Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Gentiloni: fiducia in ripresa da metà anno, in Italia e in Ue

Gentiloni: fiducia in ripresa da metà anno, in Italia e in UeBruxelles, 15 feb. (askanews) – Fiducia nella ripresa economica in Europa e in Italia a partire dalla metà di quest’anno, dopo le difficoltà registrate in molti paesi la bassa crescita degli ultimi due anni, nella discesa dell’inflazione, più forte in Italia che altrove, sul ruolo positivo che stanno svolgendo e continueranno a svolgere fino al 2026 il Pnrr nazionali del “NextGenerationEU”, con l’avvertimento che comunque qualcosa di simile (finanziamento comune per obiettivi comuni) bisognerà trovare per il periodo successivo, se l’Ue vuole restare competitiva a livello globale.


E’ quanto ha affermato, in sintesi, il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, incontrando i giornalisti italiani dopo la sua conferenza stampa di presentazione delle Previsioni economiche d’inverno della Commissione, oggi a Bruxelles. Gentiloni ha anche colto l’occasione per una puntualizzazione sulla riforma del Patto di stabilità, ormai prossima all’approvazione finale da parte del Consiglio Ue e dell’Europarlamento, sottolineandi che le nuove regole sono “migliori delle vecchie, più graduali e più favorevoli agli investimenti e all’autonomia di ciascun paese”, e osservando che appaiono più restrittive solo se il paragone viene fatto con i tre anni scorsi in cui il vecchio Patto di stabilità era stato sospeso.


“Le nostre previsioni economiche – ha detto il commissario – descrivono una situazione in cui l’economia europea rallenta e ha evitato la recessione, ciò  che in un panorama così complicato è comunque un risultato. Ma ha avuto una crescita molto bassa e continuerà ad avere una crescita piuttosto bassa anche quest’anno. Nell’insieme siamo fiduciosi, tuttavia, che a partire dalla seconda metà del 2024 e poi nel 2025 l’attività economica possa riprendere con maggiore slancio”. “Questo vale – ha proseguito Gentiloni – per l’insieme dell’Europa, ma anche per  l’Italia. L’Italia ha dati che sono in genere nella media europea e quindi può avere fiducia che a partire dalla seconda metà del prossimo anno, e poi nel 2025, ci sia una ripresa dell’attività”. Ma, ha avvertito, “per questa ripresa è molto importante l’insieme di riforme e di investimenti del Pnrr”.


Quanto all’inflazione, “sta scendendo più rapidamente di quanto avessimo previsto, e lo sta facendo in modo particolare in Italia. Se guardiamo ai diversi paesi europei, l’aspettativa di inflazione per quest’anno in Italia è tra i più bassi, del 2%, e questo naturalmente è in parte il riflesso di una rallentamento dell’economia, ma in parte è anche una buona notizia per i bilanci familiari, e per l’insieme del potere d’acquisto nel nostro paese”. A un giornalista che chiedeva se, dopo le buone performance del post-Covid, non ci sia il rischio che si ritorni all’Italia fanalino di coda della crescita in Europa, Gentiloni ha replicato: “Io penso che dovremmo mettere un po’ in archivio questa immagine dell’Italia fanalino di coda; ammesso che sia stata stabilmente la realtà, perché anche quando se ne parlava molto, forse non era fino in fondo la realtà”.


Comunque, ha rilevato il commissario, “quello che vediamo oggi è che abbiamo in difficoltà nella crescita soprattutto alcune zone dell’Ue: l’Europa centrale, i paesi nordici e i paesi baltici; sono paesi che hanno avuto crescita negativa l’anno scorso. Mentre altri paesi hanno avuto una crescita moderata. Io ho l’ambizione di ritenere che questo si deve anche al fatto che un grosso impegno di Fondi comuni europei, attraverso il Pnrr, ha contribuito a evitare un allargarsi di differenze” tra le economie degli Stati membri, “o addirittura ha fatto avanzare alcuni paesi che normalmente erano più in difficoltà”. Alla domanda se non tema che il nuovo Patto di stabilità soffochi la crescita, in particolare per paesi come l’Italia, viste le modifiche che ha subito nel negoziato tra gli Stati membri in direzione di un ritorno al rigore di bilancio, rispetto alla proposta originaria della Commissione, Gentiloni ha risposto: “Dobbiamo sempre paragonare le nuove regole alle regole esistenti. A volte pensiamo che le regole fossero quelle dei tre anni in cui, con una certa fatica, abbiamo ottenuto la loro sospensione. Certo, se uno fa il paragone con i tre o quattro anni in cui le vecchie regole erano sospese, puó dire che le nuove regole sono restrittive”. “Ma se invece il paragone viene fatto con le regole esistenti, perché – ha ricordato il commissario – dal primo gennaio siamo tornati a quelle precedenti, si scopre che le regole che abbiamo introdotto e che spero verranno ora formalizzate, sono – ha indicato – più realistiche, più graduali, più favorevoli agli investimenti, più favorevoli all’autonomia di ciascun paese”. Quanto alla preoccupazione, da lui già espressa più volte, sul fatto che dopo il 2026, scaduti i finanziamenti per i Pnrr, sarà necessario introdurre un nuovo meccanismo simile per sostenere e finanziare la politica industriale per la doppia transizione, digitale e ambientale, e per l’industria della Difesa, Gentiloni ha affermato che “sarà un tema soprattutto per la prossima Commissione europea, e sarà un tema importante anche nel Rapporto sulla competitività che sta preparando Mario Draghi” e che sarà presentato all’Ue dopo le elezioni europee di giugno. “Una cosa è certa: che questa straordinaria operazione di sostegno comune che abbiamo fatto, prima con il meccanismo ‘Sure’ (prestiti per finanziare i diversi sistemi nazionali di cassa integrazione) e poi con il ‘NextGenerationEU’, non può essere solo una parentesi” ha osservato il commissario. “Il che non vuol dire – ha precisato – rendere questi meccanismi permanenti, ma vuol dire usare questo metodo, del finanziamento comune di obiettivi comuni, anche per le tante sfide che l’Europa deve affrontare, se vuole essere – ha concluso Gentiloni – competitiva nel contesto globale”.

Gentiloni: avvio 2024 debole di economia Ue, il rimbalzo è rinviato

Gentiloni: avvio 2024 debole di economia Ue, il rimbalzo è rinviatoRoma, 15 feb. (askanews) – L’economia dell’Unione europea è entrata nel 2024 “con una dinamica più debole rispetto a quanto precedentemente previsto. Il rimbalzo è rinviato ma resta nelle previsioni mentre guardiamo al 2025. Un forte mercato del lavoro, l’attenuazione dell’inflazione, la crescita dei salari e l’attesa graduale attenuazione delle condizioni del credito, assieme ai Pnrr dovrebbero dare basi solide per una ripresa dell’attività economica”. Lo ha affermato il Commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni nella conferenza stampa di presentazione delle previsioni economiche invernali.


“Sfortunatamente le prospettive future dell’economia sono altamente incerte, non ultimo per la guerra in Ucraina e per le crescenti tensioni in medio oriente. Ma è nelle nostre possibilità ed è nostro dovere favorire una crescita sostenibile. L’efficace attuazione dei Pnrr nazionali è una priorità chiave, così come le transizioni verdi e digitali. Un coordinamento stretto tra politiche economiche prudenti ma favorevoli agli investimenti e una politica monetaria – ha concluso – dovrebbero essere perseguite per sostenere gli sforzi per mantenere l’infrazione a livelli bassi”.

Le stime dell’Ue per l’Italia: scende l’inflazione, crescita lenta ma aumentano i salari e il lavoro tiene

Le stime dell’Ue per l’Italia: scende l’inflazione, crescita lenta ma aumentano i salari e il lavoro tieneBruxelles, 15 feb. (askanews) – La Commissione europea stima, nelle sue previsioni economiche d’inverno pubblicate oggi a Bruxelles, che il Pil reale dell’Italia sia aumentato dello 0,6% nel 2023, leggermente al di sotto di quanto prospettavano le ultime previsioni economiche Ue dell’autunno 2023. Secondo la Commissione, questo è dipeso dal fatto che si sono verificati “una moderazione dei consumi privati un notevole rallentamento degli investimenti, a causa dell’aumento dei costi di finanziamento e della graduale eliminazione dei crediti d’imposta per la ristrutturazione delle abitazioni” con il Superbonus.


Comunque, “dopo essere diminuito dello 0,3% nel secondo trimestre, il Pil è aumentato nel terzo e nel quarto trimestre, fornendo un effetto marginale positivo nel 2024”, rileva la Commissione. Si prevede che l’economia “continui a crescere lentamente nel 2024, con il potere d’acquisto delle famiglie che dovrebbe beneficiare della disinflazione e dell’aumento dei salari, in un contesto di mercato del lavoro resiliente”. La Commissione prevede anche una ripresa degli investimenti, guidata dai progetti infrastrutturali finanziati dal governo e dal Pnrr, che dovrebbero “compensare la frenata derivante dalla minore spesa per l’attività edilizia”. Il Pil annuale per il 2024 è previsto in crescita dello 0,7% in termini reali, leggermente inferiore a quanto era stato stimato con le previsioni economiche d’autunno. Gli investimenti dovrebbero “accelerare nel 2025″, man mano che aumenterà il ritmo di attuazione dei progetti sostenuti dal Pnrr, stimolando sia la spesa per le infrastrutture che l’acquisto di beni materiali e immateriali delle imprese”. Queste ultime, secondo la Commissione, “si prevede che trarranno vantaggio anche dal miglioramento delle condizioni finanziarie”. “Questa impennata della spesa in conto capitale” da parte delle imprese “è destinata a tradursi in una più forte crescita delle importazioni, più delle esportazioni, per le quali si prospetta un moderato miglioramento”. Nel complesso, si prevede che il Pil reale aumenterà dell’1,2% nel 2025, invariato rispetto a quanto stimavano le previsioni d’autunno.


L’inflazione misurata come Indice dei prezzi al consumo (Iapc) “è diminuita costantemente lo scorso anno rispetto al picco del 2022, spinta dal rapido calo dei prezzi dell’energia che si è gradualmente trasferito agli altri beni, ma anche dagli aumenti limitati dell’inflazione nel settore dei servizi”. Nel quarto trimestre del 2023, l’inflazione è scesa all’1% su base annua ed è rimasta al di sotto dell’1% a gennaio. “Gli aumenti salariali moderati hanno finora contribuito a tenerla sotto controllo”, rileva la Commissione. Con il graduale rinnovo dei principali contratti collettivi di lavoro, la Commissione si aspetta “che i lavoratori recuperino le perdite di potere d’acquisto” degli anni scorsi. L’inflazione (come Indice dei prezzi al consumo) è prevista al 2,0% nel 2024 e al 2,3% nel 2025, e questo, insiste l’Esecutivo comunitario, “sulla scia di una prevista ripresa dei salari, guidata dal settore pubblico”. Rispetto a quanto stimavano le previsioni d’autunno, il dato dell’inflazione viene rivisto al ribasso per il 2024, ma rimane invariato per il 2025.

#Ue: in Italia crescita 2024 lenta ma ripresa salari e lavoro tiene

#Ue: in Italia crescita 2024 lenta ma ripresa salari e lavoro tieneBruxelles, 15 feb. (askanews) – La Commissione europea stima, nelle sue previsioni economiche d’inverno pubblicate oggi a Bruxelles, che il Pil reale dell’Italia sia aumentato dello 0,6% nel 2023, leggermente al di sotto di quanto prospettavano le ultime previsioni economiche Ue dell’autunno 2023. Secondo la Commissione, questo è dipeso dal fatto che si sono verificati “una moderazione dei consumi privati un notevole rallentamento degli investimenti, a causa dell’aumento dei costi di finanziamento e della graduale eliminazione dei crediti d’imposta per la ristrutturazione delle abitazioni” con il Superbonus.


Comunque, “dopo essere diminuito dello 0,3% nel secondo trimestre, il Pil è aumentato nel terzo e nel quarto trimestre, fornendo un effetto marginale positivo nel 2024”, rileva la Commissione. Si prevede che l’economia “continui a crescere lentamente nel 2024, con il potere d’acquisto delle famiglie che dovrebbe beneficiare della disinflazione e dell’aumento dei salari, in un contesto di mercato del lavoro resiliente”.


La Commissione prevede anche una ripresa degli investimenti, guidata dai progetti infrastrutturali finanziati dal governo e dal Pnrr, che dovrebbero “compensare la frenata derivante dalla minore spesa per l’attività edilizia”. Il Pil annuale per il 2024 è previsto in crescita dello 0,7% in termini reali, leggermente inferiore a quanto era stato stimato con le previsioni economiche d’autunno. Gli investimenti dovrebbero “accelerare nel 2025″, man mano che aumenterà il ritmo di attuazione dei progetti sostenuti dal Pnrr, stimolando sia la spesa per le infrastrutture che l’acquisto di beni materiali e immateriali delle imprese”. Queste ultime, secondo la Commissione, “si prevede che trarranno vantaggio anche dal miglioramento delle condizioni finanziarie”.


“Questa impennata della spesa in conto capitale” da parte delle imprese “è destinata a tradursi in una più forte crescita delle importazioni, più delle esportazioni, per le quali si prospetta un moderato miglioramento”. Nel complesso, si prevede che il Pil reale aumenterà dell’1,2% nel 2025, invariato rispetto a quanto stimavano le previsioni d’autunno. L’inflazione misurata come Indice dei prezzi al consumo (Iapc) “è diminuita costantemente lo scorso anno rispetto al picco del 2022, spinta dal rapido calo dei prezzi dell’energia che si è gradualmente trasferito agli altri beni, ma anche dagli aumenti limitati dell’inflazione nel settore dei servizi”.


Nel quarto trimestre del 2023, l’inflazione è scesa all’1% su base annua ed è rimasta al di sotto dell’1% a gennaio. “Gli aumenti salariali moderati hanno finora contribuito a tenerla sotto controllo”, rileva la Commissione. Con il graduale rinnovo dei principali contratti collettivi di lavoro, la Commissione si aspetta “che i lavoratori recuperino le perdite di potere d’acquisto” degli anni scorsi. L’inflazione (come Indice dei prezzi al consumo) è prevista al 2,0% nel 2024 e al 2,3% nel 2025, e questo, insiste l’Esecutivo comunitario, “sulla scia di una prevista ripresa dei salari, guidata dal settore pubblico”. Rispetto a quanto stimavano le previsioni d’autunno, il dato dell’inflazione viene rivisto al ribasso per il 2024, ma rimane invariato per il 2025.

Brennero, Mit: governo scrive a commissione Ue su divieti Austria

Brennero, Mit: governo scrive a commissione Ue su divieti AustriaMilano, 15 feb. (askanews) – “Divieti austriaci al Brennero, è partita la lettera del governo indirizzata al segretario generale della Commissione europea. La firma è del ministro Raffaele Fitto”. Lo conferma in una nota il Mit. È un passo voluto e promosso dal ministro Matteo Salvini, che in una nota commenta: “Come promesso, dalle parole ai fatti, per la prima volta nella storia italiana”.


“L’Italia – sottolinea la nota del Mit – fa ricorso per la prima volta nella storia all’articolo 259 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea per ottenere finalmente certezza del quadro giuridico a beneficio di tutti gli operatori ed i cittadini europei”.

Lagarde: serve maggiore sicurezza su calo inflazione a target 2%

Lagarde: serve maggiore sicurezza su calo inflazione a target 2%Roma, 15 feb. (askanews) – “L’attuale processo disinflazionistico nell’area euro è previsto proseguire, ma il Consiglio direttivo deve essere più fiducioso che ci porterà in maniera sostenibile al nostro obiettivo di inflazione del 2%”. Lo afferma la presidente della Bce, Christine Lagarde nella sua audizione trimestrale al Parlamento europeo.


“Continueremo a seguire un approccio legato ai dati per determinare l’appropriato livello e la durata della restrizione – ribadisce, secondo il testo diffuso dall’istituzione nelle sue dichiarazioni introduttive – tenendo conto delle prospettive di inflazione, delle dinamiche dell’inflazione di fondo e della forza della trasmissione della politica monetaria”.

Confindustria: candidature all’esame dei saggi, slittano consultazioni

Confindustria: candidature all’esame dei saggi, slittano consultazioniRoma, 14 feb. (askanews) – Le candidature alla presidenza di Confindustria sono ancora all’esame dei tre saggi dell’associazione, Mariella Enoc, Andrea Moltrasio e Ilaria Vescovi. La Commissione di designazione avrebbe bisogno di più tempo per verificare la correttezza della documentazione presentata dai candidati, in particolare le firme a sostegno. Per la successione a Carlo Bonomi si sono fatti avanti in quattro: Edoardo Garrone, Emanuele Orsini, Alberto Marenghi e Antonio Gozzi.


Slittano così le consultazioni dei saggi con la base imprenditoriale di Confindustria. Salta l’incontro a Milano, nella sede di Federchimica, in programma per domani e quello di venerdì 16 a Bologna. Probabilmente un nuovo calendario verrà fissato a breve e il ‘tour’ potrà cominciare la prossima settimana.

Tim: nel 2023 ricavi a 16,3 miliardi (+3,1%), ebitda a 6,4 mld (+5,7%)

Tim: nel 2023 ricavi a 16,3 miliardi (+3,1%), ebitda a 6,4 mld (+5,7%)Milano, 14 feb. (askanews) – Il gruppo Tim chiude il 2023 con ricavi di gruppo a 16,3 miliardi, in crescita del 3,1% rispetto al 2022. L’ebitda di gruppo sale a 6,4 miliardi, in aumento del 5,7% (ebitda after lease a 5,3 mld, +6,1%).


A fine 2023, l’indebitamento finanziario netto after lease ammonta a 20,3 miliardi, in aumento di 0,3 miliardi rispetto a fine 2022 ma in calo di 835 milioni sul trimestre precedente. I risultati del quarto trimestre, sottolinea Tim, “confermano il trend di miglioramento del business domestico e la forte crescita di Tim Brasil” e “consentono di raggiungere o superare gli obiettivi fissati per l’esercizio 2023, centrando, per la prima volta dal 2010, tutte le guidance per il secondo esercizio consecutivo”.

Euro digitale, Cipollone: “Solo imprese europee” per fornire sistemi

Euro digitale, Cipollone: “Solo imprese europee” per fornire sistemiRoma, 14 feb. (askanews) – Sulla selezione di fornitori di sistemi e infrastrutture per il futuro euro digitale la Bce intende assicurare che si tratti di “imprese europee possedute da cittadini europei”. E nell’ipotesi di contenziosi è pronta a puntare i piedi su questo aspetto. Lo ha affermato Piero Cipollone, componente del Comitato esecutivo della Bce, rispondendo ad una domanda durante una audizione al Parlamento europeo.


“Non è un argomento semplice”, ha detto in riferimento alle polemiche che negli anni scorsi avevano circondato la partecipansie di Amazon a una delle tappe della fase esplorativa sulll’euro digitale. Ora la Bce è passata alla fase preparatoria e ha approntato uno schema di gara per selezionare operatori su sistemi e infrastrutture. “In questa processo stiamo molto attenti e spieghiamo che solo compagnie europee, possedute da cittadini europei possono partecipare. Non si potrà ripetere il ‘caso Amazon’. Non sarà facile, lo sappiamo, e sono certo che saremo chiamati in causa su questo – ha detto Cipollone – ma siamo pronti a difendere la nostra posizione”.


Più in generale, quello della preparazione dell’euro digitale “è un processo molto complesso e molto articolato. Dobbiamo in qualche modo assicurare che i nostri provider siano i migliori possibili, ci sono molti modi con cui si può fare e uno è guardare ai ‘curricula’ delle imprese”. E’ una modalità piuttosto standard” e passa dal fissare, ad esempio, criteri minimi di fatturato. “Cerchiamo di fare il giusto bilanciamento”. E se questo può escludere alcune Pmi innovative, ha spiegato l’esponente Bce, le stesse possono rientrare in gara partecipando con aggregazioni di imprese che abbiano come capofila una azienda Ue che ha i parametri necessari.

Euro digitale, Cipollone: un progetto Ue su cui serve ampio supporto

Euro digitale, Cipollone: un progetto Ue su cui serve ampio supportoRoma, 14 feb. (askanews) – “L’euro digitale è un progetto europeo comune. Il suo scopo principale è preservare la libertà di utilizzo di uno strumento di pagamento pubblico ovunque nell’area dell’euro, anche quando i pagamenti sono digitali”. Lo afferma Piero Cipollone, membro del Comitato esecutivo della Bce, secondo il testo della dichiarazione introduttiva, pubblicata dall’istituzione, per la audizione trimestrale alla Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo.


“È fondamentale rafforzare la nostra resilienza collettiva e la nostra autonomia in un contesto mondiale di maggiore fragilità. Per questo – prosegue – è essenziale procedere con un ritmo ambizioso. Ma la moneta si basa sulla fiducia. L’euro digitale avrà bisogno di un ampio supporto. Ci impegniamo pertanto a sostenere il vostro lavoro di colegislatori. Ci stiamo inoltre confrontando con tutti i soggetti interessati”. “È con questo spirito che rinnovo la mia disponibilità a proseguire il dialogo con questa Commissione durante la fase di preparazione e nei passaggi successivi. Insieme – conclude – possiamo costruire il futuro digitale dell’euro”.