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Agricoltura, verso taglio 50% Irpef fino a 15mila euro

Agricoltura, verso taglio 50% Irpef fino a 15mila euroRoma, 12 feb. (askanews) – “Il ministro Giancarlo Giorgetti e il vice ministro Maurizio Leo, in stretto contatto con il ministro Francesco Lollobrigida, stanno predisponendo un emendamento governativo sulla problematica dell’Irpef”. Lo riferiscono fonti parlamentari di maggioranza a margine del vertice sul decreto milleproroghe.


“Una norma – proseguono le stesse fonti – che prevede, oltre alla franchigia per esentare dal pagamento i redditi agrari e dominicali fino a 10.000 euro, anche una riduzione del 50% dell’importo da pagare per i redditi tra i 10.000 e i 15.000 euro. Una norma che riguarderebbe solo gli imprenditori agricoli professionali e i coltivatori diretti in forma individuale o in società semplice”. “Una dimostrazione dell’impegno massimo del governo Meloni e della vicinanza agli agricoltori in questi 16 mesi. – si sottolinea dalla maggioranza – Un risultato, al di sopra delle aspettative, che certifica il raggiungimento dell’accordo all’interno della maggioranza, che si deve al lavoro congiunto dei Ministri Giorgetti, Lollobrigida e Ciriani e del viceministro Leo, che si sono prodigati per reperire le risorse necessarie a coprire i costi della misura”.

Patto stabilità, Cavallari (Upb): clausola deficit morde da 2030

Patto stabilità, Cavallari (Upb): clausola deficit morde da 2030Roma, 12 feb. (askanews) – Le nuove clausole sul deficit di bilancio del Patto di stabilità e di crescita “inizieranno a ‘mordere’ e diventeranno rilevanti all’inizio prossimo decennio, questo comporterà uno sforzo maggiore di quello che sarebbe necessario sulla base di una analisi di rischio”. Lo ha affermato Lilia Cavallari, presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio, durante un dibattito organizzato a Roma dalla Rappresentanza in Italia della Ue.


Cavallari ha spiegato che a marzo l’Upb completerà uno studio sugli effetti della revisione delle regole del Patto per le prospettive dei conti pubblici italiani. Il senso delle clausole di rafforzamento del taglio del deficit è “assicurare una discesa più rapida: l’idea è di creare un margine di sicurezza” nelle fasi economiche postitive (da utilizzare semmai nelle situazioni opposte). Più in generale,s econdo la presidente dell’Upb “un altro ingrediente da stimolare nell’Ue è creare uno standard per le autorità indipendenti di vigilanza sul bilancio, oggi sono molto diverse tra Paesi e avere uno standard uniforme – ha concluso – sarebbe invece importante”

Banche, Buch (Bce): usare extraprofitti per rafforzare capitale e IT

Banche, Buch (Bce): usare extraprofitti per rafforzare capitale e ITRoma, 12 feb. (askanews) – “Oggi le banche europee sono meglio patrimonializzate e più resilienti di quanto fossero 10 anni fa, all’inizio dell’Unione bancaria. Ma non ci sono spazi per l’autocompiacimento. I cambiamenti strutturali nell’economia reale, i nuovi rischi che stanno emergendo, la digitalizzazione e l’accresciuta concorrenza possono mettere alla prova i modelli di business delle banche”. Lo ha affermato la presidente del ramo di Vigilanza bancaria della Bce, Claudia Buch durante una intervento alla “House of the Euro” a Bruxelles.


“Di recente gli utili delle banche hanno tratto beneficio dai tassi di interesse più alti. Questo fornisce l’opportunità alle banche di aumentare la loro resilienza, in termini di aumento dei margini patrimoniali e per infrastrutture di Information Technology resilienti”, ha detto. Secondo Buch “viviamo in tempi incerti. Ma la rassegnazione addirittura la paura non sono una buona guida per gestire l’incertezza. In Europa possiamo costruire sulla base di istituzioni solide e di un quadro regolamentare robusto, sia per creare resilienza sia per assumere misure preventive. Questo è al centro della nostra attività sulla vigilanza bancaria. Ele banche sono una parte integrante delle nostre politiche e possono contribuire in maniera rilevante al welfare”.


Dal punto di vista della Vigilanza bancaria “dobbiamo anche adattarci a un contesto che sta cambiando. Colmare le lacune sul sistema di risoluzione. E dobbiamo focalizzarci sui rischi che stanno emergendo e assumere misure tempestivamente – ha avvertito – se vediamo debolezze nel sistema di controllo dei rischi e nella resilienza delle banche”.

Sud, Intesa Sanpaolo: nel 2023 export in aumento del 3,7%

Sud, Intesa Sanpaolo: nel 2023 export in aumento del 3,7%Napoli, 12 feb. (askanews) – Nei primi nove mesi del 2023 le esportazioni dei distretti industriali del Mezzogiorno sono state pari a quasi 7,2 miliardi di euro, in crescita del 3,7%, a prezzi correnti, rispetto al periodo gennaio-settembre 2022 (+260 milioni di euro), un dato migliore rispetto alla media dei distretti italiani (+0,4%). E’ quanto fotografato dallo studio realizzato dalla irezione Studi e Ricerche di Banca Intesa Sanpaolo.


Dopo un primo trimestre di crescita a doppia cifra (+11%) e un secondo di lieve calo (-0,6%), il terzo trimestre ha registrato una nuova crescita (+1,1%). Nel terzo trimestre 2023 il Mezzogiorno è stata l’unica area geografica a registrare un’evoluzione positiva delle esportazioni distrettuali (Nord-Est -2,4%, Nord-Ovest -4,7% e Centro -6,5%), grazie all’elevata presenza su questo territorio dei distretti agro-alimentari (il peso dell’export dei distretti agro-alimentari sul totale è pari all’8,4% per il Centro, 15% per il Nord-Ovest, 15,4% per il Nord-Est e 63% per il Mezzogiorno). Tra le regioni del Mezzogiorno in cui si monitorano distretti industriali, solo Puglia e Basilicata hanno mostrato esportazioni in calo rispetto ai primi nove mesi del 2022 (rispettivamente -3,7% e -10,7%). Per dinamica positiva si evidenzia la Sardegna (+16,2%), seguita da Campania (+9,2%) e Abruzzo (+8,5%). Risultano in crescita anche le vendite all’estero dei distretti siciliani (+5,8%). Ben 15 distretti dei 28 monitorati hanno realizzato una crescita delle esportazioni nel periodo esaminato.

Ue, Lane (Bce): iniziative affidate a Letta e Draghi fondamentali

Ue, Lane (Bce): iniziative affidate a Letta e Draghi fondamentaliRoma, 12 feb. (askanews) – “Ci servono delle statistiche a livello europeo e, a un certo punto, dopo la riforma della fiscalità internazionale concordata in ambito Ocse dovremmo muoverci verso qualche meccanismo di allocamento delle risorse su scala europea”. Lo ha affermato il capo economista della Bce, Philip Lane, durante una tavola rotonda sulle nuove sfide per l’analisi statistica organizzata a Madrid assieme a Irving Fisher Committee on Central Bank Statistics, Banca dei regolamenti internazionali e Banca di Spagna.


“Il modo spontaneo con cui questo può crescere è se abbiamo imprese di dimensioni europee. E superata una certa dimensione avere un singolo sistema di rendicontazione sulle imprese penso che possa aiutare”, ha osservato Lane. Ad ogni modo, secondo il capo economista della Bce passi in questa direzione non spettano a banchieri centrali o agli esperti di statistica, semmai “iniziative come quella affidata a Enrico Letta, sul mercato unico Ue e a Mario Draghi, sulla competitività, sono esempi dell’unico modo per finanziare le transizioni verde e digitale – ha sostenuto Lane -: è fondamentalmente avere maggiore integrazione a livello europeo. E per farlo bisogna essere pronti a andare avanti con iniziative come queste”.

Confindustria, entro oggi le candidature:4 in corsa per presidenza

Confindustria, entro oggi le candidature:4 in corsa per presidenzaRoma, 12 feb. (askanews) – Nuova tappa nella corsa per la successione a Carlo Bonomi. Stasera a mezzanotte, scadrà il termine per presentare le candidature alla presidenza di Confindustria. La Commissione di designazione dell’associazione, formata da Mariella Enoc, Andrea Moltrasio e Ilaria Vescovi, è in attesa delle candidature che andranno sostenute per iscritto da almeno il 10% dei voti rappresentati nell’assemblea o dei componenti del Consiglio generale. In sostanza ci vorranno minimo 18 espressioni di appoggio per superare questa prima fase.


Entro martedì, dunque, si alzerà ufficialmente il sipario sui nomi dei candidati. Al momento le carte restano ancora coperte, ma in pista ci sarebbero quattro industriali, quasi tutti espressione del mondo imprenditoriale del Nord. Due ricoprono attualmente la carica di vicepresidente: si tratta di Emanuele Orsini (Emilia Romagna), e Alberto Marenghi (Lombardia). Ai nastri di partenza anche il ligure Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, ed Edoardo Garrone, anche lui ligure e presidente di Erg e Sole 24 Ore. Dopo questa primo passaggio, i candidati potrebbero ridursi a due se, come nella tradizione confindustriale, si cercheranno accordi e alleanze in nome di una visione comune. Una mossa suggerita anche dalla necessità di non disperdere i voti e di non apparire eccessivamente divisi al di fuori dell’associazione.


In settimana partirà anche il “tour” nazionale di Enoc, Moltrasio e Vescovi. I tre saggi apriranno le consultazioni con la base imprenditoriale giovedì 15, a Milano, nelle sede di Federchimica. Seconda tappa sarà Bologna il 16 febbraio. Poi i tre si sposteranno a Torino il 23 febbraio. Il 28 e 29 febbraio saranno a Roma nella sede di Confindustria. Il primo marzo di nuovo a Milano, questa volta in Assolombarda. Il 9 marzo a Padova e come tappa finale ci sarà Napoli l’11 marzo. Al termine delle consultazioni, i saggi individueranno i nominativi dei candidati che saranno chiamati ad ufficializzare l’accettazione della candidatura e ad illustrare il proprio programma in occasione del Consiglio Generale del 21 marzo.


Il nuovo leader di Confindustria verrà designato, a scrutinio segreto e a maggioranza assoluta dei votanti, il 4 aprile dal Consiglio generale e sarà poi eletto dall’assemblea dei delegati in programma per il 23 maggio.

Saras, famiglia Moratti vende 35% e cede controllo a svizzeri Vitol

Saras, famiglia Moratti vende 35% e cede controllo a svizzeri VitolRoma, 11 feb. (askanews) – La famiglia Moratti cede il controllo delle sue raffinerie Saras agli svizzeri di Vitol, che detengono infrastrutture energetiche in tutto il mondo. Massimo Moratti S.a.p.A. di Massimo Moratti, Angel Capital Management S.p.A. e Stella Holding S.p.A. e Vitol B.V., società con in Olanda, hanno infatti stipulato un contratto di compravendita in base al quale la Famiglia Moratti si è impegnata a cedere a Vitol, azioni di Saras S.p.A. che rappresentano circa il 35% del capitale azionario di Saras, ad un prezzo pari a €1,75 per azione. Lo rende noto un comunicato dell’azienda.


Ai sensi dello SPA e subordinatamente al verificarsi di determinate circostanze ivi previste, ACM si è impegnata a vendere a Vitol le eventuali azioni di Saras che ACM potrebbe ricevere sulla base dell’esistente contratto derivato di funded collar, avente ad oggetto circa il 5% del capitale azionario di Saras. Nel caso in cui venga deliberato e distribuito un dividendo da parte di Saras prima della data di completamento dell’Operazione, il Prezzo per Azione sarà ridotto di conseguenza.


Il completamento dell’Operazione è esclusivamente subordinato all’ottenimento delle autorizzazioni regolamentari necessarie (i.e., le autorizzazioni ai sensi dei regolamenti dell’Unione europea sulle sovvenzioni estere e in manteria di concorrenza (antitrust) e della normativa golden power italiana). Al completamento dell’Operazione, l’intera partecipazione detenuta dalla Famiglia Moratti in Saras sarà trasferita a Vitol. L’Operazione determinerà l’insorgere di un obbligo di promuovere un’offerta pubblica di acquisto obbligatoria sul capitale azionario di Saras, che sarà promossa da Vitol allo stesso Prezzo per Azione, ovvero al prezzo rettificato in caso di distribuzione di un dividendo prima del completamento dell’Operazione. L’obiettivo dell’OPA è ottenere la revoca delle azioni ordinarie di Saras dalla quotazione e dalle negoziazioni su Euronext Milan, che potrà essere conseguita anche attraverso una fusione in presenza delle relative condizioni.


Saras è un’azienda leader nel settore industriale ed energetico con sede in Italia. Tra i suoi impianti è inclusa la più grande raffineria a sito unico nel Mediterraneo. Posizionata strategicamente in un sito industriale in Sardegna, la raffineria con una capacità di 300 mila barili/giorno fornisce prodotti petroliferi all’Italia e al resto dell’Europa, mentre il suo impianto di generazione di energia elettrica perfettamente integrato, uno dei più grandi nel suo genere, ha una potenza installata di 575MW e contribuisce per oltre il 40% al fabbisogno energetico della Sardegna. Inoltre, Saras ha un importante portafoglio di rinnovabili che comprende 171MW di impianti eolici operativi e una pipeline di di progetti eolici e solari rispettivamente di 593MW e 79MW. Vitol ha una lunga storia di investimenti in infrastrutture energetiche in tutto il mondo, dalla produzione e raffinazione del petrolio alle energie rinnovabili e allo stoccaggio di CO2. Questa Operazione rappresenta per Vitol un’opportunità di investire in un asset di alta qualità, ben posizionato per soddisfare le esigenze energetiche attuali e future in Italia e in Europa.


Massimo Moratti, Presidente e Amministratore Delegato di Saras, ha dichiarato: “Dopo 62 anni dalla sua fondazione avvenuta ad opera di mio padre, con i miei nipoti Angelo e Gabriele ed i miei figli Angelomario e Giovanni, ho ritenuto che la miglior garanzia per il futuro successo della raffineria di Sarroch fosse l’aggregazione con un primario operatore industriale del settore energetico globale, quale è Vitol, dotato di risorse relazionali, finanziarie e manageriali necessarie per competere nell’attuale contesto di mercato internazionale. Pertanto, ritengo che, questa Operazione sarà positiva per tutti gli azionisti, per le maestranze, per i clienti e tutti gli altri stakeholders, che ringrazio per la fiducia che ci hanno sempre accordato. Oggi Saras è una società solida e profittevole, leader nell’intero bacino del Mediterraneo, e auguriamo a Vitol di poter espandere i successi fino ad ora conseguiti.” Russell Hardy, Amministratore Delegato di Vitol, ha dichiarato: “La nostra ambizione è quella di investire in una forte società italiana nel settore dell’energia, gestita da un management locale autonomo e supportata dall’esperienza e dall’accesso al mercato di Vitol. Apprezziamo l’importanza di Saras in Sardegna, e nel paese più in generale, e ci impegniamo a portare avanti l’eredità della famiglia Moratti di gestione diligente, operazioni sicure e supporto alla comunità locale e ai dipendenti. Le attività di Saras sono ben complementari al core business di Vitol e questa Operazione rafforzerà la sicurezza energetica europea e migliorerà l’approvvigionamento di un impianto chiave nel settore energetico europeo”. Al completamento dell’Operazione, Vitol disporrà di oltre 800 mila barili/giorno di capacità di raffinazione in sette raffinerie, 4GW di produzione di energia termica e oltre 1,4GW di generazione di energia rinnovabile. La Famiglia Moratti è assistita da BofA Securities e Four Partners Advisory in qualità di advisor finanziari e da Linklaters Milano in qualità di advisor legale. Vitol è assistita da J.P. Morgan in qualità di advisor finanziario esclusivo e da Chiomenti e Weil, Gotshal & Manges in qualità di advisor legali.

Usa2024, Trump ha 11 punti vantaggio su Bidem su gestione economia

Usa2024, Trump ha 11 punti vantaggio su Bidem su gestione economiaRoma, 11 feb. (askanews) – Nonostante mesi di forte crescita economica, gli americani hanno molta più fiducia in Donald Trump per gestire l’economia americana rispetto a Joe Biden, secondo quanto emerge da un nuovo sondaggio, dal quale emerge la difficoltà del presidente nel convincere gli elettori che le sue politiche stanno migliorando il loro benessere finanziario.


L’indagine condotta dal Financial Times e dalla Ross School of Business dell’Università del Michigan ha rilevato che il 42% degli americani ritiene che Trump sarebbe il miglior amministratore dell’economia americana, mentre solo il 31% ha scelto Biden. Circa uno su cinque – il 21% – ha dichiarato di non fidarsi di nessuno dei due.I risultati – riportati dal Financial Times – complicano ulteriormente una settimana difficile per il presidente, scosso da un rapporto giudiziario che lo descriveva come un “uomo anziano con scarsa memoria”, confermando le preoccupazioni di molti elettori sulla sua età e acutezza mentale.


La forza di Trump nel sondaggio del FT arriva nonostante gli elettori riferiscano modesti miglioramenti nelle loro condizioni finanziarie personali e nelle loro prospettive per l’economia complessiva, sollevando dubbi sul fatto se una crescita robusta, un mercato del lavoro forte e un’inflazione in calo possano migliorare le possibilità di rielezione di Biden.“Il messaggio di Biden secondo cui l’economia sta andando bene sotto di lui non ha convinto molte persone”, ha detto Erik Gordon, professore alla Ross School of Business.


“Nonostante le sue ripetute dichiarazioni e nonostante i numeri del governo che lo sostengono, non ha mosso l’ago della disapprovazione”, ha aggiunto Gordon, sottolineando che il sondaggio ha mostrato che un elettore su tre ritiene che le politiche economiche di Biden abbiano “danneggiato molto l’economia”.Il sondaggio mensile FT-Michigan Ross cerca di monitorare il sentimento degli elettori sull’economia statunitense nel periodo precedente alle elezioni di novembre, che sarà sempre più probabile che sarà una rivincita tra l’ex presidente Trump e l’attuale Biden.


Alla domanda su come descriverebbe la propria situazione finanziaria attuale, il 46% degli elettori ha risposto che potrebbe “vivere comodamente” o “far fronte alle spese con un po’ di margine” – in aumento di tre punti rispetto a quando la stessa domanda fu posta nel novembre 2023, la prima volta mese del sondaggio FT-Michigan Ross.Poco più di un quarto – il 27% – ha dichiarato che le condizioni economiche complessive negli Stati Uniti erano “eccellenti” o “buone”, rispetto al 21% di novembre.Ma quando è stato chiesto se approvassero il modo in cui Biden sta gestendo l’economia, solo il 36% degli elettori ha risposto di sì, invariato rispetto a novembre.Il sondaggio ha evidenziato le forti divisioni partitiche che pesano sugli indici di approvazione di Biden. Il 71% dei democratici ha dichiarato di approvare la gestione economica di Biden, rispetto al solo 5% degli elettori repubblicani.Ma l’indagine ha anche messo in luce le differenze tra i diversi gruppi demografici. Trump continua a godere di una forza significativa tra gli americani a basso reddito, suggerendo che il recente boom non si fa sentire equamente in tutto il divario economico.I laureati avevano quasi il doppio delle probabilità di avere una visione positiva dell’economia rispetto alle persone senza titolo universitario, e la percentuale di elettori che affermavano di avere una visione positiva dell’economia aumentava progressivamente con il reddito degli elettori.Il sondaggio FT-Michigan Ross è stato condotto online dagli strateghi democratici Global Strategy Group e dalla società di sondaggi repubblicana North Star Opinion Research tra il 2 e il 5 febbraio. Riflette le opinioni di 1.006 elettori registrati a livello nazionale e ha un margine di errore di più o meno 3,1. punti percentuali. 

Confindustria,entro domani le candidature:4 in corsa per presidenza

Confindustria,entro domani le candidature:4 in corsa per presidenzaRoma, 11 feb. (askanews) – Nuova tappa nella corsa per la successione a Carlo Bonomi. Domani, a mezzanotte, scadrà il termine per presentare le candidature alla presidenza di Confindustria. La Commissione di designazione dell’associazione, formata da Mariella Enoc, Andrea Moltrasio e Ilaria Vescovi, è in attesa delle candidature che andranno sostenute per iscritto da almeno il 10% dei voti rappresentati nell’assemblea o dei componenti del Consiglio generale. In sostanza ci vorranno minimo 18 espressioni di appoggio per superare questa prima fase.


Entro martedì, dunque, si alzerà ufficialmente il sipario sui nomi dei candidati. Al momento le carte restano ancora coperte, ma in pista ci sarebbero quattro industriali, quasi tutti espressione del mondo imprenditoriale del Nord. Due ricoprono attualmente la carica di vicepresidente: si tratta di Emanuele Orsini (Emilia Romagna), e Alberto Marenghi (Lombardia). Ai nastri di partenza anche il ligure Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, ed Edoardo Garrone, anche lui ligure e presidente di Erg e Sole 24 Ore. Dopo questa primo passaggio, i candidati potrebbero ridursi a due se, come nella tradizione confindustriale, si cercheranno accordi e alleanze in nome di una visione comune. Una mossa suggerita anche dalla necessità di non disperdere i voti e di non apparire eccessivamente divisi al di fuori dell’associazione.


In settimana partirà anche il “tour” nazionale di Enoc, Moltrasio e Vescovi. I tre saggi apriranno le consultazioni con la base imprenditoriale giovedì 15, a Milano, nelle sede di Federchimica. Seconda tappa sarà Bologna il 16 febbraio. Poi i tre si sposteranno a Torino il 23 febbraio. Il 28 e 29 febbraio saranno a Roma nella sede di Confindustria. Il primo marzo di nuovo a Milano, questa volta in Assolombarda. Il 9 marzo a Padova e come tappa finale ci sarà Napoli l’11 marzo. Al termine delle consultazioni, i saggi individueranno i nominativi dei candidati che saranno chiamati ad ufficializzare l’accettazione della candidatura e ad illustrare il proprio programma in occasione del Consiglio Generale del 21 marzo.


Il nuovo leader di Confindustria verrà designato, a scrutinio segreto e a maggioranza assoluta dei votanti, il 4 aprile dal Consiglio generale e sarà poi eletto dall’assemblea dei delegati in programma per il 23 maggio.

Tod’s, i Della Valle lanciano Opa totalitaria per delisting

Tod’s, i Della Valle lanciano Opa totalitaria per delistingMilano, 11 feb. (askanews) – Diego Della Valle, Andrea Della Valle e il fondo L. Catterton Management Limited lanciano “un’offerta pubblica di acquisto volontaria totalitaria per un corrispettivo pari a 43 euro per azione volta ad acquisire massime n. 11.913.128 azioni ordinarie di Tod’s” con l’obiettivo di “ottenere la revoca delle azioni ordinarie di Tod’s dalla quotazione e dalla negoziazioni su Euronext Milan, mercato regolamentato organizzato e gestito da Borsa Italiana S.p.A. (“Delisting”)”. Lo annuncia la società in una nota.


“In caso di integrale adesione all’Offerta – prosegue il comunicato di Tod’s – gli azionisti di maggioranza resteranno titolari di 17.870.511 azioni, rappresentative del 54% del capitale sociale dell’Emittente, L Catterton diventerà titolare indirettamente di n. 11.913.128 azioni, rappresentative del 36% del capitale sociale dell’Emittente”, mentre “l’azionista di Minoranza resterà titolare di n. 3.309.900 azioni, rappresentative del 10% del capitale sociale dell’Emittente”. “Sono molto soddisfatto di questa operazione che porterà ulteriori benefici allo sviluppo futuro del Gruppo Tod’s, uno sviluppo fatto di continui investimenti e di obiettivi sfidanti. In questo momento, uscire dalla Borsa, con la quale abbiamo sempre avuto ottimi rapporti, riteniamo sia la scelta strategicamente più idonea”. Così Diego Della Valle, presidente e amministratore Delegato di Tod’s, commenta il lancio dell’Opa totalitaria per il delisting della società.


“Condividere questo percorso con L Catterton – private equity leader mondiale nel settore dei beni di consumo – ci darà la possibilità di svilupparci ulteriormente e di cogliere le opportunità che il mercato offrirà”, sottolinea il numero uno di Tod’s.