Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Esplosione nella centrale di Suviana, cosa ha detto l’amministratore delegato di Enel Green Power Salvatore Bernabei

Esplosione nella centrale di Suviana, cosa ha detto l’amministratore delegato di Enel Green Power Salvatore BernabeiRoma, 11 apr. (askanews) – Sul cosa abbia causato la tragedia alla centrale idroelettrica di Enel Green Power di Suviana, a Bargi (BO) “stiamo lavorando e lavoreremo con le autorità, per accertare che cosa non ha funzionato. Adesso è presto per dirlo e stiamo lavorando con i vigili del fuoco e la protezione per accertare i fatti quanto prima. In questo evento, per quello che si è prodotto, il danno che si è manifestato è enorme, ma il danno più importante è quello in termini di vite umane. Adesso è il momento di stare vicino alle persone, di stare vicino alle famiglie, e allo stesso tempo di lavorare in modo coordinato in sicurezza per cercare i dispersi”. Lo ha affermato l’amministratore delegato di Enel Green Power, Salvatore Bernabei, intervistato ieri sera da Bruno Vespa a “5 minuti” su Rai1.


“Questa centrale è composta da due gruppi speculari. Erano già terminate le attività di montaggio e collaudo del primo gruppo – ha spiegato il manager – ed erano terminate le attività di montaggio del secondo gruppo. E in questi giorni erano in corso le prove di funzionamento, quindi i collaudi, del secondo gruppo, quando è successo l’evento”. Quanto a coloro che erano impegnati in queste operazioni, “per come lavoriamo, questa è una centrale in cui lavori erano stati pianificati già dal 2022, e dato l’elevato grado di specializzazione, qui parliamo di un aggiornamento tecnologico della centrale, abbiamo scelto le aziende leader nel settore. Riconosciute in modo universale, prestigioso come Siemens, Voith, Abb. Quindi – ha spiegato – le persone che stavano nella centrale quando è successo l’evento sono persone che lavorano per queste aziende, oltre che per Enel Green Power”. Bernabei ha voluto “esprimere il mio più profondo cordoglio per tutte le vittime e le loro famiglie per questo evento tragico e straordinario che ci ha sconvolto”.

Bce, attesi tassi fermi, mentre inflazione Usa allontana tagli Fed

Bce, attesi tassi fermi, mentre inflazione Usa allontana tagli FedRoma, 10 apr. (askanews) – Domani alle 14 e 15 la Banca centrale europea comunicherà le sue decisioni di politica monetaria. Nonostante i continui cali dell’inflazione, che resta comunque ancora marginalmente superiore all’obiettivo del 2% dell’istituzione, la persistente debolezza dell’economia, del credito bancario, e le frenate delle dinamiche positive su salari e utili delle imprese, l’attesa dominante è che l’istituzione mantenga i livelli nettamente restrittivi dei tassi di interesse. E che attenda ulteriormente, presumibilmente fino a giugno, per operare una prima riduzione sul costo del danaro.


Alle 14 e 45 la presidente Christine Lagarde terrà la consueta conferenza stampa esplicativa. La vigilia delle decisioni del Consiglio Bce è stata segnata dai dati sull’inflazione negli Stati Uniti, dove contrariamente a quanto sta avvenendo nell’area euro si è verificata una inattesa risalita, al 3,5% a marzo (nello stesso mese i cui ha rallentato al 2,4% per la media dei Paesi euro).


Questo sviluppo ha bruscamente risvegliato i pessimismi dei mercati, dato che implicitamente fa slittare in avanti la data di un possibile taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve. Proprio oggi i verbali del direttorio della Banca centrale statunitense, il Fomc che si è svolto il 19 e 20 marzo ribadiscono che per prendere in considerazione qualsiasi aggiustamento ai tassi, i banchieri centrali Usa “valuteranno attentamente i dati che perverranno, l’evolversi delle prospettive e il bilanciamento dei rischi. I componenti – si legge – hanno concordato che non si attendono che risulti appropriato ridurre i tassi fino a quando non avranno maggiore fiducia che l’inflazione si stia muovendo in maniera sostenibile verso il 2%”.


Esattemente l’opposto di quello che si è appena verificato. Tra gli analisti c’è già chi ipotizza che di tagli non se ne parli prima di novembre. E, prima ancora dei dati diffusi oggi, erano anche state espresse valutazioni da parte di player rilevanti del panorama bancario e finanziario statunitense che escludevano tagli ai tassi per tutto questo 2024. I verbali del Fomc aggiungono che “quasi tutti i componenti si attendono che, a un certo punto più avanti nel corso di quest’anno dovrebbe essere appropriato muovere la linea a un livello menoi restrittivo”. Ma appunto si riferiscono a un incontro al quale ancora non si conoscevano questi ultimi dati sul caro vita. Intanto il dollaro è balzato al rialzo, mentre Wall Street è tornata a perdere terreno. In serata l’euro si scambia a 1,0743 sul biglietto verde, sui minimi da inizio mese.

Wall Street chiude in netto calo, Dow Jones -1,09%, Nasdaq -0,84%

Wall Street chiude in netto calo, Dow Jones -1,09%, Nasdaq -0,84%Roma, 10 apr. (askanews) – Chiusura in netto ribasso a Wall Street, con alcuni tentativi di mitigazione delle perdite sul finale. I mercati azionari statunitensi hanno preso come una secchiata di acqua gelida i dati sull’inflazione di marzo: negli Usa il carovita ha rialzato la testa in maniera inattesa, segnando un più 3,5% su base annua. Esattamente l’opposto di quello che la Federal Reserve vuole vedere per procedere a un taglio dei tassi di interesse, che ora con ogni probabilità si allontana. A fine contrattazioni il Dow Jones segna meno 1,09%, l’S&P 500 meno 0,95%, il Nasdaq ha chiuso gli scambi in calo dello 0,84%.


All’opposto torna a guadagnare il petrolio, in serata il Brent sale di oltre l’1,20% a 90,49 dollari. Il West Texas Intermediate sale di oltre l’1% a 86,21 dollari, nonostante il contestuale apprezzamento del dollaro con l’euro a 1,0742.

G7 Trasporti, al via da domani su sfide alla mobilità del futuro

G7 Trasporti, al via da domani su sfide alla mobilità del futuroMilano, 10 apr. (askanews) – Le sfide alla mobilità del futuro di fronte alla crescente instabilità globale saranno al centro della riunione del G7 Trasporti che inizierà domani a Milano. All’incontro, presieduto dal vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, parteciperanno i ministri Pablo Rodriguez (Canada), Patrice Vergriete (Francia), Volker Wissing (Germania), Tetsuo Saito (Giappone), Mark Harper (Regno Unito), e il vice segretario ai Trasporti Polly Trottemberg (Stati Uniti).


Sarà inoltre presente la commissaria europea per i Trasporti Adina Valean e il segretario generale dell’International Transport Forum, Young Tae Kim. Infine il ministro delle Infrastrutture ucraino Oleksandr Kubrakov, che parteciperà alla Sessione di lavoro “speciale” dei ministri del G7 sulla cooperazione con l’Ucraina. La ministeriale di Milano, si legge in una nota, sarà appunto l’occasione per fare il punto su come i Paesi del G7 intendono affrontare le sfide del futuro della mobilità. E lo farà guardando ai due lati della stessa medaglia. Da un lato, attirando l’attenzione sulla necessità di rafforzare la preparazione dei sistemi di trasporto contro shock futuri, dall’intelligenza artificiale alle crescenti tensioni geopolitiche, passando per le sfide del cambiamento climatico o di un attacco informatico. Dall’altro, identificando iniziative politiche efficaci e soluzioni efficienti per promuovere infrastrutture più moderne, efficienti e sostenibili.


I ministri dei Trasporti, prosegue la nota, sono sempre più spesso chiamati a dare risposte immediate e concrete alla domanda di mobilità in uno scenario caratterizzato da crescente instabilità e da shock esogeni che mettono a rischio il sistema dei trasporti a livello globale. Le tensioni geopolitiche, i cambiamenti climatici e le trasformazioni prodotte dalla digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale richiedono infatti un impegno di tipo nuovo da parte dei Ministri dei Trasporti del G7, anche alla luce dell’impatto che le stesse possono avere a livello economico e sociale, in particolare per i più vulnerabili, e nel rapporto con il Sud Globale. Su queste ed altre sfide per la mobilità e la connettività si concentrerà la discussione tra i ministri. L’obiettivo, conclude la nota, è quello di creare strumenti di coordinamento e cooperazione a livello G7 che siano in grado di aumentare il livello di preparazione e risposta in caso di eventi estremi ed imprevisti, assicurando la continuità dei sistemi di trasporti ed il diritto alla mobilità individuale e collettiva, pilastro delle società democratiche e liberali.

Istat, Italia eletta nella Commissione statistica dell’Onu

Istat, Italia eletta nella Commissione statistica dell’OnuRoma, 10 apr. (askanews) – L’Italia torna ad essere membro della Commissione Statistica delle Nazioni Unite: lo riferisce l’Istat, ricordando con un comunicato che la Penisola era stata impegnata in questo ruolo già nel 2010 e poi con un altro mandato fino al 2017.


La Commissione, si legge, è composta da rappresentanti di 24 Paesi. Il ruolo della Commissione statistica è cresciuto negli anni quale organismo responsabile della gestione della governance delle statistiche e dei dati, e nello sviluppo e aggiornamento di standard e norme statistiche internazionali, e di sviluppo e attuazione di strumenti e metodologie per la comparabilità dei dati. In un momento particolarmente rilevante per la statistica, prosegue l’Istat, il ruolo di membro nel principale organo decisionale del sistema statistico globale per il triennio 2025-2028 rappresenta per Istat l’opportunità di assicurare un contributo dell’Italia alle nuove sfide, a cominciare dall’utilizzo di nuove fonti di dati, alla misurazione del progresso della società e al processo di modernizzazione delle statistiche in linea con i principi fondamentali della statistica ufficiale su cui l’Istat può vantare un’esperienza ben riconosciuta nei vari settori tematici, una partnership nella cooperazione internazionale e un’attiva partecipazione nel contesto internazionale della statistica ufficiale.


Essere nuovamente un membro della Commissione, afferma l’istituto, garantisce all’Italia un maggior peso strategico su ambiti rilevanti, con un impatto non solo a livello nazionale ma anche europeo consentendo tra l’altro all’Italia di rivestire un ruolo attivo rispetto alla posizione comune del sistema statistico europeo sui diversi temi affrontati in sede di Commissione Statistica alle Nazioni Unite. (fonte immagine: Istat).

Sicurezza sul lavoro, giovedì sciopero Cgil-Uil. In Emilia raddoppia la protesta

Sicurezza sul lavoro, giovedì sciopero Cgil-Uil. In Emilia raddoppia la protestaRoma, 10 apr. (askanews) – Domani è il giorno dello sciopero generale di Cgil e Uil per sollecitare il governo ad adottare misure più incisive sulla sicurezza sul lavoro. La protesta sarà di 4 ore in nei settori privati (il comparto pubblico è escluso, mentre nell’edilizia sarà di 8 ore). Lo sciopero, segnato dalla tragedia nella centrale elettrica di Suviana (Bologna), si articolerà con manifestazioni nei territori.


Dopo l’ennesima strage le due confederazioni sindacali hanno deciso di estendere a 8 ore l’astensione dal lavoro in Emilia Romagna, sia nel privato che nel pubblico, con un’iniziativa in piazza XX settembre a Bologna (ore 9). Con la stessa motivazione i metalmeccanici di Fiom e Uilm Milano avevano deciso di incrociare le braccia per 8 ore. Il prefetto ha però precettato i dipendenti dell’Atm a causa della concomitanza con la presenza in città dei ministri dei Trasporti del G7 e della partita di calcio tra Milan e Roma per l’andata dei quarti di finale dell’Europa League. I lavoratori di Trenord (servizio regionale ferroviario) potranno invece aderire allo sciopero. La piattaforma rivendicativa ha tre obiettivi: zero morti sul lavoro, una giusta riforma fiscale, un nuovo modello sociale di fare impresa. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, concluderà la manifestazione di Brescia. E’ previsto un corteo, con concentramento in piazzale Cesare Battisti alle 8.30, che attraverserà le vie della città e arriverà in piazza Paolo VI dove il leader sindacale terrà il comizio conclusivo.


Il numero uno della Uil, Pierpaolo Bombardieri, sarà invece a Roma dove, con inizio alle 10, terrà un’assemblea con i lavoratori del settore trasporti all’interno del deposito Atac di Grottarossa in via della Stazione di Grottarossa. Nel trasporto ferroviario lo sciopero per gli addetti alla circolazione dei treni è dalle 9.01 alle 13. Viene assicurata la fascia di garanzia tra le 6 e le 9. I lavoratori degli appalti ferroviari di terra e viaggiante si fermeranno per il secondo mezzo turno di lavoro. Trenitalia e Italo riferiscono che Frecce e Intercity circoleranno regolarmente. Nel trasporto pubblico locale lo stop sarà di 4 ore nel rispetto delle fasce di garanzia. A Roma metro, tram e bus si fermeranno dalle 20 a mezzanotte; Torino 18-22; Bologna 13-16.30; Genova 13-17; Firenze 18-22; Napoli 9-13; Bari 19.30-23.30. Nel trasporto marittimo il personale di bordo si asterrà dal lavoro nella prima metà della giornata. Dallo sciopero è escluso l’intero settore del trasporto aereo.

Lavoro, domani sciopero Cgil-Uil: in Emilia raddoppia protesta

Lavoro, domani sciopero Cgil-Uil: in Emilia raddoppia protestaRoma, 10 apr. (askanews) – Domani è il giorno dello sciopero generale di Cgil e Uil per sollecitare il governo ad adottare misure più incisive sulla sicurezza sul lavoro. La protesta sarà di 4 ore in nei settori privati (il comparto pubblico è escluso, mentre nell’edilizia sarà di 8 ore). Lo sciopero, segnato dalla tragedia nella centrale elettrica di Suviana (Bologna), si articolerà con manifestazioni nei territori.


Dopo l’ennesima strage le due confederazioni sindacali hanno deciso di estendere a 8 ore l’astensione dal lavoro in Emilia Romagna, sia nel privato che nel pubblico, con un’iniziativa in piazza XX settembre a Bologna (ore 9). Con la stessa motivazione i metalmeccanici di Fiom e Uilm Milano avevano deciso di incrociare le braccia per 8 ore. Il prefetto ha però precettato i dipendenti dell’Atm a causa della concomitanza con la presenza in città dei ministri dei Trasporti del G7 e della partita di calcio tra Milan e Roma per l’andata dei quarti di finale dell’Europa League. I lavoratori di Trenord (servizio regionale ferroviario) potranno invece aderire allo sciopero. La piattaforma rivendicativa ha tre obiettivi: zero morti sul lavoro, una giusta riforma fiscale, un nuovo modello sociale di fare impresa. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, concluderà la manifestazione di Brescia. E’ previsto un corteo, con concentramento in piazzale Cesare Battisti alle 8.30, che attraverserà le vie della città e arriverà in piazza Paolo VI dove il leader sindacale terrà il comizio conclusivo.


Il numero uno della Uil, Pierpaolo Bombardieri, sarà invece a Roma dove, con inizio alle 10, terrà un’assemblea con i lavoratori del settore trasporti all’interno del deposito Atac di Grottarossa in via della Stazione di Grottarossa. Nel trasporto ferroviario lo sciopero per gli addetti alla circolazione dei treni è dalle 9.01 alle 13. Viene assicurata la fascia di garanzia tra le 6 e le 9. I lavoratori degli appalti ferroviari di terra e viaggiante si fermeranno per il secondo mezzo turno di lavoro. Trenitalia e Italo riferiscono che Frecce e Intercity circoleranno regolarmente. Nel trasporto pubblico locale lo stop sarà di 4 ore nel rispetto delle fasce di garanzia. A Roma metro, tram e bus si fermeranno dalle 20 a mezzanotte; Torino 18-22; Bologna 13-16.30; Genova 13-17; Firenze 18-22; Napoli 9-13; Bari 19.30-23.30. Nel trasporto marittimo il personale di bordo si asterrà dal lavoro nella prima metà della giornata. Dallo sciopero è escluso l’intero settore del trasporto aereo.

Gli immigrati in agricoltura sono il 32% della manodopera. Ma c’è l’ombra del caporalato

Gli immigrati in agricoltura sono il 32% della manodopera. Ma c’è l’ombra del caporalatoRoma, 10 apr. (askanews) – Gli immigrati che lavorano regolarmente in Italia sono stimati dall’Istat in 2,4 milioni circa, più del 10% degli occupati. In agricoltura, però, il loro contributo è certamente più rilevante di questo valore medio: gli stranieri occupati nel settore sono quasi 362.000 alla fine del 2022 e coprono il 31,7% delle giornate di lavoro registrate. E’ quanto rileva il primo rapporto sui lavoratori immigrati nell’agricoltura (“Made in Immigritaly. Terre, colture, culture”), commissionato dalla Fai-Cisl, realizzato dal centro studi Confronti e presentato al Cnel.


I dati istituzionali sono distorti per l’impatto concomitante del lavoro non registrato e delle registrazioni fittizie finalizzate ad accedere ad alcuni benefici sociali, spiega la ricerca. Ma offrono un’indicazione orientativa per cogliere la portata del contributo dei lavoratori immigrati all’agroindustria italiana e dei problemi di tutela che devono fronteggiare. Le principali provenienze nazionali registrate nei dati istituzionali sono nell’ordine: Romania, Marocco, India, Albania e Senegal. Le nazionalità dei rifugiati non compaiono nelle prime posizioni e in generale l’Africa subsahariana è sottorappresentata. I lavoratori rumeni diminuiscono: da quasi 120.000 nel 2016 a 78.000 nel 2022; marocchini, indiani e albanesi crescono di qualche migliaio di unità: rispettivamente +7.009, +7.421 e +5.902. Sostanzialmente stabili i tunisini, passati da 12.671 a 14.071; mentre in termini relativi risulta più marcata la crescita dei senegalesi, che sono quasi raddoppiati, passando da 9.526 a 16.229 (+6.703), e molto sostenuta quella dei nigeriani, passati da 2.786 a 11.894 (+9.108). Aumentano anche i maliani, da 3.654 a 8.123, e i gambiani, da 1.493 a 7.107. Le fonti statistiche, dunque, certificano sì una crescita dell’occupazione degli immigrati subsahariani nel settore, non tale, tuttavia, da avvalorare la tesi di una sostituzione delle componenti da più tempo insediate.


Nella filiera agroalimentare, nel 2022, si registrano 1,4 milioni di occupati, 485,2 mila nell’industria alimentare e delle bevande, 895 mila nel comparto primario. La crescita della performance economica nel periodo 2015-2022 è stata accompagnata da un incremento dell’occupazione del +1,2%. Nonostante la contrazione progressiva dell’input di lavoro nel corso degli anni, l’agroalimentare italiano è ancora un settore strategico anche dal punto di vista occupazionale, con 1,6 milioni di occupati nel 2022, pari al 7% del numero complessivo in Italia. Secondo il censimento dell’agricoltura, a ottobre 2020 risultano attive in Italia 1.133.023 aziende agricole. Di queste, 1.059.204 sono aziende individuali o familiari; le altre hanno forme societarie diverse, dalla Spa alla cooperativa. La gran parte delle prime non ha alcun lavoratore a libro paga. Infatti, la tipologia più diffusa di manodopera non familiare è quella saltuaria (presente in 127.820 aziende agricole), che concorre per il 66,4% al totale. Si tratta di poco meno di 1,3 milioni di lavoratori che svolgono lavori stagionali o limitati a singole fasi produttive e pertanto forniscono un contributo esiguo in termini di giornate di lavoro standard pro capite, pari a 41 a livello nazionale.


Il rapporto descrive anche l’evoluzione dello sfruttamento di manodopera, al di là del caporalato tradizionale o travestito da sistema di trasporto dei lavoratori verso i campi. Emergono forme di appalto e subappalto illecito, orchestrate dai colletti bianchi mediante girandole di imprese fittizie, società di copertura intestate a prestanome o false cooperative. Lo sfruttamento si espande in diversi settori, ma l’agricoltura rimane quello più a rischio. Nel quinquennio 2017-2021, su un totale di 438 casi di procedimenti giudiziari e inchieste per sfruttamento lavorativo ben 212 (oltre il 48%) hanno riguardato il solo settore agricolo. Le regioni del Mezzogiorno sono le più colpite, ma lo sfruttamento è cresciuto anche al Centro- Nord. Nel 2017, su 14 procedimenti ben 12 riguardavano le regioni meridionali; nel 2018 erano 23 su 43; nel 2019 si è passati a 31 su 55, e nel 2021 a 28 su 49. Su questi dati incide la reattività dei contesti o, viceversa, la loro assuefazione allo sfruttamento, quindi la disponibilità a denunciare e a contrastare il fenomeno. I procedimenti giudiziari riflettono la componente venuta alla luce di questa piaga sociale, ma non la esauriscono. La loro distribuzione territoriale incrocia la diffusione effettiva del problema con l’azione repressiva. Si può comunque assumere un dato di massima: lo sfruttamento è più diffuso al Sud, ma lo si riscontra anche al Centro-Nord.

Blue Economy, Acampora: al centro strategia marittima le giuste risorse

Blue Economy, Acampora: al centro strategia marittima le giuste risorseRoma, 10 apr. (askanews) – “Oggi con la crisi del Mar Rosso stiamo vivendo una forte instabilità degli equilibri geopolitici già dominati da profonde tensioni sui diversi fronti di guerra. Tutto ciò non deve far rallentare il passo verso un’economia del mare sostenibile, inclusiva ed innovativa nel solco della doppia transizione digitale ed ecologica. Oggi il nostro Paese ha messo al centro dell’interesse nazionale le filiere strategiche e tra queste l’Economia del Mare, e di questo ringrazio il Governo, che ha sempre riconosciuto le straordinarie opportunità di sviluppo dei settori che la compongono. E per questo, consentitemi un ringraziamento particolare al Ministro Nello Musumeci, con il quale abbiamo condiviso un articolato e intenso confronto che ha portato alla definizione del primo Piano Triennale del mare. Siamo qui oggi per proseguire il percorso che senza sosta stiamo portando avanti insieme con il Blue Forum Italia Network, la rete italiana degli utenti del mare che accompagna la transizione energetica sostenibile attraverso il mare e che abbiamo fortemente voluto in risposta alla comunicazione della Commissione Europea 240 final del 2021. La continuità delle azioni che stiamo portando avanti con responsabilità istituzionale è l’impegno del Sistema Camerale, con Unioncamere, Assonautica Italiana e le Camere di Commercio”.


Lo ha dichiarato il Presidente di Asoonautica Italiana, Giovanni Acampora, aprendo il terzo Summit Nazionale Blue Forum sull’economia del mare, a Gaeta. “Lo scorso anno – ha proseguito Acampora – il Summit ha dato un contributo alla scrittura del Piano triennale del Mare e dal blue paper 2023 è emersa la necessità di costruire insieme un piano finanziario unico per l’Economia del Mare. Raccogliere la sfida dell’Europa di passare dalla Crescita Blu a un’Economia del Mare sostenibile impone di dare concretezza alla nuova strategia marittima del nostro Paese con un’agenda certa delle priorità di investimento. E quindi oggi siamo qui, alla terza edizione del Blue Forum, che abbiamo intitolato “Investiamo nell’economia del Mare”, per mettere al centro della strategia marittima del nostro Paese le risorse per lo sviluppo e il progresso del Sistema mare. In queste quattro giornate di incontri avvieremo un confronto per proporre insieme una programmazione italiana unica di investimenti strategici per il 2025-2027 sull’Economia del mare, in coerenza con le strategie del Piano Triennale. Serve una mobilitazione di risorse senza precedenti per mettere le imprese italiane in condizione di affrontare le necessarie transizioni in materia di energia, ambiente e digitalizzazione”.


E importanti “saranno gli investimenti sulle infrastrutture digitali, che sono abilitanti per una pubblica amministrazione moderna e che consentiranno di snellire le procedure e i tempi, come le imprese chiedono a gran voce, e che un Paese che vuole essere all’avanguardia non può più rimandare. Ecco perché lavoreremo anche per dare un ulteriore contributo alla definizione del “Collegato sul Mare e sulla Blue Economy” su cui sta lavorando il Governo. E come primo contributo ai lavori partendo proprio dalla semplificazione e digitalizzazione, tema che tocca trasversalmente tutti i settori dell’Economia del Mare, propongo di ragionare insieme su uno Sportello Unico Amministrativo Nazionale per l’Economia del Mare, che aiuti le imprese e che semplifichi i processi attraverso i nuovi sistemi digitali. Stiamo affrontando un cambiamento epocale, lo dobbiamo fare tutti insieme, e prioritario è mettere in sicurezza le filiere strategiche in una visione unitaria che renda la nostra Nazione leader in Europa e nel Mediterraneo. La partita in gioco è quella della competizione internazionale e dobbiamo mettere in campo strategie per rafforzare la competitività del nostro Paese nei confronti dei grandi player internazionali (USA e Cina). In quest’anno di presidenza del G7 sono certo che il Governo farà la sua parte e ci auguriamo che il mare sia al centro del confronto per dare la giusta visibilità al ruolo strategico che l’Italia può giocare come Hub energetico e commerciale dell’Europa nel Mediterraneo. E’ necessario il contributo di tutti gli utenti del mare che operano per e nell’Economia del Mare, in una relazione pubblico/privato che sta trovando la sua forza nell’approccio partecipato”. “Il Blue Forum – ha concluso Acampora – è un appuntamento che ha ottenuto importanti riconoscimenti, grazie ad una interlocuzione costante con le Istituzioni comunitarie e con il Governo del nostro Paese. Domani celebreremo insieme con il Ministro del Mare Nello Musumeci e con tanti altri esponenti del Governo la Giornata Nazionale del Mare. Il nostro Blue Forum, grazie al dialogo che abbiamo instaurato con i nostri rappresentanti in Europa e con l’European Blue forum, portando su più tavoli la nostra idea di economia blu, ha ottenuto l’alto patrocinio del parlamento europeo ed è stato inserito nel programma degli eventi dell’European Maritime Day In My Country”.

Def, Sbarra (Cisl): documento sommario, rinvia le scelte

Def, Sbarra (Cisl): documento sommario, rinvia le scelteRoma, 10 apr. (askanews) – Quello varato dal consiglio dei ministri è “un Def molto sommario, che rinvia di fatto le scelte a quando ci sarà un quadro più dettagliato sia dell’andamento dei conti pubblici che dello scenario europeo e globale”. Lo ha detto il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, a margine della presentazione di un rapporto sul lavoro in agricoltura.


“Il paese vive una fase molto delicata – ha proseguito- non priva di rischi, ma anche ricca di opportunità che vanno colte unendo il Paese su obiettivi strategici e condivisi. L’andamento del Pil è ancora ampiamente insufficiente a innescare un lungo e stabile ciclo positivo. Ed anche l’incremento dei prezzi di questi due anni (anche oltre il 40% nei beni alimentari) non è stato adeguatamente riassorbito. Abbiamo dei segnali positivi sul fronte dell’occupazione e dei contratti a tempo indeterminato, ma resta forte ancora il divario tra Nord e Sud, soprattutto per quanto riguarda l’impiego delle donne e dei giovani. Politica, istituzioni e parti sociali devono cooperare attivamente. Bisogna ricomporre un’area riformatrice che unisca il Paese in un nuovo patto sociale per un nuovo modello sviluppo partecipativo, inclusivo e sostenibile”.