Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Cybersecurity, Ibm inaugura a Roma la nuova Cyber Academy

Cybersecurity, Ibm inaugura a Roma la nuova Cyber AcademyRoma, 19 mar. (askanews) – Accrescere la consapevolezza e la cultura digitale, indirizzando anche il fabbisogno di competenze in materia di cybersecurity. Questo l’obiettivo della nuova Ibm Cyber Academy che l’azienda ha inaugurato a Roma.


L’Ibm Cyber Academy propone nuovi percorsi di formazione personalizzati, progettati per aiutare le aziende italiane a rispondere ai cyber attacchi sempre più dirompenti e ai rischi legati a tecnologie come intelligenza artificiale e quantum computing. La struttura è progettata per aiutare manager, esperti di sicurezza e responsabili IT, a testare il proprio grado di preparazione nella gestione di un incidente informatico. Il centro sarà in grado di formare circa 2.200 persone all’anno, grazie anche alle collaborazioni con il laboratorio Ibm Research di Zurigo e degli esperti di Sistemi Informativi, società del Gruppo Ibm, che ha investito sulle competenze digitali a Rieti in collaborazione con la Regione Lazio.


“Stiamo giorno dopo giorno digitalizzando i nostri processi produttivi e facendo diventare smart la nostra manifattura. Agli investimenti in tecnologia, devono però andare in parallelo anche quelli in sicurezza informatica e soprattutto in cultura del rischio digitale, nel upskilling e reskilling della forza lavoro. I cyber attacchi sono oggi il primo rischio segnalato dalle nostre imprese. Per evitare le vulnerabilità e per cogliere le opportunità bisogna preparare le competenze necessarie per la transizione digitale. In questo contesto la collaborazione pubblico-privato può giocare un ruolo fondamentale”. ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenuto all’inaugurazione. “La minaccia di attacchi informatici è uno dei maggiori rischi che le imprese e i Paesi si trovano ad affrontare oggi, in un mercato sempre più complesso per gli impatti determinati dalla geopolitica e da un’evoluzione tecnologica epocale. Per affrontare queste sfide è necessario che, a fianco dell’adozione delle migliori soluzioni tecnologiche, si promuova un cambiamento culturale: solo un capitale umano adeguatamente formato e preparato potrà infatti fare la differenza, nell’affrontare i rischi cyber così come nel guidare in modo responsabile l’AI”, ha aggiunto Stefano Rebattoni, presidente e amministratore delegato di Ibm Italia.

Gentiloni: il Pnrr sia esempio per “safe asset” europeo

Gentiloni: il Pnrr sia esempio per “safe asset” europeoBruxelles, 19 mar. (askanews) – Il piano di ripresa “NextGenerationEU”, da 800 miliardi di euro, finanziato con emissione di debito comune europeo, non ha solo contribuito a rilanciare l’economia in modo “impressionante”, incentivando gli Stati membri a realizzare “importanti riforme e investimenti” e attraendo anche investimenti privati, ma ha anche reso la Commissione europea “uno dei principali attori nei mercati dei capitali”, e ha “contribuito a rafforzare il ruolo internazionale dell’euro”. E’ ora, perciò, di avviare la discussione per rendere permanente questo tipo di strumento, per avere un “safe asset” europeo sui mercati dei capitali.


Lo ha affermato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, intervenendo alla conferenza annuale di Euronext oggi a Parigi. “Il nostro piano di ripresa da 800 miliardi di euro, ‘NextGenerationEU’, sta fornendo la potenza di fuoco che consentirà di colmare il nostro gap di investimenti, almeno fino al 2026, quando il programma scadrà. Si prevede inoltre che i fondi del Ngeu attireranno ulteriori investimenti privati e fungeranno da catalizzatore per il finanziamento degli investimenti nei mercati dei capitali”, ha detto Gentiloni.


Anche se “ovviamente non priva di problemi, “NextGenerationEU”, ha ricordato il commissario, “è una storia di successo europea, nel modo in cui ha contribuito a rilanciare la ripresa e ha incentivato gli Stati membri a realizzare importanti riforme e investimenti. E non dimentichiamo che la nostra ripresa post-Covid è stata davvero impressionante, con una crescita più forte nell’Ue che negli Stati Uniti e in Cina nel 2021, prima che l’aggressione russa contro l’Ucraina interrompesse quella ripresa nel 2022”. “NextGenerationEU”, ha sottolineato Gentiloni, “ha inoltre reso la Commissione europea uno dei principali attori nei mercati dei capitali. Il volume delle nostre emissioni (di obbligazioni Ue, ndr) è aumentato da 400 milioni di euro nel 2019 a 120 miliardi di euro nel 2021, e da allora le nostre emissioni annuali sono rimaste al di sopra dei 100 miliardi di euro. Ciò, a sua volta, ha anche contribuito a rafforzare il ruolo internazionale dell’euro. E l’Ue è diventata il più grande emittente mondiale di obbligazioni verdi”.


“Eppure – ha osservato il commissario -, la natura temporanea dello strumento ci ha impedito di sfruttare appieno i benefici di questo prestito comune, in particolare in termini di costo del finanziamento. L’Ue trarrebbe invece enormi benefici da un ‘safe asset’ (titolo sicuro, ndr) permanente, commisurato alle dimensioni della sua economia. Costituirebbe – ha affermato Gentiloni – la spina dorsale di un’unione completa dei mercati dei capitali, sosterrebbe il ruolo internazionale dell’euro e completerebbe il nostro programma di sovranità”. “Se guardiamo i nostri concorrenti nel mondo – ha indicato ancora -, vediamo che non sono meno indebitati degli europei e che il loro sostegno alla loro industria è più alto del nostro. Non sto dicendo che dovremmo adottare il modello americano o cinese. Ma non possiamo nemmeno sederci con le mani in mano. Gli europei dovrebbero reagire, per quanto possibile, insieme”.


“Guardando al futuro – ha avvertito Gentiloni -, l’Europa deve pensare a fissare obiettivi comuni e progetti comuni che saranno finanziati congiuntamente”. Perché, ha aggiunto, “non vinceremo la corsa per la competitività solo con le normative. E siamo i migliori al mondo a regolamentare, a volte troppo bravi. L’ho detto diverse volte, ma permettetemi di ripeterlo qui: abbiamo bisogno di nuovi strumenti a livello europeo”. Secondo il commissario, “nel lungo termine, questi strumenti dovrebbero evolversi verso una capacità centrale di bilancio permanente. Ciò è fondamentale per finanziare i beni pubblici europei, in settori come l’energia, l’innovazione o la difesa”. “Tutte le istituzioni economiche internazionali – l’Fmi, l’Ocse, la Bce – quando hanno contribuito alla nostra consultazione sulla riforma delle nostre regole di bilancio lo hanno chiesto. All’epoca non abbiamo incluso questo elemento nelle nostre proposte, per non complicare un dibattito già impegnativo” sulla riforma del Patto di stabilità, ma oggi, ha concluso Gentiloni “è giunto il momento di avviare questa discussione”.

Dl Pnrr, Antitrust frena: no alla cessione del 49% di PagoPa a Poste, serve un’asta pubblica

Dl Pnrr, Antitrust frena: no alla cessione del 49% di PagoPa a Poste, serve un’asta pubblicaRoma, 19 mar. (askanews) – “La cessione del 49% del capitale di una società pubblica dovrebbe rispettare condizioni minimali di trasparenza e non discriminazione a garanzia del mercato, oltre, ovviamente, a massimizzare il gettito per l’erario dello Stato”. Lo sottolinea l’Antitrust nella memoria depositata in Commissione bilancio alla Camera, nell’ambito dell’esame del decreto legge sul Pnrr. Nel mirino la norma del decreto che assegna a Poste Italiane, che già gestisce la piattaforma PagoPa, l’opzione per acquisire fino al 49% della società PagoPa. Il controllo con almeno il 51% del capitale passerebbe, secondo la stessa norma, all’Istituto Poligrafico e Zecca della Stato.


L’Antitrust ritiene quindi che “in una prospettiva di garanzia del mercato e dei diritti degli operatori potenzialmente interessati, l’individuazione del cessionario della quota del 49% dovrebbe avvenire ad esito di un’asta competitiva o comunque di una procedura che valuti e metta a confronto più manifestazioni di interesse”. “Il ricorso a una procedura trasparente e non discriminatoria – conclude l’Autorità nella memoria – è la sola modalità che, consentendo al decisore pubblico di esplorare e conoscere gli interessi e le opportunità esistenti sul mercato, assicura la possibilità di svolgere una valutazione comparativa idonea a selezionare l’operatore più qualificato”.

Dl Pnrr, la Corte dei conti: la revisione riduce le risorse per la sanità

Dl Pnrr, la Corte dei conti: la revisione riduce le risorse per la sanitàRoma, 19 mar. (askanews) – La revisione del Piano Nazione di Ripresa e Resilienza e del Piano Nazionale complementarer (Pnc) prevista nel decreto sul Pnrr, riduce di fatto le risorse per gli investimenti nel settore sanitario e incide sui programma di investimento regionali già avviati. E’ quanto afferma la Corte dei Conti nella memoria sul decreto depositata in Commissione bilancio alla Camera, che sta esaminando il provvedimento.


In particolare, i magistrati contabili pongono l’accento sulla norma che dispone che gli investimenti destinati alla realizzazione del programma denominato ‘Verso un ospedale sicuro e sostenibile’, già finanziati con il Pnc, sono posti a carico del Fondo sull’edilizia ospedaliera previsto nell’articolo 20 della legge n. 67 del 1988. Si tratta di una cifra i circa 1,2 miliardi. Contestualmente, si dispone il riversamento alle entrate dei residui iscritti in bilancio al relativo capitolo del Pnc e si riducono le previsioni di spesa per il triennio pari a 510 milioni, utilizzando tali importi a copertura delle maggiori esigenze relative al Pnrr. La Relazione tecnica, si legge nella memoria della Corte dei Conti, sottolinea che gli effetti della disposizione si limitano a modificare la copertura finanziaria del programma, ponendola a valere su risorse nazionali.


“Al riguardo – riporta la Corte – non si può non osservare come, oltre a ridurre l’ammontare complessivo delle risorse destinabili ad investimenti in sanità (l’aver attribuito il finanziamento del programma al Fondo ex art. 20 incide sulle disponibilità per ulteriori accordi di programma)e a incidere su programmi di investimento regionali già avviati, lo spostamento comporta il rinvio dell’attuazione del progetto a quando saranno disponibili spazi finanziari adeguati”.

Confindustria, probiviri respingono richieste riammissione Gozzi

Confindustria, probiviri respingono richieste riammissione GozziRoma, 19 mar. (askanews) – Respinte le richieste di riammissione di Antonio Gozzi alla corsa per la presidenza dell’associazione. E’ quanto apprende askanews all’indomani della riunione del collegio speciale dei probiviri confederali.


Con una lettera i probiviri rispondono, in modo deciso e con toni duri, a quei sostenitori di Gozzi che avevano chiesto di riammetterlo alla competizione in ossequio al principio di rappresentatività. In particolare i membri del collegio difendono il rispetto delle regole confederali e stigmatizzano l’enorme danno alla credibilità e autorevolezza di Confindustria. Bacchettano chi ha valutato l’operato dei saggi della commissione di designazione ipotizzando una debole capacità degli stessi di comprendere i posizionamenti all’interno del sistema. Inoltre i probiviri fanno riferimento a pressioni indebite e tentativi di condizionamento al fine di alterare i meccanismi dell’iter elettorale per la successione a Carlo Bonomi.


L’auspicio espresso, infine, è quello di assicurare massima serenità allo svolgimento del passaggio organizzativo in programma per il 21 marzo quando i due candidati in pista, Edoardo Garrone ed Emanuele Orsini, dovranno illustrare i programmi al consiglio generale dell’associazione. Quella sarà anche la sede per ascoltare le ragioni che hanno portato i saggi a escludere Gozzi dalla corsa. Mlp

I probiviri di Confindustria respingono le richieste di riammissione di Gozzi

I probiviri di Confindustria respingono le richieste di riammissione di GozziRoma, 19 mar. (askanews) – Respinte le richieste di riammissione di Antonio Gozzi alla corsa per la presidenza dell’associazione. E’ quanto apprende askanews all’indomani della riunione del collegio speciale dei probiviri confederali.


Con una lettera i probiviri rispondono, in modo deciso e fermo, a quei sostenitori di Gozzi che avevano chiesto di riammetterlo alla competizione in ossequio al principio di rappresentatività. In particolare i membri del collegio difendono il rispetto delle regole confederali e stigmatizzano l’enorme danno alla credibilità e autorevolezza di Confindustria. Bacchettano chi ha valutato l’operato dei saggi della commissione di designazione ipotizzando una debole capacità degli stessi di comprendere i posizionamenti all’interno del sistema. Inoltre i probiviri fanno riferimento a pressioni indebite e tentativi di condizionamento al fine di alterare i meccanismi dell’iter elettorale per la successione a Carlo Bonomi.


L’auspicio espresso, infine, è quello di assicurare massima serenità allo svolgimento del passaggio organizzativo in programma per il 21 marzo quando i due candidati in pista, Edoardo Garrone ed Emanuele Orsini, dovranno illustrare i programmi al consiglio generale dell’associazione. Quella sarà anche la sede per ascoltare le ragioni che hanno portato i saggi a escludere Gozzi dalla corsa.

Istat: Comuni hanno perso 80mila dipendenti, forti criticità al Sud

Istat: Comuni hanno perso 80mila dipendenti, forti criticità al SudRoma, 19 mar. (askanews) – I Comuni italiani presentano forti vincoli di risorse indotti dalle politiche di contenimento della spesa degli ultimi anni, con una perdita di circa 80mila addetti e con un invecchiamento della forza lavoro. Le criticità sono particolarmente acute nel Mezzogiorno. Lo rileva l’Istat, in un focus presentato oggi che, integrando fonti informative disponibili e nuovi indicatori, presenta un’analisi della capacità dei Comuni italiani di dare realizzazione ai nuovi progetti del PNRR nel contesto dei vincoli strutturali sia di tipo finanziario che di risorse umane.


Dal 2011 al 2021, l’Istat stima una perdita di circa 80mila unità di personale (-20%), accentuata nel Mezzogiorno (-24,3%) rispetto al Centro-nord (-17,8%). Si è passati da una media nazionale di 50 addetti a 42, da 69 addetti ogni 10mila abitanti a 62, dall’89,2% del full-time a poco più dell’83%. La flessione è più lieve fra i dipendenti stabili (-6,1%) rispetto alla componente atipica, sia dei dipendenti a tempo determinato (-20,5%) sia dei non dipendenti (-15,4%). Le restrizioni sul turn-over e sull’accesso alla pensione hanno prodotto inoltre un invecchiamento accentuato del personale dei Comuni. Nel 2021, solo l’1,9% ha meno di 30 anni (5,1% nelle altre Istituzioni Pubbliche) e più di un quinto (21,4%; era 7,3% nel 2011) oltre 60 (15,8% nelle altre IP). Peraltro, i bilanci comunali consentono margini di manovra esigui per programmare nuove assunzioni. Il personale incide molto sulle spese correnti (22,7%; 3,6% nei rimanenti Enti Locali) e rende rigida la spesa (22,8% del totale; 6,5% nel resto delle IP).


Le criticità si accentuano a livello territoriale: aumentano nei piccoli Comuni rurali e soprattutto nel Mezzogiorno. In quest’area, nel 2021, solo il 73% degli addetti è a tempo pieno (86,5% nel Nord; 91,2% nel Centro), c’è un forte invecchiamento (31,1% ultrasessantenni) e bassi livelli di istruzione (il 24% ha titoli inferiori al diploma; 17% in Italia). Questi valori rappresentato soprattutto l’impatto dell’incidenza di addetti reclutati attraverso la stabilizzazione di bacini di precariato storico (36,2% del personale; 3% nel Nord e 6,5% nel Centro Italia). La formazione in servizio, che dovrebbe accompagnare tali processi, risulta debole proprio nelle piccole realtà meno urbanizzate e nel Mezzogiorno. Ha invece una diffusione massima nel Nord Italia (nel 2021 otto Comuni su 10 erogano 1,4 giornate formative per addetto), dove la formazione continua degli adulti ha una tradizione consolidata. Nel Mezzogiorno soltanto il 50% dei Comuni offre ridotte opportunità formative (nel 2021 0,5 giornate per addetto).


L’Indicatore sintetico di “Funzionalità Organizzativa” dei Comuni (IFO-Comuni), diffuso per la prima volta dall’Istat in questo Focus, fotografa le difficoltà e certifica sia una riduzione dei livelli qualitativi (da un valore medio di 100 del 2011 a 98,7 del 2021) sia, per la fase attuale, i marcati differenziali territoriali (Nord 106; Centro 98,5; Mezzogiorno 72,9). Si evidenzia una bassa propensione all’innovazione organizzativa, in particolare riguardo alla digitalizzazione (77% ha carenza di personale qualificato) e alla limitata diffusione del Bilancio sociale-ambientale (8,2%; 27% nelle altre IP). Nel Mezzogiorno, circa la metà dei Comuni presenta una “bassa funzionalità” organizzativa (49,4%; 18,9% nel Centro; 11,4% nel Nord). Inoltre, nei Comuni con valori elevati di IFO migliora in modo visibile la soddisfazione e la fiducia dei cittadini. Il quadro è molto positivo nel Settentrione, in particolare nelle tre principali regioni del Nord-est (Friuli-Venezia Giulia IFO 103,9, Veneto 102,2, Emilia-Romagna 103,4) e in Valle D’Aosta/Vallée d’Aoste (104,7); è particolarmente critico in Sicilia (83,3), Calabria (83,5) e Campania (91,2).


In definitiva, la mappatura dei livelli di funzionalità ha confermato diffuse criticità e ampi margini di miglioramento, soprattutto nelle Amministrazioni comunali del Mezzogiorno.

Lavoro, Uil: 1.040 bare in piazza a Roma per ricordare morti bianche

Lavoro, Uil: 1.040 bare in piazza a Roma per ricordare morti biancheRoma, 19 mar. (askanews) – Millequaranta bare in piazza del Popolo a Roma: è l’iniziativa choc organizzata dalla Uil per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle morti sul lavoro. Un flash mob sui generis con tante bare quante sono ogni anno le vittime sui luoghi di lavoro. In questo modo la Uil vuole ricordare chi, alla fine della giornata, non ha più fatto ritorno nelle proprie case e dai propri cari, per non rassegnarsi all’idea “assurda” che si tratti di morti inevitabili e sollecitare la politica e il Governo a mettere in campo tutti i provvedimenti necessari a rafforzare la prevenzione, investire in sicurezza, sanzionare chi non rispetta le regole. Il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, sarà in piazza per leggere alcuni nomi di quelle persone la cui vita è stata spezzata dal mancato rispetto delle regole sulla sicurezza. E’ prevista anche la partecipazione di Stefano Massini.

Mediaset: titoli MFE in luce in Borsa con indicazioni su utile e raccolta

Mediaset: titoli MFE in luce in Borsa con indicazioni su utile e raccoltaMilano, 18 mar. (askanews) – Titoli della galassia Mediaset in evidenza a Piazza Affari in scia alle positive indicazioni sui conti fornite dell’AD Pier Silvio Berlusconi in un’intervista al Corriere della Sera. Le azioni MFE A, in un listino che ha chiuso piatto, hanno guadagnato il 4,61% a 2,2365 euro, le MFE B il 4,57% a 3,057 euro.


“La nostra raccolta pubblicitaria di gruppo in Italia e Spagna nel primo trimestre del 2024 ci fa vedere un +5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”, ha detto Pier Silvio Berlusconi. “Con due guerre, i tassi di interesse alle stelle, l’inflazione, il caro energia e via dicendo anche il 2023 lo vedevamo durissimo. Eppure, stiamo per chiudere il bilancio con un utile superiore ai 217 milioni del 2022. E senza l’effetto contabile dei dividendi della Germania”. All’interno della galassia Fininvest, ben acquistata anche Mondadori (+4,67%) in scia ai solidi conti, diffusi la scorsa settimana. Nessuna ripercussione sul titolo dalla notizia, rilanciata nel fine settimana, secondo cui Adelphi si sarebbe aggiudicata il catalogo delle opere di Philip Roth, soffiando il grande scrittore americano al suo storico editore italiano Einaudi (gruppo Mondadori).

Pnrr, Gentiloni: prossimi due o tre anni saranno i più difficili

Pnrr, Gentiloni: prossimi due o tre anni saranno i più difficiliSan Donato Milanese, 18 mar. (askanews) – Il Pnrr italiano “sta procedendo” e “naturalmente avrà difficoltà nei prossimi due o tre anni, saranno forse i più difficili, perché gli investimenti più importanti dovranno essere messi a terra”. Lo ha detto il Commissario europeo per gli affari economici e monetari, Paolo Gentiloni, in sopralluogo con il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, nel deposito di bus elettrici finanziati con il Piano europeo.


“È chiaro che non dappertutto puoi essere così certo e tranquillo che gli obiettivi verranno raggiunti entro quei tempi, ma c’è sempre la possibilità, e la commissione è pronta a collaborare con il governo, se ci fossero dei ritardi, come abbiamo fatto nei mesi scorsi, di rimodulare i piani, a spostarli dove gli obiettivi sono più raggiungibili” ha aggiunto.