Ita-Lufthansa, verso via libera condizionato da parte dell’UeBruxelles, 13 giu. (askanews) – Un via libera condizionato della Commissione europea al progetto di fusione Ita-Lufhtansa potrebbe arrivare qualche giorno prima della scadenza fissata, il 4 luglio prossimo, come di solito avviene per questo tipo di decisioni. Non c’è ancora un accordo definitivo (“done deal”), ma sembra che si stia andando, appunto, verso un via libera condizionato, secondo quanto si apprende a Bruxelles.
“Condizionato” significa basato sull’impegno delle due compagnie aeree ad attuare una serie di “rimedi” che lascerebbero alla concorrenza determinate rotte e una serie di slot negli aeroporti italiani.
Borse europee a picco, Milano crolla del 2,18% in chiusuraMilano, 13 giu. (askanews) – Chiusura in forte calo per Piazza Affari e le Borse europee che hanno accelerato ulteriormente al ribasso sul finale con il peggioramento di Wall Street, all’indomani della Fed che ha lasciato invariati i tassi nonostante il rallentamento dell’inflazione, lasciando la porta aperta a un solo taglio nel corso del 2024, mentre continuano le incertezze politiche sulla Francia dopo l’esito delle elezioni europee. A Milano il Ftse Mib ha lasciato sul terreno il 2,18% scivolando a 33.609 punti. Crolli intorno al 2% anche per Parigi e Francoforte.
A Milano, tra i titoli principali, maglia nera a Iveco (-5,16%), seguita da Mps (-3,9%). Nel giorno dell’Investor Day, Stellantis ha chiuso in calo del 2,77%. Ma in Europa è l’intero automotive a soffrire in Borsa dopo i dazi alla Cina. Si salva Tim (+0,63%) in scia alla promozione di Moody’s. Sul fronte dei nostri titoli di Stato, lo spread ha chiuso in leggero rialzo a 145 punti, ma il rendimento del Btp decennale è in discesa al 3,94%.
La Borsa di Mosca ferma le negoziazioni di euro e dollariBari, 13 giu. (askanews) – La borsa di Mosca ha sospeso le negoziazioni di euro e di dollari dopo che ieri gli Stati Uniti hanno ampliato le sanzioni contro la Russia, inserendo la piazza finanziaria moscovita nella lista nera. Lo riferisce l’agenzia Ria Novosti.
Il tasso di cambio è stato oggi per la prima volta fissato dalla Banca Centrale russa sulla base delle quotazioni sui mercati over the counter. La borsa di Mosca fa sapere che proseguono regolarmente le negoziazioni in tutti gli altri segmenti e degli strumenti finanziari denominati in rubli ed in altre valute.
Lavoro, Istat: tasso disoccupazione cala al 7,2%, +75mila occupatiMilano, 13 giu. (askanews) – Nel primo trimestre del 2024 aumentano gli occupati in Italia rispetto di 75 mila unità, +0,3% rispetto al quarto trimestre 2023, a seguito della crescita dei dipendenti a tempo indeterminato (+92 mila, +0,6%) e degli indipendenti (+32 mila, +0,6%) che ha più che compensato la diminuzione dei dipendenti a termine (-49 mila, -1,7%). Cala il numero di disoccupati (-55 mila, -2,9% in tre mesi) e aumenta quello degli inattivi di 15-64 anni (+37 mila, +0,3%). Lo rileva Istat.
Simile la dinamica per i tassi: quello di occupazione raggiunge il 62% (+0,1 punti), quello di disoccupazione scende al 7,2% (-0,2 punti) e il tasso di inattività 15-64 anni sale al 33,1% (+0,1 punti). Nei dati provvisori del mese di aprile 2024, rispetto al mese precedente, si osserva un aumento degli occupati (+84 mila, +0,4%) e del relativo tasso (+0,1 punti) che si associa alla diminuzione del tasso di disoccupazione (-0,2 punti) e alla stabilità del tasso di inattività 15-64 anni.
Usa, Fed conferma tassi e lascia porta aperta solo a un taglio 2024Roma, 12 giu. (askanews) – La Federal Reserve ha confermato come da attese i livelli attuali dei tassi di riferimento sul dollaro: il comitato che governa la politica monetaria (Fomc) ha stabilito di mantenere i fed funds a una forchetta del 5,25-5,50%.
Più rilevanti, dal punto di vista delle aspettative dei mercati, le variazioni che sono state contestualmente comunicate sulle previsioni di inflazione e sulle attese degli stessi banchieri centrali Usa sui tassi di interesse: in entrambi i casi revisioni al rialzo che potrebbero rappresentare una doccia fredda per le speranze che nelle ultime ore si erano riaccese di riduzioni per la fine dell’anno. Di fatto, resta aperta una porta solo a un singolo taglio sul 2024. Ora per il carovita l’istituzione monetaria Usa prevede un 2,6% sulla media di quest’anno anno e un 2,3% sul prossimo, a fronte rispettivamente del 2,4% del 2,2% indicato tre mesi fa.Pr il 2026 è confermata l’attesa di una inflazione al 2%.
Sui tassi di interesse le ultime previsioni lasciano aperta la porta solo a unapossibile riduzione per la fine dell’anno, l’attesa mediana è che il 2024 si concluda con tassi al 5,1% e poi per 4tagli complessivi nel 2025,al 4,1%, a altri quattro nel 2026 al 3,1%. Le stime di crescita economica sono state confermate: 2,1% quest’anno e 2% sia nel 2025 che nel 2026.
Petrolio, l’Aie prevede un maxi eccesso di offerta nel 2030Roma, 12 giu. (askanews) – Da qui al 2030 la capacità di produzione globale di petrolio dovrebbe aumentare in maniera più forte rispetto alla domanda, fino a portare per quell’anno a un “sconcertante eccesso di offerta pari a 8 milioni di barili al giorno”. È la previsione dell’Agenzia internazionale per l’energia, nella sua ultima edizione delle prospettive di medio termine del mercato (Oil 2024).
Secondo l’ente internazionale, che fa capo prevalentemente ai paesi consumatori, il fabbisogno sarà “tranquillamente” assicurato nei prossimi anni, mentre la domanda dovrebbe rallentare con i progressi della “transizione energetica”. A sostenere i consumi saranno la forte domanda delle economie a solida crescita dell’Asia, assieme al settore aereo e al petrolchimico. Ma questi aumenti saranno sempre più bilanciati da fattori come l’efficienza dei veicoli convenzionali, il calo dell’uso di petrolio per la produzione di energia in Medioriente e il maggior ricorso a veicoli elettrici.
Secondo l’Aie la domanda globale di petrolio, inclusi i biocombustibili, da 102 milioni di barili del 2023 toccherà 106 milioni di barili al giorno nel 2030. Mentre le capacità di produzione globale di petrolio e biocombustibile raggiungerà quasi 114.000 milioni di barili al giorno sempre nel 2030. Ci si ritroverà in questo modo con un eccesso di offerta sul settore che ha avuto un precedente solo nel 2020, con il crollo dei consumi provocato lockdown e misure restrittive imposte a motivo del Covid.
Bce, De Guindos: per prossimi 6 mesi no linea predeterminata tassiRoma, 12 giu. (askanews) – Dopo il taglio dei tassi di interesse della scorsa settimana “il messaggio principale che vogliamo dare, in maniera molto chiara è che non abbiamo nessun tipo di percorso predeterminato sui tassi, per i prossimi sei mesi”. Perché data l’elevata incertezza attuale “questo è l’approccio più corretto”. Lo ha affermato il vicepresidente della Bce, Luis De Guindos, durante un evento organizzato da Market News International.
“Capisco che i mercati vogliano delle indicazioni, ma bisogna essere cauti quando qualcuno, in queste circostanze, ti dà indicazioni sull’evoluzione futura. Perché o cerca di ingannarti, oppure non sa come stiano le cose”, ha aggiunto. De Guindos ha ammesso che “è un po’ una sfida spiegare perché fai questa mossa (l taglio dei tassi) quando al tempo stesso rivedi al rialzo, anche se marginalmente, le prospettive di inflazione”. Ma “è importante ricordare che il processo disinflazionistico in Europa è stato piuttosto intenso. Ricordiamoci soltanto che nell’ottobre del 2022 l’inflazione era 10,6% e ora è al 2,6%. E tutte le misure vanno nella stessa direzione, del declino”, ha proseguito.
La Bce ha rivisto marginalmente al rialzo le prospettive di crescita, che però resta “chiaramente sotto il potenziale. E abbiamo anche rivisto un po’ rialzo le previsioni di inflazione per 2024 2025, ma con cambiamenti marginali. Posso capire la sorpresa di avere al tempo stesso un taglio dei tassi e una revisione al rialzo dell’inflazione attesa. Ma sapevamo perfettamente a inizio anno che tra aprile-maggio e fine anno l’evoluzione dell’inflazione sarebbe stata complicata, accidentata con alti e bassi. Quindi non è stata una sorpresa per noi e si è confermata la fiducia che l’inflazione convergerà nel 2025 a un livello coerente con l’obiettivo di stabilità dei prezzi” (il 2%). “Questo è stato qualcosa di rilevante”, ha detto. Guardando al futuro il rischio principale sarà l’inflazione sui servizi, “quella che chiamiamo inflazione interna. Dobbiamo analizzare quello che accade nel mercato del lavoro, le dinamiche salariali. La nostra previsione è che le buste paga inizieranno a moderarsi nel prossimo anno. E stiamo riponendo tanta attenzione all’evoluzione della produttività in Europa. Il livello di incertezza è elevato. Questo è il motivo per cui dobbiamo stare molto cauti e muoverci molto lentamente, con molta prudenza. Volta per volta – ha ribadito il vicepresidente della Bce – in base ai dati”. (fonte immagine: streaming video MNI).
Dollaro giù dopo inflazione Usa, l’euro balza sopra 1,08Roma, 12 giu. (askanews) – Scatto rialzista dell’euro, che si riporta improvvisamente sopra la soglia di 1,08 dollari specularmente al deprezzamento della valuta statunitense dopo la pubblicazione dei dati sull’inflazione negli Usa. A maggio i prezzi non hanno registrato aumenti rispetto al mese precedente e il tasso di crescita annuo si è attestato al 3,3%, mentre mediamente gli economisti prevedevano un 3,4% annuo e un aumento mensile dello 0,2%.
Gli sviluppi rilanciano le speranze di un taglio dei tassi di interesse da parte della Federaal Reserve prima della fine dell’anno. Oggi si concluderà la riunione del direttorio (Fomc), da cui non sono attese mosse immediate sui tassi, ma indicazioni in tal senso potrebbero arrivare dalla successiva conferenza stampa del presidente, Jerome Powell. Sotto i fari anche le attese aggiornate su economia e inflazione. Nel pomeriggio l’euro si attesta 1,0812 dollari, laddove prima della pubblicazione dei dati sull’inflazione Usa si attestava poco sopra 1,0765.
Bce: il ruolo globale dell’euro tiene ma fari sulle crepe del sistema monetarioRoma, 12 giu. (askanews) – Il ruolo internazionale dell’euro è rimasto stabile sull’insieme dello scorso anno. Ma nell’ultimo rapporto dedicato a questo tema, la Banca centrale europea mette in guardia dalle “fratture che potrebbero emergere nel sistema monetario internazionale” nel contesto di accresciuti attriti geopolitici.
L’indicatore complessivo sul ruolo internazionale dell’euro, secondo la Bce, è rimasto al di sopra del 19% lo scorso anno, in prossimità della media media che ha registrato dalla sua introduzione nel 1999. L’euro resta ampiamente la seconda valuta più rilevante a livello globale. L’istituzione di Francoforte riporta che lo scorso anno la quota dall’euro nelle riserve valutarie estere globali è scesa di un punto percentuale al 20%, a prezzi costanti, un livello che l’ultima volta era registrato registrato nel 2020. Altri indicatori sul ruolo internazionale dell’euro hanno segnato “limitati declini”, tra questi l’ammontare di consistenze di depositi internazionali, la mole di prestiti internazionali e le regolazioni su scambi valutari internazionali. Invece è aumentata la quota di obbligazioni internazionali denominate in euro.
La Bce tuttavia nello studio ammette che “alcuni paesi stanno sempre più cercando di utilizzare unità (nel senso monetario) diverse dalle maggiori valute per gli scambi internazionali, così come alternative ai sistemi tradizionali di pagamento trans frontalieri”. Il rapporto della Bce non ne fa cenno ma queste manovre potrebbero riflettere le tensioni tra le economie avanzate occidentali (Usa, Ue) e giurisdizioni come Russia, Cina o altri giganti globali dei cosiddetti “Brics”, a seguito delle sanzioni contro Mosca per la guerra in Ucraina e le delle tensioni con Pechino Sulla vicenda di Taiwan.
“Sebbene finora i dati non mostrino evidenze di cambiamenti sostanziali nell’uso delle valute internazionali, dobbiamo restare vigili a qualunque frattura che dovesse apparire”, afferma la presidente della Bce Christine Lagarde, citata in un comunicato. Secondo il rapporto della Bce il ruolo internazionale dell’euro dovrebbe restare sostenuto prevalentemente da una unione economica e monetaria più completa, anche mediante progressi sull’unione dei mercati dei capitali nell’ambito del perseguimento di politiche di bilancio sane.
Bce, Buch: “Vigilanza banche sarà più rapida ma non più leggera”Roma, 12 giu. (askanews) – La vigilanza bancaria europea diventerà più agile, veloce e efficace, ma anche “più intrusiva”, mentre non avrà un “tocco più leggero”. Lo ha affermato la presidente del ramo di vigilanza bancaria della Bce, la tedesca Claudia Buch intervenendo a un simposio organizzato dalla Bundesbank.
Le procedure Srep – Supervisory Review and Evaluation Process -con la riforma avviata diventeranno “più mirate, efficienti, prevedibili e trasparenti. Il processo diventerà più breve. Dal 2026 in poi le decisioni verranno inviate alla maggior parte delle banche per la fine di settembre – ha spiegato – invece che a dicembre come attualmente avviene”. “Questo ridurrà il tempo che intercorre tra l’identificazione di carenze e le azioni di rimedio che ci si attende che le banche adottino. La vigilanza diventerà più intrusiva usando tutto l’armamentario e operando una escalation più rapidamente – ha avvertito – quando i problemi non sono oggetto di rimedi”.
La riforma dello Srep, invece “non significherà meno vigilanza o un approccio con un tocco più morbido – ha insistito Buch -l’intenzione chiave della vigilanza, assicurare che le banche restino sicure e solide non cambierà. Ma diventerà più efficace. E questo è quantomai rilevante in un contesto in rapida evoluzione come quello in cui stiamo vivendo”. Mentre i rischi si evolvono “anche la vigilanza si evolverà”. Secondo la numero uno della vigilanza bancaria le evidenze sono chiare: quando le banche sono più solide e sicure sono meglio attrezzate per erogare finanziamenti all’economia reale. “Banche che sono ben capitalizzata e resilienti sono meglio piazzate per competere nei mercati finanziari internazionali. Le banche che hanno strutture di governance organizzate al meglio hanno migliori capacità di valutazione dei rischi e possono proteggersi più efficacemente rispetto a eventi imprevisti, continuando a assicurare servizi agli utenti – ha concluso – inclusi nei periodi di cambiamenti strutturali e di crisi”.