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Casa, Idealista: Napoli prezzi +11,5% in un anno, Posillipo al top

Casa, Idealista: Napoli prezzi +11,5% in un anno, Posillipo al topMilano, 3 apr. (askanews) – Il mercato immobiliare a Napoli mostra un forte aumento, con i prezzi delle case usate che salgono del 2,6% nel primo trimestre, portando la media a 2.823 euro al metro quadrato. Questo incremento corrisponde a un aumento dell’11,5% rispetto all’anno precedente, evidenziando la vivacità del settore residenziale nella città partenopea.


L’andamento dei prezzi varia considerevolmente tra le 10 zone monitorate da idealista: mentre 5 hanno registrato un aumento, altre 4 hanno visto una diminuzione. Tra le zone con aumenti più significativi nel trimestre, troviamo Pianura-Soccavo-Camaldoli (2,5%), Centro Storico (1,5%) e Poggioreale-Vicaria (1,3%). Anche Capodimonte-Materdei-San Carlo all’Arena e Ponticelli-San Giovanni a Teduccio hanno mostrato un incremento dello 0,2%. Al contrario, i distretti di Secondigliano-Capodichino e Chiaiano-Zona Ospedaliera-Scampia hanno registrato diminuzioni rispettivamente del -4,6% e del -2,8%. Dopo i mesi invernali anche i quartieri di Vomero-Arenella (-0,8%) e Posillipo-Chiaia-San Ferdinando (-0,3%) segnano una battuta di arresto. Sempre Posillipo-Chiaia-San Ferdinando si conferma come il quartiere più costoso della città, con un prezzo medio di 4.705 euro. Seguono i distretti di Vomero-Arenella (4.048 euro al metro quadro), Fuorigrotta-Bagnoli (2.730) e Centro Storico (2.509). Gli altri sei quartieri analizzati da idealista hanno prezzi compresi tra i 2.324 euro al metro quadrato di Capodimonte-Materdei-San Carlo all’Arena e i 1.379 euro al metro quadrato di Ponticelli-San Giovanni a Teduccio, la zona più economica per l’acquisto di una casa ai piedi del Vesuvio.


“Il mercato immobiliare a Napoli sta raggiungendo livelli record, trainato dalla crescente domanda di case e dalla carenza di immobili disponibili”, ha detto Vincenzo De Tommaso, Responsabile Ufficio Studi di Idealista. “L’accentramento verso il centro urbano, soprattutto nei quartieri più ricercati, sta diventando sempre più evidente. È importante essere consapevoli delle dinamiche del mercato e delle aspettative dei proprietari per navigare in questo ambiente immobiliare in rapida evoluzione”. L’hinterland partenopeo ha registrato un aumento del prezzo medio delle abitazioni del 2,1%, portandolo a 2.224 euro al metro quadro. Tra i comuni dell’hinterland napoletano, 28 su 45 hanno visto un aumento dei prezzi nel trimestre, con Cimitile (10,5%) e Acerra (9,8%) in evidenza per i rialzi più significativi, mentre Frattaminore (-9,9%) e Arzano (-5,8%) segnano i cali maggiori mentre, Cicciano è l’unico centro della provincia di Napoli a non aver subito variazioni di prezzo.


Capri si conferma il comune più costoso della provincia di Napoli, con un prezzo medio di 9.543 euro al metro quadrato, seguito da Anacapri (7.027 euro al metro quadro), Massa Lubrense (4.173), Ischia (3.695) e Vico Equense (3.419). Dalla parte opposta della classifica dei valori immobiliari nella provincia di Napoli, Roccarainola (899) e Cicciano (962) entrambi con prezzi inferiori a mille euro al metro quadro, sono i comuni più convenienti per l’acquisto di un immobile.

Confindustria, Garrone: ora Orsini libero da condizionamenti su squadra

Confindustria, Garrone: ora Orsini libero da condizionamenti su squadraRoma, 3 apr. (askanews) – “Per avere una Confindustria forte, occorre innanzitutto mettere un candidato nelle condizioni di potersi scegliere la propria squadra e la propria struttura liberamente, senza alcun condizionamento e negoziazione che lo renderebbe debole e ne sancirebbe il fallimento sin dall’inizio”. E’ questo un passaggio della lettera inviata da Edoardo Garrone ai colleghi di Confindustria per spiegare la decisione di ritirarsi dalla corsa per la presidenza.


“Questa condizione a mio avviso, nella coerenza del fine che mi ha mosso sin d’ora, è possibile in un solo modo. É infatti evidente che in Confindustria – scrive Garrone – si sono determinate forti fratture e forti tensioni. Non serve all’Associazione che un candidato possa vincere per qualche voto, magari frutto di “impegni o scambi” eccessivi e per me intollerabili e inaccettabili. Solo sostenendo un unico candidato e mettendolo nella condizione ideale per forza e autonomia, si può garantire la miglior governabilità alla nostra Confindustria”. Dunque, “la scelta di anteporre il fine alla persona, mi impone quindi di fare un passo indietro e di consentire ad Emanuele Orsini di trovare quelle condizioni ideali per guidare Confindustria senza condizionamenti, e di poterlo fare con grande senso di responsabilità, in nome di un fine collettivo che è molto più importante di noi singoli. Questa è una rinuncia che personalmente mi costa molto, ma che confido possa determinare una svolta comportamentale e sostanziale, rendendomi e rendendoci orgogliosi di averlo fatto e di aver contribuito ad un cambiamento storico doveroso, esprimendo un modo di essere al servizio del sistema e non un sistema al servizio di sé stessi. E’ una scelta di responsabilità che chiedo anche a voi tutti domani con il voto, per dare un segnale forte e di unità a tutti gli stakeholder e all’intero Paese”.


Mlp

Confindustria, Garrone si è ritirato dalla corsa per la presidenza

Confindustria, Garrone si è ritirato dalla corsa per la presidenzaRoma, 3 apr. (askanews) – L’industriale Edoardo Garrone si ritira dalla corsa per la presidenza di Confindustria. Garrone ritira “per il bene di Confindustria”. Lo apprende Askanews da fonti vicine all’industriale. In una lettera inviata ai colleghi dell’associazione, l’imprenditore ligure scrive: “è evidente che in Confindustria si sono determinate forti fratture e forti tensioni. Non serve all’Associazione che un candidato possa vincere per qualche voto, magari frutto di ‘impegni o scambi’ eccessivi e per me intollerabili e inaccettabili. Solo sostenendo un unico candidato e mettendolo nella condizione ideale per forza e autonomia, si può garantire la miglior governabilità alla nostra Confindustria.


Dunque, “la scelta di anteporre il fine alla persona, mi impone quindi – spiega – di fare un passo indietro e di consentire ad Emanuele Orsini di trovare quelle condizioni ideali per guidare Confindustria senza condizionamenti, e di poterlo fare con grande senso di responsabilità, in nome di un fine collettivo che è molto più importante di noi singoli”.

Confindustria, Garrone si ritira dalla corsa per la presidenza

Confindustria, Garrone si ritira dalla corsa per la presidenzaRoma, 3 apr. (askanews) – L’industriale Edoardo Garrone si ritira dalla corsa per la presidenza di Confindustria. Garrone ritira “per il bene di Confindustria”. Lo apprende Askanews da fonti vicine all’industriale.


In una lettera inviata ai colleghi dell’associazione, l’imprenditore ligure scrive: “è evidente che in Confindustria si sono determinate forti fratture e forti tensioni. Non serve all’Associazione che un candidato possa vincere per qualche voto, magari frutto di ‘impegni o scambi’ eccessivi e per me intollerabili e inaccettabili. Solo sostenendo un unico candidato e mettendolo nella condizione ideale per forza e autonomia, si può garantire la miglior governabilità alla nostra Confindustria. Dunque, “la scelta di anteporre il fine alla persona, mi impone quindi – spiega – di fare un passo indietro e di consentire ad Emanuele Orsini di trovare quelle condizioni ideali per guidare Confindustria senza condizionamenti, e di poterlo fare con grande senso di responsabilità, in nome di un fine collettivo che è molto più importante di noi singoli”.

Ue, l’inflazione nell’Eurozona scende al 2,4% a marzo

Ue, l’inflazione nell’Eurozona scende al 2,4% a marzoRoma, 3 apr. (askanews) – L’inflazione a marzo nell’Eurozona è stimaat in calo al 2,4%. Lo rileva Eurostat, facendo notare che il mese preecdente era al 2,6%. Su base mensile, l’inflazione si attesta allo 0,8%.


Tra le maggiori componenti, quella dei servizi appare al più alto tasso annuale (4%), stabile rispetto al mese di febbraio. Per cibo, alcolici e tabacco, l’inflazione si attesta al 2.7%, in discesa rispetto al 3,9% registrato a febbraio. Per i beni industriali non energetici, l’indice è all’1,1% rispetto l’1,6% del mese precedente, mentre per quelli energetici si registra un -1,8%, rispetto a un -3,7% a febbraio.

L’Istat: a febbraio la disoccupazione sale al 7,5% , per i giovani al 22,8%

L’Istat: a febbraio la disoccupazione sale al 7,5% , per i giovani al 22,8%Roma, 3 apr. (askanews) – A febbraio il tasso di disoccupazione totale sale al 7,5% (+0,2 punti), quello giovanile al 22,8% (+0,7 punti). E’ la stima provvisoria diffusa dall’Istat.


L’aumento del numero di persone in cerca di lavoro (+2,5%, pari a +46mila unità) interessa entrambi i generi e ogni classe d’età. La diminuzione del numero di inattivi (-0,5%, pari a -65mila unità, tra i 15 e i 64 anni) si osserva sia per gli uomini sia per le donne e tutte le classi d’età, ad eccezione dei 15-24enni tra i quali l’inattività cresce. Il tasso di inattività scende al 33% (-0,2 punti).


Rispetto a febbraio 2023, calano sia il numero di persone in cerca di lavoro (-3,2%, pari a -63mila unità) sia quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-1,9%, pari a -239mila).

Istat: disoccupazione sale al 7,5% a febbraio, per giovani al 22,8%

Istat: disoccupazione sale al 7,5% a febbraio, per giovani al 22,8%Roma, 3 apr. (askanews) – A febbraio il tasso di disoccupazione totale sale al 7,5% (+0,2 punti), quello giovanile al 22,8% (+0,7 punti). E’ la stima provvisoria diffusa dall’Istat.


L’aumento del numero di persone in cerca di lavoro (+2,5%, pari a +46mila unità) interessa entrambi i generi e ogni classe d’età. La diminuzione del numero di inattivi (-0,5%, pari a -65mila unità, tra i 15 e i 64 anni) si osserva sia per gli uomini sia per le donne e tutte le classi d’età, ad eccezione dei 15-24enni tra i quali l’inattività cresce. Il tasso di inattività scende al 33% (-0,2 punti).


Rispetto a febbraio 2023, calano sia il numero di persone in cerca di lavoro (-3,2%, pari a -63mila unità) sia quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-1,9%, pari a -239mila).

Lavoro, Istat: a febbraio +41mila occupati, su anno +351mila

Lavoro, Istat: a febbraio +41mila occupati, su anno +351milaRoma, 3 apr. (askanews) – L’occupazione torna a crescere nel mese di febbraio. Secondo le stime provvisorie dell’Istat, l’occupazione sale (+0,2%, pari a +41mila unità) tra gli uomini, i maggiori di 24 anni e i dipendenti permanenti; cala invece tra le donne, i 15-24enni, i dipendenti a termine e gli autonomi. Il tasso di occupazione sale al 61,9% (+0,1 punti).


Il numero di occupati, inoltre, supera quello di febbraio 2023 dell’1,5% (+351mila unità). L’aumento coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età, a eccezione dei 15-24enni tra i quali l’occupazione è in calo. Il tasso di occupazione sale in un anno di 0,8 punti percentuali. “L’occupazione torna a crescere – è il commento dell’Istat – per effetto dell’aumento dei dipendenti permanenti che raggiungono i 15 milioni 969mila. Il numero degli occupati – pari a 23 milioni 773mila – è superiore a quello di febbraio 2023 di 351mila unità, come sintesi dell’incremento di 603mila dipendenti permanenti e della diminuzione di 200mila dipendenti a termine e di 53mila autonomi”.

Giorgetti: è scontato che la Commissione Ue chiederà la procedura d’infrazione per il disavanzo

Giorgetti: è scontato che la Commissione Ue chiederà la procedura d’infrazione per il disavanzoRoma, 3 apr. (askanews) – “Essendo terminata a fine 2023 la sospensione del Patto di Stabilità e Crescita introdotta a seguito della pandemia e prorogata per via della crisi energetica, in base all’indebitamento netto registrato dall’Italia lo scorso anno (7,2 per cento del PIL secondo le prime stime Istat) è scontato che la Commissione europea raccomanderà al Consiglio di aprire una procedura per disavanzo eccessivo nei confronti del nostro come di diversi altri Paesi”.


Lo ha riferito il Ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, nell’audizine sulla governance europea nelle Commissioni bilancio di Camera e Senato. Il Documento di economia e finanze, che a breve sarà presentato in Parlamento ha poi detto il ministro, “sarà più leggero”, anche in considerazione “della attuale fase di transizione” per la governance europea.

Gli effetti del sisma in Taiwan sull’industria dei chip

Gli effetti del sisma in Taiwan sull’industria dei chipRoma, 3 apr. (askanews) – Il devastante terremoto che ha colpito oggi Taiwan ha un effetto indiretto quasi immediato anche sulle economie mondiali: l’isola è infatti il più grande hub di produzione globale di semiconduttori.


Il sisma di magnitudo 7,3 è stato considerato il più potente che abbia colpito l’isola dal 1999 e ha avuto il suo epicentro al largo di Hualien. Sono segnalati crolli e si ha già notizia di almeno quattro vittime, secondo il ministero degli Interni di Taiwan. Il terremoto rischia di avere effetti immediati sulla catena di forniture di chip, che è già particolarmente sotto stress. I grandi produttori di semiconduttori hanno dovuto infatti interrompere la produzione.


Taiwan Semiconductor Manifacturing Company (TSMC), il più grande fornitore globale di chip a contratto, ha evacuato alcune delle sue fabbriche a scopo precauzionale, secondo una nota diffusa dalla stessa compagnia: “Sono state avviate misure preventive secondo la procedura e alcuni stabilimenti sono stati evacuati”. Il direttore finanziario di United Microelectronics, Liu Chitong, ha dichiarato a Nikkei Asia che anche il terzo produttore mondiale di chip a contratto ha evacuato gli impianti di produzione. “Alcune macchine per la produzione si sono fermate e ora il nostro team sta lavorando per riavviare le macchine di produzione il prima possibile”, ha affermato.


I produttori di display Innolux e AUO hanno entrambi evacuato le strutture. Un manager di un fornitore di apparecchiature TSMC ha detto a Nikkei Asia che la sua azienda stava discutendo se inviare più personale a fare gli straordinari durante le imminenti vacanze alla fine di questa settimana, per aiutare i produttori di chip a compensare l’interruzione.


A Tainan, sede di alcuni degli impianti di fabbricazione di chip più avanzati – tra cui le fabbriche a 5 e 3 nanometri di TSMC, che producono processori per gli iPhone di Apple e i chip di elaborazione IA di Nvidia – l’impatto appare essere più lieve, scrive ancora Nikkei Asia. (Foto tratta da X)