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Stellants, Urso: puntiamo a documento vincolante con le parti

Stellants, Urso: puntiamo a documento vincolante con le partiRoma, 2 apr. (askanews) – Con il tavolo sul sito Stellantis di Melfi, alla presenza del presidente della Basilicata, Guido Bardi, “inizia un percorso di analisi dei singoli stabilimenti alla presenza di sindacati, Regioni, azienda e Anfia. Domani sarà il turno di Mirafiori e giovedì di Atessa, sui veicoli commerciali. Una seconda fase anche per comprendere quali siano le strategie che Stellantis vorrà mettere in campo. Alla fine di questo secondo tempo vorremo giungere a un documento conclusivo vincolante sia per l’azienda che per il Governo e le Regioni, condiviso dalle parti sociali e dall’Anfia”. Così, secondo quanto si apprende, il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, in apertura del tavolo sullo stabilimento Stellantis di Melfi.

Hcob: la manifattura italiana termina la fase di contrazione

Hcob: la manifattura italiana termina la fase di contrazioneMilano, 2 apr. (askanews) – Segnali positivi dal manifatturiero italiano a marzo, con nuovi ordini e produzione in crescita. Lo rileva l’indice Hcob pmi (Purchasing Managers’ IndexTM) sul Settore Manifatturiero Italiano, che a marzo ha raggiunto 50.4 punti, in salita da 48.7 di febbraio. “Malgrado il tasso di miglioramento è stato solo marginale, tale risultato segna la prima volta in un anno che il PMI ha raggiunto un valore superiore alla soglia di 50.0”, si legge nella nota. Diverso per l’Eurozona che scivola a 46.1, contro i 46.5 di febbraio, appesantita dallo stallo delle imprese di Francia e Germania.


Tariq Kamal Chaudhry, Economist dell’Hamburg Commercial Bank, ha sottolineato che in Italia “dopo quasi un anno di difficoltà, a marzo l’Hcob pmi ha terminato la fase di contrazione e il settore manifatturiero dell’Italia può tirare un sospiro di sollievo”. Con l’indice che ha raggiunto quota 50.4, l’Italia – viene ricordato – raggiunge la Spagna, l’altra nazione tra le quattro maggiori economie in Europa ad aver superato la soglia di 50.0. Per l’economista, tuttavia, “non è tutto rose e fiori. I livelli delle giacenze, che il mese scorso sembravano essere sulla strada della ripresa, hanno mostrato a marzo un più chiaro declino. Sia la quantità degli acquisti che le giacenze dei prodotti manifatturieri stanno continuando a diminuire e ciò suggerisce che il vigore del settore non è ancora fondato su solide basi”. In Europa lo scenario è più complesso, perché la brillantezza di Italia e Spagna, insieme alla Grecia, non è sufficiente a trainare gli altri paesi dell’Eurozona. Il manifatturiero, ha spiegato Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, “solitamente corre a pieno regime, con l’ausilio principale delle 4 maggiori nazioni della zona euro, Germania, Francia, Italia e Spagna. Con due nazioni, la Germania e la Francia, che al momento sono più o meno inattive, assistiamo ad una situazione anomala. Secondo i dati PMI, l’Italia e la Spagna hanno iniziato la ripresa rispettivamente da marzo e febbraio. Finora, tuttavia, questo non è abbastanza per trascinare l’intera Eurozona in modalità di crescita, e una sostenuta svolta economica sarà visibile solo se tutte le quattro nazioni all’unisono ritorneranno in azione”.

Bce, inflazione attesa dai consumatori ai minimi da 2 anni (3,1%)

Bce, inflazione attesa dai consumatori ai minimi da 2 anni (3,1%)Roma, 2 apr. (askanews) – Le aspettative di inflazione tra i consumatori dell’area euro si sono ulteriormente attenuate, ai minimi da oltre 2 anni, mentre quelle sulla crescita economica sono rimaste stabili a valori negativi. E’ la fotografia scattata dall’ultima indagine mensile effettuata dalla Banca centrale europea.


Il tasso mediano di inflazione percepito dall’insieme dei consumatori dei Paesi che aderiscono all’euro sugli ultimi 12 mesi è calato al 5,5% a febbraio, dal 6% rilevato a gennaio. L’aspettativa mediana di inflazione per il prossimi 12 mesi si è attenuata al 3,1%, dal precedente 3,3% e, precisa la Bce con un comunicato, si attesta così ai minimi dal febbraio del 2022 (l’inizio della guerra in Ucraina). Le aspettative di inflazione sull’orizzonte più lungo, 3 anni, sono rimaste invariate al 2,5%. Secondo l’indagine restano invariati anche i livelli di incertezza che i consumatori assegnano a queste aspettative di inflazione.


Passando a redditi e consumi, le aspettative sulla crescita dei redditi si sono leggermente rafforzate all’1,4%, dall’1,2% di gennaio. La percezione sulla crescita delle spese sui precedenti 12 mesi si è invece attenuata al 6,4%, dal 6,6% di un mese prima. Le aspettative sulla crescita delle spese per i prossimi 12 mesi sono rimaste invariate al 3,7%. Sempre secondo l’indagine della Bce, le aspettative di crescita economica per i prossimi 12 mesi sono rimaste invariate a un livello negativo pari al meno 1,1%. Le aspettative di disoccupazione sono a loro volta rimaste stabili al 10,9%. In generale i consumatori dell’eurozona continuano ad attendersi che il tasso di disoccupazione risulti leggermente più elevato dell’attuale livello percepito (10,5%).


Infine, l’indagine guarda anche a immobiliare residenziale e a accesso al credito: i consumatori prevedono un aumento del 2,4% sui prezzi delle case sui prossimi 12 mesi, un tasso leggermente superiore al 2,2% registrato un mese fa. Le aspettative sui tassi dei mutui sono rimaste invariati al 5,1%; la quota di famiglie che riporta un inasprimento dei criteri di accesso al credito e quelle che si attendono ulteriori inasprimenti, sono entrambe diminuite, e anche in questo caso ai valori più contenuti da inizio 2022.

Commercio, domani in sciopero i lavoratori della grande distribuzione

Commercio, domani in sciopero i lavoratori della grande distribuzioneRoma, 29 mar. (askanews) – Sciopero domani per i lavoratori dei lavoratori della grande distribuzione. A seguito della rottura delle trattative per il rinnovo del contratto con le imprese delle grande distribuzione aderenti a Federdistribuzione, Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs Uil hanno indetto per domani, alla vigilia di Pasqua, uno sciopero nazionale per l’intero turno di lavoro.


Il contratto è scaduto da 51 mesi e i sindacati considerano “inaccettabili le richieste delle imprese che aumentano la precarietà in maniera incondizionata e mortificano la professionalità dei lavoratori con l’abbassamento dei livelli di inquadramento. Federdistribuzione è l’unica associazione imprenditoriale della grande distribuzione con cui non è stato ancora rinnovato il contratto”.

IA, Seweeb incontra ricercatori Università di Cassino: focus su progetti

IA, Seweeb incontra ricercatori Università di Cassino: focus su progettiRoma, 29 mar. (askanews) – Un meeting con i ricercatori universitari che stanno sviluppando progetti di intelligenza artificiale e machine learning, con l’obiettivo di rafforzare la collaborazione tra mondo della ricerca e quello imprese, puntando a valorizzare il lavoro del mondo accademico e a renderlo “spendibile” sul piano industriale. È l’ultima iniziativa a cui hanno dato vita Seeweb e l’ufficio di Job Placement e Trasferimento Tecnologico dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.


La compagnia Seeweb e l’Ateneo di Cassino già da tempo sono impegnate in una collaborazione che oggi trova nel campo dell’intelligenza artificiale un mezzo per sviluppare al meglio le soluzioni innovative sviluppate all’interno dell’Universita’, per esplorarne tutti i potenziali campi applicativi. Da un lato c’è quindi l’ateneo, con i suoi ricercatori che stanno realizzando modelli applicabili su larga scala, dall’altro c’è Seeweb che fornisce infrastrutture per IA e supercalcolo puntando alla sostenibilità e alla governance dei dati, e instaurando collaborazioni con il mondo accademico.


Il meeting è stato organizzato dal professor Luigi Ferrigno, Prorettore funzionale alla Terza Missione. Dopo i saluti del Rettore dell’Ateneo, Marco Dell’Isola, è intervenuto il Ceo e Dhh di Seeweb, Antonio Baldassarra, che ha illustrato il profilo industriale e l’impatto reale di mercato, sociale e economico dall’AI. Baldassarra ha raccontato quali problematiche siano emerse nello sviluppo dell’Intelligenza artificiale, e ha analizzato quali scenari si delineeranno nel futuro. “Il mondo universitario – ha spiegato Baldassarra – è da sempre impegnato nella sperimentazione e nella ricerca, e può essere un motore importante per lo sviluppo di soluzioni di intelligenza artificiale all’insegna dell’etica e con la possibilità di essere applicate al mondo dell’impresa, creando innovazione e trattenendo talenti in Italia”


Sono quindi intervenuti i rappresentanti di 18 gruppi di ricerca, provenienti da tutti i dipartimenti dell’Ateneo, per presentare i progetti di IA e ML che hanno sviluppato all’interno dell’Università. Le soluzioni innovative riguardano settori diversi come quello dei beni culturali, della salute, dell’energia, delle scienze economiche, e permettono alle aziende di reagire con prontezza ai cambiamenti del mercato, di effettuare interventi di manutenzione predittiva su dispositivi e macchine industriali, elaborare strumenti di computer vision applicata ai manoscritti biblici, o analizzare l’impatto che l’assetto urbano e territoriale passato abbia avuto sulle popolazioni. Nel corse delle loro presentazioni, i ricercatori non hanno discusso solamente delle soluzioni tecnologiche, ma hanno affrontato anche temi etici e giuridici, le implicazioni economiche, antropologiche e ambientali. Il meeting è stato quindi l’occasione per estendere il dibattito a ambiti differenti, rispecchiando quindi il profilo multidisciplinare che sta seguendo l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

Distribuzione cooperativa, ok rinnovo contratto per 60mila lavoratori

Distribuzione cooperativa, ok rinnovo contratto per 60mila lavoratoriRoma, 29 mar. (askanews) – Via al rinnovo del contratto di lavoro nella distribuzione cooperativa. Il nuovo accordo siglato da Confcooperative Consumo e Utenza, Ancc-Coop, Agci Settore consumo e le organizzazioni sindacali Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, UilTucs prevede un aumento a regime di 240 euro lordi al quarto livello e una tantum di 350 euro riparametrati e riproporzionati per tutte le posizioni.


Rafforzate anche le misure a sostegno del welfare per gli oltre 60mila lavoratori delle cooperative coinvolte: permessi aggiuntivi alle neomamme, incentivi economici ai padri che decidono di fruire del congedo facoltativo in alternativa alla madre, facilitazioni per la fecondazione assistita e per i ricongiungimenti familiari. Sono previsti inoltre congedi e facilitazioni per le donne vittime di violenza ed è stato riconosciuto un mese di congedo retribuito per i malati oncologici al termine del periodo di comporto. Confermate inoltre le numerose norme sociali già vigenti nel contratto della cooperazione, benché più onerose rispetto a quelle delle imprese private. “Questo contratto rappresenta il giusto equilibrio per entrambe le parti – ha commentato la vicepresidente di Confcooperative Consumo e Utenza, Clara Mazzucchi – e siamo riusciti a tutelare allo stesso tempo l’interesse dei lavoratori e le piccole cooperative che rappresentiamo, che danno lavoro a 60mila dipendenti per il 90% assunti con contratti a tempo indeterminato, erogano 1,8 miliardi di euro tra retribuzioni e oneri sociali e investono 20 milioni in percorsi formativi. Cooperative che spesso rispondono a bisogni di comunità e territori di scarso interesse per le grandi imprese. Significative anche le misure a sostegno della genitorialità e per le pari opportunità, tema caro al mondo cooperativo”.

Confindustria: per 1 imprenditore su 2 produzione ferma a marzo

Confindustria: per 1 imprenditore su 2 produzione ferma a marzoRoma, 29 mar. (askanews) – Quasi un imprenditore su due vede una dinamica della produzione ferma a marzo. Il 47,5% del campione delle grandi imprese industriali associate a Confindustria ritiene che a marzo la produzione resterà stabile. E’ quanto emerge dall’indagine rapida del Centro studi di Confindustria sull’attività delle grandi imprese industriali.


Nella restante parte del campione è più alta la quota di imprese che vedono un miglioramento del livello di produzione rispetto a quelle che ne prospettano una contrazione: rispettivamente 41,3% e 11,2%. Un ulteriore segnale positivo è che nessuna delle imprese incluse nel campione ha segnalato una riduzione significativa della produzione, così come già registrato nella rilevazione di febbraio. Guardando alla dinamica trimestrale, le imprese sono diventate più ottimiste: nel primo trimestre 2024, infatti, rispetto al primo del 2023, è calata di 22,7 punti la quota di imprese che prospettano una contrazione della produzione, mentre è aumentata di 11,1 punti la percentuale di imprese che vedono un miglioramento.


Il dato relativo alla disponibilità di manodopera rimane negativo (-1,7%), non discostandosi molto dai valori dei due mesi precedenti (-1,8% a gennaio e – 2,3% a febbraio). Il saldo, tuttavia, resta ancora lontano dai valori di inizio serie (-7,2% a marzo 2023). Più favorevole, invece, il saldo tra la quota di imprese che hanno riportato un miglioramento delle condizioni finanziarie e quella di chi ha riportato un peggioramento, pur rimanendo in territorio negativo (- 0,1%).


Negativi anche i saldi relativi alla disponibilità di materiali (-1,6%) e alla disponibilità di impianti (-1,4%). A marzo, quest’ultimo ha raggiunto il picco minimo dall’inizio dell’indagine alle grandi imprese industriali di Confindustria. Secondo le grandi imprese di Confindustria, la dinamica di domanda e ordini continuerà a essere il principale fattore di traino della produzione. E migliorano le aspettative sui costi di produzione: il saldo tra la quota di imprese che riportano una riduzione e quelle che ne segnalano un aumento risale a -0,8%, da -8,5% di febbraio.


Mlp

Terna: con l’ora legale l’Italia risparmia 90 milioni in sette mesi

Terna: con l’ora legale l’Italia risparmia 90 milioni in sette mesiMilano, 29 mar. (askanews) – Passare all’ora legale farà risparmiare all’Italia 90 milioni di euro fino a fine ottobre, grazie al minor consumo di energia elettrica. E’ quanto rilevano le stime di Terna, la società che gestisce la rete elettrica di trasmissione nazionale. Durante i sette mesi di ora legale, che scatta domenica 31 marzo, l’Italia risparmierà 90 milioni di euro, grazie a un minor consumo di energia elettrica pari a circa 370 milioni di kWh. La minor energia utilizzata, ricorda Terna, genererà “un rilevante beneficio ambientale, quantificabile nella riduzione di circa 170 mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica in atmosfera”.


L’ora legale sarà in vigore da domenica 31 marzo, quando alle due di notte bisognerà spostare le lancette avanti di sessanta minuti, e terminerà il 27 ottobre, con il ritorno all’ora solare. Il beneficio economico stimato per il periodo di ora legale nel 2024 è calcolato considerando che il costo del kWh medio per il ‘cliente domestico tipo in tutela’ (secondo i dati dell’ARERA) è, attualmente, pari a circa 24,3 centesimi di euro al lordo delle imposte. I circa 370 milioni di kWh di minori consumi di elettricità equivalgono al fabbisogno medio annuo di oltre 150 mila famiglie.


Dal 2004 al 2023, secondo l’analisi della società guidata da Giuseppina Di Foggia, il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 11,7 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di circa 2,2 miliardi di euro.

L’inflazione a marzo cala per il carrello della spesa ma aumenta causa energia (Istat)

L’inflazione a marzo cala per il carrello della spesa ma aumenta causa energia (Istat)Roma, 29 mar. (askanews) – Frenano, a marzo, i prezzi dei prodotti del carrello della spesa. Secondo le stime dell’Istat i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base tendenziale da +3,4% a +3%. In frenata anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto da +2,8% di febbraio a +2,7%.


A marzo l’inflazione aumenta dello 0,1% su base mensile e dell’1,3% su base annua da +0,8% del mese precedente. E’ la stima preliminare diffusa dall’Istat. L’accelerazione risente dell’attenuarsi della flessione su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici (-10,8% da -17,3% di febbraio), sia per la componente regolamentata che non regolamentata.

Inflazione, Istat: a marzo risale, è all’1,3%

Inflazione, Istat: a marzo risale, è all’1,3%Roma, 29 mar. (askanews) – A marzo l’inflazione aumenta dello 0,1% su base mensile e dell’1,3% su base annua da +0,8% del mese precedente. E’ la stima preliminare diffusa dall’Istat. L’accelerazione risente dell’attenuarsi della flessione su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici (-10,8% da -17,3% di febbraio), sia per la componente regolamentata che non regolamentata.


Incide poi, in misura minore, anche la crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +3,8% a +4,4%); per contro, registrano un rallentamento quelli dei Beni alimentari non lavorati (da +4,4% a +2,6%) e dei Tabacchi (da +2,6% a +1,9%). Nel mese di marzo l’”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +2,3% a +2,4%, mentre quella al netto dei soli beni energetici decelera da +2,6% a +2,5%.


La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni registra una flessione meno marcata (da -0,9% a -0,1%) e quella dei servizi è in lieve accelerazione (da +2,9% a +3,0%), determinando una diminuzione del differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni (+3,1 punti percentuali, dai +3,8 di febbraio). I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base tendenziale (da +3,4% a +3%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +2,8% di febbraio a +2,7%).


L’aumento congiunturale dell’indice generale riflette, per lo più, la crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti dovuta anche a fattori stagionali (+1,4%), dei Beni alimentari lavorati e dei Beni energetici regolamentati (+0,7% entrambi) e dei Beni non durevoli (+0,4%). Gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (-1,9%) e dei Beni alimentari non lavorati (-0,7%). L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,6% per l’indice generale e a +1,3% per la componente di fondo.


In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo aumenta di 1,2% su base mensile, per la fine dei saldi stagionali di cui il Nic non tiene conto, e dell’1,3% su base annua (da +0,8% di febbraio).