Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Calcio, multa Antitrust a Figc per 4 mln su abuso posizione

Calcio, multa Antitrust a Figc per 4 mln su abuso posizioneRoma, 1 lug. (askanews) – L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha sanzionato la Federazione Italiana Giuoco Calcio (Figc) per un importo complessivo di oltre 4 milioni di euro. Lo comunica l’Autorità in una nota aggiungendo di aver accertato che “la Figc, almeno a partire dal primo luglio 2015, ha attuato una complessa strategia escludente per rafforzare la propria posizione dominante nell’organizzazione di competizioni calcistiche giovanili a carattere agonistico e per estenderla anche al mercato dell’attività ludico-amatoriale, in cui opera in concorrenza con gli Enti di Promozione Sportiva (EPS)”.


“La strategia abusiva – prosegue l’Antitrust – si è realizzata innanzitutto attraverso la mancata stipula, da parte della Figc, delle convenzioni richieste dal Regolamento Eps del Coni (2014) per lo svolgimento dell’attività agonistica. Ciò ha consentito alla Federazione di precludere agli Eps l’accesso al mercato dell’organizzazione di eventi a carattere agonistico, garantendo così a sé stessa una posizione di sostanziale monopolio”. “In secondo luogo, la Figc ha usato in modo strumentale il proprio potere regolatorio, considerando illegittimamente come agonistica l’attività amatoriale svolta dagli Enti di Promozione Sportiva con atleti compresi tra i 12 e i 17 anni. Inoltre ha imposto anche per gli atleti fino ai 12 anni (per definizione non rientranti nell’attività agonistica) il convenzionamento tra la Federazione e gli Eps e la pre-autorizzazione dell’evento, limitando così la libertà delle Associazioni Sportive Dilettantistiche affiliate alla Figc e dei loro atleti con doppio tesseramento di partecipare ai tornei organizzati dagli Eps – conclude l’Autorità -. In questo modo è stata ridotta la capacità degli Enti di Promozione Sportiva di esercitare una sufficiente pressione competitiva sulla Federazione, ostacolando e/o indebolendo la concorrenza nel mercato dell’organizzazione di eventi ludico-amatoriali”.

Bri: per la prosperità servono inflazione e conti sotto controllo

Bri: per la prosperità servono inflazione e conti sotto controlloRoma, 30 giu. (askanews) – La prosperità economica futura dipende dal ripristino della stabilità dei prezzi e dal risanamento dei conti pubblici. Lo afferma la Banca dei regolamenti internazionali, l’istituzione che ha seda a Basilea, in Svizzera, che oggi ha pubblicato il suo rapporto economico annuale e la sua Relazione annuale. I documenti, rispettivamente di 150 e 162 pagine, sono stati illustrati durante una videoconferenza stampa dal direttore generale, Augustin Carstens, e dal capo economista, Claudio Borio.


Grazie all’azione energica delle banche centrali per arginare l’inflazione, l’economia globale è indirizzata verso “un atterraggio morbido – stima il primo studio – sebbene alcune potenziali criticità potrebbero farla deviare dalla rotta”. E secondo la Bri per gettare solide basi per il futuro occorre che le politiche monetarie delle Banche centrali completino il rientro delle dinamiche dei prezzi alla normalità, mentre i governi devono agire sui fronti delle finanze pubbliche e delle riforme “rinviate ormai da troppo tempo”. L’analisi elaborata dall’istituzione descrive gli insegnamenti che si possono trarre per le banche centrali dall’inizio del secolo e le implicazioni per i quadri di riferimento della politica monetaria in futuro.


Intanto, secondo le previsioni degli esperti di Basilea “l’economia globale è indirizzata verso un atterraggio morbido, ma permangono rischi; occorre pertanto che i responsabili delle politiche adottino una visione di lungo periodo per gettare le basi di una crescita sostenibile”. Mentre l’azione energica delle banche centrali è stata efficace nel ridurre considerevolmente l’inflazione, la crescita economica e il sistema finanziario “hanno dato prova di resilienza”.


“Le banche centrali hanno fatto il loro lavoro e l’economia globale sembra avviata verso un atterraggio morbido, ma sussistono alcune potenziali criticità che potrebbero portarla fuori rotta. Per garantire un futuro solido, le banche centrali devono completare l’ultimo miglio necessario a ripristinare la stabilità dei prezzi. Allo stesso tempo – dichiara il direttore generale della Bri, Agustín Carstens – occorre che i governi facciano la loro parte consolidando le finanze pubbliche e dando priorità alle riforme strutturali rinviate ormai da troppo tempo”. Il rapporto passa in rassegna diverse fonti di potenziali criticità. Ad esempio i prezzi dei servizi e i salari reali, che non si sono ancora riassestati sulle dinamiche “pre-pandemiche”, e un loro rapido recupero “potrebbe far salire nuovamente l’inflazione”.


In questo quadro “il mancato contenimento delle finanze pubbliche renderebbe più difficile ridurre l’inflazione e nel lungo periodo – avverte la Bri – e minerebbe la stabilità macroeconomica e finanziaria”. E intanto i livelli di indebitamento elevati e i costi di servizio del debito “rischiano di provocare tensioni finanziarie”. Peraltro la debole crescita della produttività potrebbe avere effetti negativi sia sull’inflazione che sulla crescita. La politica prudenziale deve continuare a rafforzare la solidità del sistema finanziario, mentre secondo la Bri riforme strutturali in grado di promuovere la concorrenza, aumentare la flessibilità e favorire l’innovazione “sono l’unico modo” per stimolare la crescita in maniera sostenibile e preparare l’economia alle sfide future. Per la politica monetaria, questo inizio di XXI secolo è stato un periodo turbolento, caratterizzato da gravi crisi finanziarie, una pandemia e un’inaspettata impennata dell’inflazione. “Le banche centrali hanno navigato in acque agitate e hanno svolto efficacemente il proprio compito. Questa esperienza offre importanti insegnamenti sull’efficacia e i limiti della politica monetaria e su come essa possa essere perfezionata per affrontare le sfide future, rendendola in particolare robusta, agile e realistica nelle ambizioni e facendola operare all’interno di margini di sicurezza – spiega Borio -. Soltanto laddove l’azione della politica monetaria è affiancata a quella delle altre politiche, l’economia e il sistema finanziario possono seguire un percorso stabile”. La Relazione pubblicata analizza anche i rischi nel mercato degli immobili commerciali; la dinamica disinflazionisitica in Cina; l’eredità di un lungo periodo di tassi bassi per i mercati privati del credito e le assicurazioni del ramo vita; il tema del il “tasso naturale di interesse” per la politica monetaria e bilanci e risultati finanziari delle banche centrali. Quest’anno la Bri ha poi dedicato un capitolo speciale al tema “Intelligenza artificiale ed economia: implicazioni per le banche centrali”, anticipato il 25 giugno. Infine, nella Relazione annuale 2023/24, la Bri spiega come ha le banche centrali ad orientarsi nell’attuale difficile congiuntura e aiutato e supportato i propri interlocutori nell’anno trascorso.

Bri, Carstens: Mbridge non compete con il dollaro o altre valute

Bri, Carstens: Mbridge non compete con il dollaro o altre valuteRoma, 27 giu. (askanews) – Il numero uno della Banca dei regolamenti internazionali, il messicano Augustin Carstens respinge l’ipotesi che la piattaforma sperimentale “Mbridge”, una iniziativa delle banche centrali di Hong Kong, Thailandia, Cina, Emirati Arabi Uniti, a cui più di recente si è aggiunta l’Arabia Saudita, e che stanno operando sotto l’egida del centro per l’innovazione della stessa Bri, sia un sistema che mira ad aggirare o entrare in competizione con il dollaro o con le altre maggiori valute utilizzate negli scambi internazionali.


“Mbridge non è in competizione con alcuna valuta particolare. Alla fine quello di cui parliamo è di infrastrutture finanziarie. Si può utilizzare in qualunque paese, serve a fare pagamenti trans frontalieri più efficienti, non per influire su una valuta piuttosto che su un’altra. La questione è totalmente scollegata”, ha affermato rispondendo ad una domanda durante la conferenza stampa di presentazione del rapporto economico annuale della reazione annuale dell’istituzione di Basilea.. “La Bri lavora per rendere i sistemi di pagamenti più efficienti e integrati e questo richiede infrastrutture”, ha spiegato.


E a chi gli chiedeva se fossero state espresse preoccupazioni da parte di banchieri centrali sul possibile utilizzo di questi sistemi anche con effetti destabilizzanti per il sistema monetario: “al contrario – ha replicato – non vogliamo destabilizzare nulla. Riteniamo che queste iniziative non sono per questo ma all’opposto usiamo le tecnologie per rendere il sistema più efficiente e resiliente, avvalendoci delle migliori tecnologie e delle migliori pratiche”. Mbridge è stata lanciata nel 2022 (l’anno in cui è iniziata la guerra in Ucraina e in cui i paesi del G7 dell’Ue hanno adottato pesanti sanzioni contro la Russia). Secondo l’ultimo aggiornamento pubblicato dalla Bri, il progetto vede anche 26 paesi “osservatori” tramite le rispettive banche centrali. Tra queste compaiono anche la Bce, la Banca d’Italia, la Banca di Francia, la Federal Reserve di New York, il Fondo monetario internazionale, la Banca mondiale e una molteplicità di banche di Paesi emergenti o in via di sviluppo, come l’Indonesia, il Bahrein, il Cile, l’Egitto, la Malesia e altri. (fonte immagine: BIS).

Turismo, 29 milioni d’italiani pronti a partire: verso un 2024 da record (ecco le mete preferite)

Turismo, 29 milioni d’italiani pronti a partire: verso un 2024 da record (ecco le mete preferite)Roma, 29 giu. (askanews) – Il 2024 potrebbe essere da record per il turismo. Sono 29 milioni gli italiani pronti a partire tra giugno e settembre, per uno o più viaggi, con un budget complessivo pro capite a disposizione di 1.190 euro (+10% rispetto al 2023). L’indice di fiducia dei viaggiatori dell’Osservatorio Turismo di Confcommercio si attesta a quota 72 su 100, 2 punti in più di giugno 2023 e 1 in più di giugno 2019. Trend positivo, quindi, con un probabile 2024 finalmente da record, anche per la domanda interna. Numeri che sanciscono la fine di un lungo periodo in cui il rapporto tra i connazionali e le vacanze era stato decisamente “tiepido” e ben lontano dalle ottime performance dei flussi esteri diretti in Italia. In ogni caso c’è sempre da considerare la variabile meteo che potrebbe influenzare i programmi di vacanza. E’ quanto emerge dal Focus sulle vacanze estive dell’Osservatorio Turismo Confcommercio in collaborazione con Swg su un campione di 1.045 italiani tra 18 e 80 anni intervistati tra l’11 e il 17 giugno.


Riguardo ai mesi scelti per le vacanze gli italiani spenderanno una media pro capite di 750 euro a luglio, 910 euro ad agosto – il mese con la maggiore incidenza di vacanze lunghe – e 760 euro a settembre. A giugno questo valore si attesta a 630 euro. Alla domanda su dove pernotteranno in viaggio, le risposte del campione da un lato individuano le classiche strutture turistico-ricettive – alberghi, villaggi vacanza, campeggi e resort – alle quali si indirizzano complessivamente oltre 4 italiani su 10, di cui oltre la metà in alberghi – e dall’altro le seconde case di proprietà o l’ospitalità presso amici e parenti, scelte nel 14% dei casi, che diventano il 17% per le vacanze più lunghe. Per b&b e affitti brevi invece, la preferenza appare più legata alla durata del viaggio. I primi sono scelti addirittura nel 22% dei casi per vacanze brevi, scendendo al 13% per quelle di 7 giorni o più. Per i secondi la tendenza è esattamente opposta: si va dal 9% per gli short break al 14% nelle vacanze più lunghe.


Nei 4 mesi in esame, in cui la metà dei viaggiatori previsti farà più vacanze di diversa durata, è significativa la quota (34%) di coloro che sceglieranno mete tanto nazionali quanto oltre confine. Il 58% resta però sempre fedele all’Italia, scegliendo esclusivamente destinazioni della Penisola, mentre il restante 8% farà vacanze solo all’estero. Delle destinazioni scelte per i viaggi tra giugno e settembre, il 24% saranno mete balneari, soprattutto per le vacanze più lunghe, dove questa preferenza raggiunge il 39% delle indicazioni espresse dal campione intervistato. Ravvivato interesse quest’anno per la montagna, che raccoglie il 13% delle preferenze superando, seppure di poco, tanto le città quanto i luoghi d’arte, entrambi con l’11% delle preferenze. Su questi ultimi però gli italiani programmano maggiormente 1 o 2 notti a destinazione, così come per i piccoli borghi, che seguono con il 10% delle preferenze.


Quanto alle mete, a sostenere l’interesse degli italiani per le vacanze estive in montagna contribuisce fortemente il Trentino Alto Adige, costantemente nella top list dopo la Toscana – per i viaggi di breve e media durata – e dopo Sardegna e Puglia per le vacanze più lunghe. A riprova della passione per il mare troviamo supergettonate, oltre a Sardegna e Puglia, anche Sicilia ed Emilia Romagna, alle quali si aggiunge la Liguria, quest’ultima soprattutto per i viaggi brevi e le vacanze con massimo 5 pernottamenti. Rivolgendo l’attenzione oltre confine, continua a prevalere il panorama delle destinazioni europee, particolarmente fruibili d’estate, dove l’offerta di Grecia e Spagna catalizza fortemente l’attenzione dei nostri connazionali con la Francia che segue più a distanza.

Turismo, Sangalli: possibile 2024 da record, da settore contributo a Pil

Turismo, Sangalli: possibile 2024 da record, da settore contributo a PilRoma, 29 giu. (askanews) – “Le previsioni per il turismo indicano la possibilità di avere i numeri migliori di sempre. Mai come oggi il settore turistico può contribuire a quella crescita necessaria che ancora manca alla nostra economia. Le sorti di questo 2024, che si concluderà con una manovra di bilancio complicata, dipendono dalla tenuta complessiva dell’occupazione, dalla riduzione dell’inflazione e dalla prevista crescita del turismo in tutte le sue forme”. Ad affermarlo è il presidente di Confcommercio commentando i dati sulle vacanze estive degli italiani.

Turismo, 29 milioni d’italiani pronti a partire: verso 2024 da record

Turismo, 29 milioni d’italiani pronti a partire: verso 2024 da recordRoma, 29 giu. (askanews) – Il 2024 potrebbe essere da record per il turismo. Sono 29 milioni gli italiani pronti a partire tra giugno e settembre, per uno o più viaggi, con un budget complessivo pro capite a disposizione di 1.190 euro (+10% rispetto al 2023). L’indice di fiducia dei viaggiatori dell’Osservatorio Turismo di Confcommercio si attesta a quota 72 su 100, 2 punti in più di giugno 2023 e 1 in più di giugno 2019. Trend positivo, quindi, con un probabile 2024 finalmente da record, anche per la domanda interna. Numeri che sanciscono la fine di un lungo periodo in cui il rapporto tra i connazionali e le vacanze era stato decisamente “tiepido” e ben lontano dalle ottime performance dei flussi esteri diretti in Italia. In ogni caso c’è sempre da considerare la variabile meteo che protrebbe influenzare i programmi di vacanza. E’ quanto emerge dal Focus sulle vacanze estive dell’Osservatorio Turismo Confcommercio in collaborazione con Swg su un campione di 1.045 italiani tra 18 e 80 anni intervistati tra l’11 e il 17 giugno.


Riguardo ai mesi scelti per le vacanze gli italiani spenderanno una media pro capite di 750 euro a luglio, 910 euro ad agosto – il mese con la maggiore incidenza di vacanze lunghe – e 760 euro a settembre. A giugno questo valore si attesta a 630 euro. Alla domanda su dove pernotteranno in viaggio, le risposte del campione da un lato individuano le classiche strutture turistico-ricettive – alberghi, villaggi vacanza, campeggi e resort – alle quali si indirizzano complessivamente oltre 4 italiani su 10, di cui oltre la metà in alberghi – e dall’altro le seconde case di proprietà o l’ospitalità presso amici e parenti, scelte nel 14% dei casi, che diventano il 17% per le vacanze più lunghe. Per b&b e affitti brevi invece, la preferenza appare più legata alla durata del viaggio. I primi sono scelti addirittura nel 22% dei casi per vacanze brevi, scendendo al 13% per quelle di 7 giorni o più. Per i secondi la tendenza è esattamente opposta: si va dal 9% per gli short break al 14% nelle vacanze più lunghe.


Nei 4 mesi in esame, in cui la metà dei viaggiatori previsti farà più vacanze di diversa durata, è significativa la quota (34%) di coloro che sceglieranno mete tanto nazionali quanto oltre confine. Il 58% resta però sempre fedele all’Italia, scegliendo esclusivamente destinazioni della Penisola, mentre il restante 8% farà vacanze solo all’estero. Delle destinazioni scelte per i viaggi tra giugno e settembre, il 24% saranno mete balneari, soprattutto per le vacanze più lunghe, dove questa preferenza raggiunge il 39% delle indicazioni espresse dal campione intervistato. Ravvivato interesse quest’anno per la montagna, che raccoglie il 13% delle preferenze superando, seppure di poco, tanto le città quanto i luoghi d’arte, entrambi con l’11% delle preferenze. Su questi ultimi però gli italiani programmano maggiormente 1 o 2 notti a destinazione, così come per i piccoli borghi, che seguono con il 10% delle preferenze.


Quanto alle mete, a sostenere l’interesse degli italiani per le vacanze estive in montagna contribuisce fortemente il Trentino Alto Adige, costantemente nella top list dopo la Toscana – per i viaggi di breve e media durata – e dopo Sardegna e Puglia per le vacanze più lunghe. A riprova della passione per il mare troviamo supergettonate, oltre a Sardegna e Puglia, anche Sicilia ed Emilia Romagna, alle quali si aggiunge la Liguria, quest’ultima soprattutto per i viaggi brevi e le vacanze con massimo 5 pernottamenti. Rivolgendo l’attenzione oltre confine, continua a prevalere il panorama delle destinazioni europee, particolarmente fruibili d’estate, dove l’offerta di Grecia e Spagna catalizza fortemente l’attenzione dei nostri connazionali con la Francia che segue più a distanza.

Usa, scende a 68,2 pt fiducia consumatori Un. Michigan a giugno

Usa, scende a 68,2 pt fiducia consumatori Un. Michigan a giugnoNew York, 28 giu. (askanews) – A giugno, gli statunitensi si sono dimostrati leggermente meno ottimisti sull’economia rispetto al mese precedente. La lettura finale dell’indice sulla fiducia redatto mensilmente dall’Università del Michigan è stata pari a 68,2 punti, dopo i 69,1 punti di maggio. Le attese erano per un dato a 66 punti. In lettura preliminare si era registrato un dato a 65,6 punti.


La componente che misura le aspettative per il futuro è passata da 68,8 a 69,6. La componente sulla situazione attuale è scesa da 69,6 a 65,9. Per quanto riguarda l’inflazione, le aspettative a un anno sono scese dal 3,3% al 3%, mentre quelle a cinque anni sono rimaste al 3%.

Usa, inflazione PCE core maggio +0,1%, dato annuale al 2,6%

Usa, inflazione PCE core maggio +0,1%, dato annuale al 2,6%New York, 28 giu. (askanews) – L’inflazione negli Stati Uniti ha registrato rialzi ma inferiori ai dati di aprile. La misura preferita dalla Federal Reserve per calcolarla, il dato Pce (personal consumption expenditures price index), è salita dello 0,0%, mentre in aprile, marzo e febbraio aveva registrato +0,3%. Gli analisti attendevano un dato stazionario. Su base annuale l’inflazione è cresciuta del 2,6%, meno del 2,7% del mese precedente. Anche gli analisti attendevano un +2,6%.


La componente “core” del dato, depurata dagli elementi volatili, è cresciuta dello 0,1, meno del mese precedente quando si era registrato +0,2%. Gli analisti avevano previsto un +0,1%. Rispetto ad un anno prima il dato è cresciuto del 2,6%, meno del +2,8% dei tre mesi precedenti. Le previsioni erano per un aumento annuale sempre del 2,6%. Il valore Pce è contenuto nel dato diffuso dal dipartimento del Commercio relativo ai redditi personali e alle spese ai consumi.

Inail: nei primi 5 mesi 369 morti sul lavoro (+3,1%)

Inail: nei primi 5 mesi 369 morti sul lavoro (+3,1%)Roma, 28 giu. (askanews) – Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro il quinto mese del 2024 sono state 251.132 (+2,1% rispetto a maggio 2023 e in diminuzione del 22,4% rispetto allo stesso periodo del 2022), con un aumento più rilevante per gli incidenti avvenuti nel tragitto casa-lavoro. Le denunce di infortunio con esito mortale sono state 369 (+3,1%): nell’incremento sono stati determinanti gli incidenti mortali plurimi. In aumento le patologie di origine professionale denunciate, pari a 38.868 (+24,0%). Lo rende noto l’Inail. Le vittime sul lavoro sono 11 in più rispetto alle 358 registrate nel pari periodo del 2023 e cinque in più rispetto al 2022, 22 in meno sul 2019, 63 in meno sul 2020 e 65 in meno sul 2021. A livello nazionale i dati rilevati a maggio di ciascun anno evidenziano per i primi cinque mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023, pur nella provvisorietà dei numeri, un incremento dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 271 a 286, e un calo di quelli in itinere, da 87 a 83. L’incremento ha riguardato la gestione Industria e servizi, che passa da 310 a 312 denunce mortali, l’Agricoltura (da 36 a 40) e il Conto Stato (da 12 a 17). Dall’analisi territoriale emergono incrementi al Sud (da 68 a 83 denunce), nelle Isole (da 31 a 37) e nel Nord-Est (da 77 a 78) e cali al Centro (da 74 a 65) e nel Nord-Ovest (da 108 a 106). Tra le regioni con i maggiori aumenti si segnalano l’Emilia Romagna (+15), la Campania (+7), la Calabria e la Sicilia (+5 ciascuna), mentre per i cali più evidenti Veneto (-14), Marche, Abruzzo, Umbria e Friuli-Venezia Giulia (-4 ciascuna). L’incremento rilevato nel confronto dei periodi gennaio-maggio 2023 e 2024 è legato sia alla componente maschile, le cui denunce mortali sono passate da 331 a 340, sia a quella femminile, da 27 a 29. Diminuiscono le denunce dei lavoratori italiani (da 296 a 290) e aumentano quelle degli extracomunitari (da 52 a 61) e dei comunitari (da 10 a 18). L’analisi per classi di età evidenzia incrementi tra i 35-39enni (da 18 a 20 casi), tra i 45-59enni (da 152 a 186) e tra i 65-69enni (da 20 a 29) e riduzioni tra gli under 35 (da 69 a 55), tra i 40-44enni (da 24 a 23), tra i 60-64enni (da 58 a 39) e tra gli over 69 anni (da 17 a 16). Al 31 maggio di quest’anno risultano quattro denunce di incidenti plurimi, per un totale di 19 decessi, solo due dei quali stradali. Nei primi cinque mesi del 2023 risultavano cinque denunce di incidenti plurimi, per un totale di 10 decessi, quattro dei quali stradali.

Pnrr, Commissione Ue: ricevuta richiesta sesta rata da Italia

Pnrr, Commissione Ue: ricevuta richiesta sesta rata da ItaliaBruxelles, 28 giu. (askanews) – La Commissione europea ha confermato, oggi a Bruxelles, di aver ricevuto la sesta richiesta di pagamento, per 8,5 miliardi di euro, di cui 1,6 miliardi di euro in sovvenzioni e 6,9 ​​miliardi di euro in prestiti, presentata dall’Italia nell’ambito del Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Rrf), che finanzia il Pnrr.


La sesta rata, riferisce la Commissione in una nota, riguarda 24 tappe intermedie (“milestones”) e 13 obiettivi e comprende una serie di riforme riguardo al sistema degli appalti pubblici, ai ritardi di pagamento da parte delle pubbliche amministrazioni, al lavoro sommerso e all’inclusione sociale, nonché misure per dar seguito e sostegno agli sforzi di attuazione delle riforme nei settori della giustizia, della pubblica amministrazione e delle norme in materia di contabilità pubblica. La richiesta prevede anche importanti investimenti in ambiti quali la digitalizzazione delle imprese, la sicurezza dell’approvvigionamento di gas, i collegamenti ferroviari e le opere infrastrutturali nella Zona economica speciale del Sud Italia.


La Commissione esaminerà ora la richiesta dell’Italia e invierà quindi la sua valutazione preliminare, destinata al Comitato economico e finanziario del Consiglio Ue, sul raggiungimento da parte dell’Italia delle tappe intermedie e degli obiettivi che sono richiesti per l’esborso di questa sesta rata. Il Pnrr dell’Italia prevede un finanziamento totale di 71,8 miliardi di euro in sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro in prestiti. L’Italia, sottolinea la Commissione, è il primo Stato membro dell’Ue a presentare sei richieste di pagamento per il Pnrr.