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Cdp, dal CdA via libera a nuove operazioni per 3,2 miliardi

Cdp, dal CdA via libera a nuove operazioni per 3,2 miliardiRoma, 20 mar. (askanews) – Il Consiglio di amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti, presieduto da Giovanni Gorno Tempini, su proposta dell’amministratore delegato e direttore generale, Dario Scannapieco, ha deliberato nuove operazioni per un valore complessivo di oltre 3,2 miliardi di euro a sostegno di grandi, medie e piccole imprese, investimenti sul territorio, cooperazione internazionale, export e infrastrutture chiave.


Secondo quanto riporta un comunicato, in linea con il Piano Strategico 2025-2027, il CdA ha poi approvato il nuovo framework per sostenere una maggiore e mirata assunzione di rischio su operazioni ad elevato impatto con l’obiettivo di dare impulso a crescita, competitività e innovazione del Paese. Inoltre, è stato dato il via libera a ulteriori strumenti per facilitare l’accesso al credito delle aziende di minori dimensioni e per sostenere le Pubbliche Amministrazioni nell’utilizzo delle risorse europee.


Il Consiglio, si legge, ha approvato nuovi finanziamenti per sostenere le filiere produttive del Paese, favorendo i piani delle aziende per dare slancio all’internazionalizzazione, all’export e all’innovazione. Sono stati anche autorizzati interventi per accelerare i programmi di investimento di gruppi attivi in settori chiave come quelli delle infrastrutture e dei trasporti. A conferma della vicinanza del Gruppo CDP alle Istituzioni locali, prosegue il comunicato, è stato inoltre dato il via libera alla concessione di risorse dedicate allo sviluppo e alla realizzazione di progetti da parte della Pubblica Amministrazione, con particolare focus sul potenziamento degli investimenti e dei servizi dedicati alla cittadinanza, all’abitare sociale e alla mobilità sostenibile sul territorio.

Tpl, revocato sciopero 1 aprile, sottoscritto accordo per Ccnl

Tpl, revocato sciopero 1 aprile, sottoscritto accordo per CcnlRoma, 20 mar. (askanews) – “Sciolti finalmente i nodi presso il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti per il rinnovo del ccnl Autoferrotranvieri Internavigatori (Mobilità – TPL) e conseguentemente viene revocato lo sciopero proclamato per il prossimo 1 aprile”. A riferirlo unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna, al termine dell’incontro al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti convocato “per verificare la disponibilità delle risorse economiche a copertura del rinnovo del contratto collettivo tpl”.


“Il contenuto della pre-intesa siglata l’11 dicembre scorso con le associazioni datoriali – ricordano le organizzazioni sindacali – prevede l’immediata erogazione dell’una tantum di 500 euro e l’incremento economico medio mensile a regime tra i 220 ed i 240 euro. Questo contratto rispetta la decorrenza 2024-2026 e con esso le previsioni definite trovano coerente applicazione”. “Ora – affermano infine Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna – bisogna continuare a lavorare agli altri obiettivi della categoria. Serve una più attenta conciliazione tra vita e lavoro, la garanzia della sicurezza nell’esercizio della professione per le operatrici e gli operatori di front line e una migliore qualità del servizio. È infine indispensabile l’adeguamento del Fondo nazionale trasporti attraverso risorse congrue e un riassetto del sistema che preveda la riforma normativa di settore e una riorganizzazione industriale, in grado di assicurare la presenza di imprese sane nella realtà del trasporto pubblico locale”.

Gb, Banca d’Inghilterra conferma i tassi sulla sterlina al 4,50%

Gb, Banca d’Inghilterra conferma i tassi sulla sterlina al 4,50%Roma, 20 mar. (askanews) – La Banca d’Inghilterra confermato i tassi di interesse di riferimento per il Regno Unito al 4,50%. Secondo quanto riporta un comunicato, la decisione è stata assunta dal direttorio della Bank of England con una ampia maggioranza, 8 favorevoli a fronte di 1 componente che avrebbe preferito un nuovo taglio.


Il tutto mentre a dispetto dei progressi l’inflazione nel regno Unito, al 3% secondo gli ultimi dati, resta di un intero punto percentuale al di sopra del livello obiettivo dell’istituzione, che peraltro si attende una risalita nei prossimi mesi (al 3,75% circa nel III trimestre). (fonte immagine: Bank of England).

Ocse: totale globale titoli Stato e bond società supera 100.000 mld

Ocse: totale globale titoli Stato e bond società supera 100.000 mldRoma, 20 mar. (askanews) – Lo scorso anno, complessivamente a livello globale, Stati e imprese hanno preso a prestito dai mercati 25.000 miliardi di dollari, quasi il triplo dell’ammontare di indebitamento che era stato emesso nel 2007. Secondo un rapporto pubblicato dall’Ocse, questo aumento è in ampia misura l’eredità della crisi finanziaria globale del 2008 e, più di recente, delle misure operate nell’ambito di lockdown e restrizioni imposti dai governi a motivo del Covid.


Contemporaneamente la stretta normativa e regolamentare sul ricorso al credito bancario ha spinto sempre più le imprese a far ricorso ai mercati obbligazionari. Secondo l’Ocse nel 2024 il valore totale di emissioni di titoli pubblici e di obbligazioni societarie ha superato un ammontare totale di 100.000 miliardi di dollari, sempre a livello globale. “I mercati dell’indebitamento globali fronteggiano delle prospettive difficili. Le dinamiche antecedenti al 2022, con tassi di interessi bassi e sostegno da parte delle banche centrali, non sono tornate nel 2024. I rendimenti in diversi mercati chiave dei titoli di Stato sono aumentati nonostante i cali dei tassi ufficiali, mentre l’indebitamento sia pubblico che privato è aumentato”, rileva l’Ocse nel sommario dello studio.


“Questa combinazione di costi più elevati e maggiori rischi limita la capacità di futuro indebitamento in una fase in cui gli investimenti sono più che mai necessari”, avverte l’Ocse nello studio (Global Debt Report). (fonte immagine: OECD).

Euro digitale, Lagarde (Bce): ci serve per non essere vulnerabili

Euro digitale, Lagarde (Bce): ci serve per non essere vulnerabiliRoma, 20 mar. (askanews) – Posto che alla Bce “dobbiamo essere pronti a tutto”, “eviterei di prendere posizioni” su speculazioni di stampa di quelli che potrebbero essere ipotetici (e sconosciuti) piani degli Stati Uniti e dell’amministrazione Trump sul predomionio del dollaro nel sistema economico mondiale. “Noi come Banca centrale dobbiamo essere molto focalizzati nell’essere forti, nell’attuare il nostro mandato, nel difendere la nostra valuta e nell’assicurare che non siamo vulnerabili, in nessun modo”. Lo ha affermato la presidente della Bce, Christine Lagarde, rispondendo ad una domanda durante una audizione al Parlamento europeo.


“E questo nella mia prospettiva prende la forma nello spingere velocemente sull’euro digitale, sia per i pagamenti al dettaglio che per quelli all’ingrosso”, ha affermato. “Ovviamente sarà assoggettato a tutti voi (eurodeputati-ndr), perché non accadrà senza un quadro legislativo in cui farlo. E onestamente conto su di voi molto per dare priorità al tema. Perché c’è una serie di sfide”, tra cui la linea Usa “di forte incoraggiamento alle Stablecoin” e questo progetto serve a “ridurre le nostre vulnerabilità”. Inoltre bisogna “rimuovere le barriere che ci imponiamo stupidamente tra di noi. E sviluppare ulteriormente, a un tasso accelerato, l’Unione dei mercati dei capitali – ha proseguito – per finanziarci a tassi che sarebbero sicuri”.


“Tutto il resto direi che è altamente speculativo, ma penso che dobbiamo essere pronti a tutto”. Il riferimento era alla domanda di un parlamentare Ue sulle speculazioni di stampa in merito a ipotetici piani degli Usa, che Lagarde ha definito una sorta di “ufo: questo oggetto non identificato manca di sostanza, di definizione, di descrizione e di quadro operativo. E’ tutto un derivato di assunzioni che risultano da uno o due report fatti dai economisti prima delle elezioni di novembre e poi elaborati da giornalisti competenti. E quindi eviterei di prendere posizioni su queste ipotesi speculative, perché non sappiamo di cosa si tratti”. Ad ogni modo “dobbiamo prestare particolare attenzione a qualunque cosa che passi sugli schermi Usa al momento, che siano le Stablecoin o le cripto. Dobbiamo stare attenti. E dobbiamo monitorare in particolare i quadri normativi in cui avviene – ha sottolineato – perché sarà un tema dei legislatori Usa su quelli che, al momento, restano asset altamente speculativi”. (fonte immagine: European Parliament).

Lagarde: con guerra dazi -0,5% a Pil eurozona e +0,5% a inflazione

Lagarde: con guerra dazi -0,5% a Pil eurozona e +0,5% a inflazioneRoma, 20 mar. (askanews) – Con una guerra commerciale con gli stati uniti, secondo la Bce l’area euro perderebbe mezzo punto percentuale di crescita e si ritroverebbe con mezzo punto di inflaizone in più. “Le analisi della Bce suggeriscono che dazi statunitensi al 25% sulle importazioni dall’Europa abbasserebbero la crescita economica dell’area euro di circa 0,3 punti percentuali nel primo anno”. Lo ha riferito la presidente della Bce, Christine Lagarde durante la sua audizione al parlamento europeo, precisando che dato l’evolversi della situazione qualunque stima è soggetta considerevole incertezza.


Peraltro le rappresaglie europee ai dazi Usa “aumenterebbero ulteriormente questo effetto a mezzo punto percentuale”, ha aggiunto. Il grosso dell’impatto si concentrerebbe nel primo anno dopo l’adozione dei dazi e poi diminuirebbe nel corso del tempo. Contestualmente le prospettive di inflazione “diventerebbero molto più incerte. Nel breve termine – ha detto Lagarde – le rappresaglie e l’indebolimento dell’euro risulterebbe in meno domanda di beni europei da parte degli Usa potrebbe alzare l’inflazione di mezzo punto percentuale. Questo effetto si attenuerebbe nel medio termine”.

Meta AI arriva in Europa, rilascio graduale anche in italiano

Meta AI arriva in Europa, rilascio graduale anche in italianoMilano, 20 mar. (askanews) – L’intelligenza artificiale di Meta arriva progressivamente anche in Europa. Inizia il roll out di Meta Ai in 41 Paesi, compresi quelli dell’Unione europea. Si tratta della “più grande espansione globale di Meta Ai fino ad oggi”, fa sapere l’azienda.


Si parte con una funzione di chat intelligente disponibile in sei lingue, compreso l’italiano. Le app coinvolte quelle di messaggistica come Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger. L’Ai si potrà utilizzare anche nelle chat di gruppo: sarà sufficiente digitale @MetaAI seguito da un prompt o da una domanda nella chat di gruppo scelta e attendere la risposta. “Ci è voluto più tempo di quanto avremmo desiderato per portare la nostra tecnologia AI nelle mani delle persone in Europa, dato che continuiamo a navigare nel suo complesso sistema normativo”, scrive la società. “Guardando al futuro – sottolinea Meta – la nostra ambizione è rendere i prodotti di intelligenza artificiale accessibili a un numero sempre maggiore di persone in tutto il mondo. Abbiamo continuato ad aggiungere nuove funzioni intelligenti negli Stati Uniti, tra cui le capacità di personalizzazione e memoria, oltre a estendere le funzionalità creative, come AI Studio, in più mercati a livello globale. Siamo entusiasti di vedere come Meta AI plasmerà il futuro delle esperienze social in Europa”.

Fed taglia stime crescita Usa e le alza su inflazione: pesano dazi

Fed taglia stime crescita Usa e le alza su inflazione: pesano daziRoma, 19 mar. (askanews) – La Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti ha confermato come da attese i tassi di interesse sul dollaro. Il riferimento ufficiale sui fed funds resta così a una forchetta del 4,25%-4,50%. L’istituzione ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica, ma non al punto da pronosticare una recessione (secondo la Fed l’economia resta “solida”). Ha invece alzato le attese di inflazione, che sta già risentendo dei nuovi dazi commerciali annunciati o decisi dall’amministrazione Trump, anche se è difficile quantificarne l’effetto.


In generale “l’incertezza attorno alle prospettive è aumentata”. E in particolare sui dazi “sarà molto difficile avere una valutazione precisa di quanta inflazione” supplementare stiano causando. “Ma è già così – ha rilevato il presidente Jerome Powell, ripetutamente interpellato su questo aspetto nella conferenza stampa post direttorio (Fomc) -: l’inflazione sui beni si è mossa sensibilmente negli ultimi due mesi, capire quanto sia dovuto ai dazi però è molto impegnativo”. “Chiaramente una buona parte di questo arriva dai dazi, ci lavoreremo il meglio possibile”. Inoltre “è troppo presto – ha aggiunto – per dire se questa inflazione sia transitoria o meno. Penso che dipenderà anche dall’ancoraggio delle attese di inflazione”. Precedentemente, sul ritorno del caro vita al valore obiettivo (2%) “stavamo facendo progressi – ha notato -. Penso che con i dazi si creerà un po’ di ritardo”. Posto che sul tutto c’è appunto un quadro di “incertezza inusualmente elevata”.


Peraltro i prezzi sono saliti anche su beni non coinvolti dai dazi, Powell ha fatto l’esempio delle lavatrici (con dazi) e delle asciugatrici (esentate). “Semplicemente i produttori vanno dietro alla massa e alzano i prezzi”. La Fed ha anche deciso di smorzare il ritmo della sua manovra di riduzione della mole del bilancio, in particolare limitando a 5 miliardi di dollari al mese, invece dei precedenti 25 miliardi, il livello di riduzione degli stock di titoli pubblici (Treasuries), mentre la riduzione mensile degli altri titoli è stata confermata a 35 miliardi di dollari al mese. Rimodulazioni decise “per motivi tecnici”, ha spiegato Powell, che ha fatto una analogia con quando all’avvicinarsi dell’atterraggio il pilota riduce la velocità. Comunque “le riserve restano abbondanti”, ha precisato.


Intanto la Fed ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica, ora per quest’anno è atteso un più 1,7% del Pil, a fronte del più 2,1% stimato a dicembre. Per il 2026 è atteso un più 1,8% e per il 2027 una espansione analoga, tre mesi fa era atteso, rispettivamente, +2% e +1,9%. “Non prevediamo una recessione”, ha chiarito Powell. E in generale nel settore privato, in queste ultime settimane si sono un po’ alzate le previsioni di recessione “ma restando sempre a livelli moderati”. Mediamente negli ultimi anni davano 1 probabilità di recessione su 4 (25%) e restano su questi valori. Per l’inflazione, l’istituzione monetaria stima ora un 2,7% quest’anno e un 2,2% il prossimo, a fronte di 2,5% e 2,1% indicati a dicembre. Per il 2027 è confermata l’attesa di un ritorno pieno all’obiettivo del 2%.


I banchieri centrali degli Stati Uniti continuano ad attendersi almeno due tagli ai tassi di interesse nel corso di quest’anno. Secondo la tabella con le previsioni degli stessi componenti del direttorio sui tassi (dot plot), 4 si attendono tassi (invariati) al 4,4% quest’anno, altri 4 al 4,12% (un taglio), 9 componenti al 3,87% (2 tagli) e 2 componenti li prevedono al 3,62% (3 tagli). Positiva la reazione iniziale a Wall Street, che in serata vede il Dow Jones accelerare al più 1,13%, mentre il Nasdaq balza dell’1,81%. Il dollaro si è lievemente rafforzato con l’euro che cala 1,0897. Buona parte delle domande hanno riguardato le svolte e i provvedimenti decisi dall’amministrazione Trump, tra cui i dazi. Powell ha cercato di divincolarsi come poteva. Ma poi, a una domanda più generale sul clima di fiducia del pubblico, ha replicato che il principale motivo di malcontento è legati ai forti aumenti dei prezzi visti durante 2021, 2022 e 2023 (durante la presidenza Biden, che non ha citato). “Ora l’inflazione ha molto rallentato e l’economia cresce in maniera solida, il mercato del lavoro è positivo”. Il problema resta il livello assoluto dei prezzi, dopo i rincari degli anni passati (negli Usa come del resto in Europa). (fonte immagine: Federal Reserve).

Fed, Powell: dazi hanno già alzato inflazione, difficile dire quanto

Fed, Powell: dazi hanno già alzato inflazione, difficile dire quantoRoma, 19 mar. (askanews) – I nuovi dazi commerciali annunciati o decisi dall’amministrazione Trump stanno già avendo degli effetti rialzisti sull’inflazione negli Stati Uniti, anche se è difficile quantificarli in maniera precisa. Lo ha affermato il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell nella conferenza stampa al termine del direttorio (Fomc).


“Sarà molto difficile avere una valutazione precisa di quanta inflazione arrivi dai dazi. Ma è già così – ha detto -: l’inflazione sui beni si è mossa sensibilmente negli ultimi due mesi, capire quanto sia dovuto ai dazi però è molto impegnativo. Chiaramente una buona parte di questo arriva dai dazi, ma ci lavoreremo per capirlo il meglio possibile”. “Troppo presto – ha aggiunto Powell – per dire questa inflazione in più sia transitoria o meno. Penso che dipenderà anche dall’ancoraggio delle attese di inflazione”. Precedentemente, sul ritorno del caro vita al valore obiettivo (2%) “stavamo facendo progressi – ha aggiunto -. Penso che con i dazi si creerà un po’ di ritardo” su questo. Posto che sul tutto c’è un quadro di “incertezza inusualmente elevata”, ha detto.

Federal Reserve conferma tassi di interesse Usa al 4,25%-4,50%

Federal Reserve conferma tassi di interesse Usa al 4,25%-4,50%Roma, 19 mar. (askanews) – La Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti ha confermato come da attese i tassi di interesse sul dollaro. Il riferimento ufficiale sui fed funds resta così a una forchetta del 4,25%-4,50%.


Nel comunicato diffuso al termine del direttorio (Fomc), l’istituzione monetaria parla di una attività economica che ha continuato a crescere in maniera “solida” a fronte di un tasso di inflazione “che resta in qualche misura elevato”, in un quadro generale in cui “l’incertezza attorno alle prospettive è aumentata”. (fonte immagine: Federal Reserve).