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Bce, attese consumatori inflazione a 12 mesi calano ancora al 3%

Bce, attese consumatori inflazione a 12 mesi calano ancora al 3%Roma, 26 apr. (askanews) – Nuove attenuazioni sull’inflazione percepita e attesa dai consumatori nell’area euro. Secondo l’ultima indagine mensile effettuata dalla Bce, sulla media dei 12 mesi trascorsi hanno percepito un livello di crescita dei prezzi al consumo del 5%, rispetto al più 5,5% riportato nell’indagine precedente. L’aspettativa mediana per l’inflazione sui prossimi 12 mesi si è limata al 3%, rispetto al 3,1% di un mese fa. Sono rimaste invece invariate le aspettative mediane di inflazione sui prossimi tre anni, al 2,5%.


La Bce riporta anche una moderazione delle incertezze sul futuro dell’inflazione da parte dei consumatori. Per quanto riguarda redditi e consumi, le famiglie dell’eurozona hanno visto leggermente attenuarsi le aspettative sulla crescita dei redditi all’1,3% a marzo, dall’1,4% segnato a febbraio. La percezione sulla crescita delle spese sui passati 12 mesi è rimasta stabile al 6,4% mentre mentre l’aspettativa sulla crescita delle spese future si è limata al 3,6%, dal 3,7% del mese precedente.


Per l’economia in generale, le attese dei consumatori per i prossimi 12 mesi sono rimaste ferme a livelli negativi che corrispondono a un calo dell’1,1% del prodotto, sempre secondo l’indagine della Bce. Le aspettative sulla disoccupazione sui prossimi 12 mesi si sono attenuate al 10,7%, dal 10,9% di febbraio. Secondo l’indagine i consumatori continuano a ritenere che la disoccupazione futura sarà solo leggermente superiore rispetto rispetto al livello che percepiscono attualmente (10,4%). Le attese del pubblico sull’inflazione sono un elemento che la Banca centrale monitora per valutare se vi siano potenziali pressioni. Il 6 giugno tornerà a riunirsi il Consiglio direttivo per le decisioni monetarie e l’attesa prevalente è che operi un taglio dei tassi di interesse da 25 punti base, il primo dopo una lunga fase di aumenti, conclusa nel settembre del 2023, per contrastare l’alta inflazione.

Anglo American respinge offerta di aggregazione di Bhp

Anglo American respinge offerta di aggregazione di BhpRoma, 26 apr. (askanews) – Il gigante minerario Anglo American ha respinto la proposta di aggregazione avanzata dalla rivale Bhp, affermando che “sottovaluta in maniera rilevante” la società e le sue prospettive. In una nota, il presidente del gruppo, Stuart Chambers parla di “proposta opportunistica” e “fortemente non attraente”, e che verrebbe a creare “una notevole incertezza su i rischi di attuazione, quasi interamente a carico di Anglo American e dei suoi azionisti”.


Ieri il gruppo aveva confermato con un comunicato, a seguito di indiscrezioni di stampa, di aver ricevuto un’offerta non sollecitata e non vincolante da parte del gruppo Bhp Limited. Prevede una operazione interamente basata su scambio di azionari e lo scorporo di tutte le attività di Anglo American sul platino. Sulla base di questo parere di sottovalutazione e di condizioni non incentivanti, il Consiglio di amministrazione “ha deciso all’unanimità di respingere la proposta”. A Londra le azioni del gruppo Anglo American segnano un meno 1% a 2.534 sterline; sulla piazza australiana Bhp ha perso il 3,43% a 57,21 dollari.

Bce, Panetta: la politica monetaria non sia ostacolo a crescita

Bce, Panetta: la politica monetaria non sia ostacolo a crescitaRoma, 25 apr. (askanews) – “Nelle sue proiezioni più recenti, il Fondo monetario internazionale prevede che gli Stati Uniti cresceranno più del triplo rispetto all’area euro nel 2024 (2,7% rispetto allo 0,8%). La politica monetaria non è certamente l’unica e nemmeno la principale causa di questa divergenza, ma è importante che non diventi un ostacolo inutile che impedisce all’area dell’euro di realizzare il suo pieno potenziale”. Lo ha detto il governatore della banca d’Italia, Fabio Panetta, nel suo intervento “Monetary policy in a shifting landscape”, in occasione dell’Inaugural Conference of the Research Network on ‘Challenges for Monetary Policy Transmission in a Changing World’ (ChaMP).


“Con l’inflazione che si avvicina progressivamente al nostro obiettivo, sorge la domanda su quale dovrebbe essere la prossima mossa della Bce – ha aggiunto -. L’emergere di rischi al ribasso sulle prospettive implica che la Bce dovrebbe considerare la possibilità che la politica monetaria possa divenire, andando avanti, ‘troppo restrittiva’. La politica monetaria è ovviamente troppo restrittiva se finisce per provocare una crisi profonda di recessione, ma è anche troppo restrittiva se spinge l’inflazione al di sotto del target e provoca un stagnazione economica prolungata. Siamo ragionevolmente lontani dal primo scenario, ma noi non possiamo (ancora) escludere la seconda”.

Europarlamento approva norme per una industria zero emissioni nette

Europarlamento approva norme per una industria zero emissioni netteRoma, 25 apr. (askanews) – Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva oggi a Strasburgo, con 361 voti favorevoli, 121 contrari e 45 astensioni, il regolamento Ue per il sostegno all’industria “a zero emissioni nette”, che mira a rafforzare in alcuni settori chiave la produzione nell’Unione delle tecnologie necessarie per la decarbonizzazione, evitando le delocalizzazioni e la dipendenza eccessiva da paesi extraeuropei.


Il regolamento (noto con la sigla Nzia, dall’inglese “Net-Zero Industry Act”) semplificherà le procedure di autorizzazione nei settori chiave individuati, fissando scadenze massime per l’autorizzazione dei progetti in funzione delle loro caratteristiche. E’ prevista anche la creazione di poli industriali che aggregheranno diverse aziende a zero emissioni nette (“net-zero acceleration valley”), in cui sarà delegata agli Stati membri parte della raccolta di informazioni per le valutazioni ambientali, che saranno più rapide. Saranno applicati, infine, nuovi criteri di “sostenibilità e resilienza” agli appalti pubblici e alle aste per le fonti energetiche rinnovabili. Oggetto del sostegno pubblico previsto dal regolamento saranno tutte le tecnologie relative alle fonti rinnovabili, la decarbonizzazione industriale, la rete elettrica, le tecnologie di stoccaggio e accumulo dell’energia, gli elettrolizzatori per l’idrogeno verde, le biotecnologie, nonché il nucleare e gli impianti di sequestro e stoccaggio della CO2. Questi due ultimi punti sono stati fortemente criticati dai Verdi e dalle Ong ambientaliste. E infatti proprio i Verdi hanno votato contro il regolamento, o si sono astenuti. Contrari, per le stesse ragioni, anche gli eurodeputati del M5s presenti al voto.


Un altro problema sta nel fatto che il regolamento non prevede finanziamenti Ue dedicati a supportare queste tecnologie, a parte la possibilità di “ripescare” fondi dai proventi nazionali del Sistema europeo di scambio dei permessi di emissione (Ets) e dalla piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa (“Step”). Ma lo “Step”, a sua volta, dispone di poche risorse, dopo che la proposta iniziale di creare un “Fondo di sovranità europeo”, annunciata dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen nel settembre del 2022, era stata bloccata dall’opposizione degli Stati membri “frugali”. Il Regolamento Nzia, che era già stato oggetto di un accordo in “trilogo” con il Consiglio Ue il 7 febbraio scorso, fissa per l’Unione l’obiettivo, da raggiungere entro il 2030, di produrre il 40% del suo fabbisogno annuo di tecnologie a zero emissioni nette, e di raggiungere il 15% del valore del mercato globale per queste tecnologie. Questi obiettivi, tuttavia, sono indicativi e non obbligatori. Si cercherà di raggiungerli sulla base dei piani nazionali per l’energia e il clima (Pnec), presentati da ciascuno Stato membro.


Il regolamento prevede nuovi criteri “di sostenibilità e resilienza”, oltre ai normali criteri di prezzo, a cui dovranno attenersi gli Stati membri nel finanziare i piani nazionali di sostegno per incentivare famiglie e consumatori a installare tecnologie come i pannelli solari e le pompe di calore, e nell’organizzare le procedure di appalto pubblico e le aste per la diffusione di fonti di energia rinnovabili. Questi criteri diversi dal prezzo mirano a favorire la produzione nell’Unione rispetto a quella importata, premiano l’innovazione, la tutela dell’ambiente, l’integrazione nella rete elettrica, la “resilienza” delle catene del valore (intesa come bassa dipendenza da un solo paese extra Ue, inferiore al 50% dell’approvvigionamento).


Il regolamento dovrà ora essere formalmente adottato dal Consiglio Ue prima di entrare in vigore.

Piazza Affari chiude in ribasso su incertezza tassi e Pil Usa

Piazza Affari chiude in ribasso su incertezza tassi e Pil UsaRoma, 25 apr. (askanews) – Piazza Affari archivia la seduta in ribasso, sotto pressione per le incertezze sui tassi d’interesse, lasciato invariati dalla Bce e sul Pil Usa risultato nel terzo trimestre al di sotto delle attese degli analisti. L’Ftse Mib ha ceduto l0 0,97%, a 33.939 punti. Lo spread Bt-Bund si attesta a 135 punti base.


Sul listino, cali per Iveco (-3,14%) e Moncler (-3,05%), mentre avanzano Bper (+1,92%) e Stm (+0,98%). Bene anche gli energetici, con i rialzi di Hera (+0,83%) ed Erg (+0,82%).

Usa, Pil I trim. frena a +1,6%, inflazione PCE balza a +3,4%

Usa, Pil I trim. frena a +1,6%, inflazione PCE balza a +3,4%New York, 25 apr. (askanews) – Il Prodotto interno lordo statunitense, nel primo trimestre del 2024, secondo la prima lettura, appena pubblicata dal dipartimento del Commercio è salito dell’1,6%. Nel IV trimestre del 2023 si era registrato un +3,4%, dato confermato e rivisto. Le attese degli analisti prevedevano un rialzo del 2,4%.


Il dato Pce sull’inflazione è aumentato del 3,4% contro il +1,8%, registrato nel IV trimestre del 2023. Il dato ‘core’, quello che esclude dal calcolo i prezzi energetici e alimentari, è salito del 3,7%, molto più del 2%, registrato nel IV trimestre del 2023.

Ue, Ita-Lufthansa, Giorgetti incontra Vestager oggi a Bruxelles

Ue, Ita-Lufthansa, Giorgetti incontra Vestager oggi a BruxellesStrasburgo, 25 apr. (askanews) – Il ministro dell’Economia e Finanza, Giancarlo Giorgetti, incontrerà oggi, dopo mezzogiorno, a Bruxelles la vicepresidente esecutiva della Commissione europea responsabile per la Concorrenza, Margrethe Vestager, per discutere della progetto di acquisizione della compagnia aerea italiana Ita da parte della tedesca Lufthansa. Lo hanno confermato diverse fonti comunitarie da Bruxelles.


La Commissione, agendo come antitrust comunitario, sta conducendo un’indagine approfondita sull’operazione, e ha chiesto alle due compagnie di attuare una serie di “rimedi” per evitare il rischio di posizione dominante da parte dell’operatore risultante dalla fusione, in particolare nell’aeroporto di Milano-Linate, e per garantire condizioni di concorrenza nella distribuzione degli slot in certi aeroporti e su determinate rotte a corto e a lungo raggio. I “rimedi” sono già stati presentati dalle due compagnie, e della loro rispondenza ai requisiti chiesti da Bruxelles discuteranno presumibilmente Giorgetti e Vestager. La data di scadenza dell’indagine approfondita, entro cui la Commissione comunicherà le sue conclusioni, è fissata al 6 giugno.

Bhp propone maxi-fusione in minerario con Anglo American

Bhp propone maxi-fusione in minerario con Anglo AmericanRoma, 25 apr. (askanews) – Il colosso minerario Anglo American, con sede nel Regno Unito, afferma di essere stato contattato dal rivale più grande BHP per una potenziale offerta di acquisizione multimiliardaria. Anglo American ha detto alla BBC che la proposta è attualmente all’esame del consiglio di amministrazione ma non ha rivelato il valore dell’offerta.


BHP non ha risposto immediatamente ad una richiesta di commento da parte della BBC. Se l’accordo andasse in porto, si tratterebbe di una delle più grandi fusioni del settore minerario degli ultimi anni.


Anglo American – che gestisce miniere in paesi come Cile, Sud Africa, Brasile e Australia – ha un valore di borsa di circa 29 miliardi di sterline. BHP, con sede in Australia, è la più grande società mineraria quotata in borsa al mondo, con una valutazione di mercato di circa 229 miliardi di dollari australiani (149 miliardi di dollari).


La mossa arriva un anno dopo che BHP ha acquistato il produttore di rame Oz Minerals per 9,6 miliardi di dollari australiani (6,2 miliardi di dollari; 5 miliardi di sterline). Se finalizzato, l’accordo aumenterebbe l’accesso di BHP al rame, attraverso le operazioni di Anglo American in Sud America. Quest’anno – riporta la Bbc – il prezzo del rame è aumentato sui mercati globali di oltre il 15%.


La proposta di BHP subordina qualsiasi offerta alla rinuncia di Anglo American alla sua partecipazione nelle operazioni di platino e minerale di ferro in Sud Africa. Secondo le norme del Regno Unito su fusioni e acquisizioni, BHP ha tempo fino alla chiusura delle attività, prevista per il 22 maggio, per presentare un’offerta formale ad Anglo American.

L’Europarlamento approva la revisione della Politica agricola comune

L’Europarlamento approva la revisione della Politica agricola comuneStrasburgo, 24 apr. (askanews) – La plenaria del Parlamento europeo ha approvato questo pomeriggio a Strasburgo, con 425 voti favorevoli, 130 contrari e 33 astensioni, una revisione che mira a semplificare il regolamento sui piani strategici della Politica agricola comune (Pac) e il regolamento orizzontale della Pac.


Il testo adottato include le modifiche tecniche alla proposta originaria della Commissione, che erano state proposte dal Consiglio Ue il 26 marzo scorso. Con questa revisione della Pac, sono state accolte in gran parte le richieste della protesta europea degli agricoltori, riducendo o eliminando del tutto norme e obblighi per la protezione dell’ambiente e della biodiversità (standard di “eco-condizionalità”) che erano stati introdotti nella nuova Pac per il periodo 2023-2027, come condizione per accedere alle sovvenzioni comunitarie.


In particolare, viene abolito l’obbligo di mantenere una superficie a riposo, non produttiva, pari ad almeno il 4% dell’area coltivabile per ogni azienda agricola; e l’obbligo di rotazione delle colture per i seminativi potrà essere sostituito dagli Stati membri con la diversificazione delle colture, specialmente in zone soggette a siccità o a forti precipitazioni. Complessivamente, degli attuali nove standard di “buone condizioni agronomiche e ambientali”, ai quali gli agricoltori dovevano attenersi per ottenere i pagamenti della Pac, solo tre rimarranno invariati: gli obblighi di protezione minima per le zone umide e le torbiere, il divieto di bruciare le stoppie dei seminativi, e il mantenimento di fasce tampone lungo i corsi d’acqua.


Verranno poi eliminati i controlli da parte degli Stati membri (e le sanzioni previste in caso di violazione) riguardo al rispetto dei requisiti di condizionalità ambientale per le aziende agricole con superficie coltivata inferiore ai 10 ettari. L’abolizione delle multe sarà retroattiva, applicabile a partire dall’inizio del 2024. Secondo la Commissione europea, comunque, se le aziende inferiori ai 10 ettari sono il 65% di quelle attive nell’Ue, la superficie agricola che coprono è pari ad appena il 10% il totale. Gli obblighi ambientali, dunque, continueranno ad applicarsi al 90% delle aree coltivate.


Gli agricoltori avranno ancora l’obbligo di mantenere gli elementi caratteristici del paesaggio esistenti, e resta il divieto di tagliare siepi e alberi nella stagione della riproduzione e della nidificazione degli uccelli. Mantenere terreni a riposo o creare nuovi elementi caratteristici del paesaggio, attraverso “regimi ecologici”, non sarà più un obbligo, ma una possibilità volontaria incentivata. Per accelerare l’adozione della revisione della Pac, il Parlamento europeo ha accettato di trattare il caso secondo la cosiddetta “procedura d’urgenza”. Il tempo passato dalla proposta iniziale della Commissione, presentata il 15 marzo sotto la pressione della protesta degli agricoltori, fino all’approvazione di oggi è effettivamente un record per gli standard dell’Ue. Il regolamento dovrà ora essere approvato formalmente dal Consiglio, e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Ue, per poi entrare immediatamente in vigore. Gli agricoltori potranno già applicare da quest’anno le nuove condizioni, alleggerite e semplificate, per le loro richieste di sostegno finanziario da parte dell’Ue.

L’Europarlamento approva il regolamento Ten-T sulle reti di trasporto transeuropee

L’Europarlamento approva il regolamento Ten-T sulle reti di trasporto transeuropeeStrasburgo, 24 apr. (askanews) – La plenaria del Parlamento europeo ha approvato in via definitiva, oggi a Strasburgo, con 565 voti favorevoli, 37 voti contrari e 29 astensioni, il regolamento sugli orientamenti per lo sviluppo di reti transeuropee di trasporto (Ten-T).


Il regolamento aggiorna i piani per la rete di ferrovie, strade, vie navigabili interne e rotte marittime a corto raggio collegate attraverso porti e terminali in tutta l’Ue, mira a eliminare i colli di bottiglia e a stabilire i collegamenti mancanti, e prevede il completamento entro il 2030 dei principali progetti (strade, ferrovie, ponti e gallerie) riguardanti la “rete centrale” delle Ten-T. Secondo il regolamento, tra i progetti italiani che potrebbero ottenere, se approvati, finanziamenti europei nell’ambito delle reti Ten-T, figurano, tra gli altri, il ponte sullo stretto di Messina e le tratte ferroviarie ad alta velocità Milano-Treviglio-Verona e Bologna-Ancona-Pescara-Foggia.


Gli attuali progetti di trasporto transeuropeo (TEN-T) comprendono già collegamenti quali la ferrovia Baltica tra Helsinki e Varsavia, il tunnel di base del Brennero che collega l’Austria e l’Italia, la linea ferroviaria ad alta velocità Lisbona-Madrid. Entro la fine del 2030, le ferrovie della rete centrale Ten-T dovranno essere tutte elettrificate, prevedere una velocità di 100 km/h per il trasporto merci, e consentire l’attraversamento delle frontiere interne dell’Ue in meno di 25 minuti in media. Una velocità minima di 160 km/h dovrà diventare la norma sui treni passeggeri entro la fine del 2040.


I principali aeroporti europei (con oltre 12 milioni di passeggeri all’anno) saranno collegati alla rete ferroviaria transeuropea. Per garantire migliori condizioni di riposo per i conducenti di camion, lungo le principali strade dell’Ue dovranno essere allestiti parcheggi sicuri e protetti almeno ogni 150 km. A causa della guerra in Ucraina, saranno sospesi i progetti di infrastrutture di trasporto con la Russia e la Bielorussia, e rafforzati invece i legami con l’Ucraina e la Moldova.


In caso di coinvolgimento di imprese di paesi terzi nei principali progetti Ten-T, gli Stati membri dovranno informare la Commissione europea delle misure adottate per limitare qualsiasi rischio per la sicurezza. “Il regolamento, se verrà attuato come previsto, consentirà al trasporto ferroviario di competere con il trasporto su strada. È ora responsabilità della Commissione assicurarsi che gli Stati membri adempiano ai loro doveri, ed esercitare la necessaria pressione su di loro se non agiscono di conseguenza”, ha osservato la relatrice Barbara Thaler (Ppe). Una volta adottato formalmente dal Consiglio Ue, il regolamento entrerà in vigore 20 giorni dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Ue.