Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Germania, produzione manifatturiero marzo balza ai massimi da 3 anni

Germania, produzione manifatturiero marzo balza ai massimi da 3 anniRoma, 24 mar. (askanews) – Nuovi miglioramenti a marzo per l’attività delle imprese in Germania, in particolare l’indice Pmi sulla produzione del comparto manifatturiero è risalita sopra la soglia di neutralità (50 punti), portandosi a quota 52,1 punti, un balzo rispetto ai 48,9 punti di febbraio, con cui segna i livelli più elevati da tre anni a questa parte, secondo quanto riporta Standard & Poor’s Global. L’indice sull’attività generale del manifatturiero è risalito a 48,3 punti, da 46,5 febbraio, massimo da 31 mesi.


L’indice Pmi (Purchasing managers index) sulle imprese dei servizi in Germania si è leggermente attenuato a 50,2 punti, da 51,1 febbraio. In questo modo l’indice Pmi relativo all’insieme delle imprese tedesche è aumentato a 50,9 punti, da 50,4 febbraio, segnando il valore più elevato da 10 mesi a questa parte. “Che sorpresa positiva – commenta il capo economista della Hamburg Commercial Bank, Curus de la Rubia – la produzione manifatturiera è aumentata per la prima volta da due anni a questa parte”. L’economista non abbandona la cautela, rilevando che questo exploit potrebbe essere legato a una corsa a effettuare esportazioni negli Stati Uniti prima dell’imposizione dei dazi commerciali annunciati dall’amministrazione Trump. “Se dovesse essere così, potremmo vedere un contraccolpo negativo quando i dazi entreranno in vigore”, avverte.


Ad ogni modo i dati sulla crescita del primo trimestre “appaiono promettenti”. E i piani di espansione delle spese in deficit spingeranno la domanda, in particolare sulle infrastrutture, “anche se il grosso di questo impatto si dovrebbe verificare nel 2026”, aggiunge.

Bce, Cipollone: probabile che inflazione cali a 2% prima di attese

Bce, Cipollone: probabile che inflazione cali a 2% prima di atteseMilano, 24 mar. (askanews) – Piero Cipollone, il componente italiano del comitato esecutivo della Bce si mostra orientato a operare nuovi tagli sui tassi di interesse dell’area euro. In una intervista al quotidiano spagnolo Expansion, ribadisce che le decisioni del direttorio verranno prese “volta per volta” in base all’andamento dei dati, ma proprio guardando a questi ultimi “è probabile che raggiungeremo il nostro obiettivo di inflazione prima di quanto indicato dalle nostre ultime proiezioni”, avverte.


Cipollone rileva che quando la Bce ha formulato le sue ultime previsioni, lo scorso 6 marzo, i mercati scontavano ulteriori taglie ai tassi, per portare il principale riferimento (che attualmente resta il tasso sui depositi) al di sotto del 2% e poi stabilizzarsi a quel livello. “Da allora non solo questa scenario è stato confermato, ma sono emerse vicende che hanno rafforzato le tesi a favore di un proseguimento dei tagli ai tassi. Innanzitutto i prezzi dell’energia sono calati in maniera rilevante – prosegue -. Secondo, l’euro si è apprezzato e i tassi di interesse reali sono aumentati, fattori che contribuiscono a minitigare l’inflazione”.


Ad ogni modo “affronteremo ogni riunione con una mentalità aperta, valutando i dati disponibili e prendendo le decisioni di volta in volta. Ogni aggiustamento dipenderà dall’evoluzione dell’economia e dalla risoluzione delle incertezze, ma le condizioni attuali rendono ipotizzabile una politica monetaria meno restrittiva, poiché al momento le prospettive rimangono coerenti con le nostre proiezioni di marzo”. E se alla fine gli Stati Uniti imporranno i dazi preannunciati sulle importazioni di merci dall’Unione europea, “questo avrà un impatto negativo sulla domanda, che rafforzerebbe ulteriormente la tendenza al ribasso dell’inflazione. Nella stessa prospettiva – osserva – le tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti potrebbero portare la Cina a reindirizzare le sue produzioni verso i mercati europei, aumentando le pressioni a ribasso sui prezzi”. (fonte immagine: ECB 2025).

Giorgetti: con dazi e criptovalute è a rischio la stabilità mondiale

Giorgetti: con dazi e criptovalute è a rischio la stabilità mondialeMilano, 22 mar. (askanews) – “Nell’epoca dei dazi, degli algoritmi e delle criptovalute la competenza specialistica degli individui e la ‘saggezza’ della politica saranno decisive”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, al giuramento degli allievi ufficiale dell’Accademia della Guardia di Finanza di Bergamo.


Quello attuale è “un periodo di grande incertezza politica ed economica, segnato da conflitti armati diffusi e minacce tecnologiche sempre più incombenti. Ma anche di guerre commerciali e finanziarie decisamente aggressive attraverso l’utilizzo di dazi e criptovalute. Strumenti usati come delle vere e proprie ‘armi economiche’, in grado di ridefinire gli equilibri e le dinamiche finanziarie e commerciali globali, ma che stanno anche influenzando profondamente la politica mondiale. Tariffe doganali e monete virtuali, dunque, “in modo diverso ma altrettanto efficace, sono mezzi che condizionano non solo l’economia ma anche la politica internazionale”.


I Governi “si trovano a dover rispondere a questi cambiamenti adattando le loro politiche interne ed estere, in un mondo in cui l’economia e la politica sono sempre più interconnesse”. In questo complicato contesto, “dobbiamo evitare che tali ‘armi non convenzionali’ vengano usate in modo da minare la stabilità e la giustizia a livello mondiale”, ha concluso.

Tim, Vivendi vende oltre il 5% del capitale e scende al 18,4%

Tim, Vivendi vende oltre il 5% del capitale e scende al 18,4%Milano, 21 mar. (askanews) – Mossa a sorpresa (ma non troppo) di Vivendi su Tim. Il gruppo francese, primo azionista del gruppo di tlc, ha venduto sul mercato oltre il 5% del capitale, scendendo al 18,4% circa. “Abbiamo chiarito che la nostra intenzione è di vendere la nostra quota in Telecom Italia e questo è il piano”, aveva dichiarato il Ceo Arnaud de Puyfontaine lo scorso 6 marzo agli analisti. Detto fatto. Vivendi, approfittando anche del rialzo del titolo Tim delle ultime settimane, ha annunciato oggi di essere scesa al 18,37% del capitale ordinario e dei diritti di voto di Tim dalla precedente quota del 23,75%.


Nel dettaglio, il 18 marzo Vivendi è scesa sotto la soglia del 20%, arrivando a detenere il 19,32% del capitale ordinario (il 13,87% dell’intero capitale sociale) e ha notificato oggi alla Consob di essere scesa sotto la soglia rilevante del 20%. A seguito di ulteriori vendite effettuate dopo il 18 marzo, Vivendi, possiede così a oggi il 18,37% del capitale ordinario di Tim (il 13,19% dell’intero capitale sociale). Vivendi, entrata nel gruppo Telecom nel 2014, “ha cessato di contabilizzare la propria partecipazione in Tim con il metodo del patrimonio netto a partire dal 31 dicembre 2022 – ricorda il gruppo francese – e ha indicato in diverse occasioni la propria intenzione di vendere la propria partecipazione in Tim a condizioni finanziarie favorevoli”.

Export, il piano Italia anti-dazi guarda a Sudamerica, Africa e Asia

Export, il piano Italia anti-dazi guarda a Sudamerica, Africa e AsiaRoma, 21 mar. (askanews) – Esplorare e “occupare” nuovi mercati in “tutta l’Africa, l’America Latina e l’Asia centrale” per “tutelare le imprese italiane e favorire le esportazioni” dei prodotti Made in Italy a fronte dei rischi legati ai possibili dazi decisi dalla nuova amministrazione americana di Donald Trump. Il Piano d’azione italiano per l’export in paesi extra Ue ad alto potenziale è stato presentato questa mattina a Roma dal ministro degli Esteri Antonio Tajani alle associazioni del mondo produttivo italiano. “Visto che noi potremmo trovare qualche difficoltà negli Stati Uniti, dobbiamo crescere fuori dai nostri mercati tradizionali che sono forti”, ha spiegato il ministro, che ha citato “alcuni paesi dove ci sono grandi opportunità” e dove “prevediamo possa esserci possibilità di occupare spazi nelle esportazioni”. “Dobbiamo guardare con più attenzione al Messico, al Canada, al Sudafrica, all’India, al Vietnam, alla Thailandia, all’Indonesia, alle Filippine, agli Emirati Arabi, all’Arabia Saudita, al Sud Africa. Ci sono tante realtà che noi stiamo studiando perché possano diventare delle opportunità per le nostre imprese”, ha sottolineato Tajani, aggiungendo che è stato attivato “un telefono di pronto intervento export” per assistere le nostre imprese.


Secondo il titolare della Farnesina, però, “questo non significa che non dobbiamo continuare a parlare con gli Stati Uniti, a guardare verso gli Stati Uniti”. “Sarebbe un errore lasciare gli Stati Uniti”, ha detto Tajani, aggiungendo di concordare con la decisione del Commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic di rinviare di due settimane eventuali contro-dazi dell’Ue per gli Stati Uniti. “Il Commissario europeo al Commercio Sefcovic ha saggiamente, e io condivido la sua scelta, deciso di rinviare di due settimane eventuali contromisure all’Unione europea. Questo permette di avviare un confronto anche con gli Stati Uniti”, ha spiegato. Il ministro ha ricordato che l’Italia ha “inviato una delegazione tecnica del ministero” degli Esteri “a Washington per cominciare ad affrontare la questione dei dazi”. “Quindi, con prudenza, ma anche con grande fermezza, noi lavoriamo per tutelare le imprese italiane”, ha argomentato. “Perché tutelando le imprese italiane tuteliamo il lavoro e la nostra economia. Noi siamo contro una guerra commerciale. Lo stesso commissario Sefcovic ha detto che aspetterà due settimane per valutare il tipo di reazione, se sarà il caso di avere una reazione. Quindi prudenza e possibilità di avviare una trattativa. Questo va nella giusta direzione della richiesta che facciamo noi. Una guerra commerciale non conviene a nessuno, né a noi né agli Stati Uniti”.


Il Piano d’Azione per l’export Italiano prevede una serie di misure quali missioni istituzionali e imprenditoriali, rafforzamento delle attività fieristiche, supporto finanziario all’export, stipula di accordi con catene distributive internazionali e piattaforme digitali, apertura di nuove sedi all’estero da parte delle agenzie del “polo dell’export” in mercati strategici. La sua elaborazione è frutto del lavoro congiunto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, delle agenzie del Sistema Italia – ICE, SACE, Simest, Cassa Depositi e Prestiti – e del costante dialogo con le associazioni di categoria e le imprese. Nei prossimi mesi, ha ricordato il ministro, le iniziative si focalizzeranno su India, Turchia, Messico, Giappone, Arabia Saudita e Regno Unito. Nel 2024 l’export italiano ha registrato risultati particolarmente rilevanti nei mercati extra-UE: 17,6 miliardi di euro in Turchia (+23,9% rispetto all’anno precedente), 7,9 miliardi negli EAU (+19,4%), 6,6 miliardi di euro in Messico (+7,4%), 5,8 miliardi in Brasile (+8,1%), 6,2 miliardi di euro in Arabia Saudita (+27,9%), 5,2 miliardi di euro in India (+1%). Fra le priorità anche i Paesi dell’Africa, che hanno totalizzato oltre 20 miliardi di export; l’ASEAN con 10,7 miliardi di euro di export e un aumento del 10,3% e i Balcani Occidentali con 6,5 miliardi di euro e +13,4%.

Imprese e credito, da convegno Fimaa nuovo modello per futuro mercato

Imprese e credito, da convegno Fimaa nuovo modello per futuro mercatoRoma, 21 mar. (askanews) – Un cambio di paradigma per il mondo della mediazione: è questa la sfida emersa dal convegno nazionale di Fimaa Italia “Capitali in movimento – Come i flussi finanziari modellano i mercati”, che ha riunito al Palazzo della Borsa di Genova esperti del settore, istituzioni e rappresentanti del mondo economico.


L’accesso al credito resta una sfida aperta. Dai lavori del convegno è emerso con forza un dato: le micro e piccole imprese italiane incontrano difficoltà crescenti nell’ottenere finanziamenti, una criticità ancora più accentuata in regioni come la Liguria, dove il tessuto imprenditoriale è composto in larga parte da pmi. La risposta potrebbe arrivare da una maggiore sinergia tra mediatori creditizi e merceologici, figure ancora poco integrate tra loro ma con un potenziale strategico enorme. “La stretta creditizia rischia di paralizzare il mercato ma noi abbiamo la possibilità di intervenire. I mediatori creditizi possono costruire strumenti finanziari su misura per le imprese, mentre i mediatori merceologici, grazie alla loro conoscenza delle filiere, possono creare sinergie essenziali per garantire solidità alle operazioni”, ha spiegato Angelo Spiezia, Coordinatore della Consulta Mediatori Creditizi di Fimaa Italia.


Anche la figura del mediatore merceologico sta cambiando radicalmente. “Non siamo più semplici intermediari di scambi. Oggi le aziende ci chiedono un supporto a 360 gradi, dalla logistica al finanziamento. Se vogliamo che il mercato riparta, dobbiamo adottare un nuovo approccio e diventare un riferimento stabile per le imprese”, ha evidenziato Simone Ruffato, membro della Consulta Mediatori Merceologici Fimaa Italia. Di grande impatto, poi, l’intervento di Dario Fabbri, direttore di Domino, che ha illustrato come i nuovi assetti geopolitici stiano ridefinendo i flussi finanziari globali, con conseguenze dirette sulle opportunità di finanziamento per le imprese italiane.


L’evento si è concluso con un messaggio chiaro: serve un nuovo modello di mediazione che integri competenze finanziarie e di mercato per garantire maggiore accesso alle risorse economiche. Da qui la necessità di avviare un percorso di confronto permanente, per costruire soluzioni concrete a supporto delle imprese. “Se il credito rimarrà di difficile accesso, il mercato rischia la paralisi – ha detto Santino Taverna, presidente Fimaa Italia – La collaborazione tra mediatori creditizi e merceologici è una opportunità concreta per sbloccare risorse e dare nuova linfa al sistema economico: in questo senso oggi sono state gettate le basi per un nuovo modello operativo”.

Fs, istruttoria Antitrust su abuso posizione nell’Alta velocità

Fs, istruttoria Antitrust su abuso posizione nell’Alta velocitàRoma, 21 mar. (askanews) – L’Antitrust ha avviato un’istruttoria nei confronti di Rete Ferroviaria Italiana e della controllante Ferrovie dello Stato Italiane per accertare un presunto abuso di posizione dominante, in violazione dell’articolo 102 TFUE. Lo annuncia l’Autorità in una nota.


Secondo l’Authority, risulterebbe rallentato, e in alcuni casi ostacolato, l’accesso all’infrastruttura ferroviaria nazionale e, di conseguenza, l’ingresso nel mercato del trasporto passeggeri Alta Velocità da parte del nuovo operatore entrante SNCF Voyages Italia. La strategia escludente ipotizzata dall’Antitrust nel provvedimento di avvio sarebbe stata attuata tramite varie condotte di Rete Ferroviaria Italiana per quanto riguarda l’assegnazione della capacità di infrastruttura. Ieri i funzionari dell’Autorità, con l’ausilio del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza, hanno svolto accertamenti ispettivi presso le sedi di Rete Ferroviaria Italiana, di Ferrovie dello Stato Italiane e anche presso le sedi di Trenitalia e Italo-Nuovo Trasporto Viaggiatori, ritenuti in possesso di elementi utili all’istruttoria.

Acqua, da MM 323 milioni di investimenti per il sistema idrico di Milano

Acqua, da MM 323 milioni di investimenti per il sistema idrico di MilanoRoma, 20 mar. (askanews) – Un piano ambizioso di investimenti per migliorare ulteriormente le performance del servizio idrico di Milano con il ricorso sempre più diffuso a progetti e strumenti innovativi, dagli algoritmi predittivi di intelligenza artificiale per gestire pressioni e volumi e per prevedere potenziali rotture dell’ infrastruttura, alla fibra ottica, i noise logger e le immagini satellitari per monitorare acquedotto e fognatura per intervenire in caso di perdite o di acque parassite.


In occasione della Giornata mondiale dell’acqua di sabato 22 marzo, si conferma anche la vocazione di MM – si legge in una nota – ad investire nell’economia circolare con la realizzazione di un biodigestore per continuare a conferire in discarica zero grammi di fanghi prodotti dalla depurazione e nel mentre produrre biogas e con il miglioramento ulteriore dei processi di affinamento delle acque depurate per restituire sempre maggiori quantità di acqua alle aziende agricole del territorio in primavera ed estate. “Ricordo il piano di investimenti da 323 milioni di euro entro il 2028 appena varato – ha annunciato Francesco Mascolo, amministratore delegato di MM Spa, gestore del servizio idrico della città di Milano – con l’obiettivo di rendere sempre più efficiente il servizio idrico cittadino. La strada è tracciata: dopo aver già ridotto all’11,4% le perdite di rete a fronte di una media nazionale del 42%, puntiamo ora a scendere al 10%. La passione e la competenza dei nostri tecnici supportati da un’efficace implementazione delle più moderne tecnologie e grazie a progetti innovativi in ogni segmento del servizio ci ha fatto raggiungere risultati soddisfacenti”.


Non solo, MM crede nei principi dell’economia circolare che implementa con successo nel trattamento dei fanghi di depurazione e nell’affinamento delle acque reflue. “Il 100% dell’acqua affinata nei nostri impianti può essere destinata all’agricoltura e all’industria – ha aggiunto Mascolo – e già oggi tra i 60 e i 70 milioni di metri cubi l’anno vengono utilizzati dalle aziende agricole del territorio nella stagione irrigua. Mandiamo, inoltre, a recupero di energia o come fertilizzante la totalità dei fanghi prodotti dalla depurazione. Siamo orgogliosi di questi risultati e vogliamo cogliere l’occasione della Giornata mondiale dell’acqua per sensibilizzare i cittadini ad un uso consapevole della risorsa idrica e per confrontarci con le altre realtà italiane ed europee con l’obiettivo di migliorare sempre più le nostre performance grazie alla condivisione di buone pratiche”.


La sfida di MM – conclude il comunicato – è anche quella di coniugare l’efficienza con tariffe tra le più basse in Europa. A Milano, infatti, l’acqua costa circa un euro al metro cubo. Le stime elaborate dal Global Water Intelligence evidenziano un costo di 1,2 euro ad Atene, 1,6 a Madrid, 3,8 a Londra, 3,9 a Parigi, 4,6 a Vienna e 4,9 ad Amsterdam. 5,1 a Bruxelles e 5,5 a Oslo. Fino ai 6,2 euro di Berlino.

Ex-Ilva, verso negoziazione preferenziale con consorzio azero

Ex-Ilva, verso negoziazione preferenziale con consorzio azeroRoma, 20 mar. (askanews) – I commissari straordinari di Acciaierie d’Italia in AS e di ILVA in AS hanno trasmesso al Ministero delle Imprese e del Made in Italy una richiesta di autorizzazione per avviare una negoziazione in via preferenziale con il consorzio azero guidato da Baku Steel Company CJSC e Azerbaijan Investment Company OJSC.


“La decisione – si legge in una nota – è maturata al termine di un’attenta e approfondita analisi delle offerte di rilancio pervenute. Il processo di selezione ha valutato diversi fattori, tra cui la solidità finanziaria dei candidati, la sostenibilità industriale delle rispettive proposte ed i benefici in termini di occupazione e per le comunità locali”. “Nel rispetto della complessità della trattativa per il futuro del polo siderurgico – proseguono i commissari – il processo di negoziazione si svolgerà con la necessaria riservatezza, garantendo la tutela degli interessi industriali, occupazionali e sociali coinvolti”.

Euro digitale, Lane (Bce): serve a garantirci controllo monetario

Euro digitale, Lane (Bce): serve a garantirci controllo monetarioRoma, 20 mar. (askanews) – Con l’euro digitale non si tratta unicamente di “assicurare che il nostro sistema monetario si adatti al digitale”. In ballo c’è anche la capacità di “garantire che l’Europa controlli il suo destino monetario e finanziario, in un contesto di crescente frammentazione geopolitica”. Lo ha affermato il capo economista della Bce, Philip Lane Nel suo lunghissimo intervento all’Università di Cork, città nel sudovest dell’Irlanda.


A differenza di quanto fanno altri esponenti europei e della stessa Bce, in subbuglio per le sparate mediatiche del presidente Usa Donald Trump, in cui leggono minacce alla sovranità monetaria europea, l’economista irlandese si è anche e piuttosto concentrato sulle – forse molto più concrete – manovre dei giganti emergenti, per creare piattaforme monetarie alternative. Lane ha menzionato il progetto dei Bricks – acronimo per Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica – battezzato “Bridge” e “mBridge”, che coinvolge anche Thailandia, Hong Kong e i Emirati Arabi Uniti, e che era stato allestito in collaborazione con la Banca dei regolamenti internazionali. Ha anche citato i lavori di Pechino per creare uno yuan digitale.


“I motivi per creare una valuta digitale della Banca centrale (Cbdc) sono particolarmente forti per una unione monetaria, specialmente nel contesto di sistemi di pagamento frammentati e dipendenti dall’estero – ha sostenuto -. In una fase di incertezza e shock geopolitici, l’euro ha mantenuto la sua reputazione di valuta forte e stabile. Tuttavia mentre tecnologie e economie si evolvono dobbiamo assicurare che manteniamo l’autonomia, per preservare la stabilità monetaria in qualunque situazione”. Oggi a spingere per l’euro digitale è stata anche la presidente della Bce, Christine Lagarde, che invece ha concentrato le sue preoccupazioni sulla sfida dovuta alle mosse di Trump. Ha nuovamente sollecitato il Parlamento europeo a portare avanti le legiferazione proposta dalla Commissione Ue.