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Gentiloni: l’Ue deve trovare il proprio ruolo nel mondo e può fungere da ponte

Gentiloni: l’Ue deve trovare il proprio ruolo nel mondo e può fungere da ponteMilano, 18 mar. (askanews) – L’Unione europea deve “trovare il proprio ruolo nel mondo in un contesto di crescenti tensioni geopolitiche e sfide al sistema commerciale multilaterale. Dovremmo lavorare per rendere la globalizzazione più sicura: per costruire catene di approvvigionamento più forti e più resilienti. Il protezionismo o il nazionalismo economico non sono la risposta”. Lo ha affermatoáiláCommissario europeo per gli affari economici e monetari, Paolo Gentiloni, nel suo intervento al Next Milan Forum organizzato dell’Ispi all’Università Bocconi. “L’emergere di una divisione tra ciò che alcuni hanno chiamato ‘l’Occidente e il resto del mondo’ – ha proseguito – può anche ostacolare gli sforzi volti ad affrontare altre sfide globali che richiedono cooperazione internazionale: cambiamento climatico, intelligenza artificiale, povertà, pandemie”. “Non dobbiamo rassegnarci all’emergere di due schieramenti concorrenti. L’Ue è nella posizione ideale per fungere da ponte verso un multilateralismo più efficace”, ha concluso Gentiloni.

Amazon in colloquio con FedEx su business restituzione merci

Amazon in colloquio con FedEx su business restituzione merciNew York, 18 mar. (askanews) – La società di consegne FedEx e il gigante delle vendite online Amazon sono tornate ad esplorare la possibilità di riaprire una linea di business in comune: la consegna nei punti vendita FedEx delle merci rese di Amazon. A darne notizia in esclusiva è il Wall Street Journal.


Secondo il quotidiano finanziario, lo scorso anno le due società hanno valutato l’accordo, mentre FedEx cercava di aumentare i volumi dei pacchi in un contesto di crisi del settore e Amazon puntava a migliorare l’esperienza dei suoi clienti nella restituzione degli articoli. Nessun accordo è stato ancora raggiunto, ma i colloqui indicano un tentativo di ricucire le relazioni commerciali dopo che nel 2019 era stata rotta la collaborazione sulla consegna dei pacchi Amazon, da parte della compagnia di consegne. Amazon si era affidata poi al servizio di UPS. (immagine da sito ufficiale Amazon)

Apple in trattative con Alphabet per licenza Gemini IA su iPhone

Apple in trattative con Alphabet per licenza Gemini IA su iPhoneNew York, 18 mar. (askanews) – Secondo l’agenzia Bloomberg, Apple è in trattative con Google, di proprietà di Alphabet, per concedere al produttore di iPhone la licenza e integrare il motore di intelligenza artificiale Gemini all’interno degli apparecchi. Gemini è la suite di strumenti di intelligenza artificiale generativa di Google, che va dai chatbot agli assistenti di codifica.


Secondo le fonti di Bloomberg i due giganti della tecnologia sono “in trattative attive” affinché Gemini abiliti alcune nuove funzionalità che saranno disponibili sul software di iPhone entro la fine dell’anno. Apple potrebbe lanciare iOS 18, il suo ultimo sistema operativo per iPhone, già alla conferenza mondiale degli sviluppatori di giugno. La società di Cupertino avrebbe aperto anche un tavolo con OpenAI, sull’utilizzo dei suoi modelli.

Fininvest, al via riassetto immobiliare: Macherio a Barbara Berlusconi

Fininvest, al via riassetto immobiliare: Macherio a Barbara BerlusconiMilano, 18 mar. (askanews) – Riassetto immobiliare in casa Fininvest, con le storiche residenze di Silvio Berlusconi che saranno spartite tra i figli. E’ andata, infatti, a Barbara Berlusconi la villa di Macherio, mentre la primogenita Marina si è aggiudicata Villa Campari sul Lago Maggiore. Villa Feltrinelli, conosciuta anche come Villa Zeffirelli, a Roma sull’Appia Antica, sarà acquistata da Pier Silvio Berlusconi. La residenza milanese di via Rovani da tempo era stata acquistata dall’ultimogenito Luigi.


Secondo quanto si apprende da fonti finanziarie, è stato firmato un accordo tra Fininvest e Dolcedrago per l’acquisizione di Immobiliare Idra – proprietaria di svariati immobili di pregio, tra cui Villa Certosa in Costa Smeralda – da parte di Fininvest Real Estate, società che all’interno del gruppo Fininvest svolge l’attività di gestione e valorizzazione del patrimonio immobiliare. Il valore dell’operazione si aggirerebbe attorno ai 400 milioni di euro. Immobiliare Idra è stata fino ad oggi controllata al 100% dalla Dolcedrago, che era al 99,5% di Silvio Berlusconi, poi passata alla comunione dei figli eredi. Obiettivo dell’operazione è quello di poter usufruire delle strutture e competenze di Fininvest Real Estate nella valorizzazione e nella gestione degli immobili.

Bce, Buch: banche siano pronte a più insolvenze e crediti deteriorati

Bce, Buch: banche siano pronte a più insolvenze e crediti deterioratiRoma, 18 mar. (askanews) – “Nell’area euro stiamo già vedendo aumenti di fallimenti, crediti deteriorati e ritardi dei pagamenti. Stiamo seguendo attenzione questo aspetto e la ragione per cui dobbiamo stare molto attenti è assicurare che il sistema (bancario) sia sufficientemente resiliente”. Lo ha affermato Claudia Buch, presidente del ramo di vigilanza bancaria della Bce in una intervista al Financial Times, secondo cui al momento gli istituti di credito dispongono di “buone posizioni in termini patrimoniali”.


Stamattina la stessa Buch partecipa a un evento online del quotidiano tedesco Handelsblatt. Nell’intervista affronta una molteplicità di aspetti e rischi che riguardano il sistema bancario. Tra cui quelli legati a eventuali attacchi hacker, su cui la vigilanza ha avviato una sorta di simulazione/stress test.


“Abbiamo inviato questionari in cui chiediamo sulla preparazione per un cyber evento avverso – spiega -. Stiamo lavorando a stretto contatto con le banche per vedere come siano preparate. Sappiamo che i Cyber attacchi sono aumentati. La maggior parte di loro non sono pericolosi (critical), ma se uno dovesse superare (le difese) allora potrebbe diventare molto negativo per la banca, in termini di resilienza operativa e effetti reputazionali”. Sui rischi climatici la Buch ricorda che le banche che non risulteranno allineate con i requisiti imposti dalla Bce richieranno delle ammende, posto che i termini per allinearsi non sono ancora scaduti. Esamina poi rischi e opportunità di Information technology e intelligenza artificiale.


Ma a conclusione dell’intervento torna sul tema di apertura: la preparazione delle banche a un peggioramento del quadro macroeconomico. Sui crediti deteriorati “è difficile fare previsioni ma penso che sia probabile che ne vedremo di più. Stiamo vedendo un aumento dei crediti deteriorati in parte perché abbiamo alti tassi di interesse. E abbiamo questa pressione per cambiamenti strutturali: è semplicemente molto improbabile che avremo un periodo di cambiamenti strutturali in cui non ci siano aumenti delle insolvenze”. “Questo – conclude la presidente della Vigilanza bancaria – è il motivo per cui le banche devono essere resilienti e sufficientemente capitalizzate per assorbire le perdite potenziali”.

Confindustria, primo test per Garrone e Orsini: giovedì i programmi

Confindustria, primo test per Garrone e Orsini: giovedì i programmiRoma, 17 mar. (askanews) – Nuova tappa nella corsa alla presidenza di Confindustria. Un primo test attende Edoardo Garrone, patron della Erg e presidente del Sole 24 Ore, ed Emanuele Orsini, amministratore delegato di Sistem Costruzioni e di Tino Prosciutti, che giovedì presenteranno i rispettivi programmi ai 184 componenti del Consiglio generale. In quella sede si capiranno anche le motivazioni che hanno indotto i saggi della commissione di designazione, in accordo con il collegio dei probiviri, ad escludere dalla gara Antonio Gozzi, presidente di Duferco e numero uno di Federacciai. E’ infatti attesa la relazione dei tre, Mariella Enoc, Andrea Moltrasio ed Ilaria Vescovi, che chiariranno alcuni passaggi procedurali ed evidenzieranno le loro valutazioni sul rispetto dei comportamenti richiesti dallo statuto di Confindustria.


Non accenna a placarsi, intanto, la polemica per l’estromissione di Gozzi. Con una lettera indirizzate ai saggi, al presidente Carlo Bonomi, ai probiviri e ai membri del consiglio generale, alcuni tra i suoi sostenitori hanno chiesto di riammetterlo alla competizione e al voto del 4 aprile “in ossequio al principio di rappresentatività” e “nell’interesse generale di Confindustria”. Una riammissione da parte dei saggi, al momento, non sembra un’ipotesi sul tavolo. I membri della commissione di designazione avevano, infatti, spiegato di aver scelto di ammettere due candidati dopo aver consultato, nel loro tour, “l’intero territorio nazionale, in rappresentanza di circa l’80% dei voti assembleari e del 73% dei componenti del Consiglio Generale, garantendo il massimo coinvolgimento del sistema associativo”.

Giorgetti: illegalità grave ostacolo per la crescita del Paese

Giorgetti: illegalità grave ostacolo per la crescita del PaeseBergamo, 16 mar. (askanews) – “L’illegalità è un grave ostacolo alla crescita e lo sviluppo del Paese”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso del suo intervento al giuramento Allievi ufficiali della Guardia di Finanza a Bergamo.


“Abbiamo davanti scenari economici complicati e per questo il ruolo della Gdf è sempre più indispensabile per contrastare l’illegalità economica e finanziaria – ha proseguito – Il ruolo della Guardia di finanza è fondamentale per accompagnare nella legalità il processo di rilancio dell’economia del nostro Paese nei complicati scenari geopolitici che viviamo”. Per il ministro, tuttavia, occorre “proseguire nell’opera di attuazione delle politiche strutturali, già avviate dal governo, per sostenere l’economia, compresa la riforma fiscale che stiamo portando avanti a tempi di record”. “È importante – è stato il suo ragionamento – avere un fisco più equo, efficiente e meno gravoso per imprese e cittadini, favorendo occupazione e investimenti”.

Luce e gas costano come nel 2021 ma le bollette sono più care di 328 euro

Luce e gas costano come nel 2021 ma le bollette sono più care di 328 euro

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La Cgil: 5,7 milioni di dipendenti guadagnano meno di 11mila euro lordi

La Cgil: 5,7 milioni di dipendenti guadagnano meno di 11mila euro lordiRoma, 16 mar. (askanews) – Sono 5,7 milioni i dipendenti che guadagnano in media meno di 11 mila euro lordi annui, ma la fascia del lavoro a bassa retribuzione è ancora più ampia con oltre 2 milioni di dipendenti con salari medi inferiori ai 17 mila euro annui. È quanto rileva uno studio dell’Ufficio Economia dell’Area Politiche per lo Sviluppo della Cgil Nazionale nel quale si analizzano le cause dei bassi salari in Italia a partire dalla discontinuità lavorativa, dal part time e dalla precarietà contrattuale.


Innanzitutto, dal confronto tra le maggiori economie dell’Eurozona (dati Ocse, lavoratore tempo pieno equivalente) emerge come nel 2022 il salario medio in Italia si sia attestato a 31,5 mila euro lordi annui, un livello nettamente più basso rispetto a quelli tedesco (45,5 mila) e francese (41,7 mila). A determinare un minore salario medio in Italia concorrono una maggior quota delle professioni non qualificate, l’alta incidenza del part time involontario (57,9%, la più alta di tutta l’Eurozona) e del lavoro a termine (16,9%) con una forte discontinuità lavorativa. Nel 2022 oltre la metà dei rapporti di lavoro cessati ha avuto una durata fino a 90 giorni. In sostanza, benché in Italia si lavori comparativamente di più in termini orari, i salari medi e la loro quota sul Pil sono notevolmente più bassi. Nel 2022, il salario medio dei 16.978.425 lavoratori dipendenti del settore privato con almeno una giornata retribuita nell’anno (dati Inps, esclusi agricoli e domestici) si è attestato a 22.839 mila euro lordi annui. Il 59,7% di questa platea ha salari medi inferiori alla media generale, ed è composto da oltre 7,9 mln di dipendenti discontinui e da oltre 2,2 milioni di lavoratori part time per l’anno intero. La differenza tra la media salariale del settore pubblico e quello del settore privato è determinata in buona parte dal minor peso del part-time e della precarietà nei settori pubblici. Inoltre, dallo studio emerge come i lunghi ritardi nel rinnovare i ccnl determinino un’elevata quota percentuale di lavoratori con salari non aggiornati.

Ue, “due diligence” e imballaggi lo scambio Italia-Germania

Ue, “due diligence” e imballaggi lo scambio Italia-GermaniaRoma, 15 mar. (askanews) – L’approvazione, oggi a Bruxelles di due importanti normative europee del Green Deal, da parte del Comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati membri presso l’Ue (Coreper), è il risultato di un negoziato serrato e molto complesso, svolto su più tavoli negli ultimi mesi, che ha avuto tra i suoi maggiori protagonisti la Germania e l’Italia, non solo intesa come governo (con i suoi ministri, e tecnici e diplomatici a Bruxelles), ma anche come “squadra”, da parte dei gruppi d’interesse e della maggioranza degli europarlamentari nazionali, come che ha riconosciuto anche la premier Giorgia Meloni.


Il Coreper oggi ha approvato prima all’unanimità il testo di compromesso finale sul Regolamento Ue sugli imballaggi e rifiuti da imballaggi (con Malta e Austria che hanno posto una riservaádiáscrutinio), e poi a maggioranza qualificata un testo di compromesso, fortemente modificato, sulla Direttiva sul “dovere di diligenza” riguardo alla sostenibilità delle imprese (“Corporate Sustainability Due Diligence”). In quest’ultimo caso, si sono astenute Germania, Ungheria, Repubblica Ceca, Bulgaria, Slovacchia e Lituania, mentre Svezia e Austria hanno posto una riserva di scrutinio. Il regolamento imballaggi introduce obiettivi generali di riduzione della produzione di rifiuti da imballaggi (il 5% entro il 2030, il 10% per il 2035 e il 15% entro il 2040, rispetto al 2019) e nuovi obiettivi di riuso, oltre a quelli per il riciclo, per facilitare questa riduzione. Inoltre, dispone che (quasi) tutti gli imballaggi siano riciclabili, o che contengano percentuali minime di materiale riciclato, e vieta una serie di prodotti e materiali monouso.


La direttiva sul “dovere di diligenza” impone alla grandi aziende europee (definite a partire da una doppia soglia, su addetti e fatturato) degli obblighi di vigilanza sul rispetto delle convenzioni internazionali in campo ambientale e dei diritti umani, sociali e del lavoro lungo tutta la loro catena del valore, a monte e in parte anche a valle della produzione. Le due normative non sono formalmente collegate tra loro, ma sono state oggetto di “uno scambio di favori” tra Italia e Germania durante il negoziato in Consiglio Ue, secondo quanto hanno riportato nelle ultime settimane varie fonti a Bruxelles. L’Italia, che aveva votato a favore della proposta sulla “due diligence” al momento dell’approvazione della posizione negoziale del Consiglio Ue, ha offerto il suo appoggio alla Germania (in realtà alla componente liberale della coalizione di governo tedesca) per indebolire il testo della direttiva, dopo che era già stato raggiunto un accordo provvisorio nel negoziato (“trilogo”) con il Parlamento europeo, il 14 dicembre scorso,.


L’astensione italiana (insieme a quella tedesca e di alcuni altri paesi più piccoli) al primo tentativo del Coreper di approvare l’accordo provvisorio, il 9 febbraio scorso, ha fatto mancare la maggioranza qualificata necessaria, e rimesso il testo in discussione. La presidenza di turno belga del Consiglio Ue ha intrapreso allora un tentativo di adattamento del testo per un nuovo compromesso. L’accordo di oggi in Coreper (dopo un altro tentativo non riuscito il 28 febbraio), ha modificato pesantemente (come volevano i tedeschi) il testo della direttiva rispetto all’accordo in “trilogo”. In particolare, le due soglie per l’applicabilità della direttiva alle imprese, che già escludevano le Pmi, sono passate da 500 a 1.000 addetti e da 150 a 450 milioni di euro di fatturato annuale.


Secondo il Wwf, queste nuove soglie eliminano dal campo di applicazione della direttiva quasi il 70% delle imprese originariamente previste; la Ong “Global Witness”, da parte sua, stima che le imprese interessate dalla direttiva sarebbero ora ridotte a 5.400, rispetto alle 16.000 previste in base all’accordo in trilogo di dicembre. Da notare che, secondo i criteri dell’Ue, le Pmi sono definite come le imprese che hanno un personale inferiore alle 250 unità e un fatturato annuale inferiore a 50 milioni di euro. Va notato anche che in Italia le posizioni del mondo produttivo non erano univoche sulla “due diligence”: Confindustria aveva chiesto al governo di astenersi (come effettivamente è successo), mentre altre associazioni (la Lega Cooperative, la Cna, l’Associazione delle Industrie di Marca, di cui fanno parte Barilla e Lavazza), e altre grandi aziende, come Ferrero, Eni e Pirelli, sostenevano la direttiva. In cambio della sua astensione strumentale sulla “due diligence”, l’Italia ha chiesto alla Germania di contribuire all’ammorbidimento delle posizioni del Consiglio Ue sul regolamento imballaggi; posizioni che, per una volta, erano molto più “ambientaliste” di quelle del Parlamento europeo. L’Assemblea di Strasburgo, infatti, sotto la pressione dei gruppi d’interesse e della grande maggioranza degli eurodeputati italiani, aveva chiesto obiettivi per il riuso inferiori a quelli originariamente previsti, con varie deroghe, ed eliminato gran parte dei divieti di imballaggi monouso. Ma il Consiglio, nella sua posizione negoziale prima del trilogo, aveva ristabilito obiettivi più stringenti per il riuso e ripristinato i divieti per gli imballaggi monouso. Alla fine, si è arrivati a un accordo in trilogo, il 4 marzo scorso, in cui (con l’appoggio tedesco) sono state accolte alcune delle richieste più importanti dell’Italia, e poi all’approvazione finale del Coreper di oggi, che ha confermato quell’accordo, con alcune modifiche minori. Come ha rivendicato oggi il governo italiano, il testo lascia più flessibilità agli Stati e agli operatori nella scelta delle misure (riuso o riciclo) per raggiungere gli obiettivi di riduzione dei rifiuti da imballaggi. L’Italia ha ottenuto, inoltre, che si possa continuare a utilizzare alcuni tipi di imballaggi monouso riciclabili (come le bustine di carta e le plastiche compostabili) per i prodotti alimentari e per il settore della ristorazione (in particolare per i cibi da asporto e per il fast-food). Un altro elemento importante dell’accordo in trilogo che è stato confermato e chiarito riguarda la “clausola specchio”, secondo cui anche gli imballaggi importati nell’Ue dovranno rispettare le norme comunitarie sulle percentuali minime obbligatorie di materiale riciclato. Questo permetterà all’industria europea del settore del riciclo (che vede le imprese italiane in prima linea) di non subire una concorrenza sleale da parte delle aziende extraeuropee. Le due decisioni del Coreper di oggi non sono ancora definitive, e potrebbero avere una sorte diversa. Per gli imballaggi, dove le modifiche dell’ultima ora sono poco rilevanti rispetto al testo dell’accordo in trilogo, non dovrebbero esserci problemi ad avere l’approvazione definitiva del regolamento da parte del Parlamento europeo entro aprile (il punto è già previsto nell’agenda dell’ultima plenaria, giusto prima dello scioglimento dell’Assemblea per le elezioni di giugno). Per la “due diligence”, invece, il percorso potrebbe essere più complicato. Le modifiche adottate oggi rispetto all’accordo in “trilogo” sono infatti molto rilevanti e complesse, occorre il controllo dei “giuristi-linguisti” in tutte le lingue ufficiali (“corrigendum”), e potrebbe non esserci il tempo materiale per l’approvazione definitiva della direttiva entro aprile da parte della plenaria dell’Europarlamento.