderazioni dell’inflazione, prima di avventurarsi su un primo taglio dei tassi di interesse.


Il consiglio direttivo della Bce tornerà a riunirsi tra domani sera e giovedì mattina, per le decisioni operative di politica monetaria, ma una mossa sui tassi non è attesa prima del direttorio di giugno. La Bce ha infatti insistito sul voler vedere ulteriori prove di miglioramenrto sull’inflazione, ma anche sull’assenza di pressioni da salari e utili. E che vuole verificare i dati del primo trimestre, mentre al momento quelli appena sfornati sono relativi solo agli ultimi tre mesi del 2023. Nel periodo appena menzionato la crescita dei redditi lordi delle famiglie sia è attestata al 5,7% su base annua, a fronte del 6,3% del terzo trimestre. Le retribuzioni dei lavoratori dipendenti hanno registrato un più 5,9%, a fronte del più 6,6% del terzo trimestre. La spesa per consumi si è attestata al più 3,9% nel quarto trimestre, dal più 5,2% del terzo trimestre.


Il tasso di risparmio lordo delle famiglie è risultato quasi invariato al 14,3%, a fronte del 14% dei tre mesi precedenti. Gli investimenti finanziari hanno mostrato una crescita invariata all’1,9%. Infine, secondo la Bce, il tasso di indebitamento delle famiglie rispetto al reddito si è smorzato all’86,9%, a fronte del 92,7% che si registrava un anno prima (nel quarto trimestre del 2022). Passando alle imprese, la produzione netta di valore aggiunto ha a sua volta mostrato una limatura della crescita al 5,1% annuo nel quarto trimestre, dopo il più 6,5% del terzo trimestre. Gli utili operativi lordi hanno praticamente dimezzato la crescita, all’1,7% annuo dopo il più 3,6% del terzo trimestre. Gli investimenti lordi delle imprese (sempre non finanziarie) sono tornati a crescere con un più 5,3% annuo, dopo il meno 11,2% dei tre mesi precedenti, ma il dato risente marcatamente delle variazioni sulle scorte. I soli investimenti finanziari sono rimasti invariati al più 1,4% e il livello di approvvigionamento di finanziamenti delle imprese è a sua volta risultato invariato a un mesto più 0,6% annuo.


Quanto ai livelli di indebitamento rispetto al prodotto, anche qui si è verificata una attenuazione al 67,6%, rispetto al 71,7% che si registrava un anno prima, l’indebitamento totale si è smorzato al 126% dal precedente 132,9%. Intanto anche altri dati mostrano un’area euro che sembra ormai “matura” per un taglio dei tassi. A fronte di una domanda di prestiti bancari che continua a calare, secondo un’altra indagine condotta sempre dalla Bce (la bank lending survey) gli istituti di credito dell’area hanno deciso di allentare per la prima volta dal 2021 i criteri di concessione di mutui alle famiglie.


Giovedì il Consiglio Bce comunicherà le sue decisioni alle 14 e 15. Mezz’ora dopo la presidente Christine Lagarde terrà la consueta conferenza stampa esplicativa. Va anche ricordato che alla riunione successiva, il 6 giugno, la Bce aggiornerà anche le previsioni su economia e inflazione, occasioni solitamente più adatte per impartire svolte alla rotta monetaria. La Bce ha aggressivamente alzato i tassi di interesse a partire dall’estate del 2022 per cercare di contrastare l’alta inflazione. Il suo obiettivo ufficiale è per un carovita al 2% sul medio termine. A marzo l’inflazione media nell’area euro si è attenuata più del previsto al 2,4%, nello stesso mese di un anno fa era il 6,9% e nell’ottobre del 2022 aveva registrato un picco storico al 10,6%. (di Roberto Vozzi). (Fonte immagine: European Central Bank 2024).

Il Consiglio dei ministri ha dato via libera al Def. Pil 2024 a +1%

Il Consiglio dei ministri ha dato via libera al Def. Pil 2024 a +1%Roma, 9 apr. (askanews) – Via libera del Consiglio dei ministri al Documento di Economia e Finanza. Nel Def, a quanto si apprende, la stima sul Pil 2024 viene ridotta a +1% dal +1,2% previsto nella Nadef 2023.


Il Documento di Economia e Finanza approvato dal Consiglio dei ministri conferma il rapporto deficit-Pil 2024 al 4,3%, lo stesso livello previsto nel quadro programmatico della Nadef per l’anno in corso. Il rapporto debito/pil è previsto collocarsi nel 2024 al 137,8%, leggermente più alto del 137,3% della chiusura del 2023 ma più basso rispetto al 140,1% previsto nella Nadef.


Il Def che il governo ha appena approvato “tiene conto delle nuove regole europoee” di cui mancano ancora le “disposizioni attuative”. Il quadro programmatico sarà contenuto nel nuovo Piano fiscale strutturale di medio termine la cui scadenza è prevista per il 20 settembre ma “nostro obiettivo è presentarlo anche prima”. Lo ha detto il Ministro dell’economia Guancarlo Giorgetti, nella conferenza stampa dopo il Cdm. “Quello della decontribuzione che scade nel 2024 è un obiettivo che intendiamo assolutamente replicare nel 2025”. Così anche Giorgetti. “Questo è il vero obiettivo che noi ci poniamo quando andremo a definire il piano strutturale entro il 20 settembre”, ha aggiunto.


Il ministro ha anche detto che “le previsioni macroeconomiche e di crescita sono assai complicate da fare in un quadro di carattere internazizonale e geopolitico complicato”. “Nel corso degli anni la spesa per interessi aumenta” in relazione all’andamento dei tassi. “Auspico che si avvi a breve una diminuzione dei tassi di interesse in relazione al fatto che l’inflazione, almeno nel nostro Paese, sembra sotto controllo”, ha anche affermato il ministro, che ha anche detto: “La mancanza del quadro programmatico nel Def è un fatto non nuovo, già verificatosi in quattro precedenti”. “Esiste già una disposizione, che abbiamo affinato l’anno scorso, che in relazione alle modifiche dei prezzi fa scattare eventualmente l’adeguamento. Quindi se si verificheranno le circostanze questo partirà”. Lo ha detto Giorgetti, rispondendo ad una domanda sul caro-carburanti nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato il Def. “Però – ha aggiunto – come è evidente a tutti il prezzo della benzina non dipende dal governo”.

Istat: nel 2023 in calo le vacanze lunghe in estate, meno viaggi

Istat: nel 2023 in calo le vacanze lunghe in estate, meno viaggiMilano, 9 apr. (askanews) – Nel primo trimestre del 2023 la domanda turistica aumenta rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+40,5% di viaggi, +34,4% di notti, +39,7% di turisti). La crescita si concentra nelle vacanze (+37,3% di viaggi, +32,1% di notti) ed è trainata dalle vacanze lunghe, che aumentano di oltre il 60%. Tuttavia, le vacanze sono ancora inferiori del 25,5% rispetto ai livelli dello stesso periodo del 2019 (-15% di notti). Secondo quanto emerge dal report “Viaggi e vacanze 2023” dell’Istat, nel secondo trimestre i viaggi sono sostanzialmente stabili rispetto alla primavera del 2022 e rimangono più bassi del 32% rispetto al corrispondente periodo del 2019 (-36,5% di notti). Nel trimestre estivo (luglio-settembre) il calo delle vacanze lunghe (-12,6% di viaggi, -13,4% di notti) é in controtendenza rispetto alle estati dei due anni precedenti e riporta l’ammontare dei viaggi sotto i valori dell’estate del 2019 (-18,5%,-15% in termini di notti). Nell’ultimo trimestre dell’anno la domanda è stabile rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e il confronto con il corrispondente periodo del 2019 evidenzia le criticità persistenti nella domanda turistica: -39% di viaggi, -27% di notti.


Le persone partite per una vacanza estiva sono 18,4 milioni, in calo del 13% rispetto all’anno precedente (21,1 milioni nel 2022). La diminuzione riguarda tutte le fasce di età e si concentra tra i residenti nel Nord-ovest (-18%) e nel Sud (-17,8%), aree che tornano sotto i livelli dell’estate 2019 (rispettivamente -12% e -23%). Nel complesso, i turisti che partono per vacanza tra luglio e settembre sono il 19% in meno del 2019 (18,4 milioni nel 2023, 22,7 milioni nel 2019). I viaggi estivi sono mediamente più lunghi rispetto a quelli degli altri trimestri (8,5 notti) e di durata pari a quelli dell’estate del 2022. Le vacanze lunghe rappresentano il 73,3% dei viaggi estivi, quota simile all’estate del 2022 (73,6%) e del 2019 (72,6%). Quasi la metà delle vacanze lunghe (49,6%) dura meno di una settimana.

Confindustria, Garrone: mi auguro che Orsini faccia scelte autonome

Confindustria, Garrone: mi auguro che Orsini faccia scelte autonomeMilano, 9 apr. (askanews) – “Quando ho fatto la mia scelta, la scorsa settimana, l’ho fatta scrivendo anche una lettera ai confindustriali spiegando i motivi del mio ritiro e dando tutta una serie di indicazioni per una Confindustria più forte. Io mi auguro che il presidente designato Orsini, a partire dalla composizione della sua squadra e dall’organizzazione centrale di Confindustria, abbia la possibilità di fare delle scelte autonome e di poter rappresentare tutte le componenti e le anime del sistema articolato in Confindustria”. Lo ha detto Edoardo Garrone, presidente del gruppo Sole 24 Ore, a margine della presentazione dell’edizione 2024 del Festival dell’Economia di Trento, dopo il ritiro dalla corsa alla presidenza di Confindustria e la designazione di Emanuele Orsini alla guida dell’associazione.


“Ci sono i territori, le categorie il manifatturiero, i servizi la logistica, il turismo – ha spiegato Garrone -, non è che ci sono imprenditori o classi di imprenditori di seria A e serie B. Gli imprenditori, grandi e piccoli che siano, sono l’ossatura del nostro paese, quindi tanto più le imprese tutte sono in grado di essere rappresentate in modo tale di avere gli elementi e i provvedimenti dei governi per essere competitivi, tanto più ne va della fortuna del nostro paese e dei nostri cittadini”.

Eurozona, torna surplus bilancio partite correnti: 240 mld in 2023

Eurozona, torna surplus bilancio partite correnti: 240 mld in 2023Roma, 9 apr. (askanews) – La Banca centrale europea ha aggiornato la sua statistica sul bilancio di partite correnti dell’area euro, il quadro complessivo degli scambi commerciali commerciali e finanziari con l’estero. E per la prima volta vi ha inserito una analisi specifica sui veicoli finanziari (special purpose entities) utilizzati per una molteplicità di operazioni finanziarie, di controllo societario e di attivi ma anche di attività potenzialmente sospette.


Secondo la rilevazione della Bce, i dati mostrano che questi veicoli rappresentano l’11,5% degli asset finanziari esterni detenuti dall’area e l’11,2% delle passività. Nelle varie categorie di utilizzo la quota maggiore, pari al 27% sugli asset esterni al 30,6% sulle passività, è quello dell’uso per investimenti diretti, seguito da portafogli su obbligazioni e azioni. Passando al bilancio di partite correnti vero e proprio, il 2023 si è chiuso con un ritorno all’attivo per 240 miliardi di euro, pari all’1,7% del Pil dell’area, a fronte del deficit da 79 miliardi del due 2022. I maggiori surplus di partite correnti hanno riguardato Regno Unito (187 miliardi), Svizzera (66 miliardi) e Cina (120 miliardi).


Guardando agli scambi commerciali, l’eurozona ha praticamente azzerato il deficit rispetto alla Russia: da 97 miliardi di euro di passivo del 2022 ad appena 1 miliardo lo scorso anno, evidentemente ha riflesso delle sanzioni contro le forniture energetiche da Mosca legate alla guerra in Ucraina. Il deficit commerciale verso la Cina si è ridotto a 135 miliardi lo scorso anno da 193 miliardi nel 2022. Guardando gli scambi di Servizi, euro Landia ha visto attenuarsi ma arrestare consistente, 44 miliardi di euro il deficit rispetto alla Svizzera, da 51 miliardi un anno e prima. Invece è salito a 115 miliardi di euro il disavanzo sui servizi verso gli Stati Uniti, da 109 miliardi di euro un anno prima.

Bankitalia, nel I trimestre marcato calo della domanda di mutui

Bankitalia, nel I trimestre marcato calo della domanda di mutuiRoma, 9 apr. (askanews) – In Italia le banche non hanno sostanzialmente modificato nel primo trimestre i criteri di offerta di prestiti, ma dopo gli inasprimenti passati sulla scia della stretta operata dalla Bce si è verificato un nuovo calo della domanda delle imprese e una netta contrazione della richiesta di mutui delle famiglie, che invece chiedono più credito al consumo. E’ la fotografia descritta dalla parte di indagine che la Banca d’Italia effettua per contribuire alla rilevazione trimestrale di Bce e Eurosistema (Bank lending survey).


Termini e condizioni generali sui finanziamenti bancario alle aziende sono stati lievemente irrigiditi, principalmente attraverso un aumento dei tassi di interesse praticati sui prestiti; i margini sono stati ampliati sui finanziamenti concessi alla clientela percepita come più rischiosa. I criteri di offerta sui prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono rimasti invariati, riporta Bankitalia: il leggero aumento nella percezione del rischio è stato compensato dalla maggior pressione concorrenziale da altre banche. Quest’ultimo fattore, si legge, ha contribuito a rendere più favorevoli i termini e le condizioni. Le politiche di offerta relative al credito al consumo sono state nel complesso irrigidite. Per il secondo trimestre le banche si attendono un lieve allentamento dei criteri di offerta sui prestiti alle società non finanziarie, mentre quelli alle famiglie rimarrebbero invariati.


Nel frattempo, sempre nel primo trimestre è proseguito il calo della domanda di credito da parte delle imprese. E’ in atto da cinque trimestri consecutivi, rileva l’indagine, e continua a riflettere il maggior ricorso all’autofinanziamento, il minore fabbisogno per la spesa in investimenti fissi e l’elevato livello dei tassi di interesse. La richiesta di finanziamenti da parte delle famiglie per l’acquisto di abitazioni si è ridotta in misura marcata, mentre è cresciuta quella per finalità di consumo. Nel trimestre in corso la domanda di prestiti delle imprese e delle famiglie per finalità di consumo resterebbe invariata, mentre aumenterebbe lievemente quella per l’acquisto di abitazioni.


Secondo la rilevazione di Bankitalia, le condizioni di accesso delle banche al finanziamento sono migliorate con riferimento principalmente ai titoli di debito e, in misura inferiore, ai depositi a lungo termine. Nel trimestre in corso gli intermediari si attendono un ulteriore miglioramento. Nei sei mesi terminanti in marzo le variazioni del portafoglio di attività di politica monetaria dell’Eurosistema hanno esercitato un lieve impatto negativo sulle attività totali delle banche, sulle condizioni di finanziamento e sulla posizione di liquidità; non hanno avuto un impatto rilevante sui criteri di offerta e su termini e condizioni generali, mentre hanno esercitato un impatto leggermente negativo sui volumi erogati. Anche secondo la rilevazione di Bankitalia, il rimborsi della terza tranche dei finanziamenti ultra agevolati della Bce (Tltro III) hanno contribuito al peggioramento delle condizioni di finanziamento delle banche. E questo effetto potrebbe protrarsi nei prossimi sei mesi. Le operazioni non hanno tuttavia contribuito alla variazione dei criteri di offerta dei prestiti, dei termini e delle condizioni di finanziamento e dei volumi erogati.


Le decisioni relative ai tassi di interesse di riferimento della Bce hanno avuto un impatto positivo sulla redditività complessiva degli intermediari ascrivibile al rialzo degli interessi attivi netti. Ma nei prossimi sei mesi, avverte Bankitalia, l’impatto diventerebbe negativo.