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Banche, Fsb: “Notevole successo dell’Italia su smaltimento Npl”

Banche, Fsb: “Notevole successo dell’Italia su smaltimento Npl”Roma, 18 gen. (askanews) – Il Financial Stability Board ha pubblicato un rapporto sull’Italia (Peer Review) incentrato sullo smaltimento dei crediti deteriorati (Npl, o Non performing loans) delle banche.

Lo studio rileva che le autorità italiane hanno ottenuto “un successo rilevante sulla riduzione dei Npl dai bilanci delle banche. La stretta cooperazione tra autorità, la comunicazione aperta con il settore privato e una capacità di risposta collettiva – recita un comunicato del Fsb – hanno contribuito in maniera notevole al successo di questa riduzione”. Il rapporto include una serie di raccomandazioni alle autorità, tra cui quella di “preservare il successo raggiunto e continuare a migliorare il sistema per la gestione degli Npl, sviluppando il mercato secondario degli Npl, vigilando attentamente – si legge – e operando ulteriori miglioramenti all’efficienza delle procedure di insolvenza e di riduzione del debito”.

Secondo il Financial Times, tuttavia, il rapporto contiene anche un monito a “resistere” a una proposta di revisione normativa della maggioranza che “introdurrebbe incertezza o minerebbe il mercato secondario dei Npl”. Il riferimento, secondo il quotidiano finanziario, è a una serie articolata di proposte di Fratelli d’Italia che aiuterebbero famiglie e Pmi a riappropriarsi dei crediti deteriorati anche se le banche li hanno ceduti a altri operatori.

Il Ft riporta che la proposta è stata criticata da vari investitori e che molti degli Npl coinvolti sono stati già cartolarizzati e ceduti, sfruttando garanzie pubbliche per attrarre acquirenti. Ma “alcuni degli alleati” della premier Giorgia Meloni “hanno sostenuto che i mercati favoriscono gli speculatori ai danni di piccole imprese e famiglie”.

Trasporti, accordo Ue per ridurre emissioni CO2 da camion e bus

Trasporti, accordo Ue per ridurre emissioni CO2 da camion e busBruxelles, 18 gen. (askanews) – I negoziatori del Parlamento europeo, della presidenza di turno spagnola del Consiglio Ue e della Commissione hanno raggiunto, oggi a Strasburgo, un accordo provvisorio sul regolamento per la riduzione delle emissioni di CO2 per i nuovi veicoli pesanti. Il regolamento era stato proposto dalla Commissione il 14 febbraio 2023.

I negoziatori hanno concordato obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2, avendo come riferimento la media del 2019, del 45% per il periodo 2030-2034, del 65% per il 2035-2039 e del 90% a partire dal 2040. Le nuove norme riguardano gli autobus e i camion di grandi dimensioni (compresi i veicoli professionali, come i camion per la spazzatura, i ribaltabili e le betoniere, a partire dal 2035) e autobus. Gli obiettivi concordati per i nuovi autobus urbani prevedono una riduzione delle emissioni del 90% entro il 2030, e zero emissioni entro il 2035. Vengono fissati obiettivi di riduzione delle emissioni anche per rimorchi (7,5%) e semirimorchi (10%), a partire dal 2030. Sono esentati invece i veicoli pesanti fabbricati da industrie di piccole dimensioni (“small-volume manufacturer”), quelli utilizzati per l’estrazione mineraria, la silvicoltura e l’agricoltura, i veicoli utilizzati dalle forze armate e dei vigili del fuoco e quelli destinati alla protezione civile, all’ordine pubblico e all’assistenza medica.

Secondo l’accordo, la Commissione effettuerà una revisione dettagliata sull’efficacia e sull’impatto del regolamento entro il 2027. Questa revisione valuterà, tra l’altro, l’estensione del campo di applicazione ai camion più piccoli (sotto le 5 tonnellate). Il Parlamento europeo (in particolare la sua commissione Ambiente) e il Consiglio Ue dovranno ora approvare formalmente l’accordo, prima che il nuovo regolamento possa entrare in vigore.

I veicoli pesanti (camion, bus urbani e autobus a lunga percorrenza), sono responsabili di oltre il 25% delle emissioni di gas serra derivanti dal trasporto su strada nell’Ue e rappresentano oltre il 6% delle emissioni totali di gas serra dell’Unione.

Ue, Dombrovskis: aperti a libero scambio ma anche pronti a difenderci

Ue, Dombrovskis: aperti a libero scambio ma anche pronti a difenderciRoma, 18 gen. (askanews) – Come primo blocco mondiale sugli scambi commerciali l’Unione europea ha tutto l’interesse a preservare un sistema multilaterale basato su regole. Ma dato che non può dare per scontato che questo rimanga in futuro, deve essere anche “pronta a difendersi”. Lo affermato il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, responsabile del commercio con l’estero per l’Ue, intervenendo a un panel di discussione al forum economico mondiale a Davos, in Svizzera.

Come Ue “siamo il più grande blocco commerciale del mondo. Quindi per l’Ue ci sta tanto in ballo quando discutiamo di sistema commerciale globale, siamo impegnati a preservare un sistema multilaterale basato su regole. Ma il commercio sta cambiando c- ha notato – sta diventando molto più conflittuale e questo avrà un costo. Ci sono stime sul fatto che se si creerà un sistema a blocchi ci saranno ricadute. Quindi è importante preservare il sistema multilaterale. Al tempo stesso e anche evidente che c’è uno spostamento dalla efficienza alla resilienza”. “Parte della risposta è esattamente la diversificazione. Cooperare con una gamma più ampia di partner, restare aperti al mondo resta cruciale, ma al tempo stesso non possiamo dare per scontato che l’apertura degli scambi di oggi resti anche domani. Dobbiamo essere in grado di difenderci e stare attenti al fatto che altri non violino le regole – ha detto Dombrovskis -. Lavoriamo più possibile per il sistema multilaterale, ma restiamo pronti a agire in maniera unilaterale”.

I verbali della Bce, tra falchi e colombe ecco perché l’ultimo board ha lasciato i tassi invariati

I verbali della Bce, tra falchi e colombe ecco perché l’ultimo board ha lasciato i tassi invariatiRoma, 18 gen. (askanews) – L’ultimo Consiglio direttivo della Bce ha deciso di mettersi definitivamente alle spalle la fase di aumento dei tassi di interesse, una linea unanime, tracciata tra falchi e colombe, mentre con un voto a maggioranza, “molto ampia” è stata decisa una accelerazione, a sorpresa, sulla graduale riduzione degli stock di titoli, accumulati anche con il piano anticrisi Pepp.

Secondo i verbali della riunione dello scorso 14 dicembre, che sono stati pubblicati oggi dall’istituzione, all’incontro è stata sollevata l’argomentazione che l’impatto dell’inasprimento monetario già operato potrebbe risultare più forte del previsto nei prossimi trimestri. Tuttavia a queste tesi, evidentemente di qualcuno tra le “colombe”, è stato obiettato che non vi sono evidenze al momento in tal senso e più in generale “è stato sottolineato che non ci sono margini per autocompiacimento e che non è il momento per il consiglio direttivo di abbassare la guardia” nella lotta all’inflazione.

Secondo i verbali della riunione “sono state espresse preoccupazioni sul fatto che nel breve termine l’inflazione potrebbe risalire e che le continue incertezze in merito alle dinamiche dei salari dell’inflazione di fondo suggeriscono ccome sia troppo presto – riportano ancora i verbali – per essere fiduciosi che sul fatto che è stato svolto il compito” (di riportare il caro vita ai livelli obiettivo). Per questo è stata approvata all’unanimità di linea di mantenere i tassi di interesse “a livelli restrittivi tutto il tempo che sarà necessario” per centrare l’obiettivo di ritorno dell’inflazione al 2% sul medio termine.

La proposta del capo economista, Philip Lane, di accelerare il processo di graduale riduzione anche dello stock di titoli pubblici e privati acquistati con il programma Pepp è stata invece approvata “con una maggioranza molto ampia”, prosegue il documento. Su questo aspetto durante la riunione è stato argomentato “che sarebbe prematuro pensare che la debolezza dell’attività sia passata. Ci sono diversi motori di crescita che è improbabile sostengano le economia dell’area euro nel breve termine. Non ci sono segnali di un miglioramento nel commercio globale mentre i rischi geopolitici potrebbero raggiungere debolezza, almeno nel manufatturiero”. Inoltre “i margini patrimoniali di imprese famiglie hanno finora ritardato l’impatto della stretta monetaria sulla domanda, ma mentre questi margini si riducono in tandem con la contrazione del bilancio dell’eurosistema ed è probabile che l’impatto delle condizioni finanziarie più restrittive diventi più forte”.

Inoltre è stato sostenuto che le previsioni di crescita dei tecnici della stessa Bce potrebbero risultare eccessivamente ottimistiche. Alla fine sul Pepp “alcuni componenti erano a favore di una conclusione anticipata dei pieni reinvestimenti dei titoli che giungono alla scadenza, come proposto, altri hanno sostenuto che fosse meglio continuare con il pieno rinnovo dei bond fino alla fine del 2024”.

Bce, “Il lavoro non è finito, presto per abbassare la guardia”

Bce, “Il lavoro non è finito, presto per abbassare la guardia”Roma, 18 gen. (askanews) – Consiglio direttivo della Bce unanime sulla linea dei tassi di interesse, ma voto a maggioranza, “molto ampia” sulla accelerazione che, a sorpresa, lo scorso 14 dicembre è stata decisa sulla graduale riduzione degli stock di titoli, accumulati anche con il piano anticrisi Pepp.

Secondo i verbali della riunione, che sono stati pubblicati oggi dall’istituzione, all’incontro è stata sollevata l’argomentazione che l’impatto dell’inasprimento monetario già operato potrebbe risultare più forte del previsto nei prossimi trimestri. Tuttavia a queste tesi, evidentemente di qualcuno tra le “colombe”, è stato obiettato che non vi sono evidenze al momento in tal senso e più in generale “è stato sottolineato che non ci sono margini per autocompiacimento e che non è il momento per il consiglio direttivo di abbassare la guardia” nella lotta all’inflazione.

Secondo i verbali della riunione “sono state espresse preoccupazioni sul fatto che nel breve termine l’inflazione potrebbe risalire e che le continue incertezze in merito alle dinamiche dei salari dell’inflazione di fondo suggeriscono ccome sia troppo presto – riportano ancora i verbali – per essere fiduciosi che sul fatto che è stato svolto il compito” (di riportare il caro vita ai livelli obiettivo). Per questo è stata approvata all’unanimità di linea di mantenere i tassi di interesse “a livelli restrittivi tutto il tempo che sarà necessario” per centrare l’obiettivo di ritorno dell’inflazione al 2% sul medio termine.

La proposta del capo economista, Philip Lane, di accelerare il processo di graduale riduzione anche dello stock di titoli pubblici e privati acquistati con il programma Pepp è stata invece approvata “con una maggioranza molto ampia”, prosegue il documento. Su questo aspetto durante la riunione è stato argomentato “che sarebbe prematuro pensare che la debolezza dell’attività sia passata. Ci sono diversi motori di crescita che è improbabile sostengano le economia dell’area euro nel breve termine. Non ci sono segnali di un miglioramento nel commercio globale mentre i rischi geopolitici potrebbero raggiungere debolezza, almeno nel manufatturiero”. Inoltre “i margini patrimoniali di imprese famiglie hanno finora ritardato l’impatto della stretta monetaria sulla domanda, ma mentre questi margini si riducono in tandem con la contrazione del bilancio dell’eurosistema ed è probabile che l’impatto delle condizioni finanziarie più restrittive diventi più forte”.

Inoltre è stato sostenuto che le previsioni di crescita dei tecnici della stessa Bce potrebbero risultare eccessivamente ottimistiche. Alla fine sul Pepp “alcuni componenti erano a favore di una conclusione anticipata dei pieni reinvestimenti dei titoli che giungono alla scadenza, come proposto, altri hanno sostenuto che fosse meglio continuare con il pieno rinnovo dei bond fino alla fine del 2024”.

Ex Ilva, da domani l’indotto ferma le attività ad oltranza

Ex Ilva, da domani l’indotto ferma le attività ad oltranzaRoma, 17 gen. (askanews) – Da domani le aziende dell’indotto dell’ex Ilva, associate a Casartigiani, Aigi e Confapi, sospenderanno le attività a oltranza in attesa di avere certezze sui crediti arretrati.

“Aigi, Confartigianato e Confapi industria Taranto – si legge in una nota congiunta – annunciano la sospensione ad oltranza di tutte le attività lavorative svolte dalle proprie associate all’interno dello stabilimento siderurgico di Taranto a partire dalle ore 6:00 del 18/01/2024 per senso di responsabilità verso i lavoratori, la cittadinanza ed il territorio, saranno garantite esclusivamente le prestazioni attinenti la sicurezza degli impianti”. “Ammontano a 120 milioni i crediti che le imprese vantano nei confronti di ADI per fatture emesse e non incassate al 31/12/2023 – prosegue la nota – i quali crediti sarebbero resi carta straccia dalla procedura di amministrazione straordinaria come avvenne nel 2015 quando l’indotto perse 150 milioni a fronte del medesimo provvedimento”.

“La ripresa delle prestazioni potrà essere presa in considerazione esclusivamente a fronte della messa in sicurezza di tutti i crediti maturati al 31/12/2023 – conclude la nota – e dell’istituzione di un tavolo permanente sul futuro dello stabilimento e sulle sorti dell’economia dell’intera città”.

Turismo, Santanchè: nel 2023 in Italia 445 milioni di presenze

Turismo, Santanchè: nel 2023 in Italia 445 milioni di presenzeGenova, 17 gen. (askanews) – “Il bilancio del turismo è estremamente positivo nel 2023, non è andato bene ma benissimo. I numeri non dicono molto, ma c’è una grande voglia di Italia. Nel 2023 ci sono state 445 milioni di presenze, è stato mediamente speso l’8% in più e c’è stato un allungamento del soggiorno medio di un giorno in più rispetto all’anno scorso”. Lo ha detto la ministra del Turismo Daniela Santanchè, in occasione del Forum internazionale del turismo italiano organizzato dal Sole 24 Ore a Genova.

JpMorgan subisce 45 miliardi di attacchi informatici al giorno

JpMorgan subisce 45 miliardi di attacchi informatici al giornoRoma, 17 gen. (askanews) – JPMorgan Chase è presa di mira da hacker che cercano di infiltrarsi nei suoi sistemi 45 miliardi di volte al giorno – il doppio della velocità con cui è stata attaccata un anno prima. Lo ha detto il responsabile della gestione patrimoniale e patrimoniale della banca Mary Erdoes parlando a Davos, e spiegando che la banca spende ogni anno 15 miliardi di dollari in tecnologia e impiega 62.000 tecnici, molti dei quali concentrati esclusivamente sulla lotta all’aumento della criminalità informatica.

“Abbiamo più ingegneri di Google o Amazon. Perché? Perché dobbiamo”, ha detto. “I truffatori diventano più intelligenti, più esperti, più rapidi, più subdoli, più dispettosi.”, ha detto la Erdoes secondo quanto riporta il Financial Times. Negli ultimi due anni gli istituti di credito occidentali hanno subito un’ondata di attacchi informatici, in parte attribuiti agli hacker russi che hanno agito in risposta alle sanzioni imposte al Paese e alle sue banche in seguito all’invasione su vasta scala dell’Ucraina.

Ma l’uso dell’intelligenza artificiale da parte dei criminali informatici ha anche aumentato il numero di incidenti e il livello di sofisticazione degli attacchi. JPMorgan – ricorda il Ft – è stata vittima di uno dei più grandi attacchi informatici contro una banca dieci anni fa, quando i dati di 83 milioni di conti, tra cui 76 milioni di famiglie e 7 milioni di imprese, sono stati compromessi.

Usa, Produzione industriale +0,1% in dicembre, oltre le stime

Usa, Produzione industriale +0,1% in dicembre, oltre le stimeNew York, 17 gen. (askanews) – In dicembre, la produzione industriale negli Stati Uniti è salita dello 0,1% rispetto al mese precedente a 102,5 punti, secondo l’indice della Federal Reserve, contro attese per un dato in ribasso dello 0,3%; il dato di novembre è stato rivisto da +0,2% a 0,0%.

La produzione manifatturiera ha registrato un rialzo dello 0,1%, come anche quella mineraria in rialzo anch’essa dello 0,9%. L’utilizzo della capacità degli impianti – che misura la produzione industriale rispetto al potenziale – è rimasto invariato al 78,6%, come da attese. Il dato di novembre sulla capacità degli impianti è stato rivisto da 78,8% a 78,6%.

Roma, Iveco vince contratto per fornitura 411 bus elettrici

Roma, Iveco vince contratto per fornitura 411 bus elettriciRoma, 17 gen. (askanews) – Iveco Bus, il marchio di autobus urbani, interurbani e turistici di Iveco Group, si è aggiudicato il suo più importante contratto di autobus elettrici in Italia e fornirà 411 veicoli elettrici a batteria ad Atac, azienda per la mobilità, la società per i trasporti pubblici di Roma.

Il contratto, firmato oggi, vale più di 300 milioni di euro e rientra nel piano strategico di Atac per offrire una mobilità sempre più sostenibile, efficiente e accessibile. La fornitura comprende i nuovi autobus elettrici, da 12 o 18 metri di lunghezza, e la loro manutenzione completa per dieci anni. Le prime consegne sono previste entro la fine del 2024 e tutti gli autobus restanti saranno consegnati entro la metà del 2026. Questo investimento, sottolinea una nota, dimostra il riconoscimento da parte della città di Roma della capacità di Iveco Bus di offrire soluzioni valide in quanto uno dei fornitori di fiducia di Atac. Domenico Nucera, president, bus business unit, Iveco Group ha dichiarato che “siamo estremamente orgogliosi di contribuire in modo significativo alla transizione di Roma verso una mobilità più verde ed efficiente. La nostra offerta nel settore del trasporto passeggeri elettrico è sempre più forte, viene riconosciuta in tutto il mercato italiano e anche a livello internazionale, e conferma la nostra posizione come partner leader. Portare tutto ciò nella capitale d’Italia, la ‘Città Eterna’, è un ottimo inizio di 2024, dopo un 2023 molto soddisfacente in termini di ordini per Iveco Bus”.