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Ue,Gentiloni: marcia indietro Green Deal sarebbe errore storico

Ue,Gentiloni: marcia indietro Green Deal sarebbe errore storicoBruxelles, 16 mag. (askanews) – In un intervento oggi al “Brussels Economic Forum” di Bruxelles, il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, ha sottolineato che, a venti giorni dalle elezioni europee, bisogna chiarire la necessità di continuare sulla strada del Green Deal, senza fare una marcia indietro che sarebbe “un errore storico”. Il commissario ha anche insistito sull’urgenza, per finanziare almeno una parte della transizione green e digitale, di stabilire “strumenti comuni per obiettivi comuni” europei, come è stato fatto per la risposta alla pandemia con il “NextGenerationEU” che termina a fine 2026, per mobilitare investimenti pubblici a livello Ue, e non solo a livello degli Stati membri (ciò che andrebbe a scapito della coesione del mercato unico).


“Siamo alla fine della legislatura europea e dell’attuale Commissione. E penso – ha osservato Gentiloni – che sia il momento giusto per ricordare il fatto che quando è nata l’attuale Commissione, il Green Deal europeo era il suo carattere distintivo. Poi ovviamente in questi cinque anni sono successe tante cose, la pandemia e l’invasione russa dell’Ucraina; ma a distanza di cinque anni credo sia giusto chiederci se ci stiamo pentendo della decisione presa quattro-cinque anni fa, di avere il Green Deal come profilo principale dell’attuale Commissione. E la mia risposta è decisamente no: non ci pentiamo, o almeno non dovremmo pentirci”. Le motivazioni di questo “no” sono sostanzialmente due: “In primo luogo, a causa dell’urgenza della crisi climatica. La settimana scorsa – ha evidenziato il commissario – sono usciti i dati Copernicus su ciò che è accaduto nell’aprile di quest’anno, che è stato di 1,58°C più caldo” rispetto alla media di aprile per il periodo preindustriale 1850-1900. “Quindi, per quanto riguarda l’aumento della temperatura a livello globale, siamo già oltre il limite di 1,5 gradi”, la soglia da non superare secondo l’Accordo di Parigi sul clima.


“Ma non è solo l’urgenza; c’è anche il fatto – ha aggiunto Gentiloni – che noi siamo in grado di realizzare la transizione verde. Vorrei solo ricordare un paio di dati. Innanzitutto come stanno andando le emissioni: nell’Ue la riduzione del 2023 rispetto al 2022 è stata del 15,5%, che è ovviamente un numero significativo. Un secondo numero significativo, nel 2023 è stato quello della capacità di energia solare installata nell’Ue: 56 GW di energia solare, qualcosa di simile a 56 impianti nucleari di medie dimensioni in un anno”. Insomma, “le cose si stanno muovendo. Ma ovviamente – ha riconosciuto il commissario – noi, l’Ue, rappresentiamo solo il 7% delle emissioni globali. Cosa succede nel restante 93%? Ciò che accade per il restante 93% ci porta alla geopolitica, al modo in cui raggiungiamo gli accordi a livello internazionale e anche a come adottare misure per evitare che gli europei, che sono più avanzati” riguardo alle politiche contro il cambiamento climatico “debbano subire gravi conseguenze economiche per questo. E qui è, ad esempio, la logica di misure come il Meccanismo di dazi sul carbonio alle frontiere (Cbam, ndr), una specie di carbon tax ‘all’europea’”.


Poi c’è un altro problema, ha continuato Gentiloni, quello dei “costi di questa transizione: noi calcoliamo sempre il fabbisogno di investimenti, e il nostro calcolo più recente è che serviranno 620 miliardi di investimenti aggiuntivi all’anno per la transizione verde e digitale nell’Ue da ora al 2030”. “Da dove proverranno – ha chiesto il commissario – queste enormi montagne di investimenti? Ieri – ha ricordato – abbiamo presentato le nostre Previsioni economiche di primavera, e ciò che è chiaro è che il livello degli investimenti privati nell’Unione europea è stabile, non aumenta a sufficienza. Invece gli investimenti pubblici, a differenza di quanto accadde nel periodo della crisi finanziaria, continuano a essere forti, e addirittura in aumento”.


“Il livello degli investimenti privati – ha riferito ancora Gentiloni – è stato piuttosto contenuto nell’ultimo periodo, a causa della crisi economica e di altri fattori che sappiamo; quindi abbiamo bisogno di questo contributo più forte da parte degli investimenti privati. E dobbiamo ovviamente pensare a cosa accadrà agli investimenti pubblici dopo la fine del “NextGenerationEU” (ovvero del Pnrr, ndr) nel 2026″. Comunque, “nel complesso dobbiamo essere pragmatici, dobbiamo guardare all’equità sociale e regionale della transizione, ma non possiamo – ha sottolineato Gentiloni – commettere l’errore storico di fare marcia indietro sulla transizione”.

Il Senato approva il Dl Superbonus, ecco le misure

Il Senato approva il Dl Superbonus, ecco le misureRoma, 16 mag. (askanews) – Detrazioni spalmate in dieci anni anzichè quattro per le spese relative al superbonus effettuate nel 2024; divieto per le banche e gli intermediari finanziari di compensare dal 2025 i crediti acquisti con i contributi previdenziali e Inail; aiuti economici per sostenere nella ricostruzione i cittadini delle zone terremotate (diverse dall’Abruzzo colpito dal sisma del 2009 e dalle zone del Centro Italia danneggiate dal sisma del 2026) ai quali è stata preclusa la possibilità di avvalersi dello sconto in fattura e cessione del credito; rinvio a luglio 2025 per la sugar tax e a luglio 2026 per la plastic tax. Queste le principali novità del decreto sulla stretta al superbonus sul quale il governo ha chiesto e ottenuto il voto di fiducia al Senato, con 101 voti a favore e 64 contrari. Si sono così ricomposte le divisioni nella maggioranza emerse durante i lavori in Commissione finanze. Il provvedimento, che deve essere convertito entro il 28 maggio, passa ora alla Camera.


Un decreto fortemente voluto dal ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, per mettere un freno ad una situazione considerata molto critica per gli effetti sui conti pubblici e paragonata dal responsabile del Mef al Vajont. Ma che ha visto la maggioranza divisa in Commissione finanze sul voto sull’emendamento del governo che ha introdotto ulteriori misure restrittive, tra cui appunto la detrazione in 10 anni. Forza Italia, rappresentata in Commissione da Claudio Lotito, si è astenuta, ma Iv è giunta in soccorso votando a favore. In Aula, con il voto di fiducia, tutto è stato ricomposto: la maggioranza ha votato compattamente sì, tutte le opposizioni hanno votato contro. Il Senato ha confermato la stretta prevista nel decreto approvato in Consiglio dei Ministri, con lo stop dello sconto in fattura e della cessione del credito per gli interventi sugli immobili Iacp, cooperative, Terzo Settore, e quelli per l’eliminazione delle barriere architettoniche. Resta la possibilità di avvalersi dello sconto e della cessione del credito se alla data di entrata in vigore del decreto risulti depositata la Cila.


Il meccanismo ‘spalma-detrazioni’ in dieci anni contenuto nell’emendamento firmato da Giorgetti e approvato è stata la misura più controversa. Riguarda le spese per i lavori del superbonus effettuate in tutto il 2024, quindi a partire da gennaio, prima dell’entrata in vigore del disegno di legge di conversione del decreto. Un intervento con una retroattività anche se “limitata” come è stata definita dalla maggioranza, ma che comunque ha fatto discutere perchè tocca le famiglie. Novità anche per le banche e gli intermediari finanziari, con la stretta sulle modalità di compensazione dei crediti legati al superbonus acquisiti negli anni. Da gennaio 2025 non sarà più possibile compensarli con i contributi previdenziali e quelli Inail. Anche se una esatta valutazioni degli effetti ancora non è stata fatta, l’Abi ha lanciato un grido d’allarme sottolineando la difficolta per le banche di compensare i crediti d’imposta, con conseguenze negative anche sulla loro capacità di acquistare ulteriori crediti. E a cascata ci sarebbero ricadute negative per le imprese che avranno difficoltà a cedere i crediti che hanno in pancia.


La banche e gli intermediari potranno continuare a utilizzare i crediti in quattro anni, ma se tali crediti al momento dell’acquisto sono stati scontati in misura superiore al 75%, la rateizzazione diventa di sei anni. Si tratta di una misura che vuole colpire gli intermediari che hanno ‘lucrato’ sulla difficoltà delle imprese. Nel decreto è confermato il plafond di 400 milioni per consentire nelle zone terremotate dell’Abruzzo colpite dal sisma del 2009 e in quelle del Centro Italia danneggiate dal sisma del 2016 di continuare a usufruire dello sconto in fattura e della cessione del credito. E’ stato chiarito che la cifra riguarda solo le pratiche nuove, presentate da aprile 2024 a dicembre dello stesso anno. Contestualmente viene eliminata la possibilità di ricorrere al cosiddetto ‘superbonus rafforzato”, un meccanismo che consente di portare l’agevolazione al 150% rinunciando al contributo previsto per le ricostruzioni in quelle zone terremotate.


Per le altre zone colpite da eventi sismici, escluse da sconto e cessione, è stato costituito un fondo di 35 milioni per il 2025 per l’erogazione di contributi diretti per gli interventi di ricostruzione. Un altro fondo di 100 milioni di euro è stato istituito per l’erogazione di contributi alle Onlus, agli enti del Terzo settore e alle associazioni di volontariato per gli interventi di riqualificazione sui loro immobili. Confermata anche la misura del decreto che sospende l’utilizzabilità dei crediti di imposta riferiti a bonus edilizi se il contribuente ha iscrizioni a ruolo per imposte non versate di importi superiori a 10.000 euro, fino a concorrenza di questi importi. Confermate anche le misure antifrode in materia di cessione dei crediti Ace e le misure di monitoraggio di Transizione 4.0.

Superbonus, le misure: detrazioni in 10 anni e stretta per le banche

Superbonus, le misure: detrazioni in 10 anni e stretta per le bancheRoma, 16 mag. (askanews) – Detrazioni spalmate in dieci anni anzichè quattro per le spese relative al superbonus effettuate nel 2024; divieto per le banche e gli intermediari finanziari di compensare dal 2025 i crediti acquisti con i contributi previdenziali e Inail; aiuti economici per sostenere nella ricostruzione i cittadini delle zone terremotate (diverse dall’Abruzzo colpito dal sisma del 2009 e dalle zone del Centro Italia danneggiate dal sisma del 2026) ai quali è stata preclusa la possibilità di avvalersi dello sconto in fattura e cessione del credito; rinvio a luglio 2025 per la sugar tax e a luglio 2026 per la plastic tax. Queste le principali novità del decreto sulla stretta al superbonus che oggi ha fatto il primo giro di boa in Parlamento con il via libera del Senato attraverso in voto di fiducia. Il provvedimento, che deve essere convertito entro il 28 maggio, passa ora alla Camera.


Un decreto fortemente voluto dal ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, per mettere un freno ad una situazione considerata molto critica per gli effetti sui conti pubblici e paragonata dal responsabile del Mef al Vajont. Ma che ha visto la maggioranza divisa in Commissione finanze sul voto sull’emendamento del governo che ha introdotto ulteriori misure restrittive, tra cui appunto la detrazione in 10 anni. Forza Italia, rappresentata in Commissione da Claudio Lotito, si è astenuta, ma Iv è giunta in soccorso votando a favore. In Aula, con il voto di fiducia, tutto è stato ricomposto: la maggioranza ha votato compattamente sì, tutte le opposizioni hanno votato contro. Il Senato ha confermato la stretta prevista nel decreto approvato in Consiglio dei Ministri, con lo stop dello sconto in fattura e della cessione del credito per gli interventi sugli immobili Iacp, cooperative, Terzo Settore, e quelli per l’eliminazione delle barriere architettoniche. Resta la possibilità di avvalersi dello sconto e della cessione del credito se alla data di entrata in vigore del decreto risulti depositata la Cila.


Il meccanismo ‘spalma-detrazioni’ in dieci anni contenuto nell’emendamento firmato da Giorgetti e approvato è stata la misura più controversa. Riguarda le spese per i lavori del superbonus effettuate in tutto il 2024, quindi a partire da gennaio, prima dell’entrata in vigore del disegno di legge di conversione del decreto. Un intervento con una retroattività anche se “limitata” come è stata definita dalla maggioranza, ma che comunque ha fatto discutere perchè tocca le famiglie. Novità anche per le banche e gli intermediari finanziari, con la stretta sulle modalità di compensazione dei crediti legati al superbonus acquisiti negli anni. Da gennaio 2025 non sarà più possibile compensarli con i contributi previdenziali e quelli Inail. Anche se una esatta valutazioni degli effetti ancora non è stata fatta, l’Abi ha lanciato un grido d’allarme sottolineando la difficolta per le banche di compensare i crediti d’imposta, con conseguenze negative anche sulla loro capacità di acquistare ulteriori crediti. E a cascata ci sarebbero ricadute negative per le imprese che avranno difficoltà a cedere i crediti che hanno in pancia.


La banche e gli intermediari potranno continuare a utilizzare i crediti in quattro anni, ma se tali crediti al momento dell’acquisto sono stati scontati in misura superiore al 75%, la rateizzazione diventa di sei anni. Si tratta di una misura che vuole colpire gli intermediari che hanno ‘lucrato’ sulla difficoltà delle imprese. Nel decreto è confermato il plafond di 400 milioni per consentire nelle zone terremotate dell’Abruzzo colpite dal sisma del 2009 e in quelle del Centro Italia danneggiate dal sisma del 2016 di continuare a usufruire dello sconto in fattura e della cessione del credito. E’ stato chiarito che la cifra riguarda solo le pratiche nuove, presentate da aprile 2024 a dicembre dello stesso anno. Contestualmente viene eliminata la possibilità di ricorrere al cosiddetto ‘superbonus rafforzato”, un meccanismo che consente di portare l’agevolazione al 150% rinunciando al contributo previsto per le ricostruzioni in quelle zone terremotate.


Per le altre zone colpite da eventi sismici, escluse da sconto e cessione, è stato costituito un fondo di 35 milioni per il 2025 per l’erogazione di contributi diretti per gli interventi di ricostruzione. Un altro fondo di 100 milioni di euro è stato istituito per l’erogazione di contributi alle Onlus, agli enti del Terzo settore e alle associazioni di volontariato per gli interventi di riqualificazione sui loro immobili. Confermata anche la misura del decreto che sospende l’utilizzabilità dei crediti di imposta riferiti a bonus edilizi se il contribuente ha iscrizioni a ruolo per imposte non versate di importi superiori a 10.000 euro, fino a concorrenza di questi importi. Confermate anche le misure antifrode in materia di cessione dei crediti Ace e le misure di monitoraggio di Transizione 4.0.

Avvocato Corte Ue: annullare decisione Bce contro Berlusconi

Avvocato Corte Ue: annullare decisione Bce contro BerlusconiRoma, 16 mag. (askanews) – L’avvocato generale della Corte di giustizia europa Manuel Campos Sanchez-Bordona ha chiesto al tribunale di annullare la decisione con la quale la Bce nel 2016 si era opposta all’acquisizione della partecipazione qualificata da parte di Silvio Berlusconi e della Fininvest in Banca Mediolanum.


Si tratta di una lunga vicenda. A ottobre 2014 la Banca d’Italia aveva ritenuto che Berlusconi non soddisfacesse più il requisito di onorabilità richiesto dal decreto ministeriale 144/1998, per effetto della condanna definitiva per il reato di frode fiscale a seguito di una sentenza di Cassazione di agosto 2013. Pertanto la Banca d’Italia aveva, da un lato, ordinato la sospensione dei diritti di voto dei ricorrenti e la cessione delle loro partecipazioni eccedenti il 9,99% nella Mediolanum e, dall’altro, respinto la richiesta di autorizzazione presentata da questi ultimi allo scopo di detenere una partecipazione qualificata.


La Mediolanum, società di partecipazione finanziaria mista quotata in borsa, sino al 30 dicembre 2015, deteneva il 100% del capitale di Banca Mediolanum. La Fininvest deteneva il 30,1% del capitale sociale della Mediolanum e la Fin. Prog. Italia deteneva il 26,5% del capitale di tale società. Berlusconi e Fininvest avevano impugnato il provvedimento dinanzi al Tribunale amministrativo regionale per il Lazio che, con sentenza del 5 giugno 2015, aveva respinto il ricorso. Poi, il 30 dicembre 2015, al termine di un’operazione di fusione per incorporazione inversa, la Mediolanum era stata incorporata dalla sua controllata Banca Mediolanum. Il 3 marzo 2016 il Consiglio di Stato aveva accolto l’appello proposto dalla parte Berlusconi-Fininvest contro la sentenza del Taer del Lazio, annullando il provvedimento del 7 ottobre 2014.


La Banca d’Italia e la Bce, a quel punto, avevano chiesto una nuova istanza di autorizzazione, che non era stata presentata. Quindi la Banca d’Italia aveva deciso di avviare d’ufficio un procedimento amministrativo contro la Fininvest, poi trasmesso alla Bce la quale, con la sua decisione del 25 ottobre 2016, si era opposta all’acquisizione della partecipazione qualificata in Banca Mediolanum, in quanto essi non soddisfacevano il requisito dell’onorabilità e sussistevano seri dubbi in merito alla loro capacità di garantire in prospettiva futura una sana e prudente gestione di tale ente finanziario. In seguito a questo, Fininvest e Berlusconi hanno fatto ricorso alla giurisdizione europea ed è cominciato un altro complesso iter giudiziario, non ancora concluso. In questa cornice, è arrivata oggi la conclusione dell’avvocato generale che ha suggerito alla Corte di giustizia di “accogliere le impugnazioni e annullare la sentenza del Tribunale dell’11 maggio 2022, Fininvest e Berlusconi/BCE (T-913/16, EU:T:2022:279)” e di “annullare la decisione della Banca centrale europea ECB/SSM/2016- 7LVZJ6XRIE7VNZ4UBX81/4, del 25 ottobre 2016”, oltre che “condannare la Banca centrale europea alle spese e la Commissione europea a farsi carico delle proprie spese”.

Urso: renderemo strutturale la normativa sui dehors

Urso: renderemo strutturale la normativa sui dehorsRoma, 16 mag. (askanews) – Nel disegno di legge annuale sulla concorrenza “pensiamo di rendere strutturale la normativa sui dehor, sui tavolini all’aperto al fine di migliorare il decoro dei centri urbani”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in occasione della Giornata dalla ristorazione.


“Stiamo lavorando con i Comuni, con l’Anci – ha aggiunto – affinchè ci sia una norma che tenga insieme due cose: migliorare il decoro urbano anche attraverso i dehor, i tavolini all’aperto”.

Istat: a marzo flessione per export e crescita import

Istat: a marzo flessione per export e crescita importRoma, 16 mag. (askanews) – A marzo 2024 l’Istat ha stimato una flessione congiunturale per le esportazioni (-1,7%) e una crescita per le importazioni (+1,5%). La diminuzione su base mensile dell’export è dovuta alla riduzione delle vendite verso l’area extra Ue (-3,9%), mentre le esportazioni verso l’area Ue registrano un contenuto aumento (+0,6%).


Nel trimestre gennaio-marzo 2024, rispetto al precedente, l’export si riduce dell’1,1%, l’import del 4,4%. A marzo 2024, l’export flette su base annua dell’8,9% in termini monetari e del 10,3% in volume. La contrazione dell’export in valore è più ampia per i mercati Ue (-12,3%) rispetto a quelli extra-Ue (-5,0%). L’import registra una flessione tendenziale in valore dell’11,2%, che riguarda entrambe le aree, Ue (-10,1%) ed extra Ue (-12,8%); in volume, si riduce del 6,4%.


Tra i settori che più contribuiscono alla flessione tendenziale dell’export si segnalano: metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-19,3%), macchinari e apparecchi non classificati altrove (n.c.a.) (-10,3%), articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (-20,2%) e sostanze e prodotti chimici (-12,5%). Crescono su base annua le esportazioni di articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, preziosi, strumenti medici e altri prodotti n.c.a. (+24,5%) e coke e prodotti petroliferi raffinati (+15,3%). Su base annua, i paesi che forniscono i contributi maggiori alla riduzione dell’export nazionale sono: Germania (-16,5%), Francia (-10,9%), Cina (-25,8%), Stati Uniti (-6,7%), Svizzera (-11,5%) e Regno Unito (-12,0%). Crescono le esportazioni verso Turchia (+35,1%) e paesi OPEC (+6,0%).


Nel primo trimestre 2024, la riduzione tendenziale delle esportazioni (-2,8%) è dovuta in particolare alle minori vendite di metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-12,8%), articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (-14,0%), sostanze e prodotti chimici (-7,2%) e articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (-10,1%). Il saldo commerciale a marzo 2024 è pari a +4.341 milioni di euro (era +3.327 milioni a marzo 2023). Il deficit energetico (-3.804 milioni) si riduce rispetto a un anno prima (-6.285 milioni). L’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici scende da 9.612 milioni di marzo 2023 a 8.145 milioni di marzo 2024.


Nel mese di marzo 2024 i prezzi all’importazione aumentano su base congiunturale dello 0,6% mentre flettono su base tendenziale del 3,5% (da -5,5% di febbraio 2024).

Bce: stabilità finanza eurozona migliora, faro su rischi geopolitica

Bce: stabilità finanza eurozona migliora, faro su rischi geopoliticaRoma, 16 mag. (askanews) – Complessivamente le condizioni sulla stabilità finanziaria nell’area euro sono migliorate negli ultimi sei mesi, mentre i rischi di una caduta in recessione sono diminuiti, ma i mercati restano esposti a possibili ripercussioni negative a livello macroeconomico e finanziario e agli sviluppi problematici a livello geopolitico. Lo afferma la Banca centrale europea nel suo ultimo Rapporto semestrale sulla stabilità finanziaria.


L’inasprimento delle condizioni finanziarie e di finanziamento – a cui ha contribuito la stretta monetaria della stessa Bce – sta mettendo alla prova la resilienza delle famiglie più vulnerabili nell’eurozona, delle imprese e dei conti pubblici, mentre la contrazione dei mercati immobiliari in varie Paesi crea pressioni sulle aziende del settore. Secondo la Bce, ad oggi le banche dell’eurozona si sono dimostrate “una fonte di resilienza, ma le basse valutazioni di mercato suggeriscono che persistono sfide – si legge – in particolare sulla qualità degli asset, sui finanziamenti e sui ricavi”.


Secondo la relazione semestrale, che viene presentata oggi con una conferenza stampa dal vicepresidente Luis de Guindos, che firma l’editoriale dello studio, la stabilità finanziaria dell’eurozona ha beneficiato del miglioramento delle prospettive economiche, con l’inflazione che ha continuato ad attenuarsi e la fiducia degli investitori che parallelamente è migliorata. Tuttavia “le prospettive restano fragili, dato che le possibilità di shock economici e finanziari risultano elevate in un contesto di accresciute incertezze geopolitiche e sulle politiche che verranno perseguite a livello globale”.


In questo quadro, secondo De Guindos è opportuno “rafforzare ulteriormente la resilienza del sistema finanziario” per attrezzarlo di fronte alla crescente incertezza. Il miglioramento del clima di fiducia tra gli investitori riflette le aspettative di allentamenti di politica monetaria – chiaramente da parte della stessa Bce, che ha lanciato ripetuti segnali di un primo taglio dei tassi a giugno senza però vincolarsi a un percorso di progressive riduzioni -. Il rapporto dell’istituzione avverte tuttavia che alla luce della vulnerabilità dei mercati finanziari a ulteriori shock avversi, “il clima potrebbe mutare rapidamente”. Per esempio, forti tensioni geopolitiche potrebbero innescare volatilità e “creare il potenziale per reazioni di mercato fuori scala che potrebbero venire amplificate da imprese non bancarie con strutturali fragilità sulle liquidità”.


Secondo l’analisi della Bce, poi, se i livelli di indebitamento rispetto al Pil di famiglie imprese sono calati riportandosi ai livelli precedenti al disastro causato da le misure restrittive imposte a motivo del Covid – e questo elemento aiuta “ad alleviare le preoccupazioni sulla sostenibilità dei debiti” – al tempo stesso “i debiti pubblici pubblici dovrebbero stabilizzarsi a livelli più elevati rispetto alla pandemia, rendendo le finanze pubbliche più vulnerabili agli shock avversi”. Più in generale, lo studio avverte che i costi di servizio dei debiti “potrebbero continuare a crescere tra i vari settori economici andando avanti, dato il giungere a scadenza di titoli (che erano stati emessi a tassi più bassi-ndrt) che continuerà, così come il riprezzamento rispetto a tassi di interesse significativamente più alti”. Nel frattempo sta proseguendo una contrazione nei mercati immobiliari, in particolare dell’immobiliare commerciale che continua a subire una correzione consistente dei prezzi verso il basso e su cui “non si possono escludere ulteriori cali”. Invece il mercato della casa per l’insieme dell’eurozona sta mostrando “alcuni segni di stabilizzazione dopo quella che finora è stata una correzione ordinata dei prezzi”, dice la Bce.

Eni, Mef colloca sul mercato il 2,8% del capitale per 1,4 mld

Eni, Mef colloca sul mercato il 2,8% del capitale per 1,4 mldRoma, 15 mag. (askanews) – Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) ha annunciato la vendita di n. 91.965.735 azioni ordinarie di Eni S.p.A. corrispondenti a circa il 2,8% del capitale sociale mediante un “Accelerated Book Building – ABB” riservato a investitori qualificati italiani e istituzionali internazionali. Lo annuncia lo stesso Mef in un comunicato ufficiale specificando che il prezzo per azione è pari a 14,855 euro per un importo complessivo pari a circa 1,4 miliardi di euro. Il prezzo incorpora uno sconto del 1,7% rispetto alla quotazione di chiusura delle azioni della Società registrata il 15 maggio 2024.


A seguito dell’Operazione, la partecipazione detenuta dal MEF nella Società diminuirà dal 4,8% circa al 2% circa del capitale sociale. Goldman Sachs International, Jefferies e UBS Europe SE hanno agito in qualità di Joint Global Coordinator e Joint Bookrunners. White & Case (Europe) LLP ha agito in qualità di advisor legale. Il regolamento dell’Operazione avverrà il 20 maggio 2024. Con tale Operazione il MEF completa un’operazione prevista a seguito di un programma di buy-back della Società.

Eni: Tesoro avvia accelerated book building per cessione 2,8%

Eni: Tesoro avvia accelerated book building per cessione 2,8%Milano, 15 mag. (askanews) – Il Tesoro ha avviato una procedura accelerata di raccolta ordini (Accelerated book building) per la cessione di 91.965.735 azioni ordinarie di Eni, corrispondenti a circa il 2,8% del capitale sociale della società, attraverso un consorzio di banche costituito da Goldman Sachs, Jefferies e Ubs in qualità di joint global coordinators e joint bookrunners, con l’obiettivo di promuovere il collocamento delle azioni presso investitori qualificati in Italia e investitori istituzionali esteri. Lo comunica il Mef.


Nell’ambito dell’operazione, il Tesoro si è impegnato con i joint global coordinators e joint bookrunners a non vendere sul mercato ulteriori azioni della società per un periodo di 90 giorni senza il consenso degli stessi joint global coordinators e joint bookrunners e salvo esenzioni, Come da prassi di mercato. I termini finali dell’operazione saranno comunicati al termine del collocamento.

Fiumicino, da oggi possibile fare il check-in da Stazione Termini

Fiumicino, da oggi possibile fare il check-in da Stazione TerminiRoma, 15 mag. (askanews) – L’aeroporto di Fiumicino arriva nel centro di Roma dove i passeggeri, da oggi, potranno effettuare il check-in e imbarcare senza costi aggiuntivi il proprio bagaglio da stiva alla stazione di Roma Termini, per poi ritirarlo direttamente a destinazione.È la novità offerta da “Airport in the City”, il nuovo servizio di check-in off-airport di Aeroporti di Roma, che, a partire da oggi, consente ai passeggeri Ita Airways in partenza dal “Leonardo da Vinci”, di poter effettuare gratuitamente in centro città le operazioni di check-in, inclusa l’accettazione del bagaglio da stiva, il giorno stesso della loro partenza, e poter comodamente proseguire la loro visita nella Capitale prima del volo.


I viaggiatori possono effettuare il processo di check-in e lasciare i propri bagagli da stiva a Roma Termini almeno tre ore e mezza prima dell’orario di partenza del volo, tutti i giorni dal lunedì alla domenica dalle ore 8:00 alle 16:00, per poi ritirarli direttamente all’aeroporto di destinazione finale. Per il periodo di sperimentazione iniziale, “Airport in the City” è esclusivamente dedicato ai viaggiatori con volo Ita Airways in partenza nella stessa giornata dal “Leonardo da Vinci” verso qualsiasi destinazione (ad eccezione di Usa e Israele). In questo modo chi vorrà godersi le ultime ore di permanenza a Roma potrà farlo libero del proprio bagaglio da stiva e senza dover utilizzare depositi temporanei a pagamento. A questo nuovo servizio potranno aderire in futuro altre compagnie aeree.


La postazione “Airport in the City” è situata all’interno dell’area commerciale della stazione di Roma Termini, con accesso da Via Giovanni Giolitti 16 e in prossimità del Mercato Centrale e del binario 24, da cui parte ogni giorno il Leonardo Express, il servizio non-stop che collega la stazione ferroviaria all’Aeroporto di Fiumicino in soli 32 minuti.