Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Ocse: totale globale titoli Stato e bond società supera 100.000 mld

Ocse: totale globale titoli Stato e bond società supera 100.000 mldRoma, 20 mar. (askanews) – Lo scorso anno, complessivamente a livello globale, Stati e imprese hanno preso a prestito dai mercati 25.000 miliardi di dollari, quasi il triplo dell’ammontare di indebitamento che era stato emesso nel 2007. Secondo un rapporto pubblicato dall’Ocse, questo aumento è in ampia misura l’eredità della crisi finanziaria globale del 2008 e, più di recente, delle misure operate nell’ambito di lockdown e restrizioni imposti dai governi a motivo del Covid.


Contemporaneamente la stretta normativa e regolamentare sul ricorso al credito bancario ha spinto sempre più le imprese a far ricorso ai mercati obbligazionari. Secondo l’Ocse nel 2024 il valore totale di emissioni di titoli pubblici e di obbligazioni societarie ha superato un ammontare totale di 100.000 miliardi di dollari, sempre a livello globale. “I mercati dell’indebitamento globali fronteggiano delle prospettive difficili. Le dinamiche antecedenti al 2022, con tassi di interessi bassi e sostegno da parte delle banche centrali, non sono tornate nel 2024. I rendimenti in diversi mercati chiave dei titoli di Stato sono aumentati nonostante i cali dei tassi ufficiali, mentre l’indebitamento sia pubblico che privato è aumentato”, rileva l’Ocse nel sommario dello studio.


“Questa combinazione di costi più elevati e maggiori rischi limita la capacità di futuro indebitamento in una fase in cui gli investimenti sono più che mai necessari”, avverte l’Ocse nello studio (Global Debt Report). (fonte immagine: OECD).

Euro digitale, Lagarde (Bce): ci serve per non essere vulnerabili

Euro digitale, Lagarde (Bce): ci serve per non essere vulnerabiliRoma, 20 mar. (askanews) – Posto che alla Bce “dobbiamo essere pronti a tutto”, “eviterei di prendere posizioni” su speculazioni di stampa di quelli che potrebbero essere ipotetici (e sconosciuti) piani degli Stati Uniti e dell’amministrazione Trump sul predomionio del dollaro nel sistema economico mondiale. “Noi come Banca centrale dobbiamo essere molto focalizzati nell’essere forti, nell’attuare il nostro mandato, nel difendere la nostra valuta e nell’assicurare che non siamo vulnerabili, in nessun modo”. Lo ha affermato la presidente della Bce, Christine Lagarde, rispondendo ad una domanda durante una audizione al Parlamento europeo.


“E questo nella mia prospettiva prende la forma nello spingere velocemente sull’euro digitale, sia per i pagamenti al dettaglio che per quelli all’ingrosso”, ha affermato. “Ovviamente sarà assoggettato a tutti voi (eurodeputati-ndr), perché non accadrà senza un quadro legislativo in cui farlo. E onestamente conto su di voi molto per dare priorità al tema. Perché c’è una serie di sfide”, tra cui la linea Usa “di forte incoraggiamento alle Stablecoin” e questo progetto serve a “ridurre le nostre vulnerabilità”. Inoltre bisogna “rimuovere le barriere che ci imponiamo stupidamente tra di noi. E sviluppare ulteriormente, a un tasso accelerato, l’Unione dei mercati dei capitali – ha proseguito – per finanziarci a tassi che sarebbero sicuri”.


“Tutto il resto direi che è altamente speculativo, ma penso che dobbiamo essere pronti a tutto”. Il riferimento era alla domanda di un parlamentare Ue sulle speculazioni di stampa in merito a ipotetici piani degli Usa, che Lagarde ha definito una sorta di “ufo: questo oggetto non identificato manca di sostanza, di definizione, di descrizione e di quadro operativo. E’ tutto un derivato di assunzioni che risultano da uno o due report fatti dai economisti prima delle elezioni di novembre e poi elaborati da giornalisti competenti. E quindi eviterei di prendere posizioni su queste ipotesi speculative, perché non sappiamo di cosa si tratti”. Ad ogni modo “dobbiamo prestare particolare attenzione a qualunque cosa che passi sugli schermi Usa al momento, che siano le Stablecoin o le cripto. Dobbiamo stare attenti. E dobbiamo monitorare in particolare i quadri normativi in cui avviene – ha sottolineato – perché sarà un tema dei legislatori Usa su quelli che, al momento, restano asset altamente speculativi”. (fonte immagine: European Parliament).

Lagarde: con guerra dazi -0,5% a Pil eurozona e +0,5% a inflazione

Lagarde: con guerra dazi -0,5% a Pil eurozona e +0,5% a inflazioneRoma, 20 mar. (askanews) – Con una guerra commerciale con gli stati uniti, secondo la Bce l’area euro perderebbe mezzo punto percentuale di crescita e si ritroverebbe con mezzo punto di inflaizone in più. “Le analisi della Bce suggeriscono che dazi statunitensi al 25% sulle importazioni dall’Europa abbasserebbero la crescita economica dell’area euro di circa 0,3 punti percentuali nel primo anno”. Lo ha riferito la presidente della Bce, Christine Lagarde durante la sua audizione al parlamento europeo, precisando che dato l’evolversi della situazione qualunque stima è soggetta considerevole incertezza.


Peraltro le rappresaglie europee ai dazi Usa “aumenterebbero ulteriormente questo effetto a mezzo punto percentuale”, ha aggiunto. Il grosso dell’impatto si concentrerebbe nel primo anno dopo l’adozione dei dazi e poi diminuirebbe nel corso del tempo. Contestualmente le prospettive di inflazione “diventerebbero molto più incerte. Nel breve termine – ha detto Lagarde – le rappresaglie e l’indebolimento dell’euro risulterebbe in meno domanda di beni europei da parte degli Usa potrebbe alzare l’inflazione di mezzo punto percentuale. Questo effetto si attenuerebbe nel medio termine”.

Meta AI arriva in Europa, rilascio graduale anche in italiano

Meta AI arriva in Europa, rilascio graduale anche in italianoMilano, 20 mar. (askanews) – L’intelligenza artificiale di Meta arriva progressivamente anche in Europa. Inizia il roll out di Meta Ai in 41 Paesi, compresi quelli dell’Unione europea. Si tratta della “più grande espansione globale di Meta Ai fino ad oggi”, fa sapere l’azienda.


Si parte con una funzione di chat intelligente disponibile in sei lingue, compreso l’italiano. Le app coinvolte quelle di messaggistica come Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger. L’Ai si potrà utilizzare anche nelle chat di gruppo: sarà sufficiente digitale @MetaAI seguito da un prompt o da una domanda nella chat di gruppo scelta e attendere la risposta. “Ci è voluto più tempo di quanto avremmo desiderato per portare la nostra tecnologia AI nelle mani delle persone in Europa, dato che continuiamo a navigare nel suo complesso sistema normativo”, scrive la società. “Guardando al futuro – sottolinea Meta – la nostra ambizione è rendere i prodotti di intelligenza artificiale accessibili a un numero sempre maggiore di persone in tutto il mondo. Abbiamo continuato ad aggiungere nuove funzioni intelligenti negli Stati Uniti, tra cui le capacità di personalizzazione e memoria, oltre a estendere le funzionalità creative, come AI Studio, in più mercati a livello globale. Siamo entusiasti di vedere come Meta AI plasmerà il futuro delle esperienze social in Europa”.

Fed taglia stime crescita Usa e le alza su inflazione: pesano dazi

Fed taglia stime crescita Usa e le alza su inflazione: pesano daziRoma, 19 mar. (askanews) – La Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti ha confermato come da attese i tassi di interesse sul dollaro. Il riferimento ufficiale sui fed funds resta così a una forchetta del 4,25%-4,50%. L’istituzione ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica, ma non al punto da pronosticare una recessione (secondo la Fed l’economia resta “solida”). Ha invece alzato le attese di inflazione, che sta già risentendo dei nuovi dazi commerciali annunciati o decisi dall’amministrazione Trump, anche se è difficile quantificarne l’effetto.


In generale “l’incertezza attorno alle prospettive è aumentata”. E in particolare sui dazi “sarà molto difficile avere una valutazione precisa di quanta inflazione” supplementare stiano causando. “Ma è già così – ha rilevato il presidente Jerome Powell, ripetutamente interpellato su questo aspetto nella conferenza stampa post direttorio (Fomc) -: l’inflazione sui beni si è mossa sensibilmente negli ultimi due mesi, capire quanto sia dovuto ai dazi però è molto impegnativo”. “Chiaramente una buona parte di questo arriva dai dazi, ci lavoreremo il meglio possibile”. Inoltre “è troppo presto – ha aggiunto – per dire se questa inflazione sia transitoria o meno. Penso che dipenderà anche dall’ancoraggio delle attese di inflazione”. Precedentemente, sul ritorno del caro vita al valore obiettivo (2%) “stavamo facendo progressi – ha notato -. Penso che con i dazi si creerà un po’ di ritardo”. Posto che sul tutto c’è appunto un quadro di “incertezza inusualmente elevata”.


Peraltro i prezzi sono saliti anche su beni non coinvolti dai dazi, Powell ha fatto l’esempio delle lavatrici (con dazi) e delle asciugatrici (esentate). “Semplicemente i produttori vanno dietro alla massa e alzano i prezzi”. La Fed ha anche deciso di smorzare il ritmo della sua manovra di riduzione della mole del bilancio, in particolare limitando a 5 miliardi di dollari al mese, invece dei precedenti 25 miliardi, il livello di riduzione degli stock di titoli pubblici (Treasuries), mentre la riduzione mensile degli altri titoli è stata confermata a 35 miliardi di dollari al mese. Rimodulazioni decise “per motivi tecnici”, ha spiegato Powell, che ha fatto una analogia con quando all’avvicinarsi dell’atterraggio il pilota riduce la velocità. Comunque “le riserve restano abbondanti”, ha precisato.


Intanto la Fed ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica, ora per quest’anno è atteso un più 1,7% del Pil, a fronte del più 2,1% stimato a dicembre. Per il 2026 è atteso un più 1,8% e per il 2027 una espansione analoga, tre mesi fa era atteso, rispettivamente, +2% e +1,9%. “Non prevediamo una recessione”, ha chiarito Powell. E in generale nel settore privato, in queste ultime settimane si sono un po’ alzate le previsioni di recessione “ma restando sempre a livelli moderati”. Mediamente negli ultimi anni davano 1 probabilità di recessione su 4 (25%) e restano su questi valori. Per l’inflazione, l’istituzione monetaria stima ora un 2,7% quest’anno e un 2,2% il prossimo, a fronte di 2,5% e 2,1% indicati a dicembre. Per il 2027 è confermata l’attesa di un ritorno pieno all’obiettivo del 2%.


I banchieri centrali degli Stati Uniti continuano ad attendersi almeno due tagli ai tassi di interesse nel corso di quest’anno. Secondo la tabella con le previsioni degli stessi componenti del direttorio sui tassi (dot plot), 4 si attendono tassi (invariati) al 4,4% quest’anno, altri 4 al 4,12% (un taglio), 9 componenti al 3,87% (2 tagli) e 2 componenti li prevedono al 3,62% (3 tagli). Positiva la reazione iniziale a Wall Street, che in serata vede il Dow Jones accelerare al più 1,13%, mentre il Nasdaq balza dell’1,81%. Il dollaro si è lievemente rafforzato con l’euro che cala 1,0897. Buona parte delle domande hanno riguardato le svolte e i provvedimenti decisi dall’amministrazione Trump, tra cui i dazi. Powell ha cercato di divincolarsi come poteva. Ma poi, a una domanda più generale sul clima di fiducia del pubblico, ha replicato che il principale motivo di malcontento è legati ai forti aumenti dei prezzi visti durante 2021, 2022 e 2023 (durante la presidenza Biden, che non ha citato). “Ora l’inflazione ha molto rallentato e l’economia cresce in maniera solida, il mercato del lavoro è positivo”. Il problema resta il livello assoluto dei prezzi, dopo i rincari degli anni passati (negli Usa come del resto in Europa). (fonte immagine: Federal Reserve).

Fed, Powell: dazi hanno già alzato inflazione, difficile dire quanto

Fed, Powell: dazi hanno già alzato inflazione, difficile dire quantoRoma, 19 mar. (askanews) – I nuovi dazi commerciali annunciati o decisi dall’amministrazione Trump stanno già avendo degli effetti rialzisti sull’inflazione negli Stati Uniti, anche se è difficile quantificarli in maniera precisa. Lo ha affermato il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell nella conferenza stampa al termine del direttorio (Fomc).


“Sarà molto difficile avere una valutazione precisa di quanta inflazione arrivi dai dazi. Ma è già così – ha detto -: l’inflazione sui beni si è mossa sensibilmente negli ultimi due mesi, capire quanto sia dovuto ai dazi però è molto impegnativo. Chiaramente una buona parte di questo arriva dai dazi, ma ci lavoreremo per capirlo il meglio possibile”. “Troppo presto – ha aggiunto Powell – per dire questa inflazione in più sia transitoria o meno. Penso che dipenderà anche dall’ancoraggio delle attese di inflazione”. Precedentemente, sul ritorno del caro vita al valore obiettivo (2%) “stavamo facendo progressi – ha aggiunto -. Penso che con i dazi si creerà un po’ di ritardo” su questo. Posto che sul tutto c’è un quadro di “incertezza inusualmente elevata”, ha detto.

Federal Reserve conferma tassi di interesse Usa al 4,25%-4,50%

Federal Reserve conferma tassi di interesse Usa al 4,25%-4,50%Roma, 19 mar. (askanews) – La Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti ha confermato come da attese i tassi di interesse sul dollaro. Il riferimento ufficiale sui fed funds resta così a una forchetta del 4,25%-4,50%.


Nel comunicato diffuso al termine del direttorio (Fomc), l’istituzione monetaria parla di una attività economica che ha continuato a crescere in maniera “solida” a fronte di un tasso di inflazione “che resta in qualche misura elevato”, in un quadro generale in cui “l’incertezza attorno alle prospettive è aumentata”. (fonte immagine: Federal Reserve).

La “cura Musk” funziona: valutazione X risalita a 44 mld dollari

La “cura Musk” funziona: valutazione X risalita a 44 mld dollariRoma, 19 mar. (askanews) – La valutazione di X, il social media di Elon Musk è più che quadruplicata negli ultimi mesi, e a quota 44 miliardi di dollari e ritornata al livello a cui la società era stata acquistata dall’imprenditore, alleato chiave di Donald Trump. Lo riporta il Financial Times, citando degli accordi di interscambio di quote effettuati nel corso di marzo da azionisti della società, in base a quanto riportato da fonti anonime a conoscenza delle transazioni.


Lo scorso settembre X era stata valutata appena 10 miliardi di dollari. L’imprenditore e pioniere di nuove tecnologie è così riuscito ad effettuare una drastica rivalutazione del social, precedentemente chiamato Twitter, su cui ha operato drastici tagli alle controverse operazioni di censura e controllo dei contenuti, licenziando la stragrande maggioranza del personale che operava proprio in questo ambito. In questo modo, se da un lato Musk ha perso una consistente quota di ricchezza con il calo delle valutazioni di Tesla – che da settimane vede la sua produzione di auto elettriche bersagliata da episodi di vandalismo da parte di elettori Usa, prevalentemente “liberal”, frustrati per il ritorno di Trump alla Casa Bianca – contemporaneamente ha visto risalire il suo patrimonio sul versante di X.


Secondo il Ft, a dispetto di un calo del fatturato totale da quando è stata rilevata da Musk, lo scorso anno X ha realizzato 1,2 miliardi di dollari di utili ante imposte e spese di ammortamento. Altre fonti anonime citate dal quotidiano riportano che i tagli operati dall’imprenditore stanno funzionando e che i ricavi stanno risalendo. Subito dopo il suo reinsediamento alla Casa Bianca, Trump ha affidato a Musk la guida di un nuovo direttorio (Doge), con il compito di tagliare tutte le spese improduttive o dannose dal bilancio federale.

Apple, Ue emana due ordinanze su interoperabilità iPhone e iPad

Apple, Ue emana due ordinanze su interoperabilità iPhone e iPadRoma, 19 mar. (askanews) – La Commissione europea ha adottato due decisioni riguardo a obblighi a carico di Apple sull’interoperabilità dei suoi dispositivi, sulla base delle nuove normative comunitarie sui servizi digitali (Dma o Digital Markets Act).


Il primo obbligo riguarda nove elementi sulla connettività del sistema operativo iOS, utilizzati prevalentemente per collegare smartwatch, cuffie o televisioni a iPhone o iPad (gli smartphone e i tablet di Apple). Questi obblighi garantiranno agli sviluppatori e a terze parti “un migliore accesso ai sistemi che consentono di mostrare notifiche o di effettuare trasferimenti di dati”. In questo modo “i dispositivi collegati di ogni marchio funzioneranno meglio con gli iPhone”, afferma l’organismo comunitario con un comunicato.


Il secondo obbligo, dice sempre la commissione Ue, migliora trasparenza efficacia dei processi di Apple per gli sviluppatori interessati a ottenere l’interoperabilità con iPhone e iPad. Questo include l’accesso a documentazioni tecniche al momento non disponibili a terze parti e comunicazioni sugli aggiornamenti, che rendano anche più prevedibili gli stessi in merito sempre all’interoperabilità. Queste decisioni “sono vincolanti – precisa la Commissione -. E Apple è tenuta ad attuarle nelle tempistiche indicate.


Come in un caso parallelo, annunciato sempre oggi riguardo a possibili violazioni delle regole del Dma da parte del gruppo Google Alphabet, la vicenda – contro cui Apple può presentare ricorso – potrebbe anche alimentare la conflittualità con gli Stati Uniti, in una fase già tesa dopo i nuovi dazi annunciati dall’amministrazione Trump, seguiti da rappresaglie Ue. Peraltro Washington ha ripetutamente sollevato rimostranze contro le normative Ue, in merito alle loro ricadute per i giganti digitali a stelle strisce.

Ue: Google Search e Google Play violano norme servizi digitali

Ue: Google Search e Google Play violano norme servizi digitaliRoma, 19 mar. (askanews) – La Commissione europea ha inviato due comunicazioni a Alphabet, la casa madre di Google, riguardo presunte a violazioni delle nuove normative Ue sui servizi digitali (Dma o Digital Markets Act).


La prima comunicazione riguarda “alcune caratteristiche e funzionalità” del sistema Google Search, che secondo Bruxelles favorirebbero i servizi della stessa società rispetto a quelli di aziende rivali “in questo modo non assicurando un trattamento paritetico, non discriminatorio e trasparente alle terze parti, come stabilito dal Dma”. Il secondo parere preliminare imputa ad Alphabet il fatto che la sua piattaforma Google Play non rispetta le normative dello stesso pacchetto dato che “agli sviluppatori di app viene impedito “di indirizzare liberamente i consumatori verso altri canali per ottenere offerte migliori”.


Ora il gruppo Alphabet potrà esaminare le documentazioni presentate e rispondere alla Commissione europea. L’esecutivo comunitario aggiunge che se dovesse ritenere confermate le sue analisi potrà procedere ad adottare una decisione in merito a violazione delle normative. La vicenda rischia di aggiungere elementi di contenzioso con gli Stati Uniti in una fase di già elevata conflittualità, in particolare per i nuovi dazi annunciati dall’amministrazione Trump, che ha ripetutamente sollevato rimostranze contro le normative Ue in merito alle loro ricadute per i giganti digitali a stelle strisce.