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Pichetto: FI ha sempre puntato sul nucleare, dobbiamo sdoganare il tema

Pichetto: FI ha sempre puntato sul nucleare, dobbiamo sdoganare il temaMilano, 13 apr. (askanews) – Forza Italia “è l’unico partito che ha sempre avuto il nucleare nel proprio programma. Era la scelta di Silvio Berlusconi dal 1994. Dobbiamo sdoganare il tema del nucleare”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, agli Stati Generali dell’Economia di FI.


L’Italia, ha continuato, “deve tornare ad essere un paese che punta sul nucleare che dà garanzie su forniture, prezzo e sulla neutralità, che significa energia pulita. Tutto questo è possibile. Stiamo investendo come Stato. Enea sta lavorando sia sulla fusione che sulla fissione”. “Abbiamo imprese importanti a livello nazionale che hanno commesse per miliardi. L’Italia a tutti gli effetti ha cervelli, imprese e le condizioni per essere produttore del nuovo modello di quarta generazione. Sarà qualcosa di molto diverso dal passato. Su questo non vogliamo assolutamente togliere il piede dall’acceleratore”.


“Dobbiamo chiudere le centrali a carbone. Ma le scelte ideologiche non bastano, bisogna sostituire le centrali con altre fonti di energia. Un’opportunità viene dall’idrogeno dove abbiamo investito 3,5 miliardi per diventare l’hub dell’Europa” ha quindi detto Gilberto Pichetto Fratin. “Stiamo anche investendo nelle rinnovabili che sono nelle disponibilità dell’Italia, in particolare sole e vento. Ma non sono sufficienti perché non danno continuità”, ha aggiunto Pichetto.

Sbarra: dialogare con il governo sulla sicurezza sul lavoro ha prodotto i primi effetti, ma non bastano

Sbarra: dialogare con il governo sulla sicurezza sul lavoro ha prodotto i primi effetti, ma non bastanoRoma, 13 apr. (askanews) – “La piaga delle morti e degli infortuni sui luoghi di lavoro è così importante e dolorosa che merita unità e coesione nazionale”. Lo ha detto il leader della Cisl, Luigi Sbarra, a margine dell’assemblea dei 5mila delegati della confederazione sul tema della sicurezza sul lavoro. “Politica, istituzioni, sistema delle imprese e organizzazioni sindacali devono remare insieme nella stessa direzione – ha aggiunto – dobbiamo costruire una grande strategia nazionale che ponga fine a questa lunga scia di sangue. Chiediamo al governo e al sistema delle imprese di rafforzare e consolidare il dialogo e il confronto per varare misure e provvedimenti necessari a porre fine a questa vera e propria carneficina”. Il confronto col governo su salute e sicurezza sul lavoro “ha già cominciato a produrre primi risultati importanti, ma ancora insufficienti”. “Bene aver disposto un rafforzamento delle verifiche, delle ispezioni nei luoghi di lavoro – ha detto – va bene l’assunzione di 766 ispettori e tecnici della prevenzione. Abbiamo conquistato un risultato importante che è la parità di trattamento economico e normativo lungo la filiera e la catena degli appalti. Pensiamo sia necessario utilizzare tutte le risorse dell’avanzo Inail, pari a quasi a 3 miliardi, per sostenere la formazione obbligatoria, investire sulla qualità delle imprese, assumere tecnici e ricercatori e anche per migliorare e aumentare le rendite e i premi verso le famiglie colpite da incidenti drammatici negli ambienti lavorativi”.


Sbarra ha aggiunto che “abbiamo voluto una patente a punti in direzione dell’investimento sulla qualità delle imprese. Va bene sperimentare inizialmente nell’edilizia e nei cantieri mobili, ma chiediamo al governo di prevedere interventi finalizzati ad allargarla a tutti i settori economici e produttivi. L’iniziativa di oggi è una tappa importante del percorso di mobilitazione che la Cisl sostiene ormai da più di un mese con centinaia e centinaia di assemblee nel luogo di lavoro, con iniziative nei territori a livello regionale. Il nostro obiettivo è costruire un orizzonte lungo di impegno, protagonismo, per sensibilizzare le persone e discutere con le imprese e coinvolgere il sistema delle autonomie locali sul tema della salute salute e sicurezza. Bisogna rafforzare le misure di prevenzione, formazione, a cominciare dalla scuola. Pensiamo che l’iniziativa di oggi sia un percorso del cammino che continuerà negli ambienti lavorativi”. Sul tema della salute e sicurezza nei luoghi dei lavoro “gli obiettivi con Cgil e Uil sono comuni. Ci distingue la valutazione sui risultati che portiamo a casa. Il sindacato non non può vendere sogni, ma deve fare i conti con la realtà e, nella difficile realtà, conquistare traguardi valorizzando e capitalizzando risultati nel rapporto con i lavoratori”. “Abbiamo obiettivi comuni – ha detto – ma ci sono sensibilità diverse. Il pluralismo sindacale è una grande ricchezza di questo Paese. Guai ad affidarsi solo alla logica del pensiero unico e guai a prestarsi ad operazioni che dividono le persone e che mettono i lavoratori gli uni contro gli altri. La Cisl lavora per la coesione e per l’unità nazionale”. Quindi Sbarra ha detto che il Jobs act è stata “una grande riforma, non priva di lacune, ma anche con aspetti assolutamente positivi”. “Rispettiamo le iniziative delle altre sigle sindacali – ha proseguito – anche se sul merito ci sentiamo di affermare che non condividiamo”.

Lavoro, Sbarra: unità e coesione per porre fine alla carneficina

Lavoro, Sbarra: unità e coesione per porre fine alla carneficinaRoma, 13 apr. (askanews) – “La piaga delle morti e degli infortuni sui luoghi di lavoro è così importante e dolorosa che merita unità e coesione nazionale”. Lo ha detto il leader della Cisl, Luigi Sbarra, a margine dell’assemblea dei 5mila delegati della confederazione sul tema della sicurezza sul lavoro.


“Politica, istituzioni, sistema delle imprese e organizzazioni sindacali devono remare insieme nella stessa direzione – ha proseguito – dobbiamo costruire una grande strategia nazionale che ponga fine a questa lunga scia di sangue. Chiediamo al governo e al sistema delle imprese di rafforzare e consolidare il dialogo e il confronto per varare misure e provvedimenti necessari a porre fine a questa vera e propria carneficina”. Il confronto con l’esecutivo “ha già cominciato a produrre primi risultati importanti, ma ancora insufficienti. Bene aver disposto un rafforzamento delle verifiche, delle ispezioni nei luoghi di lavoro – ha detto – va bene l’assunzione di 766 ispettori e tecnici della prevenzione. Abbiamo conquistato un risultato importante che è la parità di trattamento economico e normativo lungo la filiera e la catena degli appalti. Pensiamo sia necessario utilizzare tutte le risorse dell’avanzo Inail, pari a quasi a 3 miliardi, per sostenere la formazione obbligatoria, investire sulla qualità delle imprese, assumere tecnici e ricercatori e anche per migliorare e aumentare le rendite e i premi verso le famiglie colpite da incidenti drammatici negli ambienti lavorativi. Abbiamo voluto una patente a punti in direzione dell’investimento sulla qualità delle imprese. Va bene sperimentare inizialmente nell’edilizia e nei cantieri mobili, ma chiediamo al governo di prevedere interventi finalizzati ad allargarla a tutti i settori economici e produttivi”.

Lavoro, Sbarra: sbagliato rialzare bandiera anacronistica art. 18

Lavoro, Sbarra: sbagliato rialzare bandiera anacronistica art. 18Roma, 13 apr. (askanews) – “Rialzare la bandiera anacronistica dell’articolo 18 è sbagliato. Oggi la vera tutela da conquistare si chiama formazione, investimento sulle competenze”. Così il leader della Cisl, Luigi Sbarra, a margine dell’assemblea dei 5mila delegati della confederazione sulla sicurezza sul lavoro ha commentato l’iniziativa referendaria della Cgil per abolire il Jobs act.


“E’ stata una grande riforma, non priva di lacune, ma anche con aspetti assolutamente positivi – ha aggiunto – rispettiamo le iniziative delle altre sigle sindacali, anche se sul merito ci sentiamo di affermare che non condividiamo”.

Giorgetti: chi paga le case green? Le famiglie, gli Stati, l’Ue?

Giorgetti: chi paga le case green? Le famiglie, gli Stati, l’Ue?Lussemburgo, 12 apr. (askanews) – L’Italia ha votato contro la direttiva Ue sulle “Case green”, ma con il voto in Consiglio Ecofin oggi “si è purtroppo concluso l’iter”, e la direttiva ora dovrà essere recepita dagli Stati membri. Per l’Italia, che ha l’esperienza negativa del “Superbonus”, con “pochi fortunelli” che ne hanno approfittato a spese di tutti i contribuenti, rimane la domanda a cui rispondere: “Chi paga?” E’ quanto ha affermato, in sintesi, il ministro italiano dell’Economia e Finanza, Giancarlo Giorgetti, parlando con i giornalisti a Lussemburgo al termine dell’Ecofin dopo l’approvazione della direttiva (contro cui ha votato anche l’Ungheria).


“La posizione dell’Italia – ha detto Giorgetti – è nota. Bellissima direttiva, bellissima, ambiziosa ma alla fine chi paga? Noi abbiamo l’esperienza in Italia dove pochi fortunelli hanno rifatto le case grazie ai soldi che ci ha messo lo Stato, cioè tutti gli altri italiani. Diciamo che è un’esperienza che potrebbe insegnare qualcosa”. “Devo dire – ha ricordato il ministro – che quando sono arrivato qui, molti colleghi mi avevano chiesto informazioni sull’esperienza del Superbonus, e io già allora gli avevo sconsigliato di avventurarsi su questo terreno. Credo che ci sia da riflettere. Nel senso che è giusto immaginare di rifare tutte le case per renderle ‘green’, ma ribadisco: chi paga? Le famiglie, gli Stati, l’Europa?” A un giornalista che chiedeva se il problema non stia nel principio del sostegno pubblico al miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici, ma nel modo specifico in cui era organizzato lo strumento del Superbonus, Giorgetti ha risposto: “I principi sono bellissimi, la realtà è un’altra. E credo che questo sia stato dimostrato”.


Quanto all’idea di spalmare le detrazioni del Superbonus su dieci anni, il ministro ha puntualizzato: “Se dipendesse da me, direi di sì, però – ha concluso – com’è noto decide il Parlamento”.

Usa, Prezzi importazione in marzo +0,4%, oltre le stime

Usa, Prezzi importazione in marzo +0,4%, oltre le stimeNew York, 12 apr. (askanews) – I prezzi all’importazione negli Stati Uniti, in marzo, sono saliti dello 0,4%, secondo i dati pubblicati dal dipartimento del lavoro. Il mese scorso era stato registrato un +0,3%. Il dato segna il terzo mese di aumenti consecutivi. Gli analisti si attendevano un aumento dello 0,3%. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno i prezzi all’importazione sono saliti dello 0,4%, il primo aumento da gennaio 2023.


I prezzi del petrolio importato sono balzati del 6%, contro il +1,7% del mese scorso. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno saliti del 7,5%. Il rialzo di marzo è il più alto da dicembre 2022. I prezzi delle importazioni, escludendo il petrolio, sono rimasti stazionari, mentre il mese scorso erano cresciuti dello 0,2%. I prezzi delle esportazioni sono saliti dello 0,3%, rispetto al mese scorso quando si era registrato un +0,8%. Rispetto allo stesso mese del 2023, i prezzi alle esportazioni sono scesi dell’1,4%.

Blackrock, patrimonio gestito a record 10,5 trilioni dollari

Blackrock, patrimonio gestito a record 10,5 trilioni dollariRoma, 12 apr. (askanews) – Il boom dei mercati azionari e la popolarità di un nuovo fondo quotato in bitcoin spot hanno spinto BlackRock a registrare un patrimonio gestito di 10,5 trilioni di dollari e un utile netto in aumento di oltre un terzo.


Il più grande gestore finanziario del mondo ha registrato un aumento del 36% su base annua dell’utile netto a 1,57 miliardi di dollari nel suo primo trimestre fiscale, con un aumento dell’11% dei ricavi a 4,7 miliardi di dollari. Queste cifre, così come l’utile netto rettificato di 1,47 miliardi di dollari, hanno superato le aspettative degli analisti intervistati da Bloomberg. Tuttavia – riporta il Financial Times – gli afflussi netti di 57 miliardi di dollari hanno deluso, trascinati al ribasso da 19 miliardi di dollari di deflussi dai prodotti di gestione della liquidità.


L’amministratore delegato Larry Fink ha sottolineato in una dichiarazione di venerdì una “forte pipeline” di opportunità. “Vediamo un potenziale di crescita significativo nelle infrastrutture, nella tecnologia, nel pensionamento e nelle soluzioni per l’intero portafoglio”, ha affermato. BlackRock è stato uno dei una dozzina di soggetti a lanciare un exchange traded fund (Etf) bitcoin spot nel primo trimestre, e il suo prodotto ha avuto un successo travolgente: ha raggiunto 10 miliardi di dollari di asset in tempi record e ora ha 18,7 miliardi di dollari. Ciò ha contribuito ad alimentare i flussi totali negli ETF nel trimestre portandoli a 67 miliardi di dollari.


La maggior parte dell’aumento di 1,4 trilioni di dollari su base annua del patrimonio gestito è dovuto al rialzo dei mercati azionari. Negli Stati Uniti, l’S&P 500 ha registrato il suo miglior primo trimestre dal 2019. I fondi a reddito fisso hanno riportato afflussi per 42 miliardi di dollari e i fondi azionari hanno ricevuto 18 miliardi di dollari. BlackRock e altri gestori patrimoniali hanno previsto una grande rotazione verso il reddito fisso, ma la decisione della Federal Reserve statunitense di mantenere i tassi di interesse ai massimi da 23 anni ha finora depresso la domanda.


I ricavi tecnologici, apprezzati dagli investitori perché meno legati alle oscillazioni del mercato, sono aumentati di 37 miliardi di dollari su base annua arrivando a 377 miliardi di dollari. Il margine operativo di BlackRock è migliorato al 35,8%, leggermente migliore di quanto previsto dagli analisti. Il gestore finanziario ha annunciato piccoli tagli di posti di lavoro a gennaio come parte di uno sforzo più ampio per controllare i costi. Oggi le azioni BlackRock sono aumentate di circa il 2,6% nelle negoziazioni pre-mercato.

Dombrosvkis: ci sono le condizioni per una ripresa Ue quest’anno

Dombrosvkis: ci sono le condizioni per una ripresa Ue quest’annoRoma, 12 apr. (askanews) – In Europa “l’inflazione continua il suo percorso di calo, sostenendo i redditi reali e i consumi interni. Il clima di fiducia delle imprese sta lentamente migliorando, ci sono le condizioni per una ripresa durante quest’anno”. Lo ha affermato il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis nella conferenza stampa al termine dell’Ecofin.


“Ciò detto le prospettive restano soggette a rischi e all’incertezza. A metà maggio – ha annunciato – presenteremo le nostre previsioni economiche aggiornate”.

Consob, il nodo dei 400 mld bond italiani con ‘passaporto’ estero

Consob, il nodo dei 400 mld bond italiani con ‘passaporto’ esteroRoma, 12 apr. (askanews) – Prospetti informativi con tempi “certi e più rapidi”, elaborarti con formato internazionale e anche in lingua inglese; allineamenti alle procedure delle migliori pratiche seguite in Europa, con costi ridotti e conoscibili ex ante, e quindi dando certezza anche su questo versante alle emittenti. Sono i punti chiave delle azioni messe in campo dalla Consob per favorire un ritorno nella Penisola di emittenti di obbligazioni italiane, che negli ultimi anni si sono rivolte sempre più alle controparti di altri Paesi Ue, in particolare Irlanda e Lussemburgo, per ottenere questi prospetti.


Lo ha spiegato Federico Cornelli, consigliere Consob aprendo i lavori della conferenza “Italian Debt Capital Market”, organizzata a Roma dall’Autorità di vigilanza assieme a Borsa Italiana, con al centro il tema delle iniziative per migliorare la competitività e l’accesso al mercato nella Penisola. “Abbiamo un numero molto rilevante di bond emessi da emittenti italiane, ma che sono ‘passaportati’ da qualche altra parte, principalmente in Irlanda e Lussemburgo, e quindi quotati altrove”, ha spiegato.


Secondo gli ultimi dati dell’autorità, sul totale di bond di emittenti italiane oltre il 65% hanno “codice Paese” non italiani: risulta un volume di bond outstanding emessi da emittenti italiane per un controvalore totale pari a circa 617 miliardi di euro di cui quelle con country code IT hanno un controvalore di circa 213 miliardi di euro (34,52% del totale), quelle con country code non IT un controvalore di circa 404 miliardi di euro (65,48% del totale). Questi circa 400 miliardi di euro rappresentano, secondo la Consob, un indicatore del controvalore dei bond emessi da società italiane quotati su mercati esteri.


“Alcuni paesi hanno vantaggi fiscali, ma ci sono anche applicazioni normative diverse che cerchiamo in qualche modo di correggere – ha proseguito il consigliere Consob -. Ci siamo quindi chiesti cosa possiamo fare, posto che noi siamo una autorità non un legislatore, per capire come rendere il percorso verso la quotazione più facile”. Ai lavori è intervento l’amministratore delegato di Borsa Italiana, Fabrizio Testa, rivedicando che nella Penisola “sicuramente le qualità ce le abbiamo”, ad esempio “Mts è una delle grandi eccellenze a livello europeo”.


Ma “nel corso degli anni abbiamo creato un po’ di elementi che ci hanno allontanato dalle best practices di altri paesi, e alcune emittenti hanno iniziato a guardare ad altre piazze con condizioni più favorevoli”. Poi nel 2021 è stata creata una task force dal Mef che ha lavorato su vari filoni. “Tempi, costi, certezza su entrambi – ha spiegato Testa – per poter avere operazioni in linea con il mercato Ue. Oggi presentiamo non un punto di arrivo ma un primo grande passo che affronta delle tematiche che sentivamo venire sempre più forti dai commenti delle emittenti e da coloro che le accompagnano all’emissione di bond”. (foto da sito ufficiale Consob)

Gentiloni: la realtà spingerà ad accettare nuovo debito comune

Gentiloni: la realtà spingerà ad accettare nuovo debito comuneLussemburgo, 12 apr. (askanews) – Nell’Ue, “sta andando avanti da diversi mesi la discussione su possibili nuovi finanziamenti comuni per obiettivi comuni”, sul modello di quanto è stato fatto con il “NextGenerationEU” (Ngeu), e sebbene le discussioni non siano facili, sarà “la realtà” che spingerà i leader europei ad accettare “una nuova decisione di utilizzo di risorse comuni per obiettivi comuni”. Lo ha affermato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, parlando ai giornalisti al suo arrivo alla riunione dell’Ecofin oggi a Lussemburgo.


La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen “qualche mese fa propose, ricorderete, un fondo per la sovranità europea. Le condizioni politiche tra i leader nel Consiglio europeo per raggiungere già un’intesa in questi giorni, in queste settimane, non sono facili. Ma purtroppo – ha detto Gentiloni – la realtà spingerà certamente nei prossimi mesi, forse sarà con la prossima Commissione, vedremo, ad arrivare alla fine a una nuova decisione di utilizzo di risorse comuni per obiettivi comuni, perché la realtà spinge in questa direzione”. Durante l’Ecofin di oggi, ha continuato il commissario, “credo che si parlerà soprattutto di come sono andate le cose nella prima metà” del periodo di attuazione del Ngeu. “Ma già nell’ultimo Consiglio europeo la discussione è stata aperta, e forse lo sarà anche nei prossimi, soprattutto sulla difesa”, ovvero sulla possibilità di utilizzare lo strumento del debito comune per finanziare gli investimenti nel settore.


“Io sono fiducioso che la consapevolezza della necessità di investimenti pubblici comuni è molto forte, ma le opinioni diverse ci sono, e non sono ancora, credo, superate”, ha ribadito Gentiloni. A un giornalista che chiedeva che cosa dovrà essere fatto perché il Ngeu sia un successo, e questo possa poi tradursi nella decisione di replicarne il metodo del debito comune per altri obiettivi comuni, il commissario ha risposto: “Già oggi possiamo dire che il Ngeu è stato un successo, perché appena introdotto ha stabilizzato i mercati, ha evitato grandi differenze tra i paesi, ha dato la possibilità di rispondere alla crisi della pandemia anche ai paesi che avevano uno spazio di bilancio più limitato. E vediamo che oggi la mappa della crescita in Europa è diversa da quella che era alcuni anni fa, e quindi i paesi che tradizionalmente avevano livelli di crescita più bassa hanno avuto invece delle performance migliori”.


“Questo – ha continuato Gentiloni – è già un buon risultato che il Ngeu ha portato a casa. Ma la valutazione finale, complessiva, si fa alla fine; e per arrivare a questa valutazione positiva alla fine bisogna semplicemente raggiungere nella maggior parte dei casi, nella maggior parte dei paesi, gli obiettivi. Ricordiamo che finora dei circa 700 miliardi di euro a disposizione ne abbiamo erogati soltanto 225, e che non tutti questi quattrini che sono arrivati ai paesi si sono già tradotti sul terreno in investimenti”. “Quindi l’impatto di questa operazione, che porterà a miglioramenti della crescita nei prossimi anni, si vedrà ancora e forse soprattutto negli anni a venire. Perciò, non bisogna, come si dice, abbassare la guardia, ma continuare a lavorare”, ha concluso Gentiloni.