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Ddl Capitali, Donnet (Generali): governo riscriva Art. 12

Ddl Capitali, Donnet (Generali): governo riscriva Art. 12Milano, 4 mar. (askanews) – L’articolo 12 Ddl Capitali va riscritto. Lo auspica fortemente l’Ad del gruppo Generali, Philippe Donnet, che nel suo intervento a un convegno in Bocconi per i 40 anni di Affari & Finanza, ha motivato con forza la propria posizione. Donnet ha spiegato che, per come è attualmente formulato, l’Art. 12 mette “a rischio” la “best practice internazionalmente riconosciuta” della lista del board per i rinnovi del cda, perché di fatto “la rende impraticabile”. Nel Ddl, ha detto, c’è un provvedimento che “dà grande importanza agli azionisti minoranza. Un azionista di minoranza, con con una quota anche infima, potrebbe addirittura avere il 20% dei posti nel consiglio di amministrazione, cosa che potrebbe danneggiare la qualità della governance”, ha affermato.


“Un’altra criticità – ha proseguito Donnet – è il voto nominale, che in una società vigilata potrebbe creare grande confusione. Potrebbero arrivare attivisti italiani e stranieri che avranno un potere smisurato che sarà contrario all’interesse della stra-maggioranza del capitale della società”. “Vedo tanta criticità – ha riassunto Donnet – e mi auguro che il governo possa utilizzare la delega per riscrivere l’Art. 12. Così com’è non porterebbe alcun vantaggio al Paese e potrebbe invece creare tanti problemi. Le grandi istituzioni che rappresentano il mercato si sono già espresse in modo molto negativo su questo articolo e non è banale che anche noi che siamo un operatore nazionale importante esprimiamo tante perplessità su questo articolo”.

Apple, maximulta Antritrust Ue (1,8 mld) su App streaming musica

Apple, maximulta Antritrust Ue (1,8 mld) su App streaming musicaRoma, 4 mar. (askanews) – L’Antitrust europeo ha comminato una maximulta, pari a 1,8 miliardi di euro, a carico di Apple per abuso di posizione dominante sul mercato della distribuzione di musica via streaming tramite app per iPhone e iPad, commercializzate sul suo App Store. Con un comunicato, la Commissione europea riferisce di aver riscontrato che Apple “ha applicato restrizioni agli sviluppatori di app, in modo che omettessero di informare gli utenti di abbonamenti alternativi e meno costosi sui servizi musicali disponibili al di fuori delle app. Questo – dice Bruxelles – è illegale in base alle normative antitrust Ue”.

Borsa, Alemanno (Consob): snellire oneri per società quotate

Borsa, Alemanno (Consob): snellire oneri per società quotateRoma, 4 mar. (askanews) – “Snellire le procedure, semplificare il reticolato di norme che circonda il funzionamento delle società quotate e ridurre gli oneri degli operatori, al fine di attrarre nuovi investitori, anche esteri”. Questo, ha detto Gabriella Alemanno, commissaria Consob, il compito del legislatore per favorire l’ingresso nel mercato dei capitali anche delle imprese più piccole. Va in questa direzione, ha aggiunto la commissaria, il ddl capitali, approvato dal parlamento e in attesa di essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.


Intervenendo ad un convegno promosso da Consob sulla leadership delle donne, Gabriella Alemanno ha sottolineato come “il ricorso al mercato del capitale di rischio rappresenti, per le società un’importante opportunità in termini di visibilità, credibilità, raccolta di risorse finanziarie, attrazione di nuovi talenti e competitività. L’accesso al capitale destinato al finanziamento degli investimenti è, infatti, uno dei fattori di accelerazione più importanti per lo sviluppo del business dell’azienda”. “Purtroppo, però – ha aggiunto – il mercato azionario domestico sta registrando, da una parte, la mancanza di nuovi ingressi nel mercato borsistico e, dall’altro, l’uscita dalle negoziazioni (delisting).


Fenomeni che dipendono principalmente dai maggiori costi e oneri a carico delle società quotate, dalle molte inefficienze del nostro sistema giudiziario, nonché da una politica fiscale meno vantaggiosa rispetto a quella di altri paesi. Inoltre, per le aziende a conduzione familiare – che costituiscono una parte sostanziale dell’economia italiana – l’apertura verso il mercato attraverso la quotazione viene percepita come una potenziale minaccia della perdita del controllo societario”.

Henkel in 2023 +4,2% fatturato 2023 a 21,5 mld, +10,2% ebit a 2,6 mld

Henkel in 2023 +4,2% fatturato 2023 a 21,5 mld, +10,2% ebit a 2,6 mldRoma, 4 mar. (askanews) – Cresce il fatturato organico e migliorano i profitti di Henkel nel 2023. “Nonostante lo scenario di mercato continui a essere impegnativo, nel 2023 abbiamo proseguito la nostra strategia di crescita e persino accelerato la sua implementazione. Il fatturato organico è cresciuto e abbiamo migliorato i profitti in misura significativa, superando le stime che avevamo dichiarato all’inizio dell’anno. Questo successo è stato trainato da entrambe le nostre divisioni, Adhesive Technologies e Consumer Brands,” ha detto il CEO di Henkel, Carsten Knobel, secondo quanto riporta un comunicato dell’azienda.


A livello di Gruppo, Henkel ha registrato nel 2023 un fatturato pari a 21.514 milioni di euro, in calo del 3,9% in termini nominali rispetto all’anno precedente. Le oscillazioni valutarie hanno pesato negativamente sui ricavi per il 4,3%, così come acquisizioni e disinvestimenti che hanno inciso per il 3,9%, considerando soprattutto la dismissione delle attività in Russia, completata nell’aprile 2023. La crescita organica del fatturato si è attestata al 4,2%, trainata principalmente dall’aumento dei prezzi nella fascia alta delle percentuali a cifra singola. I volumi, complessivamente diminuiti, hanno visto una chiara ripresa nella seconda metà dell’anno. Il fatturato organico di Adhesive Technologies è cresciuto del 3,2%, sostenuto soprattutto dai segmenti Mobility & Electronics, Craftsmen, Construction & Professional. La divisione Consumer Brands ha visto uno sviluppo del fatturato organico nell’ordine del 6,1%, a cui hanno contribuito i segmenti Laundry & Home Care ed Hair.


Il margine operativo depurato (EBIT depurato) è aumentato in misura significativa del 10,2% a 2.556 milioni di euro (anno precedente: 2.319 milioni di euro). Lo sviluppo positivo dei prezzi di vendita, le misure per il contenimento dei costi e l’efficientamento della produzione e della supply chain, insieme all’ottimizzazione del portafoglio, hanno più che compensato l’impatto negativo sulla profittabilità dei continui rincari delle materie prime e della logistica. Nell’anno fiscale 2023, il tasso depurato di ritorno sulle vendite (margine EBIT depurato) è stato dell’11,9%, molto più alto dell’anno precedente (2022: 10,4%).


L’utile depurato per azione privilegiata è cresciuto dell’11,5% a 4,35 euro (anno precedente: 3,90 euro). A tassi costanti di cambio, l’utile è aumentato del 20,0%. Il capitale circolante netto in percentuale sui ricavi è stato pari al 2,6%, più basso del precedente anno fiscale (2022: 4,5%) soprattutto per gli inventari più contenuti.


Il flusso libero di cassa ha toccato il nuovo record di 2.603 milioni di euro, con un importante aumento rispetto all’anno precedente (2022: 653 milioni di euro). Questo risultato è dovuto al maggior flusso di cassa derivante dalle attività operative, in particolare alla migliore profittabilità e al minor capitale circolante netto. In conseguenza di quanto illustrato, la posizione finanziaria netta è migliorata significativamente a 12 milioni di euro (-1.267 milioni di euro al 31 dicembre 2022). Il prossimo 22 aprile, in occasione dell’Annual General Meeting, sarà proposto agli azionisti un dividendo invariato rispetto all’anno passato, ovvero 1,85 euro per azione privilegiata e 1,83 euro per azione ordinaria. Questo corrisponde a un rapporto di payout del 42,4%, che è superiore alla fascia tra il 30 e il 40% indicata come obiettivo e riflette la solidità e il miglioramento della posizione finanziaria netta del Gruppo, mantenendo continuità nei dividendi proposti agli azionisti. Per il 2024 è attesa una moderata ripresa dell’economia globale, da cui si assume un moderato aumento della domanda sia industriale, sia nei mercati del largo consumo in cui Henkel è presente. Le stime attuali indicano rispetto al 2023 un calo del tasso globale di inflazione, che tuttavia resterà complessivamente alto. I tassi di interesse dovrebbero mantenersi più alti che in passato.

Bce, a gennaio tasso medio mutui eurozona cala al 3,87% (-10 pb)

Bce, a gennaio tasso medio mutui eurozona cala al 3,87% (-10 pb)Roma, 4 mar. (askanews) – Nuovi segnali di possibile inversione della dinamica dei tassi di interesse di mercato nell’area euro a gennaio: il livello medio sui nuovi mutui alle famiglie per l’acquisto di abitazioni si è attenuato di 10 punti base rispetto al mese precedente, portandosi al 3,87%. Lo riporta la Banca centrale europea nella sua rilevazione mensile, aggiungendo che il tasso di interesse composito per i nuovi prestiti alle imprese è rimasto sostanzialmente invariato al 5,22%.


Nei mesi passati, in risposta all’inflazione elevata, l’istituzione monetaria ha complessivamente aumentato i tassi di riferimento per l’area di 450 punti base e ora è ampiamente ritenuto che abbia raggiunto il picco e che, tra tarda primavera e inizio estate, possa iniziare una prudente manovra di attenuazione dei tassi stessi. A dicembre il tasso medio sui mutui, secondo la stessa indagine, aveva già mostrato una limatura pari a 4 punti base. Giovedì si terrà una riunione di politica monetaria del Consiglio direttivo, contestualmente alla quale verranno pubblicate le previsioni aggiornate per economia inflazione dei tecnici della Bce.


Tornando ai dati di gennaio, i tassi sui depositi a durata prestabilita per le famiglie si sono attenuati di 9 punti base al 3,20%, prosegue la Bce, quelli sui depositi a vista sono rimasti sostanzialmente invariati allo 0,38%. Quest’ultimo elemento è un aspetto di problematicità della recente stretta monetaria. I tassi sui depositi a vista sono saliti molto meno rispetto agli altri a fronte di aumenti dei tassi ufficiali analoghi.

Bankitalia, frena dinamica prezzi case in IV trim, domanda debole

Bankitalia, frena dinamica prezzi case in IV trim, domanda deboleRoma, 4 mar. (askanews) – Mercato dell’immobiliare residenziale sostanzialmente stabile in Italia nel quarto trimestre, con la domanda che resta debole e la quota di agenzie che riescono a vendere almeno una abitazione in calo. Il principale fattore frenante resta nelle condizioni di finanziamento inasprite dai rialzi dei tassi dal della Bce: in un caso su tre la difficoltà a reperire un mutuo la causa prevalente di cessazione dell’incarico a vendere e la percentuale di acquisti finanziati con mutui risulta ai minimi storici.


Ma al tempo stesso secondo gli operatori vi sono segnali di possibile miglioramento in questo inizio d’anno. E’ la fotografia scattata dall’indagine trimestrale condotta dalla Banca d’Italia (Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia), che ha coinvolto 1.501 agenti immobiliari dall’8 gennaio al 5 febbraio. Il mercato delle locazioni resta teso: le pressioni al rialzo sui canoni sono sostenute da una domanda robusta e da un calo dell’offerta, in parte connessa alla preferenza dei proprietari per affitti brevi.


Secondo Bankitalia, nel IV trimestre, sulla base delle valutazioni degli agenti immobiliari, la dinamica congiunturale dei prezzi delle abitazioni si sarebbe attenuata. Sono prevalsi i giudizi di stabilità (espressi dal 65 per cento degli agenti), mentre la percentuale di operatori che hanno riportato un aumento delle quotazioni ha continuato a ridursi, scendendo al 9 per cento, circa 15 punti percentuali in meno rispetto al massimo registrato nel primo trimestre del 2022, a fronte di un 25 per cento di operatori che rilevano una diminuzione. Nel complesso, lo sconto medio, rispetto alle richieste iniziali del venditore, resta ancora contenuto e pari all’8,6 per cento, 5 punti percentuali inferiore alla media pre-pandemia ma in linea con i valori degli ultimi trimestri. Circa un terzo degli agenti ha tuttavia indicato uno sconto superiore, fra il 10 e il 30 per cento. Il tempo trascorso tra l’affidamento dell’incarico e la vendita è rimasto appena sopra il minimo registrato dall’inizio della rilevazione nel primo trimestre del 2023.


La quota di agenzie che hanno venduto almeno un’abitazione è diminuita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente per il quarto trimestre consecutivo, restando tuttavia ancora su livelli ben superiori alla media pre-pandemia (87 per cento a fronte del 72 nel periodo 2012-2019 e dell’81 nel terzo trimestre). Sempre rispetto al periodo corrispondente del 2022, si legge, è aumentata la percentuale di operatori per i quali è salito il numero di incarichi inevasi fra il III e il IV trimestre dell’anno, pur rimanendo assai inferiore della quota di quelli per cui è diminuito.

Confindustria è divisa sui candidati alla presidenza, le alleanze non decollano

Confindustria è divisa sui candidati alla presidenza, le alleanze non decollanoRoma, 2 mar. (askanews) – A circa un mese dal voto del consiglio generale, in calendario il 4 aprile, la corsa per la presidenza di Confindustria resta decisamente affollata. I candidati in gara sono quattro e la partita delle alleanze sembra non voler decollare. Le forti divisioni all’interno dell’associazione, tra grandi e piccoli ma anche tra imprenditori dello stesso territorio o federazione, rendono difficile il lavoro di sintesi da parte dei saggi, Mariella Enoc, Andrea Moltrasio e Ilaria Vescovi.


Tra i candidati, Edoardo Garrone, forte della certificazione di oltre il 20% dei voti assembleari, è l’unico ad aver accesso di diritto al voto finale. Anche Emanuele Orsini e Antonio Gozzi – stando a fonti a loro vicine – potrebbero contare su consensi superiori al 20%. Resta indietro, invece Alberto Marenghi che molti vedrebbero pronto a ritirarsi a breve. In assenza di accordi, i saggi, verificati i consensi, potrebbero decidere di portare in finale, per la prima volta nella storia confindustriale, ben tre candidati. Decisive saranno le prossime tornate di audizioni dei saggi con la base associativa. Dopo aver fatto tappa a Torino, Bologna, e Roma – con una sola giornata d’incontri nella Capitale invece delle due inizialmente previste – è stata la volta di Milano in Assolombarda. L’8 marzo i tre saranno sempre a Milano, ma in Federchimica. Poi toccherà a Padova, il 9 marzo, in Confindustria Veneto Est. La posizione degli imprenditori veneti al momento non è univoca: stando ai rumors le preferenze sarebbero divise tra i tre candidati più quotati. Il ‘tour’ nazionale dei saggi si chiuderà l’11 marzo a Napoli. Al termine delle consultazioni, Enoc, Moltrasio e Vescovi dovranno redigere una relazione di sintesi delle valutazioni raccolte sugli industriali in gara per il dopo Bonomi. Quindi individueranno i nominativi dei candidati che saranno chiamati ad ufficializzare l’accettazione della candidatura e ad illustrare il proprio programma in occasione del consiglio generale del 21 marzo. Poi ci sarà la designazione da parte del consiglio generale del 4 aprile e, infine, l’assemblea dei delegati, il 23 maggio, eleggerà il nuovo presidente.

Dyson: 2023 con ricavi record a 7,1mld di sterline, Ebitda a 1,4mld

Dyson: 2023 con ricavi record a 7,1mld di sterline, Ebitda a 1,4mldMilano, 1 mar. (askanews) – Dyson chiude il 2023 con un fatturato globale “record” di 7,1 miliardi di sterline, in crescita del +9% rispetto al 2022, con un Ebitda a 1,4 miliardi di sterline, sempre su del 9% in un anno. Lo fa sapere la società in una nota, nella quale viene evidenziato che, “nonostante i venti contrari a livello globale, Dyson ha aumentato in modo significativo gli investimenti a lungo termine, incrementando la spesa per Ricerca e Sviluppo di oltre il 40% nel 2023. Questo porta gli investimenti totali, comprese le spese in conto capitale, a più di 2 miliardi di sterline dal 2021”.


Dyson conta un team di ingegneri composto da 6.500 persone e, spiega la società, “sta investendo più di 9 milioni di sterline a settimana in ricerca e sviluppo”, per lavorare su intelligenza artificiale, robotica e la nuova tecnologia proprietaria delle batterie nei suoi centri di ricerca nel Regno Unito, a Singapore, in Malesia e nelle Filippine. Nel 2024, chiosa il gruppo, “questi investimenti accelereranno le ambizioni di Dyson, che lancerà la più grande suite di prodotti fino ad oggi”.

Btp Valore: raccolta record, collocamento chiude a 18,3 miliardi

Btp Valore: raccolta record, collocamento chiude a 18,3 miliardiMilano, 1 mar. (askanews) – La terza emissione del Btp Valore, il titolo di Stato dedicato ai piccoli risparmiatori, ha chiuso con richieste record pari a 18,31 miliardi di euro, superando così le precedenti due emissioni. Nell’ultimo giorno di collocamento (chiuso alle 13) sono stati raccolti oltre 1,37 miliardi. Cifra che si somma ai 16,94 miliardi dei primi quattro giorni di offerta.


La nuova emissione del Btp Valore ha così superato sia gli ordini della seconda emissione di ottobre, che si era chiusa con quasi 17,2 miliardi raccolti, sia quelli della prima emissione dello scorso giugno (18,19 mld). La terza emissione del Btp Valore, che ha durata di sei anni, prevede tassi cedolari (trimestrali) minimi garantiti pari al 3,25% per i primi tre anni e al 4% per i successivi tre anni. Alla scadenza è previsto un premio finale extra pari allo 0,7% del capitale investito.

Poste, per piccoli comuni passaporto direttamente agli sportelli

Poste, per piccoli comuni passaporto direttamente agli sportelliRoma, 1 mar. (askanews) – Il progetto Polis di Poste Italiane procede a passi sempre più spediti con il lancio del nuovo servizio di richiesta e rinnovo passaporti negli uffici postali dei Comuni al di sotto di 15 mila abitanti. La novità parte in via sperimentale in provincia di Bologna, a San Pietro in Casale e Toscanella (frazione di Dozza), in vista della progressiva estensione a tutto il territorio nazionale.


Grazie alla Convenzione firmata tra Poste italiane, Ministero dell’Interno e Ministero delle imprese e del made in Italy, i cittadini residenti o domiciliati nei Comuni inclusi nel progetto Polis potranno aprire la pratica di richiesta o rinnovo del passaporto presentando la documentazione direttamente allo sportello dell’ufficio postale, senza doversi recare in Questura, con la possibilità di ricevere il passaporto a domicilio. Basterà consegnare all’operatore del più vicino ufficio postale del proprio Comune un documento di identità valido, il codice fiscale, due fotografie, pagare in ufficio il bollettino per il passaporto ordinario. In caso di rinnovo bisognerà consegnare anche il vecchio passaporto o la copia della denuncia di smarrimento o furto del vecchio documento. Grazie alla piattaforma tecnologica in dotazione agli Uffici Postali Polis, sarà lo stesso operatore a raccogliere le informazioni e i dati biometrici del cittadino (impronte digitali e foto) inviando poi la documentazione all’ufficio di Polizia di riferimento. Il nuovo passaporto potrà essere consegnato da Poste Italiane direttamente a casa del richiedente.


“Grazie alla collaborazione con Poste Italiane, e alla sua capillare rete di uffici sul territorio, stiamo progressivamente spostando il baricentro delle attività del Viminale per renderlo sempre più vicino alle esigenze dei cittadini – ha sottolineato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi -. Oggi prende avvio la sperimentazione di un progetto che, a regime, renderà possibile, nei piccoli Comuni, richiedere o rinnovare il passaporto direttamente negli uffici postali: una importante novità sulla strada della semplificazione dei canali di accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione. Un segnale di attenzione verso le comunità di quei piccoli centri abitati che rappresentano la spina dorsale del nostro Paese”. “Al Ministro dell’Interno va il ringraziamento di Poste Italiane per la collaborazione che ci ha permesso di ottenere un obiettivo così importante nel quadro del progetto – ha aggiunto l’amministratore delegato Matteo Del Fante – Polis procede rispettando con puntualità la tabella di marcia e suscita grande interesse anche in Europa per il suo valore inclusivo e per la capacità di offrire servizi essenziali al cittadino che risiede in piccoli Comuni, mettendolo al pari di chi vive nelle grandi città ed ha facile accesso agli uffici e ai servizi, grazie all’idea innovativa di ufficio postale che funge da sportello unico della pubblica amministrazione”.


“Sottolineo l’importanza della collaborazione stabilita negli anni tra Poste Italiane e il Ministero dell’Interno che sta producendo risultati a beneficio dei cittadini in termini di servizi e di sicurezza – ha concluso il direttore generale Giuseppe Lasco -. L’avvio della sperimentazione per i passaporti è un nuovo passo in avanti del progetto Polis su cui Poste Italiane sta investendo risorse e competenze. Poste Italiane mantiene dunque gli impegni presi, confermando la sua visione di azienda da sempre vicina alle persone e ai territori per contribuire allo sviluppo sociale ed economico del Paese”.