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Cdm dà l’ok: al via l’iter per la cessione di una quota di Poste, ma governo manterrà il controllo

Cdm dà l’ok: al via l’iter per la cessione di una quota di Poste, ma governo manterrà il controlloRoma, 25 gen. (askanews) – Al via l’iter per la cessione di una quota di Poste italiane da parte del governo che manterrà comunque il controllo. Il consiglio dei ministri “ha approvato, in esame preliminare, un provvedimento che regolamenta l’alienazione di una quota della partecipazione detenuta dal Ministero dell’economia e delle finanze nel capitale di Poste Italiane, tale da mantenere una partecipazione dello Stato, anche indiretta, che assicuri il controllo pubblico”.

“Le modalità di alienazione tenderanno anche a favorire la tutela dell’azionariato diffuso e la stabilità dell’assetto proprietario”, spiega il governo.

Cosa farà la Bce, gli indizi forniti da Lagarde sui futuri tagli ai tassi di interesse

Cosa farà la Bce, gli indizi forniti da Lagarde sui futuri tagli ai tassi di interesseRoma, 25 gen. (askanews) – Alla Bce le discussioni sui tagli ai tassi di interesse sono ancora ritenute “premature”. Ma nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo, la presidente Christine Lagarde, pur mantenendosi abbottonata sulle tempistiche, ha fornito una serie di indizi su come l’istituzione stia ragionando per questa futura inversione di rotta. Nei mesi passati la Bce ha alzato i tassi di 450 punti base complessivi, in risposta ai forti rincari dei prezzi. Ora “le condizioni monetarie restrittive deprimono la domanda e questo – ha sostenuto – aiuta a far calare l’inflazione”.

Un primo indizio fornito dalla presidente è stato ribadire che il direttorio vuole sentirsi “maggiormente fiducioso”, in base ai dati che giungeranno, sul fatto che il carovita medio dell’area euro sia instradato per tornare al valore obiettivo del 2% con la velocità auspicata, cioè per il 2025. Un altro elemento è nel fatto che Lagarde non ha voluto confermare esplicitamente le interpretazioni che sono state date ad alcune sue dichiarazioni di una decina di giorni fa, in una intervista durante il forum di Davos, secondo cui avrebbe suggerito come probabile un taglio dei tassi in estate. “Il consenso al tavolo del Consiglio è che era prematuro discutere di tagli dei tassi. Confermo solitamente le mie dichiarazioni (ma) non sono sicura che le caratterizzerei come avete detto o come altri hanno commentato su come ho parlato”, ha dichiarato. E un terzo indizio è arrivato in risposta a una domanda sui dati dei salari che la Bce vuole vedere prima di mettersi a discutere di tagli ai tassi. Le è stato chiesto se fossero quelli che Eurostat diffonderà ad aprile. “Lei è corretto in merito alle date di pubblicazione”, ha risposto.

Ha anche aggiunto che non si guarderà solo ai salari. “Guardiamo a tutti i tipi di dati. Guardiamo molto ai salari, dato che c’è un processo di recupero in corso. Ma guardiamo tante altre cose: i profitti delle imprese sono estremamente importanti; i prezzi dell’energia, che sono volatili con i rischi geopolitici. Guarderemo anche ai conti pubblici con molta attenzione: ci sono impegni da parte dei governi che rimuoveranno le misure di sostegno per il caro energia. Saremo molto attenti a questo e vedremo quanto risanamento ci stia – ha detto Lagarde – rispetto ai piani di bilancio che sono stati presentati”. Ad aprile l’ente di statistica Ue pubblicherà una molteplicità di dati, tra cui quelli sul tasso di disoccupazione (il 3), sui costi del lavoro (il 4), sui prezzi alla produzione (il 5), sulle retribuzioni nette (il 12), ma anche la stima preliminare sull’inflazione di aprile (il 30) e sulla crescita del Pil nel primo trimestre. Le prossime riunioni decisionali di politica monetaria si svolgeranno il 7 marzo, l’11 aprile e il 6 giugno. A marzo i tecnici della Bce aggiorneranno anche le previsioni su crescita economica e inflazione, mentre in occasione del 6 giugno l’aggiornamento sarà quello che ogni sei mesi viene effettuato assieme a tutto l’Eurosistema delle banche centrali nazionali. Quindi a giugno ci saranno sia tutti i dati più recenti disponibili, sia le previsioni più “condivise”.

Tra gli analisti, le attese sui tempi del primo taglio, che nei giorni scorsi si erano allungate su inizio estate, ora sembrano riavvicinarsi a tarda primavera. Sui mercati l’euro ha mostrato una leggera moderazione e in serata si scambia a 1,0832 dollari. Il quadro attuale resta non entusiasmante “E’ probabile che nell’ultimo trimestre del 2023 l’economia dell’area euro abbia segnato una stagnazione, mentre per il breve termine prevediamo debolezza ma alcune indagini puntano a una ripresa più avanti”, ha affermato Lagarde. Intanto il tasso sulle principali operazioni di rifianziamento resta al 4,50%, quello sulle operazioni marginali al 4,75 per cento e quello sui depositi, che le banche commerciali parcheggiano presso la stessa banca centrale, resta al 4 per cento. Per quanto riguarda le banche centrali, ora l’appuntamento più atteso è il direttorio della Federal Reserve, mercoledì 31, mentre il giorno successivo sarà il turno della Banca d’Inghilterra.

(di Roberto Vozzi)

Bce, gli indizi forniti da Lagarde sui futuri tagli ai tassi

Bce, gli indizi forniti da Lagarde sui futuri tagli ai tassiRoma, 25 gen. (askanews) – Alla Bce le discussioni sui tagli ai tassi di interesse sono ancora ritenute “premature”. Ma nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo, la presidente Christine Lagarde, pur mantenendosi abbottonata sulle tempistiche, ha fornito una serie di indizi su come l’istituzione stia ragionando per questa futura inversione di rotta.

Nei mesi passati la Bce ha alzato i tassi di 450 punti base complessivi, in risposta ai forti rincari dei prezzi. Ora “le condizioni monetarie restrittive deprimono la domanda e questo – ha sostenuto – aiuta a far calare l’inflazione”. Un primo indizio fornito dalla presidente è stato ribadire che il direttorio vuole sentirsi “maggiormente fiducioso”, in base ai dati che giungeranno, sul fatto che il carovita medio dell’area euro sia instradato per tornare al valore obiettivo del 2% con la velocità auspicata, cioè per il 2025.

Un altro elemento è nel fatto che Lagarde non ha voluto confermare esplicitamente le interpretazioni che sono state date ad alcune sue dichiarazioni di una decina di giorni fa, in una intervista durante il forum di Davos, secondo cui avrebbe suggerito come probabile un taglio dei tassi in estate. “Il consenso al tavolo del Consiglio è che era prematuro discutere di tagli dei tassi. Confermo solitamente le mie dichiarazioni (ma) non sono sicura che le caratterizzerei come avete detto o come altri hanno commentato su come ho parlato”, ha dichiarato.

E un terzo indizio è arrivato in risposta a una domanda sui dati dei salari che la Bce vuole vedere prima di mettersi a discutere di tagli ai tassi. Le è stato chiesto se fossero quelli che Eurostat diffonderà ad aprile. “Lei è corretto in merito alle date di pubblicazione”, ha risposto. Ha anche aggiunto che non si guarderà solo ai salari. “Guardiamo a tutti i tipi di dati. Guardiamo molto ai salari, dato che c’è un processo di recupero in corso. Ma guardiamo tante altre cose: i profitti delle imprese sono estremamente importanti; i prezzi dell’energia, che sono volatili con i rischi geopolitici. Guarderemo anche ai conti pubblici con molta attenzione: ci sono impegni da parte dei governi che rimuoveranno le misure di sostegno per il caro energia. Saremo molto attenti a questo e vedremo quanto risanamento ci stia – ha detto Lagarde – rispetto ai piani di bilancio che sono stati presentati”.

Ad aprile l’ente di statistica Ue pubblicherà una molteplicità di dati, tra cui quelli sul tasso di disoccupazione (il 3), sui costi del lavoro (il 4), sui prezzi alla produzione (il 5), sulle retribuzioni nette (il 12), ma anche la stima preliminare sull’inflazione di aprile (il 30) e sulla crescita del Pil nel primo trimestre. Le prossime riunioni decisionali di politica monetaria si svolgeranno il 7 marzo, l’11 aprile e il 6 giugno. A marzo i tecnici della Bce aggiorneranno anche le previsioni su crescita economica e inflazione, mentre in occasione del 6 giugno l’aggiornamento sarà quello che ogni sei mesi viene effettuato assieme a tutto l’Eurosistema delle banche centrali nazionali. Quindi a giugno ci saranno sia tutti i dati più recenti disponibili, sia le previsioni più “condivise”. Tra gli analisti, le attese sui tempi del primo taglio, che nei giorni scorsi si erano allungate su inizio estate, ora sembrano riavvicinarsi a tarda primavera. Sui mercati l’euro ha mostrato una leggera moderazione e in serata si scambia a 1,0832 dollari. Il quadro attuale resta non entusiasmante “E’ probabile che nell’ultimo trimestre del 2023 l’economia dell’area euro abbia segnato una stagnazione, mentre per il breve termine prevediamo debolezza ma alcune indagini puntano a una ripresa più avanti”, ha affermato Lagarde. Intanto il tasso sulle principali operazioni di rifianziamento resta al 4,50%, quello sulle operazioni marginali al 4,75 per cento e quello sui depositi, che le banche commerciali parcheggiano presso la stessa banca centrale, resta al 4 per cento. Per quanto riguarda le banche centrali, ora l’appuntamento più atteso è il direttorio della Federal Reserve, mercoledì 31, mentre il giorno successivo sarà il turno della Banca d’Inghilterra. (di Roberto Vozzi).

Gentiloni: l’Italia si impegni sul Pnrr o il piano finirà nell’album dei ricordi

Gentiloni: l’Italia si impegni sul Pnrr o il piano finirà nell’album dei ricordiMilano, 25 gen. (askanews) – “Se non vogliamo che iniziative come il Pnrr finiscano nell’album dei ricordi, ma diventino un prototipo, allora dobbiamo farne una storia di successo. Innanzitutto in Italia che ha ricevuto metà dei quattrini comuni europei”. Lo ha detto il commissario Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni, all’inuaugurazione dell’anno accademico a Brescia.

Comunque ha aggiunto Gentiloni sul Pnrr “vedo che c’è una grande volontà di andare avanti e realizzare gli obiettivi”.

Landini: sulle pensioni il governo ha perfino peggiorato la Fornero

Landini: sulle pensioni il governo ha perfino peggiorato la ForneroUdine, 25 gen. (askanews) – “Questo Governo è riuscito perfino a peggiorare la legge Fornero. Nessuno ci pensava che fosse possibile”. Così Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, oggi ad un convegno della propria organizzazione in Friuli. “Il Governo ha usato di nuovo le pensioni per fare cassa e ha alzato l’età pensionabile. I giovani continuano ad essere precari e quindi hanno un’incertezza oggi e non avranno una pensione in futuro. E non si stanno riconoscendo né i lavori di cura né quelli più pesanti – ha puntualizzato Landini -. Noi abbiamo presentato una vera proposta di riforma di tutto il sistema pensionistico. Con questo Governo non c’è stato verso di poterne discutere perché, insisto, sta facendo cassa. Ha preso soldi dove non doveva andare a prenderli”.

Gentiloni: costruire cittadinanza Ue contro ritorno nazionalismi

Gentiloni: costruire cittadinanza Ue contro ritorno nazionalismiMilano, 25 gen. (askanews) – “Costruire una cittadinanza europea resta una sfida fondamentale se non vogliamo tornare a una Europa di piccole patrie e di nazionalismi di ritorni”. Lo ha detto il commissario Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni, all’inuaugurazione dell’anno accademico a Brescia.

“Oggi la cittadinanza europea è incompiuta. Bisogna difendere i valori europei, come la democrazia e loo Stato di diritto, l’economia di mercato e il welfare che non sono garantiti ovunque. Sono sotto pressione e sotto attacco in molte parti del mondo” ha detto Gentiloni.

La Bce ha confermato i tassi di interesse, rifinanziamento al 4,50%

La Bce ha confermato i tassi di interesse, rifinanziamento al 4,50%Roma, 25 gen. (askanews) – La Banca centrale europea ha nuovamente confermato, come da attese, i tassi di riferimento per l’area euro: il livello sulle principali operazioni di rifinanziamento resta quindi al 4,50 per cento, il tasso sulle operazioni marginali al 4,75 per cento e quello sui depositi, che le banche commerciali parcheggiano presso la stessa banca centrale, resta al 4 per cento.

“A parte un effetto base al rialzo sull’inflazione complessiva legato all’energia, la tendenza al ribasso dell’inflazione di fondo è proseguita – afferma l’istituzione nel comunicato diffuso al termine del direttorio – e i passati incrementi dei tassi di interesse continuano a trasmettersi con vigore alle condizioni di finanziamento”. “Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario”, recita il comunicato diffuso al termine del direttorio, ripetendo la formula che ormai da mesi viene interpretata come un segnale sul mantenimento della linea attuale per un periodo ancora da definire. La Bce “ritiene” infatti “che i tassi si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale” al ritorno dell’inflazione media dell’area euro al valore obiettivo (2%).

La Bce ha anche confermato l’accelerazione decisa nell’ultima riunione dello scorso anno sulla futura manovra di progressiva riduzione delle consistenze di titoli accumulati con il piano lanciato in risposta alla crisi passata, il Pepp. Rinnoverà questi stock integralmente per tutta la prima metà di quest’anno mentre a partire da luglio procederà a una riduzione “passiva” pari a 7,5 miliardi di euro al mese, ovvero mediante parziale non rinnovo dei Bond in scadenza. Le decisioni sono in linea con le attese, ora l’attenzione si sposta sulla conferenza stampa esplicativa della presidente Christine Lagarde. Gli interrogativi riguardano soprattutto il quando l’istituzione inizierà a ritoccare al ribasso tassi e a alleggerire l’intonazione della sua linea restrittiva. Ma generalmente gli analisti si attendono che la presidente non si sbilanci troppo, continuando a prendere tempo.

Bce conferma i tassi di interesse, rifinanziamento al 4,50%

Bce conferma i tassi di interesse, rifinanziamento al 4,50%Roma, 25 gen. (askanews) – La Banca centrale europea ha nuovamente confermato, come da attese, i tassi di riferimento per l’area euro: il livello sulle principali operazioni di rifinanziamento resta quindi al 4,50 per cento, il tasso sulle operazioni marginali al 4,75 per cento e quello sui depositi, che le banche commerciali parcheggiano presso la stessa banca centrale, resta al 4 per cento.

“A parte un effetto base al rialzo sull’inflazione complessiva legato all’energia, la tendenza al ribasso dell’inflazione di fondo è proseguita – afferma l’istituzione nel comunicato diffuso al termine del direttorio – e i passati incrementi dei tassi di interesse continuano a trasmettersi con vigore alle condizioni di finanziamento”. “Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario”, recita il comunicato diffuso al termine del direttorio, ripetendo la formula che ormai da mesi viene interpretata come un segnale sul mantenimento della linea attuale per un periodo ancora da definire. La Bce “ritiene” infatti “che i tassi si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale” al ritorno dell’inflazione media dell’area euro al valore obiettivo (2%).

La Bce ha anche confermato l’accelerazione decisa nell’ultima riunione dello scorso anno sulla futura manovra di progressiva riduzione delle consistenze di titoli accumulati con il piano lanciato in risposta alla crisi passata, il Pepp. Rinnoverà questi stock integralmente per tutta la prima metà di quest’anno mentre a partire da luglio procederà a una riduzione “passiva” pari a 7,5 miliardi di euro al mese, ovvero mediante parziale non rinnovo dei Bond in scadenza. Le decisioni sono in linea con le attese, ora l’attenzione si sposta sulla conferenza stampa esplicativa della presidente Christine Lagarde. Gli interrogativi riguardano soprattutto il quando l’istituzione inizierà a ritoccare al ribasso tassi e a alleggerire l’intonazione della sua linea restrittiva. Ma generalmente gli analisti si attendono che la presidente non si sbilanci troppo, continuando a prendere tempo.

Turchia, Banca centrale alza tassi di altri 250 punti base al 45%

Turchia, Banca centrale alza tassi di altri 250 punti base al 45%Roma, 25 gen. (askanews) – La Banca centrale della Turchia ha deciso di alzare nuovamente i tassi di interesse, per 250 punti base con cui il riferimento sulle operazioni di rifinanziamento a sette giorni sale dal 42,5% al 45%. La decisione avviene in un quadro di persistente altissima inflazione, che anzi a dicembre ha segnato un ulteriore rafforzamento sfiorando il 65% (64,77% secondo Turkstat).

Dopo le elezioni politiche dello scorso anno, l’istituzione ha invertito la rotta e adottato un approccio più ortodosso, alzando ripetutamente i tassi (quello odierno è l’ottavo rialzo) e inasprendo la linea monetaria, anche per mettere a riparo la valuta nazionale, la lira, dai continui indebolimenti, che tuttavia si sono trascinati anche in questi ultimi mesi con il dollaro che continua a infrangere record.

Gb. studio sterlina digitale prosegue, all’inizio limiti a detenzione

Gb. studio sterlina digitale prosegue, all’inizio limiti a detenzioneRoma, 25 gen. (askanews) – Il Tesoro della Gran Bretagna e la Banca d’Inghilterra stanno proseguendo i preparativi e le consultazioni sulla possibile creazione di una valuta digitale della banca centrale, una sterlina digitale, su cui la decisione definitiva non è stata ancora raggiunta. In un comunicato congiunto di aggiornamento su queste attività, le due istituzioni precisano che sarebbe un complemento al contante che resterebbe comunque disponibile “per chi lo preferisse.

E che potrebbero esserci restrizioni sull’ammontare massimo che singoli cittadini o imprese potrebbero detenere in sterline digitali, “almeno inizialmente”, puntualizza il comunicato. La sterlina digitale servirebbe ad effettuare pagamenti online, in presenza e tra persone, mentre non implicherebbe il versamento di interessi dato che “non sarebbe uno strumento di risparmio”, aggiunge il comunicato di Tesoro Uk e Bank of England.

In Gran Bretagna le attività preparatorie per una valuta digitale della banca centrale (central bank digital currency o Cbdc) sono iniziate nel febbraio dello scorso anno. Secondo le due istituzioni dalel imprese c’è un sostanziale sostegno a muoversi verso una valuta digitale. Ora il lavoro proseguirà sulla fase di design e studi di fattibilità su diverse opzioni.