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Boeing, -3,2% dopo indagine su processi produzione e sicurezza

Boeing, -3,2% dopo indagine su processi produzione e sicurezzaNew York, 12 mar. (askanews) – Le azioni di Boeing stanno perdendo il 3,2% in apertura di mercato a Wall Street, dopo che un’inchiesta del New York Times ha rivelato che le autorità di regolamentazione della sicurezza aerea statunitensi (FAA) hanno riscontrato “dozzine di problemi” nelle strutture di produzione e nella sicurezza. A seguito dell’esplosione di un portellone di un volo Max 9 dell’Alaska Airlines all’inizio di gennaio, la FAA ha avviato sei settimane di indagini dove si è rilevato che su 89 test sui prodotti, 56 sono stati positivi, ma 33 hanno fallito la prova.


La FAA ha anche condotto 13 audit di prodotto incentrati su Spirit AeroSystems, che produce fusoliere per il Boeing 737 Max: Nei documenti esaminati dal Times si legge di meccanici della Boeing che usano la chiave magnetica di un hotel per controllare il sigillo della porta o dell’uso di sapone come lubrificante delle guarnizioni. Alla fine di febbraio, la FAA ha concesso alla Boeing 90 giorni per sviluppare un piano di miglioramento del controllo qualità. Intanto martedì è stato trovato morto, John Barnett, ex dipendente della Boeing che aveva denunciato i problemi di controllo di qualità della compagnia. Le autorità stanno indagando su quello che è stato inizialmente definito suicidio.

Ue, Dombrovskis: “flessibile” la scadenza di settembre per i piani di bilancio 2025

Ue, Dombrovskis: “flessibile” la scadenza di settembre per i piani di bilancio 2025Roma, 12 mar. (askanews) – Alla Commissione europea “ci attendiamo che i paesi approvino i loro programmi di stabilità e riforme ad aprile e potranno, poi, essere ulteriormente delineati nei piani di stabilità a settembre. Il termine per la sottoposizione dei piani di Bilancio è il 27 settembre ma data la transizione” alla nuove regole del riviste del Patto di stabilità e di crescita “potremmo avere una certa flessibilità e rinvii per ragioni oggettive”. Lo ha riferito il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis nella conferenza stampa al termine dell’Ecofin.


Quanto alle procedure per deficit eccessivo “la Commissione lancerà le procedure sulla base dei dati 2023 nel ciclo di primavera, che sono previsti nella seconda metà di giugno”. E Poi ci sta “un elemento su cui stiamo ancora lavorando: su come interagiranno le traiettorie che la commissione proporranno” per questi deficit eccessivi e “quelle che verranno dai piani di bilancio sulla base delle nostre raccomandazioni. Questo è un elemento su cui stiamo ancora lavorando e dicutendo con gli Stati membri – ha detto – per trovare il miglior approccio”. 

Dombrovskis: scadenza settembre piani Bilancio 2025 “flessibile”

Dombrovskis: scadenza settembre piani Bilancio 2025 “flessibile”Roma, 12 mar. (askanews) – Alla Commissione europea “ci attendiamo che i paesi approvino i loro programmi di stabilità e riforme ad aprile e potranno, poi, essere ulteriormente delineati nei piani di stabilità a settembre. Il termine per la sottoposizione dei piani di Bilancio è il 27 settembre ma data la transizione” alla nuove regole del riviste del Patto di stabilità e di crescita “potremmo avere una certa flessibilità e rinvii per ragioni oggettive”. Lo ha riferito il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis nella conferenza stampa al termine dell’Ecofin.


Quanto alle procedure per deficit eccessivo “la Commissione lancerà le procedure sulla base dei dati 2023 nel ciclo di primavera, che sono previsti nella seconda metà di giugno”. E Poi ci sta “un elemento su cui stiamo ancora lavorando: su come interagiranno le traiettorie che la commissione proporranno” per questi deficit eccessivi e “quelle che verranno dai piani di bilancio sulla base delle nostre raccomandazioni. Questo è un elemento su cui stiamo ancora lavorando e dicutendo con gli Stati membri – ha detto – per trovare il miglior approccio”.

Usa, +0,4% prezzi consumo in febbraio, CPI annuale +3,2%

Usa, +0,4% prezzi consumo in febbraio, CPI annuale +3,2%New York, 12 mar. (askanews) – I prezzi al consumo negli Stati Uniti, in febbraio sono aumentati dello 0,4%,in linea con le attese degli analisti. A riportarlo è il Dipartimento del lavoro. In gennaio si era registrato un aumento dello 0,3%. Il dato “core”, ovvero quello depurato dalla componente dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, è cresciuto anch’esso dello 0,4%, mentre le attese erano per un aumento dello 0,3%.


Su base annuale, il dato è in aumento del 3,2%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma il dato è superiore al mese di gennaio quando si era registrato un +3,1%. Il dato “core” annuale è in crescita del 3,8%. I prezzi dell’energia sono aumentati del 2,3%, rispetto al mese scorso, ma su base annuale sono diminuiti dell’1,9%. I prezzi dei generi alimentari sono rimasti stabili: in gennaio erano cresciuti dello 0,4%. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno hanno registrato un aumento del 3,2%. La media settimanale degli stipendi non è cambiata rispetto a gennaio.

Federmeccanica: gravi criticità, produzione industriale 2023 -2,9%

Federmeccanica: gravi criticità, produzione industriale 2023 -2,9%Roma, 12 mar. (askanews) – Elementi di grave criticità, dalle tensioni geopolitiche alle ripercussioni di questi eventi sia in termini di difficoltà di approvvigionamento lungo le catene di fornitura sia in termini di alto costo del credito, hanno frenato pesantemente la produzione industriale italiana nel 2023, che è calata rispetto al 2022 del 2,9%. E’ quanto emerge dalla 168ma analisi congiunturale di Federmeccanica, presentata oggi a Roma.


“Siamo molto preoccupati della competitività delle nostre imprese e noi lavoreremo, sia al nostro interno, sia all’esterno, per difendere la competitività”, ha detto Federico Visentin, segnalando la difficoltà che si estende anche almeno al primo semestre di quest’anno, perche non si vedono segnali forti che facciano pensare un miglioramento, la guerra non si ferma e non vediamo neanche interventi importanti governativi o cali di tassi d’interesse”. Il peggioramento osservato è stato riscontrato anche nelle dinamiche produttive relative al settore metalmeccanico. In particolare, la produzione nel quarto trimestre è sostanzialmente stagnante rispetto al trimestre estivo, segnando un modesto +0,6%, e ha evidenziato un calo tendenziale dell’1,0%. Le difficoltà dell’industria metalmeccanica trovano riscontro anche in andamenti produttivi che, dalla seconda metà del 2021, oscillano intorno ad un livello di stazionarietà caratterizzato, nei mesi più recenti, da una, seppur leggera, attenuazione della dinamica produttiva.


I volumi di produzione metalmeccanica nel 2023 sono mediamente diminuiti dello 0,7% rispetto al 2022. Il peggioramento è stato attenuato grazie, soprattutto, agli incrementi produttivi registrati per i comparti degli Altri mezzi di trasporti e degli Autoveicoli e rimorchi che hanno compensato i risultati negativi ottenuti nelle altre produzioni dell’aggregato metalmeccanico. Le dinamiche produttive, infatti, sono state disomogenee nei diversi comparti e questo anche perché il settore metalmeccanico è un settore fortemente eterogeneo sia per l’inclusione di una vasta gamma di attività produttive molto differenziate tra loro, sia per la difformità delle dimensioni che caratterizzano le imprese metalmeccaniche.


Nel 2023 sono diminuite in particolar modo le attività della Metallurgia (-5,3% rispetto all’anno precedente), le produzioni di Prodotti in metallo (-3,7%) e di Macchine e apparecchi elettrici (-3,0%); in leggera flessione il comparto delle Macchine e apparecchi meccanici (-0,7%). Sono, invece, aumentate le fabbricazioni di Altri mezzi di trasporto (+10,9%) e di Autoveicoli e rimorchi (+5,5%), mentre quella di Computer, radio TV, strumenti medicali e di precisione, pur in crescita, ha messo a segno un modesto +0,4%. Il dato dell’Italia (-0,7%) stride particolarmente se letto con riferimento a quello dell’Unione Europea dove, nel 2023, la produzione metalmeccanica è aumentata in media dello 0,5% rispetto all’anno precedente, e soprattutto nel confronto con i principali paesi dell’area. La produzione metalmeccanica francese è, infatti, aumentata del 4,5%, quella spagnola del 3,8% e quella tedesca, nonostante le difficoltà, è cresciuta del 2,0%.


La frenata del commercio mondiale, a causa delle crescenti tensioni globali che hanno caratterizzato il 2023, ha avuto riflessi negativi sugli scambi internazionali del nostro paese. Nel 2023, infatti, le esportazioni metalmeccaniche, nel confronto con l’anno precedente, sono cresciute del 2,7% (in forte discesa dal +14,5% registrato nel 2022), mentre le importazioni hanno segnato un modesto +0,7%. Il rallentamento dell’export è stato ben evidenziato dalla dinamica discendente delle vendite all’estero che sono costantemente diminuite nei singoli trimestri fino a diventare negative nel quarto trimestre 2023 (-1,1%). Occorre, inoltre, osservare che gli incrementi dell’interscambio in valore sono stati influenzati da una crescita dei valori medi unitari. I risultati di questa indagine trimestrale rilevano una sostanziale debolezza dell’attività produttiva nel quarto trimestre 2023 e segnali contrastanti per quel che attiene le aspettative relative al primo trimestre 2024: il 23% delle imprese intervistate dichiara un portafoglio ordini in miglioramento, quota in discesa rispetto al 25% della scorsa rilevazione; saldi negativi sulle consistenze in essere trovano riscontro soprattutto nelle imprese “fino a 500 dipendenti”; parimenti, giudizi negativi sul livello degli ordini prevalgono nelle piccole e medie imprese. Sale al 52% (dal 46% scorso) la quota di chi prospetta una stazionarietà nei livelli di produzione, quando il 22% prevede una contrazione, a fronte del 26% che pronostica incrementi. Il 20% presume di dover aumentare, nel corso dei prossimi sei mesi, gli attuali livelli occupazionali a fronte del 67% che, diversamente, ritiene di lasciarli inalterati, mentre il 19% prevede una riduzione. Infine, la quota di imprese che valuta cattiva o pessima la situazione della liquidità aziendale è pari al 5%.

Bce lascia Eurotower Francoforte, scelta nuova sede Vigilanza banche

Bce lascia Eurotower Francoforte, scelta nuova sede Vigilanza bancheRoma, 12 mar. (askanews) – Dopo un quarto di secolo la Banca centrale europea abbandona definitivamente lo storico edificio dell’Eurotower di Francoforte e, a fine 2025, uffici e personale del ramo di vigilanza bancaria che ancora vi risiedono traslocheranno al grattacielo Galileo (di proprietà di Commerzbank). Lo ha riferito la stessa istituzione con un comunicato, spiegando che è stato firmato un contratto per la nuova sede.


Le attività principali della Bce, su politica monetaria e analisi macroeconomica erano stata trasferita diversi anni fa, tra fine 2024 e inizio 2025, durante la presidenza di Mario Draghi, presso il nuovo complesso creato agli ex Mercati Generali, sempre a Francoforte. Parte delle attività di vigilanza resteranno collocate presso il Japan Center di Francoforte, per cui il contratto scadrà solo a fine 2028, ha precisato la Bce.


Il trasloco viene motivato con la capacità di “ridurre l’impatto fisico e ambientale della Bce”, secondo quanto riporta il comunicato. Questi elementi sono stati oggetto di una crescente enfasi sotto la presidenza di Christine Lagarde.

Leonardo presenta Piano e spinge su innovazione per essere player

Leonardo presenta Piano e spinge su innovazione per essere playerRoma, 12 mar. (askanews) – Leonardo spinge sull’innovazione e trasforma il suo modello di business da difesa a sicurezza con un’evoluzione tecnologica che prevede una massiva digitalizzazione e l’interoperabilita’ dei domini e l’intelligenza artificiale. Presentato il nuovo Piano industriale 2024-2028 che prevede un rafforzamnto del core business di Elettronica per la Difesa, Elicotteri e Velivoli, confermando il recupero delle Aerostrutture e sfruttando le opportunità in Cyber e Spazio.


“Il Piano Industriale – commenta l’ad Roberto Cingolani – ha definito la strategia per sbloccare il potenziale di crescita del business di Leonardo, portando il Gruppo a raggiungere una forte crescita nella top line, una redditività a doppia cifra entro il 2026 e raddoppiare il FOCF entro la fine del Piano. Questo obiettivo – ha aggiunto – sarà raggiunto attraverso una massiccia digitalizzazione e razionalizzazione di prodotti e servizi, iniziative di efficienza e riduzione dei costi a livello di Gruppo – mirando a 1,8 miliardi di euro di risparmi lordi nell’orizzonte del piano – e la crescita inorganica. Lo scenario geopolitico mondiale impone un nuovo paradigma della Sicurezza Globale, dove vogliamo giocare un ruolo proattivo nell’evoluzione dell’industria europea della difesa”. Il Nuovo Piano prevede ordini complessivi pari a 105 miliardi con un Book to bill significativamente maggiore di 1. Portafoglio ordini in crescita da 40 miliardi a 50 miliardi a fine Piano. Sul lato dei ricavi, un CAGR stimato del 6% grazie alla lavorazione del portafoglio ordini e nuovi ordini, mentre per quanto rigurda l’Ebita, la redditività è stimata in crescita a un tasso pari a 2 volte la crescita dei ricavi. Tra gli obiettivi del piano anche il Raddoppio dei flussi di cassa grazie alla crescita dell’Ebita e la riduzione del debito con lo scopo di mantenere l’Investment Grade da parte delle agenzie di rating per rimborsare circa il 50% del debito in scadenza preservando al contempo la liquidità. Tra gli obiettivi anche 5 miliardi di generazione di cassa nei 5 anni di Piano.


Sul fronte delle M&A il gruppo intende mantenersi in linea con una strategia finanziaria prudente. Per quanto riguarda invece le divisioni del gruppo, sull’Elettronica, Leonardo punta a diventare un player globale nel settore nell’Elettronica per la Difesa attraverso una maggiore competitività, investimenti nella tecnologia, razionalizzazione del prodotto concentrandosi sull’offerta di base e facendo leva anche sulle partnership internazionali. Nell’arco di Piano, la Divisione Elettronica prevede una crescita di ordini, ricavi ed Ebita rispettivamente del 3%, 8% e 13%.


Su Elicotteri, il Piano punta a rafforzare il posizionamento di player globale nel segmento civile e diventare un attore chiave nel militare, incrementando la trasformazione degli ordini in ricavi e potenziando lo sviluppo dei prodotti per raggiungere una posizione di leader nella tecnologia tilt-rotor, considerata come la più praticabile e matura dalle principali istituzioni militari. Nell’arco di Piano, la Divisione Elicotteri prevede una crescita di ordini, ricavi ed Ebita rispettivamente del 2%, 6% e 8%. Per i Velivoli, assicurare un ruolo da protagonista nei principali programmi di cooperazione internazionali, sostenere l’elevata redditività e aumentare la competitività attraverso l’aggiornamento del portafoglio prodotti. Nell’arco di Piano, la Divisione Velivoli prevede una crescita di ordini, ricavi ed Ebita rispettivamente del 11%, 7% e 4%.


Per Aerostrutture, incrementare la redditività della fornitura, sfruttando sia l’eccellenza operativa che la ripresa del mercato, e accrescere la dimensione del business attraverso partnership strategiche. Nell’arco di Piano, la Divisione Aerostrutture prevede una crescita di ordini e ricavi rispettivamente del 16% e 17%, con il breakeven Ebita entro la fine del 2025. Sul fronte Cyber, sfruttare le opportunità di accelerazione della domanda per incrementare le dimensioni attraverso crescita organica e inorganica, acquisendo competenze distintive con l’obiettivo di diventare un key player europeo. Nell’arco di Piano, la Divisione Cyber prevede una crescita di ordini, ricavi ed Ebita rispettivamente del 16%, 13% e 33%. Infine per lo Spazio, consolidare le attività in una nuova Divisione e facendo leva sulle capacità esistenti per diventare un leader europeo nei segmenti ad elevato valore aggiunto, seguendo un percorso di crescita organica da integrare con leve inorganiche. Leonardo ha anche approvato i conti dello scorso anno, con un dividendo raddoppiato a 28 centesimi per azione. Il gruppo ha chiuso lo scorso annocon un risultato netto di 695 milioni, in calo del 25,4% sul 2022, il cui dato rifletteva la plusvalenza realizzata dalle cessioni dei business Global Enterprise Solutions e Advanced Acoustic Concepts di Leonardo Drs. Il risultato netto ordinario ammonta invece a 742 milioni (+6,5%) e riflette prevalentemente l’andamento dell’Ebit. Gli Ordini evidenziano una crescita continua e strutturale, attestandosi vicino alla soglia di 18 miliardi (18,7 miliardi nel dato proforma), con una performance particolarmente positiva nella componente Europea dell’Elettronica per la Difesa e Sicurezza. I Ricavi sono in crescita del 3,9% (4,1% rispetto al dato Proforma), grazie anche alla significativa ripresa delle Aerostrutture (+34%) e all’andamento dell’Elettronica per la Difesa e Sicurezza e degli Elicotteri. Alla crescita dei Ricavi si affianca una crescita dell’Ebita del 5,8% (6,1% rispetto al dato Proforma). L’Ebita continua ad essere trainato dall’Elettronica per la Difesa e Sicurezza, con particolare apporto della componente Europea, e dalla ripresa delle Aerostrutture, portando il ROS all’8,4 %. Rilevante performance finanziaria, con il flusso di cassa (FOCF) che registra un incremento del 18% rispetto al dato registrato del 2022, a dimostrazione della capacità del Gruppo di continuare il percorso di rafforzamento della generazione di cassa intrapreso. L’Indebitamento netto di Gruppo continua a decrementarsi, con un miglioramento del 23% rispetto al 2022, e si attesta a 2,3 miliardi di euro; la significativa generazione di cassa e le rivenienze derivanti dalla cessione della quota minoritaria di DRS hanno permesso al Gruppo di proseguire nel percorso di riduzione dell’Indebitamento. Per quanto riguarda la guidance dell’anno in corso, Leonardo stima una progressiva crescita di nuovi ordinativi per circa 19,5 miliardi, trainata soprattutto dal settore dell’Elettronica per la Difesa e Sicurezza e dal recupero del settore Aeronautico, con ricavi per circa 16,8 miliardi, in crescita rispetto al 2023 grazie all’apporto dei nuovi ordinativi ed allo sviluppo di attività in portafoglio che ha raggiunto il valore record di circa 40 miliardi. Redditività in aumento, con Ebita di circa 1.440 milioni, sostenuta dalla crescita dei volumi e dalla conferma di ottimi livelli di redditività industriale nelle principali aree di business. La previsione riflette anche la progressiva ripresa del business delle Aerostrutture mentre sconta le difficoltà nel segmento manufatturiero dei satelliti per telecomunicazioni commerciali attraverso la partecipata TAS. Stimata anche una FOCF di circa 770 milioni, con il business difesa e governativo che garantisce una solida generazione di cassa mentre continua l’assorbimento di cassa in Aerostrutture seppur in misura inferiore al 2023, Infine, l’Indebitamento netto di Gruppo in calo a circa 2 miliardi grazie alla generazione di cassa ed al netto della incrementata erogazione di dividendi da 0,14 a 0,28 euro per azione, di nuovi contratti di leasing, investimenti strategici e altri movimenti minori.

L’Istat: dopo sei mesi a gennaio cala l’occupazione (-0,1%)

L’Istat: dopo sei mesi a gennaio cala l’occupazione (-0,1%)Milano, 12 mar. (askanews) – Dopo sei mesi, a gennaio 2024 l’occupazione è diminuita lievemente (-0,1% sul mese precedente). La flessione ha coinvolto i soli uomini e gli individui con meno di 35 anni di età, i dipendenti a termine e gli autonomi. Il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 7,2%. Lo rileva l’Istat nella nota sull’andamento dell’economia italiana pubblicata oggi.


Il tasso di occupazione, pari al 61,8%, è diminuito di 0,1 punti percentuali rispetto a dicembre, ma si riduce anche la disoccupazione rispetto al mese precedente (-0,2%) per effetto di una diminuzione che coinvolge i soli uomini. Rispetto a dicembre, infine, è aumentato al 33,3% (+0,2 punti percentuali) il tasso d’inattività. Nel 2023 il pil in Italia è cresciuto dello 0,9%, in decelerazione rispetto al 2022 (+4%) ma a un tasso superiore a quello dell’area euro (+0,4%). Lo rileva Istat nella nota sull’andamento dell’economia italiana. Il dato sintetizza un incremento del 4,7% degli investimenti fissi lordi e dell’1,2% dei consumi finali nazionali che hanno fornito nel complesso un contributo di 2 punti percentuali all’evoluzione del Pil. Nell’ultima parte dell’anno, il prodotto interno lordo ha segnato un incremento congiunturale positivo (+0,2%). La variazione acquisita per il 2024 è pari a 0,2%, si legge nella nota.


Tra le componenti, nota l’Istituto, la domanda estera netta, a seguito di un aumento maggiore delle esportazioni di beni e servizi rispetto a quello delle importazioni (le variazioni congiunturali sono state rispettivamente +1,2% e +0,2%), ha fornito un contributo positivo (+0,4 punti percentuali). Quello della domanda interna al netto delle scorte è stato, invece, negativo e pari a -0,2 punti percentuali. Istat nella nota evidenzia che a inizio 2024 ci sono prospettive di crescita moderate per l’economia globale a causa dell’elevata incertezza. Le performance economiche delle principali economie mondiali lo scorso anno sono state molto eterogenee, con una dinamica robusta del Pil negli Stati Uniti e in Cina e una più contenuta nella maggior parte dei paesi dell’area euro, tra i quali la Germania ha presentato una flessione (-0,3%).

Lufthansa, sciopero sconvolge piani di volo di 170.000 passeggeri

Lufthansa, sciopero sconvolge piani di volo di 170.000 passeggeriMilano, 12 mar. (askanews) – In Germania è iniziato uno sciopero di due giorni del personale di cabina, che ha bloccato centinaia di voli Lufthansa. L’ultima volta che i dipendenti della Lufthansa hanno scioperato è stata la settimana scorsa.


Oggi il personale di bordo sciopererà a Francoforte, riferisce tra gli altri Tageschau. Ciò significa circa 600 cancellazioni di voli, che colpiscono 70.000 passeggeri. Mercoledì, domani, i lavoratori di cabina a Monaco entreranno in sciopero. Quindi si stima che lo sciopero influenzerà i programmi di viaggio di 100.000 persone.


Il sindacato dei dipendenti chiede un aumento salariale del 15% per i suoi iscritti, un bonus di inflazione di 3.000 euro e aumenti di stipendio per i lavoratori.

Export, Istat: 2023 stazionario, balza al Sud +16,8% e cala al Nord

Export, Istat: 2023 stazionario, balza al Sud +16,8% e cala al NordMilano, 12 mar. (askanews) – Nel 2023 l’export nazionale in valore risulta stazionario ed è sintesi di dinamiche territoriali molto differenziate: l’aumento delle esportazioni è marcato per il Sud (+16,8%) e più contenuto per il Nord-ovest (+2,7%), mentre si registra una flessione per il Nord-est (-1,0%) e il Centro (-3,4%) e una netta contrazione per le Isole (-21%). Lo rileva Istat.


Le regioni più dinamiche all’export sono Campania (+28,9%), Molise (+21,1%), Calabria (+20,9%), Abruzzo (+13,6%), Piemonte (+9,1%), Toscana (+5,6%) e Basilicata (+5,5%); quelle che registrano le flessioni più ampie, Sardegna (-24,2%), Valle d’Aosta (-21,1%), Sicilia (-19,3%), Marche (-13,9%), Friuli-Venezia Giulia (-13,7%) e Lazio (-11,0%). Un impulso positivo, 1,5 punti percentuali, arriva dall’aumento delle esportazioni di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Campania e Toscana e di autoveicoli da Piemonte e Campania. Un ulteriore contributo positivo di un punto percentuale deriva dalle maggiori vendite di macchinari e apparecchi non classificati altrove da Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Toscana. All’opposto, la contrazione delle vendite di prodotti petroliferi raffinati da Sicilia e Sardegna (per 0,8 punti percentuali) e di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Marche e Lazio (per 0,7 punti percentuali) contribuisce a frenare l’export nazionale.


I contributi positivi maggiori all’export nazionale derivano dall’aumento delle vendite delle Marche verso la Cina (+390,8%), della Campania verso Svizzera (+99,6%) e Stati Uniti (+53,4%), della Toscana verso gli Stati Uniti (+24,1%) e del Piemonte verso Francia (+15,2%), Germania (+9,3%) e paesi OPEC (+39,4%); quelli negativi più ampi dalle minori esportazioni della Toscana verso la Svizzera (-38,0%), delle Marche verso Belgio (-64,0%), Germania (-39,0%) e Stati Uniti (-33,2%), della Lombardia verso la Germania (-8,4%) e del Lazio verso il Belgio (-23,4%). Le province che contribuiscono in misura maggiore a sostenere le vendite sui mercati esteri sono Napoli, Torino, Siena e Milano.