Tim, Labriola: convinti che a giugno chiuderemo vendita della reteRoma, 14 apr. (askanews) – Convinti che a giugno si chiuderà la partita della cessione della rete Telecom. Lo spiega l’amministratore delegato Pietro Labriola nell’intervista al Sole 24 Ore. “Se il gruppo restasse verticalmente integrato – afferma – non potrebbe partecipare al consolidamento nè unire la sua infrastruttura con quella di Open Fiber. Non si può prescinfere dal contesto e dai vincoli industriali e finanziari nel valutare l’operazioen sulla rete”.
Anche per il Mef, che ha prenotato il 20% della NetCo a fianco di Kkr, il piano è l’unico che realisticamente può garantire un futuro a Telecom. Labriola ha inoltre escluso una vendita della controllata Tim Brasil. “Con un’upside potenziale di 5 miliardi, perchè si dovrebbe cedere il Brasile, che contribuisce per il 45% all’ebitda della ServiceCo? Le quotazioni sono cresciute, ma i target price sono ancora più alti, e Tim con la vendita della NetCo non ha bisogno di altra cassa.
Lavoro, Sbarra: patto per fermare la carneficina, no a scioperiniRoma, 13 apr. (askanews) – Per porre fine alla “carneficina” delle morti sul lavoro sono necessari “unità” e “coesione nazionale”; una vera e propria “alleanza della responsabilità”; un nuovo “patto sociale” tra istituzioni, politica, sindacati e sistema delle imprese. E’ quanto sottolineato dal leader della Cisl, Luigi Sbarra, che, davanti alla platea dell’assemblea dei 5mila della confederazione, ha nuovamente sollecitato le parti a “rafforzare il dialogo” perché “non si può sperare di mettersi la coscienza a posto semplicemente con uno scioperino in più”.
I destinatari delle parole pronunciate dal palco sono Cgil e Uil. Negli ultimi giorni, tra Sbarra e i segretari generali delle altre due confederazioni (Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri) non sono mancati i botta e risposta polemici. Il leader della Cisl ha tuttavia provato ad abbassare quei “toni demagogici” con i quali “altri vorrebbero darci lezioni”. Toni “indecenti e, aggiungo, molto pericolosi – ha detto tra gli applausi dei delegati – incendiano la temperatura sociale, arroventano e spezzano i rapporti tra persone nei luoghi di lavoro. Toni sbagliati che mettono i lavoratori gli uni contro gli altri, portando dentro le fabbriche un clima che il nostro Paese ha già conosciuto con un portato di attentati, assassini e violenza”. Sbarra ha ricordato che sul tema della salute e sicurezza nei luoghi dei lavoro “gli obiettivi con Cgil e Uil sono comuni, ma ci sono sensibilità diverse. Ci distingue la valutazione sui risultati che portiamo a casa. Il sindacato non può vendere sogni. Dall’indignazione di un momento si passi alla piena consapevolezza, alla volontà di dare risposte concrete. Non bastano più le proteste nate su un’onda emotiva e destinate a rimanere lì”.
La spaccatura tra la Cisl e soprattutto la Cgil resta profonda. Sbarra ha di fatto bocciato l’iniziativa di corso d’Italia che ha presentato 4 quesiti referendari sul lavoro, due dei quali per cancellare il Jobs act. “Rialzare la bandiera anacronistica dell’articolo 18 è sbagliato – ha concluso Sbarra – oggi la vera tutela da conquistare si chiama formazione, investimento sulle competenze. Rispettiamo le iniziative delle altre sigle sindacali, anche se sul merito ci sentiamo di affermare che non condividiamo”. Intanto, i quesiti referendari che la Cgil ha depositato ieri in Cassazione sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale. Adesso potrà partire la raccolta per le 500mila firme.
Lavoro, Sbarra: serve un patto sociale per fermare la carneficina, no a scioperiniRoma, 13 apr. (askanews) – Per porre fine alla “carneficina” delle morti sul lavoro sono necessari “unità” e “coesione nazionale”; una vera e propria “alleanza della responsabilità”; un nuovo “patto sociale” tra istituzioni, politica, sindacati e sistema delle imprese. E’ quanto sottolineato dal leader della Cisl, Luigi Sbarra, che, davanti alla platea dell’assemblea dei 5mila della confederazione, ha nuovamente sollecitato le parti a “rafforzare il dialogo” perché “non si può sperare di mettersi la coscienza a posto semplicemente con uno scioperino in più”.
I destinatari delle parole pronunciate dal palco sono Cgil e Uil. Negli ultimi giorni, tra Sbarra e i segretari generali delle altre due confederazioni (Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri) non sono mancati i botta e risposta polemici. Il leader della Cisl ha tuttavia provato ad abbassare quei “toni demagogici” con i quali “altri vorrebbero darci lezioni”. Toni “indecenti e, aggiungo, molto pericolosi – ha detto tra gli applausi dei delegati – incendiano la temperatura sociale, arroventano e spezzano i rapporti tra persone nei luoghi di lavoro. Toni sbagliati che mettono i lavoratori gli uni contro gli altri, portando dentro le fabbriche un clima che il nostro Paese ha già conosciuto con un portato di attentati, assassini e violenza”. Sbarra ha ricordato che sul tema della salute e sicurezza nei luoghi dei lavoro “gli obiettivi con Cgil e Uil sono comuni, ma ci sono sensibilità diverse. Ci distingue la valutazione sui risultati che portiamo a casa. Il sindacato non può vendere sogni. Dall’indignazione di un momento si passi alla piena consapevolezza, alla volontà di dare risposte concrete. Non bastano più le proteste nate su un’onda emotiva e destinate a rimanere lì”.
La spaccatura tra la Cisl e soprattutto la Cgil resta profonda. Sbarra ha di fatto bocciato l’iniziativa di corso d’Italia che ha presentato 4 quesiti referendari sul lavoro, due dei quali per cancellare il Jobs act. “Rialzare la bandiera anacronistica dell’articolo 18 è sbagliato – ha concluso Sbarra – oggi la vera tutela da conquistare si chiama formazione, investimento sulle competenze. Rispettiamo le iniziative delle altre sigle sindacali, anche se sul merito ci sentiamo di affermare che non condividiamo”. Intanto, i quesiti referendari che la Cgil ha depositato ieri in Cassazione sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale. Adesso potrà partire la raccolta per le 500mila firme.
Il G7 Trasporti ribadisce l’impegno per la transizione ecologica (ma sostenibile)Milano, 13 apr. (askanews) – Proseguire sulla transizione ecologica ma rendendola sostenibile sia socialmente che economicamente. Un bilancio positivo quello del G7 Trasporti che si è svolto a Milano secondo il ministro dei Trasporti Matteo Salvini.
“Sulla transizione ecologica – ha detto il ministro nella conferenza stampa finale al termine dei lavori – il G7 la conferma, però priva di ideologia, più improntata al buonsenso, con la neutralità tecnologica. Non solo alcune fonti energetiche ma tutte, tanto che abbiamo parlato di nucleare, di buocarburante, quindi non tutto è solo elettrico. Un G7 positivo molto pragmatico, non ideologico”. Nel documento finale si legge infatti che i paesi del G7 riconoscono “che è importante che la transizione sia socialmente ed economicamente giusta, conveniente ed efficiente, basata sui risultati e neutrale dal punto di vista tecnologico. Riconosciamo inoltre l’importanza degli investimenti in infrastrutture per veicoli a zero e basse emissioni – aggiunge i documento -, nelle infrastrutture di ricarica e nei carburanti alternativi e nella fornitura di carburanti rinnovabili e sostenibili a basse e zero emissioni di carbonio, che siano convenienti. Prendiamo atto dell’importanza di continuare un dialogo costruttivo e positivo con gli operatori privati”.
Il G7 dedica anche un capitolo sul tema automotive, esprimendo preoccupazione per pratiche di sovvenzioni “opache” che “minano le parità di condizioni” con un riferimento neanche troppo velato alla Cina e alla sue posizione di leadership nel settore delle auto elettriche attraverso la produzione delle batterie. “Continuiamo a nutrire preoccupazione – afferma il G7 – per l’uso sistematico di politiche e pratiche non di mercato, come le sovvenzioni industriali pervasive, opache e dannose, le pratiche distorsive del mercato delle imprese statali e tutte le forme di trasferimenti forzati di tecnologia, nonché altre pratiche che minano la parità di condizioni e creano dipendenze strategiche e vulnerabilità sistemiche, anche nel settore automobilistico”. Non a caso, Salvini, aprendo la conferenza stampa ha ribadito la sua perplessità nel “vedere un noto marchio di auto elettriche cinesi aprire un proprio shop dietro la Madonnina” del Duomo di Milano. Una parte importante del documento finale del G7 è inoltre dedicato all’Ucraina, verso la quale si ribadisce il massimo sostegno, puntando l’accento sulla ricostruzione al termine della guerra con la Russia. “La ricostruzione dell’Ucraina, a cominciare da misure di ripresa tempestive, rimane una priorità fondamentale. Continueremo a lavorare con le autorità ucraine, le istituzioni europee e internazionali Istituzioni finanziarie attraverso la piattaforma di coordinamento dei donatori multi-agenzia per l’Ucraina e facendo leva sugli investimenti privati”. “Riaffermiamo il nostro incrollabile sostegno all’Ucraina e salutiamo ancora una volta il coraggio e la resilienza del popolo ucraino che ha combattuto instancabilmente per la sovranità dell’Ucraina, l’integrità territoriale, la libertà e futuro democratico – aggiungono i paesi del G7 -. Continueremo il nostro lavoro – conclude – per garantire che il popolo ucraino prevalga nei suoi combattimenti e per contribuire a forgiare una una pace globale, giusta e duratura”.
Infine, stabilito un tavolo permamente di consultazione per far fronte alla crisi dei collegamenti marittimi provocata dagli attacchi Houthi sul Mar Rosso, verso i quali i paesi del G7 chiedono un immediato stop. “Chiediamo agli Houthi di cessare immediatamente i loro attacchi contro le navi e di rilasciare la Galaxy Leader e il suo equipaggio – affermano nel documento -. Chiediamo inoltre all’Iran di astenersi dal fornire sostegno agli Houthi e dal consentire tali attacchi”.
G7 Trasporti ribadisce impegno alla transizione ma sostenibileMilano, 13 apr. (askanews) – Proseguire sulla transizione ecologica ma rendendola sostenibile sia socialmente che economicamente. Un bilancio positivo quello del G7 Trasporti che si è svolto a Milano secondo il ministro dei Trasporti Matteo Salvini.
“Sulla transizione ecologica – ha detto il ministro nella conferenza stampa finale al termine dei lavori – il G7 la conferma, però priva di ideologia, più improntata al buonsenso, con la neutralità tecnologica. Non solo alcune fonti energetiche ma tutte, tanto che abbiamo parlato di nucleare, di buocarburante, quindi non tutto è solo elettrico. Un G7 positivo molto pragmatico, non ideologico”. Nel documento finale si legge infatti che i paesi del G7 riconoscono “che è importante che la transizione sia socialmente ed economicamente giusta, conveniente ed efficiente, basata sui risultati e neutrale dal punto di vista tecnologico. Riconosciamo inoltre l’importanza degli investimenti in infrastrutture per veicoli a zero e basse emissioni – aggiunge i documento -, nelle infrastrutture di ricarica e nei carburanti alternativi e nella fornitura di carburanti rinnovabili e sostenibili a basse e zero emissioni di carbonio, che siano convenienti. Prendiamo atto dell’importanza di continuare un dialogo costruttivo e positivo con gli operatori privati”.
Il G7 dedica anche un capitolo sul tema automotive, esprimendo preoccupazione per pratiche di sovvenzioni “opache” che “minano le parità di condizioni” con un riferimento neanche troppo velato alla Cina e alla sue posizione di leadership nel settore delle auto elettriche attraverso la produzione delle batterie. “Continuiamo a nutrire preoccupazione – afferma il G7 – per l’uso sistematico di politiche e pratiche non di mercato, come le sovvenzioni industriali pervasive, opache e dannose, le pratiche distorsive del mercato delle imprese statali e tutte le forme di trasferimenti forzati di tecnologia, nonché altre pratiche che minano la parità di condizioni e creano dipendenze strategiche e vulnerabilità sistemiche, anche nel settore automobilistico”. Non a caso, Salvini, aprendo la conferenza stampa ha ribadito la sua perplessità nel “vedere un noto marchio di auto elettriche cinesi aprire un proprio shop dietro la Madonnina” del Duomo di Milano. Una parte importante del documento finale del G7 è inoltre dedicato all’Ucraina, verso la quale si ribadisce il massimo sostegno, puntando l’accento sulla ricostruzione al termine della guerra con la Russia. “La ricostruzione dell’Ucraina, a cominciare da misure di ripresa tempestive, rimane una priorità fondamentale. Continueremo a lavorare con le autorità ucraine, le istituzioni europee e internazionali Istituzioni finanziarie attraverso la piattaforma di coordinamento dei donatori multi-agenzia per l’Ucraina e facendo leva sugli investimenti privati”. “Riaffermiamo il nostro incrollabile sostegno all’Ucraina e salutiamo ancora una volta il coraggio e la resilienza del popolo ucraino che ha combattuto instancabilmente per la sovranità dell’Ucraina, l’integrità territoriale, la libertà e futuro democratico – aggiungono i paesi del G7 -. Continueremo il nostro lavoro – conclude – per garantire che il popolo ucraino prevalga nei suoi combattimenti e per contribuire a forgiare una una pace globale, giusta e duratura”.
Infine, stabilito un tavolo permamente di consultazione per far fronte alla crisi dei collegamenti marittimi provocata dagli attacchi Houthi sul Mar Rosso, verso i quali i paesi del G7 chiedono un immediato stop. “Chiediamo agli Houthi di cessare immediatamente i loro attacchi contro le navi e di rilasciare la Galaxy Leader e il suo equipaggio – affermano nel documento -. Chiediamo inoltre all’Iran di astenersi dal fornire sostegno agli Houthi e dal consentire tali attacchi”.
Abi, a marzo -2,6% prestiti a famiglie e imprese rispetto a un anno faRoma, 13 apr. (askanews) – Continua a marzo il calo dei prestiti delle banche a famiglie e imprese, un andamento, spiega l’ultimi rapporto Abi diffuso oggi “coerente con il rallentamento della crescita economica”.
A marzo i prestiti a imprese e famiglie sono scesi del 2,6% rispetto a un anno prima, mentre a febbraio 2024 avevano registrato un calo del 2,5%, quando i prestiti alle imprese erano diminuiti del 3,8% e quelli alle famiglie dell’1,3%. Lieve calo anche per le sofferenze. A febbraio le sofferenze nette (cioè al netto di svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) sono state 17,4 miliardi di euro (17,5 miliardi nel mese precedente).
Se confrontato con il livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto nel novembre 2015 (88,8 miliardi), il calo è di 71,5 miliardi. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è all’1,03% a febbraio 2024 (1,04% a gennaio 2024; 4,89% a novembre 2015).
Abi, prosegue diminuzione tassi. Sui mutui casa a marzo scesi a 3,79%Roma, 13 apr. (askanews) – E’ proseguito nei primi dieci giorni di aprile il trend di diminuzione dei tassi di interesse. In base all’ultimo rapporto mensile dell’Abi diffusi oggi il tasso sui BTP è stato in media del 3,78%, in calo di 121 punti rispetto al massimo registrato a ottobre 2023.
Il tasso IRS a 10 anni, molto usato nei mutui, è stato in media del 2,68%, in diminuzione di 84 punti rispetto al massimo di ottobre scorso. In calo anche il tasso sui BOT a sei mesi che è stato in media del 3,67%, in diminuzione di 38 punti rispetto al massimo di ottobre 2023.
Il tasso Euribor a 3 mesi è stato in media del 3,89%, in calo di 11 punti sempre rispetto al massimo registrato a ottobre 2023. A marzo 2024 sono in diminuzione anche i tassi di interesse sulle nuove operazioni di finanziamento. Il vice direttore generale vicario dell’Abi, Gianfranco Torriero, ha spiegato che, come ha lasciato intendere la Bce, a giugno ci potrebbe essere una riduzione dei tassi di riferimento. “Questo – ha detto – è stato già scontato nei tassi a medio e lungo termine e, come si determina nella catena di trasmissione, ora si sta manifestando anche nei prestiti”.
Il rapporto Abi registra infatti il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è diminuito al 3,79%, rispetto al 3,89% di febbraio 2024 e rispetto al 4,42% di dicembre 2023. Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è sceso al 5,26% dal 5,34% di febbraio 2024 e dal 5,45% di dicembre 2023. Il tasso medio sul totale dei prestiti (quindi sottoscritti negli anni) è sceso al 4,79% dal 4,80% nel mese precedente.
Pichetto: FI ha sempre puntato sul nucleare, dobbiamo sdoganare il temaMilano, 13 apr. (askanews) – Forza Italia “è l’unico partito che ha sempre avuto il nucleare nel proprio programma. Era la scelta di Silvio Berlusconi dal 1994. Dobbiamo sdoganare il tema del nucleare”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, agli Stati Generali dell’Economia di FI.
L’Italia, ha continuato, “deve tornare ad essere un paese che punta sul nucleare che dà garanzie su forniture, prezzo e sulla neutralità, che significa energia pulita. Tutto questo è possibile. Stiamo investendo come Stato. Enea sta lavorando sia sulla fusione che sulla fissione”. “Abbiamo imprese importanti a livello nazionale che hanno commesse per miliardi. L’Italia a tutti gli effetti ha cervelli, imprese e le condizioni per essere produttore del nuovo modello di quarta generazione. Sarà qualcosa di molto diverso dal passato. Su questo non vogliamo assolutamente togliere il piede dall’acceleratore”.
“Dobbiamo chiudere le centrali a carbone. Ma le scelte ideologiche non bastano, bisogna sostituire le centrali con altre fonti di energia. Un’opportunità viene dall’idrogeno dove abbiamo investito 3,5 miliardi per diventare l’hub dell’Europa” ha quindi detto Gilberto Pichetto Fratin. “Stiamo anche investendo nelle rinnovabili che sono nelle disponibilità dell’Italia, in particolare sole e vento. Ma non sono sufficienti perché non danno continuità”, ha aggiunto Pichetto.
Sbarra: dialogare con il governo sulla sicurezza sul lavoro ha prodotto i primi effetti, ma non bastanoRoma, 13 apr. (askanews) – “La piaga delle morti e degli infortuni sui luoghi di lavoro è così importante e dolorosa che merita unità e coesione nazionale”. Lo ha detto il leader della Cisl, Luigi Sbarra, a margine dell’assemblea dei 5mila delegati della confederazione sul tema della sicurezza sul lavoro. “Politica, istituzioni, sistema delle imprese e organizzazioni sindacali devono remare insieme nella stessa direzione – ha aggiunto – dobbiamo costruire una grande strategia nazionale che ponga fine a questa lunga scia di sangue. Chiediamo al governo e al sistema delle imprese di rafforzare e consolidare il dialogo e il confronto per varare misure e provvedimenti necessari a porre fine a questa vera e propria carneficina”. Il confronto col governo su salute e sicurezza sul lavoro “ha già cominciato a produrre primi risultati importanti, ma ancora insufficienti”. “Bene aver disposto un rafforzamento delle verifiche, delle ispezioni nei luoghi di lavoro – ha detto – va bene l’assunzione di 766 ispettori e tecnici della prevenzione. Abbiamo conquistato un risultato importante che è la parità di trattamento economico e normativo lungo la filiera e la catena degli appalti. Pensiamo sia necessario utilizzare tutte le risorse dell’avanzo Inail, pari a quasi a 3 miliardi, per sostenere la formazione obbligatoria, investire sulla qualità delle imprese, assumere tecnici e ricercatori e anche per migliorare e aumentare le rendite e i premi verso le famiglie colpite da incidenti drammatici negli ambienti lavorativi”.
Sbarra ha aggiunto che “abbiamo voluto una patente a punti in direzione dell’investimento sulla qualità delle imprese. Va bene sperimentare inizialmente nell’edilizia e nei cantieri mobili, ma chiediamo al governo di prevedere interventi finalizzati ad allargarla a tutti i settori economici e produttivi. L’iniziativa di oggi è una tappa importante del percorso di mobilitazione che la Cisl sostiene ormai da più di un mese con centinaia e centinaia di assemblee nel luogo di lavoro, con iniziative nei territori a livello regionale. Il nostro obiettivo è costruire un orizzonte lungo di impegno, protagonismo, per sensibilizzare le persone e discutere con le imprese e coinvolgere il sistema delle autonomie locali sul tema della salute salute e sicurezza. Bisogna rafforzare le misure di prevenzione, formazione, a cominciare dalla scuola. Pensiamo che l’iniziativa di oggi sia un percorso del cammino che continuerà negli ambienti lavorativi”. Sul tema della salute e sicurezza nei luoghi dei lavoro “gli obiettivi con Cgil e Uil sono comuni. Ci distingue la valutazione sui risultati che portiamo a casa. Il sindacato non non può vendere sogni, ma deve fare i conti con la realtà e, nella difficile realtà, conquistare traguardi valorizzando e capitalizzando risultati nel rapporto con i lavoratori”. “Abbiamo obiettivi comuni – ha detto – ma ci sono sensibilità diverse. Il pluralismo sindacale è una grande ricchezza di questo Paese. Guai ad affidarsi solo alla logica del pensiero unico e guai a prestarsi ad operazioni che dividono le persone e che mettono i lavoratori gli uni contro gli altri. La Cisl lavora per la coesione e per l’unità nazionale”. Quindi Sbarra ha detto che il Jobs act è stata “una grande riforma, non priva di lacune, ma anche con aspetti assolutamente positivi”. “Rispettiamo le iniziative delle altre sigle sindacali – ha proseguito – anche se sul merito ci sentiamo di affermare che non condividiamo”.
Lavoro, Sbarra: unità e coesione per porre fine alla carneficinaRoma, 13 apr. (askanews) – “La piaga delle morti e degli infortuni sui luoghi di lavoro è così importante e dolorosa che merita unità e coesione nazionale”. Lo ha detto il leader della Cisl, Luigi Sbarra, a margine dell’assemblea dei 5mila delegati della confederazione sul tema della sicurezza sul lavoro.
“Politica, istituzioni, sistema delle imprese e organizzazioni sindacali devono remare insieme nella stessa direzione – ha proseguito – dobbiamo costruire una grande strategia nazionale che ponga fine a questa lunga scia di sangue. Chiediamo al governo e al sistema delle imprese di rafforzare e consolidare il dialogo e il confronto per varare misure e provvedimenti necessari a porre fine a questa vera e propria carneficina”. Il confronto con l’esecutivo “ha già cominciato a produrre primi risultati importanti, ma ancora insufficienti. Bene aver disposto un rafforzamento delle verifiche, delle ispezioni nei luoghi di lavoro – ha detto – va bene l’assunzione di 766 ispettori e tecnici della prevenzione. Abbiamo conquistato un risultato importante che è la parità di trattamento economico e normativo lungo la filiera e la catena degli appalti. Pensiamo sia necessario utilizzare tutte le risorse dell’avanzo Inail, pari a quasi a 3 miliardi, per sostenere la formazione obbligatoria, investire sulla qualità delle imprese, assumere tecnici e ricercatori e anche per migliorare e aumentare le rendite e i premi verso le famiglie colpite da incidenti drammatici negli ambienti lavorativi. Abbiamo voluto una patente a punti in direzione dell’investimento sulla qualità delle imprese. Va bene sperimentare inizialmente nell’edilizia e nei cantieri mobili, ma chiediamo al governo di prevedere interventi finalizzati ad allargarla a tutti i settori economici e produttivi”.