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A maggio l’inflazione stabile allo 0,8%, carrello spesa frena al 2%

A maggio l’inflazione stabile allo 0,8%, carrello spesa frena al 2%Roma, 31 mag. (askanews) – A maggio l’inflazione aumenta dello 0,2% su base mensile e dello 0,8% su base annua, come nel mese precedente. E’ la stima dell’Istat.


La stabilità dell’inflazione sottende andamenti contrapposti di diversi aggregati di spesa: in rallentamento risultano i prezzi dei Beni alimentari lavorati (da +2,5% a +2,1%), dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,7% a +2,4%) e dei Servizi relativi all’abitazione (da +2,8% a +2,6%); per contro, si attenua la flessione dei prezzi degli Energetici non regolamentati (da -13,9% a -13,5%) e regolamentati (da -1,3% a una variazione tendenziale nulla) e accelerano lievemente quelli dei Beni alimentari non lavorati (da +2,2% a +2,3%). Nel mese di maggio l’”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, decelera così come quella al netto dei soli beni energetici (entrambe da +2,1% a +2%).


La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni registra una flessione leggermente più ampia (da -0,6% a -0,8%) e quella dei servizi è in lieve decelerazione (da +2,9% a +2,7%), lasciando invariato il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni (a +3,5 punti percentuali). I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base tendenziale (da +2,3% a +2%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto restano stabili (a +2,6%).


L’aumento congiunturale dell’indice generale riflette, per lo più, la crescita dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (+1,5%), dei Beni energetici regolamentati (+1,2%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,0%). Gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (-1,1%) e dei Beni durevoli (-0,3%). L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,8% per l’indice generale e a +1,8% per la componente di fondo.


In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta di 0,2% su base mensile e dello 0,8% su base annua (da +0,9% del mese precedente).

Panetta: Mezzogiorno, debito e vincoli concorrenza nodi ineludibili

Panetta: Mezzogiorno, debito e vincoli concorrenza nodi ineludibiliRoma, 31 mag. (askanews) – Alcuni indicatori oggi “sembrano oggi dirci che un’inversione di tendenza è possibile” in Italia, come la pronta ripresa di esportazioni e investimenti dell’ultimo quadriennio. “Non dobbiamo però farci illusioni: la nostra economia soffre ancora di problemi gravi, alcuni radicati e di difficile soluzione”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nelle considerazioni finali alla Relazione annuale.


“Il ritardo economico del Mezzogiorno e l’elevato debito pubblico sono questioni ineludibili per la politica economica. Così come i vincoli alla concorrenza che in molti settori creano rendite di posizione e limitano l’accesso di nuovi operatori – ha avvertito – comprimendo l’innovazione, la produttività e l’occupazione. Dobbiamo aprire l’economia alla concorrenza e offrire a tutti l’opportunità di valorizzare i propri talenti”.

Panetta: ora allentamento tassi, Bce non sia troppo restrittiva

Panetta: ora allentamento tassi, Bce non sia troppo restrittivaRoma, 31 mag. (askanews) – La stretta sui tassi di interesse operata dalla Bce “è stata necessaria”, ora però “dobbiamo evitare che la politica monetaria diventi eccessivamente restrittiva, spingendo l’inflazione al di sotto dell’obiettivo” del 2%. E “per i prossimi mesi, se i dati risulteranno coerenti con le attuali previsioni, si profila un allentamento delle condizioni monetarie”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nelle considerazioni finali alla Relazione annuale.


Questo “non interromperà l’azione volta a ripristinare la stabilità dei prezzi – ha puntualizzato -. L’orientamento monetario rimarrebbe infatti restrittivo anche con più tagli dei tassi ufficiali: il livello atteso dei rendimenti reali desumibile dai mercati finanziari, che pure incorpora una riduzione dei tassi di riferimento di 60 punti base nel corso del 2024, rimane per molti mesi superiore a qualsiasi stima plausibile del tasso naturale”. Le decisioni della Federal Reserve negli Stati Uniti “saranno un elemento di cui tenere conto” ma “non un vincolo”. Secondo Panetta “un orientamento monetario statunitense più restrittivo delle attese potrebbe determinare un deprezzamento del cambio dell’euro e generare pressioni inflazionistiche. Analisi empiriche indicano che questo effetto sarebbe però sovrastato dall’impatto negativo che la restrizione monetaria statunitense avrebbe sulla domanda mondiale e sulle condizioni finanziarie globali, e quindi sull’inflazione nell’area dell’euro”.


Nel definire il percorso di riduzione dei tassi ufficiali, secondo il governatore “bisognerà considerare che un’azione tempestiva e graduale permetterà di contenere la volatilità macroeconomica rispetto a un’azione tardiva e precipitosa. Nel prossimo futuro la discesa dei tassi si accompagnerà, diversamente dal passato, a una riduzione dei portafogli di titoli di politica monetaria che determinerà un deciso calo della liquidità in circolazione e un conseguente impulso restrittivo nel mercato creditizio”. Al tempo stesso una graduale normalizzazione del bilancio dell’Eurosistema dopo l’espansione degli ultimi anni “è certamente appropriata. Ma è fondamentale che essa non interferisca con l’orientamento della politica monetaria e che l’aggiustamento sia realizzato evitando carenze di liquidità”. Secondo Panetta è infatti “essenziale che la liquidità rimanga abbondante, così da garantire un fermo controllo dei tassi di mercato a breve termine. Il fabbisogno di liquidità verrà in parte soddisfatto mediante un portafoglio strutturale di titoli e operazioni di rifinanziamento a più lungo termine. Ritengo che queste componenti debbano avere un peso elevato, in modo da assicurare un’offerta ampia e stabile di riserve”.

Panetta: banche oggi punto di forza Italia, ma non abbassare guardia

Panetta: banche oggi punto di forza Italia, ma non abbassare guardiaRoma, 31 mag. (askanews) – Il 2023 “è stato un anno molto favorevole per le banche italiane”, la redditività complessiva è aumentata, i livelli patrimoniali sono saliti, le banche significative “mostrano valori di redditività e patrimonio superiori alla media europea”, il quadro è migliorato anche per le banche meno significative. Questa solida condizione in cui si trovano oggi gli intermediari “rappresenta un punto di forza per l’intera economia italiana”. Ma “non dobbiamo abbassare la guardia, ha ribadito il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nelle considerazioni finali alla Relazione annuale.


“Non possiamo farci cogliere impreparati da tensioni che potrebbero emergere in futuro. Ad aprile abbiamo chiesto alle banche di costituire entro la metà del 2025 una riserva di capitale macroprudenziale pari all’1 per cento delle esposizioni domestiche”, ha ricordato. E guardando al quadro macroeconomico, Panetta indica due tipi di rischi. “Il primo è la qualità del credito. Il mercato immobiliare italiano non fornisce segnali preoccupanti analoghi a quelli che stanno emergendo per gli immobili commerciali in altri paesi. Per il totale dei prestiti – ha detto – si registra tuttavia un aumento della quota di crediti di buona qualità ma con ritardi nei pagamenti, soprattutto tra i clienti con finanziamenti a tasso variabile”.


“Si stima che per le imprese il flusso annuo dei prestiti deteriorati in rapporto ai finanziamenti complessivi possa salire nel prossimo biennio di un punto percentuale, dall’attuale 1,7 per cento. Le rettifiche su crediti rimarrebbero contenute in rapporto ai ricavi. In prospettiva, resta fondamentale per le banche riconoscere prontamente le perdite attese – ha detto – applicando scrupolosamente i principi contabili”. “Il secondo aspetto riguarda la liquidità. Il rimborso delle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine sta avvenendo in maniera ordinata. Ma rimane prioritaria un’attenta gestione del passivo – ha avvertito – nella consapevolezza che la liquidità aggregata continuerà a ridursi, spingendo al rialzo il costo della raccolta”.

Panetta: Italia ultima Ue su crescita procapite ma può rilancarsi

Panetta: Italia ultima Ue su crescita procapite ma può rilancarsiRoma, 31 mag. (askanews) – L’economia dell’Italia “è quella con la minore crescita del prodotto per abitante nell’ultimo quarto di secolo”, ma “non siamo condannati alla stagnazione”, negli ultimi anni sono migliorate redditività e posizioni patrimoniali delle imprese e “guardando al futuro, l’economia italiana potrà conseguire ritmi di sviluppo sostenuti se saprà, da un lato, affrontare le conseguenze del calo e dell’invecchiamento della popolazione e, dall’altro lato, imprimere una decisa accelerazione alla produttività”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nelle considerazioni finali alla Relazione annuale.


“Nell’area dell’euro, l’economia italiana è quella con la minore crescita del prodotto per abitante nell’ultimo quarto di secolo. La produttività del lavoro è rimasta ferma; solo nel 2023 – ha rilevato – gli investimenti sono tornati a superare il livello precedente la crisi finanziaria, mentre le ore lavorate totali non lo hanno ancora recuperato. L’evoluzione dei salari ha riflesso il ristagno della produttività: i redditi orari dei lavoratori dipendenti sono oggi inferiori di un quarto a quelli di Francia e Germania”. “Non siamo tuttavia condannati alla stagnazione. La ripresa registrata dopo la crisi pandemica è stata superiore alle previsioni e a quella delle altre grandi economie dell’area. Contrariamente a quanto avvenuto in episodi di crisi del passato – ha osservato il governatore – è stata intensa anche nel Mezzogiorno. Tra il 2019 e il 2023, in una fase di forti turbolenze, il Pil italiano è cresciuto del 3,5 per cento, contro l’1,5 della Francia e lo 0,7 della Germania; lo scarto è maggiore in termini pro capite. L’occupazione è aumentata del 2,3 per cento, quasi 600.000 persone, trainata dalla componente a tempo indeterminato. Il tasso di disoccupazione è sceso di 2,3 punti percentuali, pur restando alto, al 7,7 per cento”.


Secondo Panetta “la ripresa è stata alimentata da una forte espansione degli investimenti, sostenuta anche da incentivi fiscali. Sono cresciuti molto più che nella media degli altri principali paesi europei non solo gli investimenti in edilizia, favoriti da agevolazioni generosissime, ma anche quelli in macchinari e beni intangibili, che riflettono l’avanzamento tecnologico e le attese circa l’evoluzione futura della domanda”. Nel Frattempo “le esportazioni di beni sono aumentate del 9 per cento, più della domanda estera potenziale, grazie ai miglioramenti di competitività di costo e di qualità conseguiti negli ultimi anni e alla diversificazione per settore e mercato di sbocco. In Germania esse sono rimaste sostanzialmente stabili, in Francia sono diminuite. Una volta riassorbito il peggioramento delle ragioni di scambio dovuto allo shock energetico, il saldo della bilancia commerciale è tornato rapidamente positivo. Il nostro paese è oggi creditore netto nei confronti del resto del mondo per 155 miliardi di euro, il 7,4 per cento del Pil; dieci anni fa la nostra posizione estera netta era debitoria per il 23 per cento del PIL e costituiva un elemento di vulnerabilità”.


“L’economia italiana ha certo beneficiato a lungo di politiche monetarie e di bilancio espansive. Ma ha tratto vantaggio anche dal processo di ristrutturazione del tessuto produttivo. Nell’ultimo decennio – ha messo in rilievo Panetta – sono migliorate la redditività e la posizione patrimoniale delle imprese8 . È inoltre cresciuto il peso delle aziende più grandi, che possono cogliere meglio i benefici della tecnologia e dell’internazionalizzazione”. “Nell’industria e nei servizi privati non finanziari si è registrato un significativo, ancorché insufficiente, incremento di produttività. Escludendo il comparto dei mezzi di trasporto, la nostra manifattura è oggi la più automatizzata tra le principali economie dell’area dell’euro: nel 2021 in Italia vi erano 13,4 robot ogni 1.000 addetti, contro 12,6 in Germania e 9,2 in Francia10. Dal 2019 le imprese industriali hanno raddoppiato, al 17 per cento, la quota degli investimenti in tecnologie digitali. Il ritorno all’accumulazione di capitale e la capacità di affermarsi sui mercati internazionali sono incoraggianti segnali di forza, che vanno consolidati”, ha proseguito il governatore.


Guardando al futuro, l’economia italiana “potrà conseguire ritmi di sviluppo sostenuti se saprà, da un lato, affrontare le conseguenze del calo e dell’invecchiamento della popolazione e, dall’altro – ha detto – lato, imprimere una decisa accelerazione alla produttività”.

Giovani Confindustria: un fondo europeo per l’Ia, creare veri campioni

Giovani Confindustria: un fondo europeo per l’Ia, creare veri campioniRapallo (Ge), 31 mag. (askanews) – “In Europa investiamo in Intelligenza artificiale 1 miliardo all’anno. Poco. Occorre un fondo europeo per raccogliere investimenti pubblici e privati. Uno strumento finanziario e di incontro fra produttori e utilizzatori di tecnologie, ovvero istituzioni, grandi industrie, pmi e startup”. Lo ha sottolineato Riccardo Di Stefano, presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria, aprendo i lavori del 53esimo convegno annuale dell’associazione riunita oggi a Rapallo (Genova). L’obiettivo deve essere “creare veri campioni europei dell’Ia. Imprese di grandi dimensioni e pienamente operanti in questo mercato”, ha evidenziato.


“La dipendenza tecnologica per i software dagli Stati Uniti e per la componentistica e i chip dall’Asia è forte. È l’innovazione tecnologica il principale campo di battaglia globale, ce lo ricorda anche Xi Jinping. L’esempio più spettacolare e discusso è l’intelligenza artificiale: non è una singola tecnologia, ma una filiera digitale e industriale, una filiera che in Europa ha molte debolezze”, ha sottolineato il leader dei Giovani industriali secondo cui “investimenti, tempo, frammentazione” sono i tre problemi cruciali della Ue. “L’Unione, impegnata a regolamentare l’Intelligenza artificiale degli altri, non ha creato un contesto favorevole alla crescita della propria. La piccola taglia dell’industria informatica europea, e le policy nazionali frammentate, duplicate e contradditorie ne rallentano lo sviluppo. Così come la gestione dei finanziamenti. In Italia, a parte la doverosa riflessione etica, che cosa vogliamo essere in questa filiera? Produttori o moralizzatori? Per noi il nodo è l’utilizzo di dati per una Ai a forte declinazione industriale”, ha aggiunto Di Stefano. “Anche all’Italia, allora, servono investimenti davvero significativi. Puntare su produzioni ad alto valore aggiunto è un passaggio cruciale che dobbiamo compiere come sistema Paese”.

Pil, Istat: nel I trimestre +0,3%, su anno rivista al rialzo a +0,7%

Pil, Istat: nel I trimestre +0,3%, su anno rivista al rialzo a +0,7%Roma, 31 mag. (askanews) – Nel primo trimestre del 2024 il Pil è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,7% nei confronti del primo trimestre del 2023. La crescita congiunturale del Pil diffusa lo scorso 30 aprile era stata anch’essa dello 0,3%, mentre quella tendenziale era stata dello 0,6%. Lo ha reso noto l’Istat.


Il primo trimestre del 2024 ha avuto tre giornate lavorative in più del trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al primo trimestre del 2023. La variazione acquisita per il 2024 è pari a +0,6%, quella diffusa in precdenza era stata del +0,5%.


Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna sono in crescita, con un aumento dello 0,2% dei consumi finali nazionali e dello 0,5% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni sono diminuite dell’1,7% e le esportazioni sono cresciute dello 0,6%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito per 0,3 punti percentuali alla crescita del Pil: +0,2 i consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private, +0,1 gli investimenti fissi lordi e contributo nullo della spesa delle Amministrazioni Pubbliche. Per contro, la variazione delle scorte ha sottratto 0,7 punti percentuali alla crescita del Pil, mentre il contributo della domanda estera netta è risultato positivo e pari a 0,7 punti percentuali.


Si registrano andamenti congiunturali positivi per il valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi, con l’agricoltura cresciuta del 3,3% e l’industria e i servizi entrambe dello 0,3%.

Bankitalia, domani Considerazioni finali del governatore Panetta

Bankitalia, domani Considerazioni finali del governatore PanettaRoma, 30 mag. (askanews) – Domani il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta terrà presso la sede di Via Nazionale le sue prime considerazioni finali alla relazione annuale. Il tradizionale appuntamento a cui giungono banchieri e imprenditori da tutta Italia verrà trasmesso dalle 10 e 30 in diretta sul sito Internet di Bankitalia.


In attesa di conoscere quelle che saranno le valutazioni e i messaggi del governatore, è possibile cercare di farsi un’idea di quali potrebbero essere le tematiche sotto la sua attenzione sulla base dei discorsi pubblici che ha fatto nei mesi passati. Tra i più recenti, lo scorso 25 aprile quello all’inaugurazione del nuovo organismo di ricerca approntato da Bce e Eurosistema delle banche centrali per adattare la politica monetaria alle sfide di un mondo che sta cambiando. Va però subito precisato che Panetta parlerà a meno di una settimana dal Consiglio direttivo monetario della Bce di giovedì 6 giugno, le consuetudini osservate dai banchieri centrali prevedono che ci si astenga dal rilasciare dichiarazioni rilevanti sulle decisioni monetarie nei sette giorni precedenti.


Quindi questa parte dell’intervento potrebbe risultare più limitata e sintetica delle dichiarazioni fatte in quella occasione. Panetta aveva affermato che con l’inflazione che si muove verso l’obiettivo del 2% dell’istituzione, bisogna anche considerare il rischio che la linea monetaria diventi troppo restrittiva per il futuro, e che quindi è auspicabile procedere in maniera tempestiva a riduzioni dei tassi tramite “piccoli passi progressivi, piccoli tagli che contrasterebbero la debolezza della domanda e potrebbero essere messi in pausa senza costi, se rischi o shock inflazionistici al rialzo dovessero materializzarsi sulla strada”. Molti esponenti della Bce hanno manifestato, nelle ultime settimane, l’orientamento a un primo taglio dei tassi il 6 giugno.


Dal governatore c’è invece da attendersi una ampia disamina del quadro economico internazionale e italiano. La scorsa settimana, durante la conferenza stampa finale del G7 delle Finanze, organizzata a Stresa dalla presidenza italiana, ha messo in rilievo la notevole resistenza delle economie alla restrizione monetaria “attuata da più paesi contemporaneamente, cosa che non era scontata”. Mentre guardando avanti “le prospettive sono di ripresa non eccezionale”, ma comunque diffusa a livello mondiale. Intanto “l’inflazione sta diminuendo di fronte alle principali aree economiche, principalmente per un calo dell’energia, i rincari sono stati assorbiti”.


A inizio aprile Bankitalia aveva aggiornato le sue previsioni economiche, confermando la previsione di crescita del Pil allo 0,6% per quest’anno, mentre ha limato all’1% la stima di espansione del 2025 e ha ritoccato al rialzo all’1,2% quella sul 2026. Con rischi che restavano sbilanciati verso l’indebolimento. Intanto in Italia e nell’area euro prosegue la fase di dinamica sottotono del credito bancario, che riflette la stretta impartita dalla Bce (che il 6 giugno aggiornerà anche le sue prevsioni economiche). Le considerazioni finali sono tradizionalmente occasione per valutazioni ampie che spaziano dal mercato del lavoro, alla situazione delle imprese, alla competitività, a una analisi del settore bancario e finanziario e delle molteplici sfide che si trovano di fronte. Ma anche di temi di attualità o controversi, come gli incentivi all’edilizia e i loro effetti sui conti (il superbonus), le transizioni digitale e verde, e qui la necessità di rafforzare le competenze dei lavoratori, l’immigrazione e ovviamente il nodo dei conti pubblici e dell’alto debito. E le riforme strutturali, specialmente ora che il dibattito europeo è sbilanciato sul rilancio della produttività. Altro tema chiave è quello dei rischi geopolitici, dei loro possibili effetti su crescita e inflazione ma anche del riposizionamento delle strategie produttive e commerciali che implicano, tra paesi del G7 e nuovi giganti dell’economia globale, a cominciare dalla Cina, con il ruolo della Penisola al centro del Mediterraneo. Il tutto affrontato in chiave di Unione europea, dove uno degli argomenti che da tempo è risalito in primo piano è quello dell’Unione dei mercati dei capitali, mentre l’Unione bancaria stenta a fare passi avanti. Un tema, poi, che difficilmente mancherà nell’intervento di Panetta è quello dell’euro digitale. E’ quello con cui ha debutatto nel suo primo discorso pubblico da governatore, a novembre, ad una conferenza organizzata dalla Bce (con ogni probabilità quando ancora era nel Comitato esecutivo dell’istituzione di Francoforte, dove aveva la delega sui sistemi di pagamento). Ha parlato dei costi che deriverebbero da una mancata introduzione della moneta digitale. L’argomento è legato a doppio filo con quello dell’economia digitale, sul quale Panetta ha supervisionato tutta la fase “uno” esplorativa condotta dalla Bce sulla possibile valuta digitale.

Tim: bene ok Commissione Ue a NetCo, closing atteso nei tempi previsti

Tim: bene ok Commissione Ue a NetCo, closing atteso nei tempi previstiMilano, 30 mag. (askanews) – Tim prende atto con favore dell’autorizzazione della Commissione Europea al perfezionamento dell’operazione di cessione di NetCo a KKR, notificata dall’acquirente lo scorso 19 aprile. La decisione assunta dalla Commissione Europea in fase 1, sottolinea Tim, consente di confermare che l’operazione verrà perfezionata nelle tempistiche previste.


Tim aveva indicato di attendersi il closing entro l’estate, ma già con luglio potrebbe nascere la nuova Tim senza rete.

Abi, Messina (Intesa Sp): oggi grande unità, rientriamo nel Casl

Abi, Messina (Intesa Sp): oggi grande unità, rientriamo nel CaslRoma, 30 mag. (askanews) – Intesa SanPaolo intende rientrare nel Casl dell’Abi, l’organo dell’associazione bancaria che si occupa di relazioni sindacali e dei negoziati salariali. Lo ha annunciato l’amministratore delegato di Intesa SanPaolo, Carlo Messina, interpellato sulla nomina a direttore generale dell’Abi di Marco Elio Rottigni (capo della divisione banche estere del gruppo Intesa Sp) a margine delle riunioni di Comitato esecutivo e Consiglio dell’associazione a Roma.


“Mi sembra che sia molto positiva la grande unità e unitarietà e la volontà di fare in modo che l’Abi possa fare ancora meglio nel futuro. Rientreremo anche nel Casl – ha detto – questo credo che completi l’impegno di totale unitarietà dell’Abi che si è determinato con le nomine di oggi”.