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Governo vara decreto sui bonus edilizi: stop a ogni tipo di sconto in fattura e cessione

Governo vara decreto sui bonus edilizi: stop a ogni tipo di sconto in fattura e cessioneRoma, 26 mar. (askanews) – “Il governo ha approvato un decreto in materia di bonus edilizi energetici che sostanzialmente elimina ogni tipo di sconto in fattura e cessione del credito per tutte le tipologie che ancora lo prevedevano”. Lo ha annunciato il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, nel corso di una conferenza stampa seguita al Consiglio dei ministri.


“Inoltre – ha proseguito Giorgetti – abbiamo eliminato la disposizione dell’istituto della remissione in bonis che avrebbe consentito fino al 15 ottobre 2024 le correzioni, con il pagamento di una minima sanzione, delle comunicazioni già intervenute”. “Abbiamo poi previsto per tutte le nuove fattispecie una comuniaczione preventiva nel momento in cui si inizia la progettazione e il lavoro – ha aggiunto – in modo da avere un monitraggio preventivo del fenomeno e non semplicemente nel momento in cui vengono caricate le fatture sulla piattaforma dell’Agenzia delle entrate”.


“E – ha proseguito ancora Giorgetti – abbiamo esteso a questa fattispecie la compensazione rispetto ai debiti di coloro che intendono usufruire dei crediti di imposta rispetto ai debiti effettivamente accertati nei confronti dell’erario. Quindi se uno ha un ruolo definitivamente accertato prima si compensa su quello. Inoltre c’è anche la limitazione della cessione del credito ACE perchè abbiamo iniziato a notare, su questa agevolazione eliminata dall riforma fiscale, un utilizzo fraudolento della medesima”. Le misure contenute nell’ultimo decreto superbonus “sono tese a chiudere definitivamente la eccessiva generosità di una misura che, come è noto, ha causato gravi problemi alla finanza pubblica e i cui effetti potremo contabilizzare tra pochi giorni, quando si chiuderà la finestra per caricare tutti i lavori eseguiti nel 2023”, ha chiosato Giorgetti, nella conferenza stampa seguita al Consiglio dei ministri.

Lavoro, la Cgil promuove quattro referendum. Landini: basta precarietà, per il futuro dei giovani

Lavoro, la Cgil promuove quattro referendum. Landini: basta precarietà, per il futuro dei giovaniRoma, 26 mar. (askanews) – La Cgil promuove quattro referendum abrogativi perché “vogliamo dare un futuro ai giovani. C’è una precarietà nel lavoro che non è più accettabile, vogliamo dare dignità al lavoro”. Lo ha detto il segretario generale Maurizio Landini al Tg3 ricordando che “i giovani e le donne stanno pagando un prezzo altissimo. Pensiamo che sia necessario mettere in campo tutti gli strumenti disponibili per far sì che il lavoro non sia precario, ma dia dignità e permetta alle persone di vivere”.


Landini ha poi ricordato che “si continua a morire sul lavoro, soprattutto nel sistema degli appalti. Vogliamo che ci sia una responsabilità precisa delle imprese rispetto alle norme sulla sicurezza. Ma – ha continuato – non ci limitiamo solo a lanciare i referendum. Abbiamo deciso insieme con la Uil uno sciopero di 4 ore giovedì 11 aprile per dire basta alle morti sul lavoro e, soprattutto, che serve una riforma fiscale vera che riduca la tassazione a lavoratori dipendenti e pensionati”. Il numero uno della Cgil ha ribadito la richiesta del sindacato di aumentare i salari e “tassare la rendite per prendere le risorse necessarie per gli investimenti. Il 20 aprile, a Roma, abbiamo organizzato una grande manifestazione che vuole mettere al centro non solo la salute e la sicurezza sul lavoro, ma anche la sanità pubblica, le assunzioni da fare e allo stesso tempo una riforma fiscale che combatta davvero l’evasione per andare a prendere i soldi dove ci sono. A partire dai profitti e dagli extra-profitti”.


Sui dati relativi alla povertà Landini ha aggiunto che “è chiaro che siamo di fronte a dati drammatici. Ci sono quasi 6 milioni di persone che vivono in povertà assoluta e abbiamo persone che pur lavorando sono povere. Abbiamo 6 milioni di persone che non arrivano, pur lavorando, a prendere 10-11mila euro lordi l’anno. Questo non è più accettabile e, quindi, per quello che ci riguarda bisogna introdurre un salario orario minimo, aumentare i salari rinnovando i contratti nazionali di lavoro per tutti. C’è bisogno di cambiare le politiche economiche e sociali, anche di scendere in piazza. Non è accettabile che il mondo del lavoro paghi le tasse anche per chi evade”.

Cgil: dopo sciopero 11 aprile iniziative il 20/4 e 25/5

Cgil: dopo sciopero 11 aprile iniziative il 20/4 e 25/5Roma, 26 mar. (askanews) – La mobilitazione della Cgil non si ferma e prosegue con tutti gli strumenti a disposizione: dalle iniziative alle assemblee, dagli scioperi alle manifestazioni nazionali, dal sostegno alle vertenze per i rinnovi dei contratti alla raccolta delle firme per i referendum e le proposte di legge di iniziativa popolare. Le iniziative saranno organizzate per il lavoro stabile e di qualità, aumentare salari e pensioni, una vera riforma fiscale, difendere e rilanciare il servizio sanitario nazionale, salute e sicurezza in tutti i luoghi di lavoro, un nuovo modello sociale che rimetta al centro il lavoro e la persona.


L’assemblea generale della confederazione ha deciso di impegnare ogni livello e struttura dell’organizzazione per la realizzazione della strategia complessiva di mobilitazione. Sono state stabilite le date e le modalità dei vari appuntamenti ed è stato dato il via libera anche alla campagna referendaria in materia di tutela contro i licenziamenti illegittimi, superamento della precarietà e sicurezza nel lavoro in appalto. Il primo appuntamento sarà giovedì 11 aprile, data scelta da Cgil e Uil per uno sciopero generale di quattro ore in tutti i settori privati (8 ore nell’edilizia), con manifestazioni e iniziative territoriali a sostegno delle comuni rivendicazioni in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, giusta riforma fiscale, nuovo modello di fare impresa, contrasto alla precarietà e rinnovo dei contratti nazionali.


Si proseguirà sabato 20 aprile con una manifestazione nazionale a Roma indetta da Cgil e Uil. Al centro i temi della salute e sicurezza, il diritto alla cura e alla sanità pubblica, la riforma fiscale e la tutela dei salari. Sabato 25 maggio, invece, si svolgerà una manifestazione nazionale a Napoli contro il premierato e l’autonomia differenziata, per la realizzazione dei diritti al lavoro, alla salute, alla conoscenza, a una previdenza universale sanciti dalla Costituzione, per la pace e per fermare ogni guerra. Come ogni anno la Cgil garantirà il proprio impegno alla presenza e alla partecipazione a tutte le iniziative che si svolgeranno il 25 aprile, a partire da quella nazionale di Milano, sostenendo i valori e i contenuti della democrazia repubblicana e antifascista fondata sul ripudio della guerra, sul diritto al lavoro e sui diritti sociali e civili.


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Lavoro, Cgil: 4 referendum abrogativi per superare la precarietà

Lavoro, Cgil: 4 referendum abrogativi per superare la precarietàRoma, 26 mar. (askanews) – L’assemblea generale della Cgil ha deciso di impegnare ogni livello e struttura dell’organizzazione per la realizzazione della strategia complessiva di mobilitazione. Sono state stabilite le date e le modalità dei vari appuntamenti ed è stato dato il via libera anche alla campagna referendaria in materia di tutela contro i licenziamenti illegittimi, di superamento della precarietà e di sicurezza nel lavoro in appalto.


Quattro i quesiti referendari proposti: i primi due sui licenziamenti, uno sul superamento del contratto a tutele crescenti e l’altro sull’indennizzo nelle piccole imprese; il terzo sulla reintroduzione della presenza delle causali per i contratti a termine; e il quarto relativo agli appalti sulla responsabilità del committente sugli infortuni sul lavoro. Dopo la deposizione dei quesiti in Cassazione, i controlli previsti dalle procedure vigenti e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, partirà la raccolta delle firme. L’iniziativa sarà sostenuta da assemblee in tutti i luoghi di lavoro e in tutti i territori, costruendo un vasto arco di alleanze sociali, e sarà completata da proposte di legge d’iniziativa popolare su lavoro, rappresentanza, povertà e salute.


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La Ue ha approvato gli aiuti di stato a pesca e acquacoltura italiane

La Ue ha approvato gli aiuti di stato a pesca e acquacoltura italianeBruxelles, 26 mar. (askanews) – La Commissione europea ha approvato, oggi a Bruxelles, un regime italiano di aiuti di Stato da 600 milioni di euro per il settore della pesca e dell’acquacoltura. L’obiettivo del regime di aiuti è di favorire gli investimenti, la cooperazione e l’integrazione tra gli operatori del settore, migliorando le relazioni tra i diversi attori del mercato.


In particolare, il sostegno pubblico stimolerà lo sviluppo di contratti settoriali, attraverso aiuti agli investimenti che saranno distribuiti tra una serie di beneficiari operanti nei diversi segmenti del settore della pesca e dell’acquacoltura., dalla produzione alla trasformazione e alla commercializzazione dei prodotti. Il regime di aiuti sarà aperto alle aziende di tutte le dimensioni attive nel settore,e avrà durata fino al 31 dicembre 2029. Gli aiuti assumeranno la forma di sovvenzioni dirette o di finanziamenti agevolati. La Commissione ha valutato il regime alla luce delle norme dell’Ue sugli aiuti di Stato, in particolare dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), del Trattato sul Funzionamento dell’Unione, che consente agli Stati membri di sostenere lo sviluppo di certe attività economiche a determinate condizioni, e degli orientamenti per gli aiuti di Stato nel settore della pesca e dell’acquacoltura.


La Commissione ha ritenuto il regime di aiuti necessario e appropriato per incoraggiare gli investimenti nel settore, nonché proporzionato in quanto limitato al minimo necessario, e con un impatto limitato sulla concorrenza e sugli scambi tra Stati membri. Su questa base, la Commissione ha approvato il regime di sostegno italiano secondo le norme Ue sugli aiuti di Stato.

Ue, approvato regime italiano di aiuti per pesca e acquacoltura

Ue, approvato regime italiano di aiuti per pesca e acquacolturaBruxelles, 26 mar. (askanews) – La Commissione europea ha approvato, oggi a Bruxelles, un regime italiano di aiuti di Stato da 600 milioni di euro per il settore della pesca e dell’acquacoltura.


L’obiettivo del regime di aiuti è di favorire gli investimenti, la cooperazione e l’integrazione tra gli operatori del settore, migliorando le relazioni tra i diversi attori del mercato. In particolare, il sostegno pubblico stimolerà lo sviluppo di contratti settoriali, attraverso aiuti agli investimenti che saranno distribuiti tra una serie di beneficiari operanti nei diversi segmenti del settore della pesca e dell’acquacoltura., dalla produzione alla trasformazione e alla commercializzazione dei prodotti.


Il regime di aiuti sarà aperto alle aziende di tutte le dimensioni attive nel settore,e avrà durata fino al 31 dicembre 2029. Gli aiuti assumeranno la forma di sovvenzioni dirette o di finanziamenti agevolati. La Commissione ha valutato il regime alla luce delle norme dell’Ue sugli aiuti di Stato, in particolare dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), del Trattato sul Funzionamento dell’Unione, che consente agli Stati membri di sostenere lo sviluppo di certe attività economiche a determinate condizioni, e degli orientamenti per gli aiuti di Stato nel settore della pesca e dell’acquacoltura.


La Commissione ha ritenuto il regime di aiuti necessario e appropriato per incoraggiare gli investimenti nel settore, nonché proporzionato in quanto limitato al minimo necessario, e con un impatto limitato sulla concorrenza e sugli scambi tra Stati membri. Su questa base, la Commissione ha approvato il regime di sostegno italiano secondo le norme Ue sugli aiuti di Stato.

Il Consiglio Ue ha approvato una revisione mirata delle norme della Politica agricola comune

Il Consiglio Ue ha approvato una revisione mirata delle norme della Politica agricola comuneRoma, 26 mar. (askanews) – Oggi i rappresentanti degli Stati membri nel Comitato speciale Agricoltura hanno approvato una revisione mirata di alcuni atti fondamentali della politica agricola comune (PAC) proposta dalla Commissione europea in risposta alle preoccupazioni espresse dagli agricoltori.


Questa revisione, spiega il Consiglio in una nota, affronta le questioni incontrate, ad esempio, con l’attuazione dei piani strategici della PAC e mira a semplificare, ridurre gli oneri amministrativi e fornire una maggiore flessibilità per il rispetto di determinate condizionalità ambientali. “Abbiamo ascoltato i nostri agricoltori e abbiamo intrapreso azioni rapide per rispondere alle loro preoccupazioni in un momento in cui si trovano ad affrontare numerose sfide – ha detto David Clarinval, vice primo ministro belga e ministro per i lavoratori autonomi, le PMI e l’agricoltura – La revisione mirata delle norme raggiunge il giusto equilibrio tra garantire una maggiore flessibilità agli agricoltori e agli Stati membri e alleggerire gli oneri amministrativi, mantenendo allo stesso tempo un elevato livello di ambizione ambientale nella politica agricola comune”. La commissione per l’agricoltura del Parlamento europeo ha deciso di ricorrere alla procedura d’urgenza per questa proposta. La posizione del Parlamento in prima lettura dovrebbe essere adottata nella plenaria del 22-25 aprile 2024.


Il regolamento dovrà poi essere adottato formalmente dal Consiglio, firmato dai rappresentanti del Consiglio e del Parlamento europeo e pubblicato nella Gazzetta ufficiale. Se tutto andrà come previsto, il regolamento entrerà in vigore entro la fine di questa primavera. La revisione riguarda alcuni elementi del regolamento sui piani strategici della PAC e del regolamento sul finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della politica agricola comune (il cosiddetto “regolamento orizzontale”).


Il testo trova un equilibrio tra la necessità di mantenere un elevato livello di ambizione ambientale e climatica nell’attuale PAC e di garantire che le preoccupazioni degli agricoltori siano prese in considerazione, spiega il Consiglio Europeo. Nel dettaglio, il Comitato speciale Agricoltura ha approvato oggi le modifiche agli standard relativi alle buone condizioni agricole e ambientali (BCAA) proposti dalla Commissione europea. Le BCAA sono un insieme di nove norme benefiche per l’ambiente e il clima che si applicano agli agricoltori che ricevono sostegno nell’ambito della PAC.


Uno dei principali cambiamenti è l’introduzione di una disposizione generale che consente agli Stati membri di concedere deroghe temporanee e mirate a determinati requisiti di condizionalità in caso di condizioni climatiche impreviste che impediscono agli agricoltori di rispettarli. Una volta all’anno, gli Stati membri dovranno informare la Commissione in merito a tali deroghe.Oltre a ciò, vengono introdotte esenzioni specifiche da alcuni standard BCAA, come ad esempio: per BCAA 6 sulla copertura del suolo durante i periodi sensibili: gli Stati membri avranno maggiore flessibilità nel decidere quali suoli proteggere e in quale stagione, sulla base delle specificità nazionali e regionali. Per BCAA 7 sulla rotazione delle colture: la rotazione delle colture rimarrà la pratica principale, ma gli Stati membri potranno utilizzare la diversificazione delle colture come alternativa; questo è meno impegnativo per gli agricoltori, soprattutto nelle zone soggette a siccità o ad abbondanti precipitazioni. Per BCAA 8: gli agricoltori saranno obbligati soltanto a mantenere gli elementi caratteristici del paesaggio esistenti e d’ora in poi saranno incoraggiati, su base volontaria, a mantenere i terreni a riposo o a creare nuovi elementi caratteristici del paesaggio attraverso eco-regimi. La revisione approvata esenta inoltre le piccole aziende agricole di meno di 10 ettari dai controlli e dalle sanzioni relative al rispetto dei requisiti di condizionalità previsti dalla PAC. Poiché ciò riguarda il 65% dei beneficiari della PAC ma rappresenta solo il 10% circa dei terreni agricoli, ridurrà significativamente l’onere amministrativo relativo ai controlli sia per gli agricoltori che per le amministrazioni nazionali, pur mantenendo gli obiettivi ambientali.Ancora, in linea con le precedenti richieste degli Stati membri, la revisione garantirà che i paesi dell’UE possano ora modificare i propri piani strategici della PAC due volte all’anno su base permanente, anziché una volta come avviene attualmente. Ciò fornirà agli Stati membri una maggiore flessibilità per affrontare le mutevoli condizioni. Oltre a ciò, sarà comunque possibile avere tre ulteriori richieste di modifica nell’arco dell’intero periodo di programmazione.

Piazza Affari apre tonica la settimana, in luce le Saipem

Piazza Affari apre tonica la settimana, in luce le SaipemRoma, 25 mar. (askanews) – Piazza Affari, malgrado le tensioni geopolitiche, chiude la prima seduta della settimana ben intonata, con l’Ftse Mib che guadagna lo 0,86%, a 34.639 punti. Poco mosso lo spread Bt-Bund, a 133 punti.


Sul listino, in luce saipem che mette a segno un rialzo del 6,07, seguite dalle Telecom, che guadagnano il 4,18%. Bene anche il titolo di Leonardo, in progresso del 2,73%. Sul fronte opposto, dopo un avvio scintillante, arretrano le Erg che a fine giornata cedono l’1,18%.

Fed Chicago, Goolsbee prevede tre tagli dei tassi quest’anno

Fed Chicago, Goolsbee prevede tre tagli dei tassi quest’annoNew York, 25 mar. (askanews) – Il presidente della Fed di Chicago, Austan Goolsbee, ha dichiarato lunedì, in un’intervista a Yahoo finance che si aspetta tagli dei tassi di interesse di tre quarti di punto quest’anno, ma non ha voluto sbilanciarsi sui tempi di questi tagli.


“Non mi piace mai legarci le mani o segnalare che abbiamo preso una decisione”, ha detto Goolsbee, incalzato sulla tempistica. La posizione del presidente della Fed di Chicago ha spiegato che tutti i funzionari della Banca Centrale si aspettano di vedere progressi sull’inflazione prima di decidere la tempistica, precisando che trova difficile credere che i valori degli ultimi due mesi, possano oscurare i progressi dei sette mesi precedenti. Di diverso avviso il presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic, che si aspetta un solo taglio dei tassi quest’anno.

Bce, Panetta: con un rapido calo dell’inflazione è possibile un taglio dei tassi

Bce, Panetta: con un rapido calo dell’inflazione è possibile un taglio dei tassiRoma, 25 mar. (askanews) – L’obiettivo ultimo della Banca centrale europea “non può che essere riconquistare la stabilità dei prezzi senza inutili danni per l’economia reale”. E “come ho osservato in un intervento lo scorso febbraio, nell’area dell’euro l’inflazione è in rapido calo e prosegue il suo avvicinamento all’obiettivo del 2 per cento, rendendo possibile un taglio dei tassi”. Lo ha affermato Fabio Panetta, governatore della Banca d’Italia nel suo intervento al convegno “L’insegnamento di Luigi Einaudi a 150 anni dalla nascita”, che si è svolto questa mattina nella Sala della Protomoteca del Campidoglio, a Roma.


Come tutti i governatori di Banche centrali nazionali dell’area euro, Panetta siede nel Consiglio direttivo della Bce. E riguardo al possibile taglio dei tassi “va in questa direzione il consenso che sta emergendo, soprattutto nelle settimane più recenti – ha detto – nell’ambito del Consiglio”. E nell’ambito degli elementi che si guardano per la prospettiva di avventurarsi su tagli dei tassi, sempre oggi è intervenuto il capo economista della Bce, Philip Lane: ha ribadito che l’istituzione monetaria sta monitorando i salari nell’area euro affinché, pur nel quadro del necessario recupero della passata elevata inflazione, la dinamica punti a un graduale ritorno alla normalità, e non vada invece a creare ulteriori pressioni sui prezzi.


“I lavoratori non sono stati l’origine dell’alta inflazione – ha detto Lane in una intervista trasmessa con un podcast della stessa Bce -. È auspicabile e inevitabile che abbiamo diversi anni di crescita dei salari al di sopra dei livelli di normalità. Quello che dobbiamo assicurare è che tornino alla normalità e stiamo guardando a questo. Siamo fiduciosi che stiano in carreggiata” ma servono conferme. In varie precedenti occasioni, diversi esponenti della Bce, tra cui la presidente Christine Lagarde hanno affermato che per questo aspetto sono molto attesi i dati che saranno disponibili a giugno. Un segnale ampiamente interpretato come una apertura a un possibile primo taglio dei tassi in quel mese, o alla riunione subito successiva del Consiglio direttivo.


Le prossime riunioni operative di politica monetaria del Consiglio Bce si svolgeranno l’11 aprile, il 6 giugno e il 18 luglio. In occasione dell’incontro giugno la Bce aggiornerà anche le sue previsioni su economia e inflazione, elemento che spesso viene atteso quando intendano impartire svolte alla rotta monetaria. (immagine da sito internet Bankitalia).