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Pasqua, Confcommercio: aprile mese di vacanze per 20 milioni d’italiani

Pasqua, Confcommercio: aprile mese di vacanze per 20 milioni d’italianiRoma, 29 mar. (askanews) – Dieci milioni di italiani pronti a partire per le vacanze di Pasqua, di cui due ancora indecisi per il meteo incerto, ma pronti a fare le valigie. Altri 8 milioni e mezzo stanno programmando un viaggio per il ponte del 25 aprile. Con una spesa complessiva di 3,5 miliardi – 350 euro a persona – gli italiani in viaggio a Pasqua scelgono l’Italia nell’85% dei casi. Nell’ultimo mese molti hanno rivisto i programmi, organizzando vacanze più brevi e più vicine a casa: crescono infatti di 12 punti percentuali coloro che faranno 2 pernottamenti a destinazione, oggi sono il 61% degli intervistati. Questi i principali dati che emergono dal focus su Pasqua dell’osservatorio turismo Confcommercio in collaborazione con Swg.


Aumenta dall’11% al 15% il popolo dei vacanzieri all’estero, scegliendo come mete principali Spagna, Francia e Austria, indipendentemente dal numero di pernottamenti programmati. Il mare fa la parte del leone con il 25% di preferenze, seguono le città d’arte scelte dal 21% e la montagna dal 15%. Ancora più concentrate le scelte di soluzione di alloggio, per le quali il 51% opta per un albergo o un b&b, il 30%, invece, approfitta della Pasqua per riaprire seconde case di proprietà o per andare a trovare parenti e amici.


C’è tanta voglia di Sud in quel 46% di italiani che, restando nella penisola, faranno un viaggio al di fuori della propria regione: Campania, Sicilia e Puglia – in testa alla classifica – sono meta di 3 intervistati su 10 mentre, tra le regioni del Nord, Emilia Romagna, Lombardia e Toscana – scelte da ulteriori 3 turisti su 10 – distanziano di poco Liguria e Veneto. Per il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, “aprile, tra Pasqua e ponti, si annuncia in crescita per il turismo. Meteo e tensioni internazionali, infatti, non penalizzano la voglia di viaggiare degli italiani. E’ necessario, però, sostenere la capacità di spesa delle famiglie accelerando i tempi di applicazione della riforma fiscale”.

Tim, Merlyn presenta lista: indica Paolucci presidente e Siragusa AD

Tim, Merlyn presenta lista: indica Paolucci presidente e Siragusa ADMilano, 28 mar. (askanews) – Il fondo Merlyn ha presentato una lista di 10 candidati per il rinnovo del cda del gruppo Tim in vista dell’assemblea di aprile. Capolista è Umberto Paolucci (ex Microsoft), indicato come presidente. Seguono: Stefano Siragusa (ex dg di Tim), indicato come amministratore delegato, Ersilia Vaudo, Niccolò Ragnini, Ida Panetta, Ottavia Orlandoni, Boris Nemšic, Robert Hackl, Paul Doany e Barbara Oldani.


Il fondo è titolare di 81.250.000 azioni ordinarie di Tim, rappresentanti una percentuale di capitale sociale avente diritto di voto nell’assemblea ordinaria pari allo 0,53%. Si tratta – spiega Merlyn – di una rosa di candidati composta da 4 donne e 6 uomini, per un totale di 9 indipendenti selezionata in modo tale da assicurare l’inserimento di candidature esterne di elevato profilo, portatrici di esperienze diversificate, che possano contribuire allo sviluppo futuro della Società.

Tod’s, Della Valle presenta la lista per il rinnovo del cda, fuori Chiara Ferragni

Tod’s, Della Valle presenta la lista per il rinnovo del cda, fuori Chiara FerragniMilano, 28 mar. (askanews) – Fuori Chiara Ferragni dal futuro cda del gruppo Tod’s. In vista dell’assemblea dei soci del 24 aprile, che rinnoverà il board, l’azionista DI.VI. Finanziaria di Diego Della Valle & C., titolare di una partecipazione pari al 50,291% di Tod’s, ha presentato la lista di maggioranza, in cui non compare più il nome della influencer.


I candidati sono: Diego Della Valle, Maria D’Agata, Andrea Della Valle, Emilio Macellari, Cinzia Oglio, Mara Vanzetta, Raffaella Viscardi, Vincenzo Manes, e Romina Guglielmetti. La Ferragni era stata nominata nel cda di Tod’s per il triennio 2021-2023. Tra i nomi della lista di
maggioranza rispetto all’attuale board non figurano più, tra gli altri, Luca Cordero di Montezemolo, Luigi Abete e Pier Francesco Saviotti.

L’Arera: nel secondo trimestre 2024 le bollette dell’elettricità calano del 19,8%

L’Arera: nel secondo trimestre 2024 le bollette dell’elettricità calano del 19,8%Milano, 28 mar. (askanews) – Cala del 19,8% la bolletta elettrica per la famiglia tipo in tutela nel secondo trimestre 2024. Lo fa sapere Arera in quello che è l’ultimo aggiornamento trimestrale per i clienti non vulnerabili.


“Il calo – viene fatto sapere – è giustificato principalmente dal trend ribassista che ha caratterizzato l’andamento dei prezzi del gas naturale e dell’energia elettrica verso la fine dello scorso anno e nei primi mesi dell’anno in corso e che sta subendo un rallentamento a causa delle crescenti tensioni geopolitiche”. Le aspettative di prezzo del mercato del gas naturale per il secondo trimestre 2024 si sono tradotte in una stima del prezzo dell’energia elettrica (PUN) pari a circa 83 euro al megawattora. In termini di effetti finali, la spesa per la famiglia-tipo nell’anno compreso tra il primo luglio 2023 e il 30 giugno 2024 sarà di circa 662 euro, riavvicinandosi ai livelli precedenti alle crisi, segnando un -47,7% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente, “periodo in cui il prezzo della materia energia raggiunse i suoi picchi massimi”. Al 31 dicembre 2023 quasi il 73% dei clienti domestici aveva scelto un’offerta nel mercato libero. Lo fa sapere Arera. I clienti domestici non vulnerabili serviti in Maggior Tutela ammontavano a circa 4,5 milioni.


Dal primo luglio, ricorda l’autorità, “tutti i clienti non vulnerabili serviti in Maggior Tutela passeranno automaticamente al Servizio a Tutele Graduali, con il fornitore selezionato tramite asta in quella zona. Questo servizio transitorio sarà attivo per poco meno di tre anni (fino al 31 marzo 2027) al termine dei quali, in mancanza di una scelta espressa, i clienti continueranno a essere riforniti dallo stesso venditore sul mercato libero”. Per i clienti vulnerabili, invece, ARERA continuerà ad aggiornare trimestralmente le condizioni economiche della Maggior Tutela, fino all’esperimento delle aste previste dal Dl ‘sicurezza energetica’.

Tod’s: Della Valle presenta lista per rinnovo cda, fuori la Ferragni

Tod’s: Della Valle presenta lista per rinnovo cda, fuori la FerragniMilano, 28 mar. (askanews) – Fuori Chiara Ferragni dal futuro cda del gruppo Tod’s. In vista dell’assemblea dei soci del 24 aprile, che rinnoverà il board, l’azionista DI.VI. Finanziaria di Diego Della Valle & C., titolare di una partecipazione pari al 50,291% di Tod’s, ha presentato la lista di maggioranza, in cui non compare più il nome della influencer.


I candidati sono: Diego Della Valle, Maria D’Agata, Andrea Della Valle, Emilio Macellari, Cinzia Oglio, Mara Vanzetta, Raffaella Viscardi, Vincenzo Manes, e Romina Guglielmetti. La Ferragni era stata nominata nel cda di Tod’s per il triennio 2021-2023.

Arera: bollette elettricità -19,8% nel secondo trimestre 2024

Arera: bollette elettricità -19,8% nel secondo trimestre 2024Milano, 28 mar. (askanews) – Cala del 19,8% la bolletta elettrica per la famiglia tipo in tutela nel secondo trimestre 2024. Lo fa sapere Arera in quello che è l’ultimo aggiornamento trimestrale per i clienti non vulnerabili.


“Il calo – viene fatto sapere – è giustificato principalmente dal trend ribassista che ha caratterizzato l’andamento dei prezzi del gas naturale e dell’energia elettrica verso la fine dello scorso anno e nei primi mesi dell’anno in corso e che sta subendo un rallentamento a causa delle crescenti tensioni geopolitiche”. Le aspettative di prezzo del mercato del gas naturale per il secondo trimestre 2024 si sono tradotte in una stima del prezzo dell’energia elettrica (PUN) pari a circa 83 euro al megawattora. In termini di effetti finali, la spesa per la famiglia-tipo nell’anno compreso tra il primo luglio 2023 e il 30 giugno 2024 sarà di circa 662 euro, riavvicinandosi ai livelli precedenti alle crisi, segnando un -47,7% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente, “periodo in cui il prezzo della materia energia raggiunse i suoi picchi massimi”.


Mch

Amazon investe altri 2,75 miliardi in startup IA Anthropic

Amazon investe altri 2,75 miliardi in startup IA AnthropicNew York, 28 mar. (askanews) – Il colosso dell’e-commerce Amazon ha dichiarato di aver investito 2,75 miliardi di dollari in più nella startup di intelligenza artificiale Anthropic, portando il totale della sua partecipazione a 4 miliardi di dollari.


Si tratta del più grande investimento di Amazon in un’altra società da 30 anni, cioè da quando il rivenditore online è stato fondato. Anche Google ha accettato lo scorso ottobre di investire fino a 2 miliardi di dollari nella società. Anthropic, fondata nel 2021, offre un assistente AI chiamato Claude che compete con ChatGPT di OpenAI. L’azienda è guidata dai fratelli italo-americani Dario e Daniela Amodei, entrambi ex dipendenti di OpenAI.

Bankitalia, nel 2023 7 mld di perdita lorda, primo rosso dal 2007

Bankitalia, nel 2023 7 mld di perdita lorda, primo rosso dal 2007Roma, 28 mar. (askanews) – La Banca d’Italia ha chiuso il 2023 con una perdita lorda di Bilancio per oltre 7 miliardi di euro, interamente compensata dal ricorso al fondo rischi generali, su cui aveva accumulato consistenti riserve negli anni passati. Ne è derivato un risultato netto positivo per 0,8 miliardi. Si tratta dalla prima perdita lorda dal 2007 per l’istituzione ed era ampiamente attesa, dato che correlata agli effetti della stretta monetaria operata a livello di Bce e Eurosistema delle banche centrali. Lo ha spiegato il governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, nella sua relazione all’Assemblea dei partecipati al capitale, sul bilancio 2023 dell’istituzione.


“L’attuazione della politica monetaria orientata alla stabilità dei prezzi si è riflessa sui risultati del bilancio dell’esercizio 2023 che viene sottoposto quest’oggi alla vostra approvazione e continuerà a incidere sulla redditività della Banca d’Italia nell’immediato futuro”. La linea dell’Eurosistema, ha spiegato, è disegnata in funzione del raggiungimento del mandato statutario della stabilità dei prezzi, “anche qualora questo comporti un temporaneo peggioramento del conto economico delle banche centrali”. Già lo scorso anno era stato anticipato che nel 2023 la Banca d’Italia avrebbe registrato una significativa perdita lorda, ha ricordato Panetta.


Il fenomeno è comune alle altre banche centrali dell’eurozona: il rialzo dei tassi di riferimento della Bce “ha determinato un aumento del costo delle passività di bilancio, rappresentate soprattutto dai depositi delle banche, a fronte del quale non vi è stato un incremento corrispondente del rendimento delle attività di politica monetaria. Queste ultime sono infatti meno sensibili alle variazioni dei tassi, perché costituite prevalentemente da titoli a tasso fisso con scadenza a medio e a lungo termine”. Il risultato lordo del 2023, prima delle imposte e prima dell’utilizzo del fondo rischi generali, è stato negativo per 7,1 miliardi, mentre nel 2022 era stato positivo per 5,9 miliardi. Ha risentito anche del calo, per 3,5 miliardi, del risultato netto della ridistribuzione del reddito monetario, pure conseguenza della restrizione monetaria attuata nello scorso biennio.


“La Banca d’Italia può assorbire tale perdita grazie alla politica di rafforzamento patrimoniale che ha seguito in passato, ispirandosi a principi di prudenza. I fondi accumulati – ha spiegato Panetta – sono ampiamente sufficienti per coprire tanto la perdita del 2023, quanto quella stimata per il 2024”. I base alle attuali “aspettative sull’evoluzione dei tassi di interesse, il 2025 segnerebbe invece un ritorno all’utile”, ha poi aggiunto. Peraltro “riteniamo che il livello di copertura dei rischi si mantenga adeguato in una prospettiva di medio termine. Nel 2023 i rischi si sono, infatti, ridotti e diminuiranno ulteriormente in futuro per effetto del ridimensionamento del bilancio”.


In base alle norme dello Statuto di Bankitalia, Panetta ha sottoposto ai partecipanti al capitale il piano di riparto dell’utile netto deliberato dal Consiglio superiore, su proposta del Direttorio e sentito il Collegio sindacale. “Sull’utile netto di 815 milioni, si propone di riconoscere ai Partecipanti un dividendo di 200 milioni, ammontare inferiore di 140 milioni rispetto al precedente esercizio. L’utile per lo Stato è pari a 615 milioni, con una riduzione di 1.061 milioni”. Il governatore ha riferito che l’importo complessivo effettivamente attribuito ai Partecipanti negli ultimi cinque anni sarebbe quindi pari a 1.544 milioni. Nello stesso periodo l’importo cumulato riconosciuto allo Stato sotto forma di utili raggiungerebbe l’ammontare di 21,6 miliardi, a cui si aggiungono circa 4 miliardi di imposte correnti ai fini Ires e Irap.

Ubs, Ermotti banchiere più pagato d’Europa: per 9 mesi 2023 14,4 mln franchi

Ubs, Ermotti banchiere più pagato d’Europa: per 9 mesi 2023 14,4 mln franchiRoma, 28 mar. (askanews) – Con il suo rientro in Ubs, Sergio Ermotti nel 2023 è diventato il banchiere più pagato d’Europa, premiato per aver guidato con successo l’integrazione con la rivale Credit Suisse. Secondo quanto enunciato nel bilancio del colosso bancario svizzero, l’anno scorso Ermotti è stato pagato 14,4 milioni di franchi svizzeri, una cifra superiore ai 12,6 milioni di franchi ricevuti dal suo predecessore Ralph Hamers nel 2022.


Ma il salario di Ermotti è riferito a soli nove mesi. Distribuito sull’anno intero, il suo pacchetto salariale totale ammonterebbe a 19,2 milioni di franchi. Ermotti è stato paracadutato al vertice del colosso bancario svizzero, un ruolo che aveva ricoperto in precedenza per nove anni, poche settimane dopo che UBS, a marzo scorso, ha accettato di salvare Credit Suisse. Da allora, il prezzo delle azioni della banca è salito del 60%.


La sua remunerazione supera i 12,2 milioni di euro ricevuti dal presidente esecutivo di Santander Ana Botin e i 10,6 milioni di sterline pagati all’amministratore delegato di HSBC Noel Quinn, il cui salario è quasi raddoppiato grazie a un piano di incentivi a lungo termine in scadenza. Tuttavia, Ermotti è molto meno pagato dei colleghi di Wall Street. L’anno scorso l’amministratore delegato di JPMorgan Jamie Dimon è stato pagato 36 milioni di dollari, l’amministratore delegato di Goldman Sachs David Solomon è stato pagato 31 milioni di dollari e l’amministratore delegato uscente di Morgan Stanley James Gorman ha ricevuto 37 milioni di dollari.


Il consiglio di amministrazione di UBS ha affermato che il premio salariale è un riconoscimento della “performance eccellente di Ermotti in un anno decisivo nella storia di UBS e dei forti progressi nel realizzare le priorità di integrazione”. A differenza delle banche regolamentate dalla BCE, UBS non è vincolata da un tetto massimo ai bonus dei banchieri, mentre le norme UE stabiliscono che i bonus non possano essere più del doppio della retribuzione fissa.


In una lettera agli azionisti che accompagna il bilancio di UBS, Ermotti e il presidente Colm Kelleher si scagliano contro le critiche per le dimensioni della banca e per i requisiti patrimoniali, anticipando le iniziative del governo svizzero per sostenere il sistema bancario del paese. Ubs è nel mirino in Svizzera in seguito al salvataggio di Credit Suisse, soprattutto per la dimensione del bilancio del gruppo combinato, circa il doppio del prodotto interno lordo del paese. La banca centrale svizzera ha recentemente invitato le autorità di regolamentazione a rivedere i requisiti patrimoniali di UBS alla luce della sua crescente “importanza sistemica”. In una lettera agli azionisti, Kelleher ed Ermotti affermano che il Credit Suisse è fallito a causa di un “modello di business fallato” piuttosto che per mancanza di capitale. “Il fatto che siamo stati in grado di salvare Credit Suisse, nonostante entrambe le società operassero sotto lo stesso regime normativo, dimostra che il quadro normativo e i requisiti patrimoniali non sono un problema”, hanno scritto. I due hanno anche risposto alle critiche secondo cui le dimensioni di UBS sul mercato svizzero avrebbero danneggiato la concorrenza. “Il crollo del Credit Suisse ha scatenato una corsa straordinaria per accaparrarsi clienti, talenti e quote di mercato nel mercato bancario svizzero”, hanno scritto. “Questa è la prova definitiva che la concorrenza delle banche nazionali ed estere attive in Svizzera è forte.” Il Parlamento svizzero sta conducendo un’indagine sul crollo del Credit Suisse, che porterà a raccomandazioni per migliorare la stabilità del sistema bancario.

Imprese, Istat: manifattura e servizi guardano con pessimismo al 2024

Imprese, Istat: manifattura e servizi guardano con pessimismo al 2024Roma, 28 mar. (askanews) – Il sistema produttivo italiano guarda con preoccupazione al 2024. Sono pessimiste, infatti, le attese delle imprese manifatturiere e di quelle dei servizi. A destare allarme è l’indebolimento della domanda interna ma anche i rincari energetici. E’ quanto emerge dal Rapporto sulla competitività dei settori produttivi diffuso dall’Istat.


Nella manifattura le attese delle imprese per il 2024 “disegnano un quadro per lo più pessimistico”. A febbraio prevalgono ancora aspettative di peggioramento del ciclo economico, della produzione, della liquidità aziendale, con valori ancora lontani dal lasciare immaginare un recupero dopo il forte deterioramento degli ultimi due anni. Il saldo tra previsioni ottimistiche e pessimistiche sui volumi esportati è sostanzialmente nullo: un risultato che non si riscontrava dalla prima fase pandemica, i trimestri centrali del 2020, e, prima ancora, dal trade collapse del 2009. Un’indagine qualitativa ad hoc sulle tendenze recenti nel comparto manifatturiero mostra che nel corso del 2023, in un contesto nel quale la maggioranza delle imprese segnala difficoltà di prevedere l’andamento degli affari, le preoccupazioni si sono diffusamente spostate dai fattori di offerta a quelli di domanda, soprattutto interna, la cui debolezza rappresenta la principale preoccupazione anche per il primo semestre 2024 – per almeno il 50% delle imprese di Tessile, Chimica, Gomma/plastica, Prodotti da minerali non metalliferi, Carta -, seguita dalle conseguenze dei rincari energetici (almeno il 55% per le unità di Coke e raffinazione, Altri mezzi di trasporto) e dall’aumento dei prezzi dei beni intermedi (almeno il 40% in Alimentari, Carta, Farmaceutica, Apparecchi elettrici).


Anche nei servizi prevalgono attese di peggioramento del ciclo economico: per il primo semestre 2024 preoccupano in particolare l’indebolimento della domanda interna – per il 60% delle imprese dei servizi Ict -, il reperimento della forza lavoro (circa il 50% nei Servizi turistici) e i rincari energetici (43% per Logistica e Servizi turistici).