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Stellantis, Elkann incontra Mattarella, Giorgetti e Panetta

Stellantis, Elkann incontra Mattarella, Giorgetti e PanettaMilano, 6 feb. (askanews) – Giro di visite istituzionali a Roma per il presidente di Stellantis, John Elkann. Secondo quando si apprende Elkann avrebbe incontrato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta.


Nell’ambito della tornata di incontri, programmata da tempo, il presidente di Stellantis ha incontrato anche il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Teo Luzi e l’ambasciatore Usa in Italia Jack Markell. Gli incontri di Elkann arrivano in un momento di particolare tensione con il governo, dopo le dichiarazioni del Ceo Carlos Tavares sul ritardo negli incentivi per l’elettrico che hanno fatto perdere volumi a Mirafiori, dove si produce la 500e. Stellantis ha chiesto per lo stabilimento di Torino 7 settimane di cassa integrazione da metà febbraio fino a fine marzo per tutti i 2.600 dipendenti delle linee 500e e Maserati che funzioneranno su un unico turno.

Intesa Sp, Messina: certo che accetterò un prossimo mandato

Intesa Sp, Messina: certo che accetterò un prossimo mandatoMilano, 6 feb. (askanews) – L’Ad di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, è pronto e disponibile ad accettare un prossimo mandato alla guida della banca. “Ma certo, io accetterò il prossimo mandato. Lasciatemi prima finire questo piano d’impresa e poi finirò anche il prossimo”, ha affermato in risposta alle domande degli analisti durante la conference call con gli analisti sui risultati del 2023.


“Ovviamente – ha aggiunto Messina – lavorerò per avere anche giovani manager per rafforzare la qualità e la sostenibilità dei risultati della nostra banca. A questo sto ancora lavorando, ma io rimarrò in questa posizione per i prossimi anni, ovviamente previa approvazione da parte degli azionisti. Ma è una mia ferma intenzione farlo”. L’attuale mandato dei vertici di Intesa Sanpaolo andrà in scadenza con l’assemblea di bilancio della primavera 2025.

Bollette luce, 7 operatori per chi non sceglie: Enel ed Hera al top

Bollette luce, 7 operatori per chi non sceglie: Enel ed Hera al topRoma, 6 feb. (askanews) – Via libera dall’Acquirente unico alla assegnazione dei lotti in asta per le cosiddette tutele graduali per i clienti domestici non vulnerabili per il mercato dell’elettricità dopo la fine del mercato tutelato. Sono circa 4,5 milioni di clienti. Sette lotti sono andati ad Enel, 7 lotti ad Hera, 4 ad Edison, 3 ad Illumia, 2 ad A2A, 2 ad Iren, 1 ad E.On. Enel entra così nel mercato di Roma, Milano e Brescia, dove non era né incumbent né tra i primi operatori mentre Hera avrà un milione di clienti in più secodno le stime rese note dalla società.


Le aste hanno riguardato tutti i consumatori che non hanno ancora scelto un fornitore sul libero mercato: è stato loro assegnato l’operatore che si è aggiudicato l’area territoriale di riferimento. Da luglio sostituirà il servizio di maggior tutela. I clienti potranno usufruire di un prezzo inferiore rispetto a quello in tutela, per una media di circa 73 euro lordi annui. “Le aste sono andate bene – ha affermato il Ministro Gilberto Pichetto – perché caratterizzate da una grande partecipazione e da una concorrenza tra gli operatori che si traduce in vantaggi per gli utenti”. “Si è compiuto dunque – aggiunge Pichetto – un altro importante passo verso la liberalizzazione dell’ultimo segmento del mercato elettrico, quello dei clienti domestici. Un bene essenziale a un prezzo ragionevole: questo – afferma Pichetto – si aspettano i consumatori ed è ciò che stiamo costruendo attraverso un percorso chiaro e trasparente, che ci pone tra i Paesi più avanzati d’Europa”.


Per tre anni, dal luglio 2024 al luglio 2027, i clienti domestici non vulnerabili potranno rifornirsi dal vincitore del lotto di competenza al prezzo fissato in sede di asta, ferma restando la possibilità di passare in qualsiasi momento al mercato libero. I clienti che rientrano invece nei criteri di cosiddetta vulnerabilità per il momento resteranno nel regime di fornitura di maggior tutela, in attesa che si svolgano a breve le aste per l’individuazione degli operatori che applicheranno loro condizioni fissate da Arera. “Seppure presenti caratteristiche diverse – aggiunge Pichetto – siamo certi che anche la gara per i clienti vulnerabili potrà avere un esito altrettanto positivo”.


Le condizioni contrattuali del Servizio a tutele graduali corrispondono a quelle delle offerte Placet, mentre le condizioni economiche relative al costo dell’energia sono basate sui valori a consuntivo mensile del Pun (Pun ex post) e comprendono i corrispettivi a copertura degli altri costi. Il prezzo pagato dai clienti finali è il medesimo in tutto il territorio nazionale. Il cambio fornitore avverrà automaticamente e senza alcuna interruzione nell’erogazione della fornitura. Anche in caso di domiciliazione bancaria, il Rid resterà attivo e sarà reindirizzato verso il nuovo in modo gratuito. Il Servizio Tutele Graduali durerà tre anni (1 luglio 2024 /31 marzo 2027) e durante questo periodo il consumatore potrà scegliere liberamente, e in ogni momento, un fornitore sul libero mercato.

Intesa Sp: a 7,7 mld utile 2023 (+76,4%), saldo dividendi 2,8 mld

Intesa Sp: a 7,7 mld utile 2023 (+76,4%), saldo dividendi 2,8 mldMilano, 6 feb. (askanews) – Intesa Sanpaolo ha chiuso l’esercizio 2023 con un utile netto pari a 7,724 miliardi di euro, con un incremento del 76,4% rispetto al 2022, trainato dagli interessi netti. Nel comunicato sui conti, la banca annuncia un “significativo ritorno cash per gli azionisti”, con la proposta all’assemblea di dividendi complessivi pari a 5,4 mld, di cui 2,6 miliardi di acconto dividendi 2023 già pagato a novembre 2023 e la proposta di 2,8 mld di saldo dividendi 2023 da pagare a maggio 2024.


Intesa Sanpaolo annuncia anche l’intenzione di “eseguire un buyback pari a circa 55 centesimi di punto di Common equity tier 1 ratio al 31 dicembre 2023 da avviare a giugno 2024 subordinatamente all’approvazione della Bce e dell’assemblea”. In dettaglio, il dividendo per azione complessivo proposto per il 2023 è pari a 29,60 centesimi di euro (14,40 centesimi come acconto pagato a novembre 2023 e 15,20 centesimi come saldo proposto), quasi doppio rispetto a 16,39 centesimi corrisposti per il 2022. Rapportando l’importo unitario complessivo proposto di 29,60 centesimi di euro al prezzo di riferimento dell’azione registrato mediamente nel 2023, risulta un rendimento (dividend yield) pari a 12,1%.


“I risultati del 2023 – si legge nella nota – confermano la capacità di intesa sanpaolo di generare una redditività sostenibile anche in contesti complessi grazie al modello di business ben diversificato e resiliente”.

Ex Ilva, Bonomi: dopo 10 anni stessi errori, ora serve piano per acciaio

Ex Ilva, Bonomi: dopo 10 anni stessi errori, ora serve piano per acciaioRoma, 6 feb. (askanews) – “Dopo dieci anni, ci ritroviamo a discutere gli stessi temi e con gli stessi strumenti, perché continuiamo a commettere lo stesso errore: inseguiamo soluzioni al problema dell’indotto, che ha contribuito a tenere in piedi lo stabilimento di Taranto, ma non consideriamo che il modo migliore per salvaguardarlo e, con esso, tutelare un pezzo importante dell’economia del Mezzogiorno, è inserirlo in una visione chiara sulla politica industriale e sulla competitività del Paese”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, in audizione al Senato sul decreto ex Ilva, chiedendo “un piano di politica industriale” e rifiutando la logica di un dibattito “ancorato al se attivare e come gestire una procedura concorsuale”.


“Come Confindustria, ci rendiamo disponibili sin d’ora – ha assicurato Bonomi – per l’apertura di un tavolo, con i ministeri competenti, per definire le misure necessarie a dotare l’Italia di un piano industriale per l’acciaio, che ricomprenda il ruolo strategico della produzione di Taranto”. Mlp

La Cina lavora sui chip per colmare il divario con Usa e Taiwan

La Cina lavora sui chip per colmare il divario con Usa e TaiwanRoma, 6 feb. (askanews) – Il massimo produttore di processori cinese sta lavorando per realizzare chip per smartphone di nuova generazione già da quest’anno, nonostante le restrizioni imposte dagli Stati Uniti per limitare il loro sviluppo nel campo delle tecnologie avanzate. Lo riferisce oggi il Financial Times.


Il principale produttore di chip del paese, la SMIC, ha realizzato nuove linee di produzione di semiconduttori a Shanghai, secondo due fonti informate che hanno parlato con FT, per produrre in serie i chip progettati dal gigante tecnologico Huawei.SMIC mira – secondo le fonti di FT – a utilizzare il suo stock esistente di attrezzature statunitensi e olandesi per produrre chip da 5-nanometri più miniaturizzati. La linea di produzione produrrà chip Kirin progettati dall’unità HiSilicon di Huawei e destinati a nuove versioni dei suoi smartphone più costosi.


I processori a 5 nm sono una generazione indietro rispetto agli attuali chip a 3 nm più all’avanguardia, prodotti da Usa e Taiwan. Ma gli esperti ritengono che il nuovo passo avanti ponga Pechino sulla buona strada per aggiornare i suoi prodotti tecnologici e lanciare in futuro la sfida ai leader di mercato.Huawei ha sorpreso gli analisti lanciando il suo smartphone premium Mate 60 Pro ad agosto dello scorso anno, con un processore a 7 nm.


Le linee di produzione dei chip da 7nm e 5nm usano anche macchine statunitensi immagazzinate da SMIC prima che fosse colpita dalle restrizioni. La sua fabbrica vanta anche macchine per la litografia ASML spedite l’anno scorso.Il governo olandese ha recentemente revocato la licenza di esportazione per alcune delle macchine più avanzate di ASML.


 

Euro torna a calare: 1,0726 dollari a nuovi minimi quasi 3 mesi

Euro torna a calare: 1,0726 dollari a nuovi minimi quasi 3 mesiRoma, 6 feb. (askanews) – Nuova scivolata dell’euro, a 1,0726 dollari a tarda mattina, dopo una leggera risalita nelle ore precedenti, la valuta condivisa si attesta ai minimi da metà novembre. Da ieri il dollaro è tornato a apprezzarsi energicamente dopo che nel fine settimana Jay Powell, il presidente della Federal Reserve, la Banca centrale statunitense, ha rilasciato dichiarazioni che hanno nuovamente ridimensionato le aspettative sulla portata dei tagli dei tassi di interesse attesi per quest’anno.


Nell’area euro intanto i dati sugli ordinativi dell’industria della Germania hanno mostrato una forte ripresa a dicembre, che in prospettiva fa sperare in un miglioramento del quadro. Ma intanto l’ultima indagine condotta dalla Bce ha registrato che le aspettative di inflazione dei consumatori nell’area euro sui prossimi 12 mesi sono scese ai minimi da due anni a questa parte. Sono all’opposto leggermente risalite le aspettative dei consumatori sull’inflazione più a lungo termine, sull’insieme dei prossimi tre anni. Ma generalmente il quadro che si trova davanti l’istituzione europea sembra quello di una economia meno solida rispetto agli Stati Uniti, quindi la prospettiva di riduzioni del costo del danaro potrebbe avere meno ostacoli.

Ubs rosso II trim con costi Credit Suisse, Ermotti: enormi progressi

Ubs rosso II trim con costi Credit Suisse, Ermotti: enormi progressiRoma, 6 feb. (askanews) – Il colosso bancario svizzero Ubs ha chiuso l’ultimo trimestre del 2023 di nuovo perdita, per 751 milioni di dollari a riflesso dei continui costi della fusione-salvataggio del Credit Suisse. L’utile operativo di fondo è però stato positivo per 592 milioni, precisa il comunicato sui risultati di bilancio diffuso dalla banca.


Il terzo trimestre aveva visto una perdita operativa di 184 milioni. L’intero 2023 si è chiuso con un risultato operativo ante imposte positivo per quasi 30 miliardi di dollari – 29,916 miliardi su cui però pesano prevalentemente 28,925 miliardi di “negative goodwill” (potenziali oneri da avviamento negativo) – a fronte di 9,6 miliardi nel 2022. il fatturato totale ha raggiunto 40,8 miliardi, da 34,5 nel 2022. “Il 2023 è stato un anno di svolta nella storia di Ubs con l’acquisizione del Credit Suisse, grazie agli sforzi straordinari di tutti i nostri colleghi abbiamo stabilizzato il quadro e abbiamo fatto enormi progressi nell’integrazione. Inoltre i clienti ci hanno dato fiducia con 77 miliardi di nuovi asse da quando è stata effettuata l’acquisizione in un contesto geopolitico e macroeconomico impegnativi”, ha commentato l’amministratore delegato Sergio Ermotti, secondo quanto riporta il comunicato.


“Nella prossima fase ci focalizzeremo sulla ristrutturazione e l’ottimizzazione delle attività combinate. La nostra strategia è chiara – ha spiegato -: con le accresciute economie di scala porteremo crescita sostenibile di lungo termine e migliori rendimenti”.

L’Istat: a gennaio in aumento la fiducia delle imprese e dei consumatori

L’Istat: a gennaio in aumento la fiducia delle imprese e dei consumatoriRoma, 6 feb. (askanews) – A gennaio si stima un complessivo miglioramento del clima di opinione degli operatori economici: l’indice del clima di fiducia dei consumatori aumenta da 95,8 a 96,4 e l’indicatore composito del clima di fiducia delle imprese sale da 97,3 a 98,1. Il clima di fiducia delle imprese aumenta per il secondo mese consecutivo registrando il valore più elevato da aprile 2023. L’indice di fiducia dei consumatori cresce, senza interruzioni, dallo scorso novembre e raggiunge la quota più alta da giugno 2023. Lo ha reso noto l’Istat.


In relazione ai consumatori, si evidenzia un’evoluzione positiva delle valutazioni sulla situazione economica generale, su quella futura e su quella corrente; i giudizi e le attese sulla situazione personale sono improntati ad una maggior cautela. Più in dettaglio: il clima economico e quello futuro registrano gli incrementi più consistenti (il primo passa da 99,7 a 103,1 e il secondo da 96,4 a 97,2); il clima corrente aumenta da 95,4 a 95,8 e il clima personale diminuisce da 94,4 a 93,9. Con riferimento alle imprese, l’indice di fiducia aumenta in tutti e quattro i comparti economici indagati, seppur con intensità diverse: nella manifattura e nel commercio al dettaglio si registrano gli incrementi più marcati (rispettivamente da 87,3 a 88,3 e da 104,0 a 106,6) mentre nei servizi e nelle costruzioni si stima un aumento più contenuto (l’indice sale, nell’ordine, da 102,4 a 102,6 e da 106,7 a 107,0).

Bce: inflazione attesa da consumatori eurozona a minimi da 2 anni

Bce: inflazione attesa da consumatori eurozona a minimi da 2 anniRoma, 6 feb. (askanews) – Continua a calare l’inflazione percepita dai consumatori nell’area euro e ora le aspettative che hanno su quella che sarà la dinamica del carovita sui prossimi 12 mesi sono scese ai livelli più bassi da quasi due anni: al 3,2% risultano ai valori più contenuti dal febbraio del 2022. Lo riferisce la Banca centrale europea sulla base dei risultati della sua indagine sulle aspettative dei consumatori (ECB Consumer Expectations Survey) effettuata a dicembre.


L’istituzione monetaria osserva attentamente le attese che imprese, analisti finanziari e anche i cittadini hanno su quelle che sono le prospettive dei prezzi, perché vuole che restino fermamente ancorate al suo obiettivo di inflazione del 2% sul medio termine. Secondo l’ultima rilevazione effettuata, l’inflazione percepita dai consumatori dell’eurozona sui passati 12 mesi si è attestata al 6,9%, dal 7,6% registrato a novembre. Il 3,2% di attesa mediana sui prossimi 12 mesi è quindi meno della metà del livello di inflazione percepita sui passati 12 mesi. Secondo l’indagine condotta della Bce l’aspettativa di inflazione più a lungo termine, cioè sulla media dei prossimi tre anni, è invece invece flebilmente risalita al 2,5%, dal precedente 2,4%.


Quest’ultimo dato risente anche dell’allargamento della stessa indagine a cinque nuovi paesi, ovvero Irlanda, Grecia, Austria, Portogallo e Finlandia, che si aggiungono ai sei già monitorati fin dall’inizio (Belgio, Germania, Spagna, Francia, Italia e Olanda) con cui ora il campione copre il 96% del Pil dell’area euro e il 94% della popolazione. Dato che alcuni dei nuovi paesi hanno dei livelli di inflazione percepita e prevista leggermente più alti da parte dei consumatori, nei consegue un ritocco a rialzo della media generale, che tuttavia non distorce la tendenza generalizzata delle aspettative. Passando alle altre voci dell’indagine, le aspettative dei consumatori sulla crescita dei redditi nominali sono rimaste invariate all’1,2%; la percezione di crescita della spesa nei passati 12 mesi si è attenuata al 6,8%, dal 6,9% di novembre e dal 7% di ottobre. Le aspettative sulla crescita della spesa nominale per i prossimi 12 mesi sono rimaste stabili al 3,6%, prosegue la Bce.


Sulla crescita economica le aspettative dei consumatori mediane sui prossimi 12 mesi sono rimaste invariate ad un valore negativo dell’1,3% (una attesa, quindi, che risulta decisamente peggiore delle stime di leggera crescita delle principali istituzioni europee e internazionali). Tuttavia le aspettative sulla disoccupazione dei consumatori sempre sui prossimi 12 mesi sono migliorate all’11,2%, dall’11,4% di un mese prima. Comunque indicano una attesa a livelli leggermente peggiori rispetto alla disoccupazione percepita nei precedenti 12 mesi, che risulta del 10,8%. Va ribadito che questi sono dati percepiti o attesi dai consumatori, non quelli misurati dagli istituti di statistica. Infine su credito e mercato immobiliare va rilevato che la percezione di accesso ai prestiti sui passati 12 mesi risulta inasprita da parte dei consumatori al livello più elevato finora registrato, mentre ci si attende che nei prossimi 12 mesi l’accesso al credito mostri un marginale miglioramento. Una dinamica che potrebbe riflettere il fatto che anche tra i consumatori si percepisce come sia stato raggiunto il picco sui tassi di interesse.


Sempre secondo l’indagine della Bce in media i consumatori prevedono che i prezzi delle case aumentino del 2,2% sui prossimi 12 mesi, un livello più basso del 2,4% registrato nell’indagine di novembre. Su queste poste la Bce precisa che si registrano ampie di divergenze tra paesi (che ovviamente riflettono le situaizoni dei rispettivi mercati immobiliari). Le aspettative sulle rate dei mutui sui prossimi 12 mesi si sono attenuate al 5,3% dal 5,5% di novembre. Il sondaggio ha coinvolto 19.000 consumatori, a fronte dei circa 16.000 di prima dell’ampliamento. L’istituzione di Francoforte conclude annunciando che dopo l’allargamento dell’indagine a partire da marzo i risultati verranno pubblicati con maggiore rapidità rispetto al mese di riferimento.