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Corsa affollata per presidenza di Confindustria, si parte giovedì

Corsa affollata per presidenza di Confindustria, si parte giovedìRoma, 28 gen. (askanews) – Al via la corsa per la presidenza di Confindustria. Il mandato dell’attuale presidente, Carlo Bonomi, scade a maggio. La procedura per il rinnovo partirà il primo febbraio quando il Consiglio Generale estrarrà i nominativi dei tre saggi che andranno a comporre la Commissione di designazione. Il nuovo presidente verrà designato il 4 aprile dal Consiglio generale e sarà poi eletto dall’assemblea dei delegati in programma per il 23 maggio.

Per il dopo Bonomi i rumors vedono pronti alla gara ben cinque candidati, quasi tutti espressione del mondo imprenditoriale del Nord. Ai nastri di partenza ci sarebbero tre attuali vicepresidenti: Emanuele Orsini (Emilia Romagna), Alberto Marenghi (Lombardia) e Giovanni Brugnoli (Lombardia). In pista anche il ligure Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, ed Edoardo Garrone, anche lui ligure e presidente di Erg e Sole 24 Ore. La corsa parte affollata, ma nel giro di poco tempo i candidati potrebbero ridursi a due se, come nella tradizione confindustriale, si cercheranno accordi e alleanze in nome di una visione comune. Quello che sembra consumarsi, al momento, è uno scontro tra le due anime di Confindustria: una parte chiede un cambio di passo auspicando che il prossimo leader sia un rappresentante della grande impresa; l’altra ritiene che si possa proseguire con un presidente espressione di realtà imprenditoriali più piccole.

Nessuno, ad oggi, si è ufficialmente candidato perchè il meccanismo di elezione del presidente di Confindustria ha tempi e rituali precisi. I tre saggi (estratti da una rosa di sei-nove nomi), chiamati a sondare la base imprenditoriale, nella prima settimana dall’insediamento, potranno ricevere eventuali auto candidature sostenute da almeno il 10% dei voti assembleari o dal 10% dei componenti del Consiglio Generale, entrambe con dichiarazione firmate dai presidenti delle associazioni o dai sostenitori membri del Consiglio Generale. In sostanza i candidati dovranno presentare almeno venti firme a loro sostegno. Le auto candidature vanno accompagnate dalle linee programmatiche. Dalla data d’insediamento dei saggi, entro una settimana dal sorteggio, decorre il termine di otto settimane per arrivare al voto di designazione del nuovo presidente da parte del Consiglio generale. Il ruolo dei saggi è, dunque, molto importante. I tre, d’intesa con il Consiglio di indirizzo etico e dei valori associativi e con il Collegio dei Probiviri, sono chiamati a verificare, sotto il profilo personale, imprenditoriale, professionale e associativo, le autocandidature.

La stessa Commissione di designazione comunica, poi, agli interessati la conclusione degli accertamenti preliminari. Nelle successive cinque settimane, prenderà il via il tour nazionale dei saggi. Verranno ascoltati i presidenti delle associazioni e i più importanti componenti del Consiglio Generale. Durante questo passaggio i saggi raccoglieranno le espressioni di consenso sugli eventuali nominativi indicati dalle associazioni stesse e sulle autocandidature formalizzate nella prima settimana di lavoro. Dopo aver effettuato le necessarie verifiche di conformità alla presentazione della candidatura, la Commissione provvederà a comunicare ai presidenti delle Associazioni, i nomi dei candidati emersi dal giro di consultazioni e le loro linee programmatiche, che saranno richieste agli stessi qualora la Commissione avrà rilevato un consenso significativo.

Al termine delle consultazioni, i saggi individueranno i nominativi dei candidati che saranno chiamati ad ufficializzare l’accettazione della candidatura e ad illustrare il proprio programma in occasione del Consiglio Generale del 21 marzo. Al di fuori dei canali di consultazione, possono essere ammessi alla presentazione della propria candidatura, previa verifica di tutti requisiti richiesti dallo statuto, anche coloro che certifichino per iscritto – con dichiarazione firmata dai presidenti delle Associazioni sostenitrici – di poter disporre di un consenso pari ad almeno il 20% dei voti rappresentati nell’assemblea dei delegati, in regola con il versamento dei contributi associativi. Il 4 aprile il Consiglio generale di Confindustria voterà, a scrutinio segreto e a maggioranza assoluta dei votanti, il nome del futuro presidente che verrà poi proposto all’assemblea dei delegati. Il Consiglio generale del 18 aprile voterà, poi, il programma e la proposta di squadra di Presidenza. Infine, l’assemblea dei delegati del 23 maggio eleggerà il nuovo presidente, insieme alla sua squadra.

La Francia annncia misure contro la concorrenza sleale di “Italia o altri”

La Francia annncia misure contro la concorrenza sleale di “Italia o altri”Milano, 28 gen. (askanews) – Il premier francese Gabriel Attal ha detto alla tv francese parlando con gli agricoltori che sta prendendo in considerazione misure “aggiuntive” contro la “concorrenza sleale” di altri paesi “Italia o altri”. “Non è normale che ti venga impedito di utilizzare determinati prodotti, che ti impedisca di metterli a punto nelle tue aziende agricole, e quindi di produrre quanto ti serve se hai paesi vicini, Italia o altri, che ti permettono di utilizzarli, andare avanti a livello europeo: esamineremo prodotto per prodotto”, ha dichiarato in tv.Attal afferma di non volere “un divieto senza soluzione”, citando l’esempio della riautorizzazione dei neonicotinoidi sulle barbabietole.

Attal era atteso questa domenica in una fattoria dell’Indre-et-Loire dopo aver annunciato misure che non hanno convinto i principali sindacati degli agricoltori. Nonostante gli annunci del primo ministro, molti agricoltori continuano a mobilitarsi su appello dei principali sindacati, FNSEA in testa. 

Ex Ilva, fonti: grande preoccupazione se fondate notizie stop impianti

Ex Ilva, fonti: grande preoccupazione se fondate notizie stop impiantiMilano, 26 gen. (askanews) – Invitalia avrebbe inviato una comunicazione ad Acciaierie d’Italia e Acciaierie d’Italia Holding per esprimere la “grande preoccupazione se fossero fondate le notizie circa un eventuale spegnimento degli impianti, con le gravissime conseguenze, potenzialmente disastrose e irreversibili, in particolare per i lavoratori, per i fornitori, oltre che naturalmente per la continuità aziendale”. Lo si apprende da fonti vicino al dossier. Nella comunicazione, Invitalia avrebbe invitato ADI ad assumere tutte le iniziative necessarie per garantire la continuità aziendale e la sicurezza dei lavoratori e degli impianti.

L’Agenzia nazionale per lo sviluppo, spiegano ancora le fonti, avrebbe inoltre richiamato ADI a esercitare i propri compiti e doveri gestori essendo chiaro che Invitalia non ha alcuna prerogativa o diritto di governance in tal senso e ha chiesto di essere informata tempestivamente delle iniziative assunte dai Commissari in relazione all’ispezione che gli stessi avrebbero richiesto sugli impianti, di cui ha appreso dalle agenzia di stampa.

JPMorgan-Chase, cambio nella leadership per preparare post Dimon

JPMorgan-Chase, cambio nella leadership per preparare post DimonNew York, 26 gen. (askanews) – La più grande banca degli Stati Uniti, JPMorgan Chase ha cambiato o ampliato i ruoli di diversi dirigenti considerati favoriti per succedere al CEO Jamie Dimon. Jennifer Piepszak, co-responsabile della gigantesca banca di consumo di JPMorgan, diventerà ora co-responsabile della banca commerciale e di investimento dell’azienda insieme a Troy Rohrbaugh, un leader veterano delle operazioni commerciali della banca. Jennifer Piepszak è considerata un potenziale successore di Jamie Dimon.

Marianne Lake, passerà da co-responsabile del settore consumer banking a amministratore unico. Intanto Daniel Pinto, che è il braccio destro di Dimon come presidente e direttore operativo, sta rinunciando al controllo quotidiano della banca aziendale e di investimento. Dimon ha detto che lui e Pinto continueranno a “gestire congiuntamente la nostra azienda”. Dimon, che ha 67 anni e guida la banca dal 2005, ha detto che gli restano ancora altri anni prima di andare in pensione. Nel 2021 gli è stato concesso un bonus del valore di circa 50 milioni di dollari a condizione che rimanesse in banca fino al 2026.

JPMorgan avrà ora tre linee di business invece di quattro: la nuova banca commerciale e di investimento; il settore bancario dei consumatori e della comunità e la gestione patrimoniale

Auto elettrica, la Commissione: le regole di mercato Ue vanno rispettate

Auto elettrica, la Commissione: le regole di mercato Ue vanno rispettateBruxelles, 26 gen. (askanews) – Se per attuare la transizione verso l’obiettivo delle auto a zero emissioni nel 2035 sarà necessario nei prossimi anni assicurare la disponibilità di veicoli elettrici a basso prezzo, perché possano acquistarli anche i cittadini con redditi medio-bassi, ciò non significa che a questo obiettivo debbano essere sacrificate le regole contro il dumping e sulle pari condizioni del mercato Ue, rinunciando, ad esempio, alle indagini e agli eventuali dazi anti sovvenzioni riguardo ai veicoli cinesi che falsano la concorrenza. Questi strumenti per tutelare il mercato Ue sono “complementari”, e non contraddittori rispetto alla regolamentazione che ha fornito certezza giuridica e obiettivi chiari all’industria automotive europea.

E’ quanto ha affermato in sintesi, oggi a Bruxelles il portavoce capo della Commissione europea, Eric Mamer, durante il briefing quotidiano per la stampa dell’Esecutivo comunitario. La Commissione sta conducendo dall’autunno scorso un’indagine anti sovvenzioni proprio sulle auto elettriche cinesi, che hanno invaso il mercato europeo con modelli elettrici a prezzi ultra competitivi rispetto a quelli dell’industria locale. á “Noi crediamo, ovviamente – ha detto Mamer, in risposta a un giornalista che chiedeva come si possa “quadrare il cerchio” -, che ci sia un mercato per i veicoli elettrici in Europa. La Commissione ha messo in atto un quadro normativo per i veicoli con l’obiettivo che le auto nuove non emettano più CO2 dal 2035. Quindi, l’intera catena del valore automobilistica in Europa ha ora la certezza normativa per poter effettuare gli investimenti necessari al fine di sviluppare la propria capacità per rispondere alla domanda del mercato”. “Questa è la prima risposta alla domanda su come far quadrare il cerchio: garantire che vi siano incentivi adeguati per l’industria europea”, in modo che “faccia gli investimenti necessari. Ma in realtà – ha puntualizzato il portavoce – , garantire che il mercato funzioni in modo efficace è parte di questo”, ovvero parte di questi incentivi. á “E’ proprio per questo motivo – ha spiegato Mamer – che è necessario assicurarsi di non avere automobili prodotte altrove che distorcerebbero il mercato attraverso sussidi non giustificati. Quindi, per noi non c’è contraddizione; c’è in realtà una complementarità” tra le due cose.

Secondo il portavoce della Commissione, poi, “riguardo ai prezzi, è necessario distinguere tra effetti a breve e a medio termine. Potrebbe essere considerato molto positivo disporre di auto elettriche molto economiche, che arrivano in una fase iniziale sul mercato e spazzano via la concorrenza europea. Ma se non ci fosse più concorrenza europea, che cosa impedirebbe poi ai produttori extra-Ue di aumentare i prezzi? Giusto per fare un esempio del tipo di considerazioni che bisogna fare quando si pensa agli effetti a lungo termine delle nostre politiche”. Questo vuol dire, gli è stato chiesto, che si vuole dare più tempo all’industria europea, per migliorare la sua produzione di veicoli elettrici , in modo da riuscire successivamente a venderli a costo più basso, visto che oggi sono molto più costosi di quelli tradizionali?

“Non è affatto quello che ho detto. Non si tratta – ha replicato Mamer – di dare tempo a un segmento del settore rispetto a un altro. Si trattava di garantire l’esistenza di un quadro normativo che promuova gli investimenti e, in secondo luogo, di avere un mercato che funzioni adeguatamente. Non si tratta quindi di istituire alcun tipo di barriera che impedisca la vendita in Europa dei veicoli prodotti secondo criteri basati sul mercato”. Quello che sta facendo la Commissione, invece, è “garantire che le auto che arrivano in Europa rispettino le regole del nostro mercato, siano esse prodotte in Europa o fuori dall’Europa”, ha concluso il portavoce.

La stessa presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, aveva fatto riferimento nel settembre scorso a Strasburgo, durante il suo “discorso sullo stato dell’Unione” al Parlamento europeo, alla vicenda dello smantellamento della produzione europea di cellule fotovoltaiche, a causa dell’invasione sul mercato, nel periodo successivo al 2007, dei prodotti cinesi a basso costo, che poterono approfittare del sostegno alle energie rinnovabili che l’Ue aveva predisposto in vista degli obiettivi del 2020. “Non abbiamo dimenticato – aveva detto von der Leyen agli eurodeputati – l’impatto che ebbero sulla nostra industria solare le pratiche sleali di mercato della Cina”, aggiungendo che “molte giovani imprese furono spinte fuori dal mercato dai concorrenti cinesi pesantemente sussidiati”.

Accordo Airbus-Tata per linea assemblaggio elicotteri in India

Accordo Airbus-Tata per linea assemblaggio elicotteri in IndiaRoma, 26 gen. (askanews) – Airbus Helicopters ha annunciato oggi l’avvio di una collaborazione con che sta collaborando con il gruppo indiano Tata per stabilire una linea di assemblaggio finale per gli elicotteri in India

La struttura produrrà elicotteri Airbus H125 della sua gamma civile per il mercato indiano e per l’esportazione in alcuni dei paesi vicini. La linea di assemblaggio finale sarà il primo esempio di un produttore privato estero che stabilisce una linea di produzione di elicotteri in India, fornendo una grande spinta al programma “AatmaNirbhar Bharat” (India autosufficiente) del governo indiano.

Nell’ambito di questa partnership, Tata Advanced Systems Limited (TASL), una filiale del gruppo Tata, allestirà la struttura insieme ad Airbus Helicopters. L’annuncio è stato fatto durante la visita di due giorni del presidente francese Emmanuel Macron in India come ospite principale delle celebrazioni odierne della Festa della Repubblica.

La linea di assemblaggio finale in India l’integrazione dei principali gruppi di componenti, avionica e sistemi di missione, installazione di cablaggi elettrici, circuiti idraulici, controlli di volo, componenti dinamici, sistema di alimentazione e motore. Effettuerà inoltre test, certificazione e consegna dell’H125 ai clienti in India e nella regione. Ci vorranno 24 mesi per allestire la struttura e le consegne dei primi H125 “Made in India” dovrebbero iniziare nel 2026. L’ubicazione sarà decisa congiuntamente da Airbus e dal Gruppo Tata. “Un elicottero civile ‘Made in India’ non sarà solo il simbolo della fiducia della Nuova India, ma sbloccherà anche il vero potenziale del mercato degli elicotteri nel paese”, ha affermato Guillaume Faury, CEO di Airbus. “Questa linea di assemblaggio finale di elicotteri, che costruiremo insieme al nostro partner di fiducia Tata, ribadisce l’impegno di Airbus nello sviluppo dell’intero spettro dell’ecosistema aerospaziale in India. Questa sarà la seconda linea di assemblaggio finale che Airbus costruirà in India dopo l’impianto di produzione di aerei militari C295 ‘Make in India’ a Vadodara, Gujarat”.

L’H125 è l’elicottero a rotore unico più venduto al mondo. Questo velivolo ad alte prestazioni fa parte della famiglia Ecureuil di Airbus, che ha accumulato più di 38 milioni di ore di volo in tutto il mondo. Può operare in ambienti caldi ed estremi e può essere facilmente riconfigurato per varie missioni, tra cui lavoro aereo, lotta antincendio, forze dell’ordine, salvataggio, ambulanza aerea, trasporto passeggeri e molte altre. Si tratta inoltre dell’unico elicottero ad essere atterrato sul Monte Everest, dimostrando la sua agilità nell’operare in ambienti estremi e ad alta quota.

AIE: mercato del libro tiene, prezzi crescono meno di inflazione

AIE: mercato del libro tiene, prezzi crescono meno di inflazioneMilano, 26 gen. (askanews) – Il mercato del libro registra nel 2023 una tenuta sostanziale, da leggere in chiaroscuro rispetto al futuro. Le vendite dell’editoria trade in Italia nel 2023 sono state infatti pari a 1,697 miliardi di euro a prezzo di copertina, in crescita dello 0,8% rispetto all’anno precedente (più 14,1% sul 2019). Le copie sono state invece 111,85 milioni, in flessione dello 0,7% sull’anno precedente (più 12,6% sul 2019). In concomitanza con la giornata conclusiva del XLI Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri di Venezia, l’Associazione Italiana Editori (AIE) ha reso pubblica l’analisi di mercato sull’editoria trade nel 2023, realizzata in collaborazione con Nielsen BookScan e IE Informazioni Editoriali. Nel trade, o varia, sono conteggiati i libri a stampa di narrativa e saggistica, compresi i titoli per bambini e ragazzi ed esclusa la scolastica, comprati nelle librerie fisiche e online e nella grande distribuzione.

Nel 2023 il prezzo medio di copertina dei libri comprati è stato di 15,17 euro, in crescita dell’1,5% rispetto l’anno precedente. Nei 12 mesi, l’inflazione è stata invece del 5,7%. Tra il 2019 e il 2023, il prezzo dei libri venduti è cresciuto del 2,6%, contro una crescita generale dei prezzi del 15,7%. Numeri che testimoniano la riduzione dei margini di guadagno degli editori, ma anche il loro sforzo per tenere bassi i prezzi per non deprimere la domanda di libri e di lettura nel nostro Paese. Le librerie fisiche sono il primo canale di vendita per i libri: di qui passa il 54,7% (53,5% nel 2022) di tutto il mercato trade nel 2023, più di un punto percentuale dell’anno precedente ma 10 punti sotto i valori pre-pandemia. L’online si attesta al 40,7% (41,9% nel 2022), stabile la grande distribuzione al 4,6%. Cresce l’ebook e l’audiolibro, ma gli italiani preferiscono la carta. Nel 2023 le vendite di e-book sono cresciute del 2,5%, arrivando a 81 milioni, gli abbonamenti per l’ascolto di audiolibri del 12%, raggiungendo i 28 milioni. Ma gli italiani continuano in massima parte a preferire la carta: ebook e audiolibri pesano su un mercato complessivo (trade di copie a stampa più digitale) di 1,806 miliardi solo il 6%.

Se guardiamo alle vendite per genere, la narrativa italiana segna una crescita del 7,2% a fronte di un calo della narrativa straniera del 3,6%. La manualistica (non universitaria, ovvero how to do e self help) cresce del 4,7%, la saggistica di divulgazione del 4,6%, i libri per bambini e ragazzi dell’1%. In calo la saggistica specialistica (-1,7%), e i fumetti (-10,6%, dopo il boom del 2021-2022). Nella top dieci dell’anno (vedi allegato) sono presenti ben sette titoli scritti da autori italiani. Innocenzo Cipolletta, presidente di AIE, ha commentato: “Nel 2023 il mercato non è andato male, ma il 2024 sarà una sfida difficile per il venir meno di alcune misure a sostegno della domanda di libri, mentre la crescita dei costi di produzione pesa sui bilanci degli editori. Per questo chiediamo una politica industriale per il libro, che è centrale nella crescita economica e culturale del Paese. D’altro canto la buona crescita della narrativa italiana, ma direi più in generale dell’autorialità italiana, è il segno della crescente competitività dell’industria editoriale nazionale che si presenta quindi alla Fiera del Libro di Francoforte 2024, dove l’Italia è Ospite d’Onore, con tutte le carte in regola per imporsi ancora di più di quanto non faccia oggi sui mercati internazionali”.

La crescita del mercato trade in Italia nel 2023 (più 0,8%) è simile a quella registrata in Francia e Regno Unito (più 1%), mentre la Germania cresce del 2,9%. Gli Usa (dato di ottobre) arretrano dello 0,2%. Se guardiamo invece al confronto tra inflazione e crescita del prezzo dei libri in tutta Europa, secondo i dati Eurostat nel 2022 la prima è stata del 9% e la seconda del 3%. Ricardo Franco Levi, presidente della Federazione degli Editori Europei (FEP) ha commentato: “Il libro si conferma prima industria culturale europea. Non solo: sei dei primi 10 gruppi editoriali mondiali hanno sede nel Continente. Come Associazione, il 2024 ci vedrà ancora impegnati nella difesa del diritto d’autore, soprattutto in relazione alla regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale, ambito in cui l’Ue è all’avanguardia. Chiediamo, in particolare, l’obbligo della trasparenza sui dati utilizzati per allenare gli algoritmi a carico delle aziende che sviluppano strumenti di Intelligenza Artificiale”.

Bce, giù attese su crescita e inflazione economisti settore privato

Bce, giù attese su crescita e inflazione economisti settore privatoRoma, 26 gen. (askanews) – Peggiorano ulteriormente le aspettative di crescita economica tra economisti ed esperti di banche e del settore finanziario privato nell’area euro, mentre contestualmente si attenuano anche le loro attese sull’inflazione, che ormai risultano perfettamente allineate dal 2025 in poi con gli obiettivi della banca centrale europea. E’ quanto emerge dai risultati dell’ultima indagine trimestrale condotta dalla stessa istituzione di Francoforte.

Sulla crescita economica ormai ci si attende che quest’anno l’espansione si limiti allo 0,6%, per poi mostrare una ripresa all’1,3% nel 2025 e all’1,4% nel 2026. Nella precedente indagine, tre mesi fa, in media era attesa una crescita economica sull’insieme di quest’anno anno dello 0,9% e per il 2025 un più 1,5%. Passando dall’inflazione in media ora gli esperti del settore privato prevedono un 2,4% quest’anno sull’area euro e poi 2% sia nel 2025 sia nel 2026. Tre mesi fa pronosticavano 2,7% quest’anno e 2,1% il prossimo. Riviste al ribasso anche le aspettative sull’inflazione di fondo, cioè la crescita dei prezzi escludendo voci volatili come energia, alimentari e tabacchi: 2,6% quest’anno, 2,1% il prossimo e 2% nel 2025.

La Bce ha come obiettivo di inflazione una crescita dei prezzi al consumo al 2% simmetrico per il medio termine. Ieri il Consiglio direttivo ha confermato l’importazione della politica monetaria, il principale tasso di riferimento è al 4,50% e ha mantenuto un atteggiamento cauto sulla tempistica dei primi tagli dei tassi di interesse, che generalmente sono attesi verso la fine della primavera. L’inchiesta (Survey of professional forecasters) ha coinvolto 59 analisti e economisti ed è stata condotta tra il 5 e il 10 gennaio, riporta la Bce. L’unico elemento che non abbia mostrato variazioni è l’attesa sulla disoccupazione: 6,7% quest’anno, 6,6% il prossimo è il 6,5% nel 2026 (che sarebbe un nuovo minimo storico).

Bce, prestiti a imprese e famiglie nell’eurozona restano deboli

Bce, prestiti a imprese e famiglie nell’eurozona restano deboliRoma, 26 gen. (askanews) – Segnali contrastanti dagli aggregati monetari e sul credito nell’area euro. A dicembre la crescita dei mutui alle famiglie ha subito un ulteriore rallentamento al più 0,3% su base annua, dal più 0,5 di novembre. Invece, secondo la rilevazione mensile condotta dalla Bce, la crescita dei prestiti alle imprese non finanziarie è tornata positiva per uno 0,4%, fronte di una variazione nulla a novembre novembre.

Anche il generale aggregato monetario M3 è tornato flebilmente positivo, con un più 0,1% su base annua a fronte del meno 0,9% di novembre. Questi sviluppi potrebbero tuttavia riflettere anche i netti indebolimenti che si stavano già verificando nello stesso periodo di un anno prima. Guardando i grafici pubblicati dall’istituzione, più che un qualche segnale di ripresa sembra essersi verificata una stabilizzazione delle dinamiche del credito a valori deboli.

Ieri la Bce ha confermato i livelli dei tassi di interesse e la presidente Christine Lagarde si è mantenuta molto prudente sulle indicazioni in merito ai possibili futuri tagli, limitandosi a ribadire che verranno valutati con attenzione i dati che verranno pubblicati dopo la fine del primo trimestre.

Agli Australian Open Sinner batte Djokovic e vola in finale

Agli Australian Open Sinner batte Djokovic e vola in finaleRoma, 26 gen. (askanews) – Jannik Sinner nella storia, batte in quattro set (6-1, 6-2, 6-7, 5-3, 6-3 in 3h26′ di gioco) Novak Djokovic ed è in finale agli Australian Open di Melbourne, primo italiano nella storia.

Primi due set sul velluto per Jannik. Il serbo è sempre in ritardo con le gambe e Jannik si guadagna due set point: chiude Sinner, che domina il 1° set 6-1 in appena 35′. Pazzesco Jannik! Si tratta del primo set perso nelle 11 semifinali di Djokovic a Melbourne. Nel secondo parziale la musica non cambia: Due super risposta di Djokovic, che si porta 0-30 per la prima volta nel match. Servizio e altro errore del serbo riportano Sinner in parità: Jannik chiude i conti ai vantaggi (1^ volta nel match per lui) di un altro set dominato, con due break e zero palle break concesse. Djokovic irriconoscibile con 29 errori e 11 vincenti in due set in cui ha vinto appena 3 games. Nel terzo parziale domina il servizio fino al tie break. Solo un malore di uno spettatore interrompe il gioco all’undicesimo game. Tie break sulle montagne russe. Si va 2-0 Djokovic con un minibreak. Poi 4-2 ancora Nole e Sinner infila tre punti per il 5-4. Il primo match ball che vale la finale è annullato da Nole con un pallonetto che scavalca Sinner a rete (5-5). Djokovic va 8-6 e Non sbaglia il set point con Sinner che cede il primo set di Melbourne dopo 39 minuti di gioco. Decisivo il quarto gioco del quarto set vinto in maniera incredibile: Djokovic mette pressione al servizio e sale 40-0, Sinner però con un gran recupero in allungo e con una risposta pazzesca si rimette in carreggiata (40-30) e trascina il rivale ancora ai vantaggi. Il doppio fallo regala palla break a Jannik, che va subito a segno. Pazzesco game vinto sotto 40-0 con cinque punti di fila: impazzisce Nole. Poi entrambi confermano il servizio fino all’apoteosi finale. Il serbo non perdeva a Melbourne da 2195 giorni. Sinner affronterà domenica il vincente di Medvedev-Zverev.