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Usa, +303.000 di posti lavoro a marzo, disoccupazione al 3,8%

Usa, +303.000 di posti lavoro a marzo, disoccupazione al 3,8%New York, 5 apr. (askanews) – Rapporto sull’occupazione di marzo molto superiore alle stime, negli Stati Uniti. Il mese scorso sono stati creati 303.000 posti di lavoro (escluso il settore agricolo) rispetto al mese precedente, mentre gli analisti attendevano un aumento di 200.000 posti. La disoccupazione è scesa al 3,8%, rispetto al +3,9% del mese precedente. Anche gli analisti avevano previsto un dato al 3,8%.


I salari orari medi sono aumentati di 0,12 centesimi, lo 0,35%, a 34,57 dollari; rispetto a un anno prima, sono aumentati del 4,14%. La settimana media lavorativa è cresciuta di 0,1 ore a 34,4 ore. La partecipazione della forza lavoro è stata pari al al 65,7%, in aumento rispetto al 62,5%, registrato nei tre mesi precedenti. Rivisti i dati di febbraio passati da +275.000 a +270.000; mentre quelli di gennaio sono passati da +229.000 a +256.000. Non rivisto il dato sulla disoccupazione di febbraio che resta confermato a 3,9%.

Casa, Fimaa: ok piano Salvini, correggere lievi difformità non è condono

Casa, Fimaa: ok piano Salvini, correggere lievi difformità non è condonoRoma, 5 apr. (askanews) – Fimaa plaude alla decisione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, di varare una norma per favorire la regolarizzazione delle lievi difformità edilizie, annunciata nel corso del terzo incontro sul Piano Casa a cui la Federazione ha preso parte. “È fuorviante bollare la misura come un mini-condono. Questa previsione raccoglie alcune delle richieste formulate dalla Fimaa, che più volte ha evidenziato la necessità di semplificare l’iter burocratico per correggere le lievi difformità, e favorire in questo modo la compravendita degli immobili”.


Alle associazioni di categoria riunite al Mit, “Salvini – si legge nella nota – ha annunciato l’imminente approdo in Consiglio dei ministri di un decreto-legge contenente alcune misure volte a regolarizzare le lievi difformità edilizie, ovvero quelle meramente formali, quelle riguardanti singole unità immobiliari – come la costruzione o la rimozione di un tramezzo – o quelle riguardanti interventi che potevano essere sanati all’epoca in cui vennero realizzati. Tra le disposizioni inserite nel decreto-legge, illustrato dalla Consigliera Elena Griglio, anche diverse misure proposte nelle scorse settimane dalla Federazione, come quelle volte ad agevolare i cambi di destinazione d’uso”. “Sono difformità che caratterizzano la maggior parte del nostro patrimonio immobiliare – commenta il presidente di Fimaa Italia, Santino Taverna – e spesso rallentano le operazioni di compravendita, in alcuni casi arrivando addirittura a comprometterla. Per questo la Fimaa da tempo chiede di rimuovere quelli che, alla fine, sono solamente degli ostacoli burocratici e non può che salutare con favore la decisione del ministro Salvini di intervenire sul tema”.

Bce, nuova limatura tassi mutui e lieve calo su prestiti a imprese

Bce, nuova limatura tassi mutui e lieve calo su prestiti a impreseRoma, 5 apr. (askanews) – Nuova limatura dei tassi sui nuovi mutui alle famiglie per l’insieme dell’area euro, mentre a febbraio si è verificata anche una flebile attenuazione degli interessi sui nuovi prestiti erogati alle imprese. Lo riporta la rilevazione mensile elaborata dalla Banca centrale europea, relativa all’insieme dell’unione valutaria.


A febbraio il costo composito dei nuovi prestiti concessi alle imprese si è attestato al 5,12%, 6 punti base in meno rispetto al mese precedente a riflesso di uno smorzamento dei tassi. Sui nuovi prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni il costo medio è risultato pari al 3,84%, riporta la Bce, 4 punti base in meno rispetto al mese precedente, anche qui a riflesso dei tassi. Queste dinamiche riflettono il fatto che da un lato la Bce ha da mesi arrestato la sua manovra rialzista sui tassi di interesse ufficiali, dall’altro ha lanciato ripetuti segnali di apertura a un primo possibile taglio a giugno.


L’indicatore composito degli interessi sui nuovi depositi a durata prestabilita delle imprese presso le banche ha mostrato una limatura di 5 punti base, al 3,63%. I depositi a vista sono invece rimasti stabili allo 0,90%. Per le famiglie i tassi sui depositi a durata prestabilita sono rimasti 3,17%, mentre nel caso dei depositi a vista sono risultati invariati a un livello addirittura più basso di quello delle imprese: 0,38%, secondo i dati della Bce.


I tassi sui depositi a vista delle banche sono l’unica voce che nei mesi passati non ha mostrato aumenti in linea con quelli dei tassi ufficiali decisi dalla Bce. Il tema era stato oggetto anche di rilievi polemici da parte dei ministri delle Finanze a livello di eurogruppo, tuttavia con il passare dei mesi sembrano aver lasciato cadere l’argomento. Per quanto riguarda la Bce i verbali del Consiglio direttivo di marzo, pubblicati ieri, hanno ribadito l’apertura a possibili decisioni al ribasso sui tassi ufficiali a giugno, quando saranno disponibili molte più informazioni per valutare il quadro. Hanno invece indicato come più “difficile” una mossa in tal senso al Consiglio che si svolgerà giovedì prossimo, l’11 aprile. (fonte immagine: Bce).

Stellantis, Fim: si allontana obiettivo un milione veicoli l’anno

Stellantis, Fim: si allontana obiettivo un milione veicoli l’annoRoma, 5 apr. (askanews) – Dopo due anni di crescita, nei primi tre mesi negli stabilimenti italiani di Stellantis si registra un forte calo della produzione. Nel primo trimestre sono stati prodotti 170.415 veicoli, con una diminuzione del 9,8% rispetto allo stesso periodo del 2023 (188.910 veicoli prodotti tra auto e furgoni commerciali). E’ quanto rileva il consueto report della Fim.


Questi numeri, sostiene la categoria dei metalmeccanici della Cisl, allontanano l’obiettivo di un milione di veicoli l’anno. Tutti gli stabilimenti dimezzano le produzioni, tranne Pomigliano d’Arco e Atessa. La produzione di autovetture registra un -23,8% pari a 105.255 unità, mentre quello relativo ai veicoli commerciali segna una crescita del 28,5% che in termini di volumi è pari a circa 14.460 unità in più. Negli stabilimenti di produzione delle auto la Fim ha riscontrato una situazione particolarmente negativa. Fatta eccezione per lo stabilimento di Pomigliano d’Arco, che rappresenta più della metà della produzione totale e dove si riscontra una crescita del 26% rispetto al primo trimestre 2022, gli altri quattro stabilimenti dimezzano la produzione auto con flessioni molto significative. Sicuramente condizionata dal ritardo degli incentivi per le auto ecologiche, ha spiegato il leader della Fim, Ferdinando Uliano, il polo produttivo di Mirafiori perde la spinta della 500 elettrica che aveva caratterizzato la salita produttiva degli ultimi tre anni, compensando il continuo calo delle Maserati. Gli stabilimenti di Melfi e Cassino subiscono l’attesa verso la transizione alle future produzioni sulle due nuove piattaforme Stla Medium e Stla Large previste a partire dalla fine 2024.


I veicoli commerciali Lvc (elettrici) di Atessa dopo due anni di flessione negativa ritornano a dare un contributo positivo ed importante ai volumi complessivi. Se l’andamento riscontrato nel primo trimestre 2024 viene confermato nei prossimi mesi e gli incentivi non invertono la tendenza, la produzione complessiva, con i veicoli commerciali, si attesterà poco sopra le 630mila unità, al di sotto delle 751mila del 2023. L’obiettivo dei tavoli sugli stabilimenti italiani di Stellantis, che si stanno svolgendo al ministero delle Imprese e del made in Italy, è quello definire tutti gli impegni necessari per garantire volumi, occupazione e prospettive, ha sottolineato il leader della Fim, Ferdinando Uliano, presentando il report.


“Dobbiamo riconoscere che superate le difficoltà iniziali il tavolo dell’auto è partito in maniera costruttiva e concreta – ha detto – ora è indispensabile che questo tavolo di sistema raggiunga l’obiettivo di costruire un accordo di sviluppo con Stellantis e tutti gli attori del settore automotive italiano per l’aumento dei livelli produttivi negli stabilimenti italiani, il consolidamento dei centri di ingegneria e ricerca, maggiori investimenti sui modelli innovativi, la riqualificazione delle competenze dei lavoratori e il sostegno alla riconversione della filiera della componentistica”.

Istat: propensione al risparmio mai così bassa, giù il potere di acquisto delle famiglie

Istat: propensione al risparmio mai così bassa, giù il potere di acquisto delle famiglieRoma, 5 apr. (askanews) – Si riducono il tasso di risparmio e il potere di acquisto delle famiglie. Nel corso del 2023 il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato del 4,7% (+5,7% nel 2022), pari ad un incremento di 58,7 miliardi di euro. La consistente crescita dei prezzi ha, tuttavia, determinato una contrazione dello 0,5% del loro potere d’acquisto, ossia il reddito disponibile espresso in termini reali, che ha seguito la flessione dell’1,8% registrata nel 2022. La spesa per consumi finali è cresciuta del 6,5% e la propensione al risparmio delle famiglie calata al 6,3%, dal 7,8% del 2022, toccando il valore più basso dal 1995, inizio del periodo di riferimento dei conti. Lo ha reso noto l’Istat Il tasso di investimento delle famiglie si è portato al 9% (dal 9,2% del 2022).


Il tasso di profitto delle imprese è sceso al 44,8% (dal 45,4% del 2022), nonostante la crescita del valore aggiunto del 6,2%. Il tasso di investimento si è ridotto al 20,9% (dal 22,3% dell’anno precedente) a seguito della diminuzione degli investimenti fissi lordi (-0,6%).

Nel 2023 il tasso di risparmio delle famiglie è ai minimi storici

Nel 2023 il tasso di risparmio delle famiglie è ai minimi storiciRoma, 5 apr. (askanews) – Si riducono il tasso di risparmio e il potere di acquisto delle famiglie. Nel corso del 2023 il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato del 4,7% (+5,7% nel 2022), pari ad un incremento di 58,7 miliardi di euro. La “consistente crescita dei prezzi” ha, tuttavia, determinato una contrazione dello 0,5% del loro potere d’acquisto, ossia il reddito disponibile espresso in termini reali, che ha seguito la flessione dell’1,8% registrata nel 2022. La spesa per consumi finali è cresciuta del 6,5% e la propensione al risparmio delle famiglie calata al 6,3%, dal 7,8% del 2022, toccando il valore più basso dal 1995, inizio del periodo di riferimento dei conti. Lo ha reso noto l’Istat.


Il tasso di investimento delle famiglie si è portato al 9% (dal 9,2% del 2022). Nel 2023 il reddito primario delle famiglie è aumentato di 75,2 miliardi di euro (+5,6%), con un apporto positivo generato dai redditi da lavoro dipendente (+35,7 miliardi di euro, +4,5%), dai redditi derivanti dall’attività imprenditoriale (+18,6 miliardi di euro, +5,4%), dai redditi imputati per l’utilizzo delle abitazioni di proprietà (+10,2 miliardi di euro, +6,7%) e dai redditi da capitale finanziario (+10,7 miliardi di euro, +17,6%).


Il saldo degli interventi redistributivi nel 2023 ha sottratto alle famiglie 118,8 miliardi di euro, 16,5 miliardi in più rispetto all’anno precedente. Le imposte correnti pagate dalle famiglie sono aumentate di 24,6 miliardi di euro (+10,7% rispetto al 2022) per la crescita dell’Irpef (+10,2%) e delle ritenute sui redditi da capitale e sul risparmio gestito (+23%). Per i contributi sociali versati dalle famiglie, nel complesso cresciuti di 10 miliardi di euro (+3,3%), si registra un aumento dei contributi sociali effettivi pagati dai lavoratori autonomi (+7,3%, +2,9 miliardi di euro) e una diminuzione di quelli a carico dei lavoratori dipendenti (-4,3% -2,2 miliardi di euro). Le prestazioni sociali hanno registrato un incremento del 4,3%, pari a +19,1 miliardi di euro (+2,4% nel 2022, +10,2 miliardi di euro). La dinamica positiva delle prestazioni sociali è dovuta, principalmente, all’aumento delle pensioni e rendite erogate dagli enti di previdenza (+21,5 miliardi di euro rispetto all’anno precedente) e delle misure relative agli assegni familiari (+3,0 miliardi di euro), in particolare per il consolidamento dell’erogazione dell’assegno unico e universale per i figli a carico, che hanno compensato la riduzione registrata nei sussidi per l’esclusione sociale (-10,8 miliardi di euro). Favorita dal prolungamento del sistema di incentivi alle ristrutturazioni, è proseguita nel 2023 la crescita degli investimenti delle famiglie per l’acquisto e la manutenzione straordinaria delle abitazioni (+3%, +3,4 miliardi di euro rispetto al 2022), anche se con ritmi più contenuti rispetto al biennio precedente. Le famiglie hanno beneficiato nell’anno di 78,4 miliardi di euro di incentivi agli investimenti erogati dalle amministrazioni pubbliche (+21,2 miliardi di euro rispetto al 2022).


Mlp

Confindustria, Orsini è il nuovo presidente: ora unità e dialogo

Confindustria, Orsini è il nuovo presidente: ora unità e dialogoRoma, 4 apr. (askanews) – L’imprenditore emiliano Emanuele Orsini è il nuovo presidente di Confindustria. Dopo il passo indietro di Edoardo Garrone, presidente di Erg e del Sole 24 Ore, la strada per la designazione di Orsini era spianata. I componenti del consiglio generale, a scrutinio segreto, lo hanno votato con 147 sì. La riunione era affollata, ma non al gran completo: su 187 aventi diritto di voto erano presenti in 173. Da registrare 17 schede nulle e 9 bianche, a testimonianza di una seppur minoritoria opposizione. Dopo una campagna elettorale divisiva e contraddistinta da veleni, polemiche e ricorsi ai probiviri, il neopresidente ha subito mandato segnali distensivi. “Cercherò di convincere chi non mi ha votato”, sono state le sue prime parole dopo la proclamazione dei risultati.


“Oggi siamo riusciti dopo una campagna elettorale molto complicata e difficile – ha detto ai giornalisti che lo attendevano nel cortile di viale dell’Astronomia – a ricompattare Confindustria come è giusto che sia perchè deve guardare avanti alla realtà dell’industria italiana”. Dialogo, identità e unità le parole chiave del programma di Orsini. Anche la “competitività – ha spiegato – sarà un tema chiave, l’energia è un altro tema che metteremo al centro del nostro programma e la certezza del diritto. C’è bisogno che le imprese e le istituzioni siano sempre più vicine per far crescere il nostro sistema imprenditoriale”. Il neopresidente ha respinto una visione dicotomica tra “piccole e grandi aziende”, immaginando una “Confindustria centrale, di prospettiva e proposte, che vorrà fare sintesi per dare al governo e alla Ue soluzioni per la crescita delle nostre imprese”. E proprio dall’esecutivo sono arrivate le prime congratulazioni per Orsini con la premier Giorgia Meloni che ha sottolineato: “Per questo governo, lo Stato deve essere un alleato naturale delle imprese e degli imprenditori, cioè di coloro che creano posti di lavoro e producono ricchezza. Come sempre non faremo mancare disponibilità e dialogo”.


Prossima tappa per Orsini è la formazione della squadra che, insieme al programma, sarà sottoposta al voto del consiglio generale in programma il 18 aprile. Sui nomi nessuna dichiarazione, ma a chi gli ha chiesto di un possibile ingresso di Antonio Gozzi, il candidato escluso dai saggi per non aver raggiunto il gradimento necessario, Orsini ha spiegato: “Gozzi è una persona che stimo molto, ha fatto tantissimo per il sistema, ha un ruolo chiave nel mondo di Federacciai e il new green deal, sarà una persona con cui dialogheremo per forza, così come con Edoardo Garrone e con tutti quelli che hanno fatto campagna elettorale e che saranno valore aggiunto”. All’insegna della ritrovata compattezza anche i commenti di alcuni fra i past president dell’associazione. Emma Marcegaglia si è detta “contenta” perché Confindustria “ha ritrovato compattezza e unità e questa è la cosa più importante dopo una campagna pesante, molto mediatica complicata. Quindi il fatto che ci siamo ricompattati tutti, con convinzione, su Emanuele Orsini va bene e credo vada evidenziato che Edoardo Garrone ha fatto un atto, secondo me, importante perché proprio ha reso possibile il fatto che ci siamo riuniti”.


Sulla stessa linea Luigi Abete: “Oggi un ottimo clima. Le due persone che avevano raggiunto il maggior livello di consenso avevano entrambe esperienze ed entusiasmo progettuale per poter essere un presidente di Confindustria ottimo per il prossimo quadriennio” e “con un percorso per quanto complesso, alla fine il consenso sul designato è stato rilevantissimo”. Per l’elezione vera e propria bisognerà aspettare il 23 maggio quando si riunirà l’assemblea dei delegati.


Mlp

Eurozona, prezzi case tornano a calare: -0,7% tra III e IV trim

Eurozona, prezzi case tornano a calare: -0,7% tra III e IV trimRoma, 4 apr. (askanews) – Tornano a calare i prezzi delle case per l’insieme dell’area euro: nell’ultimo trimestre del 2023 hanno registrato una contrazione dello 0,7% rispetto ai tre mesi precedenti e un meno 1,1% nel confronto su base annua. Lo riporta Eurostat, ricordando che sia nel secondo che nel terzo trimestre i prezzi dell’immobiliare abitativo dell’area avevano segnato aumenti dello 0,2% rispetto ai tre mesi immediatamente precedenti, mentre nel terzo trimestre la dinamica su base annua aveva registrato meno 2,2%.


In Italia nel quarto trimestre i prezzi delle case hanno mostrato una variazione nulla mentre la dinamica su base annua è risultata quasi analoga a quella del terzo trimestre, un decimale di punto in più al più 1,8%. Da segnalare il meno 2% congiunturale dei prezzi delle case in Germania e il meno 7,1% su base annua, sempre nel quarto trimestre. Negativa anche la dinamica dei prezzi in Francia con un meno 2,7% dai tre mesi precedente e meno 3,6% su base annua.

Bce, nuovi segnali di apertuta a taglio tassi giugno (e non aprile)

Bce, nuovi segnali di apertuta a taglio tassi giugno (e non aprile)Roma, 4 apr. (askanews) – Dalla Bce giungono nuovi segnali di apertura a un possibile taglio dei tassi di interesse a giugno, mentre i verbali della riunione di del 6 e 7 marzo del Consiglio direttivo ribadiscono che una mossa simile alla riunione della prossima settimana (11 aprile) risulta “difficile”.


Al direttorio di marzo “è stato sottolineato che per la riunione di giugno il Consiglio una mole rilevante di dati e informazioni in più, specialmente per le dinamiche salariali. Invece – recita il documento pubblicato oggi dalla stessa Bce – le nuove informazioni disponibili per la riunione di aprile saranno più limitate, rendendo difficile che (il Consiglio) possa essere per allora sufficientemente fiducioso sulla sostenibilità del processo inflazionistico”. La formula ribadisce, forse in modo ancora più esplicito, indicazioni che erano state già espresse al termine del Consiglio di marzo dalla presidente, Christine Lagarde.


Alla riunione i componenti del direttorio hanno “espresso una accresciuta fiducia che l’inflazione è instradata per moderarsi in maniera sostenibile verso l’obiettivo del 2% in maniera tempestiva. Tuttavia – proseguono i verbali – pazienza e cautela restano necessarie, e servono più elementi e dati affinché il Consiglio sia sufficientemente fiducioso Che il compito (di riportarla verso l’obiettivo-ndrt) sia stato raggiunto”. Tutti hanno concordato con la proposta del capo economista, Philip Lane di mantenere i tassi di interesse ai livelli attuali. Inoltre “c’è stato consenso che sarebbe (stato) prematuro discutere tagli dei tassi all’incontro. E’ stato affermato che è importante andare avanti nel processo disinflazionistico e accumulare altri elementi, affinché il consiglio sia sufficientemente fiducioso che l’inflazione sia orientata a tornare all’obiettivo”.


Va comunque rilevato che il documento si riferisce appunto a quasi un mese fa e non incorpora l’ultimo dato sull’inflazione, relativo a marzo in cui, secondo la stima preliminare pubblicata ieri da Eurostat, il livello medio per l’area euro ha mostrato un ulteriore calmieramento, superiore al previsto, portandosi al 2,4%. (immagine da sito Bce)

Mit: Salvini prepara la norma salva-casa, tutelare i piccoli proprietari

Mit: Salvini prepara la norma salva-casa, tutelare i piccoli proprietariMilano, 4 apr. (askanews) – Il Mit sta preparando un pacchetto di norme per intervenire sulla casa, così come chiesto e auspicato anche dalle Amministrazioni territoriali, dalle associazioni e dagli enti del settore edilizio. Si tratta, spiega una nota del ministero, di una serie di misure che mirano a regolarizzare le piccole difformità o le irregolarità strutturali che interessano, secondo uno studio del Consiglio nazionale degli ingegneri, quasi l’80% del patrimonio immobiliare italiano.


In particolare, si tratta di: difformità di natura formale, legate alle incertezze interpretative della disciplina vigente; difformità edilizie “interne”, riguardanti singole unità immobiliari, a cui i proprietari hanno apportato lievi modifiche (tramezzi, soppalchi, etc.); difformità che potevano essere sanate all’epoca di realizzazione dell’intervento, ma non sanabili oggi a causa della disciplina della “doppia conforme” che non consente di conseguire il permesso o la segnalazione in sanatoria per moltissimi interventi, risalenti nel tempo. E ancora per permettere i cambi di destinazione d’uso degli immobili tra categorie omogenee. Queste linee di indirizzo su cui gli uffici si sono mossi, a seguito anche delle proposte raccolte nelle precedenti riunioni sul tema, e che hanno portato alla bozza normativa, sono state presentate nel corso della riunione sul piano casa, tenutasi al Mit alla presenza del vicepremier e ministro Matteo Salvini con il Dipe (dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica) e circa 50 tra istituzioni, enti, associazioni, ordini professionali e fondazioni del settore.


La ratio, spiega il Mit, è tutelare i piccoli proprietari immobiliari che in molti casi attendono da decenni la regolarizzazione delle loro posizioni e che non riescono, spesso, a ristrutturare o vendere la propria casa. Allo stesso tempo deflazionare il lavoro degli uffici tecnici comunali, spesso sommersi dalle richieste di sanatorie. Alla luce della semplificazione e dell’efficienza amministrativa si è previsto anche di intervenire sulle procedure amministrative per garantire ai cittadini risposte certe in tempi certi.