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Renault, de Meo: a Ginevra riconosciuto lavoro fatto per rilancio

Renault, de Meo: a Ginevra riconosciuto lavoro fatto per rilancioMilano, 26 feb. (askanews) – “Un fantastico riconoscimento del lavoro fatto in questi tre anni per rilanciare Renault. Il gruppo non è più quello che vi ricordate, l’abbiamo trasformato in una realtà vincente. E siamo solo all’inizio”. Così su Fb il Ceo di Renault Luca de Meo a Ginevra per il Salone dell’Auto, commenta il premio Car of The Year 2024 ottenuto dalla Renault Scenic E-Tech elettrica “l’auto che accompagnerà gli europei nella transizione”.


Renault, che presenta anche le nuove Dacia Spring e Duster, è l’unico big europeo presente al Salone che conta anche la defezione dei gruppi coreani e giapponesi. La notizia del riconoscimento alla Scenic è arrivata a ridosso della presentazione dell’attesa R5 elettrica, in vendita a circa 25mila euro.

Gli agricoltori a Bruxelles, Prandini: ecco le nostre richieste all’Ue

Gli agricoltori a Bruxelles, Prandini: ecco le nostre richieste all’UeBruxelles, 26 feb. (askanews) – “Oggi siamo di nuovo a Bruxelles per ribadire con forza quello che 15 giorni fa avevamo chiesto a Ursula von der Leyen”, la presidente della Commissione europea, da parte della quale, ha riconosciuto, “c’è stata un’apertura in termini di proposte che sono state avanzate”. Lo ha detto il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, parlando con i giornalisti a margine delle nuove manifestazioni delle organizzazioni agricole stamattina a Bruxelles, dove si svolge oggi il Consiglio dei ministri dell’Agricoltura dell’Ue.


“Ma noi – ha puntualizzato Prandini – abbiamo la necessità di avere la certezza dei tempi rispetto all’attuazione di queste proposte”, e in particolare “i regolamenti modificati in termini di semplificazione, le risorse economiche stanziate” e poi anche “nel senso di andare oltre quello che è il limite agli aiuti di Stato che fino a oggi abbiamo avuto, e di poter intervenire nei confronti anche di tutte quelle filiere produttive che hanno forti criticità”. “Tutto questo diventa necessario – ha rilevato – anche rispetto alla semplificazione di carattere burocratico”; perché la troppa burocrazia “strozza la vita dei nostri imprenditori”. Ma soprattutto, l’attuale situazione “non dà certezze, anche ai giovani agricoltori, di poter continuare a svolgere l’attività agricola”.


Riguardo alla tempistica, il presidente di Coldiretti ha spiegato di attendersi che ci sia una svolta partendo dal Consiglio Agricoltura di oggi ed entro fine marzo, quando ci sarà a Bruxelles il vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue, in modo che si comincino a vedere gli effetti delle nuove misure già prima delle elezioni europee di giugno. “A tutto questo – ha aggiunto Prandini – si unisce poi anche una richiesta di fondamentale importanza, di giustizia, che è il tema della reciprocità. Le regole che vengono imposte alle imprese agricole italiane ed europee devono essere le stesse che devono essere rispettate dai prodotti che importiamo, provenienti da altri continenti”. I prodotti importati che non rispettano le regole europee in campo sociale e ambientale “fino a oggi hanno creato un meccanismo di concorrenza sleale”, perché “vengono venduti a un prezzo più basso”, ha sottolineato. Questa mancanza di reciprocità nelle norme applicate dai paesi terzi, ha ricordato il presidente di Coldiretti, riguarda tutto il continente europeo, ma “in particolar modo l’Italia, che è il paese più attento a livello globale su ciò che viene fatto nella prassi produttiva in agricoltura, e che rischia ovviamente di essere fortemente penalizzata, perché i suoi prodotti hanno costi e impatti decisamente più alti”.


Riguardo a una possibile revisione anticipata della Politica agricola comune europea (Pac) da parte delle istituzioni Ue, Prandini ha osservato: “Siamo per semplificare la vita delle nostre imprese. Questa Pac non ci è mai piaciuta. L’unico aspetto positivo che eravamo riusciti a modificare, all’inizio, era quello che parlava di una convergenza in termini di valori per tutti gli Stati membri, ed eravamo riusciti a difendere una convergenza interna per i singoli Stati; si tratta di tecnicismi, che però hanno una ricaduta significativa in termini di valore economico”. Ma il presidente di Coldiretti ha insistito soprattutto sulla necessità di una semplificazione burocratica. “Questa è una Politica agricola comune piena di cavilli e di burocrazia, piena di vincoli per le imprese agricole, che in tanti casi, soprattutto per le piccole e medie imprese, non riesce ad avere attuazione rispetto a come storicamente era stato pensato l’utilizzo delle risorse nella Pac”.


Infine, a una domanda sulla dinamica dei prezzi, per cui la la grande distribuzione e altri attori della filiera alimentare spesso assorbono gran parte del valore aggiunto, con forti ricarichi nella vendita al pubblico di prodotti pagati a prezzi non remunerativi agli agricoltori, Prandini ha risposto: “Noi riteniamo che debba essere fatto un grande lavoro, non solo con la distribuzione ma con l’intera filiera agroalimentare. In questi anni l’agricoltura è stato il soggetto più debole, sul quale si sono fatte ricadere tutte le inefficienze del sistema legato alla trasformazione e alla commercializzazione dei prodotti. E’ una situazione che non è più assolutamente sostenibile”. “Basti vedere quali sono i prezzi pagati dei nostri agricoltori, e quelli che sono i prezzi che poi i cittadini e i consumatori a loro volta devono sostenere”, ha osservato. Accanto a lui, un manifestante di Coldiretti esponeva un cesto di radicchio rosso con un cartello che ne indicava il prezzo al produttore (0,70 euro al Kg) e quello finale al consumatore (3 euro al Kg), con un ricarico del 329%. “A fronte di tutto questo – ha riferito il presidente di Coldiretti – nelle scorse ore noi abbiamo denunciato una catena della grande distribuzione, riguardo alle pratiche che vengono attuate sui prezzi esposti, proprio perché riteniamo che questi sistemi non ci debbano più essere. Abbiamo delle regole che li vietano, e dobbiamo pretendere che anche le nostre istituzioni facciano rispettare quelle leggi e quelle regole”, in modo da “avere una trasparenza all’interno dell’intera filiera agroalimentare, partendo da un giusto reddito – ha concluso – che deve essere riconosciuto ai nostri agricoltori”.

IA, McCaul (Bce): “Il punto non è sé, ma come usarla nelle banche”

IA, McCaul (Bce): “Il punto non è sé, ma come usarla nelle banche”Roma, 26 feb. (askanews) – Sull’intelligenza artificiale, per le banche e per le istituzioni che svolgono l’attività di vigilanza sulle stesse “il tema non è più se utilizzarla o meno, ma piuttosto come possa esserlo in maniera efficace e responsabile”. Lo sostiene Elizabeth McCaul, l’esponente “americana” del ramo di vigilanza bancaria della Bce, in una intervista alla rivista specialistica Revue Banque.


Una intervista che è quasi un monologo, dato che ci sono solo due domande sullo stesso argomento: l’IA. Secondo McCaul “può analizzare enormi quantità di dati velocemente e efficacemente, migliorare l’identificazione dei rischi individuando le tendenze dei dati, supportare i processi decisionali e automatizzare i compiti ripetitivi: tutti elementi che possono migliorare il lavoro delle autorità di vigilanza”. Al tempo stesso l’IA presenta dei rischi “che non sono ancora pienamente capiti”. E “le banche fronteggiano lo stesso dilemma. l’IA può migliorare l’esperienza che offrono ai consumatori, migliorare la loro potenziale efficienza e rafforzare i processi di gestione del rischio. Ma mentre cercano di fare leva sulla capacità dell’IA, ci sono sfide e rischi, come nella governance per esempio sulla confidenzialità e l’affidabilità dei dati, sui modelli di gestione e i rischi di contabilità”.


Per questo secondo l’esponente della Vigilanza bancaria Ue “dobbiamo adottare un approccio a prova di futuro per capire utilizzare l’IA. Dovremmo usarla per migliorare le nostre capacità di vigilanza e ottenere maggiori capacità di individuare i rischi che fronteggiano le banche vigilante, mentre la utilizzano”.

L’incontro con il Governo sulla sicurezza sul lavoro per la Cisl è stato ‘positivo, per Cgil e Uil ‘no’

L’incontro con il Governo sulla sicurezza sul lavoro per la Cisl è stato ‘positivo, per Cgil e Uil ‘no’Roma, 26 feb. (askanews) – Il leader della Cgil, Maurizio Landini, giudica “totalmente inadeguato” il metodo di confronto tra Governo e sindacati sulla sicurezza sul lavoro. Il numero uno della confederazione al tavolo ha chiesto di “avviare una vera trattativa per realizzare un piano nazionale di prevenzione e protezione della salute e sicurezza”. “Un incontro positivo e apprezzabile,in cui il Governo ha illustrato alcuni elementi che caratterizzeranno il prossimo decreto sicurezza aprendo al contributo del sindacato per miglioramenti e integrazioni” ha, invece detto al termine dell’incontro a Palazzo Chigi sulla sicurezza il leader Cisl, Luigi Sbarra. “In particolare il ministro Calderone ha preannunciato la volontà di rafforzare controlli, ispezioni, assunzioni, sanzioni e investimenti. Sono misure in parte condivisibili, che rispondono ad alcune priorità avanzate dalla Cisl, ma che per essere davvero efficaci devono essere collegate a una complessiva e concertata strategia nazionale. Aspettiamo di conoscere nel merito i contenuti del decreto per una valutazione completa. Bisogna dare continuità al confronto, renderlo strutturale, costante, per costruire insieme una controffensiva partecipata contro le morti sul lavoro, gli infortuni e le malattie professionali. Pensiamo a un vero e proprio patto che unisca Governo, sindacati e imprese per porre fine a una strage silenziosa che porta via oltre mille vittime ogni anno creando decine di migliaia di infortuni. La Cisl ha indicato la via di un decalogo con cui qualificare questo accordo”. Secondo Sbarra “vanno rafforzati controlli e ispezioni sui luoghi di lavoro. Bisogna assumere più ispettori, medici del lavoro e tecnici della prevenzione, puntare sulla qualità delle imprese con una patente a punti che stabilisca un rating sociale collegato alle gare pubbliche. Occorre estendere regole e procedure del codice degli appalti pubblici anche ai grandi cantieri privati”. Il numero uno della Cisl ha aggiunto che “c’è da fare uno sforzo condiviso sul piano formativo, promuovere ad ogni livello cultura della sicurezza e della legalità, nella consapevolezza che un’azienda più sicura è anche una realtà più innovativa e competitiva. Per questo va fatto un grande investimento sulla prevenzione, le competenze e la comunicazione, anche istituendo la materia nelle scuole dell’obbligo. Secondo la Cisl è poi necessario far evolvere le relazioni industriali in senso partecipativo dando ai delegati della sicurezza maggiori poteri decisionali e di controllo nelle aziende. Il tema delle risorse non può essere un freno: si cominci a usare la totalità dell’avanzo Inail, circa 3 miliardi l’anno che vengono ancora troppo dirottati sulla contabilità generale a copertura del debito pubblico. Non va bene: sono soldi di imprese e lavoratori, lì devono tornare, con progetti coerenti e innalzamento delle rendite delle famiglie colpite”. Al Governo “chiediamo di dare concretezza e profondità a queste proposte dentro un metodo decisionale compartecipato, fondato su una corresponsabilità che impegni ogni parte a comportamenti conseguenti – ha concluso – la Cisl prosegue la sua mobilitazione nazionale avviata giorni fa programmando assemblee nei luoghi di lavoro ed iniziative sindacali nel territorio per un forte ed efficace discussione e sensibilizzazione su questi temi”. Sulla sicurezza sul lavoro dal Governo sono arrivare “risposte non all’altezza” della gravità della situazione e la Cgil “ha intenzione di proseguire la mobilitazione con tutte le forme possibili” ha detto il segretario generale Maurizio Landini al termine dell’incontro a Palazzo Chigi. Alcune delle proposte avanzate dal sindacato e che non hanno trovato riscontro nelle risposte del Governo “non costano – ha poi detto Landini – l’incontro non è stato all’altezza dei bisogni che abbiamo. Per il metodo perché essere convocati alle 8.30 quando hanno il consiglio dei ministri alle 15.30 e ci consegnano un testo dopo un’ora che è iniziato il confronto, dà l’idea non c’è una grande volontà di trovare degli accordi con i sindacati. Poi ci sono cose che non costano, che non fanno e che continuano a non fare”, Landini ha ribadito la richiesta di “ripristinare la parità di trattamento, economico e normativo, per tutti i lavoratori di tutta la filiera degli appalti. Viene lasciata la giungla del subappalto, su questo nessuna risposta. La patente a punti la chiediamo per tutti i settori, il Governo dice che la fa per i cantieri mobili, cioé il 95% degli edili”. Nessuna risposta, ha aggiunto, neanche sull’introduzione del reato di omicidio sul lavoro. “Per il Governo – ha concluso il numero uno della Cgil – deve continuare quel modello folle fatto di appalti e subappalti a cascata e di non rispetto delle norme di legge. Siamo molto lontani dalla sensibilità che ci vorrebbe nei confronti dei lavoratori. Così non va bene”.


“C’è un problema di metodo. Lei dice che oggi ci illustrerà delle proposte che saranno decise nel consiglio dei ministri delle 15.30. Come al solito, però, l’illustrazione è orale. Non abbiamo un testo del documento. Cgil, Cisl e Uil hanno presentato una piattaforma unitaria da circa un anno e mezzo, ma non discutono con il ministro del Lavoro su questo tema da luglio dello scorso anno”. E’ quanto avrebbe detto, secondo quanto si apprende, il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, nel corso del tavolo a Palazzo Chigi sulla sicurezza sul lavoro rivolgendosi al sottosegretario alla presidenza del consiglio, Alfredo Mantovano.

La protesta degli Agricoltori a Bruxelles, Prandini prende le distanze dai violenti

La protesta degli Agricoltori a Bruxelles, Prandini prende le distanze dai violentiBruxelles, 26 feb. (askanews) – “Rispetto alle frange violente” del movimento degli agricoltori europeo “noi ovviamente ci distinguiamo e prendiamo assoluta a distanza”. Lo ha detto il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, parlando con i giornalisti a margine delle nuove manifestazioni delle organizzazioni agricole stamattina a Bruxelles, dove si svolge oggi il Consiglio dei ministri dell’Agricoltura dell’Ue.


“Come Coldiretti – ha continuato Prandini – ci siamo sempre definiti forza amica del Paese, perché le nostre proteste sono sempre civili e democratiche”, focalizzate sulla “attenzione a ribadire le esigenze dei nostri imprenditori, ma senza mescolarci con le frange che portano poi a dei disordini”. Si tratta di disordini, ha puntualizzato il presidente dei Coldiretti, “che sono inconcepibili per noi; anche perché ci allontanano rispetto alla vicinanza che invece dobbiamo avere proprio con i cittadini, e i consumatori stessi”.


E questa presa di distanza di Coldiretti “penso che riguardi anche tanti dei nostri colleghi spagnoli, portoghesi, belgi, che sono a manifestare insieme a noi”, ha concluso Prandini.

Btp Valore: al via collocamento, richieste sfiorano già i 2 miliardi

Btp Valore: al via collocamento, richieste sfiorano già i 2 miliardiMilano, 26 feb. (askanews) – Prende il via oggi la terza emissione del Btp Valore, il titolo di Stato dedicato ai piccoli risparmiatori. A metà mattinata gli ordini sfiorano già i 2 miliardi di euro. Il collocamento termina venerdì 1 marzo (salvo chiusura anticipata).


Previsti tassi cedolari (trimestrali) minimi garantiti pari al 3,25% per i primi tre anni e al 4% per i successivi tre anni. Alla scadenza dei sei anni è previsto un premio finale extra pari allo 0,7% del capitale investito.

Revolut lancia Robo-Advisor in Italia e automatizza gli investimenti

Revolut lancia Robo-Advisor in Italia e automatizza gli investimentiRoma, 25 feb. (askanews) – Revolut, la app finanziaria con oltre 35 milioni di clienti in tutto il mondo, ha lanciato il proprio servizio di Robo-Advisor in Italia. Il nuovo prodotto consente ai clienti di risparmiare tempo e automatizzare gli investimenti in base alle loro esigenze.


Il Robo-Advisor di Revolut aiuta i clienti a investire attraverso un portafoglio diversificato senza dedicare ore alla ricerca e a gestire continuamente i propri portafogli. Il nuovo prodotto è vantaggioso per i clienti che non hanno il tempo di fare ricerche approfondite e investire attivamente, o che hanno un’esperienza di trading limitata o assente. Il Robo-Advisor di Revolut offrirà un portafoglio completamente diversificato e personalizzato basato sugli input dei clienti alle domande che identificheranno, tra l’altro, la loro tolleranza al rischio e gli obiettivi finanziari. Una volta che un cliente deposita denaro nel proprio portafoglio, il Robo-Advisor lo investe automaticamente nel mercato e monitora e gestisce continuamente il portafoglio del cliente. L’importo minimo dell’investimento iniziale per ottenere l’accesso a Robo-Advisor è di EUR 100. Robo-Advisor avrà una commissione annuale di gestione del portafoglio pari allo 0,75% del valore del portafoglio, addebitata ogni mese.


I clienti possono impostare trasferimenti ricorrenti a partire da 10 euro al proprio portafoglio Robo-Advisor per beneficiare appieno della tecnologia. I trasferimenti ricorrenti consentono ai clienti di aumentare le dimensioni del proprio portafoglio in tempi e frequenze predefiniti e aiutano a impegnarsi a investire regolarmente e a ridurre l’impatto della volatilità dei prezzi a breve termine. Robo-Advisor riequilibrerà automaticamente i portafogli dei clienti in base alla performance degli asset all’interno del portafoglio ed eseguirà revisioni periodiche per mantenere la tolleranza al rischio dei clienti e tenere in considerazione l’allocazione del portafoglio.


Rolandas Juteika, Head of Wealth and Trading (EEA) afferma: “Siamo entusiasti di aggiungere il Robo-Advisor alla nostra suite di prodotti wealth & trading. Sappiamo che molti dei nostri clienti non hanno il tempo di gestire un portafoglio o di investire in singoli titoli. Infatti, il 53% dei clienti intervistati lo scorso anno ha affermato di non sapere semplicemente da dove cominciare quando si tratta di investire. Creati per rendere gli investimenti più accessibili, vogliamo dare ai nostri clienti la possibilità di far sì che i loro soldi lavorino per loro in quella che crediamo sarà una soluzione su misura e senza stress. Stiamo lavorando attivamente per ampliare la gamma di opportunità di investimento disponibili attraverso il nostro Robo-Advisor e per integrare ancora più strumenti di pianificazione finanziaria”.

Faro dell’Ecofin sulla competitività, e Draghi chiede all’Ue “azioni coraggiose”

Faro dell’Ecofin sulla competitività, e Draghi chiede all’Ue “azioni coraggiose”Roma, 24 feb. (askanews) – Fari sulla competitività alla seconda e conclusiva giornata delle riunioni dei ministri delle finanze dell’Unione europea in Belgio, a Gand, ai vertici informali di Eurogruppo e Ecofin. Al centro della giornata di oggi c’è stato confronto dei ministri con Mario Draghi, a cui la Commissione europea ha affidato il compito di stilare un rapporto proprio sul nodo della competitività.


E secondo l’ex presidente del Consiglio e della Bce, l’Ue deve decidere “azioni coraggiose” per finanziare gli investimenti necessari per la transizione verde e digitale, per la difesa e per mantenere il suo modello di coesione sociale. Fonti dello staff di Draghi hanno riferito che dal dibattito “è emerso un forte accordo tra i ministri delle Finanze dell’Ue sulla diagnosi presentata da Draghi, ma anche un sentimento condiviso sul senso dell’urgenza di agire. Le discussioni hanno mostrato una convergenza su quali elementi siano necessari per ripristinare la competitività, come la riduzione dei prezzi elevati dell’energia, la riduzione degli oneri normativi e il sostegno a un mercato unico forte, che va completato”.


Inoltre, “sono emersi diversi punti di vista su come affrontare la questione degli investimenti pubblici a livello nazionale, e l’impatto che avrebbero sullo spazio di bilancio degli Stati membri le nuove regole dell’Ue” sulla revisione del Patto di stabilità, recentemente approvate. “Lo stesso vale per come il prossimo bilancio dell’Ue potrebbe essere strutturato – hanno aggiunto le fonti – per sostenere gli sforzi per gli investimenti nella doppia transizione”. Draghi, poi, ha concluso “sottolineando la necessità di azioni coraggiose se vogliamo finanziare i costi della doppia transizione e della difesa, e mantenere i nostri modelli sociali e la coesione sociale”.


Nella conferenza stampa al termine dell’Ecofin, il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis ha avvertito: “l’Unione europea è sotto pressione e dobbiamo rilanciare la nostra strategia per restare al passo” con il resto del mondo. “Vediamo alcune aree chiave. Sul mercato unico dei capitali stiamo prendendo azioni per rafforzarlo e rimuovere le barriere. Inoltre – ha proseguito – vogliamo massimizzare i benefici della natura aperta dell’Ue, minimizzando le vulnerabilità strategiche, questo riguarda anche la sicurezza. “Stiamo anche compiendo tanti passi per fare sì che anche le nostre imprese restino attrattive e che generino investimenti, specialmente nel privato – ha detto – per realizzare i nostri obiettivi”. In questo ambito sarà rilevante il rapporto sulla competitività a cui sta lavorando l’ex premier italiano, Mario Draghi, ha rilevato.


Resta il dubbio che dopo queste volenterose dichiarazioni di intenti, e dopo che con il nuovo Parlamento europeo saranno stati completati i rapporti sia di Draghi che dell’altro ex premier italiano, Enrico Letta, al dunque le iniziative concrete risultino più timide e faticose. Ma, ha osservato l’esponente lettone “penso che ci sia molta più consapevolezza oggi, sul fatto che fronteggiamo una serie sfide sulla competitività nell’economia europea e che dobbiamo intervenire su queste sfide, sia per assicurare una crescita sostenuta di economia e posti di lavoro, sia per restare rilevanti a livello geopolitico”. “Quindi – ha concluso Dombrovskis – uno si può attendere una volontà di agire da parte degli Stati membri, su temi che ci stanno toccando, maggiore rispetto a quanto ce ne fosse forse solo pochi pochi anni fa”. E secondo il ministro delle Finanze del Belgio, il paese che ha la presidenza di turno dell’Ue, Vincent van Peteghem “quando ci sta un rapporto devi assicurarti che venga seguito da azioni. E sappiamo tutti, l’ho anche detto stamattina durante le discussioni, che in Europa siamo stati in grado di fare alcuni passi rilevanti durante le fasi difficili. Dobbiamo usare questi report (di Draghi e di Letta) come una leva per prendere decisioni importanti”. (foto European Union)

Faro Ecofin sulla competitività, Draghi chiede azioni coraggiose

Faro Ecofin sulla competitività, Draghi chiede azioni coraggioseRoma, 24 feb. (askanews) – Fari sulla competitività alla seconda e conclusiva giornata delle riunioni dei ministri delle finanze dell’Unione europea in Belgio, a Gand, ai vertici informali di Eurogruppo e Ecofin. Al centro della giornata di oggi c’è stato confronto dei ministri con Mario Draghi, a cui la Commissione europea ha affidato il compito di stilare un rapporto proprio sul nodo della competitività.


E secondo l’ex presidente del Consiglio e della Bce, l’Ue deve decidere “azioni coraggiose” per finanziare gli investimenti necessari per la transizione verde e digitale, per la difesa e per mantenere il suo modello di coesione sociale. Fonti dello staff di Draghi hanno riferito che dal dibattito “è emerso un forte accordo tra i ministri delle Finanze dell’Ue sulla diagnosi presentata da Draghi, ma anche un sentimento condiviso sul senso dell’urgenza di agire. Le discussioni hanno mostrato una convergenza su quali elementi siano necessari per ripristinare la competitività, come la riduzione dei prezzi elevati dell’energia, la riduzione degli oneri normativi e il sostegno a un mercato unico forte, che va completato”.


Inoltre, “sono emersi diversi punti di vista su come affrontare la questione degli investimenti pubblici a livello nazionale, e l’impatto che avrebbero sullo spazio di bilancio degli Stati membri le nuove regole dell’Ue” sulla revisione del Patto di stabilità, recentemente approvate. “Lo stesso vale per come il prossimo bilancio dell’Ue potrebbe essere strutturato – hanno aggiunto le fonti – per sostenere gli sforzi per gli investimenti nella doppia transizione”. Draghi, poi, ha concluso “sottolineando la necessità di azioni coraggiose se vogliamo finanziare i costi della doppia transizione e della difesa, e mantenere i nostri modelli sociali e la coesione sociale”.


Nella conferenza stampa al termine dell’Ecofin, il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis ha avvertito: “l’Unione europea è sotto pressione e dobbiamo rilanciare la nostra strategia per restare al passo” con il resto del mondo. “Vediamo alcune aree chiave. Sul mercato unico dei capitali stiamo prendendo azioni per rafforzarlo e rimuovere le barriere. Inoltre – ha proseguito – vogliamo massimizzare i benefici della natura aperta dell’Ue, minimizzando le vulnerabilità strategiche, questo riguarda anche la sicurezza. “Stiamo anche compiendo tanti passi per fare sì che anche le nostre imprese restino attrattive e che generino investimenti, specialmente nel privato – ha detto – per realizzare i nostri obiettivi”. In questo ambito sarà rilevante il rapporto sulla competitività a cui sta lavorando l’ex premier italiano, Mario Draghi, ha rilevato.


Resta il dubbio che dopo queste volenterose dichiarazioni di intenti, e dopo che con il nuovo Parlamento europeo saranno stati completati i rapporti sia di Draghi che dell’altro ex premier italiano, Enrico Letta, al dunque le iniziative concrete risultino più timide e faticose. Ma, ha osservato l’esponente lettone “penso che ci sia molta più consapevolezza oggi, sul fatto che fronteggiamo una serie sfide sulla competitività nell’economia europea e che dobbiamo intervenire su queste sfide, sia per assicurare una crescita sostenuta di economia e posti di lavoro, sia per restare rilevanti a livello geopolitico”. “Quindi – ha concluso Dombrovskis – uno si può attendere una volontà di agire da parte degli Stati membri, su temi che ci stanno toccando, maggiore rispetto a quanto ce ne fosse forse solo pochi pochi anni fa”. E secondo il ministro delle Finanze del Belgio, il paese che ha la presidenza di turno dell’Ue, Vincent van Peteghem “quando ci sta un rapporto devi assicurarti che venga seguito da azioni. E sappiamo tutti, l’ho anche detto stamattina durante le discussioni, che in Europa siamo stati in grado di fare alcuni passi rilevanti durante le fasi difficili. Dobbiamo usare questi report (di Draghi e di Letta) come una leva per prendere decisioni importanti”.

Lactalis: faremo ricorso contro sanzioni, danno economico infondato

Lactalis: faremo ricorso contro sanzioni, danno economico infondatoMilano, 24 feb. (askanews) – Nel 2023 le modifiche contrattuali proposte hanno consentito agli allevatori di ricavare 40 milioni di euro, oltre il 10% in più rispetto a quanto stipulato inizialmente con un prezzo in linea con il mercato. Lo precisa una nota di Lactalis che, considerando “totalmente infondato” il danno economico presunto, annuncia che la propria controllata Italatte proporrà ricorso per tutte le eventuali sanzioni che verranno comminate.


“Il tema di un modello di definizione del prezzo del latte che sia sostenibile per l’intera filiera rappresenta oggi una priorità che deve essere affrontata con il coinvolgimento attivo di tutti gli operatori economici e istituzionali”, ha commentato Giovanni Pomella, amministratore delegato di Lactalis in Italia. “In questo senso auspichiamo di proseguire nella linea del dialogo corretto e collaborativo con tutti gli attori del settore aprendo un tavolo di confronto per una campagna salva-latte che permetta di tutelare l’intera filiera. A questo proposito richiederò personalmente un incontro al Ministro Lollobrigida”. (segue)